• Non ci sono risultati.

La fenomenologia della fenomenologia di E. Fink e il suo problema guida

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La fenomenologia della fenomenologia di E. Fink e il suo problema guida"

Copied!
6
0
0

Testo completo

(1)

UNIVERSITÉ DE TOULOUSE II – LE MIRAIL UNIVERSITÀ DI PISA

Scuole dottorali

ALLPH@

Facoltà di Lettere e filosofia

Unità di ricerca

ERRAPHIS Dipartimento di filosofia

Disciplina ou spécialità :

Philosophie

Discipline filosofiche, ciclo XXII (2007-2009), SSD Filosofia teoretica M-Fil/01

TESI DI DOTTORATO - RIASSUNTO di

Stéphane Finetti

La fenomenologia della fenomenologia di E. Fink e il suo problema guida

Tutors

Alexander Schnell, MCF HRD de ERRAPHIS, Université de Toulouse Alfredo Ferrarin, professeur à l’Université de Pise

Rapporteurs

Antonino Mazzù Luca Vanzago

Altri membri della commissione

Pierre Kerzsberg Luca Vanzago

(2)

Le ricerche svolte in questa tesi vertono sulla « fenomenologia della fenomenologia » di Eugen Fink, di cui la Sesta meditazione cartesiana (1932)1 costituisce l’esposizione principale. Si intende con questo titolo l’analisi fenomenologica della vita fenomenologizzante, dello spettatore fenomenologico che ne è il soggetto e della vita costituente che vi si fenomenalizza. La fenomenologia della fenomenologia analizza in tal senso il modo in cui la vita costituente si fenomenalizza per lo spettatore fenomenologico. Questa forma di analisi fenomenologica era già stata messa in opera da Husserl, in particolare nella seconda parte del corso Filosofia prima (1923/24)2. La fenomenologia della fenomenologia che Fink espone nella Sesta

meditazione ne è una ripresa e una trasformazione.

L’approccio seguito per abbordare la fenomenologia della fenomenologia di Fink si ispira a quello che quest’ultimo aveva adottato nei confronti della fenomenologia husserliana, ad esempio in Lo sviluppo della fenomenologia di Edmund Husserl (1937)3. Non abbiano tentato di comprendere la fenomenologia della fenomenologia attraverso un rendiconto fedele della Sesta meditazione o attraverso una biografia di Fink. Si è trattato invece di comprenderne il senso a partire dal problema che cerca di delucidare o, in altri termini, a partire dalla questione direttrice che vi è sviluppata.

Quest’ultima sembra di primo acchito essere già stata esplicitata nella Sesta

meditazione. Fink l’enuncia infatti sin dal § 4, intitolato « Problema e strutturazione

della dottrina transcendantale del metodo »4, come « questione dell’« essere » trascendentale dell’attività fenomenologizzante » [Frage nach dem transzendentalen

« Sein » des Phänomenologisierens]5. Fink la sviluppa in seguito nei paragrafi successivi della Sesta meditazione, dove tematizza le diverse forme dell’attività fenomenologizzante: l’attività di riduzione (§ 5), l’analisi regressiva (§ 6), la costruzione (§ 7), l’esperienza teorica (§ 8), l’ideazione (§ 9), la predicazione (§ 10) e la scientifizzazione (§ 11). È la stessa questione, infine, che Fink precisa nel § 9 come «

questione dello spettatore fenomenologizzante » [Frage nach dem

phänomenologisierenden Zuschauer] e nel § 11 come « questione dell’essere

1

Hua-Dok II/1.

2 Hua VIII. 3

E. Fink, Nähe und Distanz: Phanomenologische Vorträge und Aufsätze, hrsg. von F.-A. Schwarz, K. Alber, Freiburg/München, 1976. Cfr. anche E. Fink, Phaenomenologica 21, pp. 179-223.

4

Hua-Dok II/1, p. 21.

5

(3)

trascendentale specifico dello spettatore fenomenologizzante » [Fragestellung nach dem

eigenartigen transzendentalen Sein des phänomenologisierenden Zuschauers]6.

Formulando così il problema della dottrina trascendentale del metodo, tuttavia, Fink non esplicita pienamente la forma di attività fenomenologizzante cui si riferisce, né la forma di attività costituente che vi si fenomenalizza. Finché il livello costitutivo che si fenomenalizza per lo spettatore fenomenologico non è esplicitato, infatti, la questione del suo « essere » trascendentale rimane ancora largamente implicita. Abbiamo quindi cercato di esplicitarla a partire dalle indicazioni presenti nella Sesta meditazione. Queste ultime rimandano innanzi tutto alla rielaborazione finkiana delle Meditazioni cartesiane (1931-32)7 e alla fenomenologia diretta che Fink espone ad esempio in

Presentificazione e immagine8. Le stesse indicazioni rimandano inoltre e soprattutto alle

Meditazioni cartesiane (1929)9 e, in generale, alla fenomenologia husserliana. È dunque riferendoci alla fenomenologia diretta di Fink e a quella di Husserl che abbiamo cercato di esplicitare il problema della fenomenologia della fenomenologia finkiana. Le nostre ricerche hanno preso pertanto la forma di una serie di andate e ritorni fra la fenomenologia della fenomenologia finkiana e la fenomenologia husserliana, attraverso la fenomenologia diretta di Fink.

(I) Dopo aver esaminato il senso e la specificità della fenomenologia della fenomenologia finkiana (capitolo I), abbiamo intrapreso nella prima parte delle nostre ricerche una prima andata e ritorno fra la fenomenologia della fenomenologia finkiana et la fenomenologia husserliana del tempo. Come mostrano le ricerche di R. Bruzina su Husserl e Fink10, infatti, la dottrina trascendentale del metodo è strettamente legata alla rielaborazione finkiana dei Manoscritti di Bernau11. È dunque risalendo ai Manoscritti

di Bernau e in generale alla fenomenologia husserliana del tempo che abbiamo cercato

di esplicitare il problema della dottrina trascendentale del metodo. Quest’ultimo si è rivelato essere il problema della fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria (il flusso assoluto nelle Lezioni, il processo originario nei Manoscritti di Bernau, la pre-temporalizzazione del presente vivente nei primi Manoscritti C). Si può formularlo in

6 Hua-Dok II/1, pp. 86 e 110. 7 Hua-Dok II/2. 8 Phaenomenologica 21, pp. 1-78. 9 Hua I. 10

R. Bruzina, Husserl and Fink, Beginnings and Ends in Phenomenology (1928-1938), Yale University Press, New Haven, London, 2004.

11

(4)

prima istanza nel modo seguente: da una parte, la temporalizzazione originaria si fenomenalizza solo in quanto livello costitutivo distinto dal flusso immanente; dall’altra, la temporalizzazione originaria si fenomenalizza solo secondo il livello costitutivo del flusso immanente. Si tratta di capire come la temporalizzazione originaria possa fenomenalizzarsi al contempo come livello costitutivo distinto dal flusso immanente e secondo il livello costitutivo del flusso immanente (capitolo II). Siamo tornati in seguito dalla fenomenologia husserliana del tempo alla fenomenologia della fenomenologia della Sesta meditazione attraverso la fenomenologia finkiana del tempo. Abbiamo analizzato in primo luogo il modo in cui Fink riprende e radicalizza il concetto husserliano di temporalizzazione originaria e il problema della sua fenomenalizzazione. Quest’ultimo si è rivelato consistere nel problema dell’unità della riduzione trascendentale e dell’atteggiamento naturale che ne è la situazione mondana: si è tratta di capire come pensare l’unità della riduzione trascendentale, da una parte, e, dall’altra, della mondanizzazione12 dello spettatore fenomenlogico e dell’ontificazione del suo tema (capitolo III). Abbiamo esaminato in secondo luogo il modo in cui Fink cerca di delucidare questo problema nella fenomenologia della fenomenologia della

Sesta meditazione e quali sono le risorse implicite nella sua delucidazione. Ci siamo

concentrati in particolar modo sui concetti di trascendenza e di Schwingung, che permettono di pensare il doppio movimento di fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria. Questo primo percorso è così riuscito ad introdurci al problema della fenomenologia della fenomenologia finkiana.

(II) Abbiamo intrapreso nella seconda parte delle nostre ricerche nuove andate e ritorni tra, da una parte, la fenomenologia della fenomenologia finkiana e, dall’altra, la fenomenologia husserliana del tempo, dell’intersoggettività e del mondo della vita. Questi ultimi ci hanno permesso di approfondire il problema della fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria. Risalendo di nuovo alla fenomenologia husserliana del tempo, abbiamo approfondito il problema della fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria come problema della fenomenalizzazione della genesi delle essenze immanenti (capitolo V) e della genesi della loro espressione linguistica (capitolo VI): si è trattato di capire dapprima come pensare l’unità della riduzione dell’eidetica e della legificazione, in seguito di capire come pensare l’unità della riduzione della lingua e della su espressione linguistica. Risalendo alla fenomenologia

12

Per la centralità di questo concetto cfr. G. van Kerckhoven, Mundanisierung und Individuation bei E. Husserl und E. Fink, Würzburg, Königshausen&Neumann, 2003.

(5)

husserliana dell’intersoggettività, abbiamo approfondito il problema della fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria come problema della fenomenalizzazione della genesi della comunità inter-monadica (capitolo VII): si è trattato di capire come pensare l’unità della riduzione primordiale (vale a dire per Fink pre-individuale) e dell’individuazione13. Risalendo alla fenomenologia husserliana del mondo della vita, infine, abbiamo approfondito il problema della fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria come problema della genesi della scienza dell’immanenza, che implica al contempo la riduzione dell’idea di scienza e la scientifizzazione. Sono stati ancora una volta i concetti di trascendenza e di Schwingung a consentirci di pensare l’unità di questi doppi movimenti di fenomenalizzazione.

Abbiamo cercato in tal modo in questo percorso di mostrare l’importanza del concetto di Schwingung per la delucidazione del problema della fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria. Questo concetto proviene dalle note di ricerca di Fink, in corso di pubblicazione in Phänomenologisches Werkstatt14, che gettano nuova luce sulla Sesta meditazione. Esso prelude al concetto di « clignotement phénoménologique » che M. Richir sviluppa nella sua interpretazione della Sesta

meditazione, ad esempio nelle Méditations phénoménologiques15. Inoltre, permette di capire che la fenomenalizzazione della temporalizzazione originaria non consiste per lo spettatore fenomenologico a installarsi durevolmente nel livello costitutivo della temporalizzazione originaria, ma ad « oscillare » [schwingen] tra quest’ultimo e il livello costitutivo del tempo immanente16. Questa concezione della fenomenalizzazione, che emerge dalla fenomenologia della fenomenologia finkiana, implica una nuova concezione del rapporto fra l’atteggiamento naturale e l’atteggiamento trascendentale. Considerati nella prospettiva dell’oscillazione fenomenologica, infatti, questi ultimi non

13 Per la centralità di questo concetto, cfr. G. van Kerckhoven, Mundanisierung und Individuation bei E. Husserl und

E. Fink, Würzburg, Königshausen&Neumann, 2003.

14

Eugen Fink Gesamtausgabe, Phänomenologie und Philosophie, Phänomenologisches Werkstatt, hrsg. von R. Bruzina, Karl Alber, Freiburg/München, 2006.

15 M. Richir, Méditations phénoménologiques, Grenoble, Millon, p. 361. Sul rapporto fra il concetto richiriano di

clignotement phénoménologique e il concetto finkiano di Schwingung cfr. M. Richir, Schwingung et phénoménalsation, in Internationale Zeitschrift für Philosophie 1 (1998), p. 52, nonché M. Richir, Temps, espace et monde chez le jeune Fink, in M. Richir & N. Depraz, Eugen Fink. Actes du colloque de Cerisy-la-Salle, 23-30 juillet 1994, pp. 63-74, Amsterdam/Atlanta, Rodopi, 1997, p. 40.

16

Per un’altra interpretazione dell’attività fenomenologizzante come oscillazione [oszillieren], che tiene conto solo in parte e indirettamente delle note di ricerca di Fink, cfr. S.Luft, Phänomenologie der Phänomenologie, Dordrecht / Boston / London, Kluwer Academic Publishers, 2002 (Phaenomenologica 166).

(6)

sono più delle posizioni stabili ove lo spettatore fenomenologico potrebbe installarsi, ma i poli mobili del suo movimento di oscillazione. Non v’è situazione dell’atteggiamento naturale per lo spettatore fenomenologico che dal punto di vista dell’atteggiamento trascendentale e non v’è atteggiamento trascendentale che nella situazione dell’atteggiamento naturale: l’atteggiamento trascendentale e l’atteggiamento naturale non sono nulla all’infuori dell’oscillazione dello spettatore fenomenologico. Allo stesso modo, la prospettiva aperta da Fink implica correlativamente una nuova concezione del rapporto fra livelli di costituzione. Considerati nella prospettiva dell’oscillazione fenomenologica, questi ultimi non sono più dei luoghi separati ove lo spettatore fenomenologico potrebbe installarsi, ma i poli mobili del suo movimento di oscillazione. Il livello superficiale della sfera ontica, ad esempio, non si fenomenalizza per lo spettatore fenomenologico che in quanto costituito nel livello profondo del divenire costitutivo e il livello del divenire costitutivo non si fenomenalizza a sua volta che attraverso la sua apparenza trascendentale nel livello della sfera ontica. Non vi sono livelli costitutivi superficiali e profondi all’infuori del movimento di oscillazione dello spettatore fenomenologico.

Riferimenti

Documenti correlati

Questo cammino dello Spirito, ossia della Ragione che si rivela nella realtà, è fatto dunque di gradini che vengono saliti: è un percorso ascensionale, che va dalla

We also find an enhancement in the extended group for rQSOs (1. Additionally, none of the extended rQSOs are also extended at the FIRST resolution, compared to 75% for the cQSOs,

© The Author(s). European University Institute. Available Open Access on Cadmus, European University Institute Research Repository... Actors on all three levels

A simplified sur- face energy budget model (Caparrini, 2001; Caparrini et al., 2004), ACHAB, that includes this assimilation scheme, has been coupled in this study with a limited

Reforme du secteur de la sécurité et tranquillité sociale : le cas de la Côte d’Ivoire The reform of the sector of security and social tranquility: the case of the Ivory Coast.

There is evidence about the relationship between health status, represented by frailty and comorbidities, and serum T levels in general population, while only one previous

Compared to FSRQs, BL Lacs show systematically lower variability ampli- tudes, brightness temperatures and Doppler factors at lower frequencies, while the difference vanishes

[r]