LA DINAMICA DELLE COMMITTENZE
Università degli Studi di Salerno
Dipartimento di scienze del patrimonio culturale Corso di Laurea Magistrale in Storia e Critica d’Arte
Metodologia della storia dell’arte, a.a. 2019/2020
Regina Mariarosaria Citro Francesco Cozzolino
Giuseppe De Masi Chiara Terracciano
Dopo una lettura accurata del testo Centro e periferia di Castelnuovo e Ginzburg, la
nostra attenzione si è concentrata su
quattro esempi relativi alla tematica delle committenze: «grado zero», «committenti periferici subordinati al centro»,
«committenti del centro», «committenti periferici che trovano fortuna al centro e
che inviano opere nei loro paesi di origine».
“Grado Zero”
Gli autori con questa espressione vogliono indicare quel passaggio da una dinastia ad un'altra, che costituisce l’annullamento non solo dei precedenti dominatori, ma anche della cultura, della stratificazione sociale e del gusto
in generale della dinastia precedente, che determina di conseguenza anche un cambiamento radicale di quelle che
sono le committenze…
...Il saggio prende ad esempio il caso del Monferrato.
Il susseguirsi delle diverse dinastie, costituisce di volta in volta un “grado zero”
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1305 Aleramici
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1474 Paleologi di Bisanzio
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1559 Gonzaga di Mantova
Ma il “grado zero” esiste davvero?
Gli autori indicano col grado zero una sorta di tabula rasa, un concetto che vede
l’annientamento di una dinastia e il susseguirsi di un'altra. Si tratta di un discorso che tende a semplificare una tematica che nella realtà dei fatti risulta molto più complessa.
Alla luce dei recenti studi e dei diversi approcci metodologici, non è opportuno pensare che esista un radicale annullamento di una popolazione a favore di un' altra; sembra più verosimile
invece parlare di “ibridazione”.
I nuovi conquistatori vengono nella maggior parte dei casi “influenzati” dagli oggetti, ma anche della cultura della dominazione precedente.
Per fare un esempio che interessa il caso specifico delle committenze, spesso le nuove dinastie trovavano negli oggetti dei loro predecessori un certo apprezzamento, soprattutto a livello squisitamente estetico. È il particolare caso delle fibule longobarde che venivano commissionate
in base al gusto delle ricche matrone e gli artisti riutilizzavano le medesime spille talvolta aggiungendo dettagli nuovi, dando vita a oggetti unici nel loro genere.
Questo dato ha creato difficoltà agli storici che si approcciavano a tali manufatti basandosi esclusivamente sul “riconoscimento dello stile”
“Committenti periferici subordinati al centro”
Un esempio preso in analisi per descrivere questo determinato tipo di committenza, lo fornisce la terra di Puglia e in particolare la terra di
Bari. Questo territorio subì un aggiogamento ai centri di più forte produzione del Cinquecento, ma seppe mantenere un legame
privilegiato con Venezia per questioni di gusto e di committenze tanto che divenne, dal punto di vista figurativo, una sorta di regione
subculturale. Ma non solo: la Serenissima, ancora nel ‘600, prestava assistenza alla navigazione mercantile pugliese e ai mercanti; essi
stessi, infatti, commissionavano opere di una certa rilevanza agli
artisti veneziani.
Lorenzo Lotto, San Felice in cattedra, 1542, chiesa di San
Domenico, Giovinazzo (BA).
Bernardino e Giulio
Licinio,
L’adorazione dei magi, circa 1550, chiesa di San Francesco, Manfredonia (FG).
Opere commissionate dai Pugliesi...
“Committenti del centro”
Scipione Borghese incarna la figura del committente legato al centro, ma che lascia traccia della sua posizione culturale anche in periferia
attraverso la costruzione di ville suburbane come la Villa Borghese, fuori Porta Pinciana.
Quest'ultima assurge, nel suo vasto, articolato e complesso progetto, il ruolo di status simbol e proiezione del proprio committente.
Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V Borghese, è stato infatti un uomo di grande cultura e di finissimo gusto che ha dedicato
tutte le sue cure all'arte.
Acquista tutte le più belle tenute del Lazio andando pian piano a subentrare ai Colonna e agli Orsini come principali signori della
campagna romana.
La potenza dei committenti provenienti da un grande centro...
Villa Borghese fuori Porta Pinciana, 1607- 1613.
Committenti periferici che trovano fortuna al centro e che inviano opere nei loro paesi di origine
Sul questo particolare tipo di committenza, Castelnuovo e Ginzburg forniscono l'esempio della presenza a Spoleto di opere provenienti da Cento nell’Emilia-Romagna. Opere del noto artista
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, arrivano in Umbria tramite un alto funzionario papale, membro della famiglia Palettoni.
Come è possibile leggere nel testo del Guercino "il libro dei conti", il Palettoni era un assiduo frequentatore della bottega del maestro.
Un secondo esempio, che riesce ad esprimere in maniera chiara quanto sia in realtà labile il confine tra centro e periferia è la vicenda dietro la Crocifissione di Sant’Andrea del Caravaggio. Il quadro fu realizzato dal Merisi nel 1607 per il conte di Benavento, che a termine del suo mandato
nel Viceregno, tornando in Spagna porterà con sé l'opera, esponendola nel proprio palazzo di Valladolid, dove resterà per diversi anni.
Ci si ritrova in questo senso davanti ad un “paradosso”,il Regno di Spagna diviene sotto il punto di vista artistico periferia del vice regno di Napoli.
Paradosso,questioni di punti di vista...
Maria
Maddalena e due angeli, Guercino, 1622, Pinacoteca
Vaticana, Roma.
Crocifissione di
sant’Andrea, Caravaggio, 1607, Museum of Art,
Cleveland.