Introduzione
La Pietra leccese, calcarenite miocenica affiorante nella penisola salentina, ha restituito in passato numerosi reperti fossili di vertebrati marini, quali pesci (Carnevale et al. 2001), rettili (Chesi et al. 2007) e mammiferi (Borgia
et al., 1981; Bianucci et al.,1992, 1994, 2003; Cappellini, 1878; Varola et al., 1988). Tra i mammiferi, numerosi sono stati i reperti di cetacei rinvenuti,
tra i quali molti Odontoceti appartenenti a varie famiglie, come ad esempio gli Eurhinodelphinidae (Bassani e Misuri, 1912; Moncharmont Zei, 1950; Bianucci et al, 1994), i Physeteridae (Menesini e Tavani, 1968; Varola et al., 1988; Bianucci e Landini 2006), gli Ziphiidae (Bianucci et al., 1992, 1994a), gli Squalodontidae (Cappellini, 1878; Bianucci et al., 1994b) e i Kentriodontidae (Bianucci e Varola, 1994; Bianucci, 2001).
Tra queste famiglie, una delle meglio rappresentate nella Pietra leccese, è quella degli Eurhinodelphinidae, gruppo completamente estinto di odontoceti dal lungo rostro, che ha visto la sua massima radiazione nel Miocene.
Fino a pochi anni fa, in questa famiglia erano annoverati 5 generi, 3 dei quali rinvenuti nel Miocene del Mediterraneo. In particolare, nella Pietra leccese sono stati rinvenuti e studiati da vari autori reperti riferiti ai generi
Eurhinodelphis, Ziphiodelphis e Schizodelphis.
Negli ultimi anni questa famiglia è stata oggetto di un’importante revisione (Lambert, 2004 e 2005a-b) che ha portato ad una diversa collocazione sistematica di vari reperti e alla istituzione di due nuovi generi, portando così il totale dei generi a 7. La maggior parte dei reperti esaminati nella revisione provengono da depositi Miocenici di Anversa (Belgio), del
Maryland e della Virginia (USA) e di Belluno (Italia), mentre dei reperti della Pietra leccese solo “Eurhinodelphis” cristatus (Bianucci e al., 1994) è stato preso in considerazione.
Tenuto conto di questi studi recenti si è reso quindi indispensabile revisionare in maniera più accurata i reperti della Pietra leccese attribuiti in passato a questa famiglia. Tra il materiale preso in considerazione in questa tesi, oltre a questi reperti già noti in letteratura, ve ne sono altri scoperti recentemente che non sono mai stati oggetto di studio in passato.
Tutti i reperti di eurinodelfinidi della Pietra leccese sono stati esaminati utilizzando prevalentemente i caratteri e il quadro sistematico considerati da Lambert (2004 e 2005a-b).
Infine, utilizzando i caratteri diagnostici individuati nei vari reperti, è stata fatta un’analisi cladistica per collocare in uno schema filogenetico i taxa riconosciuti.