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Conclusioni
Il modificante per bitumi più utilizzato è il copolimero a blocchi stirenico SBS; il principale problema nel suo utilizzo è legato alle insaturazioni che lo rendono soggetto a fenomeni di invecchiamento limitandone tra l’altro la possibilità di riciclaggio.
Per questo motivo l’attenzione si è rivolta verso i copolimeri SEBS, tali elastomeri hanno proprietà molto simili a quelle dell’SBS, avendo però la catena elastomerica satura, in quanto ottenuti direttamente dagli SBS per idrogenazione dei doppi legami C=C, sono quindi i naturali candidati per risolvere il problema dell’invecchiamento.
La principale conseguenza della idrogenazione è la diminuzione della polarità delle macromolecole e quindi la loro minore compatibilità con il bitume rispetto all’ SBS.
I risultati ottenuti mostrano che miscele stabili allo stoccaggio si ottengono solo per contenuti di polimero uguali o inferiori al 4% in peso.
L’analisi morfologica e la caratterizzazione reologica confermano che per la miscela tra il bitume e il SEBS le interazioni fra i due componenti sono deboli; a basse concentrazioni di polimero le resine riescono a stabilizzare la miscela in modo da ottenere un specie di “effetto filler”, ciò comporta solo un aumento di viscosità ma nessun reale miglioramento delle proprietà viscoelastiche.
Aumentando la concentrazione del SEBS, si ottiene, invece, un materiale le cui proprietà reologiche sono fortemente influenzate da quelle del polimero, il quale sembra creare un reticolo fisico.
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In questo caso però il materiale risulta instabile e tende ad una macroscopica separazione di fase se mantenuto ad alta temperatura in assenza di mescolamento.