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ZOOTECNIA

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el comprensorio del Parmigiano-Reg- giano, i fi eni rappresentano uno degli elementi di legame con il territorio su cui poggia la Denominazione di origine protetta del formaggio. Per questo l’importanza dei foraggi di produzione aziendale nell’alimentazione delle bovine da latte destinato alla trasformazione in questo formaggio Dop è ribadita e raff orzata dal nuovo disciplinare di produzione del Parmigiano- Reggiano. Questo stabilisce, infatti, a partire dal 2011, che la base foraggera della razione delle vac- che deve essere autoprodotta per il 50% dai singoli allevamenti (precisamente «almeno il 50% della so- stanza secca dei foraggi utilizzati deve essere prodot- ta sui terreni aziendali ubicati in comprensorio»).

Il disciplinare prevede anche che «la sostanza sec- ca dei mangimi nel loro complesso non deve superare quella globalmente apportata dai foraggi (rapporto foraggi/mangimi non inferiore a 1)». Ciò signifi ca che l’allevatore-agricoltore è direttamente respon- sabile della produzione e della qualità di almeno il 25% della sostanza secca distribuita alla mandria.

Per questo all’impresa agricola che opera nel com- prensorio del Parmigiano-Reggiano viene richie- sta una gestione altamente professionale non solo della stalla, ma dell’azienda nel complesso, con un’attenzione alla conduzione della terreno e alla produzione dei fi eni in particolare.

È noto, però, che oltre all’apporto nutritivo i fi eni svolgono nei ruminanti altre importanti funzioni,

Foraggi aziendali: è bene

conoscerne la qualità

ROBERTO DAVOLIO, ALESSANDRA IMMOVILLI, MARIA TERESA PACCHIOLI, CRISTINA PANCIROLI, FABRIZIO RUOZZI CRPA spa, Reggio Emilia

I vari fattori che possono influenzare il valore nutrizio- nale di un fieno determinano differenze che possono essere correttamente valutate solo con l’analisi, per un utilizzo ottimale in stalla.

TAB. 1 VALORIMEDI EVARIABILITÀ DIALCUNIPARAMETRI NUTRIZIONALI DIFIENIPRODOTTI NELLACAMPAGNA

2011.

ERBA MEDICA (115 campioni)

ERBA MEDICA MISTA (51 campioni)

GRAMINACEE (111 campioni) Media Minimo Massimo Dev.st Media Minimo Massimo Dev.st Media Minimo Massimo DEV.ST

Proteina (% SS) 18,03 10,77 26,86 2,54 12,33 8,18 18,21 3,15 9,53 4,99 18,46 2,84

NDIP (% SS) 3,28 1,99 7,80 0,94 2,87 1,72 5,06 0,73 2,56 0,65 4,97 0,78

ADIP (% SS) 1,46 1,09 2,04 0,18 1,25 0,80 1,65 0,21 1,06 0,51 1,87 0,25

Proteina solubile (% SS) 6,39 3,92 12,69 1,24 4,35 2,13 7,18 1,27 3,94 1,45 8,17 0,94

NDF (% SS) 43,25 30,41 58,18 4,43 50,54 37,08 66,43 6,02 54,74 39,07 68,80 5,91

ADF (% SS) 35,27 23,52 44,73 3,82 37,20 27,67 44,16 3,31 36,92 24,86 45,05 3,89

Lignina (ADL) (% SS) 7,90 5,43 10,15 0,78 6,81 2,72 9,81 1,19 5,44 2,71 9,19 1,28

Digeribilità NDF a 24 ore (%NDF) 32,21 22,77 43,99 3,51 37,19 25,75 60,88 5,96 44,16 27,78 56,92 5,32

Ceneri (% SS) 10,56 7,44 17,25 1,32 9,29 7,53 11,27 0,82 8,66 5,01 14,81 1,45

Amido (% SS) 1,71 0,48 3,13 0,49 2,05 1,01 3,03 0,43 1,93 0,61 3,66 0,53

Zuccheri (% SS) 6,78 2,20 10,83 1,46 8,28 4,35 14,69 1,75 9,86 4,99 18,00 2,68

NOTE:

Dev.st = Deviazione standard

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in particolare per il mantenimento della corretta fi siologia ruminale e dello stimolo della rumina- zione.

Il foraggio, quindi, si conferma e si raff orza come il cardine su cui poggia l’alimentazione delle bovi- ne, e oggi ancora di più è fondamentale conoscer- ne al meglio le caratteristiche per poterlo corretta- mente utilizzare e valorizzare in stalla.

Un’analisi su 277 campioni

Presso il Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia è attivo un servizio di analisi degli alimenti zootecnici che utilizza la spettroscopia nel vicino infrarosso (NIR), fortemente specializ- zato nei foraggi, in grado di produrre una caratte- rizzazione molto completa ed in tempi molto ra- pidi. I campioni analizzati provengono dai clienti e da aziende sperimentali e dimostrative coinvolte in vari progetti. Attraverso questo servizio sono state analizzate negli ultimi anni diverse migliaia di campioni e si è potuto iniziare a fornire uno spaccato delle caratteristiche dei foraggi delle di- verse annualità (vedi “L’Informatore Agrario” n.

2/2011, disponibile nella sezione pubblicazioni del sito www.crpa.it).

Per la campagna foraggera 2011 è stato possibile individuare, tra i campioni arrivati in laboratorio, un gruppo di 277 che era accompagnato da una serie di indicazioni specifi che (tipo di pianta fo- raggera seminata, prevalente e/o in purezza, taglio, origine geografi ca, ecc). Questo gruppo di cam- pioni è stato utilizzato per monitorare la qualità dei fi eni prodotti l’anno scorso e ora in uso nelle stalle del comprensorio del Parmigiano-Reggiano.

I campioni individuati sono stati suddivisi in 3 tipologie: fi eni di erba medica (medicai di nuovo impianto diserbati, tagli estivi); fi eni di erba me- dica mista (medicai vecchi non diserbati, primi tagli); fi eni di graminacee (erbai e prati stabili).

I risultati medi per la maggior parte dei parametri confermano le diff erenze già note tra i due gruppi di fi eni più rappresentati, erba medica e gramina- cee, specialmente in termini di apporti di proteina grezza e di parete cellulare (NDF – fi bra insolubile al detergente neutro). I valori medi e gli andamen- ti ricalcano quelli ottenuti su qualche migliaio di campioni prodotti nelle 3 annate agrarie prece- denti al 2011.

Le proteine e i carboidrati

Per valutare al meglio proteina e carboidrati (fi - brosi e non) dei foraggi è necessario considerare le diverse frazioni che li compongono.

Il grafi co 1 a pag. 75 mostra i valori medi delle componenti proteiche nei tre gruppi di fi eni.

All’aumentare della quota di graminacee diminuisce il contenuto di proteina, così come si riducono le proteine vere e proprie e quelle più facilmente disponibili ai batteri del rumine (proteina solubile).

La quota di proteina legata alla parete cellulare (alla fi bra insolubile al detergente neutro – NDIP – e a quella insolubile al detergente acido – ADIP) tende a ridursi nei campioni con graminacee. In pratica la presenza di erba medica aumenta la quantità di proteina del fi eno in generale e a favore delle frazioni più disponibili per il rumine.

Il grafi co 2 illustra il frazionamento dei carboidrati dei fi eni analizzati e la digeribilità media dell’NDF

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Graf. 1 - Proteina grezza e frazioni della proteina dei fi eni.

Graf. 2 - Componenti della fi bra e digeribilità dell’NDF.

a 24 ore per i tre gruppi. La presenza di graminacee nel fi eno comporta un aumento considerevole della fi bra, intesa come NDF (43,25% di sostanza secca nell’erba medica contro il 54,74% di sostanza secca delle graminacee); contestualmente, le frazioni più solubili della fi bra e la lignina diminuiscono.

Data la minore presenza di lignina, la digeribilità dell’NDF delle graminacee è nettamente più elevata rispetto a quella dell’erba medica. Quindi il potenziale energetico della fi bra fornito dai foraggi di graminacee è superiore a quello dell’erba medica.

I fi eni apportano irrilevanti quantitativi di amido, mentre contengono percentuali non trascurabili di zuccheri, che nei prodotti ricchi di graminacee pos- sono arrivare al 10% della sostanza secca. Questo è un aspetto poco conosciuto dei fi eni e anche poco indagato sino a quando non sono state disponibili analisi a basso costo: oggi sappiamo che una razio- ne con un rapporto tra foraggi e concentrati pari a 1 può arrivare ad apportare alla vacca anche 700- 800 grammi di zuccheri al giorno solo con i fi eni.

La diff erenza dei valori nutritivi

I dati presentati in tabella 1 danno la possibilità di fare alcune considerazioni sulla composizione dei fi eni, che si presenta molto variabile in tutti e tre i gruppi.

Nella pratica, spesso, si hanno fi eni da prati di erba medica “sporca”, in cui compaiono altre spe- cie in varia percentuale. Sono i casi dei fi eni che sono stati raggruppati tra le erbe mediche miste.

I risultati di questo gruppo, benché meno nume- roso degli altri due (solo 51 campioni), mostrano come sia facile avere fi eni che, anche se proven- gono da un medicaio, hanno caratteristiche ben diverse, e in genere intermedie, tra la leguminosa e le graminacee. Questo è un elemento non certo nuovo, ed è risaputo che un primo taglio di medi- caio, se non diserbato, è in molti casi un prato po- lifi ta e che la presenza di specie avventizie, buone foraggere e non, aumenta con gli anni.

Quello che però diffi cilmente si ipotizza quando il fi eno viene usato nella razione, è la reale diff erenza di valore nutritivo tra prodotti che paiono alla vi- sta anche simili. I dati riportati in tabella 1, infat- ti, oltre alle diff erenze tra le medie dei tre gruppi mostrano una notevole variabilità nei foraggi an- che entro ciascuna categoria. I tre raggruppamenti hanno ampie sovrapposizioni: infatti, al di là dei valori minimi e massimi evidenziati, è notevole la dispersione dei valori rispetto alla media.

Per esempio, il dato medio di proteina grezza (PG) dell’erba medica è risultato il 18,03% della sostanza secca (SS), ma se consideriamo l’inter-

vallo con la maggiore presenza dei campioni (me- dia ± deviazione standard) il livello di proteina si colloca tra il 15,5% e il 20,57%. Queste stesse considerazioni possono essere applicate a tutti i parametri analizzati, così come ai tre gruppi di fo- raggi: in pratica, ancorché sia possibile indicare la composizione prevalente di un fi eno, può esserci una estrema diversità di caratteristiche.

Evidentemente, l’insieme dei vari fattori che pos- sono infl uenzare il valore nutrizionale di un fi eno (andamento climatico, epoca di sfalcio, conduzio- ne della fi enagione, ecc.) determinano diff erenze tali che possono essere valutate in modo corretto solo con l’analisi.

Affi darsi a dati medi, storici o anche riferiti a cam- pioni della stessa campagna di fi enagione, è poco utile, specialmente quando si vuole valorizzare correttamente il fi eno aziendale nel piano di razio- namento, sia come fonte proteica, sia come fonte energetica. Lo stesso scrupolo andrebbe utilizzato nella valutazione dei foraggi acquistati, perché le informazioni merceologiche, come specie preva- lente e taglio, in genere non sono suffi cienti.

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