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Dall anno 476, con la caduta dell impero romano d occidente si verifica una FRATTURA CON IL MONDO ANTICO dal punto di vista politico, territoriale e

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Dall’anno 476, con la caduta dell’impero romano d’occidente si verifica una FRATTURA CON IL MONDO ANTICO dal punto di vista politico, territoriale e sociale MA ANCHE CULTURALE.

Le popolazioni che noi chiamiamo barbariche, che arrivano da est e da nord e sono essenzialmente di cultura germanica, portano nei territori un tempo dell’impero romano d’occidente un proprio importante contributo anche all’arte: nuovi segni, astrazioni, un gusto per la decorazione geometrica e stilizzata che si differenzia dal gusto realistico e descrittivo tipico dell’arte romana, ma che non la sostituisce.

Piuttosto, la cultura figurativa barbarica si innesta sia nella cultura che da ora chiameremo “classica” (derivata dallo stile romano aulico) sia in quella più recente detta “bizantina” (derivata dallo stile romano plebeo), arricchendola e

vivificandola.

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Soprattutto con L'INVASIONE LONGOBARDA del 568 d.C.e la frammentazione politico-territoriale della penisola prima uniformemente romana (ora organizzata in un sistema di ducati longobardi) si rompe il comune legame con la tradizione artistica e culturale della tarda antichità.

2. Formazione di stili diversi legati al ducato di riferimento e alla cultura autoctona.

3. La formazione di un NUOVO LINGUAGGIO FIGURATIVO, NUCLEO GENERATORE DEL CODICE LINGUISTICO DELL'ARTE ALTOMEDIEVALE: linguaggio astratto, decorativo, aniconico, che EVOLVE CON LA RINASCENZA LIUTPRANDEA (ora sulla radice barbarica si innestano i contributi dell’arte mediterranea classica e bizantina).

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Lo stile barbarico, basato tradizionalmente sulla metallurgia, sulla policromia, decorativo e astratto, che spesso utilizza forme animali stilizzate, evolve con il fenomeno che noi chiamiamo delle RINASCENZE. Cosa significa? Recupero parziale e rivisitato degli stili classico e bizantino. Le rinascenze saranno diverse e si

articoleranno per tutto l’alto Medioevo, la prima che incontriamo è la rinascenza liutprandea.

La Rinascenza liutprandea è un periodo della storia dell'arte longobardasituato all'inizio dell'VIII secolo, in particolare nel decennio 730-740circa.

Venne così chiamata la tendenza, nota appunto a partire dal regno longobardo di re LIUTPRANDO, a introdurre nell'arte longobarda INFLUSSI DELL’ARTE CLASSICA MA ANCHE BIZANTINA. Questo recupero di forme e stili antichi, pur sempre interpretati secondo la sensibilità "nordica" dei longobardi, si inserì a pieno titolo nel filone che segna la continuità dell'arte classica anche nell'alto medioevo.

Nei Plutei della Badessa ad esempio su una decorazione ancora bidimensionale nordica troviamo L’USO SIMBOLICO DEL PAVONE, TIPICAMENTE PALEOCRISTIANO: il Pavone è simbolo della resurrezione e della vita eterna. L’immagine è legata al fatto che le piume di questo animale cadono in autunno e rinascono in primavera.

Nell’antica Roma il pavone è legato al mito di Giunone. Secondo una leggenda pagana, la carne del pavone non si decompone.

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Anche l’Altare del Duca Ratchis del 744 realizzato nel ducato longobardo di Cividale del Friuli mostra questa VARIETÀ DI LINGUAGGI ARTISTICI CHE SI INTRECCIANO.

Composto da quattro lastre di pietra d'Istria, sono rappresentati vari soggetti religiosi:

come da esempio su una lastra Cristo in maestà entro una mandorlasorretta da quattro angeli: E’ IN QUESTO TEMA CHE TROVIAMO L’INFLUENZA PALEOCRISTIANA MA TRATTATA STILISTICAMENTE IN MODO BARBARICO: STILIZZAZIONE,

BIDIMENSIONALITA’, ASTRAZIONE, ANTINATURALISMO (come molta oreficeria longobarda)

Sulla superficie sono presenti significative tracce di pigmenti, E I COLORI

COMPENSAVANO LA SCARSA PROFONDITA’ DEL RILIEVO e rendevano ben leggibili gli elementi.

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Sempre a Cividale del Friuli nella chiesa di S. Maria in Valle troviamo ad esempio una serie di rilievi ad altorilievo con una sequenza di VERGINI il cui stile HA ASCENDENZE BIZANTINE (composizione a figure isolate in successione, panneggi con andamento rettilineo, forte verticalismo che allunga eccessivamente le figure), ma rilette IN UN LINGUAGGIO CLASSICISTA (vd. ad esempio LA PLASTICITA’ DELLE FORME perché si staccano bene dal fondo) CHE PREANNUNCIA L’ARRIVO DI UNA NUOVA

“RINASCENZA” CLASSICISTA CHE SARA’ QUELLA DI CARLO MAGNO E DEI CAROLINGI di lì a pochi decenni (da fine VIII secolo).

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Infatti, nel grande progetto di RENOVATIO IMPERII Carlo Magno dà vita anch’egli a un fenomeno di rinascenza, cioè di recupero prima di tutto di valori antichi perché la sua Renovatio Imperii è quella politica, che gli Ottoni proseguiranno anche dopo Carlo, per cui il Sacro Impero era un’evoluzione rinnovata del vecchio impero romano, in cui la preminenza, il prestigio e la forza imperiale dovevano garantire «libertà e sicurezza della Chiesa di Dio», ponendo quindi i poteri sacri del papa e dell’imperatore sullo stesso piano. Questa

rinascenza e la successiva ottoniana si basano quindi su questa strategia politica, e di fatto sono un’elaborazione di concetti artistici e stili cari all’arte classica e paleocristiana.

Un esempio è l’architettura della Cappella palatina di Aquisgrana (l’attuale città tedesca di Aachen) sede del potere di Carlo Magno. Eccone le caratteristiche:

- tempio funzionale alla conservazione e al culto delle reliquie provenienti da Gerusalemme e Costantinopoli;

- Identificazione consapevole di un preciso modello: chiesa di San Vitale a Ravenna (ultima sede, in Occidente, degli imperatori d’Oriente); riferimenti a Sant’Aquilino a Milano (stessa misura dl perimetro);

- parte di un complesso che comprendeva anche l’aula imperiale;

- pianta centrale (ottagonale), preceduta da un quadriportico; gallerie delimitate da due piani di colonne sovrapposte.

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MILANO è in epoca carolingia un importante centro di elaborazione culturale. Uno dei fulcri è l’antica basilica di S. Ambrogio edificata in epoca costantiniana (nel IV secolo).

Al suo interno un bell’esempio di oreficeria carolingia è L’ALTARE RELIQUIARIO DI VUOLVINIO dal nome dell’artista che lo cesella e lo firma.

Caratteristiche:

- doppia funzione: altare e sarcofago reliquiario che conserva le reliquie dei santi Protasio, Gervasio e dello stesso Ambrogio;

- impianto unitario della decorazione ma ottenuto da più artisti. Le formelle sono in lamine in oro e argento cesellate e montate sulla struttura in legno dell’altare.

Troviamo una molteplicità di influssi nelle scene sulla vita di Cristo (ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO DI DERIVAZIONE TARDO-ANTICA; FINTE ARCHITETTURE, ELEMENTI DI PAESAGGIO A VOLO D’UCCELLO, EFFETTI NATURALISTICI TIPICI DELLA MINIATURA) - prestigio dell’artista cesellatore (VUOLVINIO) testimoniato dall’inserimento della sua figura addirittura mentre è incoronato da S. Ambrogio (VD. formella in basso a dx);- Ogni formella è veicolo di messaggi politico-ideologici voluti dal donatore,

l’arcivescovo Angilberto (elezione divina della Chiesa milanese, polemica anti-ariana, affermazione della legittimità di detenere il potere sulla città).

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Il ritorno a un acceso naturalismo in epoca carolingia è testimoniato anche dalla miniatura del tempo.

Ad esempio nell’Evangeliario dell’Incoronazione, nella miniatura del San Matteo, realizzata nel 793 circa, notiamo una RIPRESA E IMITAZIONE DI CARATTERI STILISTICI DELL’ARTE ANTICA, cioè una RESA PLASTICA E REALISTICA, PROBABILE DERIVAZIONE DA MODELLO ELLENISTICO. Non solo: nella MINIATURA raffigurante sempre S.

Matteo nei Vangeli di Ebbone troviamo la ricerca di una vera e propria ESPRESSIVITA’, cosa davvero insolita per un’epoca in cui domina lo stile bizantino, ben poco

espressivo.

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Incoronato a Roma nel 962, è con Ottone I che l'eredità culturale di Carlo Magno iniziò a essere sviluppata dagli imperatori germanici. Il concetto della SACRALITÀ DEL SOVRANO soprattutto, non fu solo recuperato, ma addirittura potenziato al massimo, anche per l'influsso dell'ideologia bizantina che in questo periodo penetrava

all'interno del regno teutonico. CON LA DINASTIA SASSONE CI FU DUNQUE UNA RINASCITA DEL CONCETTO di IMPERO, ma ciò avvenne in un contesto geografico diverso da quello carolingio, se non altro perché una realtà nuova si stava

realizzando nella seconda metà del X sec.: la nascita di nazioni anche nell'area del vecchio impero carolingio. È il caso, per es., della Francia, con i Capetingi. Perciò l'impero ottoniano non ebbe l'estensione di quello carolingio: fu limitato al territorio tedesco.

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Un esempio di arte della rinascenza ottoniana è la colonna/candelabro in bronzo, realizzata per la chiesa abbaziale di S. Michele a Hildesheim in Germania. È un candelabro per il cero pasquale A FORMA DI COLONNA ONORARIA ROMANA (vd.

riferimento ad es. alla COLONNA TRAIANA A ROMA). La decorazione mostra 28 storie della vita di Cristo sviluppate a nastro attorno al fusto, proprio come le colonne coclidi di epoca romana imperiale.

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Un altro esempio di arte della rinascenza ottoniana è la croce di Re Lotario realizzata a Colonia nell’anno 1000 per Ottone III Imperatore del Sacro Romano Impero, e poi donata alla Cappella Palatina di Aquisgrana. E’ una crux gemmata (cioè croce processionale adornata di pietre preziose).

Il suo nucleo è in legno, la parte anteriore della croce è placcata in oro e argento ed è riccamente decorata con pietre preziose, perle, filigrana d'oro e smalto. Il lato

posteriore della Croce è una semplice piastra in oro incisa con la crocifissione di Gesù. Al di sopra di essa la mano di Dio tiene una corona del vincitore contenente la colomba dello Spirito Santo, la mano con la corona è un motivo comune nei mosaici paleocristiani a Roma.

Secondo alcune fonti il lato gemmato può forse essere considerato come posteriore, in quanto la croce veniva probabilmente portata in processione con la crocifissione incisa rivolta in avanti e la faccia gemmata rivolta verso l'imperatore, che seguiva la croce. Nel punto di incontro dei bracci è posto cameo (ottenuto da pietra sardonica) del I secolo a.C., raffigurante l'imperatore romano AUGUSTO che tiene uno scettro con aquila. SUPPONENDO CHE GLI OTTONIANI SAPESSERO CHE IL CAMEO ERA UN RITRATTO DI AUGUSTO, CIÒ PUÒ ESSERE SERVITO A COLLEGARE LA DINASTIA

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La seconda grande gemma, posta sotto quella di Augusto, era probabilmente il

SIGILLO DI LOTARIO e porta il suo ritratto con la scritta "Dio salvi re Lotario”. Dato che Lotario era stato il nipote di Carlo Magno e primo imperatore dell’area germanica dell’impero di Carlo Magno, la presenza del sigillo ha il valore simbolico di

COLLEGARE GLI OTTONIANI CON LA DINASTIA CAROLINGIA, CHE AVEVA CREATO IL RUOLO DI IMPERATORE DEL SACRO ROMANO IMPERO.

I due lati della croce possono essere interpretati come rappresentazione del POTERE IMPERIALE e della CHIESA, quasi come due facce della stessa medaglia, immagine opportuna per una donazione imperiale che veniva portata in processione di fronte gli imperatori del Sacro Romano Impero quando questi andavano in processione in chiesa.

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