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L La riorganizzazione dei Pronto Soccorso tra linee guida e realtà

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Academic year: 2022

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p r o p o s t e

18 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVII numero 1 - 2020

L

a gravissima difficoltà in cui versa il servizio di Ps nel no- stro Paese è una criticità tra le tante del nostro sistema ospeda- liero che, per le ricadute che ha sul territorio, provoca gravi ripercus- sioni sull’intero Ssn, con conse- guenze negative sui cittadini, sul personale medico e non dei servizi di Ps e non solo. Va detto subito che a oltre sei mesi dall’elaborazio- ne delle linee guida ministeriali le stesse non hanno ancora trovato piena applicazione (ma solo parzia- le) da parte delle Regioni anche per quanto attiene l’OBI (Osservazione Breve Intensiva) e la disponibilità di letti dove è possibile ricoverare i malati temporaneamente. Alcune indicazioni sono interessanti, ma non so quanto realizzabili ed effetti- vamente in grado di migliorare l’as- sistenza. Anzi, sembrerebbero cre- are una maggiore complicazione del sistema con ulteriori gravami burocratici per il personale addetto e per i cittadini fruitori.

I servizi di Ps in questi anni sono stati “tagliati”, e non ci sono in ballo nuove risorse per un servizio di riferimento territoriale che ga- rantisce durante l’intero anno, giorno e notte, prestazioni sanita- rie e assistenza ai cittadini. Per

mantenere la possibilità di eroga- re tali prestazioni, oltre a garantire le urgenze/emergenze e l’attività di accettazione, è necessario adottare misure qualitativamente migliori rispetto ad oggi abbatten- do, in primo luogo, i tempi di atte- sa. Porre un tetto di attesa di otto ore, come previsto nelle linee gui- da, non mi pare accettabile.

þLe misure necessarie

Per migliorare il servizio dei Ps c’è bisogno di misure rilevanti, ma allo stesso tempo semplici e di sicura efficacia. Tra queste, da realizzare in tempi brevi:

1. L’aumento degli organici medici e non solo nei Servizi di PS e OBI.

Una prima minima integrazione or- ganica non dovrebbe essere infe- riore alle 1.000 unità mediche (200 nella sola Lombardia) su base na- zionale;

2. Il miglioramento e ampliamen- to delle strutture e delle attrezza- ture.

3. La messa in atto di misure ca- paci di garantire la sicurezza degli operatori anche sulle ambulanze.

4. L’aumento dei posti letti per acuti negli ospedali (specie nei re- parti di Medicina) che sono stati ridotti eccessivamente senza per

altro un aumento adeguato dei posti per subacuti, post acuzie, ri- abilitazione, ospedali di comunità, ecc.

5. Il potenziamento della Medici- na Territoriale a cominciare dalla Medicina Generale, incrementan- do gli studi dei Mmg e della spe- cialistica ambulatoriale, evitando sperimentazioni sui cronici, come quelle avviate in Lombardia, che di fatto tagliano le prestazioni e marginalizzano il ruolo del medico di medicina generale.

È evidente che tali misure necessi- tano di maggiori risorse per la sani- tà. Secondo alcuni analisti ad inte- grazione (o in alternativa) alle misu- re proposte si potrebbero prevede- re forme di pagamento (già in pas- sato previste) a carico dei cittadini per le prestazioni “non urgenti e/o di scarsa rilevanza clinica” con il duplice obiettivo di ridurre gli ac- cessi in Ps e creare una forma di

“autofinanziamento”.

Vedremo nei prossimi mesi cosa si realizzerà anche se la sanità ri- sente non solo di scarse risorse, ma soprattutto dell’autonomia data alle Regioni che in suo no- me applicano le indicazioni nor- mative nazionali come e quando vogliono.

Un recente servizio apparso sul Corriere Sanità, supplemento del Corriere della Sera, inerente alle indicazioni contenute nelle Linee Guida ministeriali per i Pronto Soccorso, mi ha spinto a riflettere sulla questione anche per il permanere delle gravissime difficoltà

ormai croniche di questi fondamentali servizi assistenziali

Francesco Falsetti Presidente Unione Medici Italiani (Umi)

La riorganizzazione dei Pronto

Soccorso tra linee guida e realtà

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