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SCN 40-782 PRESENTAZIONE DI CARLO SIGNORELLI AL 8^ FORUM MERIDIANO SANITÀ Palazzo Rospigliosi - Roma 5 novembre 2013

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(1)

SCN 40-782

PRESENTAZIONE DI CARLO SIGNORELLI AL

8^ FORUM MERIDIANO SANITÀ Palazzo Rospigliosi - Roma

5 novembre 2013

Questa documentazione costituisce la base sintetica di una presentazione, ed è incompleta senza i commenti e le integrazioni del relatore. Data la natura interattiva dell’iniziativa, è probabile che non tutti i lucidi qui previsti siano utilizzati nel corso delle presentazioni e/o che ne possano essere utilizzati altri, qui non contenuti.

Riprodotta da The European House - Ambrosetti, per gentile concessione dell’Autore, per

esclusivo uso interno.

(2)

Forum Meridiano Sanità 2013

Le attività di prevenzione: stato dell’arte e prospettive future

© 2013 The European House - Ambrosetti S.p.A. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Questo documento è statoideatoe preparato da TEH-A per il cliente destinatario; nessuna parte di esso può essere in alcun modo riprodotta per terze parti o da queste utilizzata, senza l’autorizzazione scritta di TEH-A. Il suo utilizzo non può essere disgiunto dalla presentazione e/o dai commenti che l’hanno accompagnato.

Carlo Signorelli

Meridiano Sanità 2013

Indice

Definizioni e importanza degli investimenti in prevenzione Prevenzione e consenso politico

Interventi di prevenzione:

Prevenzione individuale e collettiva attraverso interventi mirati sui fattori di rischio Gli impatti dei vaccini sull’incidenza di alcune patologie infettive in Italia

Programmi di screening oncologici e screening cardio-cerebrovascolare Management delle patologie cronico-degenerative ad alto impatto sociale

L di i ditti

2

La medicina predittiva

Le sei proposte per la prevenzione di Meridiano Sanità

(3)

La posizione di OMS, UE e Italia in materia di prevenzione

 L’OMS raccomanda che tutti i Paesi attuino politiche di

prevenzione sanitaria e di proteggere il livello di finanziamento dei servizi di prevenzione e sanità pubblica

 Il 3° Programma UE in materia di salute (2014-2020): «Salute per la crescita» prevede di:

Individuare, diffondere e promuovere l’adozione di buone pratiche convalidate per misure di prevenzione efficaci sotto il profilo dei costi, affrontando i principali fattori di rischio, segnatamente il tabagismo, l’abuso di alcol e l’obesità, nonché l’HIV/AIDS, incentrandosi particolarmente sulla dimensione transfrontaliera, nell’intento di prevenire le malattie e promuovere la buona salute

3

p

 Il Governo Italiano, dal 2005, ha introdotto il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP). In corso il PNP 2010-12

Tra le priorità del Ministero la valorizzazione delle policies relative alla prevenzione, in tutte le sue forme e nei diversi ambiti ove essa può essere applicata

Meridiano Sanità 2013

Definizioni

Prevenzione primaria

 Rimuovere i fattori di rischio

 Proteggere gli esposti (es. vaccini)

Prevenzione secondaria

Gli ATTORI DEL SISTEMA non sono soltanto i medici ma anche amministratori

Gli ATTORI DEL SISTEMA non sono soltanto i medici ma anche amministratori

Prevenzione secondaria

 Diagnosi precoce malattie

 Identificazione situazioni a rischio

Prevenzione terziaria

 Riabilitazione / Prevenzione delle complicanze in soggetti già malati

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++

Prevenzione attiva

 Interventi sulla persona (es vaccini screening)

anche amministratori, progettisti, tecnici,

sociologi ecc.

anche amministratori, progettisti, tecnici,

sociologi ecc.

4

 Interventi sulla persona (es vaccini, screening) (Comprende interventi di prev. primaria e secondaria)

Prevenzione collettiva

 Interventi in ambienti di vita e di lavoro, campagne di popolazione

(4)

Classificazione programmi di prevenzione (PNP 2010-12)

Prevenzione come promozione della salute

 Politiche favorevoli alla salute e di tipo regolatorio (Piani urbanistici, Codice della strada, orientamento dei consumi, ecc.)

 Programmi di sanità pubblica (es. vaccinazioni, sorveglianza e controllo delle malattie)

 Interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro (settore alimentare, acque potabili, prevenzione infortuni e malattie professionali)

Prevenzione come individuazione del rischio

 Screening di popolazione e “mirati”

M di i ditti

5

 Medicina predittiva

Prevenzione come gestione delle malattie e delle sue complicanze

 Adozione protocolli diagnostico-terapeutici-riabilitativi fondati

sull’evidenza di efficacia, con standard di qualità, verifiche e monitoraggio

Meridiano Sanità 2013

I paradossi della prevenzione

 “Un intervento che porta ampi benefici alla comunità fornisce pochi vantaggi all’individuo” (G Rose)

 “In troppe Aziende le Direzioni generali considerano il settore

 In troppe Aziende le Direzioni generali considerano il settore della prevenzione come un ramo secco da tagliare” (L Salizzato)

 “Prevenzione allunga la vita aumentando i costi complessivi delle cure sanitarie” (AAVV)

 “I risultati della prevenzione si misurano dopo il termine del mandato di DG e Assessori” (AAVV)

6

 “Spesso le iniziative di prevenzione sono discrezionali per i decisori sanitari e la creazione di consenso attorno ad esse è più difficile, anche se possibile” (C Signorelli, 2012)

VEDI ESEMPI

(5)

Indice

Definizioni e importanza degli investimenti in prevenzione Prevenzione e consenso politico

Interventi di prevenzione:

Prevenzione individuale e collettiva attraverso interventi mirati sui fattori di rischio Gli impatti dei vaccini sull’incidenza di alcune patologie infettive in Italia

Programmi di screening oncologici e screening cardio-cerebrovascolare Management delle patologie cronico-degenerative ad alto impatto sociale

L di i ditti

7

La medicina predittiva

Le sei proposte per la prevenzione di Meridiano Sanità

Meridiano Sanità 2013

L’economia della prevenzione

 La prevenzione raramente porta a risparmi nel breve periodo (cost-saving)

 Molti interventi sono cost-effectiveness ma

Benessere personale Molti interventi sono cost effectiveness ma

impegnano risorse

 Spesso i bisogni di prevenzione non si traducono in domanda

 Il successo degli interventi non dipende solo dalle scelte, ma anche dagli altri stakeholders e dalla capacità dei cittadini di divenire parte attiva

OBIETTIVI PREVENZIONE

Popolazione Risparmi

8

 Sarebbe inoltre opportuno valutare i costi della "non prevenzione" (es. costi per malattie prevenibili con vaccinazioni consigliate, costi per incidenti e infortuni evitabili, ecc.)

p vigorosa

p

assistenza

Modificata da: Cislaghi & Costa, 2013

(6)

Alcuni esempi

Alcuni interventi di sanità pubblica negli Stati Uniti (costo per anno di vita guadagnato)

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati Tengs TO et al, Five hundred life-saving interventions and their cost-effectiveness. Risk Anal 1995

9

Meridiano Sanità 2013

Spesa per la prevenzione in Italia

Assistenza ospedaliera Assistenza

distrettuale

Ripartizione % spesa sanitaria nazionale tra i macro livelli di assistenza, 2011

Ripartizione della spesa sanitaria nazionale per livello di assistenza sanitaria collettiva in ambiente

ospedaliera 47%

Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita

e lavoro 4%

distrettuale 49%

livello di assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e lavoro, 2011

Igiene e sanità pubblica Prevenzione e 26%

sicurezza degli ambienti di

lavoro Servizio medico legale

11%

Igiene degli alimenti e della

nutrizione 7%

10 L’indicatore di costo che misura la % dei costi

di ciascuna regione per le prestazioni di

«Assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro» risulta pari al 4,2% mentre la soglia ribadita nel Patto della Salute 2010- 2012 è del 5%

Sanità pubblica veterinaria

23%

Attività di prevenzione

rivolte alle persone

20%

13%

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati AGENAS, 2013

(7)

La spesa in prevenzione valori assoluti e pro capite

Composizione della spesa pro capite del livello di assistenza collettiva in ambiente di vita e di

lavoro (in €) Composizione della spesa per il livello di

assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro (in miliardi di €)

Attività di prevenzione rivolte alle persone prestazioni:

16,2 6,0

20,9 10,3 18,8 9,3 81,5

Attività di prevenzione

rivolte alle persone

Igiene degli alimenti e della nutrizione

Igiene e sanità pubblica

Prevenzione e sicurezza degli ambienti

di lavoro Sanità pubblica veterinaria

Servizio medico legale Totale

1,0 0,4

1,3 0,6

1,1 0,6 4,9

Attività di prevenzione

rivolte alle persone

Igiene degli alimenti e

della nutrizione

Igiene e sanità pubblica

Prevenzione e sicurezza degli ambienti di

lavoro Sanità pubblica veterinaria

Servizio medico legale Totale

11 Attività di prevenzione rivolte alle persone, prestazioni:

• Vaccinazioni obbligatorie raccomandate anche a favore dei bambini extracomunitari non residenti;

• Programmi organizzati di diagnosi precoce e prevenzione collettiva in attuazione del PSN/PNP;

• Prestazioni specialistiche e diagnostiche per la tutela della salute collettiva obbligatorie per legge o disposte localmente in situazioni epidemiche.

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati AGENAS, 2013

Meridiano Sanità 2013

La spesa sanitaria nazionale destinata alla prevenzione delle Regioni (% spesa sanitaria, anno 2011)

Media nazionale: 4,2%

(4,9 miliardi di €)

5,0%

6,0%

(4,9 miliardi di €)

0,0%

1,0%

2,0%

3,0%

4,0%

Va lle d'Aost a Sa rde gna Ca la bria Umb ria Sicil ia Abruzz o Lo mb ard ia Auton. B olzan o To sca na Emilia Ro ma gna Ca mpania Ita lia Piemonte Molise Ba silica ta Ma rch e Ve net o Puglia Lig uria La zio v. A ut on. T ren to li V ene zia Giuli a

12

Nonostante la spesa pubblica italiana destinata alla prevenzione sia superiore alla media europea, permangono ancora forti differenze a livello regionale

Prov. E Pro v Friu l

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati AGENAS, 2013

(8)

Allocazione della spesa sanitaria in prevenzione in diverse Regioni italiane – confronto tra due modelli

Regione Lombardia Regione Lazio

Permangono forti differenze a

13 Permangono forti differenze a

livello regionale, anche nell’allocazione della spesa in

prevenzione

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati AGENAS, 2013

Meridiano Sanità 2013

5,3%

5,4%

Rep. Slovacca Finlandia

La spesa sanitaria pubblica destinata alla prevenzione nei Paesi europei (OCSE, 2010)

«…le modalità di raccolta dei dati di spesa sanitaria nell’ambito del

2,3%

2,3%

2,5%

2,7%

2,9%

3,2%

3,6%

3,8%

4,5%

4,8%

Spagna Danimarca Rep. Ceca Estonia UE 24 Germania Svezia Slovenia Ungheria

Paesi Bassi

di spesa sanitaria nell ambito del

System of Health Accounts sviluppato da Ocse, Oms e Eurostat, non permettono di

includere nella spesa per la prevenzione attività svolte in medicina generale, come in Italia o in Spagna, che quindi vengono incluse nelle spese per curative

14

0,5%

1,8%

1,9%

2,0%

2,1%

2,1%

2,1%

0% 1% 2% 3% 4% 5% 6%

Italia Austria Lussemburgo Belgio Portogallo Francia Polonia

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati da OCSE e Agenas, 2013 4,2% nel 2011 secondo

le ultime rilevazioni AGENAS

incluse nelle spese per curative care…»

(Capobianco & Sassi, 2013)

(9)

Indice

Definizioni e importanza degli investimenti in prevenzione Prevenzione e consenso politico

Interventi di prevenzione:

Prevenzione individuale e collettiva attraverso interventi mirati sui fattori di rischio Gli impatti dei vaccini sull’incidenza di alcune patologie infettive in Italia

Programmi di screening oncologici e screening cardio-cerebrovascolare Management delle patologie cronico-degenerative ad alto impatto sociale

L di i ditti

15

La medicina predittiva

Le sei proposte per la prevenzione di Meridiano Sanità

Meridiano Sanità 2013

Interventi mirati sui fattori di rischio e mortalità evitabile

La qualità della vita (oltre che la sua lunghezza) è un fattore fondamentale sia per il singolo cittadino che per la società

La prevenzione a partire dai primi anni della vita e il cambiamento La prevenzione a partire dai primi anni della vita e il cambiamento degli stili di vita da adulti (abitudini alimentari, attività fisica, ecc..) diventano fattori irrinunciabili per garantire una buona qualità della vita e sono un potente mezzo per lo sviluppo economico di una nazione

Circa un quarto di tutte le malattie è dovuto all’esposizione a fattori

ambientali e gran parte di questi rischi potrebbero essere evitati attraverso interventi mirati

 Una causa di morte viene detta “evitabile” quando si conoscono interventi

16

 Una causa di morte viene detta “evitabile” quando si conoscono interventi capaci di ridurre il numero di decessi da essa provocati

 In Italia si stimano circa 100 mila morti evitabili/anno (<75a) per il 56,6% mediante la prevenzione primaria, per il 16,6% attraverso

diagnosi precoci e per la restante parte attraverso una migliore assistenza

sanitaria

(10)

Nascita 3° mese 5° mese 6° mese 11° mese 13° mese 15° mese 5-6 anni 11-18 anni >65 anni CALENDARIO NAZIONALE VACCINAZIONI OFFERTE ATTIVAMENTE A TUTTA LA POPOLAZIONE (PNPV 2012-14)

Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2012-2014

DTPa DTPa DTPa (1) dTpa

IPV IPV IPV

HBV HBV (3) HBV

Hib Hib

MPR MPR MPR (4)

PCV PCV

M C M C (5)

MPR

PCV PCV

M C (5)

HBV HBV

Hib Hib

DTPa DTPa

IPV IPV

17

Men C Men C (5)

HPV HPV (3 dosi)

Influenza Influenza

Varicella Var (2 dosi)

Men C (5)

Rappresenta i LEA dei vaccini!

Meridiano Sanità 2013

Impatti vaccinazioni e incidenza di alcune malattie in Italia

90

1,6 Introduzione della vaccinazione

Prevalenza del Tetano in Italia su 100.000 abitanti, 1955-2009

Vaccinazione con vaccino

Prevalenza della Pertosse in Italia su 100.000 abitanti, 1955-2009

0 10 20 30 40 50 60 70 80

1955 1957 1959 1961 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4

1955 1957 1959 1961 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

Introduzione della vaccinazione

obbligatoria DTPa Vaccinazione con vaccino

Acellulare con richiamo

140

Prevalenza della Parotite in Italia su 100.000 abitanti, 1955-2009

Inizio della 120

Prevalenza dell’Epatite B in Italia su 100.000 abitanti, 1955-2009

18

0 20 40 60 80 100 120 140

1955 1957 1959 1961 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

Inizio della campagna nazionale sul

vaccino trivalente MPR

0 20 40 60 80 100 120

1955 1957 1959 1961 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

• 1983 introduzione della vaccinazione contro il virus Hbv

• 1991, il vaccino diventa obbligatorio per i nuovi nati e i dodicenni

Fonte: rielaborazione The European House – Ambrosetti su dati ISTAT e ISS

(11)

Campagne vaccinali: spesso sono scelte politiche

Qualche dubbio iniziale SCARSO CONSENSO

Regione del Veneto LR 23 marzo 2007, n.7

SOSPENSIONE DELL’OBBLIGO VACCINALE

Possibili rischi

“coperture”

CONSENSO POLITICO

Campagna fallita

19

p g

RITORNI NEGATIVI

Efficacia teorica CONSENSO POLITICO

Meridiano Sanità 2013

Le politiche vaccinali stanno cambiando

 Interesse verso le malattie croniche e protezione che riguarda maggiormente adulti e anziani

 Cambiano e si estendono le professionalità sanitarie coinvolte

 Cambiano e si estendono le professionalità sanitarie coinvolte (es. ginecologi, MMG, ecc)

 Popolazione si documenta sempre più su internet dove oltre il 90% dei siti hanno impostazioni negative sui vaccini

 Strumentalizzazioni e movimenti antivaccinatori

A i d f ti h h t t i ti ti i i

20

 Aziende farmaceutiche hanno aumentato investimenti nei nuovi

vaccini per le loro ottime potenzialità

(12)

Obesità: l’epidemia più preoccupante

21

Meridiano Sanità 2013

Iniziative per contrastare sovrappeso e obesità

 Campagne mirate di informazione ed educazione sanitaria

 Controllo diete (soprattutto in età infantile e adolescenziale)

 Promozione attività motorie e sportive

 Provvedimenti politici di supporto (es. Junk food tax, divieti di pubblicità)

 Screening ipertensione e altre patologie cardiovascolari

22

Screening ipertensione e altre patologie cardiovascolari

(13)

Lo screening cardio-cerebrovascolare

Due strategie principali nel campo della prevenzione delle malattie

cardiocerebrovascolari (CCV):

media dev st media dev st

Eta (anni) 57 13 57 12

UOMINI DONNE Linee Guida Europee

Risultati della Campagna «Progetto Cuore» sul monitoraggio dei fattori di rischio CCV in Italia, 2007-2012

ca d oce eb o asco a (CC )

1. quella mirata alla fascia di persone ad elevato rischio CCV

2. quella mirata alla popolazione generale

1. La prima strategia ha l’obiettivo di identificare, attraverso il calcolo del rischio globale

Pressione arteriosa sistolica (mm Hg) 134 18 129 20

Pressione arteriosa diastolica (mm Hg) 84 10 79 10

Colesterolemia totale (mg/dl) 211 44 220 44

Colesterolemia HDL (mg/dl) 51 13 62 15

Glicemia (mg/dl) 103 26 95 24

Trigliceridemia (mg/dl) 137 84 109 56

LDL (mg/dl) 132 38 136 37

Creatininemia (mg/dl) 0,9 0,3 0,7 0,1

Consumo di sale (g/die) da raccolta delle urine 24h 11 4 8 3

Indice di Massa Corporea (kg/m2) 28 4 27 6

Circonferenza vita (cm) 97 12 87 13

Numero di sigarette (solo per fumatori) 16 9 12 8

Anni di studio 11 5 10 5

Rischio cardiovascolare Progetto CUORE 8 8 2 3

da 0,5-1 donne; 0,7-1,2 uomini 5

<25

<88 donne; <102 uomini 0 200

≥50 110

<150 115 120-129

80-84

23

p g , g

assoluto (Carte del rischio), le persone più esposte all’insorgere di patologie CCV che necessitano di interventi sullo stile di vita e farmacologici codificati dalle linee guida 2. La seconda ha l’obiettivo di ridurre i livelli medi dei fattori di rischio nella popolazione,

indipendentemente dal rischio individuale, attraverso comportamenti virtuosi

Fonte: rielaborazione The European House-Ambrosetti su «Progetto Cuore» ISS 2013

Meridiano Sanità 2013

La prevenzione secondaria in Italia – Il carcinoma alla mammella

Incidenza Mortalità

120 125 130 40.000

42.000

30 35 8.000

10.000

Numero di casi Tasso standardizzato

(per 100.000 abitanti Numero di casi Tasso standardizzato

(per 100.000 abitanti

I valori sia assoluti che standardizzati degli anni 2011-2013 sono stati stimati attraverso un modello (AR,1)

90 95 100 105 110 115 120

32.000 34.000 36.000 38.000

20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 20 11 20 12 20 13

Incidenza Tasso Standardizzato di incidenza

0 5 10 15 20 25

0 2.000 4.000 6.000

20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 20 11 20 12 20 13

Decessi Tasso Standardizzato di mortalità

24

Il carcinoma della mammella rappresenta ancora oggi il tumore più frequente nella popolazione femminile, sia per incidenza che per mortalità

 Tra il 2000 e il 2010, la riduzione della mortalità su base nazionale ha seguito una trend decrescente con un tasso del -3,1% ogni anno.

 La diminuzione della mortalità, accanto a un costante incremento dell’incidenza, dipende dal miglioramento delle possibilità di cura, soprattutto per le lesioni diagnosticate precocemente

Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su Banca Dati www.tumori.net, 2013

(14)

L’adesione corretta allo screening alla mammella nelle Regioni italiane

 L’adesione corretta si mantiene ai livelli

del 2007 nel Nord e

Adesione Corretta 2007 2010

Valle D'Aosta 64 76

Confronto tra l’adesione corretta 2007 e 2010

77 79 Umb ia

Trentino

Adesione corretta nelle Regioni italiane e compliance con i target stabiliti dall’ONS, 2010

Centro mentre migliora al Sud

 Il dato medio italiano è in linea con lo standard di accettabilità del 60%

 Solo 3 Regioni raggiungono il livello desiderabile (75%),

Piemonte 65 61

Liguria 62 68

Lombardia 64 68

Trentino 81 79

Alto Adige 85 53

Veneto 76 70

Friuli Venezia Giulia 59 60

Emilia Romagna 73 73

NORD 68 67

Toscana 69 73

Umbria 64 77

Marche 53 53

Lazio 50 42

CENTRO 59 58 51

52 52 53 53 60 61 68 68 70

73 73 76

77

Molise Abruzzo Sardegna Alto Adige Marche Friuli Venezia Giulia Piemonte Liguria Lombardia Veneto Emilia Romagna Toscana Valle D'Aosta Umbria

25

( ),

in linea con il dato 2007

 Pemane una forte disparità tra Nord e Sud del Paese

Abruzzo 49 52

Molise 43 51

Campania 39 37

Puglia 20 49

Basilicata 58 48

Calabria 26 30

Sicilia 32 43

Sardegna 51 52

SUD e ISOLE 37 43

ITALIA 61 60

30 37

42 43 48

49 51

0 20 40 60 80 100

Calabria Campania Lazio Sicilia Basilicata Puglia Molise

= >75, livello desiderabile

= tra 60 e 75. livello accettabile

= <60, non raggiunge il livello accettabile

*Il tasso di adesione misura la quota delle donne invitate che si sono effettivamente sottoposte alla mammografia.

Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati ONS, 2012

Meridiano Sanità 2013

Matrice mortalità/tasso di adesione

90%

TAA

Lo screening per il carcinoma alla mammella

 Buona correlazione tra il tasso di adesione alle campagne di screening

(asse delle y) e

Livello di

adesione

Tasso di adesione

30%

40%

50%

60%

70%

TOS 80%

LIG

LAZ MAR PUG

SIC SAR

PIE UMB VDA

EMR FVG LOMVNT

CAM MOL

ABR BAS

CAL

( y)

variazione della mortalità per tumore alla mammella tra il 2000 e il 2010 (asse delle x), R

2

= 0,35

 Le Regioni con livelli di adesione corretta al di sotto della soglia di accettabilità,

corretta desiderabile

Livello di adesione corretta accettabile

Livello di adesione corretta non accettabile

26

Variazione della mortalità 2010 vs 2000

20%

-30% -25% -20% -15% -10% -5% 0% 5%

, tendenzialmente presentano variazioni della mortalità associate alla patologia, più contenute

Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati ONS e Banca Dati www.tumori.net, 2013

Eccezioni (outlier)

(15)

Abbassamento età inizio mammografia

Qualche

Vasco Errani, Presidente Regione Emilia Romagna

Qualche dubbio scientifico

27

Consenso

Meridiano Sanità 2013

Estensione effettiva e adesione corretta ai programmi di screening per il carcinoma alla cervice nelle Regioni italiane

Estensione effettiva dei programmi di screening

nelle Regioni italiane, 2007 vs 2010 Adesione corretta ai programmi di screening nelle Regioni italiane, 2010

74,5%

81,1%

83,8%

85,0%

85,1%

88,9%

90,8%

91,6%

91,7%

94,3%

97,5%

99,5%

Abruzzo Lombardia Basilicata Veneto Molise Friuli Venezia Giulia Umbria Piemonte Toscana Valle d'Aosta Marche Emilia Romagna

2010

2007 37,2%

41,2%

42,6%

45,3%

47,2%

48,9%

53,8%

56,1%

58,8%

59,6%

60,2%

Marche Sardegna Lombardia Piemonte Veneto Toscana Trentino Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Valle d'Aosta Umbria

28

44,9%

47,3%

62,9%

63,7%

65,4%

66,7%

67,4%

0% 20% 40% 60% 80% 100% 120%

Campania Puglia Sardegna Lazio Sicilia Trento Calabria Abruzzo

18,3%

21,0%

23,3%

24,0%

24,4%

28,0%

29,1%

36,9%

0% 20% 40% 60% 80%

Molise Abruzzo Calabria Lazio Campania Sicilia Puglia Basilicata

= >75, livello desiderabile

= tra 60 e 75. livello accettabile

= <60, non raggiunge il livello accettabile

= >90, livello desiderabile

= compreso tra 80 e 90, livello accettabile

= <80, non raggiunge il livello accettabile

Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati ONS, 2013

(16)

La prevenzione secondaria in Italia – Il carcinoma al colon retto

Incidenza Mortalità

Numero di casi Tasso standardizzato

(per 100.000 abitanti Numero di casi Tasso standardizzato

(per 100.000 abitanti

55 60 65 70 18.000

20.000 22.000

20 25 30 6.600

6.800 7.000

30 35 40 45 50 55

10.000 12.000 14.000 16.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Incidenza Donne Tasso Standardizzato di incidenza

0 5 10 15

5.800 6.000 6.200 6.400

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Mortalità donne Tasso Standardizzato di mortalità

100 120 30 000

35.000 40.000

32 33 34 10.000

10.400

I valori sia assoluti che standardizzati degli anni 2011-2013 sono stati stimati attraverso un modello (AR,1)

29

Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su Banca Dati www.tumori.net, 2013 0

20 40 60 80

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Incidenza Uomini Tasso Standardizzato di incidenza

27 28 29 30 31 32

8.000 8.400 8.800 9.200 9.600

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Mortalità uomini Tasso Standardizzato di mortalità

Meridiano Sanità 2013

L’adesione corretta allo screening al colon retto nelle Regioni italiane

 L’adesione corretta a livello nazionale

i li d

Confronto tra l’adesione corretta

2007 e 2010 Adesione corretta nelle Regioni italiane e compliance con i target stabiliti dall’ONS, 2010

Adesione Corretta 2007 2010

Basilicata ‐ 24 65

78 Abruzzo

Trentino migliora, passando

dal 46% nel 2007 al 48% nel 2010

 Il dato medio italiano è in linea con lo standard di accettabilità del 45%

 Solo 2 Regioni raggiungono il livello

Marche 45 25

Calabria ‐ 28

Piemonte 31 29

Sardegna ‐ 32

Lazio 27 33

Campania 30 33

Sicilia ‐ 34

Friuli Venezia Giulia ‐ 40

Liguria ‐ 42

Umbria 41 42

Lombardia 43 46 33

33 34 40

42 42 46

51 52

62 64 65

Lazio Campania Sicilia Friuli Venezia Giulia Liguria Umbria Lombardia Toscana Emilia Romagna Valle D'Aosta Veneto Abruzzo

30

gg g

desiderabile (65%), una in meno rispetto al 2007

 Pemane una forte disparità tra Nord e Sud del Paese

Toscana 49 51

Emilia Romagna 47 52

Valle D'Aosta 65 62

Veneto 65 64

Abruzzo 41 65

Trentino 43 78

24 25 28

29 32

0 20 40 60 80 100

Basilicata Marche Calabria Piemonte Sardegna

= >75, livello desiderabile

= tra 60 e 75. livello accettabile

= <60, non raggiunge il livello accettabile Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati ONS, 2013

(17)

Matrice mortalità/anno di attivazione di almeno un programma di screening per il tumore al colon retto

2002 2003

-20%

-15%

-10%

-5%

0%

5%

10%

15%

2002 2003

-30%

-25%

-20%

-15%

-10%

-5%

0%

5%

VdA TOS

UOMINI (∆ tasso standard. Mortalità, 2003-2010)

ing

DONNE (∆ tasso standard. Mortalità, 2003-2010)

CAM VEN TOS LOM

PIE VdA

Eccezione 2003

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

TRE MAR

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Screening

non attivato

ABR

SAR BAS

CAL MOL

SIC PUG CAM

UMB

VEN PIE LOM

LAZ E-R

FVG LIG

Anno d i a tt iv az io ne de llo screen

Screening non attivato

BAS SAR

ABR

MOL FVG

SIC

PUG TRE CAL

MAR

LIG PIE

LAZ E-R Eccezione

Eccezione

Eccezione

Eccezione

31

2013

2013

Screening attivati recentemente o nessun programma attivo  Aumento/lieve riduzione della mortalità

Screening attivato già da alcuni anni  Elevata riduzione della mortalità

Screening attivati recentemente o nessun programma attivo  Aumento/lieve riduzione della mortalità

Screening attivato già da alcuni anni  Elevata riduzione della mortalità

Le matrici suggeriscono come le Regioni che hanno implementato programmi di screening nei primi anni 2000 abbiano fatto registrare, su un periodo di 7 anni, sia per gli uomini che per le donne (seppur con una mortalità superiore del 50% negli uomini rispetto alle donne), un’elevata riduzione della mortalità associata al carcinoma al colon retto

Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati ONS e Banca Dati www.tumori.net, 2013

Meridiano Sanità 2013

La medicina predittiva (Piano Nazionale Prevenzione 2010-12)

 Rivolta agli individui sani. E’ di natura probabilistica

C f ilità dif tti h di l tti

 Cerca fragilità o difetti che predispongono a malattia

 Consente personalizzazione interventi creando profili di rischio e monitoraggi (es. mappature genetiche, carte del rischio, diagnosi precoce, terapie anticipate)

L’impatto a breve e medio termine della genomica in medicina è stato probabilmente sovrastimato. È tuttavia possibile immaginare un futuro nel quale la prevenzione delle malattie e i piani di

32 tuttavia possibile immaginare un futuro nel quale la prevenzione delle malattie e i piani di trattamento saranno programmati sul singolo paziente o su gruppi di pazienti in base alle loro caratteristiche genetiche, e saranno condotti individuando sistemi di sorveglianza medica precoce,

modificando gli stili di vita e l’alimentazione, o implementando terapie farmacologiche mirate

(da Boccia S et al. La Genomica in sanità pubblica, 2013)

(18)

Indice

Definizioni e importanza degli investimenti in prevenzione Prevenzione e consenso politico

Interventi di prevenzione:

Prevenzione individuale e collettiva attraverso interventi mirati sui fattori di rischio Gli impatti dei vaccini sull’incidenza di alcune patologie infettive in Italia

Programmi di screening oncologici e screening cardio-cerebrovascolare Management delle patologie cronico-degenerative ad alto impatto sociale

L di i ditti

33

La medicina predittiva

Le sei proposte per la prevenzione di Meridiano Sanità

Meridiano Sanità 2013

Le sei proposte per la prevenzione di Meridiano Sanità

1. Preservare e proteggere il livello di finanziamento dei servizi di prevenzione e sanità pubblica secondo le indicazioni OMS, destinando a queste attività il programmato 5% delle spesa sanitaria in tutte le Regioni italiane (attualmente è mediamente pari al 4,2%). Nelle Regioni in crisi strutturale escludere dal calcolo del disavanzo la quota destinata alla prevenzione.

2. Supportare le scelte di investimento in prevenzione (nuovi vaccini, screening, campagne di educazione sanitaria) con modelli di valutazione di costo-efficacia che, oltre alla componente sanitaria, includano i benefici attesi in termini di riduzione dei costi socio-assistenziali e incremento della produttività lavorativa.

3. Incrementare le attività di promozione della salute (incluse le attività non strettamente sanitarie) con particolare riguardo alle patologie ad alto impatto sanitario e sociale. Eliminazione delle pratiche inutili e obsolete a favore di interventi «evidence based».

4. Integrare gli interventi di prevenzione nei Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) gestendo, rallentando il decorso e riducendo i rischi di complicanze soprattutto per le patologie

34 gestendo, rallentando il decorso e riducendo i rischi di complicanze soprattutto per le patologie croniche invalidanti (prevenzione terziaria).

5. Implementare le attività formative e informative al personale sanitario con riferimento ai fattori di rischio più importanti (ambientali e individuali), ai comportamenti protettivi (dieta, attività motoria) e alle strategie preventive di provata efficacia.

6. Integrare gli interventi di medicina predittiva, per i quali sia stata provata l’effettiva validità

diagnostico/predittiva, nei programmi di prevenzione e screening già esistenti.

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