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Come sanare un garage abusivo?

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Come sanare un garage abusivo?

written by Carlos Arija Garcia | 09/09/2021

Chi e quando può chiedere di mettere a posto il box che aveva costruito senza i relativi permessi? E quanto costa una sanatoria edilizia?

Forse, per un po’, ti è andata bene: avevi uno spazio nel tuo immobile che non sapevi come utilizzare e, avendo bisogno di un garage, hai pensato bene di ricavarci uno spazio per mettere la macchina e quattro attrezzi che non sapevi dove piazzare. Naturalmente, ti sei guardato bene dal dire qualcosa a qualcuno, in particolare al Comune o al catasto: tanto, che fastidio dai? Fino a quando, guarda un po’, qualcuno ti dice che c’è la possibilità di rendere lecito quello spazio in modo da non rischiare più alcunché. E ti chiedi come sanare un garage abusivo, visto che così nessuno ti potrà dire più nulla.

Il problema, però, non è solo il «come» ma anche quanto costa sanare un garage abusivo o, in generale, un abuso edilizio. Il gioco vale la candela? Ti conviene tenere così com’è quel box realizzato senza alcun permesso comunale e continuare a controllare gli specchietti quando si mette dentro la macchina per vedere se qualcuno nota la manovra? Oppure, è meglio metterti in regola grazie a qualche sanatoria ed essere libero anche di suonare il clacson quando parcheggi

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l’auto nel box? Se opti per quest’ultima soluzione, vediamo come sanare un garage abusivo.

Quando è abusivo un garage?

Se vuoi realizzare un garage, come qualsiasi altro lavoro che riguarda un immobile (compresa la pertinenza) devi chiedere al Comune competente la relativa autorizzazione. Può essere una Cila, cioè la comunicazione di inizio lavori asseverata, oppure la Scia, che sta per segnalazione certificata di inizio attività.

Se non lo fai ma operi lo stesso con mattoni o cemento armato incorri in un abuso edilizio, che può essere punito sia dal punto di vista amministrativo sia da quello penale.

Garage abusivo: cosa comporta?

Ecco, appunto: l’abuso edilizio, e quindi realizzare un garage abusivo, può essere considerato anche reato. Le pene previste sono:

l’ammenda fino a 10.329 euro per non tenere conto di norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dalla legge, o per non considerare regolamenti edilizi, strumenti urbanistici e permesso di costruire;

l’arresto fino a due anni e l’ammenda da 5.164 a 51.645 euro quando vengono eseguiti dei lavori in totale difformità o senza il dovuto permesso o anche per continuare le opere nonostante l’ordine di sospensione;

l’arresto fino a due anni e l’ammenda da 15.493 a 51.645 euro in caso di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio oppure per interventi edilizi in una zona sottoposta a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso. Viene disposta anche la confisca dei terreni abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite.

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Garage abusivo: lo si può sanare?

È possibile regolarizzare un garage abusivo tramite una sanatoria edilizia, purché rispetti i requisiti urbanistici previsti dalla legge.

Attenzione, però, a non confondere la sanatoria con il condono: la prima, come appena detto, consente di mettersi in regola nel rispetto delle normative urbanistiche. Il secondo, invece, permette di ottenere l’annullamento, totale o parziale, di un illecito penale, derogando la normativa vigente e consentendo di sanare anche interventi non previsti dalla legge. La sanatoria può essere richiesta sempre, il condono è una misura eccezionale prevista da leggi speciali senza la quale non sarebbe possibile mettere a posto un’opera.

In sintesi: sanare un garage abusivo è possibile grazie ad una sanatoria edilizia ma solo se viene concessa in caso di doppia conformità. Ovvero, i lavori effettuati non devono violare le leggi urbanistiche ed edilizie vigenti:

alla data di realizzazione degli stessi;

alla data di richiesta della sanatoria.

La sanatoria va richiesta prima che venga accertato l’illecito dalle autorità comunali competenti o, in caso contrario, entro e non oltre 90 giorni dall’avvenuto accertamento solo se non è stata già emessa la relativa sanzione.

Garage abusivo: chi lo può sanare?

La richiesta per sanare un garage abusivo può essere presentata in Comune:

dal proprietario o da chi ne ha il diritto reale sul garage (ad esempio, l’usufruttuario);

dall’inquilino, nel caso si tratti di un garage affittato;

da chi intende acquistare il garage;

dal responsabile dell’abuso;

dal soggetto legittimato, il quale deve presentare un’apposita istanza all’ufficio comunale competente.

I tempi per l’accettazione della richiesta sono di 60 giorni. In caso di mancata risposta in detto periodo, opera la regola del silenzio-dissenso e la richiesta va

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considerata respinta. Puoi comunque presentare ricorso innanzi al giudice amministrativo.

Viceversa, se l’istanza viene accolta, dovrai pagare a titolo di oblazione, il contributo di costruzione in misura doppia.

Garage abusivo: quando costa la sanatoria?

Mettere a posto qualcosa che doveva per legge essere fatta in un altro modo o non essere fatta per niente ha un costo. Quindi, come appena detto, per sanare un garage abusivo si paga il doppio del contributo di costruzione. In caso di parziale difformità, l’oblazione (cioè l’importo da versare) sarà calcolato in base alla parte dell’opera non conforme al permesso. In questo modo, si blocca un eventuale procedimento penale per le violazioni edilizie commesse finché non si arrivi alla fine della procedura amministrativa di sanatoria.

In sintesi, per sanare un garage abusivo occorre pagare:

la sanzione per regolarizzare l’abuso;

la parcella del professionista incaricato della pratica.

La sanzione equivale a:

333 euro, nel caso di lavori comunicati in corso d’opera con una Cila tardiva;

516 euro, per i lavori comunicati in corso d’opera con una Scia tardiva;

1.000 euro, sia nel caso in cui venga inviata una Cila al termine dei lavori sia nell’ipotesi di invio di una Scia a lavori ultimati.

Abuso edilizio: c’è la prescrizione?

Il garage abusivo si prescrive:

entro 4 anni da quando è stata fatta l’opera illecita;

entro 5 anni se nel frattempo c’è stato un atto che ha interrotto il procedimento, come ad esempio un interrogatorio o un rinvio a giudizio.

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Attenzione alla decorrenza della prescrizione. Nel caso in cui l’autorità pubblica abbia disposto un accertamento e un sequestro, sarà questa la data da tenere come riferimento. Mentre se l’accertamento non comporta l’apposizione di sigilli, il reato si considera tale fino alla sentenza di primo grado. La data in cui il giudice deposita la sentenza è quella da considerare per la decorrenza della prescrizione di 5 anni.

Può succedere, però, che il reato non sia stato accertato e che, quindi, non ci siano dei sequestri o delle verifiche. Secondo la giurisprudenza, in questi casi, il reato persiste dalla data in cui sono stati avviati i lavori fino a quella in cui si concludono. Da quel momento, cioè dalla fine dei lavori, scatta la decorrenza della prescrizione.

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