INTRODUZIONE
Le cardiopatie congenite (CC) sono anomalie strutturali del cuore o dei grandi vasi e costituiscono le più frequenti malformazioni congenite alla nascita; conseguentemente rappresentano un importante problema dal punto di vista della salute pubblica. Numerosi studi dimostrano che l'incidenza delle cardiopatie congenite è intorno a otto casi per mille nati vivi (Hoffman JI et Kaplan S., 2002), per cui, in considerazione della natalità italiana degli ultimi anni, si può stimare che attualmente in Italia nascono circa 4000 neonati all'anno con cardiopatia congenita.
I meccanismi molecolari alla base delle CC sono complessi e ancora oggi poco chiari. Anche se sono stati descritti casi riconducibili a mutazioni in singoli geni (sindromi monogeniche) o ad anomalie cromosomiche, la maggior parte delle CC si ritiene sia causata da interazioni tra fattori di rischio ambientale e fattori genetici (Jing-Bin H et al.,2009). Pertanto, data l’estrema complessità dell’eziologia delle CC, studi epidemiologici e molecolari costituiscono un insostituibile strumento per la conoscenza dei meccanismi patogenetici e per la valutazione dell’esposizione a contaminanti a fini di prevenzione (Clark LK et al.,2005). Questa esigenza è divenuta ancora più pressante se si considera che la popolazione di pazienti adulti con una cardiopatia congenita, denominata in ambito medico GUCH (Grown Up Congenital Heart Patients), è in continuo aumento, con circa 2000 nuovi casi all'anno in Italia e circa un milione negli Stati Uniti (Fig.1). Tale popolazione si è formata grazie ai progressi compiuti negli ultimi 30 anni dalla cardiochirurgia e dalla cardiologia
interventistica pediatrica, che hanno consentito ad un numero sempre più elevato di cardiopatici congeniti di raggiungere l'età adulta, anche quelli con i difetti più complessi.
Molti di questi pazienti con CC, quindi, avranno l'opportunità di riprodursi.
Tuttavia, al momento, siamo incapaci di predire il rischio di ricorrenza della malattia in famiglie con CC a causa della mancanza di conoscenze sull'eziologia della malattia. Inoltre, soggetti con CC sviluppano molto spesso malattie cardiovascolari secondarie nella fase tardiva della loro vita, che possono essere causate dalla chirurgia correttiva, ma anche da una diretta conseguenza del difetto molecolare sottostante (Bruneau 2008, Nemer 2008).
La definizione dei meccanismi molecolari e genetici alla base delle CC rappresenta, pertanto, una sfida importante e una priorità scientifica al fine di ottenere avanzamenti nella conoscenza dei fattori genetici coinvolti e fornire un'adeguata consulenza genetica.
Fig.1. Rappresentazione grafica della proiezione di crescita dei casi GUCH al 2010 negli Stati Uniti d'America (modificata da Deanfield et al / European Heart Journal 2003).