Le varietà di erba medica più adatte al biologico
SPERIMENTAZIONE TRIENNALE IN QUATTRO AREALI DEL CENTRO E NORD ITALIA
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Le varietà
di medica coltivate in biologico
hanno dato
risultati produttivi estremamente variabili in funzione dell’ambiente
di prova, per questo motivo è necessario scegliere
con attenzione
la varietà più adatta al proprio areale
Campo di Lodi (sopra) e di San Cesario sul Panaro (MO) (sotto)
Campo di Alberese (GR) (sopra) e di S. Apollinare (PG) (sotto) di L. Pecetti, P. Annicchiarico,
L. Russi, R. Torricelli, P. Bottazzi, F. Ruozzi,
M. Ligabue
I
l comparto biologico continua a mostrare una crescita sostenuta delle vendite nonostante la crisi generalizzata (+9,2% nel 2011 se- condo i dati Ismea, con una proiezione di un ulteriore +6,1% nel 2012).In questo ambito, le produzioni anima- li sono quelle con la tendenza più positi- va (+16% per il lattiero-caseario e +21%
per le uova nel 2011).
Il numero di capi suini, ovicaprini e avicoli allevati in biologico è aumen- tato mediamente del 10% nel 2011 ri- spetto all’anno precedente (Sinab, 2012:
www.sinab.it).
Un tale sviluppo dell’allevamento biologico e delle sue produzioni deve necessariamente accompagnarsi a un incremento della coltivazione di spe- cie vegetali per l’alimentazione zoo- tecnica.
Soprattutto per le colture proteiche, infatti, le aziende biologiche italiane sono fortemente dipendenti dalle im- portazioni, che sono triplicate dal 2010 al 2011 (Sinab, 2012).
L’erba medica è una specie chiave per i sistemi agrozootecnici biologici, ol- tre che per le prerogative proprie delle leguminose (contributo positivo al bi- lancio dell’azoto e alla fertilità dei ter- reni grazie all’azotofi ssazione simbio- tica), anche per la sua produzione di foraggio di elevato contenuto protei- co e ottima qualità nutrizionale, il suo adattamento a condizioni colturali con ridotti input e il suo contributo al mi- glioramento dell’effi cienza energetica dell’azienda (Entz et al., 2001; Hoepp- ner et al., 2006).
L’importanza di questa specie nel biologico è dimostrata dalla sua dif- fusione, risultando − con oltre 76.000 ettari tra superfi cie biologica e super- fi cie in conversione − addirittura la prima coltura per superfi cie in Italia nel 2011 (Sinab, 2012).
Perché è importante la scelta varietale
È sempre più opportuno acquisire co- noscenze sulle prestazioni delle varietà di erba medica in condizioni di coltiva- zione biologica, per fornire informazio- ni utili per la loro scelta. Indagini prece- denti condotte in due areali contrastan- ti, nel Nord e nel Centro Italia, avevano mostrato risposte varietali molto diverse per produzione e persistenza nei due am- bienti di valutazione, suggerendo caute- la nell’estensione della raccomandazione varietale ad aree molto diverse da quelle di prova (Pecetti et al., 2009).
L’adattamento specifi co infl uenzava in uguale misura ecotipi tradizionali e va- rietà moderne, e non sembravano sussi- stere motivazioni per la scelta dei primi rispetto alle seconde nel biologico. Anche
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Le due località del Nord sono state caratterizzate da annate marcatamente meno piovose, più fredde d’inverno e più calde d’estate rispetto alla media.
A Lodi, l’irrigazione estiva con 200 mm (suddivisa in 5 irrigazioni) ha co- munque comportato l’assenza di forte stress idrico.
A Grosseto, la piovosità del primo anno è stata sensibilmente più alta della media e con distribuzione piut-
tosto regolare, favorendo l’insedia- mento della coltura e delle sue pre- stazioni nel primo anno, mentre gli anni successivi hanno avuto piovosità inferiore alla media. La piovosità nel triennio a Perugia è risultata legger- mente superiore alla media, ma forte- mente concentrata in autunno-inver- no, tanto che la piovosità media pri- maverile-estiva nel triennio di prova è stata pari a 278 mm.
•
Andamento meteorologico
nel caso di una varietà selezionata per i sistemi biologici, l’adattamento specifi co all’ambiente era risultato preponderante sul suo possibile adattamento al sistema colturale e, più in generale, altri risulta- ti suggerivano che buone varietà di er- ba medica in agricoltura convenzionale potevano essere altrettanto positive in coltivazione biologica (Annicchiarico e Pecetti, 2010).
Scopo del presente studio è stato quel- lo di aggiornare la conoscenza sul com- portamento di varietà di erba medica in biologico, ampliando anzitutto le inda- gini a quattro distinti areali italiani (due nel Nord e due nel Centro del Paese) e valutando un ampio set di varietà com- merciali, in gran parte di recente costi- tuzione, a cui sono stati aggiunti alcuni materiali in avanzata fase di selezione, che potrebbero essere rilasciati nel pros- simo futuro.
Come sono state impostate le prove
La valutazione triennale in condizioni di coltivazione biologica è stata condotta a Lodi, S. Cesario sul Panaro (Modena), S. Apollinare (Perugia) e Alberese (Gros- seto). I diversi areali di prova rappresen- tano un ampio ventaglio delle possibili condizioni di coltivazione dell’erba me- dica biologica in Italia. In termini clima- tici, si passa dall’ambiente sub-continen- tale di Lodi, con inverni piuttosto freddi che condizionano la durata della stagione vegetativa, all’ambiente mediterraneo di Grosseto con inverni miti.
Terreno. Dal punto di vista pedologi- co, sono presenti sia terreni sostanzial- mente sciolti, come quello di Lodi, sia terreni con un’importante componente argillosa, come a Modena e Perugia. Infi - ne, Lodi rappresenta l’areale tipicamente irriguo della coltura, mentre nelle aree rappresentate dalle altre località predo- mina la coltura asciutta. Durante lo svol- gimento della prova, le condizioni clima- tiche non sempre sono risultate in linea con quelle tipiche di ogni ambiente.
Semine. Come indicato in tabella 1, so- no state valutate 11 varietà commerciali e cinque varietà sperimentali in avanzata fase di selezione (Miranda, Surigheddu, MSI004, MSI006 e MSI007). Le semine sono state eseguite nella prima metà di aprile 2010, con una densità di 40 kg/ha di seme germinabile in parcelle di 6 m2 disposte secondo uno schema sperimen- tale a traliccio quadrato con quattro re- pliche. Prolungati ristagni idrici, causa- ti dell’eccessiva piovosità primaverile,
TABELLA A - Piovosità annuale e temperature delle quattro località durante la prova e valori medi nel lungo periodo
Lodi Modena Perugia Grosseto
Durante la prova
Media lungo periodo
Durante la prova
Media lungo periodo
Durante la prova
Media lungo periodo
Durante la prova
Media lungo periodo Piovosità media
annuale (mm) 618 (1) 802 588 709 821 794 681 595 Temperature giornaliere (media)
Min.
(dic.-feb., °C) (2) –3,2 –0,7 –3,2 –0,3 0,4 1,0 3,3 3,7 Max
(giu.-ago., °C) 30,6 27,6 31,2 28,7 32,1 29,6 29,5 31,1 Terreno
(% argilla) Franco-sabbioso
(13) Franco-limoso-
argilloso (39) Argilloso-limoso
(40) Argilloso- sabbioso (21) (1) A Lodi sono stati forniti ulteriori 200 mm di irrigazione estiva durante ciascun anno.
(2) Inverno 2010-2011 a Lodi; media degli inverni 2010-2011 e 2011-2012 nelle altre località.
hanno compromesso il normale sviluppo delle piante nella prova di Lodi, la qua- le è stata quindi riseminata nel marzo 2011 e sottoposta, sinora, a un biennio di valutazione.
Infestanti.In ogni località è stata de- terminata la produzione di sostanza sec- ca dell’erba medica al netto delle infe- stanti, rilevata su 14 tagli complessivi nel triennio a Modena, 7 a Perugia e 9 a Grosseto. A Lodi, nel biennio di prova, sono stati eseguiti 7 sfalci. L’elevata pre- senza di infestanti nella maggior parte degli sfalci di Lodi ha confermato che in questo areale la capacità di compete- re con le infestanti è una caratteristica fondamentale di una buona varietà di erba medica in biologico (Annicchiari- co e Pecetti, 2010). Nelle altre località, soprattutto a partire dal secondo anno, si sono avuti invece numerosi tagli (6 su 9 a Grosseto, 10 su 14 a Modena, 3 su 7 a Perugia) in cui le infestanti erano tra- scurabili o praticamente assenti.
In ciascuna località, i valori medi di produzione delle 16 cultivar in prova so- no stati confrontati mediante analisi del- la varianza e test della minima diff erenza signifi cativa al 5% di probabilità.
Cultivar e produttività
In tabella 1 sono riportati i valori di sostanza secca prodotta da ciascuna cul- tivar nel triennio a Modena, Perugia e Grosseto, e nel biennio a Lodi. Per questa località è riportata anche la produzione rilevata all’ultimo sfalcio eseguito (otto- bre 2012), intesa come una possibile sti- ma della persistenza e produzione delle cultivar nel terzo anno.
In tutte le località, le cultivar hanno mostrato una grande variabilità per la produzione di sostanza secca, ma le loro graduatorie sono apparse molto diverse tra le località. A Modena, la varietà Bea- trix ha avuto la maggiore produzione triennale, non diversa statisticamente da
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quella del materiale sperimentale MSI004 e delle varietà La Torre, PR57Q53, Prose- menti e Selene. Cuore Verde è risultata la varietà più produttiva a Grosseto, se- guita da Azzurra, Selene, Beatrix, Prose- menti ed Emiliana. A Perugia, la varietà sperimentale Surigheddu ha mostrato la produzione più alta, seguita da Cuore Verde, Beatrix, Picena, MSI004, Selene e PR57Q53.
Il biennio di valutazione a Lodi ha messo in evidenza la produzione dei ma- teriali sperimentali MSI006 e MSI007 e della varietà Azzurra. Tuttavia i valo- ri dell’ultimo taglio hanno evidenziato la buona persistenza (dopo due anni di marcata competizione da parte delle in- festanti) della varietà Costanza oltre che di MSI006.
A riprova della scarsa coerenza delle risposte produttive varietali nei diversi ambienti, le correlazioni tra le produzioni delle cultivar nelle quattro località sono state nulle in tutti i casi, eccetto le produ- zioni nelle due località dell’Italia centra- le, le quali hanno mostrato una moderata correlazione (r = 0,76; P < 0,01). L’adatta- mento specifi co evidenziato da quasi tutte le cultivar conferma quanto già osservato in prove di valutazione condotte in sistemi non biologici reali (Annicchiarico, 1992) o riprodotti da ambienti artifi ciali con regimi idrici e tipi di suolo contrastan- ti (Annicchiarico e Piano, 2005), nonché nella precedente sperimentazione in due sistemi biologici geografi camente contra- stanti (Pecetti et al., 2009).
Le condizioni pedoclimatiche (so- prattutto il livello di stress idrico esti- vo e la tessitura del terreno) si sono di- mostrate i principali fattori ambien- tali associati all’adattamento specifi co del germoplasma italiano di erba me- dica (Annicchiarico, 1992 e 2007). La risposta adattativa delle varietà è coe- rente con l’adattamento degli ecotipi da cui quasi sempre esse derivano e/o con l’ambiente della loro selezione (Annic- chiarico e Piano, 2005). Si spiega co- sì, ad esempio, il comportamento delle cultivar Costanza, MSI006 e MSI007 (derivate da ecotipi dell’Italia setten- trionale e selezionate in condizioni esti- ve relativamente favorevoli a Lodi), le quali sono risultate tra le più produttive e persistenti a Lodi, e tra le meno pro- duttive a Perugia e Grosseto.
La varietà Cuore Verde aveva già dato prova del suo adattamento specifi co alle condizioni dell’Italia centrale in cui è stata selezionata (Pecetti et al., 2009). La pro- duzione medio-alta di Surigheddu nelle località dell’Italia centrale può essere sta-
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e/o la bibliografi a:
www.informatoreagrario.it/rdLia/
13ia01_6773_web
TABELLA 1 - Produzione di sostanza secca (s.s.) di erba medica (t/ha) al netto delle infestanti nelle quattro località
Cultivar Costitutore/
rappresentante
Lodi Modena
S.s.
triennio
Perugia S.s.
triennio
Grosseto S.s.
triennio S.s.
biennio S.s.
ultimo taglio
Azzurra Sis Soc. italiana sementi 16,50 0,84 39,88 14,97 38,86
Beatrix Co.Na.Se. 13,09 0,86 44,00 16,08 38,24
Costanza Cra-Flc / Semfor 15,04 1,41 38,58 12,41 31,35 Cuore Verde Dba/ArtigianSementi 12,20 0,67 37,31 16,75 40,62 Emiliana Continental Semences 12,19 0,98 40,31 14,70 37,03 La Torre Apsov Sementi 11,70 0,87 43,64 14,09 35,26
Palladiana I.v.s. 14,48 1,15 39,81 14,08 31,31
Picena C.g.s. Sementi 12,86 0,94 38,47 16,47 34,57 PR57Q53 Pioneer Hi-Bred 15,29 1,02 41,73 15,48 35,58 Prosementi Soc. Produttori Sementi 12,12 1,03 41,70 14,79 37,36
Selene Monsanto 13,54 0,86 41,65 15,64 38,64
Miranda Soc. Produttori Sementi 10,01 0,45 30,73 13,12 29,91
Surigheddu Cnr-Ispaam 11,71 0,83 32,34 16,85 35,55
MSI004 Cra-Flc 13,75 1,06 43,71 16,16 35,61
MSI006 Cra-Flc 16,74 1,48 37,02 13,48 30,67
MSI007 Cra-Flc 15,88 1,18 40,12 13,12 27,45
Media 13,57 0,98 39,44 14,89 34,88
MDS P < 0,05 1,07 0,27 2,71 1,57 3,84
Le cultivar hanno mostrato una grande variabilità per la produzione di sostanza secca e le graduatorie sono state molto diverse tra le località.
ta determinata dall’adattamento di questa varietà sperimentale a condizioni di sic- cità estiva piuttosto spinta, dal momento che essa deriva dalla vecchia cultivar sar- da Mamuntanas, la quale ha dimostrato un’eccezionale tolleranza allo stress idrico in ambienti delle due sponde del Mediter- raneo (Annicchiarico et al., 2011).
Le varietà Beatrix e Selene sono appar- se tra le più produttive a Modena, Peru- gia e Grosseto, ovvero le tre località i cui terreni erano maggiormente caratterizzati dalla componente argillosa, suggerendo che queste varietà abbiano sviluppato un adattamento specifi co a terreni con tes- situra piuttosto pesante. La varietà Az- zurra ha mostrato produzioni elevate in due ambienti contrastanti come Grosse- to e Lodi, lasciando intravedere un suo possibile adattamento piuttosto ampio.
Tuttavia, la sua produzione inferiore alla media nell’ultimo taglio del secondo anno a Lodi suggerisce la necessità di verifi ca- re ulteriormente la persistenza di questa varietà nella località padana.
In conclusione, lo studio ha messo in evidenza la possibilità di individuare varietà di erba medica con buone pre- stazioni in coltivazione biologica nelle diversifi cate condizioni ambientali ita- liane, purché si tenga conto della speci- fi cità delle condizioni ambientali stesse, e dell’adattamento preferenziale mostra- to da molte varietà in funzione delle ca- ratteristiche pedoclimatiche dell’area di
coltivazione. Tra le nuove costituzioni sono emerse potenziali varietà con pro- duzione elevata nell’ambiente di specifi - co adattamento. I risultati sottolineano ancora una volta anche per il biologico la necessità di fornire raccomandazioni varietali diff erenziate per i diversi areali di utilizzazione.
Luciano Pecetti, Paolo Annicchiarico Consiglio per la ricerca e la sperimentazione
in agricoltura - Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero-casearie (Cra-Flc), Lodi Luigi Russi, Renzo Torricelli Dipartimento di biologia applicata (Dba) Università degli studi di Perugia Paolo Bottazzi Regione Toscana, Grosseto Marco Ligabue, Fabrizio Ruozzi Crpa, Reggio Emilia Ricerca realizzata nell’ambito del Piano nazionale sementiero biologico, fi nanziato dal Mipaaf e coordinato dall’Inran - Settore Sementiero.
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Le varietà di erba medica più adatte al biologico
ARTICOLO PUBBLICATO SU L’INFORMATORE AGRARIO N. 1/2013 A PAG. 38
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