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GRAMMATICA STORICA DELL ITALIANO

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Academic year: 2022

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GRAMMATICA STORICA DELL’ITALIANO

Corso complementare di Storia della lingua italiana

Corsi magistrali

Lezione 6 – CONSONANTISMO 21 aprile 2022

Prof.ssa Veronica Ricotta

(2)

FENOMENI DEL CONSONANTISMO

(Riferimento al libro di PATOTA, Grammatica storica

dell’italiano, cap. 3, pp. 72-106)

(3)

Conservazione delle consonanE nel passaggio dal laEno al volgare

Molte consonanti del latino si mantengono inalterate quando passano in italiano, sia in posizione iniziale che a inizio parola.

D= DARE > dare

M= TIMŌRE(M) > timore

N= PANE > pane

L= MŪLŬ(M) > mulo

R= RŎTA(M) > ruota

F= BŪFALŬ(M) > bufalo

(4)

Assimilazione consonanEca

L’assimilazione consonantica regressiva è il fenomeno per cui in un nesso di due consonanti di difficile pronuncia, la seconda assimila (rende uguale a sé stessa) la prima, trasformando la sequenza di due consonanti diverse in una sola consonante raddoppiata:

DAMNUM > danno

APTU(M) > atto

PACTU(M) > patto

(5)

Caduta di consonanti finali

Consonanti finali del latino: -M, -T, -S. Nel latino parlato – M e a –T caddero molto presto; la caduta di –S ha

prodotto le seguenti trasformazioni:

1) Nei MONOSILLABI la –s finale si è:

a. Palatalizzata (trasformata nella vocale palatale i) b. Assimilata alla consonate iniziale della parola successiva

2) Nei POLISILLABI (parole di più sillabe), la –s finale

prima di cadere ha palatalizzato la vocale precedente

(6)

Palatalizzazione dell’occlusiva velare

Nel la%no tardo, davan% alle vocali e e i, le velari [k] e [g] si sono palatalizzate in [tʃ] e [dʒ] (affricate palatali). Nel processo dal la%no in italiano, il processo di palatalizzazione davan% a E e I ha interessato la velare sorda [k] sia in posizione iniziale (ciglio) sia interna (macerare) e la velare sonora [g] in posizione iniziale (gelo).

(7)

Sonorizzazione delle consonanti

Processo di indebolimento ar%colatorio per il quale una consonante sorda si trasforma nella corrispondente sonora:

[p] > [b], [k] > [g], [t] > [d]

Nell’area romanza occidentale, le occlusive sorde la%ne P, C, T in posizione intervocalica e intersonan%ca (cioè tra vocale e r) si sono trasformate nelle sonore corrisponden%: [b], [g], [d].

CATTU(M) > ga*o

N.B. In an%co, il fenomeno è %pico e dis%n%vo – se

sistema%camente presente -- delle varietà seRentrionali e di quelle meridionali, ma è presente qualche caso anche nelle varietà toscane

(8)

Nessi di consonante + iod

La iod [j] (i seguita da un’altra vocale) nel passaggio dal latino all’italiano trasforma la consonante precedente.

La trasformazione più comune è stata il raddoppio della consonante stessa ma ci sono esiti specifici per ogni nesso di consonante + IOD

Bilabiale (e labiodentale) + iod

Nessi PJ, BJ e VJ. Lo iod ha prodotto il raddoppiamento della labiale che lo precedeva:

SAPIA(T) > sappia

All’interno di parola la V latina si è confusa con la B, il nesso VJ ha subito lo stesso trattamento del nesso BJ dando luogo a [bbj]:

CAVEA(M) > CAVJA (chiusura in i della E e sua realizzazione come [j]) > gabbia (con sonorizzazione iniziale c

>g)

(9)

Velare + iod

Nessi KJ e GJ. 3 fasi:

[j] ha intaccato la velare sorda e sonora trasformandole in un’affricata palatale sorda e sonora.

La iod ha prodotto il raddoppiamento dell’affricata precedente.

[j] si è dileguato davanti al suono palatale omorganico (prodotto dallo stesso organo).

FACIO > [‘fatʃjo] > faccio

(10)

Dentale + iod

Nesso TJ. In Toscana ha avuto 2 esiti:

In alcune parole si è trasformato in un’affricata dentale sorda [ts], doppia se il nesso TJ era fra due vocali, scempia se il nesso TJ era fra consonante e vocale = COMPOSITIONE > composizione

In altre parole, solo in toscano, si è trasformato in una sibilante palatale sonora [ʒ] = RATIONEM > ragione [ra’ʒione] SERVITIUM > servigio (servizio è l’allotropo dotto)

Nesso DJ. esiti in Toscana:

In alcune parole si è trasformato nell’affricata alveolare sonora [dz], doppia se il nesso DJ era fra due vocali, scempia se il nesso DJ era fra consonante e vocale. = Con una consonante che precede non raddoppia:

PRANDIUM > pranzo

Nella maggioranza delle parole si è trasformato in un’affricata palatale sonora [dʒ]. = RADIUM > raggio

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Nasale + iod

Nesso MJ. Lo [j] ha prodotto il raddoppiamento della nasale labiale che la precedeva.

SĪMIA(M) > scimmia Nesso NJ. 2 fasi:

[j] ha prodotto il raddoppiamento della nasale precedente, e NJ è diventato NNJ.

[j] ha intaccato la nasale velare intensa trasformandola in una nasale palatale intensa [ɲɲ].

VĪNEA(M) > VINJA > VINNJA à vigna

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Laterale + iod

Nesso LJ. 2 fasi:

[j] ha prodoRo il raddoppiamento della laterale precedente, e LJ è diventato LLJ.

[j] ha intaccato la laterale intensa trasformandola in una laterale palatale intensa [ʎʎ]

FĪLIA(M) > FILLJA > figlia

Vibrante + iod Nesso RJ. Differenza tra Toscana e il resto dell’Italia.

In Toscana la R è caduta e il nesso RJ si è ridoRo a J.

AREA(M) > ARJA > aia e GLAREAM > ghiaia

In mol% dialeh nel resto d’Italia la R di è mantenuta e a cadere è stato lo j (un esempio a forma centro-meridionale mòro di “muoio”)

calamaro/calamaio

(13)

Sibilante + iod

Nesso SJ. 2 esiti:

1) In alcuni casi ha prodotto una sibilante palatale sorda [ʃ].

BASIUM > bacio

2)In altri casi ha prodotto una sibilante palatale sonora [ʒ].

(OC)CASIONE(M) > cagione

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Nessi di consonante + L

I nessi di consonante + [l] si trasformano in nessi di consonante + [j]. Se il nesso è all’inizio di parola o dopo una consonante non ci sono altre trasformazioni, se è in posizione intervocalica lo [j] che si è prodoRo determina il raddoppiamento della consonante precedente. PL > PJ BL > BJ CL > chi GLI > ghi

PLANTŬ(M) > piano AMPLŬ(M) > ampio CAP(Ŭ)LŬ(M) > cappio MACULAM > macchia

(15)

Casi particolari di nessi di consonanti + L

Nesso SL.

In posizione iniziale si incontra solo in pres%% proveniente da altre lingue.

In posizione interna si è formato in seguito alla SINCOPE di una Ŭ postonica interna alla sequenza –SŬL > SL come in I(N)S(U)LAM > * ISCLAM > Ischia

Essendo suoni stranieri, per i parlan% doveva essere difficile pronunciare –SL- così aggiunsero all’interno una velare sorda [k]. Il nesso CL così formato ha dato kj:

Slahta > SKLA(H)TA > schia*a SLAVŬ(M) > SKLAVŬ > schiavo

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Nessi di consonante + l: casi particolari

Nesso TL. In latino volgare si è formato in seguito alla sincope di una Ŭ postonica o intertonica interna alla sequenza –TŬL. Il nesso secondario TL, a séguito di tale sincope, ha dato lo stesso risultato [kkj].

VETULUM > *vetlu > *veclu > vecchio

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Fenomeni generali

Prostesi

Aggiunta di un corpo fonico all’inizio di parola.

Per iscritto Epitesi

Aggiunta di un corpo fonico a fine parola. Fenomeno antico.

Minos à Minosse Epentesi

Aggiunta di un corpo fonico all’interno di una parola.

MANŬĀLE(M) > manoale > manovale Aferesi

Caduta di un corpo fonico all’inizio di una parola.

Questa sera à sta sera à stasera

N.B. Il fenomeno per cui due parole in sequenza si uniscono e ne formano una sola si chiama UNIVERBAZIONE.

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Fenomeni generali

Sincope

Caduta di un corpo fonico all’interno di una parola.

VAN(Ĭ)TĀRE > vantare Apocope

Caduta di un corpo fonico a fine parola.

Buono à buon

Il caso più importante è quello di apocope per aplologia; cancellazione di suoni simili o identici vicini tra loro (terminanti in –tà, -tù)

BŎN(Ĭ)TĀTE(M) à bontate > bontade > bontà

CIVITATE(M) > cittate e cittade (con indebolimento della dentale t che passa alla corrispondente sonora d) > città

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Fenomeni generali

Raddoppiamento fonosintattico

Assimilazione regressiva all’interno di una frase. La consonante finale della prima parola si assimila alla consonante iniziale della parola successiva, determinandone la pronuncia intensa:

A monte à [am’monte]; A casa à [ac’casa]

N.B. Nei manoscritti accasa/ in edizione a ccasa (pensate a a bboce nell’iscrizione della Catacomba di Commodilla)

Il RF è un fenomeno generale dell’Italia centro meridionale. Nei dialetti settentrionali le consonanti doppie intervocaliche tendono ad essere realizzate come scempie: bello > belo > beo (in veneto, per esempio)

N.B. Nei testi antichi, il fenomeno interessa anche il toscano, specialmente nel passaggio dal fiorentino aureo a quello argenteo

Per il fiorentino trecentesco o aureo vedi lo specchietto in Storia dell’italiano, Il Trecento, pp. 138-139 Per il fiorentino argenteo vedi lo specchietto in Storia dell’italiano, Il Quattrocento, pp. 179-180

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