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Questo progetto di studio nasce da un’esperienza personale che ho avuto
modo di vivere. La mia carriera di studente in Filosofia si è infatti arricchita non
solo dei validi insegnamenti dei docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia di Pisa,
ma anche dell’opportunità di affrontare un anno di studio all’estero, grazie ai
recenti programmi, messi a punto dalla Comunità Europea, per promuovere la
mobilità internazionale.
La possibilità di studiare come ospite al King’s College di Londra, una
delle migliori università del mondo, mi ha offerto prima di tutto l’occasione di
cimentarmi con discipline molto diverse da quelle disponibili nel mio panorama
accademico. Inoltre, la vita in un ambiente multietnico, culturalmente attivo e
profondamente nuovo ha sviluppato in me nuovi stimoli, nonché dubbi e
questioni. In una società fondata su valori, precetti, attitudini, usanze e tradizioni
distinte dalle mie, il confronto con un linguaggio e un mondo differenti ha fatto
nascere in me un profondo interesse per lo studio e l’analisi delle pratiche di
comunicazione interculturale e di integrazione della diversità.
I miei precedenti interessi si erano orientati primariamente verso lo studio
dell’identità, il suo processo di creazione e il suo rapporto con l’ambiente
circostante in cui essa viene ad essere. Sebbene non avessi trovato, fino ad ora, un
punto interessante e originale da cui far partire qualsiasi tipo d’indagine filosofica
su tale concetto, non ho mai mancato di alimentare le mie riflessioni, anche
attingendo dalla variegata coltre disciplinare che ho col tempo accumulato,
versatile e molteplice per lo sviluppo successivo di eventuali ricerche. Il mio
procedere non si è rivelato sterile, dal momento che mi ha permesso di elaborare
un interessante argomento di studio, proprio partendo dalla connessione del
problema dell’identità alla multuculturalità nella prospettiva inter-linguistica.
Quello che, difatti, mancava allo sviluppo dell’idea era lo studio del linguaggio,
che ha incuriosito e arricchito le mie considerazioni proprio durante l’esperienza
di una lingua e di una realtà diverse.
Il dubbio che più frequentemente si affacciava alla mia mente riguardava
la possibilità dell’insorgenza di rappresentazioni della realtà differenti dati due
linguaggi diversi di partenza. Col tempo, grazie al contributo del prof. Carlo
Marletti, relatore della tesi, ho intrapreso la strada verso un nuovo universalismo,
scelta nettamente originale, all’interno un contesto che ha visto una forte rinascita
dell’onda di pensiero relativista. L’autrice di riferimento, che da subito ha destato
in me entusiasmo e passione, mi è stata suggerita dal mio professore: Anna
Wierzbicka.
Nel panorama italiano e, in particolar modo, nella mia realtà universitaria,
non è stato facile reperire notizie, testi, informazioni, spunti critici o anche
soltanto riferimenti. Il rintracciare le fonti bibliografiche è stata senza dubbio
l’impresa più difficoltosa, che non sarei mai riuscita a realizzare senza l’aiuto
personale del mio relatore e di alcuni collaboratori della biblioteca. L’argomento si
è, effettivamente, rivelato originale, proprio perché non ho potuto rinvenire alcun
lavoro, da cui trarre anche solo ispirazione. Non disponendo di conoscenze di
Linguistica e rischiando di sfociare in una trattazione strettamente tecnica
colmabili e quelli che erano i limiti invalicabili. Del mio progetto iniziale di studio
della prospettiva universalista di Wierzbicka resta poco, date le innumerevoli
revisioni e i ripensamenti necessari, viste anche quelle che erano le mie
competenze.
Sono estremamente orgogliosa, tuttavia, dell’esser riuscita a sviluppare
un’indagine forse assai più intrigante di quanto credevo possibile, che punta verso
le possibili applicazioni dei risultati di Wierzbicka alla filosofia, alla
comunicazione e ai prospetti antropologico-psicologici di creazione dell’identità
etnica e personale dell’essere umano. Trovo profondamente interessante questo
soggetto e ritengo sia assolutamente fondamentale una maggiore attenzione,
anche da parte del nostro dipartimento, per lo studio del linguaggio applicato a
questioni filosofico-sociali, ad evitare che, come è accaduto a me, i prossimi
studenti debbano rivedere o restringere i loro interessi. Non so fino a che punto e
se, dati gli ostacoli incontrati, sono riuscita ad elaborare in modo abbastanza
esaustivo e preciso la questione. Posso, però, dire di aver avuto coraggio,
determinazione e fervore, sperando bene che questi aspetti favoriscano le ricerche
future in questo campo, estremamente utile dal punto di vista pratico, e confidare
che non sfocino in una complessiva imprudenza. Sicuramente posso ritenermi
soddisfatta di aver trovato fondamento a questa tesi anche attraverso la mia stessa
persona e le mie esperienze passate.
Colgo l’occasione per ringraziare il mio relatore prof. Carlo Marletti e tutti
gli altri professori e ricercatori che hanno contribuito alla mia formazione e allo
sviluppo dei miei interessi: in particolare il prof. Giuliano Campioni, il prof.
ringraziamento speciale va anche ai suggerimenti che la prof.ssa Flavia Monceri
mi ha implicitamente ispirato, in occasione della mia tesi triennale, e al Dr.
Alessandro Lenci, per la prontezza e la disponibilità ad aiutarmi riguardo agli
aspetti teorici di cui il mio bagaglio culturale non disponeva. E’ importante
ricordare anche tutti coloro che mi ha hanno permesso di realizzare la mia
esperienza di studio a Londra, e coloro che mi hanno sostenuto in quel periodo e
nella convalida degli esami sostenuti all’estero, in particolare il prof. Tiziano
Raffaelli, Victoriya Kolp e dal King’s College: Bach Luu, Sarah Davenport e il
prof. Will Rasmussen.
A questo punto intendo anche ringraziare tutti coloro che hanno
partecipato indirettamente al mio lavoro e che hanno mostrato sostegno, curiosità
ed entusiasmo per questo: Simone Guglielmi, Angela Cavicchioni, Francesco
Landi, prof. Christopher Hughes (King’s College), Gabriella Fornesi e Miria
Chericoni (personale della Segreteria Didattica e della Segreteria Studenti), Fabio
Strufaldi, Sara Scarselli, Francesca Zampagni, Tania Roslik, Gian Luca Grassini,
Giulia Colombini, Luca Mancini, Alessio Dighero e tutti gli altri cari amici e
familiari.
Spero, a questo punto, di contribuire ai futuri sviluppi di questo progetto e
degli spunti teorici che richiama, fornendo ad essi una collaborazione personale,
frutto di un mio vivo desiderio di sperimentare appieno la vita e la cultura di un
altro paese in modo stabile, per poter arricchire, come ritengo sia unicamente
possibile, la mia stessa persona attraverso il contatto e la vicinanza alla diversità.
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...p. 141. Linguaggio e pensiero: lo scarto tra relativismo e universalismo ... p. 18 2. Un mosaico di culture a confronto: lo scarto fra il mondo cui apparteniamo e quello da cui ci diversifichiamo ... p. 22 3. Cultura e comunicazione: lo scarto fra il linguaggio e lo scenario sottostante ... p. 25 4. Il dialogo come mezzo di realizzazione di un’identità etnica e personale: lo scarto fra “io” e “altro” ... p. 30 5. Focalizzare la questione ... p. 35
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... p. 401. Il pensiero come riflesso del linguaggio... p. 41 1.1 L’idea di linguaggio sottostante il relativismo ... p. 41 1.2 Brevi accenni alla famosa ipotesi di Sapir-Whorf... p. 45 2. Il linguaggio come riflesso del pensiero... p. 53
2.1 Prospettiva storica da cui si sviluppa la “lingua mentalis” di Wierzbicka... p. 53
2.2 Pensiamo tutti allo stesso modo? ... p. 60 3. “Lingua mentalis” e “Linguistic thinking”: Wierzbicka e
Whorf tra relativismo e universalismo... p. 64
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p. 711. Al di là del relativismo e dell’universalismo ... p. 72 1.1 La necessità di adozionedi una misura neutra comune contro l’etnocentrismo ... p.72
1.2 I contorni della prospettiva inter-culturale:l’importanza delle storie personali e dei test empirici di valutazione ... p. 79 2. L’alfabeto dei pensieri umani... p. 83 2.1 presentazione ... p. 83 2.2 prospettiva storica ... p. 85 2.3 Dove cercare? ... p. 92 2.4 Caratteristiche e requisiti dei concetti umani
universali... p. 95 3. Dai primitivi semantici agli universali lessicali: il metodo di ricerca in una prospettiva inter-linguistica... p. 103
3.3 Portmanteaus ... p. 112 3.4 Opzioni di valenza... p. 113 3.5 Relazioni non composizionali e polisemie ricorrenti . p. 115 3.6 Resonance ... p. 118 4. Una metodologia fondata su coraggio e fantasia? ... p. 119
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... p. 1211. Natural semantic metalanguage ... p. 122 2. La lista degli universali: ipotesi, incrementi e modifiche nel corso del tempo... p. 130
2.1 Substantives... p. 135 2.1.1 I, YOU... p. 135 2.1.2 SOMONE, SOMETHING ... p. 137 2.1.3 PEOPLE... p. 139 2.1.4 THING, BODY... p. 141 2.2 Determiners ... p. 141 2.2.1 THIS... p. 141 2.2.2 THE SAME, OTHER/ELSE ... p. 143 2.3 Quantifiers... p. 144 2.3.1 ONE, TWO, MANY (MUCH) ... p. 144 2.3.2 ALL... p. 146 2.3.3 SOME ... p. 147 2.4 Mental predicates... p. 150 2.4.1 THINK, KNOW, WANT, FEEL ... p. 150 2.4.2 SEE, HEAR... p. 153
2.5 Speech ... p. 157 2.5.1 SAY ... p. 157 2.5.2 WORDS, TRUE... p. 158 2.6 Actions and events: DO, HAPPEN ... p. 159 2.7 Evaluators: GOOD, BAD ... p. 160 2.8 Descriptors: BIG, SMALL... p. 163 2.9 TIME... p. 165 2.9.1 WHEN, BEFORE, AFTER... p. 165 2.9.2 A LONG TIME, A SHORT TIME ... p. 167 2.9.3 NOW ... p. 169 2.9.4 FOR SOME TIME, MOMENT... p. 171 2.10 SPACE... p. 171 2.10.1 WHERE, UNDER, ABOVE ... p. 171 2.10.2 FAR, NEAR... p. 174 2.10.3 SIDE ... p. 176 2.10.4 INSIDE, TOUCH ... p. 177 2.10.5 HERE ... p. 178 2.11 Partonomy and Taxonomy ... p. 179 2.11.1 PART ... p. 179 2.11.2 KIND ... p. 182 2.12 Metapredicates ... p. 185 2.12.1 NOT ... p. 185 2.12.2 CAN... p. 188 2.12.3 VERY ... p. 189 2.13 Interclausal linkers... p. 191 2.13.1 IF ... p. 191 2.13.2 BECAUSE... p. 192 2.13.3 LIKE... p. 193 2.14 Augumentor: MORE ... p. 194
2.15 Movement, existence, life... p. 196 2.15.1 MOVE... p. 196 2.15.2 THERE IS/ARE ... p. 197 2.15.3 ALIVE (LIVE) ... p. 199 2.16 Imagination and possibility ... p. 201 2.16.1 IF…WOULD ... p. 201 2.16.2 MAYBE... p. 202 2.17 BE (SOMEWHERE), HAVE, BE
(SOMEONE/SOMETHING), DIE ... p. 203 2.18 Considerazioni conclusive ... p. 204 3. Cos’è specifico e cos’è universale? La sintassi del “NSM” .. p. 208 3.1 Sostantivi ... p. 210 3.2 Predicati mentali ... p. 213 3.3 Parole relative al linguaggio ... p. 215 3.4 Azioni, eventi, movimenti ... p. 216 3.5 Esistenza e vita... p. 218 3.6 Determinanti e quantificatori ... p. 219 3.7 Aggettivi valutativi... p. 221 3.8 Aggettivi descrittivi ... p. 222 3.9 Tempo ... p. 222 3.10 Spazio ... p. 224 3.11 Connettivi interclausali ... p. 226 3.12 Operatori proposizionali... p. 228
3.13 Metapredicati ... p. 229 3.14 L’intensificatore MORE... p. 229 3.15 Altri intensificatori... p. 229 3.16 Sostantivi relazionali ... p. 230 3.17 Similitudine ... p. 231 4. Cenni conclusivi e dubbi... p. 232
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... p. 233 1. La distruzione di Babele ... p. 234 1.1 Funzionamento del “NSM” ... p. 234 1.2 Altri esempi d’applicazione del “NSM”... p. 238 2. Esiste una correlazione fra linguaggio e cultura? ... p. 2432.1 Alcune verità svelate dal Natural Semantic
Metalanguage... p. 243 2.2 Temi culturali nella lingua russa: un caso
emblematico ... p.246
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... p. 2531. quanto possiamo essere diversi?... p. 254 1.1 Pragmatica inter-culturale e diversi valori a
confronto ... p. 254 1.2 L’etnocentrismo nello studio dell’educazione e
dell’interazione umana ... p. 260 1.3 La diversità penetra anche nelle strategie comunicative: who is right and who is wrong? ... p. 265
1.3.1 Italiano versus English ... p. 269 2. Le emozioni come artefatti specifici della cultura di
riferimento... p. 274 2.1 Il lavoro di Wierzbicka sulle emozioni... p. 278 2.1.1 Alcuni esempi pratici... p. 281 3. Comunicazione interculturale: in un mondo senza più confini quanto è necessaria allo sviluppo dell’identità? ... p. 287
3.1 Il dialogo individuale si basa sul dialogo interculturale: siamo frutto anche di ciò che non ci appartiene... p. 287
3.2 Due livelli di dialogo: quello con il “sé” e quello con
“l’altro” ... p. 295 3.3 Teoria dei “Cultural scripts”e realizzazione di
un’identità etnica ... p. 299 4. Possibilità di capire se stessi e necessità di tradurre l’altro:
quanto intervengono il “NSM” e la teoria dei
“Cultural Scripts”... p. 304
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... p. 3111. Tradurre ciò che siamo: arricchire se stessi o perdersi?... p. 312 2. Non sappiamo quanto siamo diversi ma sappiamo quanto
siamo uguali... p. 319
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... p. 324Testi di Anna Wierzbicka ... p. 324 Altri testi... p. 325 Riviste ... p. 328 Riviste elettroniche... p. 329 E-books ... p. 330 Articoli, enciclopedie e altre risorse elettroniche ... p. 332 Tesi ed altri elaborati consultati ... p. 332