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teorico se, per le registrazioni acquisite con l’antenna da 1 GHz, si

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Academic year: 2021

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Conclusioni

La sequenza di processing individuata analizzando i dati GPR simulati col software GprMax, ed estesa ai dati reali acquisiti in un lavoro di Tesi svolto nel 2005 presso il Politecnico di Milano, prevede una calibrazione temporale, un filtraggio passa-banda e la rimozione del segnale di background, eventualmente preceduta da un sovracampionamento. In seguito a quest’elaborazione, si è fatto riferimento ai valori di ampiezza del segnale riflesso dai target, in particolare al quadrato del rapporto tra le ampiezze in due differenti polarizzazioni (cross/normale), così da eliminare la dipendenza di tale parametro dalla profondità dei bersagli.

Si sono confrontati i risultati ottenuti con l’andamento teorico del rapporto tra le Radar Cross Section nelle due polarizzazioni, previsto nel primo capitolo, pervenendo ad un accordo apprezzabile, purché si faccia ben attenzione ai picchi sui quali vengono calcolate le ampiezze. Per i dati sintetici, infatti, l’accordo con la teoria è più che soddisfacente, utilizzando le ampiezze picco-picco dei picchi corrispondenti alla posizione temporale dei target.

Per le misure reali, invece, si ottiene un discreto accordo con l’andamento

teorico se, per le registrazioni acquisite con l’antenna da 1 GHz, si

considerano le ampiezze del picco sicuramente non più compromesso dal

segnale di background e, per le misure acquisite con l’antenna da 2 GHz,

si fa riferimento alle ampiezze picco-picco misurate sulla seconda parte

del segnale generato dal tondino.

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Le difficoltà sono addebitabili alla bassa profondità dei target, che fa sì che il segnale da essi riflesso sia parzialmente sovrapposto alla riflessione dovuta all’interfaccia aria-cemento la quale, sebbene sia rimossa col processing, altera i valori di ampiezza del segnale utile. Tale problema non si riscontra nei dati sintetici poiché, in questo caso, il segnale di background simulato è ideale, e fornisce proprio la riflessione dovuta esclusivamente all’interfaccia aria-cemento. Nelle misure reali, purtroppo, non si dispone di un segnale così imperturbato, e l’operazione di rimozione del background non riesce a rimuovere perfettamente il disturbo.

Quindi la procedura di processing adottata sembra essere appropriata, ma

deve essere seguita da un’attenta scelta dei picchi del segnale utile.

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