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Academic year: 2021

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Matematica Discreta

Lezione del giorno 14 gennaio 2011

Sviluppo della potenza di un binomio secondo Newton

Vedremo ora un’altra interessante applicazione del Principio di induzione.

Se a,b sono numeri reali >0, sono ben note le formule per calcolare il quadrato e il cubo del binomio (a+b):

(a+b)2 = a2+2ab+b2 (a+b)3 = a3+3a2b+3ab2+b3

Esaminando la riga numero 2 e la riga numero 3 del triangolo di Tartaglia-Pascal, possiamo scrivere le precedenti formule anche nel modo seguente:

(a+b)2 =

 

 

 0 2

a2+

 

 

 1

2

ab+



 

 2 2

b2

(a+b)3 =

 

 

 0 3

a3+

 

 

 1

3

a2b+

 

 

 2 3

ab2+

 

 

 3 3

b3

Queste formule sono un caso particolare di una formula generale (dovuta a Newton) che permette di calcolare (per ogni numero naturale n) la potenza (a+b)n, considerando tutti i prodotti delle potenze di base a per le potenze di base b (in cui gli esponenti di a decrescono da n a 0 e quelli di base b crescono da 0 a n), moltiplicando tali prodotti ordinatamente per gli elementi della riga numero n del triangolo di Tartaglia-Pascal e sommando i risultati:

(a+b)n =

 

 

 0 n

an+

 

 

 1

n

an-1b+

 

 

 2 n

an-2b2+……+

 

 

 2-n n

a2bn-2+

 

 

 1-n n

abn-1+

 

 

 n n

bn

Dimostrazione della formula di Newton:

Si usa il principio di induzione. Per n=1 la formula dà l’eguaglianza:

(2)

(a+b)1=

 

 

 0 1

a1+

 

 

 1 1

b1

che é banalmente vera in quanto

 

 

 0 1

=



 

 1 1

=1 .

Supponiamo vera la formula per n, e dimostriamola vera per n+1: la tesi è dunque la seguente

(a+b)n+1 =

 

 

  0

1n

an+1+

 

 

  1

1n

anb+

 

 

  2

1n

an-1b2+……+

 

 

  1-n

1n

a2bn-1+

 

 

  n

1n

abn+

 

 

 1n 1n

bn+1 (*)

Sfruttiamo l’identità (a+b)n+1=(a+b)(a+b)n e l’ipotesi che la formula è vera per n, ottenendo, per la proprietà distributiva:

(a+b)n+1=(a+b)n(a+b)=

=(a+b)[

 

 

 0 n

an+

 

 

 1

n

an-1b+

 

 

 2 n

an-2b2+……+

 

 

 2-n n

a2bn-2+

 

 

 1-n n

abn-1+

 

 

 n n

bn]=

=



 

 0 n

an+1+

 

 

 1

n

anb+

 

 

 2 n

an-1b2+……..…+

 

 

 2-n n

a3bn-2+

 

 

 1-n n

a2bn-1+

 

 

 n n

abn+

(3)

+



 

 0 n

anb+

 

 

 1

n

an-1b2+

 

 

 2 n

an-2b3+…………+

 

 

 2-n n

a2bn-1+

 

 

 1-n n

abn+

 

 

 n n

bn+1=

=



 

 0 n

an+1+[

 

 

 1

n

+



 

 0 n

] anb+[

 

 

 2 n

+



 

 1

n

] an-1b2+...+[

 

 

 n n

+



 

 1-n n

] abn+

 

 

 n n

bn+1

e si ottiene, come si voleva, il secondo membro della (*), tenendo conto che

 

 

 0 n

=1=



 

  0

1n

,



 

 n n

=1=



 

 1n 1n

, ed applicando la formula (già dimostrata)

 

 

 m n

=



 

 1-m 1-n

+



 

 m

1-n

(da cui si ottiene

sostituendo n con n+1 ed m con 1:

 

 

  1

1n

=



 

 0 n

+



 

 1

n

; poi sostituendo n con n+1 ed con 2:

 

 

  2

1n

=

 

 

 1

n

+



 

 2 n

etc…).

(4)

Esempio: per calcolare la quarta e la quinta potenza del binomio a+b, basta utilizzare le righe numero 4 e 5 del triangolo di Tartaglia-Pascal ottenendo le seguenti formule:

(a+b)4 = a4+4a3b+6a2b2+4ab3+b4

(a+b)5 = a5+5a4b+10a3b2+10a2b3+5ab4+b5

Algoritmo della divisione fra i numeri naturali.

E’ ben noto che, dati 2 numeri interi positivi, si possa “dividere” il primo (dividendo) per il secondo (divisore) trovando un “quoziente” e un “resto”.

Dimostreremo formalmente tale proprietà:

Teorema dell’algoritmo della divisione.

Comunque dati 2 numeri naturali a,b (detti rispettivamente “dividendo” e “divisore”), esistono due numeri interi q,r0 (detti rispettivamente ”quoziente” e “resto”) tali che a=bq+r con r<b.

Inoltre q,r sono unici.

Dimostrazione:

Dimostrazione dell’esistenza di q,r: si consideri l’insieme di tutte le differenze della forma a-bx, con x che varia fra gli interi 0, limitandosi a quelle differenze che danno un risultato 0:

S = { z / z=a-bx, con x intero 0, e con z 0 }

L’insieme S è non vuoto: infatti almeno la differenza a-b0=a è elemento di S, perché a>0.

Possiamo osservare che S contiene certamente un elemento minimo: infatti se S non contiene lo 0 allora S è sottoinsieme di N ed S contiene un elemento minimo per l’Assioma del minimo; se invece S contiene lo 0, è ovvio che 0 è il suo minimo. Sia dunque s il minimo in S. Per costruzione di S si ha che s è un intero 0, ed inoltre s=a-bx con x intero 0. Da cui a=bx+s, e basta scegliere r=s e q=x per avere l’esistenza di q ed r. Resta però da verificare che r<b: se per assurdo fosse rb, si avrebbe r-b0, r-b=(a-bq)-b=a-b(q+1), con q+10 (perché q=x0) dunque il numero r-b sarebbe una delle differenze che appartengono ad S; ma si avrebbe anche r-b<r (perché b>0), contraddizione perché r è il minimo in S.

La dimostrazione dell’unicità di q,r sarà svolta nella prossima lezione.

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