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vegetale del Parco

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(1)

Quad. 801. Amb. \ppl .• 19 (l(){)HJ:

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Carta della biodi\

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vegetale del Parco

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(2)

Fig. 1 - Il territorio del Parco Nazionale dell'Aspromonte: carta ipsometrica.

delle caratteristiche morfologiche ptu

salienti

dell'Aspromonte sono i "piani" o "campi", terrazzi quater- nari di origine marina o talora continentale, separati da ripi- de scarpate. Essi

si

trovano posizionati

su

quattro livelli

sovrapposti

e appaiono più

evidenti sul

fianco nord-occi- dentale del massiccio. I corsi d'acqua incidono profonda- mente queste strutture, formando vallate

strette e profonde,

notevolmente acclivi. Uscendo da queste vallate i corsi d'acqua ampliano il loro letto dando origine, soprattutto sul versante ionico, a larghe fiumare ciottolose che caratterizza- no il paesaggio della fascia collinare.

Sotto il profilo geologico (Fig. 2) questo territorio si pre- senta piuttosto articolato in conseguenza della sua comples- sa storia geologica e della vastità della regione. Esso fa parte dell'arco Calabro-Peloritano, complesso di rocce cristalline originatosi della catena alpina e sovrascorso su quelle

sedi-

mentarie della catena appenino-maghrebina

(Amodio-

Morello

&

al., 1976). Nella fascia montana prevalgono i substrati cristallini, mentre più in basso sono presenti coltri di rocce sedimentarie. In particolare, la parte centrale del massiccio e le pendici rivolte verso il Tirreno e lo Stretto di Messina sono costituite da gneiss e micascisti del Paleozoico, appartenenti al

Complesso

Calabride. Queste rocce vanno a costituire pure i Monti Peloritani della Sicilia nord-orientale, testimoniando l'esistenza di collegamenti tra queste due aree prima che fossero separate dallo Stretto di Mes ina. A questo nucleo principale si aggiungono altri tipi

di rocce silicee, rappresentati soprattutto da filladi e graniti.

Limitato sviluppo hanno

i calcari

giurassici

di tipo cri-

stallino o dolomitico, che si presentano in masse non molto estese sul versante ionico.

Essi

compaiono in

particolare

presso Gerace, Canolo, Staiti, Pietrapennata, ecc.

Calcari

marnosi grigiastri del Cretaceo compaiono in un lembo di limitata estensione al Piano di Scrisà ad ovest di Ferruzzano.

Alla formazione gessoso-solfifera, risalente al periodo

compreso tra il Miocene superiore ed il Pliocene inferiore,

Fig. 2 - Carta geo-litologica del Parco Nazionale dell'Aspromonte.

7 - Sabbie e conglomerati del Pleistocene; 1 O - Depositi fluvio- lacustri del Plio-pleistocene, 15 - Argille e marne del Pliocene; 26 - Arenarie del Miocene medio-inferiore; 30 - Arenarie e conglo- merati del Paleogene, 35 - Argille del Paleogene; 56 - Calcari e dolomie cristalline del Giurassico; 11 O - Graniti e granodioriti del Paleozoico; 114 - Filladi del Paleozoico; 117 - Granulati acidi e Gneiss biotitici del Paleozoico; 115 - Micascisti e paragneiss; 119 - Gneiss granitoidi; (da Regione Calabria, Centro Cartografico, modificata).

sono da riferire i calcari coralligeni

,

le marne bianche,

i

gessi, le arenarie grossolane, le argille variegate scagliose ed i conglomerati

. Quest'ultimi danno origine una serie di rupi

dalla morfologia

particolare come

Pietra

Cappa.

Sabbie plioceniche

grossolane sono presenti sul versante

dello Stretto con depositi fino

a circa

1.000 m, presso M. Embrisi.

Depositi di

sabbie e conglomerati rossastri costituiscono

i terrazzi

marini quaternari che acquistano il loro

massimo sviluppo sul versante nord-occidentale. Il

mare, infatti, spia-

nava le rocce

litoranee e, con il materiale

portato dai corsi d'acqua,

livellava le asperità della costa, riempiendone

le depressioni

e colmandone le insenature.

Il

sollevamento

della

Calabria si è arrestato

più

volte consentendo

così le

azioni di terrazzamento marino.

Idrografia

I corsi d'acqua in Aspromonte sono in genere

piuttosto

brevi, con piccoli bacini idrografici: essi presentano un regi-

me di tipo torrentizio, in quanto l'alimentazione è in massi-

ma parte dovuta alle precipitazioni

piovose che hanno una

distribuzione

concentrata nei mesi autunnali e

invernali. Il

(3)

reticolo idrografico del massiccio ha una tipica disposizione a raggiera rispetto a Montalto.

Nella fascia montana, grazie alle abbondanti precipita- zioni e alla presenza di numerose piccole sorgenti, i torren- ti ed i ruscelli sono perenni con acqua anche nel periodo estivo. In particolare il Torrente Listi, Menta e Vasi, sono quelli più suggestivi, in quanto attraversano contrade acci- dentate e scoscese dando talora origine a spettacolari casca- te, come le Cascate Maesano sul Menta (Foto 4) e le Cascate Foggiarelle sul Torrente Ferraina.

Climatologia

Il clima dell'Aspromonte appare. molto vario, differen- ziandosi in relazione all'altitudine ed alla esposizione dei versanti. Le temperature medie annue oscillano tra i l 8°C delle zone costiere e i 10°C delle zone montane. Il mese più caldo è agosto, con una temperatura media di ca. 27°C nelle località costiere del ver ante ionie-0. Il mese più freddo è gennaio che nelle stesse località ha una temperatura media di l l ,6°C. Le temperature medie più basse, sia estive sia invernali, si registrano invece a Gambarie (1300 m s.l.m.) e ono rispettivamente di 18,4°C e di 2,4°C. Infine i massimi assoluti oscillano tra i 45,4°C di Ardore, che si trova sul ver-

ante ionico in posizione interna (risentendo, quindi, poco dell'azione mitigatrice del mare) e i 40,9°C di Capo Spartivento. Nel complesso il versante ionico è nettamente più caldo di quello tirrenico.

Le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunno- invemale e variano dai 2.191 mm di pioggia regi trati nella stazione del Santuario di Polsi (786 m s.l.m.) ai poco più di

500 mm della fascia costiera meridionale (Capo dell'Armi, Foto 1 - La fiumara Amendolea, sullo sfondo Montalto.

Foto 2 -Dorsali dell'Aspromonte che sovrastano il Vallone della Madonna.

(4)

Foto 3 - Pietra Cappa sul versante orientale del massiccio aspro- montano.

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Fig. 3 -Carta bioclimatica del territorio aspromontano (da BRULLO

& al., 2001).

550 mm). Le zone più piovose sono quelle montane; in par- ticolare, si superano i 2000 mm di pioggia annui nella zona di Montalto e in prossimità del Passo del Mercante, sopra Cittanova. Le zone più aride con precipitazioni di poco infe- riori a 600 mm annui sono quelle costiere e collinare tra Capo Spartivento e Reggio Calabria. La piovosità della fascia costiera del versante tirrenico è nettamente più eleva- ta rispetto a quella del versante ionico. Questa situazione è da collegare alla prevalenza nel territorio di venti occidentali, ricchi di umidità e apportatori di precipitazioni di notevole intensità, che interessano essenzialmente la costa tirrenica.

Utilizzando la classificazione bioclimatica di Rivas Martinez (RlVAS MARTINEZ & LOIDI ARREGUI, 1999), già ampiamente adoperata in Italia (BIONDI & BALDONI, 1995;

BLASI, 1994, BRULLO & al., 1995) il territorio del parco è riferibile a due distinti macrobioclimi (Fig. 3): la fascia fino ai 1000-1100 m presenta un bioclima di tipo mediterraneo pluviostagionale oceanico, mentre quella posta a quota più elevata e attribuibile al bioclima temperato oceanico.

Ali' interno dell'area a bioclima mediterraneo è possibile

Foto 4 -Cascate Maesano sul Torrente Menta.

individuare i termotipi termo-mediterraneo, mesomediterra- neo e supra-mediterraneo e gli ombrotipi secco, subumido e umido.

La fascia montana, interessata invece da un bioclima di tipo temperato, è caratterizzata da una minore temperatura media annuale e da una più uniforme distribuzione delle pre- cipitazioni durante larco <.teli' anno, così che il periodo di ari- dità estiva risulta assente o inferiore a due mesi. Questa fascia è articolata nei termotipi supratemperato inferiore e superiore.

MATERIALI E METODI

Per la redazione della carta della biodiversità vegetale è stato realizzato un Sistema Informativo Territoriale (GOMARASCA, 1997), nel quale sono state implementate le banche dati sulle tipologie di vegetazione e sulla flora a rischio utilizzando un software GIS. Le banche dati sono correlate ed organizzate su più livelli consentendo l 'aggre- gazione delle aree e quindi la produzione di più carte tema- tiche (SPAMPI ATO & al., 2002). I dati per I' implementazio- ne del SIT sono stati rilevati mediante fotointerpretazione delle varie tipologie vegetazionali su 33 ortofoto a colori in scala 1: 10.000. Il processo di fotointerpretazione è stato effettuato alla scala di 1 :5.000/6.000. L'area minima rappre-

(5)

sentata occupa una superficie di 0,05 ha. Contemporanea- mente sono state avviate indagini in campo per verificare la corretta corrispondenza fra la vegetazione reale e le tipolo- gie fotointerpretate. Il rilievo e l'analisi della vegetazione sono state svolte con la metodologia fitosociologica (BRAUN-BLANQUET, 1964). Per i controlli in campo ci si è avvalsi di un GPS, mediante il quale sono stati presi punti di coordinate all 'intemo di ben definite tipologie. Il lavoro è stato restituito su una tavola in scala 1 :50.000. Per l 'infor- matizzazione ed elaborazione dei dati acquisiti si è fatto ricorso al G.I.S. ArcView® 3.1 ed ArcGIS® 8.1. Le infor- mazioni sulle tipologie della vegetazione sono state archi- viate mediante database su Access® le cui tabelle, successi- vamente, sono state integrate nel GIS.

Nella carta della biodiversità vegetale è riportata l'ubica- zione delle popolazioni delle specie a rischio della flora aspro- montana georeferite mediante un GPS e inserite nel sistema informativo. Per la definizione dello stato di rischio si sono considerati i criteri e le categorie proposte dalla IUCN (2001).

Per la realizzazione della Carta della vegetazione reale è stato definito un sistema tipologico misto basato su valuta- zioni di tipo fitosociologico e fisionomico, già messo a punto per altri documenti cartografici pubblicati per la regione Calabria (Maiorca & al., 2003; 2005). In particola- re, per l'analisi fitosociologica ci si è avvalsi dello studio sulla vegetazione dell'Aspromonte (BRULLO & al., 2001). In appendice 2 viene riportato l'inquadramento sintassonomi- co delle unità citate nel testo in accordo con BRULLO & al.

(I.e.). Si è reso comunque necessario adattare e integrare le tipologie fitosociologiche per meglio rispondere alle esigen- ze della scala di rappresentazione cartografica (1 :50.000).

Nei casi in cui la scala di lavoro non permetteva di carto- grafare le singole associazioni, queste sono state accorpate in unità più comprensive (alleanza, ordine o classi di vege- tazione). In altri casi ancora l'uso antropico del territorio determina tipologie che occupano anche vaste superfici, non definibili dal punto di vista fitosociologico ma solo da quel- lo fisionomico. In altri casi è stato rilevato il mosaico di due o più tipologie che alla scala di lavoro non sono cartografa- bili singolarmente. E' il caso ad esempio delle formazioni forestali che costituiscono la matrice dentro la quale si tro- vano, dispersi a mosaico, gli aspetti di degradazione quali i cespuglieti; in questi casi si è rappresentato il mosaico piut- tosto che le singole tipologie.

In totale sono state individuate 62 tipologie di vegeta- zione e di uso del suolo che sono riportate in appendice 1.

Queste a loro volta possono essere articolate in sottotipolo- gie nel caso formino mosaici (vedi carta), nei quali, però, rappresentano l'aspetto dominante.

Le informazioni sulle tipologie di vegetazione sono state archiviate in un database dove per ciascuna di esse sono indicati: codice numerico di riferimento gerarchizzato;

nome in italiano della tipologia; sintaxon fitosociologico di riferimento; tipologia fisionomica; tipologia forestale (se esistente); zona e fascia bioclimatica; riferimento ai sistemi di classificazione europei (habitat della direttiva CEE 43/92, habitat CORINE Biotopes e tipologia di uso del suolo Land Cover CORINE), struttura della fitocenosi; ecologia; specie guida; ruolo dinamico; distribuzione nel territorio del Parco;

problemi di conservazione. Nella appendice 1, tratto da tale database, sono elencate le tipologie di vegetazione ordinate in base al codice numerico per un più facile riscontro. Per

ciascuna tipologia sono indicati, oltre all'inquadramento fitosociologico, i riferimenti ai principali sistemi di classifi- cazione europea della copertura vegetale prima citati.

CONSIDERAZIONI SULLA FLORA

La flora vascolare del Parco Nazionale dell'Aspromonte è nel complesso mediamente conosciuta, in particolare per le zone montane è abbastanza ben conosciuta, mentre per quelle collinari si ha una conoscenza generica (BERNARDO &

al., 2005). Manca però una specifica opera analitica che esa- mini complessivamente la flora di questo territorio, né d'al- tra parte esiste una flora regionale dalla quale attingere dati.

Numerosi sono, però, i contributi alla conoscenza floristica pubblicati da vari autori che si sono occupati della Calabria meridionale e indirettamente del Parco Nazionale dell'Aspromonte soprattutto tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900; tra questi autori sono da ricordare PORTA (1879), MACCHIATI (1884), PASQUALE (1897, 1904, 1905, 1906, 1907, 1908), ZODDA (1899), NICOTRA (1910). Anche Gussone si occupò della flora aspromontana. Alcune osser- vazioni sono riportate in Plantae Rariores (GussoNE, 1828).

Quest'autore produsse anche un manoscritto sulla flora aspromontana che però andò disperso dal tipografo (SANTANGELO & al., 1997). Gussone, contrariato da questa vicenda, abbandonò l'idea di pubblicare la flora aspromon- tana; restano presso l'erbario di Napoli i campioni d'erbario da lui collezionati.

Più di recente sono state condotte una serie di ricerche, tuttora in corso, che hanno consentito di apportare un sostanziale contributo alle conoscenze floristiche e tassono- miche di quest'area (BRULLO & al. 1996, 1997, 2001, 2002).

Nel corso di queste ricerche sono state studiate e descritte alcune specie appartenenti ai generi Salix, Allium, Crepis, Adenocarpus, Alchemilla, Epipactis, Silene, Armeria, Centaurea, Limodorum, ecc. Sono state inoltre rinvenute numerose specie precedentemente sfuggite alle osservazio- ni dei botanici (SCELSI & SPAMPINATO, 1994; 1997;

CAMERIERE & al., 2004).

Le attuali conoscenze permettono di stimare la flora vascolare presente nel territorio del Parco in circa 1500 taxa specifici e sottospecifici. Per tutta la Regione Calabria sono stimate 2636 taxa (CONTI & al., 2005); quindi oltre il 50%

della flora regionale è rappresentata nel Parco Nazionale dell'Aspromonte. L'elevata ricchezza floristica di questo ter- ritorio è da collegare ad una serie di fattori attuali e storici.

In particolare, un ruolo determinante è giocato dalla posizio-

ne geografica del massiccio aspromontano, posto al centro del Mediterraneo, ed in connessione con la regione europea tramite la catena appenninica, con il sud-ovest del Mediterraneo mediante la Sicilia e con il Mediterraneo orien- tale tramite la Puglia. Questa posizione ha favorito nel corso dell'era Terziaria e Quaternaria il sovrapporsi di flore di diversa origine che almeno in parte si sono adattate differen- ziando stirpi locali a vari livelli (specie, sottospecie e varie- tà). L'elevata diversità in specie vegetali è legata anche alla eterogeneità ambientale attualmente riscontrabile nel territo- rio del parco, diretta conseguenza delle sue caratteristiche geomorfologiche e climatiche. Sotto quest'ultimo aspetto, nell'ambito del territorio del Parco coesistono due zone bio- climatiche ben distinte: la zona mediterranea, estesa dCJ. livel- lo del mare fino a circa I 000 m, e quella temperata che si svi-

(6)

luppa da circa 1000 m in su. Ciascuna zona climatica ospita flore con sostanziali differenze non solo ecologiche ma anche corologiche. La variabilità climatica è accentuata dalle caratteristiche orografiche del territorio. Notevoli sono inol- tre le differenze climatiche tra i versanti tirrenici, più umidi e freschi, e quelli ionici, più caldi e aridi; ciò determina una netta differenziazione nel popolamento floristico dei due ver- santi. La presenza inoltre di una certa varietà di substrati geo- pedologici e di una complessa e accidentata morfologia con- tribui cono a creare habitat differenziati nei quali si localiz- zano specifiche flore, contribuendo ad aumentare la biodi- versità del territorio.

Specie di particolare interesse fitogeografico

Tra le specie che compongono la flora di un territorio, assumono particolare interesse fitogeografico le endemiche (Foto 5), quelle al limite di areale e quelle rare.

Le specie endemiche costituiscono l'elemento più signi- ficativo e caratterizzante la flora di un determinato territo- rio; si tratta spesso di specie rare e in conseguenza di ciò possono essere anche minacciate di estinzione. Come messo in evidenza da PIGNATTI (1994), l'Aspromonte è uno dei ter- ritori italiani con maggior numero di specie endemiche.

Infatti, i taxa endemici presenti nel Parco Nazionale dell'Aspromonte possono essere stimati intorno al 5% del- 1' intera flora. L'elevata ricchezza in specie endemiche può essere spiegata con il fatto che questo territorio è molto anti- co e nel complesso, analogamente alle altre montagne dell'Appennino meridionale, è stato per lungo tempo isola- to dagli altri territori europei e mediterranei. Questi fattori hanno permesso autonomi processi evolutivi che hanno por- tato all'attuale contingente di specie endemiche.

Qui di seguito sono riportati i taxa endemici presenti nella flora del parco distinti per livello di endemismo. Per la nomenclatura si è fatto riferimento a Co TI & al. (2005), altrimenti a Pignatti ( 1982).

Endemiche aspromontane:

Anthemis pulvinata

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Allium pentadactyli

Brullo, Pavone &

Spampinato,

Armeria aspromontana

Brullo, Scelsi &

Spampinato,

Agrostis canina

L. subsp.

aspromontana

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Alchemilla austroitalica

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Centaurea ionica,

Brullo,

Centaurea pentadactyli

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Centaurea poeltiana

Puntillo,

Crepis aspromontana

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Dianthus brutius

Brullo, Scelsi &

Spampinato subsp.

brutius, Dianthus vulturius

Guss. & Ten ubsp.

aspromontanus

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Epipactis aspromontana

Bartolo Pulvirenti & Robastsch,

Genista brutia

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Hieracium aspromontanum

Brullo, Scelsi & Spampinato, Ranunculus

spicatus

Desf. subsp.

aspromontanus

(Huter) Greuter &

Burdet,

Sa/ix ionica

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Sa/ix oro- potamica

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Sedum annuum

L.

subsp.

gussonei

Brullo, Scelsi & Spampinato,

Silene cala- bra

Brullo, Scelsi & Spampinato.

Endemiche calabresi (presenti anche nel resto della regione):

Abies alba

Mill. subsp.

apennina

Brullo, Scelsi &

Spampinato,

Anthemis calabrica

(Arcang.) Brullo, Scelsi &

Spampinato,

Adenocarpus brutius

Brullo, De Marco &

Siracusa,

Helianthemum rupinculum

Huter, P. & R.,

Epipactis schubertiorum

Bartolo, Pulvirenti & Robatsch,

H

ypericum calabricum Spreng.,

Limodorum brulloi

Bartolo

& Pulvirenti,

Lereschia thomasii

(Ten.) Boiss.,

Salix brutia

Brullo & Spampinato,

Soldanella

calabrella Kress.

Endemiche siculo-calabre: Acinos alpinus (L.) Moench subsp.

meridionalis

(Nyman) P.W. Bali,

Adenostyles allia- riae

(Gouan) A. Kem. subsp.

macrocephala

(Huter, P & R.) Wagenitz & 1. Miii!.,

Barbarea

sicula C. Presi,

Carlina nebrodensis

Guss. ex DC.,

Cirsium

vallis-demonii Lojac.,

Micromeria

consentina (Ten.) N. Terracc.,

Pinus nigra

Amold subsp. calabrica (Land.) E. Murray,

Plantago humi- lis

Jan ex Guss.,

Polygala preslii

Spreng.,

Quercus petraea

(Mattuschka) Liebl. subsp.

austrotyrrhenica

Brullo, Guarino

& Siracusa,

Oncostema sicula

(Tineo ex Guss.) Speta.

Endemiche Italia meridionale: Acer neapolitanum Ten.,

Alnus

cordata (Loisel.) Loisel.,

Bromus caprinus

Kemer ex Hack.,

Campanula fragilis

Cirillo,

Cerastium granulatum

(Huter, P & R.) Chiov.,

Leontodon intermedius

Huter, P & R.,

Onobrychis alba

(Waldst & Kit) Desv. subsp.

echinata (G.

Don) P.W. Ball,

Picris scaberrima

Guss.

Silene echinata

Otth,

Scorzonera hispanica

L. subsp.

neapolitana

(Grande) Greuter,

Endemiche Italia meridionale e Sicilia:

Anthemis arvensis

L. subsp. sphace

lata

(C. Presl) R. Fem.,

Antirrhinum siculum

Mili., Arabis rosea DC,

Aristolochia clusii

Lojac., Artemisia campestris L. subsp. variabilis (Ten.) Greuter,

Bellevalia dubia

(Guss.) Kunth subsp.

bois- sieri

(Freyn) Feinbr.,

Bellis margaritaefolia

Huter, Dianthus

gasparrinii

Guss.,

Dianthus longicaulis Ten.

,

Dianthus rupicola

Biv. subsp.

rupicola, Erucastrum virgatum

C.

Presi,

Euphorbia

corallioides L.,

Euphorbia ceratocarpa

Ten.,

Heracleum

sphondy

lium

L. subsp.

elegans

(Crantz) Schubl. & G. Martens,

Helleborus bocconei

Ten. subsp.

inte rmedius

(Guss.) Greuter,

Lathy rus odoratus L., Micromeriafruticulosa

(Berto!.) Silic,

Ophrys exaltata

Ten.

ssp. exaltata,

Petrorhagia saxifraga

(L.) Link subsp.

gasparrinii

(Guss.) Pign.,

Scorzonera villosa

Scop.

subsp.

columnae

(Guss.) Nyman,

Silene italica

(L.) Pers.

subsp.

sicula (Ucria) J

eanm.,

Thalictrum

calabricum Spreng.,

Tolpis virgata

(Desf.) Bertol. subsp.

grandiflora

(Ten.) Arcang.,

Vìola aethn

ensis (DC.) Strobl subsp.

messanensis

(W.Beker) Merxm. & Lippert.

Endemiche Italiane: Ajuga tenorei C. Presi,

Arisarum proboscideum

(L.) Savi,

Bunium petraeum

Ten., Biscutella

maritima

Ten.,

Cardamine

chelidonia L.,

Cerastium tomen- tosum

L.,

Chaerophy llum

calabricum Guss.,

Crocus longi- florus

Raf.,

Digitalis lutea

L. subsp.

australis

(Ten.) Arcang.,

Euphorbia amy gdaloides

L. subsp.

arbuscula

Meusel,

Epipactis meridionalis

H. Baumann & R. Lorenz,

Hieracium macranthum

(Ten.) Zahn,

Galium aetnicum

Biv.,

Linaria purpurea

(L.) Mili.,

Phleum ambiguum

Ten.,

Pimpinella ani-

soides V. Brig.,

Pulmonaria apennina

Cristof. & Puppi,

Quercus amplifolia

Guss.,

Teucrium siculum

(Raf.) Guss.

In considerazione della posizione geografica occupata dal massiccio aspromontano nella catena appenninica, numerose specie della flora di questo territorio si trovano al limite del loro areale. In particolare, diverse specie sono dis- tribuite lungo l'Appennino, arrivano fino ali' Aspromonte e sono poi assenti in Sicilia. Talora queste specie tendono a segregare nella Calabria meridionale delle particolari stirpi locali, spesso distinte anche a livello morfologico e attribui- te a subspecie endemiche. E' il caso ad esempio dell'abete bianco

(Abies alba)

che si rinviene con una particolare sub-

(7)

Foto 5 -Specie endemiche: a) Adenocarpus brutius, b) Alchemilla austroitalica, c) Anthemis calabrica, d) Hieracium aspromontanum, e) Chaerophyllum calabricum, f) Salix ionica, g) Sedum annuum subsp. gussonei, h) Soldanella calabre/la.

(8)

specie apeninnica,

(Brullo

&

al., 2001) tipica delle monta-

gne calabresi. Anche la rovere (Quercus petraea) è presente con

una

specifica

sottospecie (subsp. austrothyrrhenica)

(BRULLO &

al., 1999), che evidenzia gli specifici adatta- menti di questa specie alle montagne mediterranee.

Quest'ultima sottospecie si rinviene anche sui rilievi sicilia- ni dei Nebrodi e delle Madonie.

Tra le

specie

al limite di areale che, distribuite lungo l'Appennino, hanno in Aspromonte il limite meridionale del loro areale italiano, sono da ricordare: Aconitum lycoctonum

L.

emend. Koelle (=A. Lamarckii Rchb.), Carpinus betulus

L.,

Chrysosplenium dubium Gay ex Ser., Digitalis ferrugi- nea

L.,

Digitalis lutea

L.

subsp. australis (Ten.) Arcang.

(=

D. micrantha Roth), Epipogium aphyllum Sw., Festuca paniculata

(L.)

Schinz

&

Thell. subsp. paniculata, Lilium bulbiferum

L.

subsp.

croceum (Chaix) Jan, Narcissus poeti- cus L.

subsp. poeticus, Pedicularis comosa

L.,

Pulmonaria apennina Cristof.

&

Puppi, Solidago virgaurea

L. subsp.

virgaurea.

Altre specie al limite del loro areale provengono invece dal Mediterraneo orientale come: Asyneuma trichocalycinum (Ten.) K. Maly

(=

Campanula trichocalycina Ten.), Bupleurum gracile d'Urv., Fritillaria messanensis Raf., Lathraea clandestina

L.,

Ptilostemom gnaphaloides (Cirillo) Sojak:, Quercus frainetto Ten., Stellaria nemorum

L.

subsp.

montana (Pierrat)

Berher,

Stachys tymphaea Hausskn., Saponaria

calabra

Guss., o da quello occidentale come Digitalis purpurea

L.,

Lavandula multifida

L.,

Wahlenbergia lobelioides

(L.

f.) Link subsp. nutabunda (Guss.) Murb., Tuberaria lignosa (Sweet) Samp., Viola parvula Tineo.

Un particolare gruppo di specie al limite del loro areale sono quelle degli ambienti aridi del mediterraneo meridio- nale che si localizzano poco fuori dal perimetro del Parco nella stretta fascia costiera ionica dell'Aspromonte meridio- nale e che sono assenti nel resto della Penisola Italiana; fra questi si annoverano Aristida adscensionis

L.

subsp

. coeru-

lescens (Desf.) Auquier

& J.

(=A. coerulescens Desf.), Aizoon hispanicum

L.,

Fagonia eretica

L.,

Tricholaena teneriffae

(L.)

Link, ecc.

Flora vascolare a ri schio d i estinzione

In questa analisi si è ritenuto dare particolare enfasi alle specie a rischio di estinzione (Foto

6),

a tal fine sono state analizzate le popolazioni presenti nel parco e nelle imme- diate vicinanze evidenziandone distribuzione e consistenza.

Per la definizione delle specie a rischio di estinzione si è fatto riferimento in primo luogo alle liste rosse nazionali e regionali: "Lista rossa della flora d'Italia" (CONTI

&

al., 1992), "Liste rosse regionali della flora d'Italia" (CoNTi

&

al. 1997), inoltre si è tenuto conto anche di valutazioni basa- te su dati inediti. Le attuali conoscenze sulla flora dell'Aspromonte hanno permesso di definirne lo stato di conservazione della flora vascolare. In totale sono stati cen-

siti 73 taxa specifici o sottospecifici a rischio di estinzione,

così distribuiti nelle classi di rischio previste dall' I.U.C.N.

(2001):

- gravemente minacciate (CR): 2, - minacciate (EN): 5

- vulnerabili (VU): 24

- potenzialmente minacciate (NT): 42

Rispetto al totale della flora del parco, stimata in 1500

taxa, quelli minacciati ne rappresentano

circa

il 4

%.

Per l'intera Regione Calabria

sono state

censite 216

specie a

rischio (CONTI

&

al., 1997), di

cui

un quarto si trovano nel territorio del Parco dell'Aspromonte.

Specie gravemente minacciate di estinzione (CR):

Osmunda

regalis L.,

Veronica

scutellata L.

Specie minacciate di estinzione (EN): Helianthemum

rupinculum

Huter, P.

&

R., Paeonia mascula

(L.)

Mill.

subsp.

russoi

(Biv.)

Cullen

&

Heywood, Pteris

eretica L.,

Pteris

vittata L.,

Woodwardia radicans

(L.)

Sm.

Specie vulnerabili

(VU):

Alchemilla austroitalica Brullo, Scelsi

&

Spampinato, Allium pentadactyli Brullo, Pavone

&

Spampinato, Bellevalia dubia (Guss.) Kunth subsp. boissieri (Freyn) Feinbr., Carex

echinata

Murray, Corrigiola litoralis

L.,

Digitalis purpurea

L.,

Epipogium aphyllum (Schmidt) Swartz, Juniperus phoenicia

L.

subsp.

turbinata

(Guss.)

Nyman, Fritillaria messanensis Rafin., Hieracium

aspromontanum

Brullo, Scelsi

&

Spampinato, Limodorum brulloi Bartolo

&

Pulvirenti, Lomelosia eretica

(L.)

Greuter

&

Burdet, Minuartia recurva

(All.)

Schinz

&

Thell. subsp.

condensata

(C. Presi) Greuter & Burdet, Orchis anthropophorum

(L.)

Ali., Potamogeton polygonifo- lius Pourret, Ptilostemon

gnaphaloides

(Cyr.) Sojak, Ranunculus spicatus Desf.

subsp. aspromontanus (Huter, P.

&

R.) Greuter

&

Burdet, Ranunculus fontanus Presl, Rhynchocorys

elephas (L.)

Griseb., Sedum annuum

L.

subsp.

gussonei Brullo &

Spampinato, Soldanella calabrel- la Kress, Taxus baccata

L.,

Tilia platyphyllos Scop. subsp.

pseudorubra Schneider.

Specie potenzialmente minacciate (NT): Adenostyles alliariae (Gouan)

A.

Kem. subsp. macrocephala (Huter, P.

&

R.) Wagenitz

&

I. Miill., Agrostis canina

L.

subsp. aspro- montana Brullo, Scelsi

&

Spampinato, Ajuga tenorei Presi, Anthemis pulvinata Brullo, Scelsi

&

Spampinato, Arisarum proboscideum

(L.)

Savi, Asplenium septentrionale

(L.)

Hoffm., Barlia robertiana (Loisel.) Greuter, Blechnum spi- cant

(L.)

Roth, Carpinus betulus, Centaurea jonica Brullo, Centaurea pentadactyli Brullo, Scelsi

&

Spampinato, Chaerophyllum

calabricum Guss.,

Chrysosplenium dubium Gay, Crepis

aspromontana

Brullo, Scelsi & Spampinato, Crocus longiflorus Rafin., Dianthus rupicola Biv. subsp.

rupicola, Dianthus vulturius Guss. & Ten. subsp. aspromon- tanus Brullo, Scelsi

&

Spampinato, Epilobium dodonaei Vili., Epipactis aspromontana Bartolo, Pulvirenti

&

Robatsch, Epipactis meridionalis Baumann H.

&

Lorenz, Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz, Euphorbia corallioi- des

L.,

Genista brutia Brullo, Scelsi

&

Spampinato, Genista tinctoria

L.

subsp. ovata (W. &

K.)

Arcang., Lathraea clan- destina

L.,

Lereschia thomasii

(Ten.)

Boiss., Matthiola incana

(L.)

R.Br.

subsp. rupestris, Myriophyllum alterniflo-

rum DC., Myriophyllum

spicatum L.

Ophrys bertoloni Moretti, Ophrys incubacea Bianca, Phyllitis scolopendrium

(L.)

Newman

subsp. scolopendrium,

Picris

scaberrima

Guss., Pulmonaria

apennina

Cristof.

&

Puppi, Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. subsp. austrotyrrhenica Brullo, Guarino

&

Siracusa,

Salix oropotamica

Brullo, Scelsi

&

Spampinato,

Salvia glutinosa L.,

Silene

calabra

Brullo, Scelsi

&

Spampinato,

Sternbergia

lutea

(L.)

Ker-Gawl., Tilia

cordata

Mill. Tuberaria

lignosa (Sweet)

Samp., Viola parvula Tineo.

La maggior parte delle

specie a

rischio di estinzione

sono endemiche (Fig. 4). In particolare, le endemiche aspro-

(9)

Foto 6 - Specie a rischio di estinzione: a) Fritillaria messanensis, b) Lereschia thomasii, c) Minuartia recurva subsp. condensata, d) Osmunda regalis, e) Paeonia mascula subsp. russai; f) Digitalis purpurea, g) Plantago humi/is, h) Woodwardia radicans.

(10)

montane sono il gruppo più numeroso con il 22% del totale.

Segue il contingente delle endemiche calabresi con il 15 % del totale, e via via tutti gli altri gruppi corologici. È da evi- denziare come le endemiche ad areale più ristretto siano quelle più a rischio di estinzione. La scomparsa delle popo- lazioni di queste specie comporterebbe quindi non solo la perdita del peculiare patrimonio genetico locale, ma anche l'estinzione della specie.

Per quanto riguarda la distribuzione delle specie a rischio di estinzione in relazione all'habitat, si può osser- vare che queste sono più frequenti in alcuni ambienti quali in particolare i boschi mesofili (faggete, boschi misti di latifoglie), le rupi e ruscelli montani (Fig. 5). Le specie dei boschi mesofili sono minacciate soprattutto dal ridursi costante delle superfici boscate in conseguenza degli incendi e dei tagli non regolamentati; ma considerata l 'e- stensione occupata da questo tipo di ambiente e la nuova sensibilità che, grazie alla presenza del parco, le popola- zioni stanno acquisendo sulla necessità di salvaguardare i boschi, le specie a rischio che vi si rinvengono hanno buone possibilità nell'immediato futuro di migliorare il loro stato di conservazione. Più problematica è la salva- guardia delle specie dei ruscelli montani che, sebbene potenzialmente protette dall'istituzione del Parco, sono minacciate dalle captazioni d'acqua e dalle sistemazioni idrauliche.

E' da osservare che proprio in questi ambienti si localiz- za la flora endemica più particolare del massiccio aspro- montano, composta da specie quali Lereschia thomasii, Soldanella calabrella, Alchemilla austro italica, Chrysosplenium dubium, Adenostyles alliarie subsp. macro- cephala, Chaerophyllum calabrum.

Le specie delle rupi sono quelle meno minacciate per la specificità dell'habitat. In grave pericolo si trovano le spe- cie degli ambienti palustri montani, localizzati sugli altopia- ni tra 1000 e 1300 m, in conseguenza della radicale trasfor- mazione che ha interessato questi ambienti sottoposti coltu- re agricole o ad impianti forestali.

7%

Europeo 9%

Ampia distribuzione

Endem.

Calabria

Endem. Italia e Sicilia

11%

Endem.

Calabria &

Sicilia 4%

Endem.

Aspromonte 22%

LA VEGETAZIO E

La vegetazione del territorio aspromontano è nel com- plesso ben conosciuta grazie allo studio svolto da BRULLO &

al. (2001 ). Studi precedenti avevano esaminato ristretti set- tori del territorio o singole tipologie vegetazionali. I princi- pali contributi che a tal proposito possono essere ricordati, riguardano le faggete (Gentile, l 969a), le leccete (GENTILE, l 969b ), i querceti caducifogli (SCELSI & SPAMPINATO 1996, BRULLO & al. 1999), le ripisilve (BRULLO & SPAMPINATO, 1997), le tipologie forestali (CAMINITI & al., 2002), le prate- rie steppiche a Lygeum spartum (GENTILE & DI BE EDETTO, 1961; BRULLO & al., 1990), le praterie steppiche a Hyparrhenia hirta (BRULLO & al., 1997), le formazioni casmofile (BRULLO & MARCENÒ, 1979, BRULLO &

SPAMPINATO, 2002), la macchia (MERCURIO & SPAMPTNATO, 1999), le garighe (BRULLO & al., 1997), i cespuglieti orofili (GE TILE, 1979), la vegetazione glareicola (BRULLO & al., l 999a). Altri studi, riguardanti diversi tipi di vegetazione sono stati effettuati da GRAMUGLIO (1956), SCHNEIDER &

SUTTER ( 1982) e da S1G ORELLO (1985) limitatamente al set- tore montano, mentre una cartografia del settore Aspromontano del Parco della Calabria è stata realizzata da PEDROTTi & al. (1990).

Qui di seguito viene presentata una sintesi delle cono- scenze della vegetazione finalizzata ad esplicitare le tipolo- gie della vegetazione reale riportate nella carta della biodi- versità.

La descrizione è articolata per fasce bioclimatiche in accordo con la classificazione proposta da Rivas Martinez e frequentemente applicata per vari territori Italiani (BIONDI &

BALDONI,1994; BLASI, 1994; BRULLO & al., 1996, 2001).

Fascia supratemperata

La zona montana del massiccio aspromontano al di sopra dei 1000-1200 m è interessata da un bioclima di tipo temperato, riferibile in particolare alla fascia supratempera- ta, ed è occupata dai boschi di faggio che rivestono anche le vette più elevate (Montalto, 1956 m). La fascia supratempe-

Ambienti palustri montani

Rupi 17%

9%

Pareti stillicidiose

6%

Cespuglieti 6%

Boschi termofili 2%

Substrati incoerenti 2%

Boschi mesofili 19%

Ruscelli montani 15%

Pascoli umidi montani

4%

Pascoli aridi mediterranei

6%

Cespugliati orofili pullAnatl

7%

Boschi ripali 7%

Fig. 4 - Spettro corologico della flora vascolare a rischio di estin- Fig. 5 - Distribuzione per ambiente della flora vascolare a rischio

zione del Parco Nazionale dell'Aspromonte. di estinzione del Parco Nazionale dell'Aspromonte.

12

(11)

Rimboschimenti 6,8%

Colture arboree 3,5%

Area senza vegetazione 1,2%

Centro urbano 0,6%

Colture miste 3,5%

Seminativi 2,3%

Vegetazione delle rupi 0,1%

Vegetazione palustre 0,01%

Vegetazione delle fiumare 2%

Boschi rlpall 0,5%

Pascoli aridi 5,5%

Pascoli montani 2,8%

Gariga 2,0%

Macchia 5,8%

Arbusteto a ginestra dei carbonai

3,7%

Bosco di faggio con agrifoglio 5,8%

Bosco di faggio con caglio peloso

7,7%

Bosco di faggio con campanula a calice peloso

6,5%

Bosco di rovere meridionale 0,2%

Pineta naturale di pino calabro 3,7%

Bosco di leccio 17,0%

Abetine 0,2%

Bosco di farnetto 1,6%

Bosco di quercia congesta 0,3%

Bosco di ontano napoletano 0,2%

Bosco di acero napoletano e carpino nero

0,2%

Bosco di castagno 3,4%

Arbusteto a ginestra odorosa 8,3%

Bosco di quercia castagnara

~no/_

Bosco di sughera 0,2%

Bosco di leccio e farnetto 3,9%

Fig. 6 - Superfici percentuale occupate dalle varie tipologie di vegetazione e di uso del suolo riunite su base fisionomica.

rata è articolata in inferiore, compresa tra 1000-1100 m e 1400-1500 m, e superiore, localizzata più in alto che si estende fino alle zone sommitali.

Faggete. La fascia supratemperata è dominata dai boschi dei Fagetalia sylvaticae; si tratta essenzialmente di faggete, governate in genere a fustaia e diffuse su vaste superfici. Le faggete presenti in Aspromonte possono esse- re ascritte a tre distinte associazioni (BRULLO & al., 2001 ).

Un primo tipo è rappresentato dalla faggeta con agrifoglio (Anemono apenninae-Fagetum = Aquifolio-Fagetum), fag- geta macroterma legata ad un clima con marcati caratteri di oceanicità presente soprattutto sul versante tirrenico setten- trionale del massiccio aspromontano, sul dossone della Melia e sulle Serre, ed è caratterizzata dalla abbondanza nel sottobosco di agrifoglio (Ilex aquifolium). Una seconda tipologia è la faggeta con caglio peloso ( Galio hirsuti- Fagetum ), faggeta macroterma legata ad un clima con atte- nuati caratteri di oceanicità, ben rappresentata soprattutto sul versante meridionale e occidentale del massiccio aspro- montano (Foto 7). Qui l'agrifoglio (Ilex aquifolium) è assen- te o sporadico, mentre è ben rappresentato il caglio peloso (Galium rotundifolium subsp. hirsutum). Questa seconda tipologia si sviluppa tra i 1000-1100 m ed i 1400-1500 m circa. Un 'ultima tipologia di faggeta è quella con campanu- la a calice peloso (Campanula trichocalycinae-Fagetum), faggeta microterma (Foto 9) distribuita dai 1500-1600 m di

quota fino a quasi 2000 m in corrispondenza di Montalto, dove il faggio, trovandosi al suo limite altitudinale, assume un portamento arbustivo. Nei vari tipi di faggeta Fagus sylvatica tende a costituire dei popolamenti puri; spesso però, soprattutto sui pendii più acclivi del versante ionico, si associa con 1 'abete bianco appenninico (Abies alba subsp.

apennina), che ha in genere un ruolo subordinato. In eia-

Foto 7 - Fenomeni di nebbie nelle faggete del versante tirrenico presso San Giorgio Morgeto.

(12)

.o 500

1110 1111 ls1

1112 ~67

1120 1121 1122 1123

::======733~::=::;::=:;•~38

728 I 22

1130 1131 1132 1134 1140 1141 1171 1172 1173 1174 1210 1211 1220 1221 1224 1225 1230 1240 1241 1310 1311 1312 1313 1314 1320 1321 1330 1331 2110 2111 2113 2120 2121 2122 2220 2230 22-40 2241 2250 2280 2310 2320 2330 3100 3110 3120 3210 3240 3241 3242 4110 -4120 4130 4131 4140 4141 4200 113 4 -4210 o 1 4410 43 12 4-420 I 12 4 5110 5111 5120 5121 5210 5220 5230 5231 5240 5310 5311 5312 1

...

1000

46

76

Superficie (ha)

1500 2000 2500 3000 3500 4000

4 1

3890 . 76

3B

I so

D Superficie (ha)

81219

5320 ~~;;~;:::::::::::::::::::::::::::i;jl:::::::'.:::::::::::::~:::::::::::::::::::::ililllll 375

5321 5322 6110 8120 8130 81-40 8150

4500 5000

82

N. poligoni

-

307 410

Fig. 7 - Numero di poligoni e superfici occupate dalle varie tipologie di vegetazione e di uso del suolo (codici come in appendice 1 e in legenda alla carta).

(13)

Foto 8 -Paesaggio vegetale del Vallone della Madonna. Dall'alto si susseguono le seguenti fasce di vegetazione con i relativi a petti di degradazione: boschi di faggio dell 'Anemono apenninae-Fagetum, boschi di fametto del Cytiso-Quercetumfrainetto, boschi di leccio del Teucrio-Quercetum ilicis.

cuna delle tre associazioni di faggeta la presenza di abete bianco appenninico permette di differenziare altrettante sub- associazioni.

In limitate aree dei versanti settentrionali interessate da un ricorrente regime di nebbie la faggeta si arricchisce della presenza del tasso (Taxus baccata), che entra nella costitu- zione di peculiari formazioni forestali a carattere relitto, riferibili all'llici-Taxetum baccatae.

Abetine. L'abete bianco ha in genere un ruolo subordi- nato ali' interno della faggeta, aumentando d'importanza nelle aree più acclivi con suoli meno evoluti, caratterizzate da una minore oceanicità del clima, dove differenzia, come accennato, particolari subassociazioni. In alcune limitate aree del versante ionico, intorno ai 1600 m su suoli rocciosi poco evoluti di stazioni cacuminali ben ventilate, l'abete bianco invece diventa dominante e da luogo a delle forma- zioni più o meno pure in genere diradate. Si tratta delle abe- tine con ipopitide (Monotropa hypopitys) del Monotropo- Abietetum apenninae (Foto 10) inquadrate ali' interno della vegetazione forestale dei Querco-Fagetea, e di quelle con ginepro emisferico (Juniperus hemisphaerica), del Junipero-Abietetum apenninae, localizzate sulle creste ven-

tose, che invece sono da riferire ai Pino-Juniperetea

(BRULLO & al., 2001).

Pinete di pino calabro. Sul versante ionico, nella fascia tra 1100-1200 me 1500-1400 m, le faggete vengono sosti- tuite, limitatamente alle superfici più acclivi e soleggiate

con suoli poco evoluti, dalle pinete dell 'Hypochoerido-

Pinetum calabricae (Foto 11), fisionomicamente dominate

dall'endemica siculo-calabra Pinus nigra subsp. calabrica

(= P. laricio). Le pinete di pino calabro svolgono un ruolo

fondamentale nei processi di ricolonizzazione delle superfi- ci percorse da incendi, con suoli erosi e poco evoluti. Esse, in relazione alle peculiari condizioni geomorfologiche del territorio, occupano una ampia area in tutta la fascia monta- na del versante ionico. Frequentemente formano un mosai- co con i cespuglieti a ginestra dei carbonai del Cytisetum vil- loso scoparii e con i pascoli camefitici dell'Armerion aspro- montanae.

Boschi di rovere meridionale. Frammista al faggio si trova talora la rovere meridionale (Quercus petraea subsp.

austrotyrrhenica). Questa specie forma sui versanti orienta- li tra 1300 e 1600 m, in particolari contesti edafici, dei boschi ascrivibili all 'Aristolochio lutei-Quercetum austrotyrrhenicae (Foto 12). I boschi di rovere meridionale, a causa di tagli e incendi, sono attualmente molto localizza- ti e spesso degradati; il bosco assume talora la fisionomia di un pascolo alberato con individui molto vetusti (MODICA, 2002).

Pascoli pulvinati. Nel massiccio aspromontano, in con- seguenza del fatto che le vette non superano i 2000 m di alti- tudine, manca una tipica fascia con vegetazione altomonta- na localizzata sopra la vegetazione forestale; solo su picco- le aree cacuminali, particolarmente esposte o su alcuni costoni scoscesi e ventilati, la faggeta non riesce ad inse- diarsi e viene sostituita da aspetti di vegetazione a camefite pulvinate e bassi arbusti del!' Armerion aspromontanae (Foto 13). In queste formazioni si localizzano numero e specie molto rare, spesso endemiche, tra cui sono da ricor- dare: Plantago humilis, Juniperus hemisphaerica, Anthemis

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Foto 9 - Faggete microterme del Campanula trichocalycinae- Foto 10 - Abetine del Monotropo-Abietetum albae presso Tre

Fagetum presso Pollia. Limiti.

Foto 11 - Pinete dell'Hypochoerido-Pinetum calabricae presso Acatti.

montana subsp. calabrica, Armeria aspromontana, Potentilla calabra, Acinos alpinus subsp. meridionalis, Silene italica subsp. sicula, Carlina nebrodensis, ecc.

Pascoli mesofili. Si localizzano nelle aree pianeggianti o poco acclivi su suoli profondi in aree potenzialmente occu- pate dalle faggete. Essi sono riferibili ai Molinio- Arrhenateretea e in particolare al Barbareo-Bellidetum aspromontanae, che nelle aree più intensamente pascolate viene sostituito dal Lolio-Plantaginetum majoris.

Foto 12 - Boschi di rovere meridionale dell'Aristolochia lutei- Quercetum austrotyrrhenicae presso Pollia.

Vegetazione igrofila. Le faggete sono spesso attraversa- te da piccoli corsi d'acqua perenni alimentati da sorgenti, dove si localizzano aspetti di vegetazione igrofila erbacea interessati da una ricca flora molto specializzata e caratte- rizzata dalle endemiche Lereschia thomasii, Epipactis aspromontana, Adenostyles alliariae subsp. macrocephala, Chaerophyllum calabricum, Alchemilla austroitalica e Soldanella calabrella. In particolare, nei ruscelli ombreg- giati con acqua corrente si rinviene il Chrysosplenio- Lereschietum thomasii, mentre nei tratti più rialzati ed ester- ni ali' alveo è frequente il Petasito-Chaerophylletum cala- brici, che nei tratti più soleggiati viene sostituito dal Rynchocorido-Alchemilletum austroitalicae. _ Sulle pareti stillicidiose prospicienti questi piccoli corsi d'acqua si rin- viene invece l 'Adenostylo-Soldanelletum calabrellae.

Nelle depressioni degli altopiani si formano talora degli stagni temporanei occupati dalla vegetazione igrofila effi- mera del Cicendion ed in particolare dal Barbareo- Corrigioletum litoralis. Sui suoli profondi e umidi si inse- diano invece i giuncheti del Dactylorhizo-Juncetum effusi e i pascoli umidi del Galio debilis-Deschampsietum caespito-

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Foto 13 -Pascoli pulvinati orofile dell'Armerion aspromontanae presso Maesano.

sae. Nelle depressioni costantemente rifornite dalla falda freatica si osserva talora la formazione di piccole torbiere caratterizzate dalla vegetazione a sfagni dello Sphagno inundati-Caricetum stellulatae e da quella rivulare Ranunculo fontani-Potametum polygonifolii.

Cespuglieti. Il taglio e l'incendio della faggete favorisce i cespuglieti acidofili a ginestra dei carbonai ( Cytisus sco- parius), dei Cytisetea striato-scopari. In particolare nei vasti altopiani localizzati tra 1000 e 1200 m le faggete sono state eliminate per far posto a colture o ad impianti artifi- ciali. L'abbandono delle colture determina l'arrivo della ginestra dei carbonai che forma fitti cespuglieti riferibili al Polygalo-Cytisetum scoparii. Nelle zone più depresse con maggiore umidità edafica, questi cespuglieti sono sostituiti dal Genisto brutiae-Cytisetum scoparii, associazione carat- terizzata dalla presenza di Genista brutia, endemita affine a G anglica dell'Europa atlantica (Brullo & al., 2002). Sui pendii più ripidi caratterizzati da fenomeni di erosione dei suoli si insediano invece i cespuglieti del Centaureo- Adenocarpetum brutii.

Fascia supramediterranea

La fascia supramediterranea è scarsamente rappresenta- ta soprattutto sul versante tirrenico dove la notevole oceani- cità del clima favorisce lo spostamento verso il basso del bioclima temperato con conseguente passaggio dalla fascia supratemperata direttamente a quella mesomediterranea.

Ciò è particolarmente evidente sui ripidi crinali prospicien- ti la piana di Gioia Tauro, dove le faggete dell 'Anemono- Fagetum, tipiche del bioclima temperato, prendono contatto con le leccete mesofile del Teucrio-Quercetum ilicis.

La fascia supramediterranea è invece ben rappresentata sul versante ionico, dove si sviluppa tra 900-1000 m e 1100- 1200 m. Essa è potenzialmente interessata da querceti cadu- cifogli dei Quercetalia pubescenti-petraeae.

Boschi di farnetto. I boschi di fametto (Quercus frai- netto) (Foto 14) si localizzano sui versanti orientali del mas- siccio aspromontano e sono riferiti al Cytiso-Quercetum frainetto, associazione distribuita in modo discontinuo nella fascia montana e submontana della Calabria ionica, dall'Aspromonte al Pollino (SCELSI & SPAMPrNATO, 1996).

Boschi di quercia congesta. I boschi di quercia conge-

Foto 14 -Quercus frainetto.

sta (Quercus congesta) sono localizzati nei tratti meno accli- vi dei versanti meridionali, occidentali e settentrionali, su suoli bruni acidi profondi e ben umificati. Essi sono riferi- bili all'Erico arboreae-Quercetum congestae, associazione frequentemente sostituita dagli impianti di castagno.

Castagneti. I boschi di castagno (Castanea sativa) occupano vaste superfici soprattutto sui versanti occidentali e settentrionali del parco (Foto 15). Sono normalmente uti- lizzati come cedui semplici o matricinati per la produzione di palerie. Frequentemente sono impiantati nella fascia supramediterranea sostituendo i querceti caducifogli dei Quercetalia pubescenti-petraeae, ma talora sono impiantati anche in quella dei Fagetalia sylvaticae o in quella sotto- stante dei Quercetea ilicis.

Fascia mesomediterranea

La fascia mesomediterranea è interessata dai querceti dei Quercetea ilicis; si localizza tra 300-500 m e 800-1000 m, sui ripidi pendii localizzati sotto gli altopiani.

Leccete. Assieme alle faggete le leccete sono la forma- zione forestale più diffusa nel territorio del Parco.

Normalmente sono governate a ceduo semplice e spesso appaiono degradate dall'incendio, dal pascolo e da cattive utilizzazioni silvocolturali. La tipologia di lecceta più diffu- sa è quella con camedrio siciliano (Teucrio siculi- Quercetum ilicis) (Foto 16). Si tratta di una formazione fore- stale tipica della fascia submontana che, come accennato, sul versante tirrenico grazie alla notevole oceanicità del clima prende contatto diretto con le faggete della fascia supratemperata. Sul versante ionico, invece, normalmente tra le faggete e le leccete si interpone la fascia dei querceti caducifogli. Nelle stazioni collinari, fuori dal perimetro del

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Foto 15 - Boschi vetusti di castagno presso Costantino.

parco, si rinvengono invece le leccete termofile dell'Erico- Quercetum ilicis. Sul versante tirrenico queste leccete giun- gono fino in prossimità del mare.

Boschi di leccio e farnetto. Sul versante ionico orienta- le la vegetazione forestale è caratterizzata dai boschi misti di leccio e fornetto (Quercus frainetto) del Quercetum frai- netto-ilicis, mentre le leccete del Teucrio siculi-Quercetum ilicis sono meno importanti e spesso assumono un ruolo edafoclimacico localizzandosi sui versanti acclivi esposti a settentrione.

Boschi di quercia castagnara con erica. Si tratta di boschi a dominanza di quercia castagnara (Quercus virgilia- na) alla quale si associano come specie subordinate altre querce caducifoglie termofile come Q. amplifolia e Q. dale- champii oltre il leccio (Quercus ilex). Lo strato arbustivo in genere molto denso è costituito da citiso trifloro ( Cytisus villosus) ed erica (Erica arborea). Questa formazione riferi- bile all 'Erico-Quercetum virgilianae (Foto 17) è molto dif- fusa su tutti i versanti del massiccio e si localizza su suoli acidi profondi originati da rocce cristalline quali soprattutto gneiss e scisti.

Sugherete. I boschi di sughera (Quercus suher) si rin- vengono in genere su limitate aree caratterizzate da suoli sabbiosi acidi provenienti dalla disgregazione di graniti;

esse sono riferiti all'Helleboro-Quercetum suberis (Foto 18), associazione diffusa soprattutto sul versante tirrenico della Calabria. Nel Parco le sugherete sono localizzate prin- cipalmente sui versanti nord-orientali, nei pressi di Gerace e su quelli nord occidentali presso San Giorgio Morgeto.

Boschi di forra. Nei valloni più ombreggiati e freschi sono presenti i boschi misti di acero napoletano (Acer nea- politanum ), carpino nero (Ostrya carpinifolia), nocciolo

(Corylus avellana), tiglio (Tilia platyphyllos subsp. pseudo- rubra) e leccio (Quercus ilex). Essi sono riferibili a due distinte associazioni: il Corylo-Aceretum neapolitani, più mesofilo, localizzato sul fondo dei valloni più incisi ed il Festuco-Aceretum neapolitani (Foto 19), più termofilo, localizzato nelle parti più altre dei valloni o sui versanti esposti a settentrione.

Vegetazione igrofila. Sul fondo dei valloni e sui versan- ti dove si hanno percolamenti di acqua è presente la vegeta- zione igrofila dell 'Eucladio-Adiantetum. In alcuni di questi valloni soprattutto del versante tirrenico, in prossimità di cascate di acqua, si localizzano alcune stazioni di Woodwardia radicans, specie relitta di una flora tropicale presente in Italia durantt: il Terziario. Questa felce caratte- rizza la particolare vegetazione igrofila del Conocephalo- Woodwardietum radicantis insediata su pareti stillicidiose.

Recentemente altre stazioni di questa rara specie sono state ritrovate anche sul versante ionico (CAMERIERE & al., 2004).

Macchia. Le formazioni di macchia sono piuttosto dif- fuse in tutta la fascia mesomediterranea, dove normalmente assumono il ruolo di formazioni secondarie conseguenti il taglio e l'incendio delle formazioni forestali. Esse sono rife- ribili all'Ericion arboreae e sono caratterizzate dalla domi- nanza di Erica arborea. La tipologia di macchia più diffusa è quella a erica e sparto spinoso (Calicotome infesta) del Calicotomo-Ericetum arboreae.

La macchia primaria, localizzata sui costoni rocciosi, è rappresentata soprattutto dalla macchia ad euforbia arbore- scente (Euphorbia dendroidis) e olivastro (Olea europaea subsp. sylvestris) dell 'Oleo-Euphorbietum dendroidis, che però risulta ampiamente più diffusa nella sottostante fascia termomediterranea.

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