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Sistema Forza

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Academic year: 2022

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Anima Forza Dinamico

Anima Forza Equilibrato

Anima Forza Moderato

Anima Forza Prudente

Sistema Forza

Relazione Annuale al 31.12.2020

LINEA PROFILI

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ANIMA SGR SPA

Capitale Sociale: Euro 23.793.000 interamente sottoscritto e versato.

La SGR è soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’azionista unico Anima Holding S.p.A.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Livio Raimondi* (indipendente)

Amministratore Delegato Alessandro Melzi D’Eril e Direttore Generale:

Consiglieri: Maurizio Biliotti* (indipendente) Antonello Di Mascio

Maria Luisa Mosconi (indipendente) Francesca Pasinelli* (indipendente) Gianfranco Venuti

Collegio Sindacale

Presidente: Gabriele Camillo Erba

Sindaci effettivi: Tiziana Di Vincenzo Claudia Rossi

Sindaci Supplenti: Enrico Maria Mosconi Carlotta Veneziani

Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A.

Depositario BNP Paribas Securities Services SA – Succursale di Milano

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INDICE

RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR ... 4

ANIMA FORZA DINAMICO ... 16

ANIMA FORZA EQUILIBRATO ... 46

ANIMA FORZA MODERATO ... 76

ANIMA FORZA PRUDENTE ... 106

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RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR SULLA RELAZIONE DI GESTIONE AL 31 DICEMBRE 2020

Forma e contenuto della Relazione di Gestione

La Relazione di Gestione (di seguito anche “Relazione”), è stata redatta in conformità al Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio, emanato con Provvedimento della Banca d’Italia del 19 gennaio 2015 e successive modificazioni ed è costituita dalla Situazione Patrimoniale, dalla Sezione Reddituale, dalla Nota Integrativa, accompagnata dalla Relazione degli Amministratori.

I dettagli della Nota Integrativa sono esposti esclusivamente per le voci valorizzate negli schemi della Relazione.

Mercati finanziari

Nel 2020 l’indice globale relativo alla classe azionaria ha fatto registrare una performance complessivamente positiva (+14%) in valuta locale, essenzialmente al traino dei listini di Stati Uniti e Giappone. Nelle aree sviluppate, i listini europei di UK e Spagna hanno segnato le perdite di maggiore entità, il mercato azionario italiano ha registrato una flessione di -6,6%. Infotech e consumi discrezionali si sono confermati i migliori settori a livello globale, mentre il comparto energia ha sofferto il crollo più ampio. Il segmento BRIC ha registrato una performance azionaria largamente positiva su base annua, sostenuto dal mercato cinese. La volatilità si è mossa tra l’elevato picco di marzo e la successiva progressiva discesa: il rientro dai valori estremi è stato parziale, con alcuni ritracciamenti a giugno, settembre e a fine ottobre. Gli indici obbligazionari hanno espresso dinamiche eterogenee in valuta locale, con segni generalmente positivi. I comparti governativi globali sono stati supportati, all’interno delle rispettive aree, dalla flessione dei rendimenti dei Treasury Usa, Bund e Btp. Nell’ambito delle obbligazioni societarie, al risultato positivo dell’indice globale hanno contribuito sia il comparto investment grade sia quello high yield. Nel quadrante positivo anche i bond emergenti in valute forte (dollaro Usa). La relazione Euro\Dollaro Usa ha complessivamente registrato un rafforzamento (+8,2%) della divisa comune.

Il 2020 si era aperto con segni positivi per le principali classi di investimento. Il clima di ottimismo era stato sostenuto dall’annuncio della firma dell’accordo commerciale Usa/Cina e da alcuni segnali di stabilizzazione dei dati macroeconomici. All’inatteso ritorno del rischio geopolitico sullo scacchiere mediorientale, sopito in breve tempo, i mercati avevano reagito in maniera composta. Dalla seconda metà di gennaio, l’andamento dei mercati finanziari era stato pesantemente condizionato dai timori e dagli accadimenti connessi alla rapida e progressiva estensione dell’epidemia di Covid-19 a livello globale. L’avversione al rischio aveva progressivamente travolto i mercati azionari e generato forte volatilità. I settori più colpiti sono stati quelli dell’energia e della finanza. I timori per le ricadute negative sulla crescita, con impatti diretti su consumi, produzione di beni e fiducia di imprese e famiglie, si erano manifestati in misura ampia e diffusa. Le incertezze su estensione e durata della pandemia avevano indotto attese di un forte ridimensionamento della crescita. Dopo l’avvio di aprile, i mercati azionari a livello globale avevano ripreso, a fasi alterne, un’intonazione prevalentemente positiva, rafforzatasi nei mesi tardo primaverili e nel periodo estivo, con un progressivo recupero delle pregresse perdite. Tale tendenza era stata sostenuta tempo per tempo dalla variabilità delle statistiche dei contagi in alcune aree sviluppate, dal progressivo allentamento delle misure di lockdown, dalla riapertura delle economie, dal potenziamento delle iniziative di sostegno messe in campo da banche centrali e governi, dalle attese di confortanti riscontri in ambito sanitario, dalle sorprese positive sui dati macroeconomici. Tuttavia, non sono mancate battute d’arresto del trend di ripresa. I timori di nuove ondate di contagi e gli allarmi lanciati dalle autorità sui rischi per le prospettive dell’economia hanno ripetutamente messo sotto pressione i listini azionari:

a luglio, Giappone ed Europa erano stati appesantiti dai timori per la crescita (e, segnatamente all’area Euro, dall’apprezzamento del cambio), avevano ripreso nuovo slancio in agosto, per poi ripiegare nuovamente tra

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confronti di Francia, Italia e Spagna si è mosso tra i picchi toccati prima che le Bce annunciasse il Pandemic Emergency Purchase Programme, dopo metà marzo sino ai più recenti minimi. Il Btp, in particolare, era stato oggetto di prese di beneficio e aveva dovuto incorporare concessioni di prezzo rilevanti. Lo spread decennale Btp/Bund aveva superato, dopo la seconda decade di aprile, 260 punti base, penalizzato dal dibattito politico interno sull’utilizzo del MES, dalle incertezze sulla strategia europea di uscita dalla crisi, dalla debolezza dell’economia. Da metà maggio si è registrato un progressivo calo, proseguito sino a fine anno (111 punti base), in virtù del rafforzamento della rete di protezione del PEPP e dalla finale approvazione del Recovery Fund. Il Btp ha quindi raggiunto nuovi minimi storici sui rendimenti dei titoli con scadenza compresa fra 3 e 30 anni (in area 0,54% il decennale). Negli Usa ad agosto, con svolta della Fed sull’adozione di una strategia di Average Inflation Targeting, e da ottobre, sulle ipotesi di nuovi stimoli fiscali, il Treasury decennale ha registrato alcune pressioni in risalita sui redimenti; complessivamente flat l’ampio movimento tracciato a novembre tra le elezioni presidenziali e l’annuncio sui vaccini. Anche le obbligazioni societarie erano state pesantemente colpite dalla fase risk-off, con un sensibile aumento degli spread e forte volatilità. La decisione della Fed di acquistare corporate bond high-yield aveva innescato, da aprile, un iniziale recupero di questa asset class; dal periodo estivo gli spread sono tornati a restringersi sino a raggiungere minimi storici sul comparto investment grade, pur se a tratti hanno fatto registrare alcune penalizzazioni. Ai picchi di marzo ed aprile, ha fatto seguito, da metà maggio, una fase di lenta e progressiva flessione che, dopo alcuni ritracciamenti tra settembre ed ottobre, è poi proseguita, con un ulteriore restringimento sino a dicembre. Il debito emergente, dopo l’avvio del secondo trimestre, aveva segnato un sensibile recupero del comparto in valuta forte, chiudendo l’anno con un segno positivo, sostenuto dal calo dei tassi Usa, dall’indebolimento del dollaro e dalla prospettiva di un allentamento dei rischi geopolitici.

In ambito valutario, il cambio Euro\Dollaro Usa ha tracciato una dinamica volatile connessa a quella dei tassi.

L’Euro, dopo aver perso terreno nella prima parte dell’anno contro tutte le principali divise dei Paesi sviluppati ha ripreso tono a partire da maggio. La divisa comune, dalla primavera e nel prosieguo del periodo estivo si era rafforzata, portandosi ad agosto oltre livello 1,18 contro Dollaro; al movimento laterale sviluppatosi tra settembre e ottobre, è seguito, tra novembre e dicembre una fase di progressiva crescita, sino sopra quota 1,22 in previsione di un ampliamento del deficit connesso al piano di stimoli USA, sia dall’attendismo della Bce. Le divise dei Paesi esportatori di materie prime e quelle dei Paesi Emergenti avevano subito perdite consistenti sino alla fine di aprile; successivamente, la risalita delle quotazioni petrolifere e la debolezza del Dollaro Usa ha favorito solo parziali recuperi contro Euro. Il cedimento della Sterlina britannica va ascritto alla gestione deficitaria dell’emergenza sanitaria, alla crisi economica, ed alla complessa negoziazione dell’accordo con l’UE per Brexit. Generalmente supportate dall’avversione al rischio, le divise rifugio Yen e Franco svizzero hanno registrato fasi di ripiego tra maggio e il periodo estivo.

I timori sull’andamento prospettico della domanda avevano prodotto diffusi cedimenti delle quotazioni delle materie prime. Il crollo del prezzo del petrolio, nonostante uno storico taglio della produzione concordato tra tutti i Paesi estrattori a livello globale, si era sviluppato tra gennaio e aprile, in un contesto di forte debolezza della richiesta e di accumulo di riserve. I tracciati di recupero, dai minimi della seconda metà di aprile, sino a fine agosto, e poi da novembre, hanno preso le mosse dalle aspettative di un riequilibrio del mercato favorite da un certo ottimismo sulla ripresa economica: il petrolio è ritornato in prossimità dei livelli di fine febbraio, con una perdita di poco superiore a -20% a fine 2020. Tuttavia, le materie prime rimangono contrastate tra i timori che nuove ondate pandemiche possano rallentare la crescita globale e la domanda. L’oro, ha beneficiato di un sensibile apprezzamento nel 2020 (+24%), con un tracciato articolatosi tra i minimi di marzo ed i massimi di inizio agosto, chiudendo l’anno poco sotto quota 1.900 Dollari/oz.

Scenario macroeconomico

La permanenza di misure monetarie espansive aveva favorito, all’inizio del 2020, l’emergere di segnali di stabilizzazione del ciclo industriale, malgrado riscontri non univoci sulla debolezza del settore manifatturiero.

Alcuni indicatori congiunturali sembravano aver imboccato un sentiero di ripresa, ed i fattori di rischio apparivano in lieve attenuazione. L’accordo negoziale “Fase 1” fra USA e Cina, siglato a gennaio, aveva previsto impegni reciproci sugli acquisti di merci, sulla riduzione graduale delle tariffe, oltre ad accordi sulla gestione

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iniziative radicali per contenere l’epidemia aveva indotto le autorità di numerosi Paesi a decretare il lockdown per arginare la crisi sanitaria. Le misure di contenimento, limitando la circolazione ed i contatti tra le persone, avevano determinato effetti diretti sulla domanda e sulla produzione di beni e servizi, con impatti significativi sulle attività e ricadute negative sulla crescita economica, scatenando una severa recessione globale. Il picco dei contagi nel periodo tardo-primaverile sembrava essere stato superato, con un trend di miglioramento in Cina e nell’Area Euro. Con l’avvio del periodo estivo da una parte è cresciuto l’allarme per il peggioramento della situazione epidemiologica in America, dall’altra il flusso di dati macroeconomici ha continuato a offrire sorprese positive ed è aumentata la fiducia nei progressi sul fronte medico/scientifico. Nel periodo autunnale, tuttavia, sono stati riscontrati diversi focolai di ritorno in molte aree: l’aumento sensibile dei casi di Covid-19 in alcuni stati Usa, l’aggravarsi della crisi sanitaria in America Latina e in Asia, la risalita dei contagi in Europa hanno riportato incertezza in merito all’evoluzione della pandemia e alla possibilità di un deragliamento della fragile ripresa in corso. OCSE e FMI hanno rispettivamente stimato una contrazione del Pil globale di circa -4,2% e - 4,4% nel 2020, ed una ripresa nel 2021 di circa +4,2% e 5,2%. L’estensione estiva ed autunnale dell’epidemia ha segnalato che, in assenza di una copertura vaccinale efficace, il recupero dei livelli pre-crisi di attività in alcuni settori sarebbe risultata incompatibile con il controllo del rischio sanitario. In Europa, il trend di diffusione della pandemia ha imposto il ritorno ad iniziative di contenimento drastiche. Nel frattempo, la corsa su più fronti al vaccino, e le fasi di autorizzazione da parte delle autorità di supervisione sanitaria, sembrano preludere ad esiti benevoli e all’estensione della loro somministrazione diffusa nel breve e medio termine.

Le reazioni delle Autorità monetarie e fiscali all’avanzare della pandemia in un primo tempo erano apparse debolmente coordinate. Da fine febbraio, i governi avevano annunciato pacchetti fiscali per importi consistenti e le banche centrali erano intervenute in modo aggressivo tagliando i tassi, aumentando il Quantitative Easing ed immettendo liquidità nel sistema bancario. A marzo la Fed aveva tenuto due meeting straordinari in cui aveva tagliato i tassi di -1,5% sino alla fascia 0%-0,25%, annunciando successivamente interventi per oltre 1.200 miliardi di dollari, rimuovendo i limiti relativi alle scadenze e all’ammontare del piano di QE. Il Congresso Usa aveva approvato sostanziose misure di sostegno, varando un piano fiscale di oltre duemila miliardi di dollari.

Anche altre banche centrali avevano preso provvedimenti significativi: Bank of England e Bank of Canada erano intervenute sui tassi (rispettivamente con ribassi di -0,65% e di -1%), Bank of Japan aveva iniettato liquidità nel mercato interbancario. La Bce, lasciati inalterati i tassi, aveva annunciato consistenti acquisti di titoli di Stato, l’alleggerimento dei requisiti di capitale delle banche e l’introduzione del Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP, progressivamente incrementato sino a 1.850 miliardi di Euro, con l’estensione degli acquisti netti almeno sino alla fine di marzo 2022, e dei reinvestimenti almeno sino alla fine del 2023). La Commissione Europea aveva inoltre attivato la sospensione del Patto di Stabilità, attribuendo la massima flessibilità ai Governi nelle scelte di bilancio. Benché il Consiglio Europeo avesse attribuito l’incarico alla Commissione Europea di predisporre una proposta operativa per il Recovery Fund, sino a metà luglio gravava l’assenza di un accordo tra i Paesi dell’Area Euro per la creazione di uno strumento di debito comune. L’auspicato accordo, frutto del compromesso emerso dal Consiglio Europeo di luglio, ha previsto un piano di raccolta di 750 miliardi di Euro sui mercati, la distribuzione di sussidi per 390 miliardi e di prestiti per 360 miliardi. Gli aiuti provenienti dal bilancio UE saranno rimborsati da tutti gli Stati membri nel loro complesso. Tale impostazione introduce una prima forma di emissione di debito comune, configurando un approccio realmente “solidale”. Il Fondo rimarrà in vita fino al 2026, il rimborso dei prestiti prenderà avvio dal 2027. L’Italia otterrà circa 80 miliardi di sussidi e oltre 120 miliardi di prestiti per totali 209 miliardi di Euro: le risorse verranno distribuite tra la seconda metà del 2021 ed il 2023.

Dopo i crolli primaverili, nel corso del periodo estivo, negli Usa, si sono registrati miglioramenti sia dal lato dell'offerta che della domanda interna: produzione industriale, ordini e vendite al dettaglio avevano segnato un trend incrementale. I pregressi sussidi e la forza del mercato del lavoro avevano contribuito a sostenere la spesa delle famiglie, tuttavia, i dati sulla fiducia dei consumatori hanno iniziato a riflettere la crescente incertezza sulle prospettive reddituali. L’economia Usa, nel periodo conclusivo del 2020, ha palesato segnali di rallentamento.

Inoltre, i contagi sono tornati ad aumentare notevolmente. Le stime OCSE e FMI individuano rispettivamente una flessione annua nel 2020 dell’economia Usa di -3,7% e -4,3% ed una ripresa superiore a +3% nel 2021. La

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La produzione industriale ha confermato una flessione su base annua, pur in presenza di alcuni segnali di ripresa del periodo estivo. Il lieve recupero delle immatricolazioni di auto a settembre, dopo l’ampio crollo di agosto, è stato disatteso dal nuovo cedimento registrato nella porzione finale dell’anno. Come per gli Usa, anche nell’Area Euro erano emersi segnali di stabilizzazione connessi al pregresso rientro delle misure di lockdown, tuttavia, nella seconda parte del 2020 è stata registrata una frenata della domanda interna. L’attività economica ha rallentato velocemente preludendo ad una contrazione del Pil nel quarto trimestre. Le più recenti stime di OCSE e FMI indicano rispettivamente una contrazione dell’economia nell’area di -7,5% e -8,3% nel 2020, ed una crescita di +3,6% e +5,2% nel 2021. Secondo tali stime, il Pil dell'Italia calerebbe di -9,1% (-10,6%) nel 2020, per poi risalire di +4,3% (+5,2%) nel 2021. La debolezza dovrebbe essere arginata dall’intervento delle autorità: la Bce si è impegnata a potenziare gli stimoli ed i Governi sembrano intenzionati a varare nuove misure di supporto.

La presentazione di una proposta di legge sul mercato interno (Internal Market Bill) da parte del Governo di Boris Johnson, in aperto contrasto con alcuni passaggi chiave dell’accordo sottoscritto con l’UE ad ottobre 2019, aveva provocato una dura risposta da parte delle autorità comunitarie e la minaccia di azioni legali. Con l’approssimarsi della fine dell’anno, tuttavia, erano emersi alcuni progressi nelle trattative su Brexit, condotte ad oltranza e sfociate finalmente in un accordo tra UE e Gran Bretagna.

In Giappone, l’avvicendamento del premier (ad Abe è succeduto Y. Suga), prelude ad una continuità, almeno nel breve termine, lungo il sentiero “Abenomics”. Il Pil destagionalizzato ha segnato nel terzo trimestre un rimbalzo su base annua di +22,9% (dopo la flessione nel secondo trimestre di -28%), la disoccupazione si è collocata a 3,1%, sostanzialmente flat da inizio anno produzione industriale e vendite al dettaglio. Le stime OCSE e FMI indicano un calo della crescita di -5,3% nel 2020, ed una ripresa di +2,3% nel 2021.

La crescita della Cina ha continuato a registrare un tracciato sequenziale positivo supportato dalla ripresa della domanda, in graduale rafforzamento in tutti i settori, in particolare negli investimenti in infrastrutture ed investimenti immobiliari, e dalle esportazioni (non solo Covid-related). Anche la spesa delle famiglie appare in fase progressivamente ascendente, ed il tasso di disoccupazione si è mosso costantemente verso il basso, dal picco di febbraio al 5,2% di novembre. Le dinamiche dal lato dell'offerta tengono il passo, le vendite al dettaglio e la produzione industriale segnalano una prosecuzione tonica della ripresa, confortati da indicatori PMI in progressivo incremento oltre l’area espansiva, sia per la manifattura, sia per i servizi. Il colosso asiatico potrebbe essere l'unica economia sistemica in grado di registrare una crescita del Pil sul 2020 (la stima OCSE è di circa +1,8% per l’anno in corso, e di accelerazione a +8% nel 2021).

Sul fronte dell'inflazione, a livello globale, la pandemia Covid continua ad esercitare pressioni al ribasso, le dinamiche dei prezzi rimangono generalmente dimesse o contenute, con segnali di forte debolezza in area Euro.

Alle dichiarazioni della Fed sul target d’inflazione, si sono sommate quelle della Bce, la quale ha confermato la necessità di monitorare la dinamica del tasso di cambio, per le sue implicazioni sulle prospettive di inflazione a medio termine.

Prospettive future

Le notizie sulla ricerca e sulla disponibilità di presidi vaccinali contro l’infezione da Covid-19 hanno ridotto l’incertezza sulle prospettive di crescita a medio termine, sostenendo gli asset rischiosi e supportando l’ipotesi di un’accelerazione della ripresa economica globale nella seconda metà del 2021. Anche il fattore politico appare orientato favorevolmente: l’esito delle elezioni Usa ha ridotto i rischi sul piano commerciale, confortando le aspettative di un considerevole stimolo pandemico a breve termine. Inoltre, l'orientamento monetario e fiscale accomodante è destinato a rimanere tale e fortemente supportivo, in quanto è improbabile che l'inflazione di fondo si rafforzi nei prossimi sei/dodici mesi: a causa dell'attuale collocazione inferiore all'obiettivo, le banche centrali (sia Fed che Bce) rimarranno accomodanti per gran parte del 2021, se non più a lungo, mentre i governi restano focalizzati sul sostegno all'attività economica. A prescindere dai differenti impatti sulle diverse aree, prospetticamente le economie potrebbero tornare ai livelli di attività pre-pandemici più rapidamente di quanto ipotizzato in precedenza: lo shock esogeno rappresentato dalla pandemia ha colpito un’economia globale originariamente in buono stato di salute e dimostratasi resiliente, il che aumenta le possibilità di recupero, per quanto con tempi e modi diversi nelle differenti aree geografiche. L’economia cinese, in particolare, è riuscita ad attuare una ripartenza anticipata rispetto al resto del mondo, e dovrebbe continuare ad espandersi a un ritmo

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derivanti dalla ripresa industriale e manifatturiera. La spinta principale nel 2021, tuttavia, potrebbe provenire dai servizi nelle economie avanzate, in particolare in Area Euro e in UK, dove le restrizioni hanno gravemente colpito molte componenti del settore terziario. La crisi sanitaria e l’indebolimento delle misure di supporto fiscale hanno pesato sulla fiducia dei consumatori e rafforzato la tendenza ad incrementare il risparmio precauzionale, rallentando o deprimendo la crescita globale; al contempo, le risorse accumulate (ingenti, specie negli Usa) potrebbero costituire un bacino importante a cui attingere per finanziare i consumi una volta che i numerosi fattori di incertezza, che hanno offuscato lo scenario, si saranno dissipati.

A livello globale, si sottolinea l’accelerazione del commercio internazionale: gli indicatori anticipatori lasciano intravvedere una continuazione del trend positivo. È ipotizzabile che la crescita globale annua possa rimbalzare di +6% nel 2021 (-3,3% nel 2020), ma con una marcata accelerazione a partire solo dal secondo/terzo trimestre 2021. A fine 2020 la recessione Usa (-3,5%) è apparsa molto meno grave che nell'area Euro (-7%). Con tassi di crescita previsti per il 2021 di +7% negli Usa e di +4% in area Euro, gli Stati Uniti potrebbero raggiungere il livello di crescita pre-Covid nel terzo trimestre 2021, rispetto al secondo trimestre 2022 per l'area Euro. La Cina è stato l'unico grande Paese ad evitare una crescita negativa nel 2020 (+2%), ed è prevedibile che possa accelerare a +8% nel 2021.

Negli Stati Uniti le previsioni sulla ripresa dell'attività economica nel primo semestre 2021 si basano sul supporto della politica fiscale, mentre gli sviluppi sui vaccini aprono la strada a una continuazione più sostenibile della crescita nella seconda metà del 2021. Il timore che possano essere applicate imposte più elevate appare solo marginalmente più probabile rispetto al caso in cui si fosse verificata una vittoria repubblicana in Senato. Va considerato che un inasprimento fiscale mal si concilierebbe con prospettive economiche che a breve termine rimangono fosche. L’approccio del Presidente eletto appare indirizzato a perseguire maggiori equilibri e collegialità nelle relazioni internazionali (è atteso un miglioramento nelle relazioni con i partner commerciali e una retorica meno accesa tra Usa-Cina), e nella gestione della crisi sanitaria.

In tema di politica monetaria la Fed rimane molto accomodante, e nel breve termine non dovrebbero emergere ulteriori novità. Sono attesi tassi prossimi allo zero per lungo tempo, soprattutto dopo il passaggio all’obiettivo di inflazione media: questo fornisce un'importante rassicurazione ai mercati, dal momento che la politica monetaria non verrà inasprita, una volta che l'inflazione sarà tornata al livello desiderato, pur mantenendo ampi margini di manovra. È altresì ipotizzabile che la Fed possa modificare la forward guidance per legare qualitativamente il sentiero degli acquisti di asset alle condizioni economiche, mantenendo comunque inalterati l'attuale ritmo degli acquisti complessivi.

In area Euro le prospettive a breve non appaiono benevole: i timori correlati al dilagare del virus sono elevati, i principali indicatori prospettici segnalano un rallentamento economico, permangono i rischi per gli investimenti e per i consumi privati, derivanti dal venir meno dei sostegni al mercato del lavoro, il quale rimarrà in condizioni precarie. Le misure di emergenza, in quanto tali, non possono essere percepite come soluzioni sostenibili, e potrebbero portare consumatori ed imprese a continuare ad accumulare risparmi precauzionali. Il quarto trimestre 2020 ha presentato un valore negativo per effetto di una contrazione dell'attività economica indotta dalle attuali misure restrittive adottate nelle principali economie della zona Euro; presumibile che la debolezza possa continuare anche oltre la fine del 2020. Tuttavia, il Recovery Fund induce ad un ottimismo prospettico, nel medio periodo, più rivolto verso la seconda metà del prossimo anno: se è improbabile che l'impatto diretto sull'economia possa manifestarsi prima della fine del 2021, il ruolo delle aspettative rimane comunque fondamentale per conferire fiducia al mercato. Inoltre, considerata la maggiore resilienza dei mercati di esportazione delle merci, rispetto al settore dei servizi, sussiste un ulteriore potenziale di rialzo con la ripresa della domanda globale nel 2021. In questo contesto, ci si attende che la Bce mantenga un tono particolarmente accomodante: dopo l’ampliamento delle misure di politica monetaria, allo scopo di evitare potenziali inasprimenti delle condizioni finanziarie, potrebbe adottare un approccio maggiormente attendista, in un’ottica di monitoraggio, con particolare attenzione ai dati economici e agli sviluppi relativi all’epidemia Covid.

Relativamente alla Cina si ritiene che la dinamica della crescita possa proseguire, posto che la situazione sanitaria rimanga sotto controllo. In assenza di azioni di allentamento o di inasprimento, il contesto neutrale di politica macroeconomica appare favorevole per sostenere l’ulteriore sviluppo della domanda interna, con un’ascesa

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Le pressioni inflazionistiche non dovrebbero assumere entità di rilievo fino a quando il settore dei servizi si normalizzerà: questo potrebbe accadere dopo che il vaccino verrà distribuito diffusamente e l'economia tornerà alle condizioni pre-pandemiche. Pertanto, ci si potrebbe attendere alcune oscillazioni sui dati dell'inflazione nella primavera del 2021, ma occorre considerare che una politica fiscale espansiva non porta necessariamente a un suo aumento: maggiore impatto avrà l’andamento futuro del mercato del lavoro.

In considerazione dei rischi presenti è possibile che le dinamiche dei mercati, così come quelle dell’economia reale, rimangano soggette a passaggi interlocutori, la cui gestione esige prudenza e tatticismo. L’impostazione allocativa considera gli squilibri in atto che potrebbero alterare lo scenario prospettico.

Sul comparto azionario si mantiene un orientamento costruttivo nel medio termine, anche in virtù del sostegno strutturale derivante dalla liquidità. La direzionalità dell’azionario a brevissimo termine rimane condizionata da un flusso di informazioni soggetto ai condizionamenti generati dalle evoluzioni sul fronte sanitario, dopo aver beneficiato di importanti catalyst di supporto (l’esito delle elezioni Usa, gli annunci sui vaccini). Eventuali fasi di debolezza sui mercati azionari potrebbero emergere per effetto di prese di profitto, ed essere sfruttate tatticamente per ri-modulare l’esposizione al rischio. Malgrado l’apparente assenza, nell’immediato, di nuovi catalizzatori per un’accelerazione del trend positivo, il venir meno delle incertezze su Brexit, il potenziamento dei programmi di supporto delle Banche Centrali, le attese di corposi interventi fiscali appaiono comunque fattori idonei a sostenere un movimento rialzista nel corso del primo trimestre 2021. Tuttavia la ripresa dei consumi risulterà determinante per la sostenibilità prospettica della crescita: l’evoluzione delle condizioni del mercato del lavoro rimarrà pertanto un fattore di importanza cruciale. Eventuali movimenti di ritracciamento potranno costituire favorevoli opportunità di investimento mediante un approccio tattico orientato ad individuare le maggiori potenzialità di recupero per società e settori che, nel passato, hanno manifestato le maggiori sofferenze.

Le emissioni governative si sono dimostrate estremamente sensibili alle imponenti misure di stimolo annunciate e varate dalle banche centrali. Sul comparto, nel suo complesso, viene mantenuto un orientamento neutrale: è atteso perdurare l’attuale trading range con la prosecuzione della fase di consolidamento dei rendimenti alla luce dell’attento controllo dei tassi ufficiali (attesi rimanere bassi per molto tempo) da parte delle Banche Centrali.

Nell’ambito del trading range accennato, va comunque considerata una certa flessibilità, dal momento che non si esclude la possibilità che possano sussistere, per quanto marginali, ulteriori spazi di movimento ed estensione.

Relativamente ai tassi Usa potrebbe aumentare la possibilità di una loro contenuta risalita, alla luce della combinazione derivante da maggiori interventi fiscali connessi allo stimolo pandemico e dalle prospettive di progressiva immunizzazione della popolazione. A tali fattori, favorevoli alla crescita, si unisce la determinazione della Fed a mantenere condizioni finanziarie espansive.

La visione tatticamente negativa sull’area Euro Core è connessa ai livelli raggiunti, ampiamente negativi e già estremamente compressi. Si osserva che comunque non sono previsti scenari di rottura, balzi o steepening eccessivi delle curve, considerando che la situazione attuale (per Bund e Treasury Usa) esprime già una sostanziale assenza di valore. È possibile che si inneschi una diminuzione della correlazione tra i tassi in area Euro ed Usa. Relativamente ai Btp, il carry offerto dai titoli di Stato italiani rimane interessante, i prossimi dodici mesi non dovrebbero essere impegnativi sul fronte del funding ed il rischio di interventi delle agenzie di rating appare al momento scongiurato.

Nell’ambito delle obbligazioni societarie, l’orientamento neutrale su corporate bond investment grade è avvalorato dalla considerazione che il comparto, pur godendo della protezione delle banche centrali in virtù dei programmi d’acquisto indirizzati a questo segmento, e beneficiando della possibilità di sfruttare l’indebitamento a tassi negativi, ha registrato livelli di spread in progressiva compressione. Tassi e spread sono prossimi ai minimi storici assoluti. Il potenziale per ulteriori spazi di restringimento appare piuttosto limitato, inducendo a prediligere la selettività su emittenti di qualità. L’approccio di neutralità verso il comparto corporate bond high yield è essenzialmente connesso ad un orientamento generalmente costruttivo nell’ambito più esteso dei risky asset. Per quanto concerne le emissioni obbligazionarie dei Paesi Emergenti, permane una certa cautela legata all’andamento dei fondamentali.

Tra le principali divise, il cambio Euro\Dollaro appare condizionato da una contenuta potenzialità di incidenza di notizie provenienti da Fed e Bce in relazione al differenziale dei tassi. Tuttavia, un orientamento negativo sul Dollaro Usa nell’ipotesi di una prosecuzione della fase di debolezza del biglietto verde, è connesso alle aspettative di tassi ufficiali attesi rimanere bassi per lungo tempo, in concomitanza di un Euro più forte (il Recovery fund dovrebbe ridurre il rischio politico interno all’UE). Al contempo, il progressivo consolidamento

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Azioni disposte a tutela dei diritti dei sottoscrittori Esercizio del diritto di voto

Anima SGR nel corso del 2020 ha esercitato il diritto di voto per conto dei fondi gestiti, in relazione ai titoli azionari presenti nei portafogli dei fondi stessi, mediante il voto elettronico disposto tramite la piattaforma web di proxy voting gestita dalla Società provider ISS Institutional Shareholder Services, Inc., ovvero mediante apposita delega conferita ad hoc, sulla base di esplicite istruzioni vincolanti, a specifici soggetti incaricati. In qualità di società di gestione del risparmio, Anima SGR si è impegnata ad esercitare in modo ragionevole e responsabile, per conto dei propri clienti, i diritti di voto di pertinenza degli strumenti finanziari di natura azionaria presenti negli OICVM gestiti, nella consapevolezza che un uso attivo di tali diritti sia vantaggioso per i mercati finanziari e per la corporate governance delle società emittenti. Il voto è stato quindi stato esercitato nell’interesse esclusivo dei clienti e con la finalità di accrescere, nel lungo periodo, il valore dei loro investimenti. L’espressione di voto in sede assembleare viene generalmente orientata coerentemente con la policy di voto di Anima SGR.

Le linee guida della suddetta policy rappresentano i criteri di carattere generale cui Anima SGR si attiene nell’analisi delle diverse risoluzioni. La valutazione delle pratiche di corporate governance tiene conto di fattori specifici dell’impresa oggetto di analisi, con particolare riferimento alle dimensioni ed al contesto operativo, avendo riguardo alla tutela dei diritti degli azionisti, alle modalità di nomina e composizione del Consiglio di Amministrazione (C.d.A.) e del Collegio Sindacale (C.S.), alle modalità di selezione ed ai compiti della società di revisione contabile, all’efficienza ed all’oggettività del sistema dei controlli interni, all’analisi della situazione finanziaria, all’approvazione dei conti, alle politiche retributive, ai sistemi incentivanti, alle eventuali modifiche statutarie, all’adozione di specifici programmi di corporate social responsability. Con riguardo alle società italiane nelle cui sedi assembleari sia stata prevista l’elezione o il rinnovo delle cariche sociali (C.d.A., C.S., rappresentanti degli azionisti), generalmente il voto a supporto delle liste dei rappresentanti di minoranza è stato espresso coerentemente con le riflessioni maturate collegialmente in seno al Comitato Gestori (composto da rappresentanti delle SGR associate ad Assogestioni ed altri investitori istituzionali), quale espressione delle Società di Gestione detentrici di azioni. Non è stato esercitato il diritto di voto relativamente ad azioni di Società direttamente o indirettamente controllanti Anima SGR SpA eventualmente detenute nei portafogli degli OICR gestiti. Anima SGR, esercitando i diritti inerenti agli strumenti finanziari di pertinenza dei patrimoni gestiti nell’esclusivo interesse dei partecipanti agli OICR gestiti, si è astenuta dal voto nelle situazioni in cui sussistono potenziali conflitti di interesse. All’interno della nota specifica riferita a ciascun fondo gestito interessato, è dettagliatamente riportato l’elenco delle Società quotate per le quali, nel corso del 2020, è emersa l’opportunità di esercitare il diritto di voto in sede assembleare. Si fornisce in questa sede l’elencazione complessiva di tali Società: 3M Company, A2A SpA, AbbVie Inc., Acea SpA, Aeffe SpA, Alexion Pharmaceuticals Inc., Allianz SE, Amazon.com Inc., Amgen Inc., Anglo American Plc, Anheuser-Busch InBev SA/NV, Apple Inc., Assicurazioni Generali SpA, ASTM SpA, AstraZeneca Plc, Banca Farmafactoring SpA, Banca Generali SpA, Banco di Desio e della Brianza SpA, Banco Santander SA, Barclays Plc, Bayer AG, Berkshire Hathaway Inc., BP Plc, BPER Banca SpA, Brembo SpA, Bristol-Myers Squibb Company, Buzzi Unicem SpA, Cairo Communication SpA, Caltagirone SpA, Canadian Natural Resources Limited, Capital One Financial Corporation, Centene Corporation, Cerved Group SpA, Chevron Corporation, Citigroup Inc., Colgate-Palmolive Company, Credito Emiliano SpA, Daimler AG, Danieli & C. Officine Meccaniche SpA, E.ON SE, ENAV SpA, Enel SpA, Eni SpA, Equita Group SpA, ERG SpA, EXOR NV, Exxon Mobil Corporation, Facebook Inc., Fine Foods & Pharmaceuticals N.T.M. SpA, FinecoBank SpA, FNM SpA, Garofalo Health Care SpA, General Electric Company, Gilead Sciences Inc., Heineken NV, Infineon Technologies AG, Infrastrutture Wireless Italiane SpA, ING Groep NV, Intel Corporation, International Business Machines Corporation, Intesa Sanpaolo SpA, Iren SpA, Italmobiliare SpA, Johnson & Johnson, JPMorgan Chase & Co., Kellogg Company, Kirin Holdings Co. Ltd., Linde Plc, MARR SpA, Mediaset SpA, Mediobanca SpA, Moncler SpA, Mondelez International Inc., Nexi SpA, Openjobmetis SpA, PayPal Holdings Inc., PepsiCo Inc., Pfizer Inc., Pirelli & C. SpA, Prysmian SpA, Reckitt Benckiser Group Plc, Recordati SpA, Renesas Electronics Corp., Repsol SA, Royal Dutch Shell Plc, RWE AG, Saipem SpA, Salcef Group SpA, Salvatore Ferragamo SpA, SAP SE, SeSa SpA, Siemens AG, SNAM SpA, SOL SpA, Teladoc Health Inc., Telecom Italia SpA, TERNA Rete Elettrica Nazionale SpA, Tesco Plc, The Bank of New York Mellon

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ottobre 2020, secondo quanto di seguito specificato. Solo in questo specifico caso si è ritenuto opportuno esprimere un voto favorevole alla conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in azioni ordinarie, sebbene non in linea con l’indicazione di Policy interna, per le seguenti ragioni:

1) la nuova proposta di conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie di Danieli prevedeva:

- un concambio di 0,65 azioni ordinarie per ogni azione di risparmio in linea con la precedente proposta;

- il pagamento del dividendo straordinario da € 1,20 per azione prima della conversione, e non dopo come previsto dalla precedente proposta;

2) rispetto alla precedente offerta di conversione, la nuova offerta risultava migliorativa perché permetteva agli azionisti di risparmio di beneficiare dell’intero importo del dividendo straordinario pari a € 1,20 per azione rispetto a € 0,78 per azione (come derivante dal rapporto di concambio) previsto dalla precedente proposta (il dividendo nella precedente proposta era distribuito post-conversione e quindi il numero delle azioni risparmio era inferiore in quanto ridotto in seguito al concambio di 0,65);

3) complessivamente, la nuova proposta prevedeva (sui prezzi pre-annuncio del 24 settembre):

- un premio implicito al concambio per gli azionisti di risparmio di 6,8%;

- un dividend yield complessivo per gli azionisti di risparmio del 16,2% contro la precedente proposta di 10,5%;

4) il pagamento del dividendo straordinario era subordinato all’approvazione della proposta di conversione;

in conclusione, sebbene il premio offerto agli azionisti di risparmio non fosse particolarmente generoso, si è ritenuto comunque preferibile il voto favorevole in quanto la razionalizzazione della struttura del capitale avrebbe potuto portare benefici alla valutazione della Società nel suo complesso; si è inoltre ritenuto che un’eventuale bocciatura della proposta avrebbe riportato lo “sconto”, a cui trattavano le azioni di risparmio, ai livelli precedenti all’annuncio dell’operazione, non essendoci alcuna garanzia che una nuova proposta di conversione potesse essere presentata in seguito.

Stewardship & Engagement

Nel rispetto dei principi di stewardship approvati dal Comitato Direttivo di Assogestioni, Anima SGR svolge un’attività di monitoraggio, relativamente agli Emittenti italiani, finalizzata a tutelare ed incrementare il valore degli OICVM partecipanti. Nei confronti degli “Emittenti Significativi” Anima SGR adotta le misure e gli strumenti di monitoraggio che, in misura flessibile e proporzionale secondo valutazioni di opportunità, possono essere applicati ad altri emittenti partecipati. Il monitoraggio si indirizza principalmente all’analisi delle prospettive economico-finanziarie e alle tematiche di governo societario, in particolare in presenza di potenziali criticità. Il monitoraggio è condotto in via continuativa. Il principale strumento di engagement collettivo, finalizzato al monitoraggio di una sana e prudente gestione e al presidio dei rischi dell’emittente, consiste nel concorrere con altri investitori professionali, attraverso un Comitato dei Gestori, alla presentazione di liste di candidati per l’elezione di membri di minoranza degli organi di amministrazione e controllo dell’Emittente partecipato. L’engagement collettivo con altri investitori istituzionali è di norma ritenuto preferibile sia nei casi in cui Anima SGR ne sia promotrice, sia nei casi di adesione ad iniziative promosse da altri investitori. Tali iniziative possono riguardare, innanzitutto, la richiesta di (ulteriori) confronti collettivi con il management dell’Emittente, nel rispetto delle regole di best practice riconosciute in materia monitoraggio ed engagement. Nel corso del 2020 Anima SGR ha condotto numerosi incontri (ivi inclusi quelli promossi dal Comitato Gestori) con il management (ovvero con amministratori indipendenti) di Società italiane rientranti nella consueta attività di monitoraggio della gestione indirizzata a Società le cui azioni sono presenti all’interno dei portafogli dei fondi gestiti. Nell’ambito delle attività svolte con il supporto del Comitato Gestori, rappresentativo delle Società di Gestione associate ad Assogestioni, nel corso dell’anno 2020 si sono svolti incontri di engagement con le seguenti Società: RAIWay SpA, ASTM SpA, SNAM Rete Gas SpA, Atlantia SpA, Mediobanca SpA, Mediaset SpA, IREN SpA, Guala Closures SpA, Danieli & C. Officine Meccaniche SpA, A2A SpA. Detti incontri sono stati condotti nel rispetto dei principi di engagement alternativamente in modalità one-way (con comunicazione delle argomentazioni e delle considerazioni addotte del Comitato Gestori senza ulteriore interlocuzione da parte del management presente all’incontro), ovvero in modalità two-way (con interlocuzione da parte del management presente all’incontro). Il Comitato Gestori ha preventivamente richiesto, in occasione di tutti gli incontri, che non venissero rilasciate informazioni sensibili, riservate e/o price sensitive il cui contenuto non fosse già stato reso pubblico. L’oggetto degli incontri di engagement è stato generalmente o alternativamente focalizzato sui piani industriali, sulle prospettive di sviluppo, sulle sfide e le criticità presenti nell’ambito dei settori operativi di

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della Brianza SpA (CdA, CS), Brembo SpA (CdA, CS), Intesa Sanpaolo SpA (CdA), Assicurazioni Generali SpA (CS), FinecoBank SpA (CdA, CS), MARR SpA (CdA, CS), Saipem SpA (CS), Garofalo Health Care SpA (CdA), Recordati SpA (CS), A2A SpA (CdA, CS), Eni SpA (CdA, CS), Enel SpA (CdA), SOL SpA (CS), TERNA Rete Elettrica Nazionale SpA (CdA, CS), Cerved Group SpA (CS), ENAV SpA (CdA), Moncler SpA (CS), Pirelli & C. SpA (CdA), Mediaset SpA (CS), BPER Banca SpA (CdA), Mediobanca SpA (C.d.A., C.S.), Cairo Communication SpA (C.d.A., C.S.), Caltagirone SpA (CS), Equita Group SpA (C.d.A., C.S.), Salvatore Ferragamo SpA (CS).

E’ emersa l’opportunità di esercitare il diritto di voto in occasione delle assemblee delle seguenti Società, le cui azioni sono presenti all’interno dei portafogli gestiti, rientranti, tempo per tempo, nel perimetro di stewardship (definito secondo le previsioni procedurali interne di Anima SGR SpA): Banca Farmafactoring SpA, Italmobiliare SpA, Banco di Desio e della Brianza SpA, FinecoBank SpA, Openjobmetis SpA, Salcef Group SpA, Iren SpA, Fine Foods

& Pharmaceuticals N.T.M. SpA, Equita Group SpA, Caltagirone SpA, FNM SpA, SeSa SpA, Mediobanca SpA.

Al 31 dicembre 2020 le Società, le cui azioni erano presenti all’interno dei portafogli gestiti, rientranti, nel perimetro di stewardship erano le seguenti: Mediobanca SpA, ASTM SpA, Banco di Desio e della Brianza SpA, Iren SpA, Unipol Gruppo SpA, Sesa SpA, Openjobmetis Spa, Caltagirone SpA, Banca Farmafactoring SpA, Italmobiliare SpA, SICIT Group SpA, Equita Group SpA, Salcef SpA, Tecma Solutions SpA.

Anima SGR ritiene che l’adozione di specifici programmi di corporate social responsability sia parte integrante delle più generali politiche di corporate governance delle imprese, contribuendo, di fatto, non solo al miglioramento dei rapporti con tutti i portatori di interessi interni ed esterni (cd. stakeholder), ma altresì all’accrescimento, in un’ottica di lungo periodo, del valore stesso delle aziende. Anima SGR è quindi favorevole all’adozione ed allo sviluppo, in seno alle singole società, di appositi programmi finalizzati a gestire e minimizzare i potenziali impatti di carattere sociale ed ambientale derivanti dalle attività poste in essere.

Class action - Informazioni relative alle iniziative di class action cui Anima SGR ha inteso aderire nel corso dell'esercizio 2020

Nel corso dell'anno 2020, Anima SGR ha inteso avvalersi dei servizi di class action forniti dai consulenti legali

“Class Action Support Services Europe - Exclusive Agents of Battea Class Action”, e “Kessler Topaz Meltzer & Check LLP”, aderendo, per conto dei propri Fondi gestiti, alle seguenti iniziative di class action: Vale SA, PG&E Corp., Avon Products Inc., Tesco Plc, Danske Bank, Bayer AG, Standard Chartered Plc.

Si rende inoltre noto che nel corso dell’anno 2020, relativamente all'esito delle class action precedentemente intraprese da Anima SGR per conto dei propri Fondi gestiti nei confronti delle Società American International Group Inc., Dell Inc., Genworth Financial Inc., Halliburton Company, Petrobras SA, Joy Global Sec. in seguito alle positive conclusioni delle iniziative promosse ed alle relative sentenze pronunciate dalle competenti autorità giudicanti, sono stati liquidati ed incassati, a beneficio degli OICR gestiti, importi diversi per un ammontare complessivo pari a USD 265.101,77. Tali importi sono stati devoluti nel patrimonio dei Fondi interessati, a titolo di risarcimento, per i danni subiti in conseguenza di iniziative ed azioni ritenute lesive, ovvero di comportamenti giudicati non corretti, tenuti da parte dal management delle Società sopra menzionate.

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Regime Fiscale

A decorrere dal 1 luglio 2011 i proventi derivanti dalla partecipazione a fondi comuni di investimento mobiliare di diritto italiano sono soggetti a ritenuta alla fonte al momento della percezione del provento da parte dei sottoscrittori. La ritenuta, pari al 20% fino al 30 giugno 2014, è stata elevata al 26% a decorrere dal 1 luglio 2014 in applicazione del Decreto Legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni, dalla Legge 23 giugno 2014, n. 89.

La ritenuta del 26% trova applicazione sui proventi distribuiti in costanza di partecipazione al Fondo e su quelli compresi nella differenza tra il valore di rimborso, di liquidazione o di cessione delle quote e il costo medio ponderato di sottoscrizione o acquisto delle quote medesime al netto del 51,92% dei proventi riferibili alle obbligazioni e agli altri titoli pubblici italiani ed equiparati e alle obbligazioni emesse dagli Stati esteri che consentono un adeguato scambio di informazioni e alle obbligazioni emesse da enti territoriali dei suddetti Stati.

I proventi riferibili ai predetti titoli pubblici italiani e esteri sono determinati in proporzione alla percentuale media dell'attivo investita direttamente, o indirettamente per il tramite di altri organismi di investimento (italiani ed esteri comunitari armonizzati e non armonizzati soggetti a vigilanza istituiti in Stati UE e SEE inclusi nella white list), nei titoli medesimi. La SGR fornirà le indicazioni utili circa la percentuale media applicabile in ciascun semestre solare.

Relativamente alle quote detenute al 30 giugno 2014, sui proventi realizzati in sede di rimborso, liquidazione, o cessione delle quote e riferibili ad importi maturati alla predetta data si applica la ritenuta nella misura del 20%

(in luogo di quella del 26%). In tal caso, la base imponibile dei redditi di capitale è determinata al netto del 37,5%

della quota riferibile ai titoli pubblici italiani e esteri.

Tra le operazioni di rimborso sono comprese anche quelle realizzate mediante conversione delle quote da un comparto ad altro comparto del medesimo Fondo.

La ritenuta è applicata anche nell'ipotesi di trasferimento delle quote a rapporti di custodia, amministrazione o gestione intestati a soggetti diversi dagli intestatari dei rapporti di provenienza anche se il trasferimento sia avvenuto per successione o donazione.

La ritenuta è applicata a titolo d'acconto sui proventi percepiti nell'esercizio di attività di impresa commerciale e a titolo d'imposta nei confronti di tutti gli altri soggetti, compresi quelli esenti o esclusi dall'imposta sul reddito delle società. La ritenuta non si applica sui proventi spettanti alle imprese di assicurazione se relativi a quote comprese negli attivi posti a copertura delle riserve matematiche dei rami vita. Inoltre, la ritenuta non si applica nel caso in cui i proventi siano percepiti da soggetti esteri che risiedono, ai fini fiscali, in Paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni nonché da altri organismi di investimento italiani e da forme pensionistiche complementari istituite in Italia.

Nel caso in cui il risultato di gestione sia negativo, detto risultato è imputato direttamente ai sottoscrittori sotto forma di minusvalenza. Pertanto, nel caso in cui, in ipotesi di cessione delle quote, si determini una differenza negativa fra corrispettivo percepito e costo di acquisto, anche nel caso in cui questa derivi dal risultato di gestione del Fondo e non dalla negoziazione, la stessa rappresenta una minusvalenza compensabile, con le eventuali plusvalenze realizzate su altri titoli o strumenti finanziari nei quattro anni successivi. Le minusvalenze non sono compensabili con i redditi di capitale derivanti dalla partecipazione al Fondo.

Nel caso in cui le quote siano detenute da persone fisiche al di fuori dell'esercizio di attività di impresa commerciale, da società semplici e soggetti equiparati nonché da enti non commerciali sulle perdite derivanti dalla partecipazione al Fondo si applica il regime del risparmio amministrato di cui all'art. 6 del D.Lgs. 21 novembre 1997, n. 461, che comporta obblighi di certificazione da parte dell’intermediario. È fatta salva la facoltà del sottoscrittore di rinunciare al predetto regime con effetto dalla prima operazione successiva.

Nelle ipotesi in cui le quote non siano inserite in un rapporto di custodia, amministrazione o deposito in relazione al quale sia operante il regime del risparmio amministrato, è rilasciata - dalla SGR o dall'intermediario più vicino al sottoscrittore - una certificazione delle minusvalenze realizzate. La certificazione è rilasciata anche in occasione delle operazioni di rimborso anche parziale delle quote del Fondo.

Non sono soggetti al regime di tassazione sopra descritto i redditi derivanti dall’investimento nelle quote di fondi comuni di investimento mobiliare detenute nell’ambito dei Piani Individuali di Risparmio a lungo termine (PIR) esclusivamente da persone fisiche residenti nel territorio dello Stato italiano al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, nei limiti di cui alla legge 11 dicembre 2016 n. 232. L’investitore può usufruire dei benefici fiscali riconosciuti dalla legge citata solo se tutti i requisiti previsti dalla stessa sono soddisfatti.

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dell'imposta di successione. Il trasferimento a causa di morte delle quote di fondi comuni di investimento mobiliare detenute nell’ambito dei PIR non è soggetto all’imposta sulle successioni di cui al decreto legislativo n. 346/1990.

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 97/E del 17 dicembre 2013, la quota parte della commissione pattuita con la banca depositaria riferibile alle attività di controllo e sorveglianza, analogamente alle commissioni riguardanti la custodia e l’amministrazione dei titoli, è imponibile ai fini IVA.

Canali distributivi utilizzati

Anima SGR S.p.A. colloca le quote dei propri Fondi sia direttamente, che mediante i soggetti collocatori convenzionati (banche, SIM, imprese di investimento comunitarie), i quali possono utilizzare gli sportelli, i promotori finanziari e tecniche di collocamento a distanza (Internet), nel rispetto delle disposizioni di legge e regolamentari vigenti.

Per il dettaglio delle reti utilizzate si rimanda al Prospetto Informativo di ciascun Fondo.

Eventi che hanno interessato la Società di Gestione

Nel corso dell’esercizio di riferimento, in data 27 marzo 2020 è stato raggiunto un accordo relativo alla cessazione, con effetto dal 31 marzo 2020, del rapporto di lavoro subordinato del Dott. Marco Carreri quale Direttore Generale di Anima SGR, anche in considerazione della volontà, già espressa dal Dott. Carreri, di non ricandidarsi per un ulteriore mandato per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Anima Holding.

A seguito della scadenza degli organi sociali per decorrenza del triennio, l’Assemblea dell’8 aprile 2020 ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale fissando in tre esercizi la durata degli stessi (triennio 2020-2022, in carica fino alla data di approvazione del bilancio 31/12/2022). Il Consiglio di Amministrazione, a seguito della cessazione del Dr. Marco Carreri, in pari data ha nominato il Dr. Alessandro Melzi d’Eril (già Condirettore Generale di Anima SGR) quale nuovo Amministratore Delegato e Direttore Generale.

Inoltre, con riferimento all’emergenza epidemiologica da COVID-19 e all’approvazione di alcuni progetti di natura straordinaria che coinvolgono direttamente Anima SGR si rinvia all’informativa societaria e finanziaria resa pubblica dalla Capogruppo, ai sensi della normativa applicabile agli emittenti azioni quotate.

Le sopra citate informative sono disponibili sul sito della Società, rispettivamente agli indirizzi:

www.animasgr.it sezione “Investitore privato – Notizie e approfondimenti”

www.animaholding.it sezione “Investor Relations – Corporate Governance – Documenti Societari”

www.animaholding.it sezione “Investor Relations – Azionisti – Bilanci e Relazioni”

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Eventi che hanno interessato i Fondi

Si rende noto che nel CDA del 25 ottobre 2019 è stata deliberata la modifica che interessa i Fondi appartenenti al “Sistema Forza” riguardante l’introduzione di una clausola che prevede la facoltà della SGR di effettuare una conversione automatica delle quote di “Classe N” in quote di “Classe A” (o di altra Classe che presenti condizioni economiche più favorevoli) decorsi 3 anni da ciascuna sottoscrizione. Tale modifica è stata autorizzata dalla Banca d’Italia con Provvedimento 1542212 del 20.12.2019.

Le modifiche sopra descritte saranno efficaci a far data del 19 febbraio 2020.

ANIMA FORZA DINAMICO/ ANIMA FORZA EQUILIBRATO/ ANIMA FORZA MODERATO

 Si rende noto che il Consiglio di Amministrazione di Anima SGR S.p.A., nella seduta del 7 settembre 2020, ha approvato talune modifiche al Regolamento dei fondi del “Sistema Forza”.

Le modifiche attengono in particolare alla riduzione della commissione di sottoscrizione come di seguito descritto:

Classe “A” dei fondi Anima Forza Moderato, Anima Forza Equilibrato e Anima Forza Dinamico da 4% a 3%;

Le modifiche sopra descritte saranno efficaci a far data 1° ottobre 2020.

Composizione del Gruppo di appartenenza e rapporti con le società del Gruppo

Alla data del 31 dicembre 2020 il gruppo di appartenenza della SGR, con relativi rapporti partecipativi, è il seguente:

ANIMA HOLDING S.P.A. Capogruppo

Anima SGR S.p.A.

Anima Asset Management Ltd (società di diritto irlandese) Anima Alternative SGR S.p.A.*

Controllata direttamente Controllata indirettamente tramite Anima SGR S.p.A.

Controllata direttamente

*La nuova società, costituita in data 13 febbraio 2020 con il nome di “Aliseam SGR”, ha variato la denominazione in "Anima Alternative SGR S.p.A." in data 16 giugno 2020; è soggetta all'attività di direzione e coordinamento della società Anima Holding S.p.A. (la “Capogruppo”) ed è stata autorizzata in data 28 luglio 2020 all’esercizio del servizio di gestione collettiva del risparmio ex artt. 34 del d.lgs. n. 58/1998.

Si precisa che i rapporti intrattenuti e le operazioni effettuate nel corso dell’esercizio con le altre Società del Gruppo vengono descritti nell’ambito della Nota Integrativa cui si rimanda.

Tali rapporti e operazioni sono stati regolati in base alle condizioni di mercato.

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ANIMA FORZA DINAMICO

Il fondo ha conseguito, nel corso del 2020, una performance positiva in termini assoluti, ma inferiore a quella del benchmark di riferimento. Il fondo ha costantemente perseguito una gestione attiva dei rischi rispetto al parametro di riferimento: scelte attive di scostamento rispetto al posizionamento del benchmark sono state perseguite sostanzialmente durante tutto il corso dell'anno. In particolare, l'allocazione azionaria in sottopeso e l'andamento dei fondi azionari europei ed americani hanno positivamente contribuito all'apice della crisi sanitaria nel corso del mese di marzo. Viceversa, ad esempio, nel corso del mese di novembre, l'allocazione azionaria in sovrappeso ha temperato il contributo negativo derivante dalla selezione fondi e strumenti sull'area europea ed americana (inclusa una opzione PUT con scadenza dicembre 2020). L'esposizione azionaria ha ben contribuito, a partire dall'estate, grazie all'allocazione sulle aree europea e dei Paesi emergenti, portata in sovrappeso, nonostante il sottopeso mantenuto sulla componente obbligazionaria a più basso merito di credito (high yield); in autunno è poi stata aumentata anche l'esposizione al mercato azionario americano. In ambito obbligazionario, dal punto di vista allocativo, l'esposizione ai Paesi emergenti è rimasta sostanzialmente neutrale rispetto al benchmark durante tutto il corso dell'anno, mentre l'esposizione all'high yield è variata tra il sottopeso del periodo estivo e la neutralità in autunno.

A fine dicembre il fondo continua a mostrare un posizionamento pro-ciclico, con un'allocazione in sovrappeso in ambito azionario, in particolare in ambito europeo. Sostanzialmente neutrale l'esposizione ai mercati obbligazionari "a spread". La svolta sui vaccini, la prospettiva di accelerazione della ripresa nel medio termine e il potenziale supporto dei flussi di riallocazione strategica degli investitori giustificano un outlook positivo sugli attivi rischiosi, al netto di una possibile ondata di presa di profitto.

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RELAZIONE DI GESTIONE DEL FONDO ANIMA FORZA DINAMICO AL 31/12/2020

SITUAZIONE PATRIMONIALE

ATTIVITA'

Situazione al Situazione a fine

31/12/2020 esercizio precedente

Valore complessivo In percentuale del

totale attività Valore complessivo In percentuale del totale attività

A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 131.179.101 98,134% 80.045.146 94,603%

A1. Titoli di debito 214.795 0,254%

A1.1 Titoli di Stato 214.795 0,254%

A1.2 Altri

A2. Titoli di capitale

A3. Parti di OICR 131.179.101 98,134% 79.830.351 94,349%

B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI

B1. Titoli di debito

B2. Titoli di capitale

B3. Parti di OICR

C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia

C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati

D. DEPOSITI BANCARI

D1. A vista

D2. Altri

E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 2.494.105 1,866% 4.506.000 5,325%

F1. Liquidità disponibile 1.175.950 0,880% 4.508.438 5,328%

F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 1.318.205 0,986% 6.323.308 7,473%

F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -50 0,000% -6.325.746 -7,476%

G. ALTRE ATTIVITA' 62 0,000% 60.535 0,072%

G1. Ratei attivi 62 0,000% 6.795 0,008%

G2. Risparmio d'imposta

G3. Altre 53.740 0,064%

TOTALE ATTIVITA' 133.673.268 100,000% 84.611.681 100,000%

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PASSIVITA' E NETTO

Situazione al Situazione a fine 31/12/2020 esercizio precedente Valore complessivo Valore complessivo

H. FINANZIAMENTI RICEVUTI

I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati

M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI 324.207 114.481

M1. Rimborsi richiesti e non regolati 324.207 114.481

M2. Proventi da distribuire

M3. Altri

N. ALTRE PASSIVITA' 160.894 151.839

N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 160.455 103.959

N2. Debiti di imposta

N3. Altre 439 47.880

TOTALE PASSIVITA' 485.101 266.320

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 133.188.167 84.345.361

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE A 58.133.536 67.667.296

Numero delle quote in circolazione CLASSE A 8.179.185,226 9.844.763,233

Valore unitario delle quote CLASSE A 7,107 6,873

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE B 513.638 513.420

Numero delle quote in circolazione CLASSE B 72.322,191 74.754,034

Valore unitario delle quote CLASSE B 7,102 6,868

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE N 74.540.993 16.164.644

Numero delle quote in circolazione CLASSE N 9.514.758,835 2.123.267,081

Valore unitario delle quote CLASSE N 7,834 7,613

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE Y

Numero delle quote in circolazione CLASSE Y

Valore unitario delle quote CLASSE Y

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe A

Quote emesse 843.370,467

Quote rimborsate 2.508.948,474

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe B

Quote emesse

Quote rimborsate 2.431,843

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe N

Quote emesse 8.960.016,352

Quote rimborsate 1.568.524,598

Riferimenti

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