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PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO DELLA

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DI MAIO ROSARIA 20.08 .2020 16:28:46 UTC

(2)
(3)

COMUNE DI SANTA CROCE CAMERINA (RG) Provincia di Ragusa

P

ROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO DELLA POTENZA DI

8.085

KW IN

A.C.

E DI

9.564

KWP IN D

.

C

.

DA COLLEGARE ALLA RETE

IN MT NEL COMUNE DI

S

ANTA

C

ROCE

C

AMERINA

(RG)

P r o p o n e n t e :

SOLAER CLEAN ENERGY ITALY 06 SRL

RELAZIONE GEOLOGICA GENERALE

1. PREMESSA ... 2

2. UBICAZIONE ED INQUADRAMENTO CARTOGRAFICO ... 3

2. ASSETTO GEOLOGICO ... 3

3. ASSETTO GEOMORFOLOGICO ... 4

4. ASSETTO IDROGEOLOGICO ... 6

5. ASSETTO TETTONICO STRUTTURALE ... 6

5.1 - Definizione della pericolosità sismica di base ... 7

5.2. Le faglie segnalate nei cataloghi nazionali o cartografate sulle pubblicazioni scientifiche ... 9

6. ORIGINE DEL VINCOLO PER FAGLIA NEL P.R.G. ... 11

7. PROGRAMMA INDAGINI GEOGNOSTICHE ... 13

8. CONCLUSIONI ... 14

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1. PREMESSA

Il sottoscritto Dott. Geol. Giuseppe Avellone, iscritto all’Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia con il n. 1939, ha ricevuto attraverso l’Ing. Rosaria Di Maio per conto della Solaer Clean Energy Italy 01, s.r.l.

con Sede In Via Carlo porta, n.3 Gallarate (VA) l’incarico di eseguire la relazione geologica generale a supporto della “Progettazione e realizzazione di un impianto fotovoltaico della potenza di 8.085 kw in A.C. e di 9.564 kwp in D.C. da collegare alla rete in MT nel comune di Santa Croce Camerina (RG)”.

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico denominato “Impianto FV – Molè” con inseguitore solare monofila distribuito su una superficie totale di circa 20 Ha.

Per una disamina dettagliata del progetto si rimanda alla relazione tecnica a cura dello studio di progettazione.

Il layout di progetto mostrato allo scrivente è caratterizzato dalla presenza di un vincolo per Faglia e relativa fascia di rispetto riportato nel Certificato di Destinazione Urbanistica (di seguito CUD) riguardanti le p.lle 4, 37, 18, 39 e 36 del Fg. 12,. Le Norme Tecniche di Attuazione P.R.G. allegate al CUD rimandano all’art. 74 delle stesse e prescrivono

“inedificabilità assoluta nella fascia di rispetto di mt. 10 a cavallo (cinque per lato) delle linee di faglia”.

La presente relazione è propedeutica alla realizzazione di indagini geologiche programmate con lo scopo di verificare la presenza delle faglie.

Sono allegate alla presente relazione:

 Fig. 1 – Corografia IGMI Scala 1:25.000

 Fig. 2 – Stralcio Topografico C.T.R. Scala 1:10.000

 Fig. 3 – Planimetria catastale Scala 1:2.000

 Fig. 4 – Carta geologica Scala 1:50.000

 Fig. 5 – Cartografia P.A.I. Scala 1:10.000

 Fig. 6 – Carta idrogeologica Scala 1:50.000

 Fig. 7 – Diagramma della storia sismica (fonte DBMI15)

 Fig. 8 – Mappa ASMI (Archivio Storico Macrosismico Italiano)

 Fig. 9 – Zonazione sismogenetica ZS9

 Fig. 10 – Mappa pericolosità sismica

 Fig. 11 – Catalogo delle Faglie Capaci

 Fig. 12 – Mappa DISS (Database delle Sorgenti Sismogenetiche Italiane)

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2. UBICAZIONE ED INQUADRAMENTO CARTOGRAFICO

Il sito di progetto, posizionato ad Est del centro abitato di S. Croce Camerina (RG), è raggiungibile percorrendo la SP N. 37 S. Croce Camerina-Scicli, fino al km 19 circa (Fig. 1). L’area in cui verrà realizzato l’impianto fotovoltaico, complessivamente estesa circa 20 ettari, ricade a quote comprese tra 165 e 120 metri circa s.l.m., nel territorio di S. Croce Camerina (contrada Dammusi e Case Nabiti, Fig. 2).

Dal punto di vista catastale l’impianto risulta ubicato nel F. 12 in porzioni delle p.lle 98, 100, 37, 39,13 e 20 (Fig. 3).

Gli inquadramenti cartografici sono i seguenti:

 scala 1:25.000: Tavoletta I.G.M.I. F° 276 III N.O. "S. Croce Camerina";

scala 1:10.000: Sezione C.T.R. 647150 “S. Croce Camerina”;

 scala 1:2.000: NCEU foglio di mappa n° 12 part.lle n° 98, 100, 37, 39,13 e 20

Le coordinate centrali del sito, ricavate mediante software satellitare (Datum WGS84), sono:

 36.824751° latitudine Nord;

 14.554887° longitudine Est.

2. ASSETTO GEOLOGICO

L’area di progetto ricade nel cosiddetto Plateau Ibleo, un’ampia zona pianeggiante, incisa dall’azione erosiva dei corsi d’acqua, posizionata sud orientale della catena siciliana, oltre il fronte della catena montuosa siciliana. L’area vasta è caratterizzata da rocce sedimentarie tipiche di ambienti marini di piattaforme carbonatica, attraversate attraverso perforazioni profonde, in una successione che va dal Trias, con caratteri sedimentologici di piattaforma carbonatica poco profonda, al Giurassico- Neogene, in cui gli ambienti deposizionali evolvono a successioni di bacino o di margine di piattaforma (cfr. la successione Iblea in letteratura).

Nella locale colonna stratigrafica il sito è interessato da successioni carbonatiche che rappresenteranno il piano di sedime di quanto in progetto; si riconoscono - sub-affioranti perché ricoperte da una modesta

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o nulla coltre eluviale (di spessore massimo 20 cm) - i litotipi della Fm Ragusa, Membro Irminio; sono costituiti da strati di calcareniti grigiastre spesse mediamente da 30 a 60 cm in alternanza con strati calcareo marnosi di uguale spessore (Grasso, 1997 1, Fig. 4).

Le rocce affioranti dal punto di vista stratigrafico sono caratteristiche di un ambiente di piattaforma aperta, di modesta profondità. In qualche caso sono riconoscibili i prodotti della ri-sedimentazione di depositi carbonatici provenienti dalle adiacenti aree di piattaforma con rodoliti algali, foraminiferi bentonici ed echinidi.

3. ASSETTO GEOMORFOLOGICO

Il territorio in esame presenta le caratteristiche morfologiche tipiche dell’altopiano calcareo Ibleo che, a partire dalle quote altimetricamente più elevate che si trovano al margine nord-orientale del territorio comunale (C.da Muraglia, 230 m slm), degrada progressivamente verso le quote più basse fino a raggiungere la quota del livello del mare (Fig.

1). La morfologia dell’area in oggetto è in stretta relazione con la natura dei terreni affioranti nonché con gli eventi di natura tettonica che nel tempo hanno interessato l’intera area. Risulta infatti evidente il controllo esercitato dalla tettonica sulla morfologia che, fondamentalmente, caratterizza gran parte del territorio, determinando una successione di alti e bassi strutturali che hanno influito anche sui processi erosivi, dando vita a fenomeni di ringiovanimento dei corsi d’acqua.

L’assetto morfologico dominante è quello di pianura; in particolare la morfologia monotona è interrotta localmente da blande ondulazioni e superfici di spianamento riferibili alla presenza di terrazzi marini di età pleistocenica, caratterizzati da spianate di abrasione marina senza deposito, alle quote dell’area di progetto. Solo per informazione generale, è il caso di dire che i depositi del terrazzo marino sono stati segnalati invece sopra i terrazzi marini più bassi - lontani dall’area in

1 M. Grasso (1997) – Carta geologica del Settore Centro-Meridionale dell'Altopiano Ibleo. (Provincia di Ragusa - Sicilia sud-orientale), scala 1:50.000. Università di Catania.

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studio - spesso ricoperti da depositi eluviali di spessore superiore al metro

L’idrologia superficiale si è sviluppata prevalentemente per processi di erosione e dissoluzione e gli alvei risultano fortemente incisi (cave) fino a raggiungere talvolta il livello piezometrico, alimentando pertanto la falda invece di drenarla. Il corso d’acqua rappresentativo in zona è il Torrente Grassullo, praticamente privo di affluenti, che decorre nel suo tratto vallivo con andamento NE-SW disegnando anse a volte marcate e che assume un aspetto sinuoso a canali intrecciati (braided) con barre ed isole a valle di Case Nabiti di sotto.

Vincoli regionali di natura geomorfologica ed idrogeologica.

Per verificare gli eventuali vincoli di carattere geologico legati agli strumenti di pianificazione regionale sono state consultate le carte del PAI (per eventuali vincoli legati al Piano per l'Assetto Idrogeologico, Fig.

5) ed il Sistema Informativo Forestale S.I.F. Regione Sicilia, per l’eventuale presenza di aree sottoposte a vincolo idrogeologico ai sensi del R. D. n. 3267/1923.

Dal punto di vista idrografico l’intero territorio comunale di Santa Croce Camerina fa parte delle aree comprese tra il bacino idrografico del Fiume Acate – Dirillo e il bacino idrografico del Fiume Irminio (bacino idrografico PAI n. 081); non risultano censiti dissesti nelle varie tipologie previste dal Piano per l’Assetto Idrogeologico (vedi stralcio carte PAI, Fig. 5). Al di fuori dell’area di progetto, è presente un’area, in prossimità del centro abitato, perimetrata come sito di attenzione per la pericolosità idraulica, cui corrisponde un rischio idraulico R2 che comunque non interessa in alcun modo l’area di progetto.

La consultazione del S.I.F. Regione Sicilia evidenzia che solo le particelle 13 e 20 del Fg. 12 ricadono all’interno di aree sottoposte a vincolo idrogeologico ai sensi del Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923, n. 3267.

L’area oggetto di studio si trova in condizioni morfologiche e geologiche stabili. I modesti movimenti di terra previsti non

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determineranno variazioni rilevanti e modifiche tali da creare pregiudizio alla fattibilità dell’opera ed al rilascio del nulla osta al vincolo idrogeologico in accordo a quanto disposto dalle "nuove direttive unificate per il rilascio del nulla osta al vincolo idrogeologico in armonia con il Piano per l'Assetto Idrogeologico (PAI)" (decreto ARTA 17 aprile 2012, pubblicato sulla GURS n° 18 del 4.5 2012).

4. ASSETTO IDROGEOLOGICO

Le caratteristiche idrogeologiche dell’area in esame sono fortemente correlate all’assetto geologico, in quanto l’acquifero profondo è costituito dalla successione dei depositi carbonatici e localmente marnosi del plateau Ibleo.

La permeabilità in tali litotipi è di tipo secondario per fratturazione e carsismo e risulta caratterizzata da forte trasmissività che in alcuni livelli risulta favorita proprio dalle porzioni carsiche mentre risulta ridotta laddove risultano presenti livelli calcareo-marnosi; i livelli calcareniti presentano anche una permeabilità di tipo primario per porosità (K=10-4 cm/s). La tettonica di tipo distensivo che ha interessato il territorio ha creato vie preferenziali di circolazione idrica ipogea e favorito l’istaurarsi di fenomeni carsici.

La carta della vulnerabilità delle falde idriche del settore sud-occidentale Ibleo redatta dall’Università di Catania e dal CNR alla scala 1:50.000, di cui si allega uno stralcio (Fig. 6, da Aureli et al. 19932), riporta per l’area in esame livelli piezometrici a profondità compresa tra i 100 ed i 150 m dal piano di campagna.

5. ASSETTO TETTONICO STRUTTURALE

L’inquadramento tettonico-strutturale del territorio di Santa Croce Camerina è fornito dall’ampia letteratura geologica che individua in questo settore della Sicilia sud orientale il cosiddetto Plateau Ibleo, l’area

2 Aureli A., Adorni G., Fazio F., Pistorio G., Ruggieri R. e Sciuto L. (1993) – Carta della Vulenrabilità delle falde idriche settore sud-occidentale ibleo (Sicilia S.E.), C.N.R. e Università di Catania, SEL. CA., Florence

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di avampaese e pertanto quella meno deformata nell’ambito della catena orogenica siciliana. Si tratta del settore emerso del Blocco Pelagiano, delimitato da un sistema di faglie normali orientate NE-SO (Lentini et al.

1984 3).

5.1 - Definizione della pericolosità sismica di base

La caratterizzazione e modellazione geologica del sito non può prescindere, in ottemperanza alle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 17.01.2018), da una valutazione della pericolosità sismica del territorio, che costituisce l’elemento di conoscenza primario per la determinazione delle azioni sismiche.

La pericolosità sismica di una zona, in senso lato, è determinata dalla frequenza con cui avvengono i terremoti e dall’intensità che essi raggiungono. In senso probabilistico è la probabilità che un valore prefissato di pericolosità, espresso da un parametro del suolo (quale ad esempio l’accelerazione massima o il grado d’intensità macrosismica), venga superato in un dato sito entro un fissato periodo di tempo.

La storia sismica del territorio di Santa Croce Camerina è stata ricostruita sulla base delle osservazioni disponibili in:

DBMI15, la versione 2015 del Database Macrosismico Italiano (Locati M., Camassi R., Rovida A., Ercolani E., Bernardini F., Castelli V., Caracciolo C.H., Tertulliani A., Rossi A., Azzaro R., D’Amico S., Conte S., Rocchetti E. (2016).

DBMI15, the 2015 version of the Italian Macroseismic Database. Istituto

Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. doi:

http://doi.org/10.6092/INGV.IT‐DBMI15).

Per il territorio di Santa Croce Camerina sono disponibili 11 osservazioni (eventi), limitatamente ai terremoti con intensità epicentrale uguale o superiore a 3, mostrate nella tabella sottostante:

3 F. Lentini, S. Carbone, M. Grasso, I. Di Geronmio, G. Scamarda (1984) - Carta geologica della Sicilia Sud- Orientale, scala 1: 100.000, SEL. CA., Florence.

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Seismic history of Santa Croce Camerina

PlaceID IT_68026

Coordinates (lat, lon) 36.828, 14.525 Municipality (ISTAT 2015) Santa Croce Camerina

Province Ragusa

Region Sicilia

No. of reported

earthquakes 11

Int. Year Mo Da Ho Mi Se Epicentral area NMDP Io Mw

7-8 1693 01 11 13 30 Sicilia sud-orientale 179 11 7.32

2 1903 07 13 08 19 Calatino 46 5 4.14

6 1949 10 08 03 08 Sicilia sud-orientale 32 7 5.1

NF 1978 04 15 23 33 48.15 Golfo di Patti 330 8 6.03

4 1980 01 23 21 Monti Iblei 122 5-6 4.39

5 1990 10 29 08 16 14.35 Stretto di Sicilia 40 4.79

6 1990 12 13 00 24 25.68 Sicilia sud-orientale 304 5.61

NF 2004 05 05 13 39 42.93 Isole Eolie 641 5.42

4 2004 12 30 04 04 50.26 Monti Iblei 48 4 3.82

3 2005 11 21 10 57 40.23 Sicilia centrale 255 4.56

4 2016 02 08 15 35 43.39 Monti Iblei 58 5 4.44

La Fig. 7 mostra il diagramma della storia sismica dell’area; tra questi eventi, risaltano per intensità macrosismica registrata quelli del 1693 (IMCS=7-8)., del 1949 e del 1990 (IMCS=6).

La consultazione dell’Archivio Storico Macrosismico Italiano (ASMI), che rende accessibili informazioni su più di 5000 terremoti in Italia dal 461 d.c. al 2017 (attualmente), consente la visualizzazione della distribuzione degli epicentri dei terremoti limitrofi all’area in studio; la Fig.

8 l’epicentro del terremoto del 1949 e la distribuzione degli epicentri e delle intensità macrosismiche relative in un raggio di 50 km..

Per quanto riguarda la classificazione sismica, il territorio di S. Croce Camerina (Fig. 9) ricade nella Zona Sismogenetica (ZS) 935 (Fronte avampaese ibleo sull’avanfossa e scarpata ibleomaltese), la cui zonazione trae origine dalla carta delle zone sismogenetiche ZS9, approvata dalla Commissione Grandi Rischi del Dipartimento della Protezione Civile il 06 aprile 2004, recepita dalla O.P.C.M. n° 3519 del 28 aprile 2006 e divenuta infine la Mappa di riferimento prevista dal D.M.

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17 gennaio 2018 – Aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni (cfr. Fig. 9, fonte: sito della Regione Siciliana, Dipartimento della Protezione Civile).

La Fig. 10 proviene dal sito interattivo dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), rappresenta un estratto della mappa della pericolosità sismica del Comune di S. Croce Camerina espressa con diversi parametri dello scuotimento su una griglia regolare a passo 0.05°;

la mappa riporta il parametro dello scuotimento: a(g) (accelerazione orizzontale massima del suolo, come definita dall'OPCM 3519/2006, corrispondente a quella che in ambito internazionale viene chiamata PGA), l'unità di misura è g, vale a dire l’accelerazione di gravità, corrispondente a 9,8 m/sec2. I valori di accelerazione massima del suolo (ag) espressa in termini di probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi, per l’area in esame risultano compresi tra 0.125 e 0.150 g.

5.2. Le faglie segnalate nei cataloghi nazionali

La faglia rappresenta una discontinuità che divide due blocchi rocciosi rigidi, che hanno subito uno scorrimento lungo il piano della discontinuità stessa. Ne deriva pertanto che per una corretta identificazione della faglia deve essere documentata la presenza di uno sforzo di taglio parallelo al piano della discontinuità. A tale proposito i metodi di analisi più utili riconosciuti in letteratura sono rappresentati dall’analisi degli indicatori cinematici e/o della eventuale zona di faglia

Le faglie sono molto diffuse in alcune aree della crosta terrestre siciliana e si sono mosse in epoche geologiche a volte molto antiche ed in questo caso nella letteratura scientifica internazionale non sono considerate elemento di pericolosità.

Al contrario, invece le faglie associate a terremoti (sismogenetiche) assumono un ruolo determinante nella pericolosità sismica di una certa area specie se sono capaci.

Per queste ragioni, il Servizio Geologico d’Italia - ISPRA (cioè Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha sviluppato il progetto ITHACA (ITaly HAzard from CApable faults), che sintetizza le

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informazioni disponibili sulle faglie capaci che interessano il territorio italiano. ITHACA adotta la seguente definizione di faglia capace, che tiene conto anche del contesto geodinamico italiano (http://sgi2.isprambiente.it/ithacaweb/FagliaCapace.aspx). Una faglia è definita capace quando ritenuta in grado di produrre, entro un intervallo di tempo di interesse per la società, una deformazione/dislocazione della superficie del terreno, e/o in prossimità di essa. L’età dell’ultimo evento di attivazione di una faglia (last activity) è uno degli elementi discriminanti nella valutazione della “capacità” della struttura. Nell’area in studio una faglia capace deve avere subito uno scorrimento negli ultimi 125 mila anni (dal Pleistocene superiore).

Rimandando per i dettagli dei metodi di analisi e di individuazione delle faglie capaci agli istituti ufficiali di riferimento a livello nazionale (INGV ed ISPRA) si riporta in Fig. 11 la carta delle faglie capaci del settore in studio di Santa Croce Camerina (fonte:

http://sgi2.isprambiente.it/ithacaweb/viewer/index.html)

Nell’area di progetto (evidenziata con il cerchio in giallo) non sono state riconosciute faglie capaci (Fig. 11). Nell’area vasta invece sono state individuate due faglie capaci (cfr. linee rosse indicate in legenda come Normal Fault, cioè Faglie Normali) alcuni chilometri a sud e a nord di Santa Croce Camerina e comunque a distanza di sicurezza dal sito in studio.

Allo scopo di raccogliere ulteriore elemento scientifico sull’eventuale presenza di faglie nell’area in esame è stato consultato il catalogo ufficiale a cura dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (sito:

https://ingvterremoti.com/2019/01/16/diss-ovvero-il-database-delle- sorgenti-sismogenetiche-italiane/).

Il Database delle sorgenti sismogenetiche italiane (DISS Working Group, 2018) è un database georiferito di informazioni di natura sismotettonica. Con il termine sismotettonica si intende il settore disciplinare che si interessa dei rapporti tra la geologia, la tettonica attiva e la sismicità di una data area, e che ha come obiettivo principale

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l’individuazione delle strutture che generano terremoti – le sorgenti sismogenetiche – e la stima del loro potenziale.

Nel DISS si è scelto di caratterizzare esclusivamente sorgenti ritenute in grado di generare terremoti di magnitudo superiore a 5.5 per due motivi principali:

 la magnitudo 5.5 è usualmente considerata il valore “di soglia”

oltre il quale la faglia responsabile dei terremoti assume dimensioni tali da poter essere identificata attraverso le metodologie geologiche;

 in Italia, per via delle tipologie costruttive prevalenti, la magnitudo 5.5 viene usualmente vista come il limite inferiore per cui un terremoto crostale può causare scuotimento tale da creare danni significativi all’edificato.

La Fig. 12 mostra come l’area in studio non sia interessata dalle faglie sismogenetiche individuate nel Database delle Sorgenti Sismogenetiche Italiane (DISS).

Infine è stata consultata la carta geologica riguardante l’area di progetto. A proposito si richiama lo stralcio della carta geologica del settore centro-meridionale dell’Altoòpiano Ibleo a cura del prof. Mario Grasso dell’Università di Catania (Fig. 4 - Carta geologica scala 1:50.000).

Le faglie individuate dal prof. Grasso non interessano l’area in studio.

6. ORIGINE DEL VINCOLO PER FAGLIA NEL P.R.G.

Il vigente Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del comune di Santa Croce Camerina prevede la presenza del vincolo per faglia e relativa fascia di rispetto lungo due faglie che intersecano in direzione NE-SO l’area di progetto. Le Norme Tecniche di Attuazione del PRG, all’Art. 74 (fascie di rispetto delle faglie) specificano che “Sulle tavole di progetto sono riportati i vincoli tratti dalle carte di edificabilità dei suoli che comportano variazioni ai normali limiti di edificabilità secondo le seguenti specificazioni:

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1) Le zone a vincolo di inedificabilità assoluta comprendono:

a)…omississ….

b) La fascia di rispetto di mt. 10 a cavallo (cinque per lato) delle linee di faglia; in tali fascie non potranno insistere manufatti edilizi, ivi comprese quelle in sottosuolo e/o di fondazione, di altezza superiore a metri due che comunque dovranno arretrarsi di mt.

3,00 dalla linea di faglia.

…. omissis….

Le aree comprese nella fascia di rispetto, i cui parametri edilizi potranno essere utilizzate sulle aree rimanenti, potranno essere destinate per garantire la viabilità interna di accesso al lotto dei veicoli o dei pedoni e relativi servizi funzionali (illuminazione, pavimentazione, recinzione, ecc.); potranno realizzarvi infrastrutture tecnologiche (acquedotti, fognature, ecc); aree di parcheggio scoperto, cortili, orti, giardini, ecc.”

Allo scopo di comprendere l’origine e le evidenze geologiche delle faglie è stato consultato, presso l’U.T. del Comune di S. Croce Camerina, lo studio Geologico di supporto al PRG (Allegato 2 al PRG vigente) a firma dei geologi Cassarino G, Torino L. e Vitale E., depositato all’Uff. del Genio Civile di Ragusa in data 20.03.1995.

Lo studio geologico nel paragrafo 6.2.TETTONICA testualmente riporta “Una decina di faglie rilevate sia in campagna che con l’ausilio delle foto aeree. Sono tutte dirette e con piani subverticali e con rigetti che singolarmente non superano i 100 metri. Buona parte dei piani di faglia sul terreno sono evidenti e rappresentati da interruzioni stratimetriche e contatti anomali. …. omississ…”

Quanto sopra riportato dimostra che l’analisi e l’individuazione delle faglie nello studio geologico generale del PRG sono state condotte dagli Autori soltanto attraverso rilevamento sul terreno (quindi mediante l’osservazione in superficie dove l’affioramento lo consentiva) e con l’ausilio delle foto aeree (quindi mediante osservazione dall’alto a distanza). Queste tecniche di indagine sono condivisibili per uno studio che nel 1995 doveva affrontare l’analisi di un territorio comunale molto ampio e con l’approccio metodologico-scientifico di quel tempo.

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Pertanto risulta necessaria la realizzazione di una campagna di indagini specifica e completa attraverso la quale si possa esplorare ed indagare la presenza delle faglie nel sottosuolo, l’esatta giacitura e l’eventuale rigetto lungo il piano di faglia, se presente.

Si ritiene infatti che indagini specifiche di tipo diretto eseguite partendo dall’analisi di superficie e spingendosi nel sottosuolo mediante lo scavo di trincee a sezione obbligata potranno contribuire alla conoscenza specifica dell’area di progetto. Le trincee (due per la faglia più lunga ed una per quella più corta) saranno dimensionate in modo opportuno, verranno scavate nella direzione più adatta, trasversale alla direzione della faglia segnalata nel PRG.

L’osservazione diretta del fronte di scavo consentirà di applicare metodologie di analisi strutturale moderna quali l’analisi del grado di fratturazione, l’individuazione di eventuali zone di faglia (se presenti, in questo caso l’analisi cinematica e la ricostruzione del campo di stress delle strutture deformative) nonché l’esecuzione di prove sclerometriche utili alla caratterizzazione geotecnica dell’ammasso roccioso.

L’analisi diretta della sezione di scavo dovrà essere integrata da prospezioni geofisiche ad alta risoluzione che consentiranno di estendere nel resto dell’area interessata le analisi specifiche condotte lungo gli scavi.

7. PROGRAMMA INDAGINI GEOGNOSTICHE

Allo scopo di verificare con studi geologici specialistici la presenza delle faglie indicate dal PRG, come sopra accennato, è stata programmata una campagna di indagini geologiche e geofisiche. Per presa visione dei luoghi è stata realizzato un preliminare rilevamento geologico-strutturale nell’area di progetto.

Le indagini necessarie ai fini della valutazione della presenza delle faglie sono le seguenti:

1) Scavo di trincee a sezione obbligata (dim. Orientative m 10x1,20 x 2H).

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2) Prospezioni geofisiche di tipo sismico ad alta risoluzione (tomografie sismiche)

3) Prospezioni geofisiche di tipo elettrico ad alta risoluzione (tomografie elettriche)

Ai fini della caratterizzazione geologica e geotecnica dell’area di progetto il piano di indagini comprende inoltre:

1) Prospezioni geofisiche tipo MASW (per la categorizzazione del sottosuolo nei confronti dell’azione sismica)

2) Prove di schiacciamento su campioni di roccia (caratterizzazione geotecnica)

3) Prove sclerometriche sui fronti di scavo (caratterizzazione geotecnica)

8. CONCLUSIONI

La presente relazione riguarda i caratteri geologici, geomorfologici ed idrogeologici dell’area interessata dalla “Progettazione e realizzazione di un impianto fotovoltaico della potenza di 8.085 kw in A.C. e di 9.564 kwp in D.C. da collegare alla rete in M.T. nel comune di Santa Croce Camerina (RG)”.

Lo studio geologico eseguito è propedeutico alla realizzazione di indagini geognostiche programmate sulla base delle esigenze progettuali.

Dalle valutazioni fatte nei capitoli precedenti si possono avanzare le seguenti considerazioni.

* L’assetto geologico del sito di progetto è buono perché caratterizzato da litologie rocciose carbonatiche sub-affioranti, solo raramente ricoperte da ridotto spessore di coperture eluviali di pochi decimetri. I modesti lavori di scavo previsti non andranno a modificare le condizioni di deflusso superficiale delle acque meteoriche né a creare turbativa all’assetto idrogeologico dei terreni profondi.

* La costituzione geologica e l’ubicazione dell’impianto fotovoltaico su una superficie regolare sub-pianeggiante

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condizionano il buon assetto geomorfologico del sito; il giudizio è avvalorato anche dall’assenza di vincoli PAI (Piano Assetto Idrogeologico). I luoghi di cui sopra sono caratterizzati pertanto da un idoneo assetto geomorfologico che si manterrà tale anche in condizioni di progetto: allo stato attuale, nella zona interessata, non sono presenti fenomeni di dissesto, in atto o potenziali, tali da creare pregiudizio per la realizzazione dell’intervento.

* In conclusione l’area oggetto di studio si trova in condizioni morfologiche, idrogeologiche e geologiche favorevoli alla stabilità.

Il vigente Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del comune di Santa Croce Camerina prevede la presenza del vincolo per faglia e relativa fascia di rispetto lungo due faglie che intersecano l’area di progetto.

Considerato che:

- nell’area sono state eseguite attività di rilevamento geologico sul campo ed una analisi preliminare sia delle strutture geologiche affioranti che delle morfologie ad esse correlabili. Si osservano fratture estensionali. Non sono visibili faglie in affioramento.

- tutte le faglie che assumono un ruolo determinante nella pericolosità dell’area segnalate nei cataloghi degli istituti ufficiali di riferimento a livello nazionale (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) o presenti nella cartografia geologica specialistica pubblicata ricadono in aree lontane da quella di progetto;

- soltanto quindi lo studio geologico a supporto del vigente P.R.G.

depositato all’Uff. del Genio Civile di Ragusa in data 20.03.1995 segnala la presenza di due faglie che interesserebbero il layout di progetto.

Per quanto sopra risulta necessaria la realizzazione di una campagna di indagini specifica e completa attraverso la quale si possa esplorare ed indagare la presenza delle faglie nel sottosuolo, l’esatta giacitura e l’eventuale rigetto lungo il piano di faglia, se presente.

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Area in studio

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Area in studio Area in studio

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Area in studio

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Fig. 7 – Diagramma della storia sismica (fonte DBMI15)

Fig. 8 – Mappa ASMI (Archivio Storico Macrosismico Italiano)

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Fig. 10 - Mappa pericolosità sismica - fonte: INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)

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Area in studio

Fig. 12 – Mappa DISS (Database delle Sorgenti Sismogenetiche Italiane) Area in studio

Fig. 11 - Catalogo delle faglie capaci

Riferimenti

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