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Astronomia Egizia

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(1)

I

l testo più importante (un compendio di astronomia e astrologia

babilonese) è il MUL.APIN che prende il nome dalla prima costellazione indicata in esso (in lingua sumera mul corrisponde a stella e apin ad aratro)

Stella dell'aratro molto probabilmente la combinazione della

costellazione del triangolo con Gamma Andromedae (nome arabo Almach cfr. slide n.6 della lezionedel 28 settembre scorso)

Il MUL.APIN è costituito da 2 tavolette di cui ci sono pervenute alcune copie

(la più antica risalente al 700 a.C., la più recente al 300 a.C.)

Si presume che l'originale fosse del 1000 a.C. anche se secondo alcuni studiosi

potrebbe essere più antico di quasi 1000 anni.

Il testo della prima tavoletta è stato desunto dal confronto/integrazione di 5 copie (2 delle quali provenienti dalla biblioteca di Assurbanipal).

(2)

Il testo della seconda tavoletta è stato desunto dal confronto

integrazione di 6 copie (3 delle quali provenienti dalla biblioteca di Assurbanipal).

Alcuni studiosi ritengono che ci potesse essere una terza tavoletta (una sorta di appendice) che tuttavia non è stata mai trovata.

Sulla prima tavoletta sono riportate stelle e costellazioni divise in 3 fasce che i babilonesi chiamavano “sentieri”.

I “sentieri” corrispondevano a diverse fasce di latitudine celeste (diversa declinazione, cfr. slide n.17 della lezione del 21 settembre).

Le stelle e costellazioni della prima tavoletta del MUL.APIN sono:

- 33 nella regione settentrionale (con )

- 23 nella regione centrale (con declinazione intermedia) - 15 in quella meridionale (con ) .

δ≥17 ° δ≤−17 °

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- Enlil divinità sumera di vento, aria e tempeste (in sumero En significa Signore e Lil vento o tempesta). Enlil ha separato la Terra, Ki e il Cielo (An) da cui era stato generato, rendendo il mondo abitabile per gli esseri umani. Enlil è anche il Dio che ha mandato il diluvio (universale) sugli uomini.

- An (in sumero, Anu in accadico) il cui nome significa colui che appartiene ai cieli, è , il re degli dei, re delle costellazioni, re degli spiriti e dei demoni, giudice supremo. Ad An è sacro il numero 60.

- Ea (in accadico, Enki in sumero), dio dell'acqua, della saggezza e della magia. I suoi simboli erano la capra e il pesce dalla cui

combinazione scaturisce la costellazione del capricorno.

La triade cosmica unita a Ki costituisce l’insieme delle 4 divinità creatrici.

È interessante osservare come le stelle e le costellazioni delle 3 fasce siano associate alle 3 divinità che costituiscono la triade cosmica :

(4)

Tavoletta n. 1 del Mul-apin (3.3 x 2.4 inches)

British Museum.

Sulle due colonne sono elencate le stelle delle 3

divisioni del cielo (età stimata della tavoletta 1000- 500 a.C.)

1 inch, pollice, corrisponde a 2.54 cm

(5)

Sulla seconda tavoletta si trovano informazioni più tecniche fra queste:

- i periodi di Sole, Luna e pianeti

- le date della levate eliache (*) di Sirio (la data cambiava negli anni perché il calendario babilonese era lunare e quindi di anno in anno, se non si

applicava la correzione la data si spostava in avanti di 11 giorni) - le date corrispondenti a solstizi e equinozi

- lo schema per i mesi intercalari (**)

(*) la levata eliaca è il giorno in cui un astro sorge appena prima del Sole.

(**) I Babilonesi utilizzavano un calendario lunare (12 mesi di 29 o 30 giorni) per un totale di 354 giorni cui aggiungevano un mese secondo uno schema definito in un ciclo di 19 anni (Il ciclo di 19 anni prende il nome da Metone astronomo greco del V secolo a.C. ma i babilonesi avevano conoscenza di questa relazione che utilizzavano per “aggiustare” il loro calendario lunare).

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Esiste anche un reperto più antico (ritrovato nel 1846 nella biblioteca di Assurbanipal) e risalente al 1700 a.C. è l' Enuma Anu Enil letteralmente i giorni di Anu e Enlil tavolette d'argilla in cui per secoli sono stati registrati e fenomeni celesti.

Nell' Enuma Anu Enlil sono riportati fenomeni celesti e meteorologici. Si ritiene che avesse la funzione di ricavare dagli accadimenti

naturali dei presagi e delle previsioni,

Dell' Enuma Anu Enil fa parte la cosiddetta

tavoletta di Venere in cui sono state registrate su un arco temporale di 21 anni le date lunari di inizio e fine del periodo di invisibilità che ha luogo durante la congiunzione del pianeta col Sole.

Tavoletta di Venere 17 x 9 cm (British Museum)

(7)

Nabonassar, fu re di Babilonia dal 747 a il 734 a. C.

Diede grande impulso all’ astronomia e durante il suo regno iniziò un’accurata registrazione dei fenomeni celesti.

la frequenza delle osservazioni astronomiche durante il regno di Nabonossar permise agli

astronomi babilonesi di predire con maggiore accuratezza i fenomeni celesti.

Quando, 900 anni dopo Tolomeo avrebbe scritto

l’Almagesto avrebbe datato gli eventi astronomici a

partire dal primo anno di regno di Nabonassar e precisamente dal

mezzogiorno del 26 febbraio 747 a.C.

(8)

Ai babilonesi o più precisamente ai sumeri da cui i babilonesi avevano preso anche la numerazione a base 60 dobbiamo:

- la divisione del grado in primi e secondi

- la convenzione di dare all'angolo giro il valore di 360°

- la divisione del giorno in ore (e delle ore in minuti e secondi) - l' identificazione delle costellazioni e le associazioni di esse con i mesi.

I babilonesi avevano osservato che sole e pianeti si muovevano lungo una fascia di cielo (eclittica) lungo cui avevano identificato delle costellazioni e che il sole in particolare restava in ciascuna costellazione circa 1 mese

(1°/ giorno di moto apparente, ogni costellazione occupa circa 30°)

Un approfondimento (non proprio chiarissimo!) sull’ origine delle costellazioni si trova nell’articolo di Rogers (pubblicato nel 1998 sul Journal of the British Astronomical Association, vol.108, no.1, p.9-28) che sarà reso disponibile assieme all’altro materiale didattico (slide) del corso.

(9)

Oltre ad aver osservato il moto retrogrado di Marte e Giove, aver previsto i

fenomeni celesti (*) ed aver escogitato un metodo matematico per rappresentare le variazioni di velocità (apparente) del sole, uno studio recente (di Mathieu

Ossendrijver dell' Università Humboldt di Berlino) ha mostrato che gll astronomi babilonesi avevano conoscenze matematiche inaspettate

Ancient Babylonian astronomers calculated Jupiter’s position from the area under a

time-velocity graph

Science ,2016: Vol. 351, Issue 6272, pp. 482-484

(*) la prima registrazione di cui si ha documentazione è

relativa all'eclissi di luna del 19 marzo 721 a.C. ma ai Caldei si deve la scoperta della ripetibilità di eclissi di Sole e di Luna in un dopo un determinato numero di giorni (è il ciclo di Saros termine che nella loro lingua significava

ripetizione).

(10)

Una delle tavolette (risalenti al 2400- 2000 a.C. ) esaminate da

Ossendrijver (il lavoro è durato 13 anni!) contenente le istruzioni per calcolare il movimento di Giove.

Anche l' articolo di Ossendrijver sarà reso disponibile fra il materiale didattico per chi volesse leggerlo.

(11)

Del resto era già noto che i babilonesi erano in grado di calcolare con

buona approssimazione la radice quadrata di 2 e conoscevano il teorema di Pitagora già un millennio prima della nascita del matematico greco che gli ha dato il nome.

Sul lato il numero 30, sulla diagonale 2 numeri 1.414213 e 42.42639 (applicando il

teorema di Pitagora ad un quadrato di lato L si deriva per la diagonale D il valore Se L=30 D= 42.4264D=L

2

Pitagora di Samo (570 a.C ca)

Tavoletta babilonese (1800 a.C ca) conservata all' Università di Yale (USA)

(12)

Questa tavoletta datata intorno al 1800 a.C. (trovata in Iraq agli inizi del 1900) e conservata nella biblioteca della Columbia University di New York contiene un elenco di terne pitagoriche. Si potrebbe pensare che i babilonesi non

conoscessero il teorema di Pitagora ed avessero ottenuto questi numeri semplicemente misurando cateti e ipotenusa ma è la tavoletta della slide precedente con tanto di valore della radice di 2 a far capire che dovevano conoscere il teorema (se no come avrebbero legato la diagonale al lato del quadrato con la radice di 2 ?)

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Secondo Stephenson et al.

(1985),dalla decifrazione di diverse fonti babilonesi risulterebbe che la cometa di Halley sia stata osservata in Mesopotamia, giorno dopo

giorno, nel mese lunare che andava dal 14 Luglio al 11 Agosto dell'anno 87 a.C.Gli annali babilonesi

riportano anche l'esistenza di una coda visibile nel cielo estesa per circa 10 gradi, 20 volte circa il

diametro della Luna piena.Difficile stabilire se avessero correlato questo passaggio al precedente.

L’articolo di Stephenson et.al pubblicato su Nature sarà disponibile, per chi volesse leggerlo, tra il materiale didattico

(*) è il documento più antico relativo alla cometa anche se un testo di storia cinese (lo Shiji) redatto intorno al 100 a.C. attribuisce agli astronomi cinesi l’osservazione e descrizione più antica (239 a.C.) del passaggio della cometa

Tavoletta babilonese del 164 a.C. conservata al British Museum in cui è annotato il passaggio della cometa di Halley (*)

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Astronomia Egizia

(16)

Geb (la Terra) e Nut (il Cielo) fratelli e sposi erano sempre abbracciati e impedivano alla vita di germogliare, per questa ragione, il dio Atum ordinò al loro padre e suo figlio Shu (dio dell’aria, dell’atmosfera e del vento) di dividerli, creando lo spazio tra cielo e terra.

Nut, in quella occasione, formò la volta celeste, sostenuta da Shu, che però fu costretto a conservare perennemente quella posizione.

Dettaglio del papiro di

Greenfield (950 a.C. ca) dal libro dei morti di

Nestanebeitisheru (foglio 87, 93 x 47 cm) conservato al British Museum raffigurante Shu che sorregge la figlia Nut aiutato da due divinità Hehu (8 figli che Shu generò per questo scopo).

In basso Geb (la Terra).

(17)

Nestanebeitisheru era la figlia di un importante sacerdote egiziano.

Il suo libro dei morti donato nel 1910 da Edith Mary Greenfield al Museo britannico è uno dei manoscritti più antichi e completi (96 fogli, in cui è stato “tagliato” il papiro lungo 37 metri) che ci provengono dall’ Antico Egitto.

I libri dei morti (composti dai sacerdoti egizi in un arco di tempo che va dal 1700 al 700 a.C. circa) erano rotoli che dovevano accompagnare e guidare i defunti nel viaggio attraverso il mondo dei morti e aiutarli a raggiungere

l’immortalità.

Per questa ragione contenevano istruzioni, formule rituali magiche, rappresentazioni delle divinità e tutto quanto fosse stato richiesto dal proprietario che ne commissionava la stesura.

Non esiste un libro dei morti che sia uguale all’altro.

(18)

Precedentemente ai libri dei morti le istruzioni e le frasi propiziatorie erano scritte direttamente sui muri delle piramidi.

I testi delle piramidi erano riservati solo ai faraoni e in casi eccezionali (a partire dalla V dinastia) ad alcune delle loro spose .

I testi delle piramidi non contenevano illustrazioni ma soltanto formule rituali scritte in un linguaggio arcaico e oscuro di difficile comprensione.

Nella piramide di Unis (2350 a.C. circa, che apparteneva alla V dinastia) a Saqqara è stato trovato il più antico testo delle piramidi.

Saqqara (localizzata circa 30 km a sud de Il Cairo) era la

necropoli reale (oltre a i faraoni vi furono sepolti per circa 3000 anni anche nobili, generali, funzionari e animali sacrificati).

Sostituita da Giza prima e dalla Valle dei Re poi, rimase un importante luogo di sepoltura.

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La camera sepolcrale di Unis e una parte del testo delle piramidi

(21)

Parte del testo delle piramidi sulla parete sepolcrale del

faraone Teti (2345- 2333 a.C ) VI dinastia a Saqqara

(22)

Atum (o Ra o Atum-Ra) dio del Sole ha generato due gemelli : il già citato Shu e Tefnut dea dell'umidità.

Shu e Tefnut hanno generato Nut e Geb e questi ultimi hanno generato Osiride Seth, Iside e Nefti.

Queste 9 divinità costituite da un dio singolo e 4 coppie di fratelli sposi formano quella che è chiamata la grande Enneade (*) egiziana (della cosmologia eliopolitana in quanto oggetto di culto prevalentemente ad

Heliopolis, un luogo oggi alla periferia de il Cairo, ove si celebrava la divinità e

predominanza del Sole).

Tornando al mito di Geb e Nut

(*) dal greco Enneás (che significa i 9 e che è la traduzione dell’ egizio Psḏt che significa ancora i 9)

(23)

Nell’ antico Egitto esisteva più di una cosmogonia e più di una versione di come le divinità si fossero o fossero state generate. Celebri sono la

cosmogonia di Hermopolis e il “Testo di cosmogonia Menfita”.

La cosmogonia di Hermopilis

(Khemmu in egizio ovvero città degli otto) era fondata, come anche altre, su otto divinità creatrici distribuite in coppie in cui ad un principio maschile si

contrapponeva un principio femminile.

Le coppie erano, in un certo senso, costituite di “forze” contrapposte che insieme raggiungevano l’armonia.

→ Nun e Nunet le acque primordiali

→ Kuk e Keket l’oscurità

→ Huh e Huhet l’illimitatezza

→ Amon e Amonet l’invisibilità Tali divinità erano rappresentate in

origine con testa di rana (i maschi) e di serpente (le femmine)

(24)

Le 8 divinità creatrici della cosmogonia di

Hermopolis rappresentate nel tempio di Dendera.

Come si può vedere si tratta di un particolare di un bassorilevo più ampio.

(25)

Le 8 divinità creatrici avrebbero generato una collina di fango da cui

avrebbero misteriosamente creato il Sole. Le divinità risiedevano nel Caos da cui erano state generate e oltre ad aver creato il Sole dovevano

proteggerlo, nell’Oltretomaba per fare in modo che ogni giorno potesse sorgere.

Il Caos era un liquido primordiale infinito nel tempo e nello spazio buio e invisibile.

Il Sole sarebbe stato generato secondo la religione che si sarebbe diffusa a Tebe da un uovo creato dalle 8 divinità.

A Menfi, invece, si celebrava il culto di Ptah dio creatore e misericordioso (che ha curiose analogie con il Dio cristiano). Tale cosmogonia, su epigrafe, viene datata all’epoca del faraone nubiano Shabaka della venticinquesima dinastia.

(26)

Tornando all’ enneade eliopolitana:

Shu significa “colui che solleva”, ma anche

“asciutto” o “vuoto”.

Originariamente Nut era la dea del cielo diurno, ma poi rappresentò il cielo in generale.

Si pensava che il dio-sole, Ra, fosse ingoiato da Nut dopo il tramonto, e partorito di nuovo all'alba.

Allo stesso modo, Nut divorava ed espelleva le stelle facendole rinascere e, per questo

motivo, era considerata una divinità legata alla resurrezione.

Come tale si trova spesso raffigurata all'interno dei sarcofaghi.

Statua di Shu con aspetto di mummia . Tomba di Tutankhamen (1341: 1323 a.C ca XVIII dinastia), Museo egizio del Cairo

(27)

Esiste una certa confusione legata al dio Sole in Egitto Atum sarebbe propriamente il Sole al tramonto

Ra il Sole a mezzogiorno

e Kephri (molto poco noto) il sole del mattino.

Ricostruzione di una rappresentazione di Atum a destra e Ra a

sinistro presente sulla parete della tomba di Ramses III Atum che durante il suo viaggio notturno tiene a bada il serpente Apopi, incarnazione del male, dipinto sulla parete della tomba di Ramses I d

La questione si complica perché a partire dal 1500 a.C. è lo stesso Atum ad essere rappresentato in forma di serpente !

Per quanto riguarda il nome il dio Sole viene indicato come Ra o Atum-Ra

(28)

E il povero Kephri ? Beh, non è proprio bello !

E alle volte non ha solo la testa di scarabeo ma è rappresentato come uno scarabeo.

Si pensa che l’associazione tra lo scarabeo

stercoraro e il dio Kephri sia dovuta al fatto che lo scarabeo fa rotolare le palline di sterco allo stesso modo in cui il Dio doveva for rotolare il sole all’alba fuori dall’oltretomba

Notate l'ankh simbolo che compare nelle mani delle divinità e che rappresenta il mistero della vita, l'immortalità e l'universo.

(29)

Il viaggio di Atum-Ra e del suo equipaggio (attraverso) Nut avveniva con due barche: quella del giorno e quella della notte e, secondo alcune mitologie egizie, egli aveva emanato anche una figlia, Maat.

Maat

Divinità astratta, simbolo della verità e della giustizia.

Prendeva parte alla cerimonia del giudizio del defunto.

Dea della regola a cui dovevano attenersi uomini, re e dei. Energia coesiva dell’Universo, sovrintendeva

all’Ordine Cosmico.

(30)

Osiride il dio-re dell’Egitto.

Dopo la morte regna

sull’aldilà dove, oltre che

sovrano, è giudice supremo.

È un dio risorto, Re dell’Oltretomba

Iside la dea madre e regina.

Alcuni Testi delle Piramidi mettono in

relazione Iside con Sopdet la dea che per gli Egizi rappresentava la stella Sirio.

Altri testi attribuiscono ad Iside il potere di organizzare il comportamento del Sole della Luna e delle Stelle governando il tempo e le stagioni.

Il mito di Osiride e Iside è narrato da Plutarco (filosofo, scrittore e sacerdote greco vissuto a cavallo del I secolo d.C.) nell’

opera i Moralia

(31)

Osiride e Iside hanno avuto un figlio Horus, (il dio falco) che regna sull’Egitto dopo la morte del

padre. I faraoni sono considerati suoi discendenti.

Osiride (padre di Horus) è stato ucciso dal fratello Seth

dio della siccità e del cattivo tempo, potenza distruttrice, simbolo del

male. Dio del caos.

(32)

Seth era sposato con Nefti protettrice degli uomini nel momento della loro morte. Nefti non amava Seth e

secondo alcune mitologie avrebbe avuto il figlio Anubi da Osiride.

Nefti piange la morte di Osiride (questo era il gesto del dolore per gli Egizi)

Walters Arts Museum Baltimora

Anubi dio sciacallo assiste Horus e

Thot nella

pesatura del cuore dei defunti.

(33)

Una caratteristica saliente delle divinità egizie è il Polimorfismo, ovvero il fatto che una divinità possa assumere più forme (antropomorfa e zoomorfa). In alcuni casi le divinità vengono rappresentate con una forma ibrida mediante corpo

umano e testa di animale. Nel secolo scorso un acceso dibattito ha coinvolto gli Egittologi che volevano stabilire quale tra i due principi (antropomorfo e

zoomorfo) fosse più antico, dal momento che in base alle fonti iconografiche entrambe le rappresentazioni sembrano coeve. Quello che si può affermare con certezza è che le rappresentazioni ibride (a metà tra uomo e animale) sono leggermente più tarde e si attestano a partire dalla II dinastia.

Un esempio è Sobek (dio della fertilità) rappresentato nella sua forma

zoomorfa in una statuetta votiva e nella sua forma ibrida nel tempio di Kom Ombo

(34)

Tempio di Kôm Ombo (dinastia tolemaica)

(35)

In genere le forme zoomorfe sono facilmente identificabili nelle specie

animali, l’unica eccezione è il dio Seth che appare con un iconografia mista che gli studiosi hanno identificato con diversi animali: asino, okapi,

formichiere, o levriero.

Okapi: mammifero artiodattilo giraffide originario del settore nord-orientale della Repubblica Democratica del Congo

In epoca pre dinastica la sua iconografia sembra ricordare un canide.

La figura di Seth appare in generale come caotica e negativa: è

l’uccisore di Osiride e il rivale di Horus. Inoltre gli Egizi accusarono gli Hyskos (cfr. slide n. 48) di

essere adoratori di Seth.

(36)

Tuttavia esiste una rappresentazione di Seth in forma positiva: nel libro dell’

Amduat (il testo che racconta il viaggio notturno del del Sole nella duat, l’oltretomba) egli è sulla prua della barca solare assieme a Thot nell’atto di trafiggere il serpente Apopi in difesa di Atum-Ra.

Si ricordi a tale proposito che alcuni faraoni della XIX dinastia portano il nome di Seti.

In questa immagine, tratta da un papiro che si trova al Museo Egizio del Cairo, sulla barca non c’è Thot, ma solamente Seth che trafigge Apopis

(37)

Thot dio della saggezza, messaggero degli dei.

È il dio della scienza, della scrittura, delle arti magiche e delle fasi lunari.

Statuetta di Thot Museo del Louvre (dinastia tolemaica 332-30 a.C) h 15 cm.

Rappresentato generalmente con

sembianze di ibis e più raramente di babbuino.

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Il già citato Horus (figlio di Osiride e Iside) è spesso incluso nella piccola

enneade, che non contiene obbligatoriamente soltanto 9 divinità . A volte oltre ad Horus sono inclusi (nella piccola enneade) anche Anubi Thot e Maat

L’incoronazione di Ramses III (1186 a.C.) ad opera di Horus e Seth, gruppo statuario conservato al Museo Egizio de il Cairo

A volte, invece, per mantenere il numero di divinità pari a 9 anche nella piccola enneade, Horus e altre divinità di “seconda

generazione” prendono il posto di divinità della grande enneade

(39)

Ed ora un piccolo excursus sulla civiltà egizia:

Nel 10 000 a.C lungo la valle del Nilo esistevano numerosi insediamenti.

Intorno al 3100 a.C. le popolazioni del Nord e Sud del paese costituirono due regni (Basso e Alto Egitto) in quello che viene definito il periodo pre dinastico La storia egizia inizia con l'unificazione dei due regni ad opera di Narmer che fonda la prima dinastia (le dinastie saranno 31 fino alla conquista di Alessandro Magno del 332 a.C. )

(40)

Questo reperto archeologico noto come la tavolozza di Narmer è conservato al

Museo de Il Cairo. Si tratta di una tavoletta in scisto che veniva utilizzata dagli Egizi per il trucco, che era collocato tra i 2 colli degli animali visibili a destra. La tavoletta mostra, su ciascun lato, il faraone Narmer che indossa i copricapi tipici dell’Alto (a sinistra) e Basso (a destra) Egitto.

A sinistra Narmer sta infierendo su un nemico (dall’iconografia si tratta

probabilmente di un libico). Sopra al nemico è presente un falco (simbolo di Horus) appollaiato su una serie di fiori di papiro, simbolo del basso Egitto

(probabilmente segno metaforico della conquista da parte di Narmer). A destra invece, nel pannello in alto, il sovrano si trova in processione assieme auna serie di personaggi che portano degli stendardi che hanno in cima diversi simboli

(probabilmente uno per ogni città conquistata da Narmer).

Si notino, infine, le 4 teste di mucca che rappresentano Hathor

(41)

Hathor è una divinità appartenente alla religione dell Antico Egitto.

Dea della gioia dell' amore della maternità e della bellezza è una delle divinità più

importanti e venerate dagli Egizi.

Il suo culto, di origini preistoriche e

predinastiche si protrasse per tutta la storia egizia assumendo particolare importanza in virtù del fatto che Hathor era ritenuta la madre simbolica dei faraoni).

Statua di Hathor al Museo di Luxor

(42)

Amenofi II (XVIII dinastia) succhia il latte da Hathor (statua conservata al Museo Egizio de il Cairo)

(43)

La dea Hathor (in forma umana ma con le corna di vacca sulla testa) accoglie il faraone Thutmose IV (XVIII dinastia egizia) nell'aldilà . Dipinto nella sua tomba nella Valle dei Re.

Notale che tutte le divinità hanno l'ankh.

(44)

- Periodo Predinastico (3900 - 3150 a.C. ca) detto anche periodo di Naquada (diviso in 3 fasi) precedente l’unificazione dell’Egitto ;

- Periodo Protodinastico (3150 – 2700 a.C. ca) I e II dinastia;

- Antico Regno (2700 - 2200 a.C. ca), III e VI dinastia (*);

- Primo periodo intermedio (2200- 2050 a.C. ca), dalla VII alla X dinastia;

- Medio regno (2050 - 1800 a.C. ca), dinastie XI e XII;

- Secondo periodo intermedio (1800 - 1530 a.C. ca), dalla XIII alla XVII dinastia;

- Nuovo Regno (1530 - 1070 a.C. ca), dalla XVIII alla XX dinastia;

- Terzo periodo intermedio (1070 - 640 a.C. ca), dalla XXI alla XXV dinastia - Periodo tardo (660-332 a.C. ca) dalla XXVI alla XXXI dinastia

La storia egizia viene suddivisa in periodi

(*) Alla IV dinastia appartengono I faraoni Khufu, (Cheope) , Khefren (a cui si deve anche la Sfinge) e Menkhaura (Micerino). La piramide di Cheope detta anche grande piramide è una delle 7 meraviglie del mondo antico.

(45)

- Periodo Protodinastico 3150 - 2700 a.C. ca.

Caratteristiche di questo periodo sono le mastabe tombe monumentali che resteranno in uso anche durante l'Antico Regno ma non saranno più riservate ai faraoni (che preferiranno le piramidi) ma ai dignitari di corte, come i nobili, gli scribi, i sacerdoti e i visir (primi ministri, che avevano il compito di gestire, col mandato del faraone, tutti gli affari ordinari del regno).

La mastaba qui rappresentata è (a Saqqara) quella del faraone Shepsekaf (della VI dinastia ultima dell'Antico Regno). Non è chiaro perchè egli

abbia voluto rompere (intorno al 2400 a.C.) la tradizione piramidale all'epoca già ben

consolidata.

(46)

- Antico Regno 2700 - 2200 a.C. ca

A questo periodo risalgono le piramidi, imponenti monumenti funebri dei sovrani.

La piramidi furono, molto probabilmente un’evoluzione delle mastabe, come suggerito dall'aspetto di quella che è considerata la piramide più antica: la

piramide a gradoni di Djoser (che appare come una serie di mastabe sovrapposte).

A Saqqara si trova la più antica piramide dell’ Egitto quella del faraone Djoser (2700 a.C. ca) appartenente alla III dinastia

(47)

- Primo periodo intermedio 2200 - 2050 a.C ca

È un periodo di sfaldamento dell'unitarietà dello stato faraonico.

I governatori locali (nomarchi) si rendono autonomi ed indipendenti.

Non è chiara la causa della caduta dell'Antico Regno ma sicuramente furono determinanti:

- Il lunghissimo regno di Pepi II (VI dinastia, l'ultima dell' Antico Regno). il Papiro dei Re conservato al Museo Egizio di Torino indica 90 anni di regno, Manetone, storico egiziano vissuto intorno al 300 a.C., attribuisce a Pepi II 100 anni di regno). Alla morte di Pepi II si instaurò una estenuante lotta dinastica;

(Tebe era una città dell'Alto Egitto localizzata fra le odierne Karnak e Luxor)

- le rivalità tra i nomarchi per il potere.

Al termine di questo periodo intermedio sono i principi tebani della XI dinastia a riunificare l'Egitto.

(48)

- Medio Regno 2050 - 1800 a.C. ca.

È considerato una sorta di epoca classica dell'antico Egitto che torna ad essere unito sotto i discendenti dei principi di Tebe che si sostituiscono alle precedenti dinastie.

Durante il Medio Regno il raggio d' influenza dell' Egitto esce al di fuori della Valle del Nilo, con puntate in direzione della Siria e della Palestina.

Intorno al 1800 a.C. l'Egitto entra nuovamente in una fase di instabilità, (detto secondo periodo intermedio) caratterizzato da un rapido susseguirsi di sovrani con regni di breve durata .

Tale instabilità comporterà una nuova rottura dell'unità nazionale anche a causa dell'aumentato potere di principi semiti di origine asiatica (gli Hyksos) insediatisi nella regione del delta del Nilo.

(49)

- Secondo periodo intermedio 1800 - 1530 a.C. ca

In poco piu di due secoli si sussegue un enorme numero di sovrani. La ragione è nella breve durata di molti regni e nella loro contemporaneità.

Diversi sovrani regnano solamente su piccole porzioni del territorio e talvolta (periodo Hyksos) come vassalli di altri.

Anche in questo caso non è chiara la ragione dello sfaldamento dello stato centralizzato.

Quello che è certo è che in questo periodo si ha una forte immigrazione di popoli, in parte egizianizzati (gli Hyskos), che prendono il controllo del delta del Nilo e sconfiggono i sovrani della XIII dinastia (la prima dinastia di questo

secondo periodo intermedio) ntorno al 1674 a.C.

Conseguenza di ciò è che per la prima volta nella sua storia l'Egitto cade sotto il dominio di popoli stranieri, che danno vita alle dinastie XV e XVI.

La lotta per riportare l'Egitto sotto controllo egiziano viene ancora una volta condotta dai principi di Tebe che danno vita alla XVII dinastia (l'ultima di questo secondo periodo intermedio).

(50)

- Nuovo Regno 1530 - 1070 a.C ca.

Con la cacciata degli Hyksos i sovrani di Tebe ripresero il controllo dell’ Egitto e, per evitare altri attacchi da oriente, estesero la loro influenza nella zona dell'alto Eufrate, la regione degli Ittiti.

In questo periodo crebbe il potere del clero legato al dio tebano Amon (*) potere che cominciò a porsi in contrapposizione con quello reale. Per tentare di ridurlo il faraone Amenophis IV (XVIII dinastia, la prima di questo periodo) introdusse una riforma religiosa detta pseudo monoteista in quanto manteneva le antiche divinità ma riservava l’adorazione solo al dio Aton (personificazione del disco solare). Fu il giovane (figlio?) Tutankhamon a cancellare tale riforma religiosa.

Con la XIX dinastia, che comprende i ben noti

Ramses I, Ramses II (che si scontrò con gli Iittiti nella famosa battaglia di Qadesh, Kadesh nella carta ),

sembrò che l'equilibrio tra potere reale e sacerdotale si fosse ristabilito, ma nella seconda parte della dinastia il clero tebano riprese la scalata al potere temporale.

(*) Amon significa il misterioso o il nascosto è un dio creatore )

Aton assomiglia, nella traslitterazione del termine originale itn a Atum (itm) e, inoltre, il fatto che le 2 divinità rappresentino il Sole e il Sole al tramonto può far pensare che siano la stessa cosa. Aton personifica il disco solare ma non viene mai rappresentato in forma umana. A complicare il tutto è l’attribuzione del termine Ra sia a Amon (Amon Ra) che a Aton (Aton Ra)

(51)

Nel suo lunghissimo regno (1279 - 1213 a.C.), il faraone Ramses II espresse tutta la sua potenza con grandiosi monumenti (Abu-Simbel,

Karnak, Luxor). Alla sua morte gli successe il figlio Mineptah, e con lui iniziò la lenta e inesorabile decadenza dell'impero egiziano: l' anarchia interna e l'arrivo delle popolazioni indo-europee iniziarono a rompere il già precario equilibrio interno.

Unica figura di spicco della XX dinastia (l'ultima dinastia del Nuovo Regno) è

Ramses III che riuscì ad impedire alle genti conosciute come Popoli del Mare di travolgere anche l'Egitto, cosa che già era accaduto ad altri imperi come quelli Ittita.

La XX dinastia si chiuse con una serie di sovrani minori che lasciarono spazio alle pretese del clero tebano. La conseguenza fu una nuova divisione

dell'Egitto, che si protrasse per più di quattro secoli.

Particolare del tempio di Luxor con colossi di Ramses II seduti sul trono

(52)

- Terzo periodo intermedio 1070 - 640 a.C. ca

Già sul finire della XX dinastia, durante il regno di Ramses (o Ramesse) XI, il potere regio aveva subito un grave colpo a causa della situazione creatasi nella regione intorno a Tebe dove Herihor, dopo aver assunto la carica di Primo Profeta di Amon l'aveva resa ereditaria (Dinastia dei Primi Profeti di Amon) adottando anche la titolatura riservata al sovrano.

Il fondatore della XXI dinastia, Smendes, che era stato in precedenza visir di Ramesse XI, accettò questa diarchia di fatto e regnò sul Basso Egitto e su parte del Medio.

La situazione si perpetuò per tutto l'arco di tempo coperto dalla XXI dinastia senza mai sfociare in uno scontro aperto.

Questa diminuità sovranità reale ebbe come effetto che le popolazioni libiche entrate in Egitto come prigionieri di guerra al tempo di Ramses III e poi rimaste in qualità di mercenari diedero vita ad una serie di principati semi-indipendenti.

La XXI dinastia si concluse con la totale frammentazione del potere che sarebbe giunto ad avere le tre dinastie successive (dalla XXII alla XXIV) che regnavano contemporaneamente su alcune parti dell'Egitto. Un momento di ripresa sembrò esservi con la XXV dinastia

(l'ultima di questo periodo) i cui sovrani tentarono di riunificare l'Egitto ma furono sconfitti prima dagli Assiri che avevano invaso l'Egitto e poi Psammetico I (primo sovrano della XXVI dinastia).

(53)

- Psammetico I riuscì a riunificare sotto il suo potere l'intero Egitto.

- Nel 524 a.C., durante la XXVII dinastia, i Persiani conquistarono per la prima volta l'Egitto.

- L’ultima dinastia egiziana fu la XXX che iniziò nel 380 e terminò nel 343 a.C.

- La XXXI dinastia fu persiana.

- Nel 332 a.C. gli Egizi chiesero aiuto ad Alessandro Magno. Dichiarato “figlio di Ra” fondò la città di Alessandria che sarebbe divenuta in breve la capitale culturale del mondo antico..

- Alla morte di Alessandro Magno ebbe inizio la dinastia tolemaica che iniziò il processo di ellenizzazione del paese.

- Nei due secoli che precedettero la nascita di Cristo, l'Egitto divenne sempre più debole fino a ridursi (nel 30 a.C.) ad una colonia di Roma.

- Nel 595 d.C., alla morte di Teodosio, l'Egitto entrò a far parte dell'Impero d'Oriente.

(54)

Poco è pervenuto dell’ astronomia Egizia: solo un papiro (il Carlsberg che tratta prevalentemente di medicina ed è conservato all’istituto di egittologia

dell’università di Copenhagen) risalente all’epoca tarda (200 a.C. ca) e contenente scarse annotazioni.

È difficile ricostruire le loro conoscenze che comunque appaiono di gran lunga inferiori a quelle babilonesi.

Non abbiamo annotazioni di dati (posizioni planetarie) né di fenomeni (come ad esempio eclissi o comete)

Non avevano grandi conoscenze o il materiale su cui le annotavano è andato deperito ?

Sappiamo, tuttavia, che gli Egizi furono i primi a sostituire il calendario lunare con un calendario solare che suddivisero in 12 mesi di 30 giorni ciascuno.

(55)

Inizialmente il loro calendario era costituito da 3 stagioni (akhet = inondazione, proye= inverno, shomu= estate) di 4 mesi (da 30 giorni) per un totale di 360 giorni seguiti da 5 giorni supplementari chiamati in egizio quelli che sono fuori dall'anno e detti oggi epagomeni (ossia supplementari) secondo la denominazione greca.

A partire dal Nuovo Regno (1540 1076 a.C ca ) e soprattutto in epoca greco- romana (dal 332 a.C.) ogni mese ricevette un nome proprio

(56)

Il primo giorno dell'anno era fissato in coincidenza con il sorgere 'eliaco', di Sirio la stella “fissa” più luminosa, identificata dagli Egiziani con una dea

chiamata Spdt (o Sopdet, Sothis per i Greci), invisibile in Egitto da 55 a 70 giorni l'anno, a seconda del luogo e del secolo.

Poiché l'anno egizio era più corto di quasi un quarto di giorno rispetto a quello naturale, sarebbe stato necessario inserire ogni 4 anni un giorno intercalare, ma non venne mai fatto.

Un unico tentativo durante il nono anno del regno di Tolomeo III Evergete (238 a.C.), non ebbe successo.

Non si conosce il motivo per cui gli Egizi non vollero introdurre giorni intercalari;

forse la presenza di un giorno supplementare ogni 4 anni era in contrasto con la loro idea di simmetria e avrebbe distrutto l'ordine del calendario, basato su

uniformità e regolarità complete.

Si dice anche che i giorni epagomeni fossero considerati “sacri” in quanto

legati ai 5 figli generati dalla dea del cielo Nut: Osiride , Iside, Seth e Nefti a cui era stato aggiunto Horus che sarebbe stato concepito da Iside e Osiride nel grembo materno.

(57)

A Il Cairo nel 2019 la levata eliaca di Sirio è avvienuta ai primi di agosto

(58)

A Il Cairo nel 3000 aC, la levata eliaca di Sirio sarebbe avvenuta (secondo alcuni testi) intorno al 24 giugno, Questo però non torna con quanto si ottiene con Stellarium (10 luglio). Comunque sia e chiunque sbagli (i tesi o il software) è importante tenere presente “la sostanza” ossia il fatto che a causa del fenomeno di precessione le date degli eventi legati alle stelle si spostano in avanti col passare dei secoli

(59)

Il giorno degli Egizi era suddiviso in 24 ore: 12 notturne e 12 diurne.

La lunghezza delle ore non era fissa, ma variava con la stagione, in modo da avere sempre 12 ore di luce e 12 ore di buio. Pertanto in inverno, le ore diurne erano più corte di quella notturne, mentre in estate accadeva l'opposto.

Il giorno degli Egizi iniziava sempre con il sorgere del sole.

In alcuni testi ogni ora ha uno specifico nome, in altri testi le ore sono identificate con numeri ordinali.

(60)

Le conoscenze astronomiche egizie non possono essere dedotte da papiri astronomici che invece esistono per quanto riguarda la matematica ma solo da raffigurazioni astronomiche che si ritrovano in diverse fonti.

In particolare

- sui coperchi di sarcofagi dell’Antico Regno si trovano rappresentazioni di stelle singole o costellazioni, accompagnati da geroglifici di difficile decifrazione.

- sui coperchi di sarcofagi del Medio Regno fanno la loro prima apparizione gli orologi stellari diagonali

- All’inizio del Nuovo Regno compaiono invece orologi stellari diversi dai

precedenti. Su di essi si trovano indicate le culminazioni superiori delle stelle (transiti al meridiano). Questi orologi vengono perfezionati durante l'ultima (XX) dinastia (del Nuovo Regno).

(61)

Orologio stellare (Museo Egizio di Torino)

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Le Costellazioni

A causa della scarsità di ritrovamenti archeologici di puro carattere astronomico non è facile dare un volto preciso alle costellazioni egizie.

Le pochissime informazioni che abbiamo sono quelle ricavabili dagli orologi stellari riprodotti sui sarcofagi e sui soffitti dei templi.

I primi esemplari di orologi stellari risalgono al 2000 a.C. circa e vi sono

raffigurate principalmente 3 costellazioni: Orione (Osiride), l’Orsa Maggiore (la zampa del Toro) e il Drago (un ippopotamo con un coccodrillo sulla schiena) nonché la stella Sirio (raffigurata nelle vesti della dea Sothis);

La rappresentazione classica greca vede nel cielo il combattimento del cacciatore Orione con il Toro mentre per gli Antichi Egizi questa scena è totalmente diversa. Osiride governava due regni: quello del cielo e quello dell’Oltretomba e nelle bende che avvolgevano le mummie indossa la bianca corona d’Egitto che è la “nostra” costellazione del Toro.

(63)

Senenmut architetto, capo di stato e consigliere della

regina Hatshepsut (XVIII dinastia), diede origine alla tradizione dei soffitti

astronomici che continuò successivamente a Tebe.

Soffitto astronomico della tomba di Senenmut, Deir el Bahari, Tebe

(64)

Soffitto astronomico della tomba di Seti I, (XIX dinastia)

Valle dei Re, Tebe.

(65)

Gli Egizi sapevano che I pianeti erano dotati di movimento rispetto alle stelle fisse e li indicavano in questo ordine Giove, Saturno, Marte, Mercurio e Venere.

Giove era una delle rappresentazioni di Horus, rappresentato con una divinità con la testa di falcone in piedi su una barca e con una stella sulla testa e veniva

chiamato stella risplendente o servitore del sud.

Saturno era ancora una volta un aspetto di Horus e veniva chiamato la stella

orientale che attraversa il cielo o Horus il toro; un’altra rappresentazione era quella del Dio Ptah.

Marte era Horus il Rosso o Horus all’orizzonte.

Mercurio era Seth nel crepuscolo serale ed un altro dio non ben identificato nel cielo mattutino e veniva chiamato il servitore del nord.

Venere è fonte di diverse interpretazioni: Uati come stella serale e Tiu-Nutiri come stella che preannuncia il mattino, ma anche Hathor e Bastet (la dea gatto)

rispettivamente dea dell’amore spirituale e dell' amore fisico.

(66)

- A partire dal 300 a.C. compaiono sui soffitti dei templi i primi zodiaci egizio-

babilonesi (il più famoso dei quali è quello di Dendera e dal 200 a.C.) e i primi papiri, scritti anche in greco tipo astronomico-astrologico e testi planetari contenenti la posizione dei pianeti rispetto alle costellazioni.

In queste ultime fonti si vede chiaramente l’influenza ellenistica.

Lo zodiaco di Dendera (un

bassorilievo del soffitto di una

cappella dedicata a Osiride nel tempio di Hathor a Dendera) è visibile al Louvre.

(67)

Il tempio di Hathor a Dendera

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Lo zodiaco di Dendera riprodotto da un’artista del XIX secolo.

(69)

Ma in Egitto

esistono anche tracce di

qualcosa di

molto più antico che è stato

rinvenuto a

Nabta (nel 1973) nella parte

meridionale del deserto del

Sahara

Edificata intorno al 7000 a.C. da una popolazione di cui non si sa nulla.

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Una coppia di pietre permette di osservare il sorgere del sole al solstizio d'estate.

Nabta è vicina al tropico del Cancro e al solstizio d'estate il sole si trova allo zenit e le pietre non proiettano ombre. Si suppone che questo effetto fosse considerato importante dal punto di vista religioso.

Le pietre piatte sono probabilmente tombe rituali (sotto di esse sono stati trovati scheletri di animali).

Nabta

la Stonhenge dell'antico Egitto

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