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View of La tutela e la gestione delle risorse idriche nell’Appennino centrale e il progetto ReSTART

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Academic year: 2021

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87 Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater (2019) - AS30-407: 87 - 90

DOI 10.7343/as-2019-407

L’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale ha dato avvio al nuovo aggiornamento del Piano di Gestione delle Acque, così come previsto dalla Direttiva quadro sulle Acque 2000/60/CE e dalla normativa nazionale di suo recepi- mento (D.lgs. 152/06 e ss.mm.ii).

Si tratta del riesame del Piano, in sintesi, alla luce dello sco- stamento dello stato ambientale dei corpi idrici dagli obiet- tivi prefissati e della conseguente individuazione di strategie d’azione per il raggiungimento degli stessi.

Le risorse idriche rinnovabili disponibili nel distretto sono di elevata qualità e di notevole quantità. Gli acquiferi più im- portanti sono contenuti nelle dorsali carbonatiche che occu- pano la parte centrale del distretto, con litologie appartenenti alle serie stratigrafiche di piattaforma, transizione e bacino.

I limiti principali delle idrostrutture carbonatiche sono co- stituiti da elementi tettonici, che influenzano anche le princi- pali direttrici di flusso e i punti di emergenza.

In un tale contesto, fortemente influenzato dalla tettonica, il quadro conoscitivo è in continuo mutamento.

Gli eventi sismici che si sono verificati nel 2016 nell’Italia centrale, in particolare quello di magnitudo più elevata del 30 ottobre a Visso, hanno causato importanti modifiche nella circolazione idrica sotterranea e superficiale di tutta l’area dei Monti Sibillini.

La dorsale dei Monti Sibillini ricade in gran parte nel ter- ritorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il cui Ente gestore svolge un’importante azione di tutela e salvaguardia del patrimonio di biodiversità, degli equilibri ecologici, degli habitat e del paesaggio, garantendo allo stesso tempo uno svi- luppo sostenibile delle attività antropiche. E proprio nell’area Parco sono concentrate le principali risorse idriche sotterranee - alimentanti gran parte delle sorgenti e del reticolo idrogra- fico perenne - e che devono essere adeguatamente protette per la loro strategicità.

A tal fine, per l’elaborazione del “Disciplinare per la sal- vaguardia e l’uso compatibile delle risorse idriche” ai sensi dell’art. 164 del D.Lgs. 152/06, già dal 2006 come Autorità di bacino del Fiume Tevere fu stipulato un accordo di program- ma con l’Ente Parco dei Monti Sibillini e con il Dipartimen- to di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Roma

“La Sapienza”, responsabile scientifico Prof. Carlo Boni, per lo

“Studio idrogeologico per l’identificazione e la caratterizzazio-

ne degli acquiferi che alimentano le sorgenti dei corsi d’acqua perenni dei Monti Sibillini”.

Lo studio, partendo da una sintesi di tutte le ricerche ven- tennali di idrogeologia quantitativa effettuate dal Diparti- mento, ha portato alla individuazione dei principali acquiferi, alla definizione dei relativi modelli idrogeologici concettua- li ed alla valutazione delle risorse rinnovabili mediamente disponibili. Per ogni acquifero è stata riconosciuta l’area di alimentazione, il settore saturo, i limiti idraulici, tettonici e stratigrafici, il campo piezometrico, la portata media comples- sivamente erogata dalle sorgenti alimentate, l’infiltrazione ef- ficace e il gradiente idraulico.

In Figura 1 è riportato lo “Schema di sintesi dei modelli idrogeologici concettuali” risultante dallo studio.

Per completare il quadro idrogeologico, nel 2010 è stato condotto uno studio dallo stesso Dipartimento sulla Piana di Norcia, responsabile scientifico Prof. Marco Petitta, con fi- nalità prettamente gestionali, in considerazione dei notevoli prelievi tramite pozzi concentrati nell’area.

A causa degli eventi sismici del 2016 il quadro conoscitivo così ricostruito ha subito delle modifiche. Si sono infatti re- gistrati importanti aumenti di portata lungo i tratti drenan- ti del reticolo superficiale, riattivazioni di tratti di reticolo a causa dell’innalzamento dei livelli piezometri delle falde, di- minuzioni di portata di alcune sorgenti sospese ,e per alcune, il loro completo esaurimento.

È subentrata quindi la necessità di valutare nel dettaglio le modifiche intervenute, a carattere temporaneo o definitivo, e di ricostruire il nuovo quadro conoscitivo come base neces- saria per qualsiasi programmazione e gestione efficace della risorsa.

In tale ottica, l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appen- nino Centrale beneficia del finanziamento, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Isti- tuzionale Fondi 2004-2020, dall’Agenzia di Coesione, per la realizzazione del Progetto ReSTART “ReSilienza Territoriale Appennino centrale Ricostruzione Terrremoto”.

L’obiettivo generale del progetto è l’aggiornamento del qua- dro conoscitivo del territorio colpito dagli eventi sismici del 2016-2017 al fine di rafforzare la capacità di governo delle istituzioni centrali, regionali e locali attraverso la definizione di un modello di rapporti istituzionali, con la collaborazione

La tutela e la gestione delle risorse idriche nell’Appennino centrale e il progetto ReSTART

The protection and management of water resources in the Central Apennines and the ReSTART Project

Manuela Ruisi - Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale – Area Risorsa Idrica

Parole chiave: Piano di Gestione delle acque, modelli idrogeologici concettuali, bilanci idrici, terremoto, Appennino centrale Keywords: Water Management Plan, hydrogeological conceptual model, water balance, earthquake, central Apennines.

notizie dalle Autorità di Bacino

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degli stakeholder pubblici e privati, per la definizione dei pro- cessi di ricostruzione in condizioni di sicurezza idrogeologica e per la gestione sostenibile delle risorse idriche (Figura 2).

I partner del progetto sono le regioni interessate dal sisma, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, il Dipartimento di Pro- tezione Civile, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la struttura del Commissario per la Ricostruzione.

I tre obiettivi principali su cui si sviluppa il ReSTART sono:

1. Supporto tecnico per la ricostruzione post sisma in con- dizioni di sicurezza idrogeologica;

2. Riprogrammazione delle gestione delle risorse idriche a causa degli effetti sismo indotti;

3. Modello pilota della governance per l’aggiornamento costante e continuativo del quadro conoscitivo dei fe- nomeni di rischio.

Fig.1 - Scheme of “The Hydrogeological conceptual models map of the Sibillini Mountains aquifers” extract by “Hydrogeological study for identification and characterization of the Sibillini Mountains aquifers drained by the perennial network streams and rivers”.

Fig.1 - Estratto dello “Schema di sintesi dei modelli idrogeologici concettuali” dello “Studio idrogeologico per l’identificazione e la caratterizzazione degli acquiferi che alimentano le sorgenti dei corsi d’acqua perenni dei Monti Sibillini”.

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Fig.2 - ReSTART project area and surface and groundwater bodies in the Central Apennines District.

Fig.2 - Area del progetto ReSTART e i corpi idrici superficiali e sotterranei del distretto dell’Appennino Centrale..

L’obiettivo 2, centrato sulle risorse idriche, si articola in 5 linee di attività:

• l’implementazione del monitoraggio quali-quantitati- vo dei corpi idrici superficiali e sotterranei;

• l’analisi socio-economica, usi e costi dell’acqua;

• l’implementazione della modellistica idrogeologica;

l’implementazione del modello di bilancio idrico;

• l’individuazione delle criticità e delle azioni per settore di utilizzo della risorsa.

Il progetto si svilupperà nell’arco di tre anni alla fine dei quali si avranno gli strumenti per la valutazione, attraverso la conoscenza delle modifiche intervenute a seguito degli eventi sismici, della reale disponibilità delle risorse idriche rinnova- bili. Il risultato finale dovrà portare alla definizione di nuovi modelli concettuali e dei bilanci idrici dei corpi idrici per una gestione ottimale e sostenibile, favorendo il raggiungimento/

mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale definiti nel Piano di Gestione delle Acque.

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