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LEGGE DI STABILITÀ INADEGUATA

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Academic year: 2022

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I

LEGGE DI STABILITÀ INADEGUATA

Enrico PironSegretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana Venezia

INSERTO /2-2016

SPI CGIL VENEZIA

Lega Laguna Nord Est

La legge di stabilità votata non è quella di cui aveva bi- sogno il Paese.

Non sviluppa l'occupazione, specie per i giovani e non riduce le disuguaglianze. Per fare chiarezza, la manovra non è espansiva. Se usiamo la “contabilità delle per- sone” invece che la contabilità dello Stato, la sostanza è questa: vi sono tre miliardi di restituzione fiscale per le persone, visto che per 1,7 miliardi l’abolizione della TASI riguarda le imprese. A questi vanno aggiunti 600 milioni di spesa sociale aggiuntiva. Sono 3,6 miliardi per la società. Ma i tagli alla spesa sono 8,4 miliardi. E sono tagli, anche se vengono chiamati razionalizzazioni o spending review, perché comportano la certezza della contabilità, nel bilancio dello Stato.

Tento di spiegare.

Prendiamo ad esempio la questione del Fondo Sanitario Nazionale. Il Patto per la salute prevedeva un aumento motivato, dovuto all’invecchiamento della popolazione, dai costi dei nuovi efficaci farmaci salvavita e quel po’

di inflazione che c’è producendo un aumento tenden- ziale del 4% annuo.

L’aumento solo dell’1% del FSN è quindi un taglio per- ché costringe tutte le Regioni o a ridurre le prestazione o ad aumentare i costi per gli ammalati.

Tornando al carattere generale della manovra c’è un dato definitivo circa il giudizio complessivo. Il deficit previ- sto per il 2005 era il 2,6% del PIL, mentre il deficit pro-

grammato per il 2016 dovrà essere il 2,2 o al massimo il 2,4%. Un deficit comunque inferiore all’anno prece- dente. In questo modo il risparmio diventa di 30 miliardi nel 2016 per esplodere a 50 miliardi, nella previsione del Governo, per il 2018. Lo Stato fa cassa con le nostre tasse!

Questa legge è tutta dentro l'impostazione di austerità flessibile. Ne contiene le due linee principali: si vuole ridurre la spesa pubblica soprattutto per il welfare e non riqualificarla, si propone una visione in cui la ripresa, lo sviluppo, l’economia stessa sono affidate al mercato.

E poi si fa solo finta, di voler aprire le trattative per i contratti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici; è per la condivisione della politica europea che manca una vera politica per il Sud. Mancano infatti risorse aggiun- tive e un’idea di fondo di programmazione pubblica, manca, drammaticamente un intervento sulla struttura della legge Fornero.

Insomma, anche quello che manca non manca a caso.

Anche la defiscalizzazione nel secondo livello di con- trattazione è sempre più condizionata da una filosofia sbagliata. E tutto questo favorisce fiscalmente il welfare aziendale rispetto al salario aziendale e defiscalizza il salario anche unilaterale e non solo derivante dagli ac- cordi aziendali, indebolendo il ruolo del sindacato e della contrattazione, così centrali per il recupero della produttività industriale del paese.

Segue a pag. II

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II

Legge di stabilità - segue dalla prima pagina

Vi è un taglio netto che condizionerà la trasformazione delle Province in Aree Vaste: facendo rischiare il default a molte amministrazioni, con la conseguente cessazione di servizi ai cittadini e rischio occupazionale per i di- pendenti. Senza la TASI i comuni perderanno l’unica forma di autonomia tributaria e saranno sempre di più di- pendenti dalle scelte future del Governo e del Parlamento.

Le Regioni sono profondamente destabilizzate dalla somma fra tagli alla sanità e tagli ai loro fondi ordinari.

I tagli ai patronati e ai CAF sono sempre di più un at- tacco non ai sindacati ma ai servizi per i cittadini e spin- gono infatti verso la monetizzazione dell’esercizio dei diritti.

La parte fiscale della manovra è proprio di stampo elet- torale. Si vuole abolire la TASI a tutte le abitazioni, anche a quelle di grande valore, e che la media reale della TASI è decisamente più alta nelle città metropoli- tane, cioè in quelle in cui si vota a primavera.

Ovviamente non saremo noi a difendere la TASI. Siamo stati noi a criticarne l'introduzione. Noi però rilanciamo la proposta di tassazione sulle grandi ricchezze. Infatti l’Italia ha il più alto rapporto fra patrimoni e PIL, fra patrimoni e reddito medio, ed ha, al contrario di quello che molti sostengono un’alta concentrazione, dei patri- moni. La nostra proposta riguarderebbe il 5% delle fa- miglie, avrebbe una quota esente fissata a 800.000 euro, sia di patrimonio mobiliare che immobiliare, con ali- quote progressive dallo 0,5 al 2%, con uno 0,2 aggiun- tivo a disposizione dei Comuni.

Le entrate annuali che garantirebbe sarebbero fra i 15 e i 20 miliardi all’anno.

E poi resta la grande questione del contante. La nostra posizione è che la lotta all’evasione fiscale deve avere come obiettivo la riduzione dell’evasione e non il recu- pero successivo. Serve luce sul nero e non ampliamento di quella dimensione. Nella legge di stabilità, non c’è solo l’innalzamento del tetto, da mille a tremila euro per l’obbligo del pagamento tracciabile, ma viene superato l’obbligo di tracciabilità anche per il pagamento di tutti gli affitti e di tutte le merci trasportate.

Esistono aspetti positivi, purtroppo insufficienti per darne un giudizio complessivamente positivo. Pur- troppo l’aumento delle risorse contro la povertà non rientra in una strategia complessiva e strutturale. Le clausole di salvaguardia che riguardano l’aumento del- l’Iva e delle accise della benzina sono solo spostate al prossimo anno.

Il progetto per il paese che ha in mente questo governo è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità che il nostro paese effettivamente ha. Noi non abbasseremo la guardia. Verso l'equità, verso la conquista piena dei diritti di cittadinanza e soprattutto verso la piena realiz- zazione della giustizia sociale.

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III

La crisi lunga e feroce che ci ha colpito per lungo tempo, circa 8 anni, potrà dirsi davvero conclusa quando riprenderanno forza i diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei cittadini.

E fra tanti diritti da risarcire il primo è il diritto ad una previdenza giusta e adeguata per tutti, come recita la stessa Costituzione.

I pensionati e i lavoratori, quest’anno, ritorneranno in piazza con ancora maggiore decisione e continuità, forti anche di una piattaforma unitaria con CISL e UIL, che confronta complessivamente e ridisegna il problema della previdenza.

Il diritto alle pensioni, infatti, comporta, prima di tutto, il diritto al lavoro, alla crescita dell’occupazione gio- vanile, oggi così mortificata, comporta per chi è al la- voro, regole certe, in termini di tempi, di requisiti, di modalità di accesso.

Comporta per chi è uscito dal mondo del lavoro, il di- ritto ad una condizione economica adeguata e “di- fesa”, non come è avvenuto alle nostre pensioni in questi anni, caratterizzati da assistenza minima, blocco della pur insufficiente rivalutazione per far fronte al costo della vita, incertezze e complicazioni burocrati- che, riconfermando così la permanenza di troppi pen- sionati e pensionate nell’area della povertà o in quella ad essa contigua, densa di preoccupazioni e insicu- rezze.

La piattaforma unitaria ha un titolo significativo: cam- biare le pensioni, dare lavoro ai giovani.

Infatti le risorse prelevate anche con forti tagli previ- denziali devono garantire lo sblocco del mercato del lavoro e offrire occupazione ai giovani penalizzati dalla crisi, dalla normativa e dal blocco del turn-over, attraverso anche un nuovo schema di solidarietà inter- generazionale.

Contemporaneamente i rendimenti pensionistici de- vono essere dignitosi per tutti, giovani, lavoratori pre- cari, discontinui, correggendo il funzionamento del sistema contributivo e rafforzando forme di integra- zione.

Vanno riportate nell'accesso alle pensioni riduzioni dei requisiti e flessibilità, a partire dalla soglia dei 62 anni o dalla combinazione età/contribuzione.

Finalmente entra con grande evidenza nella nostra piattaforma il riconoscimento del lavoro di cura delle donne che, oltre a un faticoso impegno in più, pagano questo lavoro aggiuntivo con una povertà pensioni- stica con carriere meno regolari e con pensioni più basse.

Deve diventare obiettivo immediato il riconoscimento dei lavori usuranti, uscendo da lentezze e genericità o da ambigui allargamenti delle figure.

I lavori non sono uguali e comportano fatica, impegno e condizioni diverse e quindi anche qualità e aspetta- tive di vita diversi.

Non è uguaglianza imporre la stessa norma a chi porta pesi diversi, lavori in condizioni diverse e più difficili.

Per questo intervenire concretamente nelle particola- rità dei lavori usuranti supera il fatto pensionistico per entrare in quello di una maggiore giustizia sociale.

Per quanto riguarda i pensionati, pur riconoscendo i limitati aspetti positivi dell'aumento della NO-TAX AREA e il parziale recupero del blocco della rivaluta- zione delle pensioni previsti dalla legge di stabilità, non si deve mai dimenticare che il 50% dei pensionati percepisce una pensione netta inferiore a € 850 che si riducono a € 650 se si tratta di donne.

Per questo va conquistato, all'interno di più solide con- dizioni di cittadinanza un modello di perequazione che garantisca almeno il reale potere d'acquisto delle pen- sioni.

In attesa di sostenere nelle piazze e con lotte queste proposte, a Venezia continuiamo la nostra preziosa campagna sui “Diritti inespressi”, che ci avvicina ai nostri iscritti e ci consente di garantire loro il ricono- scimento di diritti spesso non conosciuti dagli interes- sati, che danno diritto a prestazioni aggiuntive.

Dalle esperienze di questa prima settimana questo è il modello di un sindacato che cerca gli iscritti e non aspetta, magari in buona fede, che siano loro a cer- carci.

Partecipazione e concretezza sono gli obiettivi di que- sta campagna, pensioni certe, adeguate e civili sono l’orizzonte contrattuale universale.

Angiola Tiboni

Segretaria Generale SPI-CGIL Metropolitano Venezia

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IV

Tutelare le pensioni in essere

Le continue manomissioni del meccanismo di pere- quazione operate dai governi che si sono succeduti negli anni non hanno rispettato i diritti dei pensionati e hanno considerato la rivalutazione come se fosse un privilegio e non, come realmente è, la difesa del potere d’acquisto. Occorre prevedere meccanismi più idonei a salvaguardare, nel tempo, il valore degli assegni pen- sionistici e ritornare alla normativa sulla rivalutazione annuale in vigore prima del blocco imposto dalla legge Monti-Fornero.

Sulle pensioni italiane grava una tassazione doppia ri- spetto alla media europea, e, per questo, è necessaria una diversa politica fiscale che sostenga i redditi dei pensionati anche realizzando la completa equipara- zione della “no tax area” dei pensionati al livello di quella dei lavoratori dipendenti.

Rafforzare la previdenza complementare

CGIL CISL e UIL riconfermano l’importanza del ruolo svolto dalla previdenza complementare nel concorrere ad assicurare più elevati livelli di copertura previden- ziale. Anche a tale riguardo è necessario che il Governo valorizzi la peculiarità del risparmio gestito dai fondi pensione negoziali, riconoscendone la finalità sociale anche sul piano fiscale, riportando all’11 per cento l’imposta sostitutiva innalzata al 20 per cento per una malintesa idea di equiparazione alle rendite finanziarie.

Occorre favorire la diffusione della previdenza comple- mentare in tutti i settori, tramite lo sviluppo dell’educa- zione previdenziale e il rilancio di una campagna informativa istituzionale ed estendendo ai dipendenti pubblici l’attuale regime fiscale previsto per i lavoratori del settore privato.

CGIL CISL UIL rafforzano il proprio impegno contrat- tuale per la promozione delle adesioni e per un pro- cesso che favorisca l’accorpamento dei fondi pensione per meglio tutelare il risparmio previdenziale dei lavoratori.

Il Governo dovrebbe favorire lo sviluppo di condizioni che consentano di contemperare l’obiettivo dei fondi pensione di migliorare ulteriormente la tutela e la red- ditività dei patrimoni dei propri aderenti, in un orizzonte temporale di lungo periodo, con l’interesse generale a convogliare una quota maggiore del risparmio previ- denziale verso l’economia reale, per rafforzare la cre- scita infrastrutturale e produttiva del Paese.

Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani

La legge Monti-Fornero sulle pensioni è stata la più gi- gantesca operazione di cassa fatta sul sistema previ- denziale italiano. Sono stati prelevati nel periodo 2013-2020 circa 80 miliardi di euro con una manovra economica fatta a danno di lavoratori e pensionati su un sistema giudicato sostenibile da tutte le istituzioni nazionali ed internazionali. Questi interventi hanno in- trodotto elementi di eccessiva rigidità nell’accesso alla pensione, generando iniquità e problematiche che an- cora oggi aspettano una soluzione definitiva.

Per CGIL CISL e UIL è necessario un intervento strut- turale di riforma che dia certezze ai lavoratori e alle la- voratrici, giovani e meno giovani, e restituisca una parte delle risorse risparmiate sulla loro pelle per riaf- fermare solidarietà, flessibilità, equità. Tale riforma è urgente anche per sbloccare il mercato del lavoro e of- frire occupazione ai giovani, pesantemente penalizzati dall’attuale normativa, sia per il loro futuro pensioni- stico, che per il sostanziale blocco del turn-over in atto.

Pensioni dignitose per i giovani

e per i lavoratori precari e discontinui

Devono essere inseriti elementi correttivi sul funziona- mento del sistema contributivo in grado di assicurare un trattamento pensionistico adeguato e dignitoso anche a chi svolge e ha svolto lavori saltuari, discon- tinui, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mer- cato del lavoro.

Cambiare le PENSIONI…

Dare lavoro ai GIOVANI

Il ripristino della flessibilità nell’accesso al pensionamento può essere una prima risposta generalizzata che consente di venire incontro, anche se parzialmente, alle esigenze di chi svolge lavori più faticosi e pesanti. Occorre, tuttavia, ripensare la normativa, estendendo la platea dei beneficiari e i settori coinvolti nel concetto di “usura”, e rivedere le modalità e i criteri per il calcolo della pensione, in modo che i coefficienti di trasformazione riflettano la differente aspettativa di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, in base all’attività svolta.

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V

Forme d’integrazione ai trattamenti bassi devono es- sere riaffermate anche per le pensioni future, calcolate con il metodo contributivo.

Occorre ripensare la gestione separata INPS che, a fronte di un progressivo aumento della contribuzione, accorda tutele diverse e minori agli iscritti, rispetto alla generalità dei lavoratori. È anche utile promuovere schemi di solidarietà intergenerazionale, attraverso il ricorso alla contribuzione figurativa, per incentivare l’u- tilizzo volontario del part time fra i lavoratori anziani negli ultimi anni della carriera lavorativa, collegandolo all’assunzione dei giovani, secondo le modalità previste dagli accordi collettivi.

Accesso flessibile al pensionamento

È indispensabile ripristinare meccanismi di flessibilità nell’accesso alla pensione, a partire dall’età minima di 62 anni oppure attraverso la possibilità di combinare età e contributi, per venire incontro alle esigenze di vita delle persone e ai cambiamenti dell’organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi. Gli oneri relativi alle mi- sure di flessibilità non possono essere scaricati sui la- voratori. Ciò implica anche l’assoluta indisponibilità di CGIL, CISL e UIL all’introduzione di misure che condi- zionino l’accesso anticipato al pensionamento al rical- colo della pensione con il metodo contributivo.

Accanto alla reintroduzione della flessibilità nell’ac- cesso al pensionamento di vecchiaia occorre preve- dere la pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti i lavoratori e le lavoratrici, senza penalizzazioni e senza collegamento con l’attesa di vita.

Bisogna chiudere rapidamente anche le vertenze aperte:

è urgente completare le salvaguardie per i lavoratori

“esodati” con una soluzione di carattere strutturale che garantisca a tutti gli interessati il diritto alla pen- sione;

è necessario risolvere i problemi della cosiddetta

“quota 96” per il personale della scuola e i requisiti pensionistici del personale ferroviario;

la progressiva armonizzazione delle regole pensio- nistiche tra dipendenti pubblici e privati ha imposto a molti lavoratori costi esorbitanti e insostenibili per ricongiungere i contributi previdenziali versati, senza compensazioni sull’assegno pensionistico.

Occorre trovare una soluzione definitiva che consenta la ricongiunzione non onerosa dei contributi previden- ziali maturati in gestioni diverse.

Riconoscere il lavoro di cura

Le donne sono state profondamente penalizzate dalla riforma Fornero, dal momento che l’innalzamento dei requisiti pensionistici è stato troppo accelerato, sia nel settore pubblico che nel settore privato, senza tenere sufficientemente conto del ruolo da loro svolto nel la- voro di cura che supplisce alle carenze del sistema di welfare e provoca buchi contributivi che determinano una forma “femminile” di povertà pensionistica.

È necessario che venga esteso e potenziato, presso tutte le gestioni previdenziali, il riconoscimento della contribuzione figurativa per i periodi di congedo paren- tale e per i periodi in cui le donne e gli uomini si dedi- cano al lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili gravi.

Riconoscere la diversità dei lavori

La normativa attuale sui lavori usuranti non risponde all’esigenza di riconoscere che i lavori non sono tutti uguali: definisce poche tipologie, esclude interi settori (es. edilizia) e applica regole che impediscono alla quasi totalità degli interessati di usufruirne. Da ciò i ri- sparmi consistenti, sistematicamente impiegati su altri capitoli del bilancio dello Stato.

L’applicazione automatica dell’attesa di vita fa parti eguali tra diseguali: ad attività e condizioni di vita di- verse corrispondono aspettative di vita differenti. Ciò va riconosciuto.

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VI

La Cgil ha promosso in questi anni campagne di mobilitazione e contrasto nei confronti di tutte le leggi e provvedimenti che ispirate al neoliberismo hanno deregolato il mer- cato del lavoro e hanno deteriorato e spesso can- cellato i diritti delle per- sone che lavorano.

La precarietà, le esterna-

lizzazioni, il sistema degli appalti, la contrapposizione tra lavoro pubblico e lavoro privato, autonomo e subordi- nato, hanno ridotto le tutele per la generalità dei lavoratori.

Sempre di più le leggi hanno determinato una limitazione della contrattazione e l'aumento dei poteri unilaterali delle imprese. Per questo la Cgil ha promosso il Nuovo statuto delle lavoratrici e dei lavoratori che ampliando, esten- dendo ed integrando la legge 300/70 si configura come una Carta dei diritti universali delle lavoratrici e di riscrit- tura del Diritto del Lavoro.

Occorre ricomporre il mondo del lavoro, rafforzare la contrattazione collettiva, costruire un nucleo di diritti uni- versali estesi a tutte/i le lavoratrici e lavoratori.

Diritti, Democrazia, Contrattazione sono principi di rango Costituzionale perché è nella Costituzione che c'è il fondamento democratico del lavoro e della libertà sin- dacale.

A questi principi si ispira il testo di legge di iniziativa popolare che sottoponiamo alla consultazione e con- divisione degli iscritti alla Cgil.

Gli obiettivi del testo sono:

•ricostruire il diritto ad avere diritti nel lavoro realmente universali ed estesi a tutti che pertanto si fondino su principi di rango costituzionale;

•disciplinare regole su Democrazia e Rappresentanza, estendendo a tutti gli accordi interconfederali sottoscritti in questi anni;

•attuare l'articolo 39 della Costituzione, dando alla Con- trattazione collettiva regole che ne determino l'efficacia generale ripristinando il giusto rapporto tra legislazione e contrattazione;

•aumentare le forme di par- tecipazione, consultazione e voto certificato dei lavora- tori al fine di garantire sem- pre di più che le tutele seguano i cambiamenti or- ganizzativi delle imprese af- fidando alla contrattazione a tutti i livelli la funzione rego- latrice tra diritti dei lavoratori ed esigenze tecnico orga- nizzative delle imprese;

•riscrivere la disciplina delle tipologie contrattuali rimet- tendo al centro il contratto di lavoro a tempo indetermi- nato e stabile, superando la precarietà attraverso la ridefinizione dei diritti collegati a quelle tipologie di la- voro riconducendole alla loro funzione di rispondere ad esigenze meramente temporanee dell'impresa o di au- tonomia scelta del lavoratore.

Proprio per la rilevanza e l'eccezionalità di questo disegno che cambia il volto del mondo del lavoro rimettendo al centro il Lavoro e i Diritti, cancellando tutta la legislazione che ne ha permesso la svalorizzazione e soprattutto in- troducendo diritti innovativi, in grado di rispondere alle esigenze di modernizzazione dello sviluppo ma contem- perando tutele e garanzie per i lavoratori, occorre che tutte le iscritti e le iscritti partecipino alla discussione, dif- fusione, promozione e sensibilizzazione alla campagna di promozione della “Carta”.

Proprio per il suo carattere inclusivo e per il dibattito cul- turale che il Disegno di legge ha l'ambizione di promuo- vere nel paese, la raccolta di firme dovrà essere occasione di confronto con tutti i lavoratori organizzati e non, con le associazioni dei lavoratori autonomi, del mondo accademico, degli operatori del diritto, della po- litica, della rappresentanza istituzionale, della società ci- vile e dell'associazionismo democratico e soprattutto al confronto con Cisl e Uil. A differenza dei provvedimenti dei Governi che si sono succeduti, sinora, questa è una proposta che guarda al futuro in ottica positivo dando strumenti affinché le condizioni di lavoro migliorino per tutti e non che ad ogni cambiamento si determinino con- dizioni di minor favore.

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VII

Nel Territorio della Lega Laguna Nord Est la consultazione per i pensionati avverrà:

FAVARO VENETO LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2016 ore 15,00 Centro Anziani Quartiere10 Via Gobbi QUARTO D’ALTINO MERCOLEDÌ 17 FEBBRAIO 2016 ore 15,00

Ex Municipio - Piazza San Michele MARCON LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2016 ore 15,00

Centro Anziani Via della Cultura

Contestualmente approfondiremo anche tutte le questioni che attengono a:

•Diritti che i pensionati possono richiedere e che spesso invece sono inespressi

•Quali prospettive per le nostre pensioni

INCONTRO APERTO A TUTTI GLI ISCRITTI Conclusione con piccolo Buffet

La Cgil di Venezia in questi giorni ha messo in rete i documenti ufficiali che servono per le assemblee e una serie di materiali utili per la consultazione. La scelta è infatti quella di diffondere al massimo la proposta e dare la parola capillarmente agli iscritti e per aprire un confronto nel territorio. Il sito di riferimento è www.cgilvenezia.it che informerà puntualmente sulle varie iniziative. Inoltre on-line su Facebook e su Twitter nelle pagine "Cgil Venezia" che vengono aggiornate costantemente.

In considerazione di ciò e per dare più forza alla Campagna a sostegno della “Carta” si chiede agli iscritti di dare mandato al direttivo nazionale di valutare, in via eccezionale, il sostegno al Ddl con specifici quesiti referendari con propria proposta autonoma.

Il verbale delle Assemblee degli iscritti dovrà inoltre contenere la pos- sibilità di raccogliere contributi e riflessioni degli iscritti come integra- zione ed arricchimento al testo di legge proposto dalla Cgil.

Dispositivo con quesiti per la consultazione

•Condividi obiettivi e gli indirizzi della proposta presentata dalla Cgil del Disegno di legge di iniziativa popolare “ Carta dei diritti universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto di tutte le lavoratrici e lavoratori”?

•Condividi la possibilità di sostenere, in via eccezionale e straor- dinaria, la proposta di legge con specifici quesiti referendari, e dai mandato al Direttivo Nazionale della Cgil di elaborarli, defi- nendoli con propria proposta autonoma, in considerazione delca- rattere universale e di rango costituzionale della proposta stessa che inerisce ai diritti generali e fondamentali riferiti al lavoro?

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VIII

CARTA

DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO

PATRIMONIO DI LIBERTÀ

Per dare diritti al lavoro subordinato, precario e autonomo, per estenderli e riconoscerli a tutti, per coinvolgere i nostri iscritti e renderli parte attiva del cambiamento: questa è la Carta dei Diritti Universali del Lavoro.

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