Teoria dei numeri
Lezione del giorno 7 maggio 2008 Resti quadratici.
Siano p un numero primo, a un naturale non multiplo di p.
Si ha allora a,p coprimi, dunque [a] appartiene al gruppo moltiplicativo Z
p* degli elementi invertibili di Z
p.
Diremo che a è un resto quadratico modulo p se esiste un naturale b tale che ab
2(mod p) (quindi se a è un “quadrato modulo p”). Notiamo che in tal caso anche il naturale b è ovviamente non multiplo di p, dunque [b] Z
p* e si ha [a]=[b
2]=[b]
2: in pratica a è resto quadratico modulo p se e solo se [a] è un quadrato perfetto in Z
p* (quindi la proprietà di essere un resto quadratico modulo p è relativa alla classe di congruenza modulo p, non al singolo naturale a).
Esempio.
Troviamo quali numeri naturali (non multipli di p=7) sono resti quadratici modulo 7.
Si ha Z
7* = {[1], [2], [3], [4], [5], [6]}, e i quadrati delle classi sono [1]
2=[6]
2=[1], [2]
2=[5]
2=[4], [3]
2=[4]
2=[2].
Quindi i resti quadratici modulo 7 sono i numeri naturali a tali che a1,2,4 (mod 7).
Per p=2 la situazione dei resti quadratici è banale: si ha Z
2*={[1]}, [1]
2=[1], e tutti i naturali coprimi con 2 (cioè dispari) sono resti quadratici modulo 2.
Quindi studieremo la teoria dei resti quadratici solo nel caso di un numero primo p>2 (quindi p dispari).
Criterio di Eulero.
Sia p>2 un primo ed a un naturale non multiplo di p. Allora:
a è resto quadratico modulo p a
(p-1)/21 (mod p) Dimostrazione:
() Per ipotesi esiste [b] Z
p* tale che [a]=[b]
2. Per il Piccolo Teorema di Fermat si ha:
[1]=[b]
p-1=[a]
(p-1)/2e si ottiene la tesi.
() Per il Teorema di Gauss, il gruppo Z
p* è ciclico, generato da un elemento [x] di periodo uguale alla cardinalità (p-1) di Z
p*.
Ogni elemento di Z
p* è potenza di [x], e in particolare [a]=[x]
t.
Per ipotesi si ha [1]=[a]
(p-1)/2=([x]
(p-1)/2)
t=[x]
t(p-1)/2, dunque t(p-1)/2 è multiplo del periodo (p-1) di [x], cioè t è multiplo di 2, t=2k, da cui ([x]
k)
2=[x]
t=[a], ed a è resto quadratico modulo p.
Come conseguenza del criterio di Eulero, si ha che la verifica se a è resto quadratico modulo p si può effettuare con un algoritmo di complessità polinomiale (utilizzando l’esponenziazione modulare per verificare se a
(p-1)/2modp=1).
Osservazione: Se p>2 é un primo ed a un naturale non multiplo di p, e se a non è resto quadratico modulo p, cosa possiamo dire di a
(p-1)/2? Per il Piccolo Teorema di Fermat si ha (a
(p-1)/2)
21 (mod p), dunque, per una proprietà già osservata durante il test di Rabin-Miller, si ha a
(p-1)/21 (mod p), e per il criterio di Eulero si conclude che a
(p-1)/2-1 (mod p).
Quindi la situazione è la seguente:
a è resto quadratico modulo p a
(p-1)/21 (mod p)
a non è resto quadratico modulo p a
(p-1)/2-1 (mod p)
Introduciamo allora il simbolo di Legendre (a/p), definito solo per p primo >2 ed a naturale non multiplo di p:
(a/p) = +1 se a è resto quadratico modulo p (a/p) = -1 se a non è resto quadratico modulo p Proprietà:
Sia p primo >2.
1) Se a è un naturale non multiplo di p si ha a
(p-1)/2(a/p) (mod p) Discende banalmente da quanto osservato sopra.
2) Se a,b sono naturali non multipli di p (quindi anche ab non è multiplo di p): (ab/p)=(a/p)(b/p).
Infatti per la proprietà 1) si ha (ab/p)(ab)
(p-1)/2a
(p-1)/2b
(p-1)/2(a/p)(b/p) (mod p), ma i valori possibili di ognuno dei 2 numeri (a/p)(b/p), (ab/p) sono 1, dunque la congruenza precedente è in effetti un’eguaglianza (perché la congruenza 1-1 (mod p) è impossibile nel caso p>2).
3) Se a,b sono naturali non multipli di p e se ab (mod p) allora (a/p)=(b/p).
Discende banalmente dall’osservazione che la proprietà di essere resto quadratico dipende solo dalla classe di congruenza modulo p.
Siano dunque a>1 un numero naturale, p>2 un primo e scomponiamo a in prodotto di potenze di primi distinti:
a = p1k1p
2k2....p
rkr (notare che ogni p
i p dunque p
i non è multiplo di p, ed esiste (p
i/p)) Per la 2) si ha :
(a/p) =
r
1 i
i/p)ki (p
Ma nella formula precedente: se k
iè pari (p
i/p)
ki=
(1)ki=+1, e se k
iè dispari (p
i/p)
ki=(p
i/p), dunque in totale si ha :
(a/p) =
r
k i1
i
i
/p) (p dispari