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Progetto Screening D.L. 2006, n.152 "Norme in materia ambientale" Relazione geologica esecutiva MA.GE.CO - O.S.P. TAV. 9

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(1)

Relazione geologica esecutiva Progetto Screening

D.L. 2006, n.152 "Norme in materia ambientale"

TAV. 9

MA.GE.CO - O.S.P.

(2)

Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo. Ordine Regionale dei Geologi. n.1939 1

COMUNE DI PALERMO

C o m m i t t e n t e : R e t e d i i m p r e s e “ Z E F I R O ”

P r o g e t t o : R e a l i z z a z i o n e d i u n i m p i a n t o f o t o v o l t a i c o s u a r e a a d i b i t a a p a r c h e g g i o n e l p o r t o d i P a l e r m o . O p e r a z i o n i e S e r v i z i P o r t u a l i P a l e r m o s . r . l .

RELAZIONE GEOLOGICA ESECUTIVA

RELAZIONE GEOLOGICA ESECUTIVA ... 1 

1. PREMESSA ... 2 

2. UBICAZIONE ED INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ... 3 

3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO ... 4 

4. INDAGINI GEOGNOSTICHE E DI LABORATORIO ... 6 

4.1 INDAGINI GEOGNOSTICHE REALIZZATE NELL’AMBITO DI QUESTO STUDIO ... 6 

4.2 INDAGINI GEOGNOSTICHE PRECEDENTI ED ACQUISITE ... 7 

5. IDROGEOLOGIA ... 8 

6. UNITÀ LITOLOGICHE ... 8 

7. CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA ... 9 

8. CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE SISMICA ... 12 

8.1 ‐ Parametri di pericolosità sismica ... 12 

8.2 ‐ Categoria di sottosuolo e categoria topografica ... 15 

8.3 ‐Stabilità nei confronti della liquefazione ... 17 

9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PRESCRIZIONI TECNICHE ... 23 

FIGURE ed ALLEGATI a seguire ... 25 

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Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo. Ordine Regionale dei Geologi. n.1939 2

1. PREMESSA   

Su incarico della RETE di imprese “ZEFIRO”, si è provveduto ad effettuare  gli studi geologici di corredo al progetto per la “Realizzazione di un impianto  fotovoltaico su area adibita a parcheggio nel porto di Palermo. Operazioni e  Servizi Portuali Palermo s.r.l.. 

La struttura verrà realizzata nel parcheggio entrando a destra dall’accesso  di  Via  E.  Amari,  come  indicato  nella  Fig.  1  a  cui  si  fa  riferimento  per  l'ubicazione esatta del settore di studio. 

Per  i  dettagli  tecnici  del  progetto  si  rimanda  alla  relazione  dell’Ing.  A. 

Matranga. 

Lo  studio  geologico  è  stato  eseguito,  in  base  alle  necessità  operative,  secondo il seguente schema: 

‐  sopralluogo e presa visione dei luoghi;  

‐  confronto  del  sito  di  intervento  con  il  “Progetto  delle  indagini  geognostiche  e  prove  geotecniche  finalizzate  alla  realizzazione  di  opere  previste  nel  redigendo  Nuovo  Piano  Regolatore  Portuale”,  progettista  Geol. 

Ventura Bordenca su committenza dell'autorità Portuale di Palermo. 

‐  Programmazione  di  indagini  in  situ  tramite  sondaggi  a  carotaggio  continuo e prove SPT in foro.  

‐  Nel contesto delle indagini eseguite è stato prelevato un campione da  inviare  al  laboratorio  (All.  A).  Le  analisi  di  laboratorio  eseguite  vengono  integrate  da  quelle  realizzate  al  tempo  degli  studi  per  il  sopra  citato  Piano  Regolatore  Portuale  e  sono  qui  allegate  come  riferimento  per  una  più  completa caratterizzazione geotecnica dei litotipi di sedime. 

Per  la  caratterizzazione  del  suolo  di  fondazione  nei  riguardi  all'azione  sismica (D.M. 14.01.2008), le indagini sono state integrate con una indagine  geofisica  mediante  sismica  multicanale    realizzata  nel  mese  di  Novembre  2012, a cura del dr. gaspare Ciaccio (All. B, MASW). 

Sulla  base  dei  risultati  dell’elaborazione  dei  rilievi  e  delle  indagini  geognostiche/geotecniche  di  campo  e  di  laboratorio,  qui  viene  illustrata  la  relazione geologico‐tecnica, finalizzata all’oggetto dell’incarico. 

 

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Lo studio è corredato della seguente cartografia ed elaborati grafici predisposti secondo la normativa e le disposizioni vigenti:

* Stralcio aerofotogrammetria con ubicazione indagini geognostiche (Scala 1:2.000) - Fig. 1

* Carta geologica (Scala 1:10.000) - Fig. 2

* Documentazione fotografica sondaggi eseguiti (S1 ed S2) – Fig. 3

* Colonna stratigrafica del sondaggio S1 - Fig. 4

* Colonna stratigrafica del sondaggio S2 - Fig. 5

* Colonna litostratigrafica di sintesi - Fig.6

* Risultati delle prove SPT eseguite in foro durante i sondaggi S1 ed S2 - Tab 1

* Dati geotecnici - Fig. 7 e Fig. 8

* Grafici e tabelle relativi alla caratterizzazione e modellazione sismica - da Fig. 9 a Fig. 19

* Risultati prova di laboratorio - All. A

* Risultati indagine sismica (MASW) - All. B

* Indagini geognostiche precedenti considerate come acquisite – All. C

2. UBICAZIONE ED INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

L’area interessata dalle opere in progetto è ubicata nel settore costiero del centro urbano di Palermo, in corrispondenza dell’accesso al Porto da Via Emerico Amari (Fig. 1). Da un punto di vista cartografico il sito in studio ricade nella Carta Tecnica Regionale sez. 595050 (in scala 1.10.000) edita dall’Assessorato Regionale Siciliano e nella carta 37 del quadro diunione in scala 1:2.000 di Palermo.

Il settore in studio risulta caratterizzato geologicamente dalla presenza di riporto recente con sottostanti sabbie pleistoceniche e calcareniti.

La costituzione geologica e l’ubicazione all’interno di una piana costiera (Piana di Palermo) piuttosto regolare che degrada verso la linea di costa con ridotta pendenza condiziona l’assetto geomorfologico del sito, caratterizzato pertanto da un aspetto sub-pianeggiante. Il sito di interesse, infatti, ricade nella fascia costiera del centro storico di Palermo che si sviluppa su una superficie caratterizzata da modestissime depressioni con quote medie di circa 2÷3 m s.l.m.

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Fig. 1 - Stralcio aerofotogrammetrico dell'area di intervento con ubicazione delle indagini geognostiche (scala 1:2.000).

Ubicazione area di intervento

Sn

Sondaggio geognostico realizzato durante questo studio

Sondaggio geognostico acquisito da studi precedenti Prospezione sismica

multicanale (MASW)

S1

S2

ST8

ST10

STn ST7

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A proposito di morfologia è da rilevare che l'area del Porto e del suo prolungamento artificiale (Foro Italico) appaiono fortemente antropizzate a seguito dell'interramento artificiale di questo tratto costiero della città, realizzato specie nell'immediato dopoguerra con "macerie belliche".

3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO

I rilievi che circondano la piana di Palermo e che ne hanno influenzato la genesi, risultano costituiti da unità tettoniche che derivano dalla deformazione delle coperture sedimentarie permiano-terziarie, di originari paleo-dominii sud-tetidei, caratterizzati da depositi in facies di bacino- scarpata e di piattaforma carbonatica. L’edificio strutturale dei Monti di Palermo rappresenta, nel suo insieme, un segmento del complesso collisionale della catena Siciliana prodottasi in seguito alla tettogenesi appenninica.

In particolare, i terreni sui quali sorge la città, come del resto buona parte della Conca d’Oro (nello specifico cfr. carta geologica Fig. 2), sono costituiti da una successione arenacea a prevalente composizione carbonatica di età pleistocenica (Siciliano) dallo spessore variabile, poggiante in discordanza sul substrato oligo-miocenico.

Questo deposito assume in generale la geometria di un cuneo sedimentario, debolmente clinostratificato, con spessore massimo lungo le fasce prossime alla costa e che si assottiglia gradualmente procedendo verso monte. Tale successione calcarenitica è costituita da sequenze di facies legate alla migrazione laterale di sistemi deposizionali riconducibili a paleoambienti fluvio-costieri e marino-prossimali.

In generale la successione pleistocenica può distinguersi in due litofacies principali :

a) una più superficiale sabbiosa, con intercalati livelli ghiaiosi e argillo- sabbiosi;

b) l’altra, sottostante la precedente, costituita da depositi calcarenitici fossiliferi talora passanti ad argille sabbiose.

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Fig. 2 - Carta geologica del settore in studio, in scala 1:10.000 .

Area di intervento Legenda

Limite litologico.

Biocalcareniti e di colore giallastro in strati e banchi a diverso grado di cementazione, con intertcalazioni di sabbie e sabbie argillose (Pleistocene)

Argilliti bruno tabacco consolidate e locali intercalazioni di arenarie quarzose (Oligocene - Miocene)

Riporto recente e storico: terreni di riporto eterogenei con notevoli spessori che localmente possono raggiungere i 15 metri

Sedimenti alluvionali limo-argillosi del Papireto e del Kemonia (Pleistocene superiore-Olocene), spesso ricoperti da depositi di ricolmamento e riporto storico.

0 m 200 400 600 m

Scala

1:10.000

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c) alla base solo localmente è possibile riconoscere un conglomerato trasgressivo poligenico con ghiaia, al contatto con il substrato oligo-miocenico.

Il contenuto paleontologico è rappresentato sia da macrofossili quali lamellibranchi, gasteropodi, echinidi, che microfossili ed in particolare foraminiferi riferibili alla biozona a Globorotalia truncatulinoides excelsa (Siciliano).

Sulle calcareniti si sviluppano i depositi continentali recenti e quelli attuali.

Si tratta principlamente di coperture eluviali sulle quali spesso sono stati accumulati i riporti recenti che servivano a colmare le depressioni in prossimità della linea di costa o lungo i paleo-alvei fluviali.

La figura 2 ha lo scopo di illustrare con maggiore dettaglio la geologia di superficie dell’area in cui insisterà quanto in progetto.

Nell’area esaminata le litofacies più diffuse sono quelle riferibili alle alternanze di calcarenite e sabbia pleistocenica. A luoghi è presente un intervallo di argille azzurre fossilifere con intercalati livelli di ciottoli carbonatici di età compresa tra il Pliocene sup. e il Pleistocene inf., indicativi di un paleoambiente deposizionale di piattaforma aperta.

Seguono verso l'alto le coperture eluvio-colluviali recenti. Si tratta di prodotti di alterazione (pedogenesi) e successivi depositi da mobilizzazione più o meno intensa da parte degli agenti esogeni. Questi depositi superficiali sono costituiti da terre residuali e da silt sabbiosi bruno-rossastri con clasti eterogenei di diversa taglia granulometrica.

Nell’area oggetto di studio, infine, sono presenti estesi e potenti terreni di riporto costituito da materiali eterogenei: sono presenti generalmente frammenti di calcarenite, cocci di laterizi, variamente frammisti a limo con sabbia, sabbia limosa o debolmente limosa e ghiaia grossolana.

Parte dell'area in cui ricade il sito progettuale (Porto) è stata creata artificialmente mediante il progressivo interramento di questo tratto costiero della città, realizzato specie nell'immediato dopoguerra con "macerie belliche" provenienti dalla demolizione delle aree urbane sottoposte ai

Inquadramento geologico di dettaglio

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bombardamenti. Questo spiega l'elevato spessore di riporti riscontrati in perforazione.

Quanto esposto evidenzia la presenza di una copertura costituita da materiali di riporto con disomogenee proprietà litologiche e meccaniche per l'esistenza di litotipi con differenti caratteristiche di resistenza, permeabilità e suscettibilità ai cedimenti.

4. INDAGINI GEOGNOSTICHE E DI LABORATORIO

Nel mese di Novembre 2012, sono state realizzate indagini geognostiche e prove di laboratorio come da programma concordato con la D.L..

(Programma indagini del 7.11.2012).

Nel 2003, inoltre, nell'area oggetto del presente intervento, sono state realizzate indagini in situ ed analisi di laboratorio nell'ambito del “Progetto delle indagini geognostiche e prove geotecniche finalizzate alla realizzazione di opere previste nel redigendo Nuovo Piano Regolatore Portuale”, progettista Geol. Ventura Bordenca su committenza dell'autorità Portuale di Palermo.

Parte delle indagini geognostiche contenute negli studi di cui sopra sono allegate alla presente relazione (All. C) ed i risultati si considerano acquisiti con lo scopo di integrare e completare i dati raccolti personalmente nell’ambito di questo studio.

L’ubicazione delle indagini effettuate e di quelle precedenti acquisite è riportata nello stralcio plano-altimetrico in fig. 1.

4.1 INDAGINI GEOGNOSTICHE REALIZZATE NELL’AMBITO DI QUESTO STUDIO Sono state realizzate le seguenti indagini geognostiche (figg. 1, 3):

- trivellazione a carotaggio continuo in due postazioni per un totale di ml 16, n. 7 prove SPT e prelievo di un campione per analisi granulometrica.

- Prospezione geofisica tramite n°1 stendimento M.A.S.W (Multichannel Analysis of Surface Waves), necessaria per la caratterizzazione sismica locale ai sensi del D.M. 14.01.2008.

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Fig. 3 - Documentazione fotografica dei sondaggi S1 e S2 realizzati a Novembre del 2012. Per l’ubicazione cfr. fig. 1.

Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo- tel 091 581116. Ordine Regionale dei Geologi n.1939

S1 S2

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Qui di seguito viene riportato l'elenco delle attrezzature impiegate in cantiere per l'esecuzione della campagna di indagini:

➢ Sonda di perforazione “Trivelsonda TR 100”. Macchina cingolata per manovra utensili di perforazione (scalpello trilama o martello fondo–foro), munita d'argano di servizio per sollevamento utensili ed il varo dei profili.

➢ Carotiere semplice Craelius diam. 101 mm ➢ Carotiere doppio diam. 101 mm

➢ Corone con inserti in vidia

➢ Attrezzatura per prove SPT: Penetrometro Raymond con campionatore apribile a punta aperta e dispositivo di battuta con maglio del peso di 63,5 kg con volata di 760 mm e con dispositivo di sganciamento automatico tipo Pilcon.

Durante l’esecuzione dei sondaggi, la presenza di materiali di riporto e di sabbie sciolte o poco addensate non ha permesso il prelievo di campioni indisturbati. E’ stato estratto un campione per analisi granulometrica realizzata a cura del laboratorio GEO3 s.a.s. (ALL. A).

➢ Strumentazione impiegata per l’acquisizione dei dati sismici: sistema di energizzazione costituito da una mazza (10 kg) battente verticalmente su una piastra in Alufer posta direttamente sul piano campagna; sistema di ricezione composto da 24 geofoni verticali con frequenza principale di 4,5 Hz (muniti di tripodi) e sismografo a 24 canali 24 bit (mod. DOLANG DBS280); registrazione ed acquisizione con software DOLANG (All. B).

4.2 INDAGINI GEOGNOSTICHE PRECEDENTI ED ACQUISITE

Il materiale riguardante le indagini geognostiche precedenti (“Progetto delle indagini geognostiche e prove geotecniche finalizzate alla realizzazione di opere previste nel redigendo Nuovo Piano Regolatore Portuale”, Geol.

Ventura Bordenca, Dicembre 2003) è stato reperito in parte presso l'Autorità Portuale di Palermo.

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Le indagini geognostiche rappresentative degli studi di cui sopra sono allegate alla presente relazione (All. C) ed i risultati si considerano acquisiti per la ricostruzione della successione stratigrafica e con lo scopo di individuare le proprietà meccaniche dei litotipi di sedime.

In particolare, in prossimità del sito di indagine sono stati considerati tre sondaggi geognostici a carotaggio continuo (ubicati come in fig. 1), spinti fino a raggiungere la profondità di circa 20 metri (cfr. All. C - colonne stratigrafiche). Sono stati presi in considerazione anche i risultati di quattro prove granulometriche su campioni prelevati a varie profondità (ALL. C - Analisi granulometriche).

5. IDROGEOLOGIA

Da un punto di vista idrogeologico il settore in studio è caratterizzato da diversi litotipi riscontrati all'interno dei riporti superficiali e nelle sottostanti alternanze di sabbie e limi riconosciute durante le indagini.

I terreni sono sede di una falda idrica salmastra che è stata riscontrata nei sondaggi eseguiti a profondità di circa 2,2 m dal p.c.

I depositi presenti nella zona sono caratterizzati da una tipologia di permeabilità, per porosità primaria. L'elevata permeabilità riscontrata e la vicinanza alla linea di costa determinano la costante presenza della falda che può subire modeste oscillazioni in relazione a fatti stagionali.

6. UNITÀ LITOLOGICHE

Dall’esame macroscopico e di laboratorio dei terreni carotati sono state individuate le seguenti unità litologiche che costituiscono la successione stratigrafica locale (v. colonne stratigrafiche di Figg. 4, 5, 6 e cfr. anche l’ALL.

C).

In particolare si riconoscono dall’alto:

Unità TR

Procedendo dalla superficie, la successione stratigrafica dell’area interessata dall’intervento risulta caratterizzata dalla presenza di materiali di riporto con spessori di circa 6 m (sondaggio S1 e sondaggio S2). Si tenga

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Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo. Ordine Regionale dei Geologi. n.1939 9 conto che nelle zone limitrofe indagate da studi precedenti, i riporti superano

spessori di 11 m (ST10, ALL.C).

E’ costituito da materiali molto eterogenei, generalmente blocchi e conci di calcarenite, cocci di laterizi, frammisti in maniera disordinata a limo con sabbia, sabbia limosa o debolmente limosa, ghiaia talora grossolana.

Spessore variabile, nei sondaggi prossimi all’area in studio circa 6 m.

Unità sabbioso-limosa

Livello intermedio, il cui tetto si rinviene localmente a circa 6 m dal p.c., sottostante la coltre di riporto. E' caratterizzato da sabbie limose grigio- giallastre con ghiaia. Sono presenti frequenti livelli ricchi di clasti (cm-dm) costituiti da calcari grigi e dolomie vacuolari mesozoiche. Sono stati osservati livelli a variabile grado di cementazione ed addensamento con relazioni di interdigitazione con calcareniti cementate, generalmente sottili e subordinate in termini di spessore. Il sondaggio ST8 (Nuovo Piano Regolatore portuale, ALL C) attraversa questa unità fino a 19 m. dal p.c.

Unità FB

E' riferibile al substrato geologico, sono rocce litoidi e sedimenti sabbiosi caratterizzati da calcarenite giallastra nodulare alternata a sabbie giallo- bruno. Il tetto dell’unità FB si riscontra a profondità variabili che raggiunge anche i 27 m metri dal p.c. (cfr. evidenze provenienti dall’indagine sismica, All. B). Sono stati osservati livelli a diverso grado di cementazione e coerenza con relazioni di interdigitazione alle soprastanti sabbie.

7. CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA

Le indagini svolte e gli studi precedenti documentano la presenza di uno spesso materiale di riporto che nel nostro settore (sondaggi S1, S2) raggiunge la profondità di 6 m dal p.c. (cfr. anche All.C, sondaggi ST7, ST8,).

In aree limitrofe il riporto ha spessori di 11,5 m dal p.c. (ALL. C, sondaggio ST10). All'interno di questo orizzonte ricco di materiali alterati sono presenti passaggi laterali di facies tra porzioni più o meno plastiche che determinano delle variazioni laterali delle caratteristiche fisico-meccaniche.

Considerata l’impossibilità di prelevare campioni indisturbati, per la caratterizzazione geotecnica dei materiali di riporto e delle sabbie, si presentano di seguito le prove SPT eseguite (Tab. 1, cfr. anche ALL.C Nuovo

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Realizzazione di un impianto fotovoltaico su area adibita a parcheggio nel porto di Palermo.

0.0 0.10

2

4

6

8 9 Profondità rispetto al piano di campagna

(m)

Materiale bituminoso con brecciolino. Manto stradale

LITOLOGIA

Fig. 4 - Colonna stratigrafica sondaggio S1. Per l’ubicazione confronta fig.

7 5 3 1 Quota

(m s.l.m.)

Spessore (m)

Quota b.p.:

Materiale di riporto vario. Da m 0,50 a m 1,20 il riporto è costituito da limi sabbiosi nerastri con elementi eterometrici e frammenti di terracotta. Verso il basso da sabbie limose e limi sabbiosi grigio-nerastro con elementi di varia natura e dimensione, sfabbricidi, laterizi e frammenti di calcareniti con calce bianca.

Sondaggio meccanico

3

-3,5

-6,5 +0,3

Prova SPT

FALDA Profondità SPT (m)

(3-3,45)

S

1

2,5 m s.l.m.

Note

Data: 12.11.2012

Unità sabbioso-

limosa TR

6,00

S

1

S1-SPT1

(5,55-6) S1-SPT2

(6,55-7) S1-SPT3

(7,55-8) S1-SPT4

(8,5-8,95) S1-SPT5

Geologo responsabile: dr. Giuseppe Avellone

Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo- tel 091 581116. Ordine Regionale dei Geologi n.1939 Operazioni e Servizi Portuali Palermo s.r.l.

2,2

2,2 +2,5

Sabbie limose grigio-giallastre con ghiaia. Sono presenti frequenti livelli ricchi di clasti (cm-dm) costituiti da calcari grigi e dolomie vacuolari mesozoiche.

Le cassette catalogatrici sono custodite presso Operazioni e Servizi Portuali Palermo s.r.l.

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Realizzazione di un impianto fotovoltaico su area adibita a parcheggio nel porto di Palermo.

0.0 0.08

2

4

6

8 Profondità rispetto al piano di campagna

(m)

Materiale bituminoso con brecciolino. Manto stradale

LITOLOGIA

7 5 3 1 Quota

(m s.l.m.)

Spessore (m)

Quota b.p.:

Materiale di riporto vario. Da m 0,50 a m 1,20 il riporto è costituito da limi sabbiosi nerastri con elementi eterometrici e frammenti di terracotta. Verso il basso da sabbie limose e limi sabbiosi grigio-nerastro con elementi di varia natura e dimensione, sfabbricidi, suoli rimaneggiati e frammenti di calcareniti con calce bianca.

Sabbie limose grigio-giallastre con ghiaia.

Sono presenti frequenti livelli ricchi di clasti (cm-dm) a consistenza lapidea costituiti da calcari grigi e dolomie vacuolari

mesozoiche.

Sondaggio meccanico

2,5

-2,5

-5,00 +0,3

Prova SPT

FALDA Profondità SPT (m)

S

2

2,5 m s.l.m.

Note

Data: 13.11.2012

5,00 TR

S

2

(5-5,45)

(7,7-8,15) S2-SPT1

S2-SPT2 Geologo responsabile: dr. Giuseppe Avellone

Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo- tel 091 581116. Ordine Regionale dei Geologi n.1939 Operazioni e Servizi Portuali Palermo s.r.l.

2,2

+2,5

2,2

Fig. 5 - Colonna stratigrafica sondaggio S2. Per l’ubicazione confronta fig. 1.

Le cassette catalogatrici sono custodite presso Operazioni e Servizi Portuali Palermo s.r.l.

Unità sabbioso-

limosa

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Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo. Ordine Regionale dei Geologi. n.1939 10 Piano Regolatore portuale). Si noti che la natura stessa dei riporti

(eterogenei, irregolari e variabili lateralmente) rende poco rappresentative le prove SPT che costituiscono misure puntuali.

Sodaggio

sigla SPT

Profondità inizio prova dal p.c. (m)

N1 N2 N3

Indice N30

1 3 7 6 8 14

2 5,5 6 7 7 14

3 6,55 7 8 6 14

4 7,55 6 4 4 8

5 8,5 7 6 9 15

1 5 2 3 4 7

2 7,7 4 6 7 13

S1

S2

Committente: Operazioni e Servizi Portuali Palermo s.r.l.

Titolo progetto: Realizzazione di un impianto fotovoltaico su area adibita a parcheggio nel porto di Palermo.

Numero di colpi/avanzamento di 15 cm

Tab. 1 – Risultati delle prove SPT eseguite in foro durante i sondaggi S1 ed S2 (ubicazione in Fig.

1).

Come descritto nel § 6, il sottosuolo dell’area di progetto si compone dall’alto verso il basso di due unità geologiche entrambe riferibili alle terre di copertura, denominate rispettivamente Terreno di Riporto ed Unità sabbioso-limosa (cfr. Figg. 4,5,6). Quest’ultima contiene sottili intercalazioni di calcareniti a consistenza litoide.

La suddetta classificazione può ritenersi valida anche dal punto di vista geotecnico, poiché le unità in questione sono caratterizzate da differenze seppure modeste sia della composizione granulometrica, sia dello stato di addensamento, che si traducono anche in un differente comportamento fisico-meccanico. Alla profondità di circa 27 m si raggiunge il substrato della formazione di base che è evidenziato, mediante l’indagine sismica, da un netto aumento delle velocità delle onde S.

In tale contesto, con lo scopo di fornire un utile elemento di riferimento al responsabile della caratterizzazione e modellazione geotecnica del sito, i dati penetrometrici di cui si è detto sopra sono stati elaborati con il programma

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"Realizzazione di un impianto fotovoltaico su area adibita a parcheggio nel porto di Palermo.

Operazioni e Servizi Portuali Palermo s.r.l.

Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. d’Asaro, 45 – 90138 Palermo. Ordine Regionale dei Geologi n.1939 Sismo Strato 1

H1: 3m

Sismo Strato 2 H2: 10m

250 m/s Vs30= 412 m/s cat suolo B

Litologia Vs S.P.T.

561 m/s

473 m/s

bedrock 766 m/s 391 m/s

Sismo Strato 5 H5: 28,5m Sismo Strato 3 H3: 18,5 m

7,6,8 3,4,9

5,5,3 1,1,1

6,7,7 1,1,1

7,8,6

6,4,4 2,3,4 7,6,9

2,2,2 5,4,6 4,4,8

2,3,4

2,2,3 0.0

2

4

6

8 7 5 3 1

9 10

Materiale di riporto vario. Da m 0,50 a m 1,20 il riporto è costituito da limi sabbiosi nerastri con elementi eterometrici e frammenti di terracotta. Verso il basso da sabbie limose e limi sabbiosi grigio-nerastro con elementi di varia natura e dimensione, sfabbricidi, laterizi e frammenti di calcareniti con calce bianca.

23 22 15 16

29 28 27 14 13 12 11 Profondità

media Sismo Strato

30 m

S2 (m5-5,45) ST10_m6

Campioni

ST7_m10

ST10_m13,5 ST7_m 2,5

Sismo Strato 4 H4: 25 m

Sabbie limose grigio-giallastre con ghiaia. Sono presenti frequenti livelli ricchi di clasti (cm-dm) costituiti da calcari grigi e dolomie vacuolari mesozoiche.

Calcareniti cementate a consistenza litoide con subordinate intercalazioni di sabbie addensate

Fig. 6 - Colonna lito-stratigrafica di sintesi che integra i risultati delle indagini geognostiche realizzate durante questo studio con quelli provenienti dal Nuovo Piano Regolatore portuale (ducembre 2003).

FALDA

2,2

Unità sabbioso -limosa

R

ipor

toFor

mazione di base

(18)

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Dynamic Probing, evitando però di conteggiare, a favore della sicurezza, i dati anomali dovuti alla presenza di intercalazioni a grana grossa.

Per ognuna delle due unità geotecniche attraversate nei sondaggi S1 ed S2 sono stati così quantificati, i valori nominali e medi dei parametri fisico- meccanici di seguito elencati rispettivamente nelle Figg. 7 e 8:

Unità geotecnica

Profondità del letto dal

p.c.

z (m)

Densità relativa DR (%)

Angolo d’attrito interno  (°)

Peso di volume

 (kN/m3)

Peso di volume saturo sat

(kN/m3) Terreno di

riporto con composizione granulometrica

estremamente variabile

6

41,17 19,0 18,14 19,02

41,17

43,02 19,0

19,29 18,14

18,44 19,02

19,12

Unità sabbioso- limosa grigio- giallastre con

ghiaia

27

41,17 29,49 18,14 19,02

28,4 25,95 16,28 18,73

43,02

39,24 30,0

28,96 18,44

17,85 19,12

19,02 Fig. 7 –Valori nominali dei parametri fisico-meccanici delle unità geotecniche attraversate nei sondaggi S1 ed S2.

Unità geotecnica

Profondità dal p.c.

z (m)

Densità relativa DR (%)

Angolo d’attrito interno (°)

Peso di volume

 (kN/m3)

Peso di volume saturo sat

(kN/m3) Terreno di

riporto – composizione granulometrica

estremamente variabile

6 41,8 19,1 18,2 19

Unità sabbioso- limosa grigio- giallastre con

ghiaia

27 38 28,6 17,7 19

Fig. 8 –Valori medi dei parametri fisico-meccanici delle unità geotecniche attraversate nei sondaggi S1 ed S2.

Poiché come noto, per valore caratteristico di un parametro geotecnico deve intendersi una stima ragionata e cautelativa del valore del parametro nello stato limite considerato, si precisa che i valori nominali e medi sopra indicati differiscono in genere dai valori caratteristici delle grandezze fisiche e meccaniche da attribuire ai terreni di fondazione.

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8. CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE SISMICA 8.1 - Parametri di pericolosità sismica

Dalle Norme Tecniche per le Costruzioni contenute nel D.M. del 14.01.2008 (NTC) deriva che le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite considerati, si definiscono a partire dalla pericolosità sismica di base del sito di costruzione. Quest’ultima è definita convenzionalmente in termini di accelerazione orizzontale massima attesa ag in condizioni di campo libero sul sito di riferimento rigido (categoria di sottosuolo A della Tabella 3.2.II, NTC) con superficie topografica orizzontale (categoria topografica T1 della Tabella 3.2.IV, NTC), nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente Se (T).

In particolare, i caratteri del moto sismico sul sito di riferimento rigido orizzontale sono descritti dalla distribuzione sul territorio nazionale delle grandezze ag (accelerazione massima al sito), Fo

(valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale) e T*C

(periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale), sulla base delle quali sono definite le relative forme spettrali.

I valori delle grandezze in parola sono riportati nell’Allegato B alle NTC per 10751 punti del reticolo di riferimento, in termini di andamento medio ed in funzione di un periodo di ritorno TR (di 30, 50, 72, 101, 140, 201, 475, 975 e 2.475 anni). Per un qualunque punto del territorio nazionale non ricadente nei nodi del reticolo di riferimento, i valori dei parametri in argomento possono essere calcolati come media pesata dei valori assunti da tali parametri nei quattro vertici della maglia elementare del reticolo di riferimento contenente il punto in esame.

Nel caso specifico, pertanto, una volte determinate le coordinate geografiche del centro dell’area di progetto (Datum planimetrico ED50) si è provveduto ad elaborare le stesse con il programma “Spettri di risposta”, messo a disposizione gratuitamente dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (www.cslp.it), ottenendo i parametri di pericolosità sismica di base elencati nella Fig. 9 e le relative forme spettrali illustrate nella Fig. 10:

Coordinate geografiche (ED50)

Latitudine 38,127594 Longitudine 13,364106

(20)

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(anni)

ag

(g)

Fo

(-)

T*c

(s)

30 0,043 2,351 0,229

50 0,059 2,347 0,249

72 0,074 2,320 0,260

101 0,088 2,317 0,266

140 0,103 2,319 0,272

201 0,122 2,327 0,278

475 0,173 2,371 0,290

975 0,224 2,417 0,305

2475 0,303 2,505 0,320

Fig. 9 - Parametri di pericolosità sismica di base

Fig. 10 - Spettri di risposta elastici per i diversi TR di riferimento

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Il professionista responsabile del calcolo delle strutture in progetto ha comunicato allo scrivente la Classe d’uso (Classe II), il Coefficiente d’uso (Cu = 1,0), la Vita nominale (VN = 50 anni) ed il Periodo di riferimento per l’azione sismica (VR = 50 anni). Di conseguenza utilizzando il programma suddetto è stato possibile ricavare i seguenti parametri di pericolosità sismica e le relative forme spettrali per ognuno degli Stati Limite che è possibile scegliere in base alla strategia di progettazione:

Coordinate geografiche (ED 50)

Latitudine 38,127594

Longitudine 13,364106

Classe d’uso Classe II

Coefficiente d’uso CU 1,0

Vita nominale VN (anni) 50

Periodo di rif. per l’azione

sismica VR (anni) 50

Stato Limite Tr

(anni)

ag

(g)

Fo

(-)

T*c

(s)

SLO 30 0,043 2,351 0,229

SLD 50 0,060 2,346 0,249

SLV 475 0,173 2,371 0,290

SLC 975 0,224 2,417 0,305

Fig. 11 - Parametri di pericolosità sismica per i diversi Stati Limite che è possibile scegliere in base alla strategia di progettazione

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Fig.12 - Spettri di risposta elastici per i diversi Stati Limite che è possibile scegliere in base alla strategia di progettazione

8.2 - Categoria di sottosuolo e categoria topografica

Le condizioni convenzionali del sito di riferimento, trattate nel precedente paragrafo, non corrispondono in genere a quelle effettive che risultano influenzate sia dalla stratigrafia del volume significativo di terreno, sia dalla configurazione della superficie topografica. Entrambi questi fattori concorrono a modificare l’azione sismica in superficie rispetto a quella attesa, in condizioni di campo libero, sul sito di riferimento rigido, con superficie topografica orizzontale (risposta sismica locale). Quando l’azione sismica in superficie è descritta mediante forme spettrali, tale risposta può essere valutata con l’approccio semplificato di cui al § 3.2.2 delle NTC, che si basa sull’individuazione delle categorie di sottosuolo e topografiche di riferimento di seguito elencate nelle Figg. 13, 14 e determinate in base ai valori della velocità equivalente di propagazione delle onde di taglio entro i primi 30 m di profondità; quest’ultima è definita dall’espressione , dove hi e Vi indicano rispettivamente lo spessore in metri e la

velocità delle onde di taglio dello strato i-esimo, per un totale di N strati presenti nei 30 metri

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oggetto di misure.

Categoria Descrizione

A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.

B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).

C

Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).

D

Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (ovvero NSPT,30 <

15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana fina).

E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s).

Fig. 13 - Categorie di sottosuolo previste al § 3.2.2 delle NTC (Tabella 3.2.II NTC)

Categoria Descrizione

S1 Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < cu,30 < 20 kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche.

S2 Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.

Fig. 14 - Categorie aggiuntive di sottosuolo previste al § 3.2.2 delle NTC (Tabella 3.2.III NTC)

Per sottosuoli appartenenti alle categorie S1 ed S2 è necessario predisporre specifiche analisi per la definizione delle azioni sismiche, particolarmente nei casi in cui la presenza di terreni suscettibili di liquefazione e/o di argille d’elevata sensitività possa comportare fenomeni di collasso del terreno.

Nel caso specifico, la velocità Vs,30, è stata misurata in sito mediante l’esecuzione del sondaggio sismico MASW di cui si documentano i risultati nell’All. B, ricavando una Vs,30 = 412 m/s ed un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità dei terreni costituenti il volume di sottosuolo indagato.

In base a tale risultato, la categoria di sottosuolo di riferimento risulta essere B - Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fine molto consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e valori del VS30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT30 > 50 nei terreni a

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grana grossa e cu30> 250 kPa nei terreni a grana fina).

Ad essa corrisponde nella Tabella 3.2.V delle NTC un coefficiente di amplificazione stratigrafica SS = 1,00 ≤ 1,40 - (0,40 x Fo x ag/g) ≤ 1,20, che nel caso di SLV assume il valore SS = 1,00 ≤ 1,40 - (0,40 x 2,371 x 0,173) ≤ 1,20  SS = 1,20.

La classificazione topografica si basa invece sulle categorie esposte nella Fig. 15, che si riferiscono a configurazioni geometriche prevalentemente bidimensionali, creste o dorsali allungate, da considerarsi nella definizione dell’azione sismica solo h > 30 m.

Categoria Caratteristiche della superficie topografica

T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15°

T2 Pendii con inclinazione media i > 15°

T3 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media 15° ≤ i ≤ 30°

T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i >

30°

Fig. 15 - Categorie topografiche previste al § 3.2.2 delle NTC (Tabella 3.2.IV NTC)

Considerato che il sito progetto è ubicato in un’area pianeggiante, la categoria topografica di riferimento risulta essere T1 - Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15°. A tale categoria corrisponde un coefficiente di amplificazione topografica ST = 1,0, così come definito nella Tabella 3.2.VI delle NTC.

Una volta noti i valori sito-specifici dell’accelerazione orizzontale massima attesa in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale ag (cfr. Fig. 11), il coefficiente di amplificazione stratigrafica SS ed il coefficiente di amplificazione topografica ST, è stato possibile ricavare anche l’accelerazione orizzontale massima attesa amax = ag x SS x ST, che assume per SLV il valore amax = (0,173 x 1,20 x 1,00)g  amax = 0,208g.

8.3 -Stabilità nei confronti della liquefazione

Il § 7.11.3.4.1 delle NTC definisce i fenomeni di liquefazione come (…) come associati alla perdita di resistenza al taglio o accumulo di deformazioni plastiche in terreni saturi, prevalentemente sabbiosi, sollecitati da azioni cicliche e dinamiche che agiscono in condizioni non

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drenate (…). Il successivo § 7.11.3.4.2 stabilisce invece che (…) la verifica a liquefazione può essere omessa quando si manifesti almeno una delle seguenti circostanze (comma 1÷5 di seguito descritti):

1. eventi sismici attesi di magnitudo M inferiore a 5;

2. accelerazioni massime attese al piano campagna in assenza di manufatti (condizioni di campo libero) minori di 0,1g;

3. profondità media stagionale della falda superiore a 15 m dal piano campagna, per piano campagna sub-orizzontale e strutture con fondazioni superficiali;

4. depositi costituiti da sabbie pulite con resistenza penetrometrica normalizzata (N1)60 > 30 oppure qc1N > 180 dove (N1)60 è il valore della resistenza determinata in prove penetrometriche dinamiche (Standard Penetration Test) normalizzata ad una tensione efficace verticale di 100 kPa e qc1N è il valore della resistenza determinata in prove penetrometriche statiche (Cone Penetration Test) normalizzata ad una tensione efficace verticale di 100 kPa;

5. distribuzione granulometrica esterna alle zone indicate nelle NTC in Figura 7.11.1(a) nel caso di terreni con coefficiente di uniformità Uc < 3,5 ed in Figura 7.11.1(b) nel caso di terreni con coefficiente di uniformità Uc > 3,5.

Fig. 16 - Fusi granulometrici di terreni suscettibili di liquefazione (dalla Figura 7.11.1 a, b, NTC)

quando le condizioni 1 e 2 non risultino soddisfatte, le indagini geotecniche devono essere finalizzate almeno alla determinazione dei parametri necessari per la verifica delle condizioni 3, 4 e 5 (…).

Comma 1. Nel caso specifico, la storia sismica di Palermo, ricostruita mediante il “DBMI -

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Database Macrosismico Italiano”1 redatto dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), è riassunta nella Fig. 17.

Effetti In occasione del terremoto del: Effetti In occasione del terremoto del:

Intensità al sito I

[MCS] Data Np

Intensità epicentral e Io [MCS]

Mw (Magnitud o momento)

Intensità al sito I

[MCS] Data Np

Intensità epicentral e Io [MCS] Mw

5 1542 12 10 15:15 Siracusano 32 10 6.77 ±0.32 2-3 1894 11 16 17:52 Calabria merid. 303 9 6.07 ±0.10

4 1693 01 09 21:00 Val di Noto 30 8_9 6.21 ±0.31 NF 1898 11 03 05:59 Caltagirone 48 5_6 4.80 ±0.30

7 1693 01 11 13:30 Sicilia orien. 185 11 7.41 ±0.15 2-3 1905 09 08 01:43 Calabria merid. 895 7.04 ±0.16

4 1693 04 17 19:00 Val di Noto 4 5 4.30 ±0.34 5 1907 01 21 03:41 TERMINI IMERESE 32 5 4.36 ±0.33

5 1698 01 01 Vizzini 6 7_8 5.86 ±0.71 2 1907 10 23 20:28 Calabria meridionale 274 8_9 5.87 ±0.25

8-9 1726 09 01 21:55 Palermo 8 7_8 5.58 ±0.72 5 1908 12 28 04:2 Calabria merid.-Messina 800 11 7.10 ±0.15

3-4 1727 01 07 NOTO 14 6_7 4.83 ±0.35 3 1926 08 17 ISOLA DI SALINA 44 7_8 5.41 ±0.23

5 1736 08 16 CIMINNA 5 6_7 4.93 ±0.34 7 1940 01 15 13:1 Golfo di Palermo 60 7_8 5.28 ±0.20

4-5 1740 06 13 SCIACCA 3 6_7 4.93 ±0.34 NF 1949 10 08 03:0 NOTO 32 7 5.20 ±0.27

6 1777 06 06 16:15 CALABRIA 9 3 1959 12 23 09:29 PIANA DI CATANIA 108 6_7 5.29 ±0.20

3-4 1780 04 09 02:30 Messina 3 6_7 4.93 ±0.34 5 1967 10 31 21:0 Monti Nebrodi 60 8 5.46 ±0.19

3 1783 02 05 12:00 Calabria 356 11 7.02 ±0.08 5-6 1968 01 15 01:3 Valle del Belice 15

F 1817 01 14 SCIACCA 4 4_5 4.09 ±0.34 6-7 1968 01 15 02:0 Valle del Belice 163 10 6.33 ±0.13

5 1818 02 20 18:15 Catanese 128 9_10 6.23 ±0.12 5 1978 04 15 23:3 Golfo di Patti 332 6.06 ±0.09

5-6 1818 09 08 09:50 Madonie 24 7_8 5.16 ±0.36 NF 1980 11 23 18:3 Irpinia-Basilicata 1394 10 6.89 ±0.09

5 1819 02 24 23:20 Madonie 24 7_8 5.31 ±0.51 3 1981 06 07 13:0 MAZARA DEL VALLO 50 4.96 ±0.09

8 1823 03 05 16:37 Sicilia sett. 107 6.47 ±0.15 6 1990 12 13 00:2 Sicilia sud-orientale 304 7 5.64 ±0.09

F 1831 01 28 MILAZZO 4 5_6 4.51 ±0.34 2-3 1995 05 29 06:5 Trapani 45 4.80 ±0.09

2-3 1870 10 04 16:55 Cosentino 56 9_10 6.10 ±0.19 2-3 1999 02 14 11:4 Patti 101 4.69 ±0.09

3 1892 03 16 12:38 ALICUDI 28 7 5.29 ±0.31 2 2001 11 25 19:3 MADONIE 25 4_5 4.74 ±0.09

numero eventi 41 6 2002 09 06 01:2 PALERMO 132 5.94 ±0.09

Fig. 17 - Storia sismica di Palermo. Numero di eventi consderati: 41

Il database DBMI è stato utilizzato per la compilazione del “Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani”2, ed usato per l’elaborazione della “Nuova Zonazione Sismogenetica (ZS9)” del territorio nazionale, a cura dell’INGV. In base a tale zonazione, consultabile nel Rapporto Conclusivo relativo alla “Redazione della Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale prevista dall’Allegato 1 dell’O.P.C.M. 3274/2003”3, l’area in esame è ricompresa nella ZS n. 933 “Sicilia Settentrionale”

(cfr. Fig. 18), per la quale è stata stimata una Magnitudo massima attesa Mwmax=6,14.

Pertanto, la prevista condizione (Mwmax < 5) per omettere la verifica a liquefazione non risulta soddisfatta.

1M. Locati, R. Camassi e M. Stucchi (a cura di) (2011) - “DBMI11, la versione 2011 del Database Macrosismico Italiano” - INGV, Milano, Bologna, Consultabile sul sito http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/

2A. Rovida, R. Camassi, P. Gasperini e M. Stucchi (a cura di) (2011) - “CPTI11, la versione 2011 del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani” - INGV, Milano, Bologna, Consultabile sul sito http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/

3Gruppo di lavoro (2004) - “Redazione della Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale prevista dall’O.P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003” - Rapporto Conclusivo per il Dipartimento della Protezione Civile, INGV, Milano, Roma, aprile 2004, 65 pp.

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Fig. 18 - Nuova Zonazione Sismogenetica (ZS9) del territorio nazionale

Comma 2. L’accelerazione orizzontale massima attesa amax da considerare è quella associata allo SLV, quantificata nel precedente paragrafo in amax = ag x SS x ST = 0,208g. Pertanto, anche in questo caso la prevista condizione (amax < 0,1g), per omettere la verifica a liquefazione non risulta soddisfatta.

Comma 3. La superficie libera della falda è posta nel sottosuolo dell’area di progetto ad una profondità di 2,2 m dal p.c., valore certamente inferiore ai 15 m previsti dal capoverso in oggetto Comma 4. I valori di NSPT conteggiati in sito durante l’esecuzione delle prove penetrometriche dinamiche (cfr. prove SPT capitoli precedenti) sono stati elaborati con il programma “Liquefazione dei terreni in condizioni sismiche” a cura del dott. S. G. Monaco, distribuito dalla EPC srl. - 2008. Il numero dei copi NSPT vengono trasformati in (N1)60, ossia vengono normalizzati ad una tensione efficace verticale di 100 kPa. Dall’analisi dei dati ottenuti non si evince possibilità di esclusione della verifica a liquefazione, ossia non risulta (N1)60 > 30.

Comma 5. L’analisi granulometrica eseguita e quelle provenienti dallo studio geologico a corredo del Nuovo Piano Regolatore Portuale dimostrano che i campioni sono caratterizzati da un

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Dr. Giuseppe Avellone – Geologo – Via P. D’Asaro, 45 – 90138 Palermo. Ordine Regionale dei Geologi. n.1939 21

coefficiente di uniformità Uc > 3,5, (cfr. All. A ed All. C, analisi e prove di laboratorio sui campioni rimaneggiati). Il grafico di riferimento per il confronto della distribuzione granulometrica dei suddetti campioni è quindi la Figura 7.11.1(b) del punto 7.11.3.4.2 del D.M. 14.01.2008 (Figura 16, presente relazione). Eseguendo il suddetto confronto, è stato possibile osservare come le curve d’interesse si sviluppano in larga parte all’interno del limite di destra del campo denominato

“possibilità di liquefazione”, per cui la condizione di cui al comma 5 non risulta soddisfatta.

Per le superiori considerazioni, nessuna delle condizioni di cui ai 5 commi del § 7.11.3.4.2 del D.M. 14.01.2008 risulta pienamente soddisfatta, per cui è stato necessario procedere alla valutazione del coefficiente di sicurezza alla liquefazione dei terreni presenti nel sottosuolo dell’area in esame, così come previsto dal § 7.11.3.4.3 delle NTC (…) Quando nessuna delle condizioni del § 7.11.3.4.2 risulti soddisfatta e il terreno di fondazione comprenda strati estesi o lenti spesse di sabbie sciolte sotto falda, occorre valutare il coefficiente di sicurezza alla liquefazione alle profondità in cui sono presenti i terreni potenzialmente liquefacibili. Salvo utilizzare procedure di analisi avanzate, la verifica può essere effettuata con metodologie di tipo storico-empirico in cui il coefficiente di sicurezza viene definito dal rapporto tra la resistenza disponibile alla liquefazione e la sollecitazione indotta dal terremoto di progetto. La resistenza alla liquefazione può essere valutata sulla base dei risultati di prove in sito o di prove cicliche di laboratorio. La sollecitazione indotta dall’azione sismica è stimata attraverso la conoscenza dell’accelerazione massima attesa alla profondità di interesse (…).

Nel caso specifico, la valutazione in argomento è stata effettuata con il metodo di Andrus e Stokoe (1997)4, basato sulla determinazione della resistenza al taglio mobilitata CRR (Cyclic Resistance Ratio) partendo dalla determinazione della velocità trasversale Vs ottenuta attraverso la prova sismica, servendosi del programma redatto da Monaco (2008)5.

In particolare, è stato adottato un modello a tre strati inserendo i dati illustrati nella Fig. 19, appurando che nessuno degli strati presenti nel sottosuolo dell’area di progetto risulta potenzialmente liquefacibile (cfr. Fogli di calcolo verifica del potenziale di liquefazione).

4 Andrus R.D. and Stokoe K.H. (1997) - “Liquefation resistance based on shear wawe velocity”, Procedings, NCEER Workshop on evalution of liquefation resistance of soil, T.Y. Youd and I.M. Idriss, Eds., Buffalo, NY, 1997 .

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