PARTE 3 – Trasporto solido
Fonti: appunti prof. S. Franzetti , Prof. A. Guadagnini, Prof. F. Ballio
Nella trattazione delle correnti a pelo libero si considera la geometria dell’alveo come fissata a priori. Nella realtà questa condizione spesso non risulta corretta in quanto avvengono fenomeni di erosione e deposito di materiale costitutivo del fondo e delle sponde mosso dalla corrente.
Nel caso di alvei costituiti alle pareti da materiale incoerente, sotto le spinte idrodinamiche della corrente i granelli del fondo possono essere messi in movimento.
Si parla di trasporto di fondo quando i granelli si muovono al fondo con moti rotatori e/o di strisciamento.
Si parla di trasporto in sospensione quando il solido percorre lunghi tratti trascinato all’interno della corrente in modo solidale alla corrente stessa.
In relazione a questi fenomeni l’alveo può mutare nel tempo in termini di pendenza, sezione, granulometria e di conseguenza scabrezza. Questi mutamenti possono essere graduali nel tempo o legati ad eventi bruschi (alluvioni etc.)
I fenomeni possono essere inoltre distribuiti, che coinvolgono cioè l’intera sezione dell’alveo su tratti estesi longitudinalmente, oppure concentrati, limitati a zone specifiche della sezione.
La movimentazione del fondo è legato fondamentalmente a:
- Caratteristiche della corrente (come già visto)
- Caratteristiche dei sedimenti, distribuzione granulometrica, caratteristiche di coesività (non trattati)
Consideriamo gli schemi concettuali che possono descrivere il movimento di fondo delle particelle a causa della corrente (forze attive per il movimento) e del peso delle particelle e gli attriti (forze resistive al movimento).
A parità di tutti gli altri parametri, all’aumento della velocità del fluido, le forze attive riescono a vincere le forze stabilizzanti mettendo in movimento le particelle.
Le condizioni di flusso in cui ci si trova nelle condizioni limite di inizio movimento vengono definite «critiche» o di «incipiente movimento».
Strisciamento (attrito)
La particella striscia al fondo e le forze idrodinamiche devono vincere la reazione vincolare di attrito radente.
Ribaltamento (senza attrito)
Particella parzialmente incastrata al fondo, le forze idrodinamiche devono farla ruotare rispetto al punto di appoggio.
Saltelli
Particella parzialmente incastrata sul fondo, le forze idrodinamiche devono sollevarla rispetto al fondo
Condizione di incipiente movimento, schema di attrito radente
L = lift portanza D = drag resistenza
G = spinta di Archimede P =peso
R = reazione vincolare normale
A = reazione vincolare tangenziale (attrito) d= dimensione del granello
In condizione di equilibrio statico
𝑅 = 𝑃 − 𝐺 cos 𝜃 − 𝐿 𝐴 = 𝑃 − 𝐺 sin 𝜃 + 𝐷 Il massimo valore della forza tangenziale
𝐴𝑚𝑎𝑥 = 𝑅 tan 𝛽 𝛽 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜
La condizione di incipiente movimento è raggiunta quando 𝐴 = 𝐴𝑚𝑎𝑥
Esplicito i vari termini delle reazioni vincolari normali e tangenziali 𝐷 = 0,5 𝜌 𝑢𝑑2 𝐶𝐷𝑆
𝐿 = 0,5 𝜌 𝑢𝑑2 𝐶𝐿𝑆 = 𝐾𝐿𝐷 𝑃 − 𝐺 = 𝜌𝑠 − 𝜌 𝑔𝑊
Dove ud velocità della corrente
S superfice frontale del granello S=α1d2 W volume del granello W= α1d3
CD e CL coefficienti di drag e lift, dipendono dalla forma del granello e dal numero di Reynolds, si approssima il rapporto L/D=KL come costante I coefficienti α e CL e CD sono legati alla forma del granulo e sono considerati costanti e caratteristici della granulometria del sedimento
imponendo
𝐴 = 𝐴𝑚𝑎𝑥
𝑃 − 𝐺 sin 𝜃 + 𝐷 = 𝑃 − 𝐺 cos 𝜃 − 𝐿 tan 𝛽 𝐷 + 𝐿 tan 𝛽 = 𝑃 − 𝐺 cos 𝜃 tan 𝛽 − tan 𝜃
1 + 𝐾𝐿 tan 𝛽 0,5𝜌𝑢𝑑2𝐶𝐷𝛼1𝑑2 = 𝜌𝑠 − 𝜌 𝑔𝛼3𝑑3 cos 𝜃 tan 𝛽 − tan 𝜃 𝑢𝑑,𝑐2
𝑔 𝜌𝑠 − 𝜌
𝜌 𝑑
= 2𝛼3
1 + 𝐾𝐿 tan 𝛽 𝐶𝐷𝛼1 tan 𝛽 cos 𝜃 1 − 𝑡𝑎𝑛𝜃 𝑡𝑎𝑛𝛽
La velocità ud è una velocità efficace agli effetti delle forze fluidodinamiche, valutata ad un altezza dal fondo proporzionale alle dimensioni del granulo. Il pedice c fa riferimento alla situazione critica.
Dato il profilo di velocità nello strato limite
𝑢𝑑 = 𝑢(𝜁 = 𝛼4𝑑)
𝑢 𝜁
𝑢∗ = 𝑓 𝜁 𝑑
𝑢𝑑
𝑢∗ = 𝑓 𝛼4 = 𝛼5
𝑢𝑐∗2 𝑔 𝜌𝑠 − 𝜌
𝜌 𝑑
= 2𝛼3
1 + 𝐾𝐿 tan 𝛽 𝐶𝐷𝛼1𝛼52 tan 𝛽 cos 𝜃 1 − 𝑡𝑎𝑛𝜃 𝑡𝑎𝑛𝛽
Avendo introdotto la friction velocity, più facilmente calcolabile rispetto alla ud, il termine a destra dell’uguale dipende dal numero di Reynolds attraverso i coefficienti CD e KL.
𝜙𝑐 = 𝑢𝑐∗2 𝑔 𝜌𝑠 − 𝜌
𝜌 𝑑
= 𝑓(𝑅𝑒) cos 𝜃 1 − 𝑡𝑎𝑛𝜃 𝑡𝑎𝑛𝛽
Il termine adimensionale
𝜙 = 𝑢𝑐∗2
𝑔Δ𝑑 = 𝜏/𝜌
𝑔Δ𝑑 𝑐𝑜𝑛 Δ = 𝜌𝑠 − 𝜌 𝜌
Numero indice di Shields, che può essere letto come il rapporto tra le forze di trascinamento della corrente (τd2/ρ), e le forze stabilizzanti (peso g(ρs-ρ)d3).
Date le caratteristiche della corrente (τ, ρ) e dei sedimenti (Δ, ρs,d), per valutare la stabilità del granulo si deve confrontare il valore di Φ con la soglia critica, in relazione alla funzione f(Re):
Φ<Φc granello stabile
Φ>Φc granello in movimento Il valore di Φ si calcola a partire dagli sforzi al fondo
𝜙 = 𝜏/𝜌
𝑔Δ𝑑 = 𝑅𝑖𝐽
Δ𝑑 𝑐𝑜𝑛 𝜏 = 𝜌𝑔𝑅𝑖𝐽
Condizione di incipiente movimento, schema di rotolamento
L = lift portanza D = drag resistenza
G = spinta di Archimede P =peso
D = dimensione del granello
Si impone l’equilibrio alla rotazione rispetto al punto C di contatto. Considero bt il braccio rispetto al punto di contatto della risultante di Lift e Drag, considero bGP il braccio della risultante tra peso e spinta di Archimede. In condizioni limite di ribaltamento risulta.
𝑃 − 𝐺 𝑏𝐺𝑃 = 𝑇𝑏𝑇
I bracci vengono espressi attraverso coefficienti legati a forma e disposizione dei granelli
𝑏𝐷 = 𝛽1𝑑 𝑏𝐿 = 𝛽1𝑑 𝑏𝐺𝑃 = 𝛽3𝑑
Le forze di D, L, P e G si esplicitano come già fatto per lo schema di trascinamento.
𝜌𝑠 − 𝜌 𝑔𝛼3𝑑3𝑏𝐺𝑃 = 𝐶𝐷𝛼1𝑑2 0,5𝜌𝑢𝑑2 1 + 𝐾𝐿2 0,5𝑏𝑇 ottenendo
𝑢𝑑,𝑐2 𝑔 𝜌𝑠 − 𝜌
𝜌 𝑑
= 2𝛼3𝑏𝐺𝑃
1 + 𝐾𝐿2 0,5𝐶𝐷𝛼1𝑏𝑇
Analoga a quanto ottenuta per il caso di attrito radente, la dipendenza dalla pendenza del fondo entra nella valutazione del braccio bGP (=0 per pendenza nulla), mentre è indipendente per bT.
Analogamente a prima si può relazionare la velocità ud allo stress al fondo
Stabilità del granello legata allo stress alla parete rispetto ad una soglia critica in dipendenza del numero di Reynolds e della granulometria del sedimento.
Ipotizziamo la condizione di:
- Pendenza nulla i=0
- Granulometria uniforme d=cost
I valori di soglia critica sono stati analizzati in via sperimentale da Shields in funzione del numero di Reynolds
𝑅𝑒∗ = 𝑢∗𝑑 𝜐
𝜙𝑐0 = 𝑢𝑐∗2 𝑔 𝜌𝑠 − 𝜌
𝜌 𝑑
= 𝑓(𝑅𝑒)
Osservazioni:
1) Bassi Re*, la soglia di incipiente movimento risulta dipendente da Re*, mentre risulta indipendente da Re* per alti valori di Re*, la viscosità non ha più effetto.
Nella pratica la maggior parte delle volte Re*>100 ed è pertanto lecito assumere Φc=cost
2) Nei campi applicativi di Re* il valore di Φc=0,04-0,06 con punte a 0,1. La dispersione notevole di punti è legata a diversi fattori di indeterminazione, tipo forma e disposizione dei sedimenti.
Granulometria non uniforme.
Si assume di poter confrontare il parametro di mobilità Φ con il valore di soglia selettivamente per ogni frazione granulometrica.
𝜙 𝑑 = 𝑅𝑖𝐽
Δ𝑑 ; 𝜙𝑐(𝑅𝑒∗)
Fissata la condizione di flusso, quindi Ri e J, la mobilità è inversamente proporzionale al diametro, esiste un minimo d al di sotto del quale i granelli vengono trasportati
Si instaura un trasporto selettivo e quindi erosione selettiva, si modifica di conseguenza la distribuzione granulometrica in superfice, che tende ad essere caratterizzato in media da diametri maggiori.
Fenomeno denominato corazzamento, in quanto il fondo aumenterà la propria resistenza all’erosione.
La soglia di incipiente movimento va corretta anche in considerazione della protezione che sedimenti di grande dimensione possono esercitare verso sedimenti a diametro inferiore (e fenomeno opposto)
Pendenza diversa da 0
𝜙𝑐 = 𝑢𝑐∗2 𝑔 𝜌𝑠 − 𝜌
𝜌 𝑑
= 𝑓 𝑅𝑒 cos 𝜃 1 − 𝑡𝑎𝑛𝜃
𝑡𝑎𝑛𝛽 = 𝜙𝑐0 cos 𝜃 1 − 𝑡𝑎𝑛𝜃 𝑡𝑎𝑛𝛽 𝜙𝑐0 = 𝑢𝑐∗2
𝑔 𝜌𝑠 − 𝜌
𝜌 𝑑
= 𝑓(𝑅𝑒)
Pendenza diversa da zero, si riduce la stabilità dei granelli in funzione della riduzione dell’effetto stabilizzante della gravità.
Caso limite θ=β → Φc=0 ed il granello si sposta per valori di stress pari a zero
h/d ridotti (basso grado di sommergenza)
Abaco di Shields costruito nelle ipotesi che la dimensione del granello sia molto inferiore all’altezza della corrente. Per valori di sommergenza h/d<6 il grafico va corretto.
La soglia di incipiente movimento è inversamente proporzionale a h/d. Tale aspetto è legato alla deformazione dei profili di velocità, varia il legame tra ud e u*, in particolare per h/d ridotti, questo legame si discosta da leggi ‘universali’
𝜙𝑐0 = 0,0851 ℎ 𝑑50
−0,266
𝜙𝑐0 = 0,06 1 + 0,67 𝑑 ℎ
Suszka 1991
Armanini e Scotton 1994
Prima abbiamo determinato la condizione di incipiente movimento, ovvero abbiamo definito la condizione critica che separa un granello dalla condizione ferma a quella in movimento.
Ora, quando la soglia è stata superata , va determinata la quantità di solido movimentato. Può essere schematizzato con diversi approcci:
Strato limite di solido in movimento
Uno strato di spessore più o meno profondo è messo in moto dagli sforzi tangenziali. Le velocità si riducono negli strati più profondi.
Moto superficiale.
Solo uno strato superficiale di solido è in movimento.
Saltelli.
Non è schematizzabile come un fenomeno continuo, ma come successione di salti finiti delle particelle superficiali, seguiti da tempo di riposo
Per i diversi schemi si determinano varie formulazioni che legano la quantità di solido trasportato ai parametri di flusso.
Portata solida qs (portata volumetrica unitaria di solido per unità di larghezza) viene legata a valori di riferimento critici.
In situazione di incipiente movimento qs=0 Si adimensionalizza
𝜙 = 𝑞𝑠 𝑑3𝑔Δ
Formule di trasporto solido, sempre legate alla condizione di incipiente movimento
Formule di trasporto solido, sempre legate alla condizione di incipiente movimento, se non determinata in laboratorio bisogna utilizzare le formule pratiche
Formule di trasporto solido – dispersione dei risultati
Formule di incipiente movimento – dispersione dei risultati
→ Vanno associate in modo omogeneo secondo i modelli concettuali su cui sono state derivate
Formule di trasporto, di norma sono derivate per pendenze trascurabili e rapporti di sommergenza h/d elevati, eventuali correzioni per forte pendenza e basse sommergenze vanno applicati alle formule di incipiente movimento.
Consideriamo il confronto nei risultati ottenuti usando diverse formulazioni, considerando sezioni larghe e condizione di moto uniforme per la corrente, perdite di carico valutate con formule di Chézy
Si veda figure prossime slide
Canale
Confronto tra due pendenze
Ovviamente trend crescente per qs col crescere di q
Risultati molto diversi, in parte imputabili alle soglie di incipiente movimento.
Trasporto anche per valori bassi di q H0=0,8 e V=1,25m/s
Per avere stabilità servono pendenze molto basse
Fiume di montagna
Confronto tra due diametri di sedimento
Sedimenti di diametri inferiori trasportati più facilmente anche a portate basse
qs misurato
qs calcolato
Prove laboratorio
Accordo di massima tra misure e calcoli, ma con possibili forti discrepanze, in particolare per valori bassi di portata solida
Dati di campo
qs
q-qc Notevoli differenze, anche di ordini di grandezza
Cosa ne ricaviamo?
- Non si possono fornire dati precisi, ma nel migliore dei casi solo l’ordine di grandezza
- I modelli di calcolo vanno adattati e calibrati ai valori di campo del tratto di interesse
Forme di fondo
conseguenza dei fenomeni di trasporto di fondo → forme di fondo, secondo ondulazioni di diversa forma, misura e disposizione (ripples, dune, antidune)
Le forme di fondo si muovono, in relazione ai parametri della corrente Determinano:
- Macroscabrezze che influiscono sulla scabrezza dell’alveo
- Richiedono modifiche alle formule di trasporto, proprio per tener conto delle variate condizioni di scabrezza
- In caso di acque basse, possono determinare ondulazioni sulla superfice libera della corrente (possibile mutua esaltazione degli effetti)
Forme di fondo sono caratteristiche dei fiumi, meno dei torrenti.