L’ALFIERE
Periodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo
Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli - L’ALFIERE - Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Giovanni Bonacci, Lorenzo Diozzi, Simone Duranti, Gabriele Rossi, Pier Alberto Faralli, Alessio Dionigi, Francesco Ricciarini- Foto: archivio Sbandieratori
Anno IV – n. 1 Marzo 2019
arà un anno importante questo 2019 per la nostra Associazione. Ad aprile si svolge- ranno le Assemblee Ordinaria e Straordina- ria e subito dopo si terranno le elezioni per il rinno- vo delle cariche sociali.
Oltre a tutto questo è prevista anche la modifica dello Statuto, così come stabilito dalle normative in aggiornamento per tutte le realtà come la nostra, in
ordine alla riforma del Terzo Settore e del relativo Codice.
Ce n’è quindi di materia ed argomenti per invitare tutti, soci e sostenitori, a partecipare numerosi, per dare il proprio contributo e sostenere e migliorare sempre la nostra Associazione.
Vi aspettiamo numerosi.
La Redazione
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Editoriale
RESOCONTO DEL PRESIDENTE
a Giostra del Saracino appartiene al patrimonio culturale della Città di Arezzo. L’Amministra- zione Comunale, rappresentanza eletta dalla comu- nità aretina, ne garantisce il mantenimento, la tutela, la valorizzazione e la promozione.
Queste sono le frasi cardine del nuovo regolamento che disciplina la Giostra del Saracino. Il voto unanime del Consiglio Comunale, chiamato ad esprimersi sulla reinternalizzazione della gestione, ha così decretato lo scioglimento della “Istituzione Giostra” e la nascita dei due nuovi organismi consultivi che si affiancheranno all’Ufficio Giostra nell’opera di organizzazione della massima manifestazione storica aretina: la “Consulta dei Quartieri”, che si occuperà in prevalenza dei disciplinari tecnici, e il “Consiglio della Giostra”, che sarà di supporto a tutte le attività che concorrono alla realizzazione della scenografia. Ne parliamo più diffusamente all’interno, nell’intervista al Vice Sindaco e Assessore alla Giostra, l’amico Gianfrancesco Gamurrini, ma ci preme qui sottolineare come del Consiglio della Giostra faremo parte anche noi Sbandieratori, assieme alle realtà consimili (Gruppo Musici e Signa Arretii), rendendo finalmente le tre Associazioni piene protagoniste e dando riconoscimento formale alla loro fondamentale partecipazione per la buona riuscita del “prodotto” Giostra del Saracino.
Il Saracino, dunque, chiude la pur positiva esperienza dell’Istituzione, che per oltre due decenni ha esaminato e deliberato su tanti aspetti della manifestazione, ma che per vari motivi era giunta al termine delle proprie funzioni. Nel corso di questi due decenni la Giostra ha visto una vivace crescita, consolidandosi come una delle principali manifestazioni storiche italiane, e di quest’ottimo la-
voro va dato atto agli amministratori succedutisi alla guida. Il passaggio del testimone porta dunque con sé un’eredità di buona gestione e alcuni spunti di miglioramento, lasciando ai nuovi organismi il non facile compito di condurre la Giostra verso un per- corso di crescita sostenibile e conforme a normative sempre più stringenti.
Gli aretini più sfegatati “boticano” fra i denti (neanche troppo sommessamente) che il Saracino non sia fatto per i turisti ma per i quartieristi, sorta di allegoria in costume della ringhiosa indole aretina, sospesa fra polemica e rivalità.
Eppure, come accade soprattutto per le rievocazione medievali, il forestiero ne resta attratto, e quei (pochi, ahimè) turisti che riescono a procurarsi un biglietto osservano affascinati lo spettacolo tentando di pene- trare l’intima essenza che ne anima l’antagonismo, superando la superficie della mera manifestazione in costume.
Siamo convinti che la Giostra possa e debba crescere pur senza snaturarsi, diventando sempre più un vola-
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Giovanni Bonacci
Attori del cambiamento
Gli Sbandieratori entrano nel “Consiglio della Giostra”
Fabio Moretti
Via Carlo Matteucci, 15
RESOCONTO DEL PRESIDENTE
no per la promozione della città assieme ad altre eccellenze, come ad esempio la Fiera Antiquaria o, da pochi anni, la Città del Natale. Tutte le compo- nenti della Giostra, assieme, possono fare la diffe- renza e contribuire a questo percorso a favore della crescita turistica della città. Noi Sbandieratori, anche nel nuovo ruolo di membri del neonato Con-
In evidenza
L’Ardita: Ciclostorica dell’Alpe di Poti per bici d’epoca
siglio, continueremo ad essere fra i principali attori, non solo come “ambasciatori” della Giostra del Saracino nel mondo che è nel nostro DNA, ma anche per l’accoglienza che siamo in grado di offrire in occasione di eventi cittadini o di visite alla nostra sede, già aperta in alcune occasioni e che hanno riscosso un lusinghiero successo.
a Ciclostorica dell’Alpe di Poti è ormai diventato un appuntamento fisso per la Città di Arezzo. Con l’obiettivo di valorizzare il nostro territorio attraverso il ciclismo, l’Ardita tutti gli anni coinvolge in un’entusiasmante tre giorni di aventi centinaia di appassionati provenienti da tutto il mondo.
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nelle colonne della rivista L’Alfiere.
Pietro di Parenzo di Garzo dell’Incisa, anche noto come Ser Petracco e padre di Francesco Petrarca, svolgeva la professione di notaio, ma nel 1302 fu, per ragioni politiche, ingiustamente accusato di falso e condannato al pagamento di mille lire e al taglio della mano destra. La sentenza emanata da Cante Gabrielli da Gubbio, podestà di Firenze, non solo condannò Ser Petracco ma lo costrinse all’esilio insie-
STORIA DI AREZZO
Il forte legame tra Arezzo e Francesco Petrarca
Il racconto del rispetto e del legame che lega il poeta con gli aretini e con la città
Lorenzo Diozzi
gni anno, per due volte all’anno, il corteo dei figuranti della Giostra del Saracino, con i colori e con i ritmi anche delle nostre bandiere e degli strumenti musicali, sfila attraverso le vie del centro della città di Arezzo. Il percorso si snoda tra luoghi che, nel tempo, sono stati testimoni di tanti accadimenti ed hanno accolto grandi personaggi storici. Proprio all’inizio della sfilata, appena lasciato il bianco sagrato del Duomo, il corteo scorre di fronte ad un significativo edificio, noto per aver dato i natali all’illustre aretino Francesco Petrarca. L’edificio in questione si trova in via Borgo dell’Orto 28 e si affaccia su Piazza Madonna del Conforto, condividendo parte della costruzione con la Biblioteca cittadina. La struttura risale al XIII secolo ma solamente le modifiche successive gli hanno donato l’aspetto attuale. Per molto tempo è stata utilizzata come residenza privata ed in seguito ha invece ospitato la Questura di Arezzo fino al 1926, anno in cui è stata ristrutturata permettendo anche di individuarne la sua pianta più antica. Oggi la Casa è la sede della Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze e al suo interno sono conservati libri, oggetti di antiquariato ed un patrimonio numismatico di ampio valore storico ed artistico. L’edificio sorge in una posizione particolarmente suggestiva. Dal piano superiore infatti, dirigendo lo sguardo in direzione del Prato, è possibile sorgere tra le chiome degli alberi il profilo della statua di Francesco Petrarca, situata nel parco. Inoltre, immediatamente fuori dall’ingresso della Casa, troviamo il Pozzo di Tofano, elemento importante della letteratura, in quanto presente in una delle novelle di Giovanni Boccaccio, artista e scrittore, amico e coevo del Petrarca che già abbiamo trattato
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STORIA DI AREZZO
me ai capi della famiglia Gherardini e a Dante Alighieri. Il notaio quindi si trasferì con la moglie Eletta Canigiani nella Casa del centro di Arezzo e qui il 20 luglio del 1304 nacque il Poeta. All’edificio viene attribuito il riconoscimento di luogo natale di Francesco Petrarca, non solo dalla voce della tradizione, ma anche dallo stesso poeta all’interno di alcune Epistole inviate a Giovanni Boccaccio e Giovanni Aretino. L’Autore nei suoi testi specifica anche un curioso quanto iconico aneddoto, raccon- tando che nel 1350, dopo essere tornato in città a seguito di lunga assenza, venne accolto dagli aretini con grandi festeggiamenti e scoprì che era stato fatto divieto all’attuale proprietario della casa in cui era nato di apportare qualunque modifica all’edi- ficio. Il calore e le celebrazioni degli aretini nei con- fronti del poeta non stupiscono se si pensa che anche in tempi moderni sono molti gli omaggi della città al poeta concittadino. Ne sono grandi esempi l’aver dedicato a lui la prima Giostra del Saracino organizzata nel ’900 e aver dato il suo nome al Liceo Classico della città.
Francesco Petrarca nacque ad Arezzo, tuttavia solo per poco tempo fu realmente un abitante della città a causa della situazione della famiglia, legata all’esilio imposto al padre.
Il poeta infatti fu costretto a viaggiare ad Incisa e a Pisa e in altre parti della Toscana. Secondo quanto affermato dallo stesso Petrarca, in una Epistola indi- rizzata all’amico Boccaccio, fu durante questo viag- giare per la Toscana che avvenne il suo unico e fu- gace incontro con l’amico del padre, Dante Alighieri. Nel corso della vita Petrarca compirà molti viaggi in numerose parti d’Europa e di Italia, dapprima come studente di Giurisprudenza e poi come letterato ed intellettuale umanista. Come lui stesso racconta è in Francia, ad Avignone, che nel 1327 ha incontrato Laura che per lui fu donna di amore e di ispirazione, per il noto componimento presente nel Canzoniere. Dopo lunga permanenza nel nord dell’Italia morì nella città di Arquà, in provincia di Padova, dove ancora oggi per volontà testamentaria riposano le spoglie, lontane dalla sua città natale, analogamente a quanto accaduto al coevo
Dante. In conclusione al ricordo del profondo legame tra il poeta e la sua città è necessario segnalare come l’Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze, che oggi risiede all’interno della casa natale del poeta, sia un museo che attira numerosi turisti ma che, grazie al rapporto tra l’Artista ed Arezzo, attira anche numerosi aretini curiosi di scoprire storie e racconti legati alla figura di un importante concittadino.
Tanti auguri, papà
È nato Galileo Brandazzi
Daniele Serboli
iccardo Brandazzi è diventato babbo!!
Il 12 febbraio è nato Galileo, a cui la Redazione de «L’Alfiere» augura una vita meravigliosa e tanta felicità.
Nella speranza che un giorno possa eguagliare e magari superare il babbo come trombettista del Gruppo, formuliamo i nostri migliori auguri a Riccardo e a mamma Sara per l’inizio di questa straordinaria avventura.
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GIOSTRA E DINTORNI
Istituzione Giostra del Saracino...si cambia
Intervista al Vice Sindaco e Assessore alla Giostra, Gianfrancesco Gamurrini
Sergio Rossi
come poco prima accennato, caricava di troppe e forse ingenerose responsabilità i Rettori, soprat- tutto in tema di sicurezza, in un momento in cui proprio questa questione, per le note vicende generali italiane ed internazionali, è particolarmente sensibile. Poi un altro aspetto è stata la necessità di valorizzare e coinvolgere maggiormente le altre componenti della Giostra e cioè i Musici, Signa Arretii e gli Sbandieratori, sia per i giorni della rievocazione, ma anche per tutte le attività previste dall’anno giostresco.
In ultimo, ma non per questo meno importante, c’è stato un momento storico in cui il Comune aveva un po’ lasciato ruoli e competenze ad altri soggetti ed ora, con questa riorganizzazione, ha ripreso in mano, come dire la manifestazione, riappro- priandosi delle competenze appunto e respon- sabilità che le spettano.
Entrando nel merito invece, come è la nuova Istituzione?
Sono previsti due organismi: la Consulta dei Quartieri, formata dai 4 rettori più un rappresentante del Comune e il Consiglio della Giostra, composta dai rappresentanti dei quattro Quartieri, uno ciascuno per Gruppi Musici, Associazione Signa Arretii e Associazione Sbandieratori più due rappresentanti del Comune.
La prima si occuperà esclusivamente di questioni tecniche/regolamentari legate al torneo vero e proprio, quindi applicazione del Regolamento Tecnico, gestione figuranti, cavalli, mentre il secon- do della manifestazione più in generale, quindi di aspetti quali scenografia, regia, organizzazione eventi collaterali, calendario dell’anno giostresco.
Mentre le decisioni della Consulta sono vincolanti per tutti, le proposte, le richieste e le osservazioni del Consiglio devono ottenere della doppia approvazione dei due organismi.
Istituzione cambia organizzazione, si trasfor- ma. Ne parliamo con il promotore di que- sto cambiamento, Gianfrancesco Gamurrini, Vice Sindaco della Città, Assessore delegato proprio alla Giostra del Saracino, nonché elemento di forza del gruppo trombe della Associazione Sbandieratori di Arezzo. È questo un motivo di orgoglio per il nostro sodalizio ed proprio con questa chiacchie- rata fra amici, che cercheremo di capire la portata del trasformazione in oggetto.
Prima di entrare nel merito Assessore, una domanda preliminare: quali sono i motivi che hanno reso necessaria questa modifica, a distan- za ormai di quasi trent’anni dalla creazione della Istituzione? Un tagliando? Un adeguamento a tempi ed esigenze che sono mutate nel tempo?
I motivi sono molteplici, organizzativi, di competenze, di ottimizzazione delle risorse:
innanzitutto si è reso necessario legittimare in maniera chiara ed inequivocabile i ruoli e le responsabilità: fino ad oggi i Rettori dei Quartieri avevano in capo compiti e oneri fin troppo pesanti, ruoli e responsabilità che ho voluto tornassero nelle competenze dell’Amministrazione Comunale e che nello stesso tempo aveva creato una specie di conflitto istituzionale; gli stessi erano contempo- raneamente controllori e controllati in un certo senso delle decisioni della istituzione, in una confusione fra compiti e prerogative tecniche e amministrative nello stesso tempo. Poi c’è la novità del Bilancio Armonizzato, per il quale, senza entrare nei dettagli di una normativa contabile e civilistica che poco interessa ai vostri lettori, obbliga di fatto a svolgere un’attività, una serie di atti che devono per forza di cose essere effettuati, gestiti e disciplinati con notevoli sforzi e che la passata isti- tuzione svolgeva con estrema difficoltà. Ed ancora, l’Istituzione così come era strutturata, per un verso,
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GIOSTRA E DINTORNI
A proposito dei Quartieri ed anche delle altre componenti, c’è da dire che oltre agli impegni strettamente legati alla manifestazione, svol- gono tutto l’anno una funzione sociale di aggre- gazione, coinvolgimento e partecipazione da parte di tante persone, soprattutto giovani. Con- corda con questa valutazione?
Indubbiamente. Non finirò mai di ringraziare ed apprezzare il lavoro svolto dai Quartieri, ma anche dalle Associazioni Musici, Signa Arretii e Sbandiera- tori, sia sotto l’aspetto dell’aggregazione che delle attività ricreative e ludiche e quindi ho sempre posto, e con me devo dire tutta l’Amministrazione Comu- nale, massima attenzione nei loro confronti. Non a caso c’è stato, negli ultimi anni, un importante e cospicuo aumento dei contributi e di aiuto e collabo- razione sotto ogni forma possibile.
Arezzo Intour e Istituzione Giostra del Saracino:
ci saranno forme di collaborazione e rapporti?
Che intesa potrebbe esserci?
Ci saranno, ove necessarie e ritenute opportune, collaborazione e raccordo, ma nessuna confusione di ruoli. Arezzo Intour è stata creata per promuovere la Città in Italia e nel mondo, per attrarre turismo e valorizzare la storia, la cultura, le bellezze della nostra terra e la Giostra del Saracino è un ottimo biglietto da visita e una delle eccellenze da valorizza- re, però la gestione e la regia della Manifestazione deve rimanere nelle prerogative e nei compiti dell’Amministrazione Comunale e lo farà proprio attraverso la nuova Istituzione.
Album di figurine della Giostra del Saracino: un successo annunciato?
Effettivamente, devo dire che sono sorpreso anche io del risultato che si sta configurando. Era nostra intenzione realizzare un prodotto di qualità e ci siamo affidati a professionisti del settore; inoltre, la scommessa di rappresentare tutti, proprio tutti, i figuranti che entrano in Piazza Grande per il torneo o che prendono parte alla sfilata è stata un successo:
l’idea di potersi trovare e vedere ha suscitato inevita- bilmente interesse e curiosità in ciascuno dei coin- volti ed è nato un tam-tam per lo scambio e la ricerca delle figurine. E qui sta l’altra sorpresa: si pensa ad un album di questo tipo collegandolo ai ragazzini, ai giovani, e già questo è un investimento, una crescita e una valorizzazione della manifestazio- ne, ma la sorpresa, proprio per quanto poco sopra accennato, è che sono i più grandi, gli adulti che si stanno affaccendando alla ricerca della propria immagine e a far gara a chi completa prima l’album.
La nostra chiacchierata con Gianfrancesco Gamur- rini termina qui, ma consentiteci una breve rifles- sione, senza equivoci o fraintendimenti o strumenta- lizzazioni: se nessuno è profeta in patria, non si può dire però che Assessore alla Giostra del Saracino più adatto non ci poteva essere: la foto di fianco ne è la dimostrazione: il Gamu...è proprio un uomo di Giostra e la manifestazione la ama davvero!!
vocazione storica in una località dove del passato seicentesco si ricordava più con sdegno che con orgoglio il personaggio che contribuì a rendere celebre il luogo: il cardinale Richelieu (con la sua cupa baldanza controriformistica ai tempi di Luigi XIII) e la oscura vicenda del paese di Loudun, posseduto dal demonio. Si tratta in effetti di una vicenda tristemente nota solo ai conoscitori di quel periodo storico così peculiare e luttuoso della caccia alle streghe che, dopo la fase medievale, tornò in auge, soprattutto nella Francia di Richelieu, proprio nel XVII secolo. Le ragioni vanno ricercate nel tentativo di parte cattolica di contrastare la “eresia”
protestante. La comunità di Loudun era proprio al centro di una più vasta penetrazione ugonotta nella regione che giunse non soltanto a dividere la popolazione ma a identificare proprio in quella parte di territorio l’inizio della strategia di riscossa del cattolicesimo francese al sostegno della monarchia, durante il dominio politico del cardinale Richelieu. Loudun era, come oggi, una piccola località ma nell’intera regione vennero bruciate più di quattrocento donne accusate di stregoneria.
Loudun fu al centro di un discusso e intricato caso di isteria collettiva: un prelato venne accusato di aver stipulato un patto col demonio e di aver portato alla possessione le suore di un locale con- vento. Durante i processi al prelato, Urbain Grandier, che alla fine venne torturato e condannato al rogo, dove morì il 18 agosto 1634, Satana stesso “testimoniò” per bocca di una suora, Giovanna, che raccontò di aver fatto un patto con il curato Grandier che avrebbe ottenuto fama e il potere di schiavizzare sessualmente le donne in cambio della sua anima. Al di là della vicenda specifica, Loudun rimane il simbolo della riscossa cattolica della Francia del Seicento contro il prote- stantesimo e il diffondersi dell’eresia, e le celebra- zioni di oggi rappresentano una particolare forma di
TRASFERTE MEMORABILI
Bandiere in “Gallia”
Le trasferte del Gruppo Sbandieratori nel territorio francese
Simone Duranti
on sessanta trasferte fra il 1975 e il 2015, il territorio francese risulta quello più calcato dal Gruppo Sbandieratori. Praticamente non c’è sbandieratore, tamburino e trombettiere che non abbia partecipato ad un evento transalpino e per molti anni (ben 17 edizioni) il celeberrimo carnevale di Nizza, con la sua battaglia dei fiori, ci ha visto protagonisti. Chi scrive poi ha esordito da ragazzino nel 1989 a Saint Priest e, dal momento che nella vita mi occupo di storia contemporanea, non è irrilevante aver cominciato proprio lì dove si celebravano i due secoli dalla Rivoluzione francese.
Proprio questo rimando storico così importante per la auto rappresentazione e i valori dell’uomo moderno mi consentono di precisare fin da subito un aspetto importante delle trasferte in terra francese: la profonda attenzione alle rievocazioni del passato, come solo nel nostro paese e in Spagna è possibile ritrovare in Europa. Questo non può stupire se ci ricordiamo che stiamo facendo riferimento al luogo dove è nato il concetto stesso di nazione: un popolo, una lingua, una monarchia ed una religione, alla base della costruzione di una entità statuale che per queste caratteristiche ha dato il volto all’Europa che conosciamo.
I principali elementi delle manifestazioni alle quali negli anni abbiamo partecipato sono stati perciò sia il medioevo in armi e la sua vita civile ed agreste, sia feste religiose, sia il folklore (danza e musica). Ma non va dimenticata la profonda vocazione agricola di un Paese che fa delle feste del vino e della vendemmia dei momenti più che di celebrazione ma di vero e proprio orgoglio identitario. In varie occa- sioni infatti abbiamo preso parte, nella vastissima campagna francese, a manifestazioni incentrate proprio sulla vendemmia come il più importante momento dell’anno per piccole comunità locali che su tale attività si reggono da secoli. C’è stata una occasione nella quale abbiamo partecipato ad una rie-
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TRASFERTE MEMORABILI
conservazione della memoria di un passato doloroso dove le popolazioni si trovavano esposte alla forza della ragion di stato che si incontrava col fanatismo religioso piegato alle necessità della politica. La nostra esperienza in questa piccola località risale al giugno del 2000 ed ha rappresentato uno dei momenti nei quali il gruppo ha presenziato ad un rito fortemente catartico, dove intelligente- mente con la festa di oggi si mette in guardia dai fanatismi e si contrasta la violenza politica.
Delle tante esperienze francesi vanno ricordate certamente la partecipazione a Versailles alla presentazione ufficiale del campionato del mondo di calcio del 1998 ma soprattutto l’importante kermesse del carnevale di Nizza, per anni punto fermo delle nostre trasferte. Si tratta certamente di un appuntamento prestigioso, dove si incontrano gruppi musicali, majorettes e ballerine provenienti da moltissimi luoghi. Le sfilate sulla Promenade des Anglais, fra le più lunghe e impegnative possibili, vengono sempre ripagate da un impatto con il pubblico davvero prorompente.
È in quei contesti che la stanchezza del suonare e dello sbandierare per ore viene rintuzzata dall’entusiasmo che si riceve dalle ali di folla che ti circondano.
Unico elemento di odioso disturbo, la “perfidia” dei bambini che prendono di mira i poveri tamburini che, con le mani perennemente impegnate, non possono scrollarsi di dosso (e soprattutto dalla faccia) le stelle filanti spray, diavoleria del carnevale contemporaneo.
Da tamburino quale sono, ricordo di essere stato preso di mira sistematicamente da un gruppetto di ragazzini mentre suonavamo in sfilata da fermi.
Risultato: presi di mira occhi e bocca, da qualche metro di distanza, si viene rapidamente coperti di schiuma plastica fosforescente ed è proprio lì che la volontà di rappresaglia e di improperio raggiungono vette siderali e inesplorate.
Questi, miei pazienti lettori, sono gli episodi che dimostrano l’incompletezza dell’adagio consueto
“sbandieratori scuola di vita”, dal momento che andrebbe corredato con un “…e di pazienza”!
CITTÀ DI AREZZO
Gli Sbandieratori viaggiano...Moretti
Sergio Rossi
La storia degli autobus turistici della Ditta Moretti e dei viaggi degli Sbandieratori
al bisogno, a fare da speaker ufficiale del Gruppo durante le esibizioni, fino a Fabio, che ha indossato sfilando con gli altri, anche il costume da Sbandieratore.
E quante amicizie sono nate con gli autisti, in primis proprio Enrico ed ora Fabio, ma poi tutti gli altri con i quali nel corso degli anni si sono cementate fi- a storia degli autobus turistici della Ditta
Moretti Autoservizi si intreccia quasi naturalmente con quella della Associazione Sbandieratori. Il capostipite della famiglia infatti, Athos Moretti, padre del compianto Enrico e nonno di Fabio, attuale manager della Società, fu uno dei soci fondatori dell’INAA, insieme al padre Giovanni che ne fu il primo Presidente, della prima azienda di trasporto pubblico ad Arezzo, nel 1948 e dopo la cessione e trasformazione della stessa in Azienda Municipalizzata, nel 1964, la famiglia Moretti appunto, sotto la guida prima di Athos poi di Enrico, diede avvio all’attività di noleggio e turismo, con un primo glorioso Fiat 309 Menarini.
Da allora, migliaia e migliaia di aretini hanno scoperto la vacanza di massa, in gruppo, le gite, proprio utilizzando via via gli autobus Moretti che da uno hanno portato all’attuale parco composto da pullman, minivan e vetture e che vedrà presto l’arri- vo di altri due mezzi nuovi. E con loro, e non poteva essere diversamente, anche noi Sbandieratori abbiamo iniziato a viaggiare con quegli autobus in Italia e in tutta Europa, sin dalla fondazione della nostra Associazione. Proprio così, quasi natural- mente, è nato questo inscindibile rapporto di fiducia e collaborazione reciproche.
Non c’è aeroporto in Italia dove i nostri ragazzi non siano stati accompagnati o ripresi dopo uno dei loro innumerevoli viaggi intorno al mondo, come paese piccolo o grande città, che non abbia visto l’autobus con il mitico cartello sul cristallo anteriore – Associazione Sbandieratori di Arezzo – così come in quasi tutti i paesi d’Europa, in lunghi viaggi, di notte o di giorno, portando un po’ di Arezzo in quei luoghi. Tanti i ricordi, gli aneddoti, gli episodi che si sono intrecciati, dal faticoso carico del bus sul treno a Bardonecchia, direzione Lione, al guasto del mezzo in autostrada nell’Appennino bolognese, op- pure al grande e caro amico Enrico che si prestava,
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CITTÀ DI AREZZO
In evidenza
De Prizio nominato direttore della Chirurgia Romano Junior Vestrini nrico Desideri lascia il suo incarico di direttore generale con un’ultima nomi- na, forse la più attesa: quella di chirur- gia. La scelta al termine del concorso, al quale hanno partecipato sette candidati, è caduta su Marco De Prizio, già reggente del reparto.
L’Associazione porge le più sentite congratulazio- ni per l’importante incarico conferito a Marco, per lunghi anni valente alfiere degli Sbandieratori.
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ducia, stima, fra caffè e sigarette durante i lunghi viaggi notturni o le goliardate in qualche città del mondo. È questa, una collaborazione che continua ininterrottamente ormai da oltre cinquanta anni, ed è frutto della professionalità e della capacità imprenditoriali dei Moretti che si è fatta tutt’uno con gli Sbandieratori, rappresentando il meglio e l’eccellenza del nostro territorio.
Come non ricordare Enrico Moretti, amante della sua Città per anni socio dell’Associazione oltre che fornitore, che ha fatto raffigurare nei suoi autobus, ora la Chimera, ora la Giostra del Saracino, ora i dipinti di Piero della Francesca.
Buon viaggio Sbandieratori...con gli autobus Moretti!!!
suggestivo, il nostro Teatro Petrarca, per le riprese del video musicale della canzone.
Finalmente ci vengono consegnati i costumi di scena che avevano creato non poca preoccupazione, tuta nera, passamontagna, casco e diciamoci la verità, eravamo cattivissimi e facevamo la nostra porca figura.
Segregati all’interno del Petrarca per due giorni abbiamo consumato non so quante ore di “pellicola”, ripetendo all’infinito le stesse sequenze da varie angolazioni. Per far capire quanto lavoro c’è dietro, la troupe ha perso tre ore solo per adeguare le luci di scena non appena ha visto cosa eravamo in grado di fare, dicendoci che ci avrebbe resi “fighissimi”, il risultato lo potete giudicare da soli andando a guardare il video. Stare tutto questo tempo con gli Zen ci ha permesso di scambiare qualche parola con loro, conoscerli un po’ e godere di qualche momento di ilarità in loro compagnia. Ilarità scomparsa dalla faccia del Fara quando Karin, il batterista, gli ha comunicato che avrebbe dovuto suonare veramente sul palco dell’Ariston consegnandogli le battute da studiare.
In attesa di tornare per la prova di regia finale a Sanremo ci siamo trovati in palestra per una prova finale, accerchiati da tutti, che entusiasti e curiosi cercavano di carpire un’anteprima dello spettacolo.
Ed eccoci di nuovo a Sanremo, ma questa volta con i costumi e il materiale, pronti di far vedere la coreo- grafia che avevamo studiato per esaltare i punti forti della canzone. Il risultato è stato eccellente, i compli-
NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE
Gli Sbandieratori al Festival di San Remo
Daniele Serboli, Gabriele Rossi, Alessio Dionigi, Pier Alberto Faralli
Il racconto dei nostri quattro alfieri, protagonisti sul palcoscenico del Teatro Ariston
Gabri ciao! Te fai sempre parte dei sban- dieratori vero?” Tutto è cominciato con questo semplicissimo messaggio Whatsapp del 4 gennaio, quando Paco Mengozzi ha spalancato il sipario dell’Ariston al gruppo. Eppure lo scambio di messaggi non aveva lasciato intendere cosa ci saremmo dovuti aspettare. Sembrava una semplice esibizione al teatro Petrarca e poi forse una trasferta a Sanremo. Quando poi si è capito che si trattava del Festival di Sanremo, l’entusiasmo è stato da subito il quinto compagno di viaggio che ci ha accompagnato per tutto il tempo di questa fantastica esperienza.
Numerosissime sono state da subito le date che avrebbero impegnato i quattro alfieri aretini e con tanti interrogativi ai quali dare una risposta.
Solo una cosa era categorica, ovvero la massima riservatezza, cosa non facile oggi giorno con i social che spingono a cercare la massima viabilità, ma come sempre siamo riusciti a distinguersi anche in questo.
La prima prova di regia è stato un fuori programma comunicato solo due giorni prima, quando per la prima volta ci è stata consegnata la canzone e una scaletta pensata dal cantante con i nostri tempi di entrata. Quindi è iniziato il nostro viaggio.
Caricate le bandiere e i tamburi siamo partiti alla conquista dell’Ariston. Cinque ore di tempo ad ascoltare il brano e cercare di memorizzare i tempi richiesti, e a farci milioni di domande tra le quali: che spazi abbiamo? Ci faranno lanciare? Ma veramente dobbiamo suonare i tamburi?
Ed eccoci sul palco dove per la prima volta abbiamo incontrato gli Zen Circus, che da subito si sono rivelati entusiasti della nostra presenza. Appena mezz’ora di tempo per provare una bozza di coreografia e via ripartiti subito per rientrare solo in tarda nottata.
Mentre studiavano la coreografia da presentare al pubblico dell’Ariston ci siamo ritrovati nuovamente con gli Zen Circus, ma questa volta in un nuovo palco, con meno telecamere a guardare, ma altrettanto
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NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE
menti si sono susseguiti uno dopo altro e il gruppo era entusiasta dei movimenti e del fruscio delle bandiere.
Memori della sfacchinata della volta precedente la sera siamo rimasti a Sanremo, dove abbiamo potuto vivere un po’ del clima di festa che echeggiava nella movida della città dei fiori e godere del “benestare” offerto dell’hotel Sorriso.
Ed eccoci arrivati al giorno prima dell’aperura del 69°
Festival della Canzone Italiana, la Città era invasa da migliaia di persone alla caccia di una foto del loro cantante preferito. Noi con i nostri pass avevamo accesso ad ogni zona dell’Ariston e questo ci ha permesso di vedere le prove di molti cantanti in gara in attesa di effettuare la nostra ultima prova.
Finalmente ci siamo, emozionati e concentrati nella
“red room”, cambiati e con il cellulare che riproduce- va il brano per fare prove su prove prima dell’ingresso davanti a tanti cantanti che ci guardavano con aria di chi pensa “ma che fanno questi?!”. E poi la chiamata ufficiale: gli Zen si preparino. L’emozione si fa veramente sentire! Quell’emozione che chi ha varcato Borgunto per la prima volta può capire: ma poi panico totale. Gli steward ci hanno accompagnato all’ingresso sbagliato; ci siamo ritrovati tutti dalla parte opposta rispetto alle prove ad aspettare una fantomatica direttrice di palco che non arrivava mai; mancano solo due canzoni: come siamo abituati, prendiamo il toro per le corna e facendo slalom tra security e orga- nizzatori ci riposizioniamo come sapevamo. Appena in tempo perché veniamo annunciati, si abbassano le luci, inizia la canzone, le labbra si muovono come per voler accompagnare il cantante, il cuore sale in gola e le gambe che cominciano a muoversi come se sapessero da sole cosa fare e ci ritroviamo a incantare il pubblico dell’Ariston e le case degli italiani.
Com’è andata la performance? Non c’è bisogno di dirlo che l’avrete vista in diretta, sentivamo forte la vostra presenza, su quel palco c’eravate anche voi con noi, con il vostro supporto e i vostri incoraggiamenti e per questo siamo grati di far parte di questa splendida città e di questo magnifico gruppo.
Ci ritroviamo abbracciati nella “red room” a prenderci i complimenti di tutte quelle persone che fino a poco prima si chiedevano cosa ci facevamo, ma poco ci in-
teressava, volevamo vedere gli Zen e gioire con loro. Finita a questo punto la condizione di riserva- tezza possiamo dare libero sfogo ai social per cerca- re di raccontare un’emozione difficile da descrivere e per condividere questa fantastica esperienza con ognuno di voi.
Tornati in nottata a casa c’è chi ha scaricato come poteva la tensione accumulata e i giorni seguenti la sensazione era sempre più forte, consapevoli del- l’occasione che ci era stata donata.
Un rammarico? Quello di non essere rimasti lì a festeggiare con gli Zen, cosa che però non ci siamo fatti sfuggire la seconda volta per la finale, con la fantastica festa organizzata dallo staff del “Mengo Music Fest” dove le ore sono trascorse come fossero minuti. A questo punto non ci resta che ringraziare. Cominciamo con gli Zen Circus, che con la loro idea, ci hanno permesso di essere invita- ti. A Marco Gallorini e Andrea Marmorini della Woodworm Label, che per soddisfare le richieste degli Zen hanno pensato a noi. A Paco Mengozzi per averci accompagnato e supportato tutto il tem- po e alle tutte le persone dello staff che da dietro le quinte hanno permesso che fosse tutto perfetto. Un ultimo grande grazie va a tutto il gruppo per la vicinanza, a Giovanni per il supporto logistico a distanza, ma soprattutto a Steno per averci dato questa possibilità. Certi che questi giorni e le emo- zioni vissute rimarranno indelebili nei nostri ricordi, un saluto dai Sanremesi Alessio Dionigi, Daniele Serboli, Gabriele Rossi e Pier Alberto Faralli.
DIETRO LE QUINTE
Il “ Dingio ” , raccontato da uno dei migliori tamburini di tutti i tempi
Pier Alberto Faralli
l Dingio entra nel Gruppo Sbandieratori nel 2005 quando non ha nemmeno un pe- lo della barba. Quella non gli è ancora cre- sciuta, e ciò indubbiamente gli dona la faccia angeli- ca da bravo ragazzo che si ritrova, ma in compenso lui brucia tutte le tappe. Assume giovanissimo il ruolo di Capotamburo che detiene tuttora, dimo- strando innate doti di leadership.
Nella vita studia per diventare enologo, la sua laurea è prevista in corrispondenza della prossima eclissi totale di Luna stimata nel 2028.
Sempre presente agli allenamenti ha solo un paio di difetti: è un convinto interista della prima ora, ma soprattutto vanta un attaccamento viscerale per le bacchette con cui suona il suo tamburo.
I
Guai a chi gliele tocca! Il sottoscritto una volta haavuto la sventura di perdergliene un paio e tutt’oggi vive sotto scorta e sta valutando seriamente di espa- triare all’estero. Tornando al Dingio, qualcuno dice anche di averlo avvistato in una recente incursione sul palco dell’Ariston, durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo, mentre fa da spalla, in una performance memorabile, ad uno dei migliori tamburini di tutti i tempi, ma la notizia ancora non trova riscontri ufficiali.
Scherzi a parte, il Dingio è una colonna portante del Gruppo, ma soprattutto un punto di riferimento per tutti i giovani tamburini che si affacciano per la prima volta in palestra.
Grande Dingio, continua così!!
Alessio Dionigi, il Capotamburo del Gruppo
L’ANGOLO DEL CIRCOLO
Solito successo e grande partecipazione per l’ormai consueta festa in maschera
Francesco Ricciarini
La Sede si colora in occasione del Carnevale
randissima partecipazione e tanto diverti- mento: così si può riassumere la tradizio- nale festa di Carnevale, che si è tenuta saba- to 23 febbraio presso i locali della Sede. Come ogni anno, gli amici della nostra Associazione hanno dato il meglio di sé, travestendosi in modo davvero origi-
G
www.sbandieratori.arezzo.it #SbandieratoriArezzo Sbandieratori di Arezzo SbandieratoriArezzo
nale, con maschere particolarmente divertenti.
Un grazie di cuore ai ragazzi del Circolo, capitanati da un infaticabile Daniele Fabbriciani (il Capa) che, come in ogni occasione, sono stati fantastici nel- l’organizzazione dell’evento, sacrificando gran parte del loro tempo per il bene dell’Associazione.
…UN PO’ DI DIVERTIMENTO
Si risolve come un classico cruciverba ma numerose definizioni sono legate all’Associazione
Lorenzo Diozzi
Il CruciSbandieratori
ORIZZONTALI
1 – La base di ogni sbandieratore 7 – Un movimento d’avvicinamento 15 – Famoso quello del Gino 17 – Lo è una lama affilata con la mola 20 – La nostra città
22 – Lo sbandieratore più grande 23 – Metà news
24 – Il due romano 25 – Il direttore tecnico 28 – Doppie nel drappo 29 – Dispari nel mito 31 – È famoso l’Alvaro 33 – Le prime lettere
35 – L’animale del gioco da tavola 36 – Lo indossa chi non sta allo scherzo 39 – Nuclei Antisofisticazioni e Sanità 41 – L’inizio dello spreco
43 – Contrario all’amore 44 – Orange County 45 – L’inizio dell’eco
47 – Il respirare dell’innamorato 51 – Italia
52 – Lo fa chi va in barca
54 – Piazzetta del Praticino, n. 7, Arezzo 55 – La fine del giro
56 – Soffiano le nostre note 60 – Personaggio della giostra 62 – Lo sostiene l’universitario 64 – Si corrono a giugno e a settembre 65 – Rosso in una casa
66 – Si chiudevano dopo gli allenamenti 68 – Movimento base di bandiera 69 – Città di Biella
70 – La metà di ieri 71 – Sentimento di rabbia 76 – Dispari nella rotta 77 – Un po’ di superman 79 – Noto sbandieratore 82 – Pari in nera
83 – Parte musicale del gruppo 84 – Presidente!
85 – Pari nelle sere VERTICALI
1 – Lo diventa chi vuole girare il mondo 2 – Il fondo delle stive
3 – Non li perde il lupo
4 – Il non giovane 5 – Dispari nel lusso 6 – Intelligenza artificiale 7 – Gran Turismo 8 – Pari in ciao 9 – Il naso ad Arezzo 10 – La stoffa delle bandiere 11 – Il colore delle trombe 12 – League of Legends 13 – Tipo di scogliera corallina 14 – L’inizio di Talla
16 – North Atlantic Treaty Organ.
18 – Mezza anta 19 – L’inizio del tempo 21 – Colpevole di un reato 26 – L’inizio dell’ecologia 27 – National Aeronautics and Space Administration 30 – In coppia con il Bura 32 – La risposta negativa 34 – Un tipo di frontale 37 – Pubblicati 38 – Unità di misura 40 – L’inizio della speranza
42 – Le squadre vincenti 44 – Appare con la luce 46 – Trattamento depilatorio 47 – Lo fa l’acrobata
48 – Si accende come una lampadina 49 – Riempiono i polmoni 50 – Nega il credo religioso 53 – Il jolly nel sette e mezzo 57 – La fine di Lost 58 – Le dispari del muto 59 – Enrico Eustorgi 61 – Una delle note musicali 63 – Produttore di miele 66 – Tipologie in breve
67 – Repubblica sul Golfo Persico 69 – Mezzo di trasporto 72 – Calura estiva 73 – Tasto per registrare 74 – Bologna
75 – Lo sbandieratore più forte del mondo 77 – Contrario di giù
78 – Pari nei lecci 80 – Pari nei ricci 81 – Metà del riso