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Le antichità rinvenute dal Lolli e da Hamilton vennero immesse sul mercato antiquario e acquistate dai principali collezionisti del secolo: Melchior de Polignac, C

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Academic year: 2021

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Francesca Granieri: Abstract

La Villa di Adriano a Tivoli, patrimonio Unesco dal 2000, è stata fin dal XV secolo oggetto di scavi volti al recupero di antichità che, non solo furono reimpiegate nelle principali chiese e palazzi di Tivoli, ma arricchirono anche le più importanti collezioni di antichità tra cui quella del cardinale Ippolito d’Este per il quale scavò a Villa Adriana Pirro Ligorio.

Di particolare rilevanza sono gli scavi condotti nel XVIII secolo nell’area del Pantanello situato a nord della Villa nei pressi del Teatro Greco e della cd.

Palestra. Compreso nei possedimenti di proprietà della famiglia Lolli e di Domenico De Angelis, il Pantanello venne scavato nel 1724 da Francesco Antonio Lolli e nel 1769 da Gavin Hamilton. Durante queste due distinte campagne di scavo riaffiorò un gran numero di antichità tra loro distinte per tipologia (teste, busti, statue, elementi architettonici…) e materiale utilizzato. Il Pantanello, dunque, deve essere considerato un deposito nel quale vennero raccolte tutte quelle antichità da trasportare nelle vicine calcare.

Le antichità rinvenute dal Lolli e da Hamilton vennero immesse sul mercato antiquario e acquistate dai principali collezionisti del secolo: Melchior de Polignac, C. Townley, W. Fitzmaurice, T. Mansel Talbot, T. Jenkins, G. Piranesi, A. Albani, I. Šuvalov e Monsieur de Cock. Un nucleo consistente, invece, venne acquistato per il Museo Pio Clementino allora in fase di allestimento.

Le antichità del Pantanello si dispersero, così, nelle varie collezioni europee, soprattutto inglesi, e devono oggi essere rintracciate, non solo nei principali musei come i Musei Vaticani, il British Museum a Londra e l’Hermitage a San Pietroburgo, ma anche in collezioni private dove giunsero in seguito a successive dispersioni.

Rintracciare le antichità rinvenute nel Pantanello significa, anche, tentare di ricontestualizzarle nei vari ambienti della Villa (soprattutto nell’area della cd.

Palestra e del Teatro Greco). Per altre, come le teste dei compagni di Ulisse facenti parte del Gruppo di Polifemo, è necessario uno studio più specifico che ha come punto di partenza la loro sistemazione presso il Serapeo del Canopo già proposta da alcuni studiosi

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Abstract

Hadrian’s Villa at Tivoli, Unesco’ s heritage since 2000, was excavated from XV century. The antiquities, which were found, were utilized to decorate the most important Tivoli’s Churches and Palaces and were bought by collectors as Ippolito d’Este; for him Pirro Ligorio excavated at Hadrian’s Villa.

The excavations realized in the Pantanello during the XVIII century, were very important. The Pantanello, situated in the north part of Hadrian’s Villa near Greek Theatre and so called Palestra, was part of Lolli family and Domenico De Angelis’

s properties. It was excavated by Francesco Antonio Lolli (1724) and Gavin Hamilton (1769). During these excavations, a great number of antiquities, different for typology (heads, busts, statues, architectonical elements …) and materials, was come to the surface. So the Pantanello must be considered as a space in which the antiquities were left before to be carried in the near calcare.

The antiquities were bought by the most important collectors of the XVIII century:

Melchior de Polignac, W. Fitzmaurice, T. Mansel Talbot, T. Jenkins, G. Piranesi, A. Albani, I. Šuvalov and Monsieur de Cock. A significant group, instead, was bought for the Pio Clementino Museum created in that moment .

The sculptures from Pantanello were dispersed in the European collections, especially English, and now must be traced not only in the most important museums like the Musei Vaticani, the British Museum at London and the Hermitage at San Pietroburgo, but in the private collections were arrived after following dispersions too.

It is important to give back these materials to the different spaces of Hadrian’s Villa like, for example, the Greek Theatre or the so called Palestra.

For the heads of Ulisse’ s companions, instead, it’s necessary a more exhaustive study starting their collocation in the Serapeo of Canopo already proposed by some scholars.

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