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4 Verifiche idrauliche

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Academic year: 2021

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4

Verifiche idrauliche

4.1 Introduzione

Una volta determinati i valori delle portate si possono effettuare le verifiche idrauliche al fine di determinare i livelli di criticità idraulica dei singoli tratti esaminati e controllare che la massima portata di progetto defluisca nell’alveo senza esondazioni.. L’obbiettivo di questa fase di lavoro è quindi volta a effettuare il calcolo dei profili di moto permanente dei livelli idrici che si formano nell’alveo in seguito agli eventi di piena.

I tratti del corso d’acqua oggetto di studio sono i fossi Acquafiora, Monte Olivero, Botria e Spondarella, i quali hanno creato gravi problemi a seguito dell’alluvione del novembre 2012.

In essi la conformazione altamente irregolare delle sezioni, la carente manutenzione e soprattutto i continui tombamenti con sezioni assolutamente inadeguate, rendono le zone limitrofe, e in particolare l’abitato di Bonascola, frequentemente soggetto ad inondazioni.

Inoltre si è proceduto ad uno studio di massima del tratto di valle del Canale Monte Olivero, dove le sezioni tornano ad essere più ampie e regolari, soffermandoci in particolare nel tratto alla confluenza con il torrente Carrione, per valutare l’influenza di quest’ultimo sul canale in esame durante gli eventi di piena.

4.2 Soluzioni progettuali e calcolo dei profili idrici

Per la costruzione dei profili di rigurgito lungo i vari fossi, relativi alle portate ottenute dallo studio idrologico esposto al cap.2, si è utilizzato il codice di calcolo HEC-RAS ( River Analysis System), versione 4.1, messo a punto dall’ Hydrologic Engineering Center dell’ U.S. Army Corps of

Engineers.

Facendo uso di tale programma si evince che la portata con tempo di ritorno di duecento anni esonda nella quasi totalità delle sezioni e poco cambia anche con portate minori, con tempo di ritorno di cento e cinquanta anni.

Si è proceduto quindi a una risagomatura delle sezioni con difese spondali in scogliera e, dove questo non era possibile per mancanza di spazio, all’inserimento di canali prefabbricati rettangolari in calcestruzzo; inoltre si sono adeguati tutti i vari tratti tombati per la portata duecentennale,

(2)

Più precisamente i fossi oggetto di studio sono stati disegnati in due parti: 9 MOdx: contenente i fossi Acquafiora e Monte Olivero

9 MOsx: contenente i fossi Botria e Spondarella

(3)

4.2.1 Fosso Acquafiora e fosso Monte Olivero (MOdx)

Per i fossi Acquafiora e Monte Olivero sono state impiegate le sezioni nella posizione indicata nella seguente figura (rif.Allegato VI: sezioni trasversali di progetto e Allegato V: planimetria sezioni di progetto): C.A.2 C.T.3 C.A.2 C.T.3 C.A.2 C.A.2 C.A.6 C.A.2 C.A.2 C.A.2 C.T.4 C.T.4 C.T.4 C.A.7 C.A.7 C.A.7 C.A.2 C.A.2 C.T.3 C.T.2 C.T.2

Fig.4.3 Planimetria delle sezioni di progetto dei fossi Acquafiora e Monte Olivero

4.2.1.1 Fosso Acquafiora

(4)

PIANTA

SEZIONE

C.A.2 = CANALE APERTO TIPO 2 - DIFESA SPONDALE E REGOLARIZZAZIONE

fondo canale Difesa spondale con scogliera Difesa spondale con scogliera 220 220 180 magrone magrone 50 1 8 5/20 0 1 8 5/20 0 50 180 220 220 sezione Regolarizzzione sezione Regolarizzazione fondo canale SEZIONE PIANTA

Fig.4.4 - Canale a cielo aperto tipo 2 (CA2)

SEZIONE magrone Canale prefabbricato 160 16 0 190 220 15 175 15 160 15

(5)

15

SEZIONE

C.T.4 = CANALE TOMBATO TIPO 4

magrone 25 25 inizio canale Canale prefabbricato 25 25 Ispezione 80x80 chiusino in ghisa D400 pavimentazione stradale PIANTA 210 160 16 0 210 25 160 25 18 5 160

(6)

25 25 20 0 15 250 300 330 SEZIONE

C.T.2 = CANALE TOMBATO TIPO 2

magrone Canale prefabbricato 25 pavimentazione stradale h v a r 250 25 250 25 Griglia carrabile D400 PIANTA 25 12 265 25 0

(7)

Fig.4.8 Sez.19 fosso Acquafiora: output Hec-Ras - Canale a cielo aperto tipo 2 (CA2)

(8)

Fig.4.10 Sez.15 fosso Acquafiora: output Hec-Ras - Canale tombato tipo 4 (CT4)

(9)
(10)

Fig.4.14 Sez.11-12 fosso Acquafiora: stato attuale

(11)
(12)

Fig.4.18 Sez.2 fosso Acquafiora: output Hec-Ras - Canale a cielo aperto tipo 2 (CA2)

(13)
(14)

Fig.4.22 Profilo di rigurgito fosso Acquafiora

Tab.4.1. Tabella risultati fosso Acquafiora

Dai risultati ottenuti si evince che il fosso Acquafiora, adeguato con le sezioni di progetto sopra descritte, per quanto riguarda i tratti a cielo aperto, riesce a smaltire la portata duecentennale

(15)

Per quanto riguarda, invece, i canali a sezione chiusa il franco di sicurezza deve assicurare un deflusso stabile e la corretta ventilazione delle canalizzazioni, a tal fine è richiesto un valore pari ad almeno il 30 % dell’altezza della sezione; tale valore è ampiamente rispettato nei canali tombati tipo 4, mentre non risulta rispettato nel canale tombato tipo 2, alla confluenza con il fosso Monte Olivero, dove la distanza tra il pelo libero e l’intradosso della pavimentazione stradale, in

corrispondenza della sezione di chiusura del fosso stesso (sez. 0), risulta pari a circa 30 cm, la metà di quelli richiesti per la sezione in esame.

Tuttavia, dato l’elevato tempo di ritorno dell’evento di piena a cui si fa riferimento, pari a 200 anni, tale franco può considerarsi accettabile.

4.2.1.2 Fosso Monte Olivero

Per il fosso Monte Olivero è stata eseguita la verifica a moto permanente per portate aventi tempo di ritorno duecentoanni; di seguito si riportano le tipologie di sezioni utilizzate e i risultati ottenuti dall’elaborazione del programma:

(16)

PIANTA

SEZIONE

C.A.2 = CANALE APERTO TIPO 2 - DIFESA SPONDALE E REGOLARIZZAZIONE

fondo canale Difesa spondale con scogliera Difesa spondale con scogliera 220 220 180 magrone magrone 50 18 5 /200 18 5 /200 50 180 220 220 sezione Regolarizzzione sezione Regolarizzazione fondo canale SEZIONE PIANTA

Fig.4.23 - Canale a cielo aperto tipo 2 (CA2)

SEZIONE

C.A.6 = CANALE APERTO TIPO 6

magrone Canale prefabbricato 24 0 250 200 15 225 20 0 25 200 25 280

(17)

25 25

20

0

15

SEZIONE

C.T.3 = CANALE TOMBATO TIPO 3

magrone 25 25 inizio canale Canale prefabbricato 240 25 25 Ispezione 80x80 chiusino in ghisa D400 pavimentazione stradale h v a r PIANTA 200 280 200 200 250

(18)

25 25 200 15 250 300 330 SEZIONE

C.T.2 = CANALE TOMBATO TIPO 2

magrone Canale prefabbricato 25 pavimentazione stradale h v a r 250 25 250 25 Griglia carrabile D400 PIANTA 25 12 265 250

(19)

Fig.4.27 Sez. 19 fosso Monte Olivero: stato attuale

(20)

Fig.4.29 Sez. 15 fosso Monte Olivero: output Hec-Ras - Canale a cielo aperto tipo 2 (CA2)

(21)

Fig.4.31 Sez. 11 fosso Monte Olivero: output Hec-Ras - Canale a cielo aperto tipo 2 (CA2)

(22)

Fig.4.33 Sez. 7 fosso Monte Olivero: output Hec-Ras - Canale a cielo aperto tipo 2 (CA2)

(23)
(24)

Fig.4.37 Sez. 3.1 fosso Monte Olivero: output Hec-Ras - Canale a cielo aperto tipo 6 (CA6)

(25)

Fig.4.39 Profilo di rigurgito fosso Monte Olivero

(26)

Dai risultati ottenuti si evince che il fosso Monte Olivero, adeguato con le sezioni di progetto sopra descritte, per quanto riguarda i tratti a cielo aperto, riesce a smaltire la portata duecentennale rispettando ampiamente il franco di sicurezza richiesto.

Per quanto riguarda, invece, i canali a sezione chiusa il franco di sicurezza richiesto, che come abbiamo detto è pari a circa il 30 % dell’altezza della sezione, è ampiamente rispettato nei canali tombati tipo 3, mentre non risulta rispettato nel canale tombato tipo 2 alla confluenza con il fosso Acquafiora, dove la distanza tra il pelo libero e l’intradosso della pavimentazione stradale, in corrispondenza della sezione di chiusura del fosso stesso (sez. 3), risulta pari a circa 20 cm, un terzo di quelli richiesti per la sezione in esame; tuttavia, anche in questo caso, dato l’elevato tempo di ritorno dell’evento di piena a cui si fa riferimento, pari a 200 anni, possiamo considerare tale franco accettabile.

Infine il fosso Monte Olivero, a valle della confluenza con il fosso Acquafiora, presenta, allo stato attuale, sezioni a cielo aperto adeguate a smaltire la portata duecentennale rispettando ampiamente il franco di sicurezza richiesto; di seguito si riportano le sezioni a valle della confluenza con i rispettivi livelli idrici:

(27)
(28)

4.2.2 Fosso Botria e fosso Spondarella (MOsx)

Per i fossi Botria e Spondarella sono state impiegate le sezioni, nella posizione indicata in figura (rif. Allegato VI: sezioni trasversali di progetto e allegato V: planimetria sezioni di progetto):

C.A.1 C.A.1 C.A.1 C.A.5 C.A.4 C.T.1 1 2 34 5 6 7 9 0 10 11 12 13 14 151617 18 19 20 21 C.A.4 C.T.3 8 P1 C.T.4 C.A.2 C.T.4 C.A.2C.T.4 0.2 0.3 0 .4 20.1 20.2 20.3 20.4 20.5

Fig.4.42 Planimetria delle sezioni di progetto dei fossi Botria e Spondarella

4.2.2.1 Fosso Botria

Per il fosso Botria è stata eseguita la verifica a moto permanente, inserendo le portate aventi tempo di ritorno duecentoanni; di seguito si riportano le tipologie di sezioni utilizzate e i risultati ottenuti dall’elaborazione del programma:

(29)

300

30

0

700

C.A.4 = CANALE APERTO TIPO 4

scogliera fondo canale PIANTA SEZIONE Difesa spondale con scogliera in massi ciclopici Difesa spondale con scogliera in massi ciclopici Sponda in terra sagomata 15 0 scogliera fondo canale

Fig..4.43 - Canale a cielo aperto tipo 4 (CA4)

PIANTA

SEZIONE

C.A.5 = CANALE APERTO TIPO 5 - DIFESA SPONDALE E REGOLARIZZAZIONE

fondo canale Difesa spondale con scogliera Difesa spondale con scogliera 250 200 20 0 50 sezione Regolarizzzione sezione Regolarizzazione fondo canale SEZIONE PIANTA 250

(30)

25 250 25 20 0 15 250 300 330 SEZIONE

C.T.1 = CANALE TOMBATO TIPO 1

magrone 25 250 25 inizio canale Canale prefabbricato 24 0 25 25 Ispezione 80x80 chiusino in ghisa D400 pavimentazione stradale h v a r PIANTA

(31)

25 250 25 20 0 22 5 15 250 300 330 PIANTA SEZIONE

C.A.1 = CANALE APERTO TIPO 1

magrone 25 250 25 15 0 scogliera fondo canale intasata con calcestruzzo inizio canale Canale prefabbricato 24 0 50 25 25 50

(32)

Fig.4.47 Sez. 4 fosso Botria: output Hec-Ras – canale a cielo aperto tipo 5 (CA5)

(33)
(34)

Fig.4.51 Sez. 2.2 fosso Botria: stato attuale

(35)
(36)

Fig.4.55 Sez. 0.4 fosso Botria: output Hec-Ras – canale tombato tipo(CT1)

(37)
(38)

Fig.4.59 Profilo di rigurgito fosso Botria

Tab.4.3 Tabella risultati fosso Botria

Dai risultati ottenuti si evince che il fosso Botria, adeguato con le sezioni di progetto sopra descritte, riesce a smaltire la portata duecentennale rispettando il franco di sicurezza richiesto, sia nelle

sezioni a cielo aperto, sia nel lungo tratto tombato con sezione tipo 1, che attraversa l’abitato di Bonascola.

(39)

4.2.2.2 Fosso Spondarella

Per il fosso Spondarella è stata eseguita la verifica a moto permanente, inserendo le portate aventi tempo di ritorno duecento anni; di seguito si riportano le tipologie di sezioni utilizzate e i risultati ottenuti dall’elaborazione del programma:

15

SEZIONE

C.T.4 = CANALE TOMBATO TIPO 4

magrone 25 25 inizio canale Canale prefabbricato 25 25 Ispezione 80x80 chiusino in ghisa D400 pavimentazione stradale PIANTA 210 160 16 0 210 25 160 25 185 160

(40)

25 25

20

0

15

SEZIONE

C.T.3 = CANALE TOMBATO TIPO 3

magrone 25 25 inizio canale Canale prefabbricato 240 25 25 Ispezione 80x80 chiusino in ghisa D400 pavimentazione stradale h v a r PIANTA 200 280 200 200 250

(41)

25 250 25 200 22 5 15 250 300 330 PIANTA SEZIONE

C.A.1 = CANALE APERTO TIPO 1

magrone 25 250 25 150 scogliera fondo canale intasata con calcestruzzo inizio canale Canale prefabbricato 24 0 50 25 25 50

(42)

PIANTA

SEZIONE

C.A.2 = CANALE APERTO TIPO 2 - DIFESA SPONDALE E REGOLARIZZAZIONE

fondo canale Difesa spondale con scogliera Difesa spondale con scogliera 220 220 180 magrone magrone 50 1 8 5/20 0 1 8 5/20 0 50 180 220 220 sezione Regolarizzzione sezione Regolarizzazione fondo canale SEZIONE PIANTA

(43)

300

30

0

700

C.A.4 = CANALE APERTO TIPO 4

scogliera fondo canale PIANTA SEZIONE Difesa spondale con scogliera in massi ciclopici Difesa spondale con scogliera in massi ciclopici Sponda in terra sagomata 15 0 scogliera fondo canale

(44)
(45)
(46)
(47)
(48)

Fig.4.73 Sez. 16 fosso Spondarella: output Hec-Ras – canale a cielo aperto tipo 1 (CA1)

(49)
(50)

Fig.4.77 Profilo di rigurgito fosso Spondarella

Tab. 4.4 Tabella risultati fosso Spondarella

Dai risultati ottenuti si evince che il fosso Spondarella, adeguato con le sezioni di progetto sopra descritte, riesce a smaltire la portata duecentennale rispettando ampiamente il franco di sicurezza richiesto, sia nelle sezioni a cielo aperto, sia nelle sezioni chiuse in corrispondenza dei vari attraversamenti stradali.

(51)

Infine per il fosso Spondarella, a valle della confluenza con il fosso Botria, è stato adottato un canale a cielo aperto tipo 4 (CA4) e una sezione chiusa tipo 2 (CT2); di seguito si riportano i risultati ottenuti dall’elaborazione del programma:

(52)

Fig.4.80 Ponte P1 sez.1: fosso Spondarella di valle: output Hec-Ras – sezione chiusa tipo 2(CT2)

(53)

Tab. 4.5 Tabella risultati fosso Spondarella di valle

Dai risultati ottenuti si evince che, nel tratto suddetto, il fosso Spondarella, adeguato con le sezioni di progetto sopra descritte, riesce a smaltire la portata duecentennale rispettando ampiamente il franco di sicurezza richiesto, sia nelle sezioni a cielo aperto, sia nel tratto a sezione chiusa con sezione tipo 2, in corrispondenza del ponte (P1) di via Forma Alta.

(54)

4.2.3 Verifica idraulica del tratto di valle del canale Monte Olivero

Nel tratto a valle, fino alla confluenza con il torrente Carrione, il canale Monte Olivero allo stato attuale presenta sezioni regolari, a cielo aperto, piuttosto ampie.

Per verificare che, in questa parte di valle, la portata duecentennale defluisca nell’alveo senza esondazioni abbiamo analizzato quei tratti in cui le sezioni restavano pressoché le medesime, verificandoli a moto uniforme.

Il moto uniforme si verifica quando né la velocità media V della corrente, né l’altezza liquida h, né la portata Q, variano con lo spazio. L’altezza del pelo libero rispetto al fondo non varia con la distanza ed è chiamata altezza di moto uniforme o altezza normale.

Nel nostro caso abbiamo applicato la formula di Manning, equazione che nel settore delle correnti a pelo libero risulta quella più nota e più universalmente usata, grazie alla sua semplice forma e alla sua accuratezza, dovuta alla notevole mole di test sperimentali ai quali negli anni è stata sottoposta. Essa è riportata di seguito e risulta valida anche nelle condotte in pressione:

i kAR

Qmax = m2/3 [4.1]

Nella [4.1] A rappresenta l’area liquida, R il raggio medio, i la pendenza di fondo dell’alveo, e m

k il coefficiente di scabrezza di Gauckler-Strickler. Dato che il coefficiente k non è adimensionale, ma è espresso in (m1/3s−1), volendo utilizzare per tale coefficiente i valori classici forniti dalle tabelle di riferimento, si deve porre R in metri. Sostituendo nella [4.1] l’espressione del raggio m

medio Rm = A/C, pari al rapporto tra l’area liquida e il contorno bagnato, si ottiene:

3 / 2 3 / 5 C A i k Q = [4.2] I tratti oggetto di verifica sono:

9 Sez.A-B (sezione di chiusura del bacino; rif. Allegato V) canale a cielo aperto con pendenza del 1,5 % circa e sezione rettangolare di dimensioni 4x4 metri; quindi i dati relativi a questo tratto sono:

B = 4,0 m H=4,0 m i = 0,015

(55)

Fig.4.82 Sez.A: confluenza con il torrente Carrione

Trattandosi di un canale rivestito è stato adottato un coefficiente k pari a 50. La

[4.2] diventa:

(

)

(

)

3 2 3 5 0 . 4 2 0 . 4 + × = u u h h i k Q [4.3]

Risolvendo la [4.3] si ottiene che la portata massima avente tempo di ritorno pari a 200 anni scorre nella sezione in esame con una altezza di moto uniforme pari a 2,8 metri.

(56)

9 Sez.C-D (rif. Allegato V) canale a cielo aperto con pendenza del 1,5 % circa e sezione rettangolare di dimensioni 4,5x4 metri; quindi i dati relativi a questo tratto sono:

B = 4,5 m H=4 m i = 0,015

Qmax=76,1 mc/s (rif. Cap.2 sezione di chiusura)

Fig.4.83 Sez.C: canale Monte Olivero

Trattandosi di un canale rivestito è stato adottato un coefficiente k pari a 50. La

[4.2] diventa:

(

)

(

)

3 2 3 5 5 . 4 2 5 . 4 + × = u u h h i k Q [4.3]

(57)

Essendo l’altezza della sezione pari a 4 m la sezione stessa risulta verificata a moto uniforme per una h di 247 cm. u

9 Sez.E-F (rif. Allegato V) canale a cielo aperto con pendenza del 2% circa e sezione rettangolare di dimensioni 2,5x2 metri; quindi i dati relativi a questo tratto sono:

B = 2,5 m H=2 m i = 0,02

Qmax=28,9 mc/s (rif. Cap.2 confluenza 2)

Fig.4.84 Sez.E: canale Monte Olivero

Trattandosi di un canale rivestito è stato adottato un coefficiente k pari a 50. La

(58)

Risolvendo la [4.3] si ottiene che la portata massima avente tempo di ritorno pari a 200 anni scorre nella sezione in esame con una altezza di moto uniforme pari a 1,95 metri.

Essendo l’altezza della sezione pari a 2 m la sezione stessa risulta verificata a moto uniforme per una h di 195 cm. u

(59)

4.2.3.1 Verifica nel tratto terminale alla confluenza con il torrente Carrione

Per verificare che il canale Monte Olivero nel tratto finale, in cui confluisce con il torrente Carrione, non sia rigurgitato da quest’ultimo calcoliamo il profilo liquido in tale tratto combinando la portata duecentennale del torrente Carrione con la portata trentennale del canale Monte Olivero e viceversa.

Dallo studio per la definizione del programma di interventi per l’equilibrio idrogeologico del bacino del torrente Carrione (Prof. Ing. Carlo Viti) si ricava che nel tratto di confluenza del Canale monte Olivero con il torrente Carrione (CA14 rif. Fig.4.85-4.86), quest’ultimo ha una portata pari a :

• Tr=30 anni Q=195 m3/s

• Tr=200 anni Q=393,2 m3/s

Di seguito si riportano la suddivisione dei bacini e le relative portate al colmo del suddetto studio idrologico-idraulico:

(60)

Fig.4.86 Portate al colmo nelle varie sezioni del bacino del torrente Carrione

Nel punto di confluenza con il canale Monte Olivero il torrente Carrione ha una sezione assimilabile a rettangolare di dimensioni pari a circa 8x4 metri e pendenza del 2,6% ; Sempre applicando la formula di Manning, per sezioni rettangolari, abbiamo che i dati relativi a tale tratto sono:

B = 8,0 m H=4,0 m i = 0,026 Qmax ( Tr=30 anni)= 195 mc/s Qmax ( Tr=200 anni)= 393,2 mc/s K=50 m1/3 s-1

(

)

(

)

3 2 3 5 8 2 8 + × = u u h h i k Q

pertanto le portate con tempo di ritorno di trenta e duecento anni scorrono nella sezione di interesse del torrente Carrione con altezze liquide di moto uniforme pari rispettivamente a:

(61)

h( Tr=30 anni)= 2,3 m h ( Tr=200 anni)= 3,9 m

Il canale Monte Olivero nella sezione di chiusura ha le seguenti portate al colmo relative ai tempi di ritorno di interesse:

• Tr=30 anni Q=27,9 m3/s

• Tr=200 anni Q=76,1 m3/s

Di seguito si riportano i risultati ottenuti combinando le portate nel modo suddetto:

9 Q (Carrione) = 195 mc/s (Tr = 30 anni) Q (Monte Olivero )= 76,1 mc/s (Tr = 200 anni)

In questa situazione la portata trentennale nel torrente Carrione defluisce, nella sezione di confluenza, con una altezza di moto uniforme pari a 2,3 m, mentre nella sezione di chiusura del canale Monte Olivero la portata duecentennale scorre con una altezza di moto uniforme pari a 2,8 m (rif. par. 4.2.3). Il canale è quindi libero di sfociare nel torrente senza essere rigurgitato.

9 Q (Carrione) = 393,2 mc/s (Tr = 200 anni) Q (Monte Olivero) = 27,9 mc/s (Tr = 30 anni)

In questa situazione la portata duecentennale nel torrente Carrione defluisce, nella sezione di confluenza, con una altezza di moto uniforme pari a 3,9 m, mentre nella sezione di chiusura del canale Monte Olivero la portata trentennale scorre con una altezza di moto uniforme pari a 1,3m (rif. par. 4.2.3). Il canale è quindi rigurgitato dal torrente.

Inserendo il tratto finale del canale Monte Olivero in Hec-Ras e assegnando come condizioni al contorno di valle l’altezza liquida del torrente Carrione, otteniamo i seguenti risultati:

(62)
(63)

Fig.4.88 Sez. A Canale Monte Olivero: output Hec-Ras

Come vediamo dai risultati dell’elaborazione del programma, in questa situazione il tratto finale del canale Monte Olivero è appena sufficiente a smaltire la portata richiesta; pertanto si potrebbe intervenire alzando le sponde del canale in maniera tale da rispettare il franco di sicurezza che per alvei aperti, come abbiamo detto, si può assumere pari a circa 30 cm e comunque non inferiore a 0,1 volte l’altezza del canale.

Quindi, dallo studio del profilo di rigurgito, si evince la necessità di alzare le sponde lungo gli ultimi 100 metri circa del canale, in maniera graduale, fino ad arrivare all’innalzamento necessario di 40 cm alla confluenza con il torrente Carrione.

(64)

CONCLUSIONI

Il presente lavoro ha riguardato l’analisi idrologica e del rischio idraulico all’interno del bacino del Canale Monte Olivero.

L’urbanizzazione che è avvenuta in questa zona negli ultimi anni non ha assolutamente tenuto conto delle problematiche del territorio e ha comportato la riduzione e spesso la chiusura di molti canali, anche per tratti molto lunghi e con sezioni assolutamente inadeguate.

Pertanto l’obbiettivo prioritario della tesi è stato quello di definire le portate di piena e adeguare al deflusso della portata duecentennale i vari affluenti del canale Monte Olivero.

Dopo numerosi sopralluoghi sono state scelte le tipologie di sezioni di progetto da adottare anche in base alle effettive condizioni morfologiche e urbanistiche delle aree attraversate dai vari fossi, cercando, dove possibile, di riportare i canali a cielo aperto.

Per tali sezioni sono state quindi eseguite le verifiche a moto permanente per il deflusso della portata duecentennale; esse risultano talvolta sovradimensionate, ma tale scelta è dovuta al fatto di mantenere accessibili i vari canali, soprattutto quelli a sezione chiusa, anche da piccoli mezzi meccanici per favorirne la pulizia e la manutenzione.

E’ stata poi eseguita una verifica a moto uniforme nel tratto terminale del canale, fino alla confluenza con il torrente Carrione, da cui si evince la necessità di alzare le sponde negli ultimi 100 metri circa del canale, per evitare esondazioni durante il passaggio della piena duecentennale del torrente Carrione stesso.

Dallo svolgimento di questo lavoro è emersa chiaramente la fondamentale importanza, in studi di questo genere, di una corretta ed adeguata conoscenza del bacino in esame e anche di una buona dose di esperienza, senza le quali, qualunque sia il metodo di studio adottato, si può pervenire a risultati del tutto errati. Per questo motivo ringrazio in modo particolare il professor Valerio Milano, per i preziosi consigli, l’esperienza e la disponibilità dimostratami.

Ringrazio inoltre l’ing. Nicola Festa e tutto il settore Opere Pubbliche del comune di Carrara per aver messo a mia disposizione il loro tempo e le loro conoscenze.

Infine rivolgo un ringraziamento particolare ai miei genitori e soprattutto alla mia mamma per la sua pazienza.

(65)

BIBLIOGRAFIA

Prof. Ing. Valerio Milano. Elementi di idrografia e idrologia, Costruzioni idrauliche, vol.I, Servizio Editoriale Universitario di Pisa, Pisa, 2000

Prof. Ing. Valerio Milano. Sistemazione dei corsi d’acqua,, Costruzioni idrauliche, vol.II,

Servizio Editoriale Universitario di Pisa, Pisa, 2000

Prof. Ing. Carlo Viti. Studio idrologico idraulico del torrente Carrione

Provincia di Massa-Carrara

Centro funzionale di monitoraggio della Regione Toscana: www.cfr.toscana.it

Consorzio Lamma Toscana: www.lamma.rete.toscana.it

Regione Toscana: www.regione.toscana.it/derivatetematiche

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