Istologia 21 – Adipociti 1
Istologia 21 – Adipociti
Le cellule del connettivo propriamente detto derivano tutte da un tessuto embrionale chiamato mesenchima. Si tratta di un tessuto con alta capacità proliferativa: le cellule mesenchimali, infatti, possono differenziare seguendo linee molto diverse.
La componente cellulare del connettivo propriamente detto è divisa in due gruppi:
Cellule residenti o autoctone: derivano dalle cellule mesenchimali localizzate nel connettivo stesso.
Sono cellule poco mobili e pressoché prive di fagocitosi.
Cellule immigrate. Derivano sempre da cellule mesenchimali. Queste, tuttavia, non si trovano nel connettivo di destinazione, ma ci arrivano “migrando” dal sangue.
Cellule residenti o autoctone
Le cellule residenti o autoctone sono quattro:
Cellule mesenchimali
Fibroblasti
Fibrociti
Adipociti
Adipociti
Sono cellule che fungono da deposito dei grassi. Possono essere di due tipi.
Adipociti bianchi
Sono cellule giganti (100-150 m). Il citoplasma e il nucleo sono schiacciati in periferia da un vacuolo lipidico, che occupa quasi l’intero volume della cellula. Il vacuolo è circondato da un singolo strato di fosfolipidi, con le teste rivolte verso il citoplasma.
La membrana cellulare mostra numerose vescicole di pinocitosi coinvolte nel processo di assunzione del materiale lipidico.
Attorno all’adipocita, c’è una membrana basale che lo avvolge completamente. Questa offre un supporto alla cellula che è fragile a causa dello scarso citoplasma.
Nei preparati istologici HE, l’adipocita appare come un buco bianco (a causa della disidratazione nella fase di preparazione).
Al microscopio elettronico, l’adipocita bianco presenta mitocondri e REL.
Gli adipociti sono coinvolti nel processo di assorbimento dei lipidi. Si tratta di un processo complesso; può avvenire, infatti, attraverso due vie:
Esogena, che interessa i lipidi introdotti con il cibo. La via esogena è formata da diverse tappe:
1. I lipidi assunti giungono a livello delle cellule intestinali, sotto forma di trigliceridi. Sulla superficie delle cellule intestinali ci sono le lipasi, che spezzano i trigliceridi in glicerolo ed acidi grassi.
2. Il glicerolo e gli acidi grassi vengono internalizzati dalle cellule dell’intestino e trasformati (a livello del REL) nuovamente in trigliceridi.
3. I trigliceridi vengono uniti a delle particolari proteine (apoproteine) che hanno una faccia convessa idrofila ed una faccia concava lipofila. Le apoproteine vengono montate a formare una sorta di guscio sulle gocce di trigliceridi. Nell’insieme, queste particelle che sono proteiche esternamente e composte da grasso internamente, vengono dette chilomicroni.
4. I chilomocroni vengono immessi nella linfa e, attraverso questa, nel sangue.
Endogena, che interessa i lipidi prodotti dal nostro organismo e, in particolare, dal fegato.
Il fegato opera una sintesi propria dei trigliceridi e li esporta sotto forma di VLDL (Very Low Dense Lipoproteins). Si tratta di lipoproteine simili ai chilomicroni, ma più piccole.
Il meccanismo di produzione delle VLDL è simile a quello dei chilomicroni; tuttavia, le VLDL vengono
immesse direttamente nel sangue, senza passare dalla linfa.
Istologia 21 – Adipociti 2 I chilomicroni e le VLDL, a questo punto, seguono un percorso comune:
1. Attraverso il sangue raggiungono il tessuto connettivo e, in particolare, i capillari periadipocitici.
2. Sul versante luminale delle cellule endoteliali del capillare, sono presenti degli enzimi, le lipoprotein-lipasi prodotte dagli adipociti. Questi enzimi sono capaci di spezzare i trigliceridi in glicerolo ed acidi grassi.
3. L’adipocita, tramite i processi di endocitosi, internalizza glicerolo e acidi grassi e sintetizza nuovamente i trigliceridi. Questi si accumulano nel vacuolo centrale della cellula.
Nel momento in cui l’organismo ha bisogno di energia l’adipocita bianco compie il processo opposto:
prende trigliceridi dal vacuolo, li scinde a glicerolo ed acidi grassi.
I lipidi che si accumulano negli adipociti possono derivare anche da amminoacidi o glucidi. In questo caso, seguono vie metaboliche diverse.
Il processo di deposizione o di utilizzazione dei trigliceridi da parte degli adipociti è un processo regolato in maniera molto fine da meccanismi nervosi ed endocrini.
Alcuni ormoni, infatti, sono lipogenici, in quanto promuovono il deposito di lipidi negli adipociti. Esempi sono l’insulina e gli estrogeni
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Altri, invece, sono lipolitici, in quanto favoriscono lo svuotamento dei vacuoli degli adipociti. Sono ormoni lipolitici il glucagone, l’adrenalina, gli ormoni T3 e T4.
Nel complesso, la componente lipidica di ogni adipocita viene completamente rinnovata ogni 8-10 giorni.
Gli adipociti bianchi possiedono anche un’attività endocrina. Gli ormoni prodotti dalle cellule adipose si chiamano adipochine. Tra queste, la più importante è la leptina, che viene prodotta proporzionalmente all’accumulo di trigliceridi negli adipociti.
La leptina ha diverse funzioni. Le due principali sono:
Inibizione del senso di appetito
Lipolisi
Per quanto riguarda la derivazione embrionale, gli adipociti derivano da una cellula progenitrice, il lipoblasto (o preadipocito). Nel lipoblasto avviene un graduale accumulo di grasso fino a quando, sotto l’effetto di alcune adipochine, il lipoblasto diventa adipocita.
Adipociti bruni
Sono molto più rari degli adipociti bianchi. Il nucleo è localizzato in posizione centrale o lievemente eccentrica. I vacuoli di grasso non si fondono, ma rimangono separati. Il citoplasma contiene un numero particolarmente elevato di mitocondri.
I mitocondri degli adipociti bruni hanno una peculiarità: possiedono, a livello delle creste mitocondriali, le UCP (Uncoupling Proteins – proteine disaccopianti).
Si tratta di proteine che modificano l’andamento della fosforilazione ossidativa, in modo che non sia prodotto ATP, ma l’energia venga dispersa sotto forma di calore. Per questa loro caratteristica, il ruolo degli adipociti bruni è quello di produrre calore, garantendo l’omeostasi termica dell’organismo.
La UCP più importante è la termogenina. Si tratta di una proteina-canale che offre una strada alternativa ai protoni che, per rientrare secondo gradiente nella matrice mitocondriale, dovrebbero passare attraverso l’ATP-sintetasi.
La termogenina “si apre” quando è in corso la lipolisi nell’adipocita; se, invece, non c’è lipolisi, la termogenina si chiude e si ha la normale via che porta alla produzione di ATP.
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