Teoria dei numeri e Crittografia: lezione del 5 maggio 2011 Lemma.
Sia a un elemento di periodo n>1 nel gruppo moltiplicativo G (dunque le potenze distinte di a sono a
0,a
1,…,a
n-1).
Allora fra le potenze distinte di a quelle di periodo n sono tutte e sole le potenze a
icon 1in-1 ed i,n coprimi (in particolare esse sono in numero di (n)) .
Dimostrazione:
Notiamo che a
0=1
Gha periodo 1n, dunque le potenze di periodo n sono da ricercare fra le potenze a
icon 1in-1.
Se a
iha periodo n, poniamo d=mcd(i,n): ovviamente i/d, n/d sono numeri naturali.
Si ottiene:
(a
i)
n/d= (a
n)
i/d= 1
Gi/d= 1
GPer una proprietà del periodo n dell’elemento a
i, si ha che l’esponente n/d è multiplo di n, cioè n/d
= nk, con k numero naturale, da cui dk=1, d=1 e si ha la tesi che i,n sono coprimi.
Viceversa supponiamo i,n coprimi. La tesi è che a
iha periodo n. Sia c il periodo di a
i: è il minimo esponente positivo tale che (a
i)
c= a
ic=1
G.
Per una proprietà del periodo n dell’elemento a, si ha che l’esponente ic è multiplo di n: ma i,n coprimi ed nic implicano nc, in particolare nc. D’altronde (a
i)
n=(a
n)
i= 1
Gi= 1
G, ed essendo c il periodo dell’elemento a
isi ha cn.
In totale n=c=ord(a
i) e si ha la tesi.
Teorema.
Sia G un gruppo (moltiplicativo) ciclico finito di cardinalità n>1 e sia aG un generatore di G.
Allora fra gli elementi distinti di G , che sono per ipotesi le potenze distinte di a:
a
0,a
1,…,a
n-1si ha che un generico a
iè generatore di G se e solo se 1in-1 ed i,n sono coprimi.
In particolare il numero dei generatori di G è (n) (funzione di Eulero di n).
Dimostrazione:
Basta applicare il Lemma, ricordando che un generatore di G non è altro che un elemento di periodo n=G.
Esempio.
Nel gruppo moltiplicativo ciclico Z
5*= {[1], [2], [3], [4]} si è visto in un esempio precedente che a=[2] è un generatore : poiché la cardinalità è 4, tutti e soli i generatori saranno le potenze a
icon 1i3 ed i,4 coprimi, cioè le potenze a
1=[2], a
3=[8]=[3].
Se il gruppo moltiplicativo Z
n* è ciclico per un certo valore di n>1, e se [a] è un generatore, essendo (n) la cardinalità di Z
n*, tutti e soli i generatori saranno le potenze [a]
i= [a
i], dove 1i(n)-1, e i,(n) sono coprimi, ed essi sono in numero di ((n)).
In particolare, se a è una radice primitiva modulo n (sempre che essa esista), le radici primitive modulo n sono tutte e sole le riduzioni a
imodn, dove 1i(n)-1, e i,(n) sono coprimi, ed esse sono in numero di ((n)).
Anelli, campi e polinomi.
Un anello è insieme non vuoto A in cui sono definite 2 operazioni (indicate rispettivamente con i simboli di somma e prodotto) tali che:
- A(+) é gruppo commutativo
- A(×) é un semigruppo (cioè vale la proprietà associativa del prodotto)
- valgono le proprietà distributive: per ogni a,b,cA si ha a(b+c)=ab+ac, (b+c)a=ba+ca In un anello A vale la seguente proprietà (se 0
Aindica :
per ogni aA, si ha 0
Aa=a0
A=0
A(infatti per esempio 0
A+0
Aa=0
Aa=(0
A+0
A)a=0
Aa+0
Aa e basta usare la legge di cancellazione valida nel gruppo A(+)per ottenere 0
Aa=0
A).
In un anello A si può definire il concetto di divisore: dati a,bA si dice che a è divisore di b o che b è multiplo di a (e si scrive il simbolo ab) se esiste cA tale che b=ac.
Un anello A è detto commutativo se il prodotto soddisfa la proprietà commutativa; è detto con unità se esiste l’elemento neutro del prodotto (indicato con 1
A).
Sono esempi di anelli commutativi con unità: l’anello degli interi relativi, l’anello dei numeri razionali relativi, l’anello dei numeri reali relativi.
Anche l’insieme Z
nrispetto alla somma e prodotto di classi di congruenza è un anello commutativo con unità.
Se A è un anello con unità, rispetto al prodotto è un monoide, dunque si può considerare il gruppo moltiplicativo A* degli elementi invertibili di A rispetto al prodotto.
Un anello commutativo con unità A è detto campo se ogni elemento aA, a0
Aha inverso in A rispetto al prodotto. In tale caso il gruppo A*= A-{0
A} è un gruppo commutativo.
Sono esempi di campi: il campo dei numeri razionali e il campo dei numeri reali. L’anello dei numeri interi relativi non è un campo, perché gli unici elementi invertibili sono 1, -1.
Teorema.
In un campo A vale la legge di annullamento del prodotto: comunque dati a,bA, se ab=0
Asi ha a=0
Aoppure b=0
A(equivalentemente se a,b0
Aallora ab0
A).
Dimostrazione:
Sia per assurdo ab=0
Acon a,b0
A. Per ipotesi esiste a
-1A, da cui:
b=1
Ab=(a
-1a)b=a
-1(ab)=a
-10
A=0
A, contraddizione.
Se A è un anello commutativo con unità, ed x è una indeterminata, si può costruire l’insieme A[x]
dei polinomi a coefficienti in A nell’indeterminata x, formato dalle espressioni algebriche della forma: f(x) = a
0+a
1x+a
2x
2+….+a
mx
mdove a
iA, m intero ³0.
Il polinomio nullo è quello con tutti i coefficienti =0
A. Per un polinomio non nullo f(x) si definisce il grado gr(f(x)) uguale al massimo indice k tale che il coefficiente a
ksia 0
A: il coefficiente a
kè allora detto coefficiente principale o coefficiente direttore di f(x).
Se f(x), g(x) A[x] sono polinomi non nulli di grado rispettivamente n, m e se a
n, b
msono rispettivamente i loro coefficienti principali, nell’ipotesi che il prodotto a
nb
msia non nullo si ha che esso è il coefficiente principale del polinomio prodotto f(x)g(x), che ha dunque grado n+m.
Fra i polinomi di A[x] si possono definire nel modo usuale una somma e un prodotto di polinomi (sfruttando le operazioni dell’anello A) che rendono A[x] un anello commutativo con unità, come A.
Dato un polinomio f(x)= a
0+a
1x+a
2x
2+….+a
mx
mA[x] ed un elemento aA, si chiama valore assunto da f(x) in a l’elemento f(a)= a
0+a
1a+a
2a
2+….+a
ma
mA ottenuto sostituendo x con a.
Se f(a)=0
Asi dice che a è radice di f(x).
E’ facile verificare che, se f(x), g(x)A[x], h(x)=f(x)g(x), dato aA, si ha: h(a)=f(a)g(a).
Teorema di Ruffini.
Dato un polinomio f(x)A[x]:
un elemento aA è radice di f(x) Û (x-a)ôf(x).
Dimostrazione:
(Ü) Se esiste h(x)A[x] tale che f(x)=(x-a)h(x), si ha, calcolando il valore in a:
f(a)=0
Ah(a)=0
A(Þ) Per ogni aA ed ogni intero t>0 vale l’identità algebrica (che si può dimostrare direttamente o per induzione su t):
x
t- a
t= (x-a)(x
t-1+ax
t-2+…..+a
t-2x+a
t-1) dunque (x-a) (x
t– a
t) per ogni t>0.
Da ciò segue che, se f(x)= a
0+a
1x+a
2x
2+….+a
mx
m, (x-a) é divisore di f(x)-f(a)=a
1(x-a)+a
2(x
2-a
2)+…..+a
m(x
m-a
m)
In particolare, se per ipotesi f(a)=0
A, (x-a) è divisore di f(x).
Corollario.
Siano A un campo ed f(x) un polinomio non nullo in A[x] di grado n. Il numero di radici distinte di f(x) in A è n.
Dimostrazione:
Siano a
1,a
2,…,a
rA le radici distinte di f(x). Per il Teorema di Ruffini si ha f(x)=(x-a
1)g
1(x), con g
1(x)A[x]. Da 0
A=f(a
2)=(a
2-a
1)g
1(a
2) e da a
2-a
10
Asegue g
1(a
2)=0
A(per la legge di annullamento del prodotto valida nel campo A). Di nuovo per il Teorema di Ruffini si ha g
2(x)=(x-a
2)g
2(x), con g
2(x)A[x], da cui f(x)=(x-a
1)(x-a
2)g
2(x). Così procedendo, dopo r passi, si ha:
f(x)=(x-a
1)(x-a
2)…….(x-a
r)g
r(x) con g
r(x)A[x]
Calcolando i gradi di ambo i membri (utilizzando la regola del grado del prodotto di polinomi) si ha n=r+gr(g(x)), dunque rn, perché gr(g(x))³0.
Sia A un campo: possiamo considerare il gruppo moltiplicativo A*=A-{0
A} degli elementi invertibili di A rispetto al prodotto.
Teorema.
Se A è un campo finito, il gruppo moltiplicativo A*=A-{0
A} è un gruppo ciclico.
Dimostrazione:
Sia G=A*, ed n=G: la tesi è che esiste un generatore del gruppo G, cioè un elemento aG di periodo = n.
Sia S l’insieme di tutti i naturali divisori di n. Per ogni dS sia S
dil sottoinsieme di G formato dagli elementi di G di periodo d (a priori può essere S
d=). Supponiamo che S
d, e calcoliamo la cardinalità di S
d.Fissiamo un elemento a in S
d(quindi a ha periodo d): le potenze distinte di a sono in numero di d e sono a
0, a
1,…,a
d-1. Ognuna di tali potenze è radice del seguente polinomio di grado d: f(x)=x
d-1
AA[x]; infatti (a
i)
d=(a
d)
i=1
A. Essendo A un campo, il polinomio f(x) ha in A al più d radici, dunque le d potenze di a esauriscono tutte le radici di f(x) in A.
Ma un elemento qualunque bS
dè radice di f(x) (perché b ha periodo d dunque b
d=1
A) .
Si conclude che ogni elemento di S
dè una potenza di a. Per costruzione gli elementi di S
dsono le potenze di a che hanno periodo d, dunque, per un risultato precedente sono in numero di (d).
Dunque S
dha cardinalità (d) (se è ). Al variare di dS, i sottoinsiemi S
dsono banalmente a due a due disgiunti e la loro unione è G (se yG, detto d il periodo di y, si ha d divisore di n, dS, yS
d).
Dunque:
n = ôGô =
dd S
S
=
d d n S
Per un risultato precedente si ha n= ( )
d n
d
= d
d n
S . Ma ôSdô=0 (se S
d=) oppure ôS
dô=(d) (se S
d). Dall’eguaglianza precedente segue che nessun S
d è vuoto (altrimenti
d n S
d< ( )
d n