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Academic year: 2021

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KAZUO ISHIGURO

8.1 CENNI BIOGRAFICI

Kazuo Ishiguro è un autore giapponese naturalizzato inglese. Nacque a Nagasaki l’8 Novembre 1954. Nel 1960 la famiglia si trasferì a Guildford, nel Surrey, e a causa del lavoro del padre, ricercatore oceanografico. Nel 1978 Ishiguro si laureò in Inglese e Filosofia alla University of Kent. Dopo la laurea si dedicò alla scrittura per un anno, dopo di che frequentò un master in scrittura creativa alla University of East Anglia. Tra i suoi tutors spiccavano Malcolm Bradbury e Angela Carter, e la sua tesi diventò il suo primo romanzo, A Pale View Of the Hills (1982), basato sulla distruzione di Nagasaki. Il 1982 fu anche l’anno in cui lo scrittore divenne cittadino britannico1.

Quattro anni dopo scrisse An Artist Of The Floating World, che esplora il comportamento del Giappone nella seconda guerra mondiale attraverso la storia di Masuji Ono, perseguitato dal suo passato militare. Nel 1989 pubblicò The Remains Of

The Day, ambientato nell’Inghilterra del dopoguerra, basata sulle reminescenze di un

anziano maggiordomo durante l’ascesa del fascismo. Negli stessi anni scrisse anche sceneggiature per la televisione, A Profile of Arthur J. Mason e The Gourmet per la BBC. Inoltre negli anni Duemila si dedicò anche alla composizione di canzoni per il cantante Jazz Stacey Kent, nominato per i Grammy Awards nel 2007 per l’album Breakfast On

The Morning Tram.

Nel 2005 pubblicò il romanzo distopico-fantascientico Never Let Me Go con cui si discosta dai precedenti per il genere e di cui esce l’adattamento cinematografico nel 2010 sotto la regia di Mark Romanek. Il 5 Ottobre 2017 vince il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: “in novels of great emotional force, has uncovered the abyss beneath our illusory sense of connection with the world”2.

1B. LEWIS, Kazuo Ishiguro, Manchester-New York, Manchester University Press, 2000, p. xii.

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8.2 NEVER LET ME GO

Il romanzo ambientato in un passato alternativo, è narrato in prima persona dalla protagonista Kathy ed è diviso in due parti.

Nella prima parte Kathy racconta la sua infanzia trascorsa con i compagni Ruth e Tommy ad Hailsham, un collegio immerso nella campagna inglese. I tre vivono con altri bambini isolati dal mondo esterno e trascorrono le loro giornate seguendo le lezioni impartite loro da vari tutor. In particolare vengono incoraggiati alla creatività e alla pittura. I lavori migliori sarebbero stati poi scelti per andare a far parte della galleria della misteriosa figura di Madame, la direttrice della scuola.

Gli anni passano e i tre sviluppano un forte legame di amicizia. Kathy si innamora di Tommy, che, nonostante provi gli stessi sentimenti, decide di fidanzarsi con Ruth. Il colpo di scena che cambierà la vita dei ragazzi, o meglio, la percezione della loro vita, avviene durante una lezione, quando la tutor Miss Lucy rivela il loro vero ruolo e destino: Hailsham è in realtà una specie di fabbrica che ha lo scopo di crescere cloni che doneranno i propri organi per salvare vite umane malate. Il loro destino è quindi segnato ed inevitabile. L’unica cosa che possono decidere è se essere “donatori” o diventare “assistenti”, ovvero guidare i compagni nel percorso degli interventi chirurgici che dovranno sostenere per poi concludere la propria esistenza da donatore.

Nella seconda parte del romanzo, Kathy narra la loro vita ai Cottages. I tre infatti vengono trasferiti, come da prassi, in uno di questi cottage in campagna. Qui conoscono una coppia con cui stringono amicizia e con cui condividono le giornate nella speranza di un futuro diverso.

Un giorno, durante una gita in città, uno dei ragazzi pensa di aver riconosciuto nella commessa di un negozio l’originale di Ruth. Questo porterà Kathy ad un’ossessione per la ricerca del proprio modello. L’illusione di un destino diverso viene alimentata dalla coppia di amici, la quale racconta che gli innamorati che sarebbero riusciti a dimostrare il loro amore a Madame, avrebbero ottenuto il rinvio della pratica delle donazioni. L’amore poteva essere dimostrato con i dipinti che avevano fatto da

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ragazze litigheranno e Kathy deciderà di diventare assistente ed andarsene. La storia procede con Kathy che racconta, dopo un’ellissi temporale di anni, la sua vita nel presente.

Il destino vuole che un giorno ella incontri per caso Ruth in ospedale, diventata donatrice ormai alla fine del suo percorso. Kathy dovrà farle da assistente. Le due ragazze si riappacificano, ma Ruth morirà durante la sua ultima operazione. Kathy, addolorata per la morte dell’amica, va a cercare Tommy e diventa la sua assistente. I due riescono a vivere finalmente la loro storia d’amore e decidono di recarsi a casa di Madame per chiedere il rinvio. Ma l’incontro con Madame sarà una delusione perché scopriranno che il loro destino non è modificabile. Non esiste infatti alcuna possibilità di rinvio: Hailsham era parte di un esperimento per dimostrare che anche i cloni fossero dotati di un’anima e di sensibilità artistica, ma, nonostante il successo dell’esperimento, il mondo degli originali non ha voluto rinunciare alle donazioni e così la scuola fu chiusa. Ai due ragazzi non resta che rassegnarsi al proprio destino.

Decidono di fare un ultimo viaggio insieme prima della fine del ciclo.

Kathy assisterà poi Tommy fino alla sua ultima operazione mentre si prepara mentalmente alla sua, proprio ricordando queste memorie e quelli che furono i momenti felici della sua vita.

8.2.1 L’ULTIMA FRONTIERA

SCIENZA, ETICA , CLONAZIONE E BIOFABBRICHE

Ishiguro ci presenta un quadro in cui la tecnologia utilizzata per la manipolazione genetica è portata alla estreme conseguenze. Esseri umani vengono clonati con l’unico scopo di fornire i propri organi come pezzi di ricambio per gli esseri umani “originali”.

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nemmeno l’amore può salvarli.

Non c’è posto per l’etica in questa società, come dimostrano le parole di Miss Emily quando racconta a Kathy e Tommy, i quali si erano recati da Madame per chiedere il rinvio, che Hailsham altro non era che una fabbrica di allevamento di cloni:

After the war, in the early fifties, when the great breakthroughs in science followed one after the other so rapidly, there wasn’t time to take stock, to ask the sensible questions. Suddenly there were all these new possibilities laid before us, all these ways to cure so many previously incurable conditions. This was what the world noticed the most, wanted the most. And for a long time, people preferred to believe these organs appeared from nowhere, or at most that they grew in a kind of vacuum. Yes, there were arguments. But by the time people became concerned about… students, by the time they came to consider just how you were reared, whether you should have been brought into existence at all, well by then it was too late. How can you ask a world that has come to regard cancer as curable, how can you ask such world to put away that cure, to go back to the dark days? There was no going back3.

Miss Emily e Madame facevano parte di un piccolo movimento che ad Hailsham aveva messo in atto un esperimento per dimostrare che anche i cloni, se cresciuti in un determinato ambiente, avessero un’anima. Nonostante l’esperimento fosse riuscito a dimostrarlo, gli originali hanno preferito che si continuasse la pratica delle donazioni e della clonazione, che assume così i caratteri di moderno sacrificio umano.

Sono anche gli stessi protagonisti ad accettare la loro condizione senza porsi il problema di quanto tutto questo sia moralmente accettabile o ingiusto.

Come afferma James Bowman tutto ciò fa risultare Kathy come un “naive narrator”, proprio per la sua incapacità di immaginare un proprio ordine morale: “it is precisely the naive narrator’s inability to imagine any moral order other than prevailing one which forms the basis of the author’s scathing critique of that order”4.

In questa accettazione rientra anche l’approvazione dell’intero concetto della bioingegneria e della sperimentazione portata ai limiti estremi. È sempre Bowman che

3K. ISHIGURO, Never Let Me Go, London, Faber and Faber Limited, 2006, p. 257. Tutte le citazioni dal

romanzo provengono da questa edizione.

4J. BOWMAN, “A Clone’s Lament”, in The New Atlantis, n. 12, 2006, p. 105,

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gli animali semi-meccanici dipinti da Tommy nei suoi disegni, “it is not hard to see in it an ingratiating acceptance of the whole concept of bioengineering”5. Essi infatti rappresentano l’ibridazione tra essere organici e inorganici, quindi metaforicamente richiamano la loro condizione di “pezzi di ricambio”.

Ishiguro si rifà alle scoperte della genetica e delle biotecnologie del Novecento, punto di partenza dell’ingegneria genetica e quindi di importanti campi biotecnologici come quello della procreatica comprendente le tecniche di fecondazione artificiale, la manipolazione degli embrioni, le pratiche di clonazione e l’utilizzo di cellule staminali in progetti di ingegneria tissutale.

Lo scrittore si spinge oltre immaginando una società in cui esistono fabbriche che producono cloni, che potremmo definire per questo “bio-fabbriche”.

Negli ultimi decenni del XX secolo prende avvio il concetto di “biofabbrica”, ossia di un nuovo ambito di intervento tecnologico non solo applicato al vivente ma realizzato attraverso il vivente stesso. La biofabbrica sforna bio-oggetti, ossia partner tecnologici che non sono più semplici oggetti inanimati ma che toccano intimamente e profondamente l’idea stessa della vita, e che inevitabilmente sono in vita. La tecno scienza del resto ha trasformato il corpo in un paesaggio, l’ha reso accessibile, modificabile, lo ha scomposto in parti sostituibili, con ciò compromettendo il concetto di identità6.

Inoltre l’intrusione tecnoscientifica facilita il processo di mercificazione del corpo per cui:

L’immaginario contemporaneo tracima pertanto di organi desiderati, trasferiti, trafugati, commercializzati, anche perché le immense potenzialità della medicina dei trapianti si trovano a dover fare i conti con una scarsissima cultura delle donazioni. La scarsità di organi e la massiccia richiesta alimenta scenari dalle tinte fosche (…) c’è tuttavia un dato certo: ogniqualvolta una nuova potenzialità tecnologica di intervento, soprattutto se diretta sul corpo, si affaccia sullo scenario applicativo, inevitabilmente si pongono dei problemi etici che devono essere affrontati con eguale profondità rispetto al registro tecnoscientifico7.

5Ibidem, p. 107.

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Scienza senza etica, cloni considerati macchine senz’anima come nuovi schiavi, questa è la prospettiva che ci propone Ishiguro.

Ma l’autore non propone una prospettiva futura, ma ambientata nel passato, ed implicitamente mette in guardia da quello che potrebbe accadere se la scienza e il progresso si spingessero oltre i limiti dell’etica e della morale. Il suo futuro è già accaduto, esso è già presente, ed egli stesso ce lo propone rassegnato, proprio come i suoi cloni protagonisti.

L’UOMO CONTEMPORANEO E L’ILLUSIONE DELL’IMMORTALITA’

L’utilizzo del progresso scientifico sul corpo è una questione centrale nell’epoca contemporanea, dibattuta sia dalle filosofia postumana che nella letteratura.

Tra i filosofi che si inseriscono nel delicato dibattito sulla clonazione spicca Jean Baudrillard, il quale sostiene che l’idea stessa della clonazione è strettamente legata al desiderio e alla speranza dell’immortalità: “la nostra fantasia ultima”.

L’immortalità era la situazione dei primi organismi viventi in origine, infatti i batteri primordiali erano immortali in quanto potevano suddividersi all’infinito nella continuità assoluta ed è con l’evoluzione della biosfera, che questi acquisiscono la possibilità di morire.

Baudrillard riprende le teorie di Freud sulla cosiddetta pulsione di morte. Nella sua lunga riflessione metafisica Freud era arrivato alla conclusione che la meta di tutto ciò che vive è tornare allo stato di inerzia inorganica, allo stato originario della materia. Tutti gli organismi, sia unicellulari che pluricellulari, si muoverebbero in direzioni opposte, ovvero subendo l’influsso di due pulsioni, che Freud identifica in pulsione di morte, Thanathos, e pulsione sessuale, Eros:

Noi invece, essendoci interessati non già della sostanza vivente, bensì delle forze che agiscono in essa, siamo stati indotti a distinguere due specie di pulsioni: quelle che spingono la vita verso la morte, e le altre, le pulsioni sessuali che provano e riescono continuamente a rinnovare la vita. Questa nostra ipotesi appare una sorta di corollario

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Weismann fu un importante biologo e botanico tedesco, sostenitore dell’evoluzionismo. Contribuì a diffondere le teorie di Darwin in Germania e ad esse arrecò notevoli contributi personali.

L'evoluzione avviene, secondo Weismann, per opera della selezione, che agisce sulle variazioni individuali ereditarie, le quali sono tutte esclusivamente di origine interna. L'azione che l'ambiente esercita sul "soma", cioè sul corpo degli organismi, non si ripercuote sul "germe", cioè sulle cellule destinate alla riproduzione, ed è perciò nulla agli effetti dell'eredità e quindi dell'evoluzione.

Weismann è inoltre autore della teoria della continuità del plasma germinale, secondo la quale le cellule germinali costituiscono una linea virtualmente immortale, mentre le cellule somatiche sono destinate a morire e a rinnovarsi periodicamente di generazione in generazione. I portatori dei caratteri ereditarî sono i cromosomi, che contengono i "determinanti" dei vari caratteri.

Nello sviluppo embrionale soltanto alcune cellule, capostipiti delle cellule germinali, ricevono tutto il patrimonio di determinanti, mentre le altre, capostipiti delle cellule somatiche, ricevono solo quelli che servono al loro differenziamento ulteriore. Egli immaginò che avvenisse fra i determinanti nelle cellule germinali una sorta di lotta per la vita, analoga a quella che avviene fra gli organismi, col risultato di una "selezione germinale" che è l'unica sorgente di nuovi caratteri9.

Prendendo spunto dagli studi di Weismann, Freud afferma:

La trattazione che il problema della durata della vita e quella della morte degli organismi ha trovato nei lavori di August Weismann, riveste per noi un grandissimo interesse. Questo ricercatore ha introdotto la differenziazione della sostanza vivente in due metà, una mortale e una immortale; la parte mortale è il corpo nel senso stretto, il soma, che è il solo ad essere soggetto a morte naturale; le cellule germinali, invece, sono potenzialmente immortali, poiché date certe condizioni favorevoli sono in grado

8 S. FREUD, “Al di là del Principio di Piacere”, in l’Io e L’Es e Altri Scritti 1917-1923, Torino, Bollati

Boringhieri, 2010, p. 231

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di svilupparsi così da costituire un nuovo individuo o, in altre parole, di avvolgersi di un nuovo soma10.

Rifacendosi a queste teorie, Baudrillard afferma che

dopo la rivoluzione realizzata nel processo evolutivo con l’avvento della differenziazione sessuale e della morte, stiamo subendo ora una grande involuzione, il cui scopo, attraverso la clonazione e molte altre tecniche all’avanguardia, è quello di liberarsi proprio dal sesso e dalla morte. Da che eravamo un tempo creature viventi che hanno lottato assiduamente per milioni di anni per affrancarci da questa specie di incesto e di primitiva entropia, oggi siamo diventati, grazie alle stesse scoperte scientifiche, esseri incoscienti che inseguono il sogno di ricreare precisamente le condizioni da cui ci siamo con tanta fatica liberati. Stiamo operando attivamente per la dis-informazione delle nostre specie attraverso la nullificazione delle differenze11.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? Baudrillard ipotizza uno scenario in cui la morte e le altre funzioni (sesso, pensiero) verranno riprogrammati e diveranno mere attività ricreative, una distrazione per pochi (cloni e non) che pagherebbero per provare il lusso di divenire nuovamente mortali attraverso la simulazione, sperimentando così la cyber morte. Questa sarebbe la logica conseguenza di una società ormai virtualizzata: “Ma una specie che riesce a creare artificialmente la propria immortalità e che cerca di trasformarsi in mera informazione, rimane una specie umana?”12. Questo è l’interrogativo che si pone a questo punto Baudrillard. La risposta appare chiara al filosofo:

se scoprissimo che non tutto può essere clonato, simulato, programmato, selezionato geneticamente e neurologicamente, allora ciò che sopravviverebbe potrebbe essere chiamato “umano”, ma ci sarebbe comunque il rischio in questa avventura sperimentale, che nulla superi il test, cioè che l’umano sia stato permanentemente cancellato13.

10S. FREUD, “Al di Là del Principio di Piacere”, cit. p. 230.

11J. BAUDRILLARD, L’Illusione dell’Immortalità, Roma, Armando Editore, 2007, p. 10-11 12Ibidem, p. 16.

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come esempio l’esperimento Biosfera 2, un microcosmo sperimentale di vetro, costruito tra il 1987-1991 di circa 204 metri cubi, situato sulle montagne di Santa Catalina in Arizona realizzato dalla Columbia University. Biosfera 2 contiene sette differenti “ecosistemi”, che comprendono un oceano (posto in un grande contenitore di acciaio inossidabile), una savana, una foresta pluviale e un sito atto a fare ricerche sugli effetti dell’alta concentrazione di CO2 sulla barriera corallina. Secondo il filosofo l’esperimento dimostrerebbe che la razza umana e l’intero pianeta, stanno già diventando parte della loro stessa realtà virtuale, e che al di sotto di questa cupola il pianeta si sta già avviando verso un percorso sperimentale dal quale non c’è ritorno.

L’umanità in questo modo sta sacrificandosi per un destino sperimentale sconosciuto, e ciò porterà verso un futuro di auto-distruzione. Questa prospettiva è comprensibile in quanto stiamo abolendo

tutto ciò che è umano, troppo umano in noi, i nostri desideri, i nostri fallimenti, le nostre nevrosi, i nostri sogni, i nostri handicap, i nostri virus, le nostre frenesie, il nostro inconscio, e persino la nostra sessualità. Prescrizioni di comportamenti vengono applicate a tutto ciò che rende unico l’essere umano; lo spettro che guida la manipolazione genetica è l’ideale genetico, un modello perfetto ottenuto attraverso l’eliminazione di tutti i tratti negativi. Nel prototipo sperimentale Biosfera2, ad esempio, non troviamo virus, germi, scorpioni… né riproduzione sessuale. Ogni cosa in Biosfera2 è stata purificata, immunizzata, resa immortale, attraverso la trasparenza, la personificazione e la disinfestazione profilattica14.

Inoltre la manipolazione genetica metterà fine alla selezione naturale con un’azione quasi ai limiti dell’eugenetica, per cui seguendo l’ideale genetico si elimineranno i tratti ritenuti negativi. Questo comporta la fine di qualsiasi specie, compresa quella umana. Ma la nostra presunzione nel provare a superare la morte non porterà l’avvento del superuomo auspicato da Nietzsche, bensì “aprirà la strada al sub umano, a qualcosa che non è oltre ma sotto la dimensione dell’umano, e che costituisce una cancellazione di quei tratti simbolici che sono costitutivi della specie”15.

14Ibidem, p. 18. 15Ibidem, p.19.

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