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15 Serie di funzioni

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Academic year: 2021

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Serie di funzioni

15.1 Successioni e serie di funzioni

Sia {fn(x)} una successione di funzioni, tutte definite in un certo insieme E dello spazio Rn; si dice che essa `e convergente nell’insieme E se, comunque si fissi un punto x0 ∈ E, la successione di numeri {fn(x0)} risulta convergente. Si pu`o allora dire che risulta definita in E una funzione f (x), con

f (x) = lim

n→∞fn(x) (15.1)

Ne segue che, fissato il punto x ∈ E, ad ogni numero positivo ε `e possibile far corrispon- dere un indice ν tale che per n > ν risulti |fn(x) − f(x)| < ε. Tale indice ν dipende dal numero ε fissato, ma in generale dipende anche dal punto x. Si pu`o ritenere che, mantenendo fisso il numero ε, il predetto indice ν vari al variare del punto x in E, descrivendo un certo insieme I di numeri naturali. Se questo insieme risultasse limitato superiormente esisterebbe un indice ν0 maggiore di tutti i possibili indice ν ed allora per n > ν0 la |fn(x) − f(x)| < ε sussisterebbe per ogni punto p ∈ E. Ci`o non accade in generale; il suo eventuale verifi- carsi rappresenta quindi una particolare propriet`a della successione {fn(x)}, che si esprime dicendo che la successione converge uniformemente nell’insieme E.

Si pu`o dunque dare la seguente definizione. La successione di funzioni {fn(x)}, conver- gente in E alla funzione f(x), si dice uniformemente convergente nell’insieme E se, comunque si fissi ε > 0, esiste un indice ν, dipendente da ε ma non dal punto x, tale che per n > ν risulti

|fn(x) − f(x)| < ε (15.2)

qualunque sia il punto x ∈ E.

Per le successioni uniformemente convergenti vale un risultato analogo al criterio di convergenza di Cauchy (5.4.I). Si ha in questo caso il seguente risultato:

15.1.I Condizione necessaria e sufficiente affinch´e la successione di funzioni {fn(x)} sia uniformemente convergente nell’insieme E `e che, comunque si fissi ε > 0, esista indice ν dipendente da ε ma non dal punto x, tale che, presi ad arbitrio due indici m, n entrambi maggiori di ν, risulti

|fm(x) − fn(x)| < ε (15.3)

qualunque sia il punto x∈ E.

(2)

Capitolo 15. Serie di funzioni

Come accade tra le successioni e le serie numeriche, cos`ı le serie di funzioni ereditano i risultati della teoria delle successioni di funzioni. Considerata una serie di funzioni

X k=1

ϕk(x),

definite in un insieme E, le sue propriet`a possono essere studiate mediante la successione delle sue somme parziali

fn(x) = Xn k=1

ϕk(x), (n = 1, 2, 3, . . .). (15.4)

Pertanto la serie si dir`a uniformemente convergente nell’insieme E se `e tale la successione {fn(x)} delle sue somme parziali. In tal caso, indicato con f(x) il limite di questa successione (cio`e la somma della serie) si pu`o affermare che, dato ε > 0, esiste un indice ν (dipendente da ε e non da x) tale che, per n > ν e qualunque sia p ∈ E, risulta |f(x) − fn(x)| < ε. Ma la differenza f(x) − fn(x) coincide evidentemente col resto

Rn(x) = X

k=n+p

ϕk(x)

della serie data e perci`o si pu`o anche dire che la serie X

k=1

ϕk(x)

`e uniformemente convergente in E se, dato ε > 0, esiste un indice ν (dipendente da ε e non da x) tale che, per n > ν e qualunque sia p ∈ E, risulti

|Rn(x)| =

X k=n+p

ϕk(x) < ε.

Il risultato (15.1.I) si pu`o adattare alle serie; basta supporre che sia m > n, porre m = n + p ed osservare che

fm(x) − fn(x) = fn+p(x) − fn(x) = Xn+p k=1

ϕk(x) − Xn k=1

ϕk(x) = Xn+p k=n+1

ϕk(x),

per ottenere:

15.1.II Condizione necessaria e sufficiente affinch´e la serie di funzioni X

k=1

ϕk(x)

(3)

sia uniformemente convergente nell’insiemeE `e che, comunque si fissi ε > 0, esista un indice ν, dipendente da ε ma non dal punto x, tale che, per n > ν e p intero positivo arbitrario,

risulta

Xn+p k=n+1

ϕk(x) < ε, qualunque sia il punto x∈ E.

I seguenti risultati sono adattati direttamente da analoghi riguardanti le successioni di funzioni.

15.1.III (Teorema del limite) Se la serie di funzioni X

k=1

ϕk(x)

`e uniformemente convergente nell’insiemeE e se, essendo x0 un punto di accumulazione di E, per ogni indice k esiste finito il

xlim→x0ϕk(x), allora sussiste la

xlim→x0

X k=1

ϕk(x) =X

k=1

xlim→x0ϕk(x).

15.1.IV Se la serie di funzioni

X k=1

ϕk(x)

`e uniformemente convergente nell’insieme illimitatoE e se, per ogni indice k, esiste finito il

xlim→∞ϕk(x), allora si ha

xlim→∞

X k=1

ϕk(x) =X

k=1

xlim→∞ϕk(x).

15.1.V (Teorema della continuit`a) Se la serie di funzioni X

k=1

ϕk(x)

`e uniformemente convergente nell’insieme E ed ogni suo termine `e una funzione continua in E, allora anche la somma f (x) della serie `e una funzione continua in E.

(4)

Capitolo 15. Serie di funzioni

15.1.VI (Teorema di derivazione per serie) Se la serie di funzioni X

k=1

ϕk(x)

`

e convergente nell’intervallo A dell’asse x, se ogni funzione ϕk(x) `e derivabile in A e se la serie delle derivate

X k=1

ϕ0

k(x)

`

e uniformemente convergente in A, allora in ogni punto x∈ A sussiste la d

dx X k=1

ϕk(x) = X

k=1

d

dx[ϕk(x)], (15.5)

cio`e la derivata della serie `e uguale alla serie delle derivate.

15.1.VII (Teorema di integrazione per serie (I)) Se la serie X

k=1

ϕk(x),

di funzioni continue in un dominio limitato e misurabileT , `e uniformemente convergente in T , allora vale la

Z

T

X

k=1

ϕk(x)

 dT =X

k=1

Z

T

ϕk(x) dT, (15.6)

cio`e l’integrale della serie `e uguale alla serie degli integrali.

15.1.VIII (Teorema di integrazione per serie (II)) Sia X

k=1

ϕk(x),

una serie di funzioni generalmente continue e sommabili nel dominioA misurabile, limitato o illimitato, e siano verificate le seguenti ipotesi

a) esiste in A un insieme N , chiuso e di misura nulla, tale che tutte le funzioni ϕk(x) siano cintinue in A− N;

b) esiste una funzione non negativa F (x), generalmente continua e sommabile in A, continua in A− N, tale che per ogni punto x ∈ A − N e per ogni intero n, risulti

X k=1

ϕk(x)

6 F (x);

(5)

c) la serie data `e uniformemente convergente in ogni dominioT della famiglia Φ costituita dai domini limitati e misurabili contenuti in A− N.

Allora la somma della seire data (che riesce ovviamente definita in ogni punto x∈ A−N) risulta generalmente continua e sommabile inA ed `e valida la (15.6) (scritta con A in luogo di T ).

15.2 La serie di Taylor

Se, nell’intervallo A dell’asse x, la funzione (reale) f(x) ammette le prime n + 1 derivate continue, allora, fissato in A un punto x0, sussiste la formula di Taylor

f (x) = Xn k=0

f(k)(x0)

k! (x − x0)k+ Rn(x), (15.7) ove per il resto Rn(x) si possono adottare varie forme, fra cui particolarmente importanti sono le

Rn(x) = (x − x0)n+1f(n+1)(ξ)

(n + 1)! (resto di Lagrange), (15.8)

Rn(x) = (x − x0)(x − ξ)nf(n+1)(ξ)

n! (resto di Cauchy), (15.9)

essendo ξ (in generale diverso da una formula all’altra) un opportuno punto interno all’in- tervallo che ha per estremi i punti x0, x.

Si supponga ora che sia f(x) ∈ C(A). In tal caso la (15.7) pu`o essere scritta con n arbitrariamente grande e si pu`o considerare la serie

X k=0

f(k)(x0)

k! (x − x0)k, (15.10)

che si chiama la serie di Taylor relativa alla funzione f(x) ed al punto iniziale x0 (serie di Mac Laurin se x0 = 0).

Ci si pu`o domandare se la serie (15.10) converga e, in questa eventualit`a, se abbia per somma f(x). Sussiste al riguardo il seguente risultato:

15.2.I Condizione necessaria e sufficiente affinch´e la serie di Taylor (15.10) relativa alla funzione f (x) converga, nell’intervallo A, verso la f (x) stessa `e che in ogni punto x ∈ A risulti

nlim→∞Rn(x) = 0, (15.11)

ove Rn(x) `e il resto della formula di Taylor, di ordine n, della funzione f(x).

(6)

Capitolo 15. Serie di funzioni

15.3 La serie di Fourier

Consideriamo una funzione y = f(x), periodica1 di periodo L = 2π, derivabile con derivata continua. Si vuole approssimare la f(x) in tutti i punti del periodo [−π, π).

Nelle ipotesi menzionate si considerano, per ogni intero positivo k, i numeri reali:

a0 = 1 2π

Z π

−π

f (x) dx, ak = 1 π

Z π

−π

f (x) cos(kx) dx, (15.12) che si chiamano coefficienti di Fourier rispetto al coseno, ed i numeri:

bk = 1 π

Z π

−π

f (x) sin(kx) dx, (15.13)

che si chiamano coefficienti di Fourier rispetto al seno. Si pu`o allora costruire la serie:

a0+X

k=1

akcos(kx) + bksin(kx), (15.14)

che `e la forma trigonometrica della serie di Fourier per la funzione f(x), oppure lo sviluppo in serie di Fourier di f(x).

Osserviamo che a0 `e il valor medio della funzione f sul periodo. Inoltre, se f `e una funzione pari — sussiste, cio`e, la: f(−x) = f(x) — tutti i coefficienti bk determinati dalle (15.13) sono nulli2. Se, invece, f `e una funzione dispari — vale la: f(−x) = −f(x) — si prova, in modo analogo, che tutti i coefficienti ak determinati dalle (15.12) sono nulli.

Come conseguenza delle ipotesi poste su f(x), i numeri (15.12) e (15.13), considerati come funzioni di k, risultano infinitesimi per |k| → ∞. Inoltre, se la funzione f `e infinitamente derivabile, si deduce che i suoi coefficienti {ak} e {bk} costituiscono successioni convergenti a 0 esponenzialmente (pi`u rapidamente di una qualunque potenza di 1/k) per |k| → ∞.

Il fatto che i coefficienti (15.12) e (15.13) siano infinitesimi per |k| → ∞ (propriet`a che vale anche se f(x) `e discontinua, purch´e limitata), implica che esiste un’ampia classe di funzioni

1Esiste un numero L > 0, detto periodo, tale che per ogni intero relativo k ed ogni x risulta:

f (x + kL) = f (x).

2Posto ˜x = −x, si ha:

Z π

−π

f (x) sin(kx) dx = Z 0

−π

f (x) sin(kx) dx + Z π

0

f (x) sin(kx) dx

= Z π

0

f (−˜x) sin(−k ˜x) dx + Z π

0

f (x) sin(kx) dx.

La somma nell’ultima riga `e nulla, esendo f (−˜x) = f (˜x) e sin(−k ˜x) = − sin(k ˜x).

(7)

per le quali ha senso considerare lo sviluppo in serie di Fourier. Diventa allora naturale porre il problema di valutare sotto quali ipotesi la serie che ne deriva sia convergente. Il risultato pu`o essere espresso come segue.

1. Se esiste finito l’integrale di |f| sul periodo e f ha, al pi`u, (un numero finito di) punti xh, (h = 1, 2, . . . , m) di discontinuit`a a salto, in corrispondenza dei quali esistono i valori limite da destra e da sinistra di f [f(x+

h), f(x

h)] e di f0 [f0(x+

h), f0(x

h)], allora la serie di Fourier converge nei punti xh al valor medio:

a0 +X

k=1

akcos(kxh) + bksin(kxh) = f (x+

h) + f(x

h)

2 , h = 1, 2, . . . , m (15.15)

2. Se f `e una funzione continua, si dimostra che la serie di Fourier (15.14) `e uniformemente convegente a f.

Una qualunque funzione, definita nell’intervallo [−π, π), pu`o pensarsi estesa all’intero asse reale replicandola periodicamente, con periodo 2π. Se la funzione non `e genuinamente periodica i suoi valori in −π e π saranno differenti. Ne consegue che il risultato espresso dalla (15.15) pu`o essere considerato valido per una qualunque funzione che verifichi le ipotesi poste, non necessariamente periodica. La serie di Fourier, in tal caso, agli estremi dell’intervallo non converge al valore della funzione, ma alla media dei valori negli estremi, in accordo con la (15.15).

Se il periodo della funzione y = f(x) `e L (in generale, diverso da 2π), considerato l’intervallo [−L/2, L/2), si introduce la nuova variabile ξ = πx/(L/2), che descrive l’intervallo [−π, π) quando x descrive [−L/2, L/2).

Rispetto a ξ i coefficienti di Fourier di f si scrivono nella forma a0 = 1

2π Z π

−π

f (ξ) dξ, ak = 1 π

Z π

−π

f (ξ) cos(kξ) dξ, bk = 1 π

Z π

−π

f (ξ) sin(kξ) dξ. (15.16) Con il cambio di variabile x = [L/(2π)]ξ negli integrali (15.16) si ottiene la nuova espressione dei coefficienti di Fourier:

a0 = 1 L

Z L/2

−L/2

f (x) dx, ak = 2 L

Z L/2

−L/2

f (x) cos2π L

 kx

 dx,

(15.17) bk = 2

L Z L/2

−L/2

f (x) sin2π L

 kx

 dx.

`E importante notare che lo sviluppo in serie di Fourier di una funzione y = f(x), cos- tituisce una rappresentazione della f del tutto analoga a quella che si adotta quando si

(8)

Capitolo 15. Serie di funzioni

scrive un vettore mediante una particolare base dello spazio cui il vettore appartiene. Data, infatti, in uno spazio vettoriale n-dimensionale una base di vettori mutuamente ortogonali {ek, k = 1, 2, . . . , n}, un generico vettore v si pu`o scrivere come:

v= Xn k=1

vkek,

in cui la componente vk del vettore v secondo il vettore di base ek `e data da:

vk = (v, ek) (ek, ek)

avendo indicato con (·, ·) l’ordinario prodotto scalare euclideo.

Per la serie di Fourier il sistema di funzioni base `e il seguente:

0(x) ≡ 1, ϕk= cos(kx), ψk = sin(kx), k = 1, 2, . . .} (15.18) ed il prodotto scalare tra due funzioni g e h `e definito da:

(g, h) =Z π

−π

g(x) h(x) dx. (15.19)

Con la definizione di prodotto scalare (15.19), due qualunque funzioni di base (15.18) risultano ortogonali. Infatti, utilizzando le formule di prostaferesi, si verifica facilmente che

p, ϕq) = (ψp, ψq) = 0 per p 6= q,

p, ϕp) = (ψp, ψp) = π per p > 1, (ϕ0, ϕ0) = 2π.

Il fatto che le funzioni base (15.18) siano ortogonali permette di calcolare la compo- nente della funzione f rispetto alla base prescelta valutando il prodotto scalare (15.19) tra quest’ultima e la f. Ricordando le (15.12) e (15.13), si ottiene allora:

(f, ϕ0) =Z π

−π

f (x) ϕ0(x) dx =Z π

−π

f (x) dx = 2πa0 = (ϕ0, ϕ0) a0, (15.20)

(f, ϕk) =Z π

−π

f (x) ϕk(x) dx =Z π

−π

f (x) cos(kx) dx = πak = (ϕk, ϕk) ak, (15.21) (f, ψk) =Z π

−π

f (x) ψk(x) dx =Z π

−π

f (x) sin(kx) dx = πbk = (ψk, ψk) bk. (15.22)

In perfetta analogia con quanto ricordato sopra per i vettori, si pu`o riscrivere la funzione f nella base trigonometrica come:

f (x) = (f, ϕ0)

0, ϕ00(x) +X

k=1

"

(f, ϕk)

k, ϕkk(x) + (f, ψk)

k, ψkk(x)

#

, (15.23)

che, come si verifica immediatamente guardando le (15.20), (15.21) e (15.22), coincide con lo sviluppo in serie di Fourier (15.14) della f.

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