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Accademia Minima del Teatro Urgente Artigianato teatrale e strumenti di dialogo Città visibili

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Academic year: 2022

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Città visibili

Progetto di mappatura dal basso delle identità culturali nel territorio di San Gimignano.

[...Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo ad un dialogo. ] I. Calvino, Le città invisibili.

Che volto ha la tua città?

A chi pensi quando si parla dei tuoi concittadini?

Che relazione c’è tra la tua biografia e quella degli altri cittadini?

La piazze, le strade, gli scorci, i luoghi simbolici della tua città hanno per tutti i cittadini la stessa valenza?

E’ possibile ridisegnare una geografia unitaria della città a partire dalla narrazione congiunta tra chi ci è nato, chi l’ha scelta, chi ci è capitato, chi vorrebbe scapparne?

Città visibili è un progetto di mappatura dal basso delle identità culturali presenti nella cittadinanza del comune di San Gimignano finalizzato alla prevenzione del disagio ideato da Francesco Chiantese per conto di Accademia Minima del Teatro Urgente; un progetto

suddiviso in moduli, guidato dagli operatori qualificati di Accademia Minima del Teatro Urgente, con il coinvolgimento dei migranti ospiti dei centri SPRAR presenti sul territorio e dei cittadini giovani non impegnati attivamente nella formazione o nel lavoro (Neet), opportunamente formati nella prima fase del progetto.

Città visibili si propone di agire sull’immaginario condiviso di “cittadinanza”, ascoltando i cittadini attraverso gli strumenti di dialogo del “baratto culturale” e restituendo loro una narrazione della città che sia comprensiva e completamente rappresentativa della realtà attuale.

La conoscenza delle reciproche identità culturali e soprattutto la “compartecipazione” attiva alla costruzione di un’identità “collettiva” sono riconosciuti ampiamente come strumenti di prevenzione attiva delle varie forme di disagio che possono nascere all’interno di una comunità.

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In questo progetto, infatti, i destinatari delle azioni di prevenzione sono a loro volta si soggetti attivi operanti all’interno del tessuto relazionale cittadino; una “prevenzione” fatta attraverso

un’”attivazione” che induce ad un senso di responsabilità e di cooperazione.

Il teatro, nelle sue declinazioni, è lo strumento principale del progetto nelle forme e con le modalità descritte in seguito.

Città visibili, nelle sue varie fasi, ha una durata annuale (partirà a dicembre 2017 e terminerà a dicembre 2018, secondo la cadenza indicata in seguito).

Il contesto d'intervento

Secondo i dati dell'osservatorio regionale per i migranti in toscana la presenza di stranieri è triplicata nell'arco temporale degli ultimi dieci anni; dalle circa 100mila presenze del 1997 si passa infatti a quasi 310 mila alla fine del 2008: 309.651 unità, secondo i dati del Rapporto Caritas- Migrantes 2009, pari all’8,4% dell’intera popolazione residente. Secondo le stime Istat questa percentuale è destinata a toccare il 16% nel 2030 ed il 21% nel 2051).

Quasi un terzo degli stranieri vive nella provincia fiorentina (30,4%); seguono Arezzo (10,7%), Pisa (9,9%) e Prato (9,4%).

Se consideriamo l'incidenza sul totale dei residenti è Prato a registrare il valore più elevato (11,8%, una percentuale quasi doppia rispetto al dato nazionale, 6,5%). La comunità

maggiormente rappresentata è quella rumena (64.280 unità); seguono albanesi (61.939 unità), cinesi (26.052 unità) e marocchini (24.146 unità). Interessante è il caso della comunità rumena che in due anni, dopo l’allargamento dell’UE, è più che raddoppiata passando da 27mila a 64mila unità.

Per quanto riguarda il genere, prevale la componente femminile, pari al 51,6% del totale contro un 48,4% di maschi.

L'area senese è quella più “nuova” al fenomeno e quella meno abituata al rapporto numerico tra cittadino autoctono e cittadini provenienti da altri stati; per questo in quest'area, seppure virtuosa in casi specifici, c'è una maggiore difficoltà al dialogo tra le due porzioni di popolazione.

Questo è uno dei motivi per cui abbiamo scelto di operare proprio in quella parte di territorio, privilegiando le piccole comunità, i piccoli paesi della provincia, dove questo dialogo è reso ancora più complesso dalla bassa densità abitativa.

Come prima città di riferimento abbiamo scelto San Gimignano per le sue peculiarità: le sue numerose frazioni con identità culturale riconosciuta come propria costituiscono delle ramificazioni interessanti rispetto allo sviluppo di quella unitaria cittadina; la sua storia di accoglienza ed

integrazione è lunga e diversificata; la persistenza di gruppi “non autoctoni” residenti nel centro storico della città molto ben integrati nel tessuto produttivo locale;

Un elemento da sottolineare è il decisivo contributo dei lavoratori stranieri all'economia toscana (manifatturiero, edilizia, servizi alle imprese ed alle persone): a partire dal 2000 l’ammontare complessivo di lavoratori stranieri in Toscana è più che triplicato, fino a raggiungere, nel 2008, il numero di 209.709 unità (dati Inail).

Le imprese costituite da cittadini stranieri attive sul territorio sono 21.978 (dati Cna al maggio 2009), con una forte specializzazione su base nazionale. Dal punto di vista delle rimesse economiche, nel corso del 2008 (dati Banca d’Italia) i cittadini immigrati hanno inviato dalla regione verso i rispettivi Paesi d’origine un ammontare complessivo pari ad oltre 851 milioni di euro.

Gli istituti scolastici di ogni ordine e grado della Toscana sono stati frequentati nell’anno scolastico 2008/09 da 49.691 alunni stranieri, pari al 10,2% della popolazione scolastica totale (a fronte di una media nazionale del 7%).

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Quella delle nuove generazioni di immigrati costituisce la sfida più rilevante del prossimo futuro dal punto di vista delle politiche migratorie; sono esse infatti il punto di contatto maggiore con le famiglie di nuovi cittadini e tramite tra la cultura locale, a cui spesso facilmente si adeguano, e la cultura di origine che tende ad essere preservata all'interno del nucleo familiare.

Il teatro, come artigianato delle relazioni, può agire attraverso la pratica del “baratto culturale” da facilitatore per uno più semplice svolgimento di quello che è il naturale processo di integrazione, rendendo più agevole il dialogo, ed aiutando le due o più comunità ad interfacciarsi.

Le problematiche vissute dai giovani coinvolti nei fenomeni migratori, legate ad esempio alla loro integrazione nel tessuto relazionale cittadino, vanno di pari passo con le problematiche vissute da molti loro coetanei ed è per questo che, Città visibili, vuole partire proprio dalla costruzione di una relazione di sostegno reciproca tra le due categorie.

La metodologia di intervento

Per sua natura, il teatro, è un facilitatore di relazioni; la condivisione dello spazio, dell'esperienza dell'andare in scena, il dover affrontare assieme il percorso che va da uno stimolo iniziale alla messa in scena in iniziale, costringe in maniera delicata ad un dialogo tra le biografie dei partecipanti.

All'interno del suo bagaglio di tecniche e pratiche, il “baratto culturale” è quello che nasce appositamente per affrontare l'esigenza di far dialogare tra loro due culture e le loro comunità di riferimento. Nato negli anni '70 in Italia ad opera della compagnia Odin Teatret (nata ad opera dell'Italiano Eugenio Barba ad Oslo e successivamente trasferitasi ad Hostelbro in Danimarca) da alcune loro esperienze vissute come comunità “viaggiante” in piccoli paesini della puglia e della sardegna.

Il “baratto culturale”, da noi profondamente studiato e messo in pratica nel corso della nostra biografia, ha la capacità di “allenare” il singolo e la sua comunità al dialogo attraverso degli esercizi e delle pratiche; un dialogo che nasce ad un livello sottostante quello del linguaggio.

Gli strumenti

- Radici: un gruppo di otto/dieci donne ed uomini, in prevalenza giovani, per metà migranti ospiti delle strutture SPRAR sul territorio comunale e per l’altra metà cittadini “neet”.

Ad esse verrà dedicato un percorso formativo, di circa trenta ore, al “baratto culturale” ed assisteranno attivamente i due operatori di Accademia Minima del Teatro Urgente per il proseguimento del progetto; lo scopo di un gruppo di “radici” è quello di cercare di garantire la persistenza del progetto, e la sua crescita, anche quando lo stesso sarà formalmente ultimato lasciando “sul territorio” un gruppo di operatori opportunamente formati ed autonomi.

I partecipanti al gruppo “radici” verranno selezionati tramite incontri diretti dei due operatori di Accademia Minima su segnalazione dell’amministrazione comunale, dei gestori SPRAR, di Culture Attive e delle altre realtà associative sul territorio.

- Fusto: E’ il corpus centrale del progetto; fatto di raccolta materiali attraverso interviste dirette, momenti di baratto di gruppo, documentazione fotografica. Durante questa fase le “radici” agiranno assieme agli operatori di Accademia Minima ed in autonomia. Essenziale durante questa fase sarà l’incontro diretto coi cittadini e la costruzione di relazioni con i “gruppi” di cui è costituita la

cittadinanza (migranti, extracomunitari di prima e seconda generazione, anziani, bambini, etc. etc.

etc.)

- Rami: Una serie di incontri, nuovamente aperti al pubblico, decisamente più pratici, atti a realizzare i due interventi che costituiranno le fasi successive.

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- Fiori: Performance corale di restituzione del lavoro, con almeno cento cittadini, da tenersi in dialogo con l’associazione Culture Attive all’interno del loro evento “Notti lucente 2018” aperto alla città.

- Frutti: Presentazione del libro bianco della cittadinanza, in forma di portale internet, contenente tutti i materiali e le loro rielaborazioni ordinati e consultabili gratuitamente da scuole, università, cittadini. La presentazione sarà accompagnata, a sua volta, da uno spettacolo realizzato assieme ai cittadini volontari ed ai migranti ospiti dello SPRAR durante la “Festa della toscana” 2018.

Gli obiettivi

- La nascita di un piccolo gruppo di facilitatori del dialogo, composti da migranti e cittadini, opportunamente formato che possa portare avanti sul territorio le dinamiche attivate da questo progetto in maniera autonoma ed efficace, in dialogo con l’amministrazione locale e gli altri attori coinvolti.

- Una mappatura efficace delle varie identità culturali di cui è composta la cittadinanza locale attraverso la raccolta di beni immateriali catalogati e consultabili facilmente, che possa servire a tutti i cittadini per riconoscersi all’interno di quella rete di relazioni sociali che è la città ed agevolare il dialogo.

- La prevenzione del “disagio” con particolare attenzione alle categorie direttamente coinvolte (migranti, extracomunitari, neet…) ma con effetti indiretti su tutta la cittadinanza con cui dialogheremo, in più fasi, nella realizzazione del progetto.

Le tempistiche - 30 dicembre 2017

Incontro, selezione e prima formazione del gruppo di “Radici”

- 15 gennaio 2018

Prima comunicazione alla stampa locale e nazionale del progetto - da gennaio a marzo 2018

Realizzazione della parte del progetto chiamata “Fusto”

- fine marzo 2018

Seconda comunicazione alla stampa locale con “call” aperta ai cittadini che vogliano partecipare alle prossime fasi.

- da aprile a giugno 2018

Preparazione della performance “Fiori” per l’evento “Nottilucenti”

- da luglio ad ottobre 2018

Lavori per la preparazione del libro bianco “Fiori”

- 29/30 novembre 2018

Presentazione alla stampa locale e nazionale del libro bianco della cittadinanza e presentazione alla cittadinanza durante la Festa della toscana 2018

- dicembre 2018

Rendicontazione e restituzione all’amministrazione comunale ed agli altri enti coinvolti.

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Main Partner

Culture Attive, associazione culturale Media partner

Radio 3 Network

Realtà istituzionali coinvolte Regione Toscana

Università degli studi di Siena

BILANCIO PREVENTIVO DEL PROGETTO COMMENTATO SPESE PREVISTE

Pubblicità e promozione 350,00

Realizzazione sito/libro bianco/diario di

lavoro 550,00

Noleggio attrezzature e spese per

allestimento 650,00

Acquisto attrezzature non noleggiabili 1500 ,00 Compensi (Operatori, formatori) 2200,00 Ospitalità/trasferimenti (rimborsi

benzina/treno/autobus) 900,00

TOTALE 5350,00

Al fine di iniziare il progetto e relativamente alle azioni che si dovranno svolgere entro il 2017 dovranno essere acquistate le attrezzature necessarie alla formazione del gruppo “radici” in modo che possano essere addestrati ad un corretto utilizzo delle stesse; stiamo parlando di registratori audio di buona qualità (ZOOM H2, H4), un registratore audio-video portatile (camcorder,

videocamera o dslr), ed un piccolo impianto audio (P.A.).

L’acquisto è relativo ad attrezzature non noleggiabili o per cui il noleggio, per tutta la durata del progetto, sarebbe estremamente svantaggioso rispetto all’acquisto.

Sarà inoltre necessario, per lo stesso periodo, acquistare ed implementare il dominio, l’hosting ed il sito internet relativo al progetto nella sua parte aperta esclusivamente al gruppo di lavoro di

“radici”. Tutti gli acquisti saranno fatti al prezzo minimo sul mercato ricavato confrontando un adeguato numero di preventivi.

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Accademia Minima del Teatro Urgente nasce nel 2004 dall’incontro tra Francesco Chiantese ed un gruppo di giovani artisti, provenienti da diverse città italiane, e residenti nella città di Siena per motivi di studio. Dalla prima fase di “collettivo teatrale” si muove velocemente verso un gruppo di lavoro in cui il teatro è visto in due aspetti: la produzione di spettacoli ed azioni formative e l’utilizzo dello strumento teatrale come elemento per la costruzione di un dialogo tra i cittadini ed il territorio di riferimento, le proprie tradizioni, la propria storia e le proprie istituzioni.

Accanto alla realizzazione di spettacoli le cui repliche toccano importanti città italiane ed europee, accanto ad un dialogo con le istituzioni culturali, università, centri ci cultura italiana all’estero, i suoi membri sviluppano attività di “baratto culturale” all’interno di territori privilegiando piccole città dall’importante bagaglio culturale. Dall’isola linguistica di Novara di Sicilia, alla Castiglione d’Orcia dei Maggi tradizionali, alla Pienza di Pio II, passando per Alcamo, Messina, Napoli, Cluj-Napoca.

Negli ultimi cinque anni la pratica teatrale del Baratto Culturale è stata utilizzata per la costruzione di un dialogo tra i cittadini che si trovano a vivere in una più o meno labile sacca di marginalità e la comunità che li ospita; dagli ex internati degli ospedali psichiatrici, agli abitanti di quartieri liminali di grandi città, ai migranti che vivono nelle piccole realtà.

Per farlo, Accademia Minima, si avvale della consulenza di antropologi, psicologi, mediatori culturali, pedagoghi ed ovviamente di teatranti opportunamente formati alla pratica del baratto.

La direzione artistica di Accademia Minima è affidata ancora oggi a Francesco Chiantese

Francesco Chiantese è regista, attore, drammaturgo e pedagogo teatrale.

Incontra il teatro da adolescente come strumento di azione della controcultura napoletana e lo prende in prestito.

Nel suo percorso ha avuto modo di incontrare tra gli altri Claudio Ascoli, Laura Curino, Eugenio Barba, Marcel Marceau, Roberta Carreri, Judith Malina, Hanon Reznicov, Franco di

Francescantonio, Simona Cieri, Mariaclaudia Massari, Tage Larsen, Yoshi Oida, Torgeir Wethal, Julia Varley, Wes Howord, Moni Ovadia, Mimmo Cuticchio, Mamadou Dioume, Yoshi Oida, Michele Monetta, Eimuntas Nekrosius, Nicolai Karpov, Germana Giannini, Peppe Barra, Armando Punzo. Virgilio Sieni, Mario Barzaghi. E' autore di numerosi testi teatrali e del saggio In Limine, Appunti per un Teatro dei sintomi (ed. Lampidistampa).

Attualmente è direttore artistico della compagnia Teatro dei Sintomi e di Accademia Minima (Officina Artigianale di Teatro Popolare).

Si occupa di formazione teatrale tenendo seminari in varie città italiane ed europee, collabora come consulente con alcune compagnie teatrali italiane (Chille de la balanza, Teatro dei venti, Cajka Teatro, Straligut...) e realizza progetti di mediazione culturale attraverso la pratica del baratto culturale e di valorizzazione territoriale per conto di amministrazioni comunali, enti pubblici, centri studi, associazioni.

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