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ANIMA SGR SPA Capitale Sociale: Euro 23.793.000,00 interamente sottoscritto e versato. La SGR è soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’azionista unico Anima Holding S.p.A.

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ANIMA SGR SPA

Capitale Sociale: Euro 23.793.000,00 interamente sottoscritto e versato.

La SGR è soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’azionista unico Anima Holding S.p.A.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Livio Raimondi* (indipendente)

Amministratore Delegato Marco Carreri e Direttore Generale:

Consiglieri: Maurizio Biliotti*

Alessandro Melzi D’Eril (Condirettore Generale) Francesca Pasinelli* (indipendente)

Gianfranco Venuti Vladimiro Ceci

Collegio Sindacale

Presidente: Antonio Taverna

Sindaci effettivi: Marco Barassi Tiziana Di Vincenzo

Sindaci Supplenti: Enrico Maria Mosconi Carlotta Veneziani

Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A.

Depositario BNP Paribas Securities Services SA – Succursale di Milano

*Membro del Comitato Remunerazione (Istituito ai sensi dell’art.39 del Reg. Banca d’Italia – Consob del 29/10/2007 e successive modifiche e integrazioni)

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INDICE

RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR ...4 ANIMA INIZIATIVA ITALIA ... 15 ANIMA CRESCITA ITALIA ... 47

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4 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR

SULLA RELAZIONE DI GESTIONE AL 31 DICEMBRE 2018

Forma e contenuto della Relazione di Gestione

La Relazione di Gestione (di seguito anche “Relazione”), è stata redatta in conformità al Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio, emanato con Provvedimento della Banca d’Italia del 19 gennaio 2015 e successive modificazioni ed è costituita dalla Situazione Patrimoniale, dalla Sezione Reddituale, dalla Nota Integrativa, accompagnata dalla Relazione degli Amministratori.

I dettagli della Nota Integrativa sono esposti esclusivamente per le voci valorizzate negli schemi della Relazione.

Mercati finanziari

Nel 2018 l’indice azionario globale ha fatto registrare una performance sensibilmente negativa in valuta locale, con un cedimento prossimo a -10%. Gli indici obbligazionari hanno espresso nel 2018 un andamento negativo sia nella componente governativa globale (in valuta locale) sia in quella delle emissioni societarie. Solo l’indicatore relativo al comparto governativo in area Euro ha fatto segnare un segno lievemente positivo, in relazione alla discesa dei tassi nell’ultimo trimestre dell’anno. Nel 2018 l’Euro si è indebolito nei confronti di Dollaro Usa e Yen, mentre si è lievemente rafforzato verso la Sterlina inglese.

Dopo un inizio d’anno positivo per i mercati azionari, nel corso del primo trimestre 2018 si è innescata una correzione a livello globale. Le dichiarazioni di impronta protezionistica della politica statunitense, le iniziative tariffarie conseguentemente adottate, il rischio di un’escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, unitamente alle attese relative alle azioni di progressiva normalizzazione della politica monetaria da parte della banca centrale statunitense e della Bce, avevano concorso ad intaccare il clima di fiducia degli investitori, determinando sui mercati fasi alterne di avversione al rischio e di volatilità diffuse a tutte le classi di investimento.

I buoni dati sulla crescita globale e l’esito della reporting season del primo trimestre 2018 avevano poi consentito ai mercati azionari, nel periodo primaverile, di recuperare in parte le perdite sofferte, tuttavia il consolidamento delle borse globali aveva evidenziato una dispersione significativa delle performance fra le diverse aree geografiche: positivo l’azionario Usa, negativi quelli di Giappone ed Europa. Il listino italiano, in avvio d’anno tra i migliori mercati dell’Eurozona, dopo la prima settimana di maggio aveva iniziato ad erodere i guadagni realizzati portandosi in territorio progressivamente negativo, soprattutto per effetto delle pressioni sul comparto bancario.

Sino all’avvio del periodo autunnale l’indice azionario globale si era mantenuto nel quadrante positivo essenzialmente al traino del mercato statunitense: la borsa americana aveva beneficiato di un flusso di dati positivo sulla crescita economica e sui fondamentali aziendali, raggiungendo nuovi massimi storici. Europa e Giappone avevano invece perso progressivamente terreno rispettivamente per l’escalation del rischio geo- politico ed il rafforzamento del cambio. L’ingresso nell’ultimo trimestre del 2018 ha poi segnato correzioni importanti dei mercati azionari ed un brusco incremento della volatilità, riflessi di un progressivo aumento dei timori di rallentamento della crescita globale a causa dei fattori di rischio già emersi nei mesi precedenti.

L’aumento dei tassi di interesse (negli Usa) e crescenti evidenze dell’impatto delle tensioni commerciali sul contesto macro-economico e sui fondamentali aziendali hanno contribuito ad aggravare la fase di sell-off. Hanno progressivamente concorso ad indurre una significativa correzione di tutti i mercati anche la fine del Quantitative Easing in Europa, le trimestrali societarie che hanno mostrato una certa difficoltà a centrare le stime, un outlook più cauto per i trimestri a venire. L’andamento negativo dei mercati azionari dei Paesi sviluppati sono stati appesantiti principalmente dal cedimento generalizzato del comparto finanziario e di quello dei materiali di base, dalla correzione dei titoli tecnologici e del settore energetico. Negativi in questo contesto anche i Paesi Emergenti, con flessioni differenti tra le diverse aree geografiche, complici la forza del Dollaro Usa e la crisi dovuta alle imposizioni tariffarie.

Sui mercati obbligazionari, dal clima di diffusa incertezza e di avversione al rischio su scala globale hanno tratto beneficio essenzialmente gli asset rifugio, sostenuti dall’escalation del rischio politico. In tale contesto i rendimenti delle obbligazioni governative core hanno registrato sensibili pressioni al ribasso. Il prolungarsi della situazione di incertezza politica domestica nel periodo pre e post elettorale aveva indotto un incremento del premio per il rischio ed elevata volatilità sui titoli di Stato italiani, con particolare veemenza anche per le scadenze più brevi, ed un forte appiattimento della curva dei rendimenti nel corso dell’ultima decade di maggio. Sotto pressione i Btp sono stati a più riprese penalizzati dal focus degli investitori sui rischi politici. Il rendimento del Btp decennale si è mosso dalla soglia minima di aprile (1,70%) ai massimi registrati in ottobre (oltre quota 3,65%), mentre lo

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5 spread Btp/Bund decennale, dai minimi di aprile, in area 113 punti base, ha superato in ottobre e novembre 325 punti base, avvicinandosi ai picchi del 2013. Dopo metà novembre il Btp ha evidenziato alcuni segnali di ripresa (con la discesa dello spread BTP/Bund sotto 280 punti base e del rendimento BTP decennale in area 3%) grazie alle aperture maggiormente concilianti del Governo ed ai colloqui in sede UE in ordine ad una rimodulazione della legge di bilancio. La situazione politica italiana ha prodotto alcune ripercussioni anche sui mercati finanziari globali, con borse in flessione e fasi di progressivo indebolimento dell’Euro, mentre si è assistito ad un apprezzamento delle attività finanziarie percepite come rifugio (titoli di stato tedeschi e statunitensi, Yen e Franco svizzero). La fase di risk-off ha indotto nel corso del 2018 sensibili allargamenti degli spread sui titoli societari, producendo correzioni diffuse sui mercati corporate e cedimenti sia nella componente investment grade sia in quella high yield, con penalizzazioni di maggiore entità sofferte sul comparto finanziario subordinato ed una consistente riduzione della liquidità su tali mercati. Sono state registrate perdite significative anche per il debito emergente, penalizzato, oltre che dal rafforzamento del dollaro statunitense, da un incremento del rischio specifico su alcune aree.

Relativamente alle valute, nel corso del 2018 dopo l’avvio del periodo primaverile si è assistito al progressivo apprezzamento del Dollaro Usa, guidato da un rinnovato focus degli investitori sul tema del differenziale dei tassi e, specularmente, all’indebolimento dell’Euro, complice una Bce più conciliante del previsto, e a causa delle turbolenze politiche vissute in Italia e Spagna. L’Euro ha sofferto particolarmente tra aprile e maggio e ad agosto, nella fase acuta della crisi turca, indebolendosi nei confronti delle principali valute, ad eccezione della sterlina, sulla quale ha continuato a pesare l’incertezza per Brexit. Un parziale recupero dell’Euro sul dollaro Usa si era manifestato dopo il meeting di settembre della Bce, in occasione del quale veniva confermato l’ottimismo sul recupero dell’inflazione core grazie alla migliore dinamica salariale in Area Euro. Significativo l’apprezzamento di Yen e Franco svizzero, quali divise rifugio. In direzione opposta molte divise dei Paesi Emergenti hanno sofferto una perdurante debolezza, penalizzate dal vigore del biglietto verde e da un’escalation del rischio politico (in particolare in Argentina, Brasile e Turchia).

Gli indici delle materie prime hanno subito flessioni per le pressioni indotte sulle quotazioni dalle tensioni commerciali, dai timori sulla crescita globale e degli impatti sull’economia cinese. Il prezzo del petrolio aveva segnato una variazione positiva da inizio anno superiore al 25% sino all’avvio del quarto trimestre 2018, dopo aver registrato fasi alterne in relazione alle stime sulla domanda mondiale e sulla produzione OPEC. Nella parte finale dell’anno il greggio ha intrapreso un percorso di forte calo, chiudendo il 2018 con una flessione su base annua di circa -20%. Il prezzo dell’oro ha tracciato una fase volatile e laterale nel primo trimestre 2018, proseguendo con un progressivo calo delle quotazioni sino all’avvio dell’ultimo trimestre dell’anno, ove ha messo a segno un parziale recupero, chiudendo il 2018 con una perdita di circa un punto e mezzo.

Scenario macroeconomico

Lo scenario macroeconomico globale appare incerto: sono emersi segnali di rallentamento evidenziati dalla flessione di alcuni indicatori congiunturali e dai recenti deboli dati sulla crescita a livello mondiale. Il contesto attuale è caratterizzato dal permanere di fattori perturbanti che a diverso titolo concorrono ad alimentare potenziali rischi. L’acuirsi di tensioni geo-politiche, soprattutto legate ai provvedimenti protezionistici statunitensi e alle relative contromisure adottati da altri paesi, tendono a frenare il commercio mondiale, e con esso la crescita.

Il summit dei G7 di giugno in Canada si era concluso con lo strappo del Presidente Usa Trump, il quale aveva ritirato la firma dal documento finale, facendo emergere forti divergenze nelle relazioni tra gli Stati Uniti e gli altri sei Stati membri. Le iniziative di riavvicinamento e conciliazione tra i principali “contendenti” (Usa e Cina) sono riprese sulla scia della tregua siglata durante il G20 tenutosi a fine novembre 2018. Un ulteriore fattore di incertezza trae origine dal processo di normalizzazione delle politiche monetarie da parte dei principali Istituti Centrali, nel prosieguo del percorso di graduale rimozione dei pregressi interventi espansivi. Permane una forte incertezza relativa agli sviluppi e alle future implicazioni di Brexit.

Negli Stati Uniti la crescita si è confermata solida e diffusa, supportata da un mercato del lavoro che ha evidenziato occupazione e dinamiche salariali in accelerazione. Tra i fattori trainanti l’aumento del reddito e della ricchezza disponibili. Gli indicatori prospettici permangono ancorati all’area espansiva, ma si osserva che potrebbe venire meno la spinta propulsiva delle agevolazioni fiscali promosse dal governo Trump. L’inflazione core è contenuta in area 2%. La Fed ha attuato nel corso del 2018 quattro aumenti dei tassi (ciascuno di un quarto di punto a marzo, giugno, settembre, dicembre) passando da fascia 1,25%-1,50% a fascia 2,25% -2,50%, in coerenza con il previsto sentiero di progressiva riduzione degli stimoli e di graduali incrementi dei Fed Funds.

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6 Appare ipotizzabile un approccio più moderato per i futuri ulteriori rialzi previsti nel 2019. L’amministrazione Trump aveva fatto scattare nel 2018 l’imposizione di dazi all’importazione con previsione di progressiva estensione a diverse categorie merceologiche, colpendo principalmente le importazioni dalla Cina. Malgrado i ripetuti tentativi di conciliazione, permangono tuttora i timori di potenziali effetti distorsivi determinati da squilibri finanziari e dalle politiche commerciali. In Area Euro la dinamica del Pil ha evidenziato una fase di rallentamento e le indagini sulla fiducia hanno fornito segnali flettenti. Un fattore di debolezza insiste sulle esportazioni intra Euro. La Bce conferma comunque la solidità dei fondamentali per consumi ed investimenti, coerenti con un'espansione generalizzata dell'economia e con un graduale incremento dell’inflazione, malgrado un'evoluzione più debole rispetto alle attese. La Bce ha mantenuto un approccio prudente, persistente e moderato verso la normalizzazione della politica monetaria, basando la valutazione delle iniziative da adottare sull’evoluzione del tracciato di crescita ed inflazione. L’avvio verso l’uscita dalle misure non convenzionali con l’annuncio ufficiale della fine del Quantitative Easing e la chiusura del programma di acquisto di titoli pubblici ha fatto seguito ad una fase di tapering, mentre le attese sui tassi puntano al mantenimento sui bassi livelli attuali sin dopo l’estate del 2019, ovvero sino a quando sarà necessario, per favorire un ritorno dell’inflazione al target di medio periodo.

In Italia le stime sul Pil e le indagini di fiducia in flessione hanno fornito segnali di rallentamento. Lo scenario politico si configurava incerto, tenuto conto delle implicazioni connesse alla sostenibilità della convivenza dei partiti di maggioranza, alla disciplina fiscale, alle coperture finanziarie sui principali punti del contratto di governo, al consolidamento di bilancio e alle possibili tensioni sulle relazioni istituzionali in ambito UE. L’iniziale bocciatura del Documento Programmatico di Bilancio per non conformità alle regole UE del patto di Stabilità e Crescita era derivata dai rischi connessi alla sovrastima degli effetti espansivi sulla crescita e alla sottostima della spesa per gli interessi sul debito, tenuto anche conto di stime poco conservative sulla dinamica inflativa. Le più recenti aperture al dialogo con l’UE da parte del Governo hanno puntato ad evitare l’apertura di una procedura formale d’infrazione per debito eccessivo, giungendo ad un rinvio della valutazione dopo la rimodulazione delle proposte contenute nella legge di bilancio, con la previsione di una riduzione del deficit a 2,04% del Pil. Permangono elementi di vulnerabilità quali lo stock di crediti bancari deteriorati e le difficoltà di intraprendere un virtuoso percorso riformatore e di riduzione dell’elevato debito pubblico.

In Francia, le proteste sorte per osteggiare l’aumento delle tasse sui carburanti, poi estesesi più in generale alle manovre economiche del governo francese, hanno spinto il Presidente Macron a rivedere il budget previsionale per il 2019: le prime stime sulle nuove misure introdotte poterebbero sospingere il rapporto deficit/Pil oltre il limite previsto del 3%.

Nel Regno Unito il processo di Brexit ha vissuto alterne fasi di crisi e di stallo. La definizione dell’accordo tecnico con la UE sul trattato di recesso è stato ritenuto da più parti insoddisfacente. I ripetuti tentativi di promuovere una ratifica dell’accordo da parte del Governo May hanno riscontrato un’opposizione politica interna particolarmente vivace ed un’apparente chiusura a ulteriori negoziazioni da parte della UE. Tuttavia, gli sforzi rimangono volti al perseguimento di un accordo sul divorce-bill.

In Giappone la più recente stima del Pil ha registrato una contrazione delle attività, ma permane il trend positivo degli investimenti sottostante ad una crescita su ritmi moderati. L’inflazione è in crescita, ma rimane distante dal target della Banca del Giappone del 2%, non lasciando prevedere tempi di convergenza certi. L’istituto centrale nipponico ha confermato l’impegno persistente al mantenimento degli stimoli di politica monetaria e del controllo della curva dei tassi.

Un quadro d’insieme complessivamente incerto sui Mercati Emergenti mantiene il focus sull’evoluzione delle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti: le attese sulle future azioni di Pechino sono rivolte alla riduzione dei dazi sulle auto importate e all’incremento di acquisti di prodotti agricoli dagli Usa. Recenti dati confermano un rallentamento dell’attività economica e del commercio estero cinese: le autorità stanno promuovendo interventi anticiclici con l’obiettivo di contrastare il rallentamento della crescita.

Prospettive future

Le previsioni sullo scenario macroeconomico globale e sulla crescita nel 2019 risultano condizionate dall’approssimarsi della fine di un ciclo economico di lunga durata. Gli indicatori anticipatori configurano un tendenziale rallentamento ed una successiva stabilizzazione dell’economia globale. All’interno dello scenario di medio periodo si collocano le azioni di normalizzazione delle politiche monetarie (e la conseguente progressiva restrizione delle condizioni finanziarie), i potenziali squilibri (a più lungo termine) indotti dalle politiche protezionistiche e fiscali dell’amministrazione Trump, le divergenze sull’andamento della crescita nelle diverse aree geografiche, le dinamiche inflative caratterizzate da un effetto base non favorevole per il calo delle quotazioni petrolifere, il periodico riemergere di focolai di tensione geopolitica, la Brexit, la politica economica

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7 italiana. Detti fattori potrebbero prospetticamente indebolire la crescita ed incidere negativamente sulla propensione al rischio e sul clima di fiducia degli investitori. Inoltre, la progressiva rimozione dell’easing monetario comporta il venir meno di un fattore atto a comprimere la volatilità dei mercati, rendendo molto difficoltoso individuarne la direzionalità.

Tale contesto suggerisce l’adozione di un approccio tattico modulato nel breve e brevissimo periodo. In termini relativi sulle diverse principali classi di investimento in una logica di breve termine prevale l’opportunità di mantenere un atteggiamento prudenziale sia sulla classe azionaria sia su quella obbligazionaria.

Sui mercati azionari un approccio più costruttivo potrebbe essere supportato da eventuali condizioni maggiormente equilibrate e benevole, nell’auspicio di una fase di ripresa dopo il recente ed ampio cedimento che ha portato gli indici su livelli valutativi interessanti. Tale impostazione richiede comunque la verifica continua dell’evoluzione dei diversi fattori atti a comportare brusche variazioni del rischio percepito, assume una connotazione tattica che impone frequenti revisioni ed appare la più appropriata a fronteggiare l’attuale fase di volatilità mantenendo un approccio prudente nella selezione dei titoli. In particolare, si impone un monitoraggio molto attento degli sviluppi relativi alle tensioni commerciali in essere, dal momento che toni sempre più concilianti potrebbero essere accolti con favore dai mercati azionari.

Relativamente ai comparti obbligazionari, il percorso di normalizzazione della politica monetaria che continuerà a caratterizzare le principali aree sviluppate ed i potenziali rischi di tasso e di credito, tenuto conto delle dinamiche di tendenziale e progressiva risalita dei tassi di interesse, si rifletteranno sui rendimenti attesi. Le azioni di rimozione dell’easing da parte delle principali Banche Centrali non dovrebbero comunque costituire fonti di sorprese, né portare a prefigurare azioni particolarmente aggressive. In considerazione del contesto macroeconomico ed inflativo in area Euro, la Bce risulta maggiormente prudente, conciliante ed espansiva, soprattutto in materia di tassi.

L’incertezza che permea la situazione politica ed economica italiana induce a mantenere un approccio prudente anche sul Btp: l’attenzione si focalizza sulle future aste da gennaio 2019, dopo i segnali non incoraggianti emersi dallo scarso successo del recente collocamento del Btp Italia. Sull’area core il Bund appare ancorato a livelli di tasso molto bassi e potrebbe sussistere lo spazio per una discesa dei corsi laddove la situazione di contesto si dovesse rasserenare, e venisse meno l’attuale sostegno dovuto all’effetto di scarsità, ai timori sul tema Brexit, al rischio Italia. I rischi connessi alla complessità e alla struttura attuale dei mercati suggeriscono quindi il mantenimento di una visione tattica indirizzata alla neutralità per le posizioni ritenute maggiormente sicure e conservative, sfruttando l’eventuale volatilità per incrementare la redditività su posizioni a breve.

Relativamente alle classi corporate bond investment grade ed high yield, l’aumento della volatilità e del premio al rischio che ha caratterizzato gli ultimi mesi ha spinto le valutazioni su livelli generosi tuttavia, l’incertezza presente sui mercati, impone una gestione tattica prudente e fortemente selettiva, con un orientamento volto a privilegiare strumenti con scadenze a breve termine. La volatilità dell’intero settore e l’ampliamento degli spread accusano i rischi derivanti dal prossimo tapering della Bce e l’illiquidità del mercato è al momento diffusa. Tali condizioni inducono a mantenere riserve di liquidità. L’approccio rimane costruttivo sui mercati governativi emergenti, sia in relazione alle possibili dinamiche delle valute locali, sia per l’apparente ripresa dei dialoghi tra Cina e Usa.

Sul fronte valutario, il Dollaro Usa appare sopravvalutato rispetto alle altre valute del G10. L’eventuale convergenza dei tassi di crescita tra Stati Uniti e resto del mondo potrebbe consentire il riassorbimento di questo disallineamento. Tuttavia si osserva che rimangono ancora aperti scenari in grado di modificare le aspettative di crescita: le vicende politiche italiane, la negoziazione Brexit, l’apparente riconciliazione USA-Cina in occasione del recente G20. L’Euro ha subito una forte pressione anche in relazione alle tensioni sul debito italiano e all’aggiustamento delle attese sulle future mosse da parte della Bce. Relativamente alla Sterlina britannica si ipotizza che i livelli attualmente espressi prezzino gran parte delle implicazioni connesse alle difficoltà di raggiungimento di eventuali accordi: l’eventuale discesa delle probabilità di un mancato deal Brexit, potrebbero favorirne il rafforzamento. Permane comunque una situazione di elevata volatilità e scarsa direzionalità, mentre lo Yen mantiene una connotazione protettiva. In subordine alle dinamiche del Dollaro Usa, potrebbero emergere fasi di repricing selettivo per alcune divise emergenti, a partire da quelle che offrono i tassi reali maggiori. È ipotizzabile che la direzionalità dei principali cambi valutari resterà limitata fino a quando non emergerà una maggiore chiarezza sullo sviluppo dei temi sopra citati.

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8 NOTE RELATIVE A:

“AZIONI A TUTELA DEI DIRITTI DEI SOTTOSCRITTORI”

Esercizio del diritto di voto

Anima SGR ha esercitato il diritto di voto per conto dei fondi gestiti, in relazione ai titoli azionari presenti nei portafogli dei fondi stessi, mediante il voto elettronico disposto tramite la piattaforma web di proxy voting gestita dalla Società provider ISS Institutional Shareholder Services, Inc.. Nel corso del 2018 è emersa l’opportunità di esercitare il diritto di voto in occasione delle assemblea delle seguenti Società quotate: Crescita SpA, Yoox Net-A- Porter Group SpA, Aquafil SpA, Siemens AG, Tesco PLC, Banca Farmafactoring SpA, Banca Mediolanum SpA, FinecoBank Banca Fineco SpA, Banca Generali SpA, Beni Stabili S.p.A., Prysmian SpA, UniCredit SpA, Autostrade Meridionali SpA, Infrastrutture Wireless Italiane SpA, Bper Banca, Assicurazioni Generali Spa, Heineken NV, Iren SpA, Luxottica Group SpA, Tod's SpA, Amplifon SpA,

Atlantia SpA, ERG SpA, Eps Equita Pep Spac SpA, Rai Way SpA, Sogefi SpA, Arnoldo Mondadori Editore SpA, Caltagirone SpA, HP Inc., IBM Corp.,Openjobmetis SpA, Snam SpA, Space4 SPA, Telecom Italia SpA, General Electric Company, The Coca-Cola Company, Ascopiave SpA, Johnson & Johnson, Pfizer Inc, RWE AG, A2A SpA, Abbott Laboratories, Cairo Communication SpA, Credito Emiliano SpA, ENAV SpA, Intesa SanPaolo SpA, Kellogg Company, Saras SpA, Vittoria Assicurazioni SpA, The Boeing Company, United Technologies Corp., Bristol-Myers Squibb Company, PepsiCo, Inc., Koninklijke Philips NV, Linde Aktiengesellschaft, Saipem SpA, Unilever NV, Verizon Communications Inc, Terna SpA, Buzzi Unicem Spa, Eni SpA, BP Plc, Ferrovie Nord Milano SpA, Autogrill SpA, Enel SpA, McDonald's Corporation, Bayer AG, Amazon.com, Inc., Exxon Mobil Corporation, Facebook, Inc, IGD -Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ SpA, Citrix Systems, Inc, Netflix, Inc, Biogen Inc, Mediaset SpA, Innova Italy 1 SpA, Piquadro SpA, Spaxs SpA, SeSa SpA, Paychex, Inc, Danieli & C. Officine Meccaniche SpA, Mediobanca SpA, Oracle Corp, The Clorox Co., Microsoft Corp, Medtronic Plc, Cisco Systems, Inc, Fine Foods & Pharmaceuticals N.T.M. SpA, Ping An Insurance (Group) Co. of China Ltd.. Non si portano ad evidenza situazioni di particolare rilevanza avendo riguardo al comportamento tenuto in assemblea in funzione dell'esercizio di voto. L’espressione di voto in sede assembleare sui diversi punti all’ordine del giorno è stato espresso coerentemente con la policy di voto di Anima SGR. Le linee guida della suddetta policy rappresentano dei criteri di carattere generale cui Anima SGR si attiene nell’analisi delle diverse risoluzioni. La valutazione delle pratiche di corporate governance tiene conto di fattori specifici dell’impresa oggetto di analisi, con particolare riferimento alle dimensioni ed al contesto operativo, avendo riguardo alla tutela dei diritti degli azionisti, alle modalità di nomina e composizione del Consiglio di Amministrazione (C.d.A.) e del Collegio Sindacale (C.S.), alle modalità di selezione ed ai compiti della società di revisione contabile, all’efficienza ed all’oggettività del sistema dei controlli interni, all’analisi della situazione finanziaria, all’approvazione dei conti, alle politiche retributive, ai sistemi incentivanti, alle eventuali modifiche statutarie, all’adozione di specifici programmi di corporate social responsability. L’esercizio del voto è avvenuto sempre in maniera informata, sulla base delle informazioni pubblicate dalle stesse società oggetto di investimento, o dai mezzi di informazione di normale utilizzo (a titolo esemplificativo: siti web delle società emittenti, stampa quotidiana e periodici, information-provider finanziari), nonché delle eventuali analisi condotte da primarie società di ricerca specializzate nel proxy voting. Con riguardo alle società italiane nelle cui sedi assembleari sia stata prevista l’elezione o il rinnovo delle cariche sociali (C.d.A., C.S., rappresentanti degli azionisti), generalmente il voto a supporto delle liste dei rappresentanti di minoranza è stato espresso coerentemente con le riflessioni maturate collegialmente in seno al Comitato Gestori (composto da rappresentanti delle SGR associate ad Assogestioni ed altri investitori istituzionali), quale espressione delle Società di Gestione detentrici di azioni. Non viene esercitato il diritto di voto relativamente ad azioni di Società direttamente o indirettamente controllanti Anima SGR SpA eventualmente detenute nei portafogli degli OICR gestiti. Anima SGR, esercitando i diritti inerenti agli strumenti finanziari di pertinenza dei patrimoni gestiti nell’esclusivo interesse degli OICR gestiti, si astiene dal voto nelle situazioni in cui sussistono potenziali conflitti di interesse.

Stewardship

Nel rispetto dei principi di stewardship approvati dal Comitato Direttivo di Assogestioni, Anima SGR svolge un’attività di monitoraggio relativamente agli Emittenti italiani finalizzata a tutelare ed incrementare il valore degli OICVM partecipanti. Nei confronti degli Emittenti Significativi Anima SGR adotta le misure e gli strumenti di monitoraggio che, in misura flessibile e proporzionale secondo valutazioni di opportunità, possono essere applicati ad altri emittenti partecipati. Il monitoraggio si indirizza principalmente all’analisi delle prospettive

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9 economico-finanziarie e alle tematiche di governo societario, in particolare in presenza di potenziali criticità. Il monitoraggio è condotto in via continuativa. Il principale strumento di engagement collettivo, finalizzato al monitoraggio di una sana e prudente gestione e al presidio dei rischi dell’emittente, consiste nel concorrere con altri investitori professionali, attraverso un Comitato dei Gestori, alla presentazione di liste di candidati per l’elezione di membri di minoranza degli organi di amministrazione e controllo dell’Emittente partecipato.

L’engagement collettivo con altri investitori istituzionali è di norma ritenuto preferibile sia nei casi in cui Anima SGR ne sia promotrice, sia nei casi di adesione ad iniziative promosse da altri investitori. Tali iniziative possono riguardare, innanzitutto, la richiesta di (ulteriori) confronti collettivi con il management dell’Emittente, nel rispetto delle regole di best practice riconosciute in materia monitoraggio ed engagement.

Nel corso del 2018 Anima SGR ha condotto oltre trecento incontri (ivi inclusi quelli promossi dal Comitato Gestori) con il management di Società italiane rientranti nella consueta attività di monitoraggio della gestione delle Società le cui azioni sono presenti all’interno dei portafogli dei fondi gestiti. In particolare è emersa la necessità o l’opportunità di promuovere alcune attività di engagement diretto nei confronti di esponenti indipendenti e/o del management di Società le cui azioni sono presenti all’interno dei portafogli dei fondi gestiti.

Sono stati svolti meeting con il supporto del Comitato Gestori su richiesta degli Amministrati/Sindaci eletti nelle liste presentate dalle minoranza in presenza dell’annuncio di due operazioni straordinarie da parte degli azionisti di controllo delle società Vittoria Assicurazioni SpA e Beni Stabili SpA (entrambi titoli rientrano nel perimetro di stewardship).

Relativamente alla società Vittoria Assicurazioni SpA l’azionista di minoranza ha apprezzato la gestione prudente della Società negli anni, con l’adozione di una best practice nel settore sia in relazione alla crescita sia per l’assunzione dei rischi. Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria totalitaria promossa dall’offerente Vittoria Capital SpA su circa il 40,76% della totalità delle azioni ordinarie di Vittoria Assicurazioni SpA, l’operazione è apparsa fair, il premio cash sul prezzo corrente e sulla media a 6 mesi si collocava tra 15/20%, non particolarmente premiante, ma considerando i più recenti eventi in Italia e la discesa dei titoli finanziari, calato nel contesto generale del mercato, si è ritenuto che fosse vantaggioso aderire all’operazione.

Relativamente al deal condotto su Beni Stabili SpA, si è ritenuto che non fosse ricompensata adeguatamente la minoranza per la rinuncia al diritto di detenere azioni Beni Stabili per le quali veniva offerto il concambio in azioni della controllante Foncière des Régions SA, e quindi la diluizione in una realtà più diversificata e caratterizzata da dinamiche differenti. La prospettata fusione avrebbe rappresento una tappa importante verso la semplificazione del Gruppo cui appartiene Beni Stabili, contribuendo al miglioramento del rapporto sinergico tra le diverse divisioni ed aree di attività. L’azionista di minoranza si è trovato a dover scegliere tra il recesso (a sconto rispetto al valore di mercato espresso al tempo) e la detenzione di azioni Covivio SA (ridenominazione di Foncière des Régions SA). È stata avanzata la richiesta di porre la massima attenzione ai processi formali che hanno condotto alla valutazione del comitato parti correlate, ivi inclusa l’ipotesi dell’opportunità di prevedere un secondo advisor.

L’operazione nel suo complesso non appariva unfair, tuttavia è emerso che la minoranza di Beni Stabili SpA che ha subito la decisione avrebbe dovuto essere tutelata da un concambio migliore, non essendo stata prevista un’offerta cash a premio sulla valutazione del mercato. La delibera proposta al momento della presentazione ha portato a ritenere opportuno il mancato appoggio in sede di Assemblea. Non si è voluto esprimere un voto contrario dal momento che, facendo seguito alla proposta ricevuta da Foncière des Régions SA, il CdA di Beni Stabili S.p.A. SIIQ aveva approvato con voto unanime dei consiglieri indipendenti il concambio e la sottoscrizione dell’accordo per l’operazione di fusione per incorporazione della Società in Foncière des Régions SA.

Nell’ambito delle attività svolte con il supporto del Comitato Gestori rappresentativo delle Società di Gestione associate ad Assogestioni, si sono altresì svolti i seguenti ulteriori incontri.

Relativamente alla società Atlantia SpA, nell’incontro con il management svoltosi alla presenza di amministratori indipendenti, del Presidente del Collegio Sindacale e del Sindaco effettivo, è stato esposto ai rappresentanti eletti il punto di vista dell’azionista su strategie, governance, percezione in generale, alla luce delle criticità che hanno coinvolto la società in seguito alla tragedia del ponte Morandi di Genova. A livello comunicativo generale è stato condiviso che la situazione avrebbe richiesto una migliore gestione delle problematiche affrontate e della comunicazione. Posto che Aspi è titolare della concessione, e che Atlantia SpA controlla Aspi in quanto holding (gli indipendenti eletti nelle liste di minoranze evidentemente sono presenti solo in Aspi), si ritiene che i soggetti coinvolti, in qualità di board member e di sindaci di Atlantia SpA, avrebbero dovuto porre una forte attenzione sulla gestione dei rischi delle controllate. Rimane da valutare nel prosieguo la penalizzazione che una prolungata incertezza sull’eventuale revoca della concessione potrebbe portare agli stakeholders. È stata generalmente condivisa la necessità di perseguire qualsiasi passo/azione indirizzati a ridurre detta incertezza. L’atteggiamento del Governo favorevole alla revoca concessione (che aprirebbe un lungo contenzioso legale), unita all’innalzamento del rischio sull’asset class Italia (alle prese con una problematica legge di bilancio e contestazioni in sede UE), potrebbe avere ripercussioni anche sul rating: un abbassamento sotto livello investment grade potrebbe comportare significativi aumenti dei costi e mettere a rischio la sostenibilità del debito nel medio

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10 termine, anche considerando la forte leva con cui è stata strutturata l’operazione di acquisto della maggioranza di Hocthief/Abertis. Una minore incertezza scongiurerebbe verosimilmente questo scenario. Relativamente all’azione del management, è stata espressa e condivisa l’idea che la situazione attuale non dovrebbe distogliere l’attenzione dal perseguire le strategie core, e che la difesa processuale del management e delle persone ad esso collegate, a vario titolo potenzialmente coinvolte in un indagine penale, non dovrebbe in alcun modo ricadere sulla gestione societaria. Diversamente, si ritiene che sarebbe preferibile un cambio della guida operativa.

Relativamente alla società Erg SpA, l’incontro con il management si è svolto alla presenza di un amministratore indipendente e del Presidente del Collegio Sindacale. L’azionista ha esposto ai rappresentanti eletti il punto di vista su strategie, governance, percezione in generale sulla Società. Generalmente apprezzata la riconversione ad operatore energetico “green”, è emerso un particolare interesse per come verrà affrontata la scadenza di produzione incentivata (dal 2023 al 2028 è stimabile che possano essere persi tra i 200/300 mln di ebitda): risulta auspicabile che la società fornisca adeguata informazione al riguardo. In merito alla produzione è emerso l’invito a valutare una maggiore esposizione ad investimenti “green field”, più rischiosi ma più redditizi, dal momento che fino ad oggi Erg SpA ha acquisito principalmente società ed asset già avviati. Rimane da valutare prospetticamente anche l’esposizione al mercato USA (dove molti competitor sono presenti, ma non Erg).

Relativamente alla società TIM SpA si è svolto un incontro alla presenza dell’amministratore indipendente TIM eletto con la lista “Eliott” (che è poi risultata di maggioranza). Il gestore ha esposto al rappresentante eletto il punto di vista su strategie, governance, percezione in generale sulla Società, anche in considerazione dei numerosi e recenti articoli di stampa sulla posizione del top management. È stata espressa generalmente preoccupazione per le fughe di notizie invocando una migliore gestione della comunicazione. Anche a livello di governance la situazione ha presentato alcune incertezze, per diverse criticità connesse ad una lista di maggioranza eletta sulla base di un piano che prevede la valorizzazione di alcuni asset (rete/Inwit), e che al contempo appoggia un CEO eletto nella lista di minoranza, che si esprime in maniera più dubbiosa sulla valorizzazione dei suddetti asset: su questo punto è stata auspicata una maggiore chiarezza sulla strategia adottata. È stato evidenziato inoltre un contesto competitivo in peggioramento (Iliad) con risposte da parte di TIM apparse alquanto deboli. È mersa la richiesta condivisa di affrontare in modo più incisivo la riduzione del debito. L’amministratore indipendente ha appreso i punti di vista del mercato e ha condiviso, in particolare, la forte attenzione alla situazione finanziaria e all’ingente debito.

Si segnala inoltre che si è inteso partecipare alla presentazione delle liste dei candidati per l’elezione dei membri rappresentativi degli azionisti di minoranza in previsione del rinnovo degli organi sociali delle seguenti società:

Banca Farmafactoring SpA, Banca Mediolanum SpA, Banca Generali SpA, Autostrade Meridionali SpA, BPER Banca SpA, Infrastrutture Wireless Italiane SpA, Luxottica SpA, YNAP SpA, Openjobmetis SpA, Saras SpA, Prysmina SpA, Unicredit SpA, Tod’s SpA, Caltagirone SpA, Sogefi SpA, Credito Emiliano SpA, Saipem SpA, EPS Equita PEP SPAC SpA, Beni Stabili SpA, Iren SpA, Amplifon SpA, Atlantia SpA, FinecoBank SpA, RAI WAY SpA. Immobiliare Grande Distribuzione SpA, Ferrovie Nord Milano SpA, Buzzi Unicem SpA, Autogrill SpA, Mediaset SpA, SeSa SpA, Danieli & C.

Officine Meccaniche SpA.

Al di fuori dell’ambito limitato dal perimetro delle iniziative di stewardship attinenti alle azioni italiane detenute nei portafogli dei fondi gestiti, relativamente alla società Accor SA, società francese le cui azioni sono detenute in alcuni portafogli gestiti, essendo emersa la previsione di investimenti per importi rilevanti in Air France-KLM (per rilevare parte o tutta la quota dello Stato francese), e ritenendo questo investimento fosse contrario alla strategia annunciata al mercato, sono state richiesti alcuni chiarimenti all’investor relator del gruppo (Accor). Nella risposta interlocutoria da parte dell’investor relator è stato accennato all’opportunità di rafforzare la partnership tra le due aziende, implementando piattaforme comuni per le relazioni digitali, IT, e di fidelizzazione della clientela, all’eventualità che qualsiasi investimento in AirFrance-KLM dovrebbe essere di entità limitata e ragionevole in relazione alle capacità del gruppo, e all’obiettivo principale di rafforzare e sviluppare nuove relazioni. Al tempo del contatto venne segnalato che non era ancora stata presa alcuna decisione di investimento in tal senso.

Anima SGR ritiene che l’adozione di specifici programmi di corporate social responsability sia parte integrante delle più generali politiche di corporate governance delle imprese, contribuendo, di fatto, non solo al miglioramento dei rapporti con tutti i portatori di interessi interni ed esterni (cd. stakeholder), ma altresì all’accrescimento, in un’ottica di lungo periodo, del valore stesso delle aziende. Anima SGR è quindi favorevole all’adozione ed allo sviluppo, in seno alle singole società, di appositi programmi finalizzati a gestire e minimizzare i potenziali impatti di carattere sociale ed ambientale derivanti dalle attività poste in essere.

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11 Class action

Informazioni relative alle iniziative di class action cui Anima SGR ha inteso aderire nel corso dell'esercizio 2018.

Nel corso dell'anno 2018, Anima SGR ha valutato positivamente l’opportunità di aderire, per conto dei propri Fondi gestiti, ad iniziative di class action promosse a cura del consulente legale statunitense Kessler Topaz Meltzer

& Check LLP relativamente ai titoli azionari delle seguenti Società: Advanced Micro Devices Inc., Facebook Inc., Yahoo Inc., Petroleo Brasileiro SA, BHP Billiton Corp..

Si rende inoltre noto che nel corso dell’anno 2018, relativamente all'esito delle class action precedentemente intraprese da Anima SGR per conto dei propri Fondi gestiti nei confronti delle Società KLA Tencor Corp., Bank of New York Mellon Corp., Halliburton Co., Weatherford International Ltd, Wyeth - SAC Capital., Johnson & Johnson, Adelphia Communications Corp., American International Group Inc., in seguito alle positive conclusioni delle iniziative promosse ed alle relative sentenze pronunciate dalle competenti autorità giudicanti statunitensi, sono stati liquidati, a favore degli OICR gestiti, importi per un ammontare complessivo pari a USD 30.802,28.

Tali importi sono stati devoluti nel patrimonio dei Fondi interessati, a titolo di risarcimento, per i danni subiti in conseguenza di iniziative ed azioni ritenute lesive, ovvero di comportamenti giudicati non corretti, tenuti da parte dal management delle Società sopra menzionate.

Regime Fiscale

A decorrere dal 1 luglio 2011 i proventi derivanti dalla partecipazione a fondi comuni di investimento mobiliare di diritto italiano sono soggetti a ritenuta alla fonte al momento della percezione del provento da parte dei sottoscrittori. La ritenuta, pari al 20% fino al 30 giugno 2014, è stata elevata al 26% a decorrere dal 01 luglio 2014 in applicazione del Decreto Legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni, dalla Legge 23 giugno 2014, n. 89.

La ritenuta del 26% trova applicazione sui proventi distribuiti in costanza di partecipazione al fondo e su quelli compresi nella differenza tra il valore di rimborso, di liquidazione o di cessione delle quote e il costo medio ponderato di sottoscrizione o acquisto delle quote medesime al netto del 51,92% dei proventi riferibili alle obbligazioni e agli altri titoli pubblici italiani ed equiparati e alle obbligazioni emesse dagli Stati esteri che consentono un adeguato scambio di informazioni e alle obbligazioni emesse da enti territoriali dei suddetti Stati.

I proventi riferibili ai predetti titoli pubblici italiani e esteri sono determinati in proporzione alla percentuale media dell'attivo investita direttamente, o indirettamente per il tramite di altri organismi di investimento (italiani ed esteri comunitari armonizzati e non armonizzati soggetti a vigilanza istituiti in Stati UE e SEE inclusi nella white list), nei titoli medesimi. La SGR fornirà le indicazioni utili circa la percentuale media applicabile in ciascun semestre solare.

Relativamente alle quote detenute al 30 giugno 2014, sui proventi realizzati in sede di rimborso, liquidazione, o cessione delle quote e riferibili ad importi maturati alla predetta data si applica la ritenuta nella misura del 20%

(in luogo di quella del 26%). In tal caso, la base imponibile dei redditi di capitale è determinata al netto del 37,5%

della quota riferibile ai titoli pubblici italiani e esteri.

Tra le operazioni di rimborso sono comprese anche quelle realizzate mediante conversione delle quote da un comparto ad altro comparto del medesimo fondo.

La ritenuta è applicata anche nell'ipotesi di trasferimento delle quote a rapporti di custodia, amministrazione o gestione intestati a soggetti diversi dagli intestatari dei rapporti di provenienza anche se il trasferimento sia avvenuto per successione o donazione.

La ritenuta è applicata a titolo d'acconto sui proventi percepiti nell'esercizio di attività di impresa commerciale e a titolo d'imposta nei confronti di tutti gli altri soggetti, compresi quelli esenti o esclusi dall'imposta sul reddito delle società. La ritenuta non si applica sui proventi spettanti alle imprese di assicurazione se relativi a quote comprese negli attivi posti a copertura delle riserve matematiche dei rami vita. Inoltre, la ritenuta non si applica nel caso in cui i proventi siano percepiti da soggetti esteri che risiedono, ai fini fiscali, in Paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni nonché da altri organismi di investimento italiani e da forme pensionistiche complementari istituite in Italia.

Nel caso in cui il risultato di gestione sia negativo, detto risultato è imputato direttamente ai sottoscrittori sotto forma di minusvalenza. Pertanto, nel caso in cui, in ipotesi di cessione delle quote, si determini una differenza negativa fra corrispettivo percepito e costo di acquisto, anche nel caso in cui questa derivi dal risultato di gestione

(12)

12 del fondo e non dalla negoziazione, la stessa rappresenta una minusvalenza compensabile, con le eventuali plusvalenze realizzate su altri titoli o strumenti finanziari nei quattro anni successivi. Le minusvalenze non sono compensabili con i redditi di capitale derivanti dalla partecipazione al fondo.

Nel caso in cui le quote siano detenute da persone fisiche al di fuori dell'esercizio di attività di impresa commerciale, da società semplici e soggetti equiparati nonché da enti non commerciali sulle perdite derivanti dalla partecipazione al fondo si applica il regime del risparmio amministrato di cui all'art. 6 del D.Lgs. 21 novembre 1997, n. 461, che comporta obblighi di certificazione da parte dell’intermediario. È fatta salva la facoltà del sottoscrittore di rinunciare al predetto regime con effetto dalla prima operazione successiva.

Nelle ipotesi in cui le quote non siano inserite in un rapporto di custodia, amministrazione o deposito in relazione al quale sia operante il regime del risparmio amministrato, è rilasciata - dalla SGR o dall'intermediario più vicino al sottoscrittore - una certificazione delle minusvalenze realizzate. La certificazione è rilasciata anche in occasione delle operazioni di rimborso anche parziale delle quote del fondo.

Non sono soggetti al regime di tassazione sopra descritto i redditi derivanti dall’investimento nelle quote di fondi comuni di investimento mobiliare detenute nell’ambito dei Piani Individuali di Risparmio a lungo termine (PIR) esclusivamente da persone fisiche residenti nel territorio dello Stato italiano al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, nei limiti di cui alla legge 11 dicembre 2016 n. 232. L’investitore può usufruire dei benefici fiscali riconosciuti dalla legge citata solo se tutti i requisiti previsti dalla stessa sono soddisfatti.

Nelle ipotesi di donazione o altri atti di liberalità aventi ad oggetto le quote, l'intero valore delle stesse concorre alla formazione della base imponibile dell'imposta sulle donazioni.

Nell'ipotesi in cui le quote siano oggetto di successione ereditaria, la parte del loro valore corrispondente al valore dei titoli, al lordo dei proventi maturati e non riscossi, emessi o garantiti dallo Stato o ad essi assimilati, nonché dei titoli del debito pubblico o ad essi equiparati emessi dagli Stati dell’UE e dagli Stati SEE, e detenuti dal fondo alla data di apertura della successione, non concorre alla formazione della base imponibile dell'imposta di successione. Il trasferimento a causa di morte delle quote di fondi comuni di investimento mobiliare detenute nell’ambito dei PIR non è soggetto all’imposta sulle successioni di cui al decreto legislativo n. 346/1990.

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 97/E del 17 dicembre 2013, la quota parte della commissione pattuita con la banca depositaria riferibile alle attività di controllo e sorveglianza, analogamente alle commissioni riguardanti la custodia e l’amministrazione dei titoli, è imponibile ai fini IVA.

Con riferimento ad annualità pregresse, l’IVA eventualmente dovuta a seguito di accertamenti condotti sulle banche depositare in relazione ai corrispettivi incassati per l’attività di controllo e sorveglianza e definita dalle banche stesse sulla base dei criteri individuati nella risoluzione n. 97/E citata, è stata e potrà essere oggetto di rivalsa ai sensi dell'art. 60, settimo comma, del D.P.R. n. 633 del 1972 e addebitata al fondo.

Canali distributivi utilizzati

Anima SGR S.p.A. colloca le quote dei propri Fondi sia direttamente, che mediante i soggetti collocatori convenzionati (banche, sim, imprese di investimento comunitarie), i quali possono utilizzare gli sportelli, i promotori finanziari e tecniche di collocamento a distanza (Internet), nel rispetto delle disposizioni di legge e regolamentari vigenti.

Per il dettaglio delle reti utilizzate si rimanda al Prospetto dei relativi Fondi.

Eventi che hanno interessato la Società di Gestione

Con efficacia 1° ottobre 2018, Monte Sicav, Società d’Investimento a Capitale Variabile (“Sicav”) di diritto lussemburghese, ha nominato Anima SGR quale propria management company in sostituzione della precedente management company Anima AM Ltd.

Con efficacia 1° novembre 2018 si è perfezionato l’atto di scissione parziale proporzionale di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR a favore di Anima SGR S.p.A., con conseguente efficacia, dalla medesima data, della scissione parziale delle attività di gestione di attivi sottostanti a prodotti assicurativi di Ramo I di Poste Vita da BancoPosta Fondi SGR in favore di Anima SGR.

Con efficacia 1° dicembre 2018 si è perfezionata la fusione per incorporazione di Aletti Gestielle SGR in Anima SGR. Da tale data quindi Anima SGR prosegue, senza soluzione di continuità, nella gestione dei fondi di investimento già gestiti da Aletti Gestielle SGR, compresa l’attività di management company che Aletti Gestielle

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13 SGR svolge in favore della Gestielle Investment Sicav, Società d’Investimento a Capitale Variabile di diritto lussemburghese.

Con efficacia 1° gennaio 2019, Anima Funds Plc, Sicav di diritto irlandese, ha nominato Anima SGR quale propria management company.

Eventi che hanno interessato i fondi

Il Consiglio di Amministrazione nelle riunioni del 21 dicembre 2017 e del 18 gennaio 2018 ha approvato talune modifiche ai regolamenti dei Fondi denominati “Anima Iniziativa Italia” e “Anima Crescita Italia”, da intendersi approvate in via generale, aventi ad oggetto, oltre alla trasposizione della disciplina del Fondo “Anima Crescita Italia” nel Regolamento del Fondo “Anima Iniziativa Italia” e la trasformazione di quest’ultimo in un Regolamento Unico denominato “Sistema Italia”:

1) la disciplina dell’”Oggetto, politica d’investimento e altre caratteristiche” sia di Anima Iniziativa Italia sia di Anima Crescita Italia, a seguito:

a) l’eliminazione nell’ambito dell’”investimento qualificato” del divieto di investimento in strumenti legati al settore immobiliare tenuto conto della modifica apportata all’articolo 1, comma 102, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, dall’art.1, comma 80 della Legge 27 dicembre 2017, n. 205 (cd. Legge di Bilancio 2018);

b) l’introduzione, nella “Politica d’investimento” della definizione relativa ad “adeguata qualità creditizia”

sulla base del sistema interno di valutazione del merito di credito adottato dalla SGR, riportata nella

“Parte relativa a tutti i Fondi”, della riformulazione della disciplina relativa all’utilizzo di strumenti finanziari derivati a seguito della trasformazione del Regolamento singolo in Regolamento unico nonché l’aggiornamento dei riferimenti normativi richiamati rispettivamente in relazione ai “mercati regolamentati”;

2) la disciplina relativa alle “Caratteristiche delle quote”, a seguito dell’aggiornamento dei riferimenti normativi richiamati in relazione alle “controparti qualificate”;

3) la disciplina relativa alla commissione di incentivo di entrambe i Fondi, a seguito dell’aggiornamento della denominazione degli Indici BofA Merrill Lynch richiamati, da “BofA Merrill Lynch” a “ICE BofAML”, per effetto dell’acquisizione della piattaforma degli Indici BofA Merrill Lynch Global Research FICC da parte di Intercontinental Exchange (ICE);

4) l’introduzione della commissione di passaggio che prevede l’applicazione di un regime commissionale agevolato (in caso di passaggio tra Fondi disciplinati dal “Sistema Italia” e da Fondi disciplinati dai Regolamenti del Sistema Anima e del Sistema Prima ad eccezione dei Fondi/Classi con commissioni di rimborso) rispetto al pagamento integrale della commissione di sottoscrizione applicata al Fondo di destinazione (attualmente previsto dai singoli Regolamenti dei Fondi interessati);

5) l’indicazione che: i) non vengono fatti gravare diritti fissi sulle operazioni di passaggio tra quote di fondi nella medesima “Classe F”; ii) il diritto fisso applicato a titolo di “rimborso di spese amministrative” si applica anche in caso di frazionamento del certificato in misura pari a 10 Euro (analogamente all’emissione), in luogo di una spesa prevista “nel limite della copertura degli oneri effettivamente sostenuti”; iii) le imposte e tasse eventualmente dovute si applicano “anche in relazione alla stipula del contratto di sottoscrizione”; iv) l’eliminazione della facoltà per il Depositario di trattenere eventuali spese inerenti al trasferimento del corrispettivo in caso di rimborso;

6) l’indicazione che il valore della quota in caso di partenza di un nuovo Fondo rimarrà invariato a 5 Euro per i primi 10 giorni di calcolo del valore unitario della quota (in luogo di 4 giorni attualmente previsto dal regolamento del fondo Anima Iniziativa Italia);

7) la disciplina relativa alle “Operazioni di passaggio tra Fondi (switch)”, a seguito dell’eliminazione del divieto di passaggio ai Fondi del Sistema Prima;

8) l’eliminazione dell’assegno bancario tra le modalità di rimborso;

9) l’introduzione anche per il “rimborso programmato” della possibilità per i clienti professionali che abbiano stipulato apposita convenzione con la SGR di inviare domande trasmesse a mezzo telefax e tramite email (analogamente a quanto già previsto nei singoli Regolamenti dei Fondi trasposti per le domande di sottoscrizione/rimborso/operazioni di passaggio disposte dalla medesima tipologia di clienti).

Quanto al solo Fondo Anima Iniziativa Italia l’ulteriore modifica avente ad oggetto:

10) la variazione della commissione di sottoscrizione del Fondo in relazione alla sola “Classe F” che aumenta da 4% a 5%;

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14 Quanto al solo Fondo Anima Crescita Italia l’ulteriore modifica avente ad oggetto:

11) la politica d’investimento del Fondo, a seguito della riduzione dell’investimento in OICR aperti (anche

“collegati”) dal 30% al 10% del totale delle attività.

Le modifiche di cui ai punti 1a), 5 ii), 5 iii), 10) e 11) illustrate in dettaglio nella comunicazione inviata a ciascun Partecipante sono entrate in vigore a far data dal 10 aprile 2018.

Le ulteriori modifiche sono entrate in vigore congiuntamente a far data dal 10 aprile 2018.

Il Consiglio di Amministrazione nelle riunioni del 24 aprile 2018 e del 25 maggio 2018 ha approvato talune modifiche al Regolamento dei Fondi appartenenti al “Sistema Italia”, da intendersi approvate in via generale, aventi ad oggetto:

1) la Scheda Identificativa a seguito dell’eliminazione del quotidiano “Il Sole 24 Ore” quale fonte di riferimento per la pubblicazione del valore della quota e delle eventuali modifiche regolamentari, mantenendo quale fonte per la pubblicazione il sito Internet della SGR. Indicazione della reperibilità del valore della quota anche sul quotidiano “Il Sole 24 Ore”;

2) la disciplina relativa all’“Oggetto, politica d’investimento e altre caratteristiche” di ciascun Fondo a seguito del recepimento delle interpretazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare del 26/02/2018 in ordine: i) al limite del 10% relativo ai conti correnti (in relazione al quale non si computa la liquidità detenuta per esigenza di tesoreria presso il depositario); ii) al periodo minimo durante il quale deve essere rispettato il limite di concentrazione; iii) all’utilizzo degli strumenti finanziari derivati; a tale riguardo è stato precisato che l’investimento in derivati è finalizzato alla sola copertura dei rischi insiti negli “Investimenti Qualificati”

e che tali derivati rientrano tra gli investimenti diversi dagli Investimenti Qualificati. Sono stati esplicitati: i) la definizione “Investimenti Qualificati” e, nel contempo, con riferimento all’investimento almeno pari al 21%

del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle comprese nell’indice FTSE MIB o indici equivalenti di altri mercati regolamentati è stato indicato, in relazione a questi ultimi, “esteri”, coerentemente con la normativa; ii) il limite normativo in ordine al periodo minimo di detenzione degli investimenti qualificati (2/3 di ciascun anno solare);

3) la disciplina delle “Spese a carico dei Fondi” con riferimento alla cadenza del prelievo del costo sostenuto per il calcolo del valore della quota, in relazione alla quale è stato specificato che può avvenire “entro” il quindicesimo giorno lavorativo del mese successivo al mese solare di riferimento;

4) la disciplina degli “Oneri a carico dei singoli Partecipanti” a seguito dell’estensione dell’applicazione della commissione di passaggio (che prevede l’applicazione di un regime commissionale agevolato) anche alle operazioni di passaggio da Fondi del “Sistema Forza” - ad eccezione dei Fondi/Classi con commissioni di rimborso - e del “Sistema Open”;

5) la disciplina relativa alla “Partecipazione al Fondo – Previsioni generali”, alle “Operazioni di passaggio tra Fondi (switch)” nonché al “Rimborso delle quote – Previsioni generali” a seguito della variazione - dalle h.8 alle h. 12 - dell’orario in cui si intendono pervenute in giornata alla SGR le domande relative a ciascuna disposizione.

Tutte le modifiche sono entrate in vigore a far data dal 30 maggio 2018.

Composizione del Gruppo di appartenenza e rapporti con le società del Gruppo

Alla data del 31 dicembre 2018 il gruppo di appartenenza della SGR, con relativi rapporti partecipativi, è il seguente:

ANIMA HOLDING S.P.A. Capogruppo

Anima SGR S.p.A.

Anima Asset Management ltd (società di diritto irlandese)

Controllata direttamente Controllata indirettamente tramite Anima SGR S.p.A.

Si precisa che i rapporti intrattenuti e le operazioni effettuate nel corso dell’esercizio con le altre Società del Gruppo vengono descritti nell’ambito della Nota Integrativa cui si rimanda.

Tali rapporti e operazioni sono stati regolati in base alle condizioni di mercato.

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ANIMA INIZIATIVA ITALIA

Nel corso del 2018 il fondo ha conseguito una performance negativa in termini assoluti ma superiore rispetto al benchmark di riferimento.

L’anno è stato caratterizzato da una prima parte positiva (fino a inizio maggio) seguito da un periodo fortemente negativo con l’emergere di significativi fattori di rischio: le crescenti tensioni commerciali tra Usa e Cina/Europa, indicatori di sentiment su valori elevati ma che potrebbero avere raggiunto il punto di picco, la fine del Quantitative Easing in Europa e i rialzi dei tassi negli Usa, trimestrali deludenti con difficoltà a centrare le stime di consensus. Nell’anno il comparto delle Small/Mid cap in Italia ha avuto un andamento peggiore rispetto al listino principale (circa -19,5% FtseMidex rispetto al -16,1% del FtseMib). La peggiore performance si ritiene trovi la sua spiegazione nel rientro di alcuni eccessi valutativi dopo la “corsa” del 2017 in seguito all’introduzione della normativa sui Pir. Si conferma un approccio gestionale molto selettivo con forte attenzione alle valutazioni, cercando in linea di massima, di evitare l’investimento in quei titoli che hanno registrato sensibili apprezzamenti in mancanza di un equivalente crescita degli utili.

In termini relativi a contribuire positivamente è stata la selezione titoli, grazie al settore finanziario e immobiliare.

In parte, ha anche contribuito nella seconda parte dell’anno il sottopeso generale di azioni, unito ad un posizionamento difensivo, in presenza di maggiori incertezze sulla crescita economica e sul negoziato che ha interessato governo Italiano e istituzioni EU sulla legge di bilancio 2019. A penalizzare la performance dell’anno sono stati invece il settore dei consumi e delle utilities, tra i migliori settori nella seconda parte dell’anno, sottopesati nel fondo.

Dopo la correzione del mercato, che ha portato le valutazioni su livelli interessanti, abbiamo tatticamente azzerato la posizione di sottopeso azionario. L’approccio prudente si conferma invece nella selezione dei titoli, orientata ad un approccio prevalentemente «value», che appare più appropriato a fronteggiare l’attuale volatilità del mercato. Preferiamo titoli che non sono stati interessati da un incremento dei multipli: il portafoglio attuale del fondo è a sensibile sconto rispetto al benchmark di riferimento secondo diverse metriche (Prezzo/Utili, Prezzo/Book). In una prospettiva di più lungo termine, occorre maggiore fiducia sulle prospettive di crescita e sulla riduzione del rapporto debito/Pil, che riteniamo fondamentale per garantire sostenibilità al debito pubblico alla fine del Quantitative Easing, affinché possa realizzarsi una risalita significativa dei prezzi.

Dopo la correzione del mercato, che ha portato le valutazioni su livelli interessanti, abbiamo tatticamente azzerato la posizione di sottopeso azionario. L’approccio prudente si conferma invece nella selezione dei titoli, orientata ad un approccio prevalentemente «value», che appare più appropriato a fronteggiare l’attuale volatilità del mercato. Preferiamo titoli che non sono stati interessati da un incremento dei multipli: il portafoglio attuale del fondo è a sensibile sconto rispetto al benchmark di riferimento secondo diverse metriche (Prezzo/Utili, Prezzo/Book). In una prospettiva di più lungo termine, occorre maggiore fiducia sulle prospettive di crescita e sulla riduzione del rapporto debito/Pil, che riteniamo fondamentale per garantire sostenibilità al debito pubblico alla fine del Quantitative Easing, affinché possa realizzarsi una risalita significativa dei prezzi.

Nel corso dell’anno il Fondo non ha fatto alcun utilizzo di strumenti derivati.

Distribuzione proventi

In relazione alla classe AD, per la quale è prevista la distribuzione dei proventi, il Consiglio di Amministrazione riunitosi in data 26 febbraio 2019, ha deliberato di procedere alla distribuzione dei proventi nella misura di euro 0,072 per quota. Gli importi verranno messi in pagamento il 25 marzo 2019 sulla base delle quote in circolazione esistenti il giorno precedente a quello della quotazione ex cedola del 15 marzo 2019, ai sensi del Regolamento Unico di Gestione parte B.2.

I proventi posti in distribuzione sono determinati in conformità a quanto previsto dal Regolamento del Fondo.

Tenuto conto delle modalità di determinazione dei proventi distribuiti, gli stessi rappresentano a seconda dei casi il pagamento di un provento effettivamente conseguito dal fondo o un rimborso parziale del valore della quota o parte provento effettivamente conseguito e parte rimborso parziale della quota.

La comunicazione ai fini fiscali della natura degli importi distribuiti avviene con la Lettera di conferma inviata a ciascun sottoscrittore a cura della Società.

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RELAZIONE DI GESTIONE DEL FONDO ANIMA INIZIATIVA ITALIA AL 31/12/2018

SITUAZIONE PATRIMONIALE

ATTIVITA'

Situazione al Situazione a fine

31/12/2018 esercizio precedente

Valore complessivo In percentuale del

totale attività Valore complessivo In percentuale del totale attività

A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 287.986.111 94,536% 203.215.998 93,446%

A1. Titoli di debito

A1.1 Titoli di Stato

A1.2 Altri

A2. Titoli di capitale 287.986.111 94,536% 203.215.998 93,446%

A3. Parti di OICR

B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI 35.000 0,011% 31.680 0,015%

B1. Titoli di debito

B2. Titoli di capitale 35.000 0,011% 31.680 0,015%

B3. Parti di OICR

C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia

C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati

D. DEPOSITI BANCARI

D1. A vista

D2. Altri

E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 16.613.141 5,453% 14.220.774 6,539%

F1. Liquidità disponibile 14.905.541 4,893% 14.806.211 6,808%

F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 2.020.958 0,663% 134.088 0,062%

F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -313.358 -0,103% -719.525 -0,331%

G. ALTRE ATTIVITA' 172 0,000% 5 0,000%

G1. Ratei attivi 172 0,000% 5 0,000%

G2. Risparmio d'imposta

G3. Altre

TOTALE ATTIVITA' 304.634.424 100,000% 217.468.457 100,000%

Riferimenti

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