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INDICE
Capitolo I
L’evoluzione legislativa in tema di criminalità
organizzata
1. Premesse di carattere sostanziale ... 1 1.1 Le prime risposte legislative al fenomeno mafioso sul versante processuale ... 4 1.2 La svolta del 1982: associazione di tipo mafioso e alto commissario antimafia ... 7 1.3 Le ragioni sottese alla formulazione di un nuovo codice e il modo in cui le istanze particolaristiche del crimine organizzato vengono tradotte nel nuovo impianto processuale ... 13 1.4 Art.371 c.p.p.: l’inefficienza di una forma “artigianale” di coordinamento ... 20
Capitolo II
I modelli organizzativi sotto il profilo
investigativo
1. L’innesto del “doppio binario” ... 28 2.Il coordinamento delle forze di polizia e la nascita della direzione investigativa antimafia ... 32 3. Il decreto 367/1991: ampliamento delle ipotesi di connessione e contrasti positivi ... 36 3.1 Le direzioni distrettuali antimafia: profili di specialità ed estensione dell’ambito distrettuale ... 39
ii
3.2 I dubbi relativi alla costituzione della Direzione nazionale antimafia ... 46 3.3 I poteri del Procuratore nazionale antimafia: art. 371 bis ... 51 3.4 Un’ipotesi di sconnessione normativa ... 59
3.5 La direzione nazionale antimafia secondo le altre disposizioni legislative: “una visione integrata” ... 62 3.6 Ulteriore deroga alle regole di determinazione della competenza: il g.i.p. distrettuale ... 66
4. Eurojust: una risposta al crimine globalizzato ... 69
Capitolo III
L’attività di indagine nei processi di criminalità
organizzata
1. Potenziamento delle attività di indagine in termini di restituzione dell’autonomia investigativa alla polizia giudiziaria ... 73 1.1 La durata delle indagini preliminari: termini ordinari e finali .... 76 1.2 La proroga delle indagini preliminari: due distinti procedimenti 80 1.3 Una proposta di modifica al regime di durata delle indagini preliminari ... 85 2. L’importanza delle intercettazioni, quale mezzo di ricerca della
prova, nei delitti di criminalità organizzata: la portata derogatoria rispetto alla disciplina ordinaria ... 89 2.1 La necessità di un controllo ex ante:le intercettazioni preventive 96
2.2 Le intercettazioni quale mezzo per agevolare la cattura del latitante ... 102
3. Un ulteriore distinguo tra reati comuni e reati della criminalità organizzata: intercettazioni mediante captatore informatico ... 103
iii
3.1 La necessità di una definizione processuale di “delitti di
criminalità organizzata” ... 107
3.2 Considerazioni conclusive e prospettive di evoluzione ... 113
Capitolo IV
Profili peculiari delle misure cautelari nei delitti
di criminalità organizzata
1. I principi vigenti nella disciplina delle misure cautelari ... 1172. Il giustificato affievolimento della presunzione di non colpevolezza e la deroga al principio del “minor sacrificio necessario” ... 121
3. L’oggetto del meccanismo presuntivo: estensione e contrazione dei delitti di cui art.275, comma 3 c.p.p. ... 128
3.1 Pronunce seriali di illegittimità parziale dell’art.275, comma 3 c.p.p. ... 132
3.2 Il revirement della Corte Costituzionale per i reati a contiguità mafiosa ... 137
3.3 Gli effetti della mutazione genetica: il passaggio da presunzione iuris et de iure a iuris tantum ... 141
4. La differenziazione sotto il profilo dei termini di durata della custodia cautelare ... 144
5. Legge 16 aprile 2015, n.47: il recupero della custodia in carcere quale extrema ratio ... 145
6. Considerazioni conclusive ... 150
BIBLIOGRAFIA ... 153