RICERCA E SPERIMENTAZIONE
APRILE 2008
O
rmai da anni si sta assistendo a una ridu- zione delle superfici investite a prato per- manente in Emilia-Romagna. La causa principale è probabilmente da ricercare nelle diffi- coltà connesse alla diminuzione della disponibilità dell'acqua per l’irrigazione, difficoltà che si è acui- ta negli ultimi anni.In Emilia-Romagna sono presenti complessivamente 78.749 ettari di prato: di questa superficie la gran parte è costituita da prato-pascoli di collina e mon- tagna, mentre poco meno di 15.000 ettari sono loca- lizzati in pianura. Nelle province di Reggio Emilia e Parma, che si connotano per una elevata intensità zootecnica, è concentrato circa l’80 % di questa superficie (circa 12.000 ettari), tre quarti a Reggio Emilia, nel bacino del torrente Enza, e il resto in pro- vincia di Parma, sia nel bacino dell’Enza, che in quel- lo del fiume Taro (Fonte: Censimento generale del- l'agricoltura, anno 2000). L’acqua destinata all’irri- gazione dei prati viene in parte derivata per gravità dal torrente Enza, in parte sollevata dal fiume Po.
Molti dei prati irrigui presenti nelle due province si collocano all’interno della cosiddetta “Zona vul- nerabile”, in un’area ritenuta altamente sensibile per
la difesa delle acque dal piano Piano regionale di tutela delle acque (Pta) e ai sensi del decreto legi- slativo 11 maggio 1999, n. 152.
Un ulteriore elemento di riflessione per valutare il futuro della praticoltura emiliana deriva dalla pros- sima piena applicazione - per i bacini idrologici affe- renti ai principali torrenti appenninici (Enza, Taro, Trebbia), dai quali emunge gran parte del reticolo di bonifica che alimenta la zona interessata dalla praticoltura irrigua - del concetto di “deflusso mini- mo vitale” (Dmv). Da qui la necessità di garantire una portata minima nei corsi d’acqua soggetti a derivazioni, al fine di tutelare gli ecosistemi fluvia- li e, in particolare, la vita acquatica. Ciò potrebbe determinare una drastica diminuzione delle acque a disposizione nei momenti di massima necessità, rendendo quindi ancora più urgente e necessaria una razionalizzazione nell’uso della risorsa.
GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA Per valorizzare e salvaguardare la presenza del pra- to stabile nel comprensorio del Parmigiano-Reg- giano, a partire dalla primavera 2005 è stato attiva- to dal Crpa un progetto di ricerca triennale. Il pro- getto, realizzato con il contributo della Regione Emi- lia-Romagna e la partecipazione finanziaria delle province di Reggio Emilia e Parma e dei Consorzi di bonifica Bentivoglio-Enza e Parmense, è chia- mato “Salvaguardia e valorizzazione del prato sta- bile irriguo in area Parmigiano-Reggiano attraver- so l’ottimizzazione della risorsa idrica e azotata”.
Queste le finalità della ricerca:
razionalizzare ed ottimizzare l’uso dell’acqua irri- gua e del fertilizzante azotato;
mantenere nel tempo un buon livello produtti- vo, garantendo al tempo stesso un’ elevata biodi- versità dei cotici erbosi;
valorizzare il foraggio di prato stabile all’interno della razione dei bovini da latte, come elemento
FORAGGICOLTURA
Irrigare il prato stabile
per aspersione: si può fare
I primi risultati di una ricerca condotta dal Crpa confermano che è possibile ridurre l’apporto idrico senza compromettere
la quantità e la qualità del prodotto.Il ruolo della fertilizzazione azotata.
ELENA BORTOLAZZO MARCO DAVOLI Crpa spa, Reggio Emilia ROBERTO DAVOLIO ANNA GARAVALDI Fondazione Crpa Studi e Ricerche Onlus, Reggio Emilia
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Un prato stabile dell’alta pianura.
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di raccordo tra il formaggio Parmigiano-Reg- giano e il suo territorio di produzione.
Per raggiungere questi obiettivi, il progetto ha pre- visto due azioni volte a:
verificare l’effetto combinato delle tecniche irri- gue e di apporti azotati differenziati sulla pro- duzione quanti-qualitativa, sull’evoluzione flo- ristica dei prati e sull’ambiente;
valutare e caratterizzare le eventuali differenze di tipo sensoriale (visive, olfattive, gustative e tat- tili) tra formaggi prodotti a partire da diete a base di prato stabile o di erba medica.
In questo articolo vengono presentati i primi risul- tati di una prova di irrigazione e fertilizzazione azo- tata realizzata nel triennio 2005-2007 e le evidenze emerse dall’analisi sensoriale applicata al Parmi- giano-Reggiano prodotto da latte ottenuto in sta- gioni diverse con diete differenti.
METODI IRRIGUI A CONFRONTO La prova è stata condotta in modo da consentire il confronto su scala parcellare tra irrigazione per aspersione mediante irrigatore semovente a piog- gia e scorrimento superficiale, tradizionalmente utilizzato sul prato stabile. Obiettivo era quello di valutare la possibilità di ridurre i volumi irrigui destinati al prato, senza compromettere la pro- duzione e la qualità del foraggio. In secondo luo- go sono state messe a confronto tre tesi di conci- mazione: nessun apporto di azoto (N0), un appor- to di 100 chilogrammi di azoto ad ettaro calcola- to con il metodo del bilancio dell’azoto (N1) e un apporto eccedente del 50% la dose calcolata con il metodo del bilancio dell’azoto e pari a 150 chi- logrammi di azoto ad ettaro (N2).
I volumi d’irrigazione utilizzati per il sistema di aspersione sono stati calcolati attraverso il pro-
Foto Arch. Crpa Foto Arch. Crpa Foto Arch. Crpa
Il campo sperimentale:
agrotecniche a confronto.
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gramma “IrripratoV2T” sviluppato dal Consor- zio per il Canale Emiliano-Romagnolo che, oltre ad indicare il volume irriguo consigliato, segna- la anche il momento più opportuno per l’inter- vento. Le irrigazioni per scorrimento sono state effettuate quando consentito dalla turnazione della bonifica, calcolando la quantità da distri- buire in funzione della portata e del tempo di aspersione.
I dati del triennio, pur nella limitatezza della casi- stica temporale, hanno dimostrato che la sostitu- zione del metodo irriguo non ha determinato effet- ti sulle quantità prodotte. Da rilevare, invece, come la produttività della tesi per aspersione sia stata di circa 2-5 chilogrammi di sostanza secca prodotta per ogni metro cubo di acqua distribuita, mentre per la tesi a scorrimento l’efficienza scende a 0,8-1 chilogrammi di sostanza secca per metro cubo distribuito (tabella 1).
L’apporto di azoto a dosi cre- scenti ha avuto un effetto netto sulla produzione di sostanza secca nel triennio, come d’altra parte era lecito attendersi. La graduatoria produttiva vede in tutti gli anni in ordine decrescente le tesi N2, N1 e N0, con le due tesi N1 (dose da bilan- cio) e N2 (dose da bilancio + 50%) che però non si differenziano statisticamente. Da ciò si deduce che l’incremento di azoto apportato oltre la dose calcolata con il bilancio ha avuto una scarsa effi- cienza e la dose stimata preventivamente per mez- zo del bilancio corrisponde alla dose ottimale per la coltura.
Il metodo irriguo, inoltre, non pare avere influen- zato significativamente la composizione floristica, né quella nutritiva del foraggio. Ciò è indice del fat- to che, limitatamente al periodo di prova, non sono state osservate ricadute negative sul cotico erboso dovute all'irrigazione per aspersione.
L’ANALISI SENSORIALE SUL PARMIGIANO-REGGIANO L’analisi sensoriale ha messo a confronto cam- pioni di Parmigiano-Reggiano provenienti da un unico caseificio che lavorava separatamente il lat- te di due aziende: uno ottenuto da vacche nella cui razione il foraggio era rappresentato al 100%
da erba medica, l’altro derivante da razioni con il 50% di foraggio da prato stabile e il 50% da erba medica. Il Parmigiano-Reggiano da erba medica (EM) e quello da prato stabile (PS) sono stati valutati anche in relazione alla durata della sta-
gionatura (18 e 24 mesi) e alla stagione di pro- duzione (estate e inverno). Complessivamente sono state sottoposte ad analisi 24 forme di for- maggio (12 EM e 12 PS).
Lo schema di campionamento è stato anche stu- diato per dare l’opportunità di valutare nel corso del progetto l’evoluzione sensoriale di una stessa produzione da 18 a 24 mesi sia nella stagione esti- va, sia in quella invernale, ma anche per poter con- frontare i profili sensoriali di medesimi periodi (esta- te, inverno) alla stessa stagionatura in annualità dif- ferenti (2003 vs. 2004).
Dalla lettura dei risultati di tre anni di prova si può affermare che differenze sensoriali fra le due tipo- logie di formaggio, Parmigiano-Reggiano 100%
erba medica e Parmigiano-Reggiano 50% erba medi- ca e 50% prato stabile, esistono e sono percepibili sia a 18 che a 24 mesi di stagionatura, sia per la pro- duzione invernale che per quella estiva. I parame- tri sensoriali che maggiormente caratterizzano i due prodotti sono le note gustativo-aromatiche (inten- sità aromatica, aroma saporito, aroma lattico-bur- ro, persistenza) e quelle tattili (friabilità, solubilità e umidità).
Dall’osservazione dell’evoluzione dei profili senso- riali da 18 a 24 mesi di stagionatura si nota un aumen- to dell’intensità di tutte le caratteristiche (visive, olfattive, gustativo–aromatiche e tattili) per entram- be le tipologie di Parmigiano-Reggiano. Nel con- fronto fra le due annualità di produzione, gli attri- buti sensoriali che risentono maggiormente del cambiamento sono quelli che ne determinano il sapore (flavour).
QUALCHE CONSIDERAZIONE La sperimentazione ha fornito una prima risposta positiva circa l’utilizzo della tecnica per aspersione su prato stabile, qualora la diminuzione della dispo- nibilità di acqua per l'irrigazione rendesse impra- ticabili gli elevati volumi idrici normalmente uti- lizzati per lo scorrimento. Restano poi da valutare con attenzione gli aspetti organizzativi ed econo- mici che deriverebbero dalla sostituzione del meto- do irriguo.
Una considerazione generale riguarda invece la riconferma del prato quale coltura ad elevata effi- cienza nell’assorbimento dell’azoto, in grado quin- di di mantenere il suolo pulito dal nitrato che, in virtù della mobilità nel profilo del terreno, rappre- senta un potenziale rischio per l’ambiente. Interes- santi, infine, i risultati ottenuti con l’analisi senso- riale, che dimostra la sua validità come strumento per la tutela e la valorizzazione di prodotti tipici quali il Parmigiano-Reggiano.
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Tab. 1 - Efficienza dell’acqua distribuita (kg di sostanza secca
per m3di acqua).
METODO IRRIGUO Aspersione Scorrimento
2005 4,80 0,99
2006 3,70 1,06
2007 1,96 0,85
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