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formulare delle ipotesi diagnostiche.

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(1)

RORSCHACH RORSCHACH

Il Test di Rorschach è uno degli strumenti più utilizzati e conosciuti nella pratica

clinica in quanto consente un’analisi q approfondita della struttura di

personalità permettendo anche di personalità, permettendo anche di formulare delle ipotesi diagnostiche.

(2)

A differenza del TAT, CAT e di altre tecniche proiettive, il Rorschach non è p ,

stato concepito all’interno di alcuna teoria specifica della personalità ma è teoria specifica della personalità, ma è

stato proposto come

metodo esplorativo per indagare la relazione tra percezione e personalitàp p sulla base dell’osservazione che i pazienti

schizofrenici sembravano percepire le schizofrenici sembravano percepire le

macchie in modo molto diverso dai i li i i

soggetti non clinici.

(3)

1921:

1921: CREAZIONE DEL TEST DI CREAZIONE DEL TEST DI 1921:

1921: CREAZIONE DEL TEST DI CREAZIONE DEL TEST DI RORSCHACH

RORSCHACH

La prematura scomparsa del creatore del p p Test (un anno dopo la pubblicazione della sua

monografia Psychodiagnostik) ha monografia Psychodiagnostik) ha

comportato:

i l t il d ll – un incompleto sviluppo della

metodologia originaria del test

– una serie di diatribe tra approcci, scuole e sistemi sviluppatisi negli anni scuole e sistemi sviluppatisi negli anni

(4)

A partire dalla iniziale intuizione di H A partire dalla iniziale intuizione di H.

Rorschach che la modalità di

interpretare le macchie possa fornire interpretare le macchie possa fornire delle indicazioni sulla struttura della

personalità del soggetto

molti sono stati gli autori che hanno molti sono stati gli autori che hanno

condiviso, ma anche modificato, li t i t t t il R h h ampliato e reinterpretato il Rorschach.

(5)

1970: Exner comincia uno studio per 1970: Exner comincia uno studio per confrontare i 5 metodi più utilizzati e la confrontare i 5 metodi più utilizzati e la

conclusione raggiunta fu che conclusione raggiunta fu chegggg

“...erano stati creati cinque test di Rorschach singolarmente diversi. Essi erano simili solo per il fatto che ognuno aveva utilizzato p f g

le stesse figure stimolo svizzere e per aver incluso la maggior parte delle siglature incluso la maggior parte delle siglature

originali ed i postulati interpretativi

dell’autore originale ma persino alcuni di dell autore originale, ma persino alcuni di

questi erano stati arricchiti da qualche sistematizzatore

(6)

Questo stimolò Exner a fondare la Q

Rorschach Research Foundation,

d “ h h

più tardi nota come “Rorscahch Workshops”, spostando l’iniziale p p obiettivo di analisi di pregi e difetti di ciascun sistema verso un'integrazione ciascun sistema verso un integrazione

degli aspetti di tutti i sistemi

f li d i li l ti

focalizzandosi su quegli elementi

empiricamente giustificabili, tenendo conto di standardizzazione, attendibilità

e validità.

(7)

Nel periodo in cui Exner, lavora sul suo Nel periodo in cui Exner, lavora sul suo

progetto, infatti, nessuno pensava al Rorschach come a un Test

Rorschach come a un Test,

tutti lo utilizzavano come un mezzo per p raccogliere informazioni che venivano

poi interpretate secondo una poi interpretate secondo una

concezione personale a riguardo della dinamica di personalità

dinamica di personalità.

(8)

LO SCOPO DI EXNER È DI LO SCOPO DI EXNER È DI LO SCOPO DI EXNER È DI LO SCOPO DI EXNER È DI

PASSARE:

PASSARE:

⇒ da una tecnica di assessment

⇒ da una tecnica di assessment

psicologico (osservazione con teoria alle spalle)

spalle).

⇒ ad un TEST,

cioè uno strumento

standardizzato ed obiettivo.

(9)

Crea un nuovo strumento che soddisfi 4 Crea un nuovo strumento che soddisfi 4

it i di b h d fi i l t t it i di b h d fi i l t t

criteri di base che definiscono lo status criteri di base che definiscono lo status scientifico di uno strumento di assessment scientifico di uno strumento di assessment

i l i (W i ) i l i (W i ) psicologico (Weiner):

psicologico (Weiner):

l b l

1. Interscorer Reliability:

indica il livello di accordo tra due indica il livello di accordo tra due osservatori nel valutare lo stesso fenomeno: vale a dire se due persone fenomeno: vale a dire se due persone misurano lo stesso oggetto o alcune sue

i i h i h i

caratteristiche, in che misura

significativamente superiore al caso ottengono lo stesso risultato?

(10)

2. Fedeltà Test – Retest:

indica il livello di accordo tra due

osservazioni effettuate in tempi diversi p da parte dello stesso o di più

osservatori osservatori.

3. Validità concorrente- divergente:

cioè ciò che viene misurato corrisponde cioè ciò che viene misurato corrisponde

effettivamente a ciò che si voleva

i ?

misurare?

(11)

4. Validità predittiva:

cioè la probabilità di un soggetto di avere una particolare caratteristica rispetto alla

p p

popolazione di appartenenza.

(12)

Il Rorschach aiuta lo psicologo Il Rorschach aiuta lo psicologo

d d i i i d d i i i a prendere decisioni a prendere decisioni

importanti per:

importanti per:

importanti per:

importanti per:

– per formulare la diagnosi di personalità – per la scelta di un trattamento

per la valutazione dell’esito della terapia – per la valutazione dell esito della terapia – in molti ambiti, da quello clinico,

giudiziario o scolastico.

– per valutare il rischio suicidario – per valutare il rischio suicidario

(13)

PROIEZIONE e PROIEZIONE e PROIEZIONE e PROIEZIONE e

PROCESSO DI RISPOSTA PROCESSO DI RISPOSTA PROCESSO DI RISPOSTA PROCESSO DI RISPOSTA

• H. Rorschach identificò in un processo di

d l f d

percezione ed associazione il fondamento delle risposte al test.

– Oggi tutti gli esperti di Rorschach concordano sul fatto che nel processo di concordano sul fatto che nel processo di risposta si combinino processi di tipo percettivo e associativo: le differenze percettivo e associativo: le differenze nascono sull’importanza attribuita al primo processo rispetto al secondo

primo processo rispetto al secondo.

(14)

•Il Sistema Comprensivo (CS) di Exner tt ib i

attribuisce

MOLTA PIÙ IMPORTANZA ALL'ASPETTO PERCETTIVO

SEPARANDOLO MOLTO NETTAMENTE DA QUELLO NETTAMENTE DA QUELLO

ASSOCIATIVO.

(15)

• Questo approccio ha le sue radici nellaQuesto approccio ha le sue radici nella concezione iniziale espressa da Rorschach (1921):

Rorschach (1921):

– "Nell'attribuire il punteggio alle rispostep gg p date dai soggetti, il contenuto è considerato per ultimo. E' molto più considerato per ultimo. E molto più importante studiare la funzione della percezione e dell'appercezione"

percezione e dell appercezione .

(16)

• Gli autori che si muovono in questo ambito sostengono che il Rorschach ambito sostengono che il Rorschach generi informazioni utili sul funzionamento della personalità funzionamento della personalità perché

SITUAZIONE DI PROBLEM

• crea una SITUAZIONE DI PROBLEM- SOLVING, IN CUI I SOGGETTI

DEVONO PRENDERE UNA

DEVONO PRENDERE UNA

DECISIONE SULLA RISPOSTA DA DARE COSÌ COME SUCCEDE NELLA DARE, COSÌ COME SUCCEDE NELLA VITA QUOTIDIANA.

(17)

• In questo senso il Rorschach diventa una misura della strutturazione cognitiva che misura della strutturazione cognitiva che implica processi di attenzione, percezione e analisi logica (Weiner 1994)

analisi logica (Weiner, 1994).

(18)

• La differenza tra i due approcci teorici

proposti deriva quindi dal modo diverso di proposti deriva, quindi, dal modo diverso di concepire e utilizzare il processo di

risposta risposta,

cioè l’insieme di operazioni che il soggetto compie di fronte allo stimolo prima di fornire la risposta stessa.

(19)

APPROCCIO PROIETTIVO

1) La risposta è considerata e analizzata come

l i i l li i d

qualsiasi altro oggetto analitico, prodotto dell’inconscio, che si caratterizza per una

i f l i i à i i i di

regressione formale verso attività primitive di pensiero primario (regressione al servizio dell’Io).

2) Lo stimolo, la macchia, viene considerato) , , ambiguo o non strutturato e ogni riposta è una manifestazione “proiettiva” della personalità delp p soggetto che risponde al compito.

(20)

APPROCCIO EXNER

1) La risposta è un’operazione percettivo cognitiva,

h i l d id ò i li l

che consiste nel decidere a cosa può somigliare la macchia d’inchiostro proposta.

2) Lo stimolo come elemento che presenta un suo grado di strutturazione e determinazione, i famosi Critical Bits o Unità Critiche individuati da Exner (1996) e la risposta rappresenta la modalità con cui il soggetto reagisce agli stimoli reali e organizza la realtà.

(21)

• Il CS è utile perché può inserirsi in un modello configurazionale o integrativo modello configurazionale o integrativo, nel senso che l’analisi permette di

lavorare su due livelli classicamente lavorare su due livelli, classicamente separati, quello nomotetico e quello ideografico

ideografico

QUESTO

COMPORTA UN RIPENSAMENTO E COMPORTA UN RIPENSAMENTO E

UNA RIFORMULAZIONE DEL CONCETTO DI PROIEZIONE.

(22)

Non tutto il materiale fornito al test Non tutto il materiale fornito al test Non tutto il materiale fornito al test Non tutto il materiale fornito al test

è proiettivo è proiettivo p p

Senza negare che la proiezione sia un Senza negare che la proiezione sia un meccanismo che entri a far parte delle

i ff l

risposte offerte al test

Exner ritiene fondamentale distinguere il t i l i tti d ll h l è materiale proiettivo da quello che non lo è.

(23)

L P i i i i d ti

L P i i i i d ti

La Proiezione, avviene in due momenti La Proiezione, avviene in due momenti

specifici del processo di risposta:

specifici del processo di risposta:

) ll f d d ll

1) nelle prime fasi di scanner dello stimolo, dove il meccanismo proiettivop può evidenziarsi attraverso una distorsione o “mispercezione”, che si distorsione o mispercezione , che si riflette in tutte quelle risposte con qualità formale meno

qualità formale meno,

(24)

L P i i i i d ti

L P i i i i d ti

La Proiezione, avviene in due momenti La Proiezione, avviene in due momenti

specifici del processo di risposta:

specifici del processo di risposta:

2) oppure nelle ultime fasi del processo in cui il soggetto selezionando la risposta da offrire tra le molte potenziali, p ,

abbellisce e personalizza i percetti

rivelando così aspetti della personalità rivelando, così, aspetti della personalità che sono al di fuori della sua

consape ole a consapevolezza.

(25)

TAVOLE E ALTRO MATERIALE TAVOLE E ALTRO MATERIALE TAVOLE E ALTRO MATERIALE TAVOLE E ALTRO MATERIALE

PER LA SOMMINISTRAZIONE PER LA SOMMINISTRAZIONE

• Tavole pulite

• Fogli bianchi

• Fogli bianchi

• Foglio di localizzazione

(26)

Preparazione al Test

• Il test di Rorschach viene solitamente somministrato all'interno del più ampio somministrato all'interno del più ampio processo di consultazione, quindi se il soggetto è già stato preparato correttamente aglig scopip della consultazione, non dovrebbe essere necessaria alcuna elaborazione necessaria alcuna elaborazione particolare circa la natura del test.

(27)

COLLOCAZIONE COLLOCAZIONE

La collocazione preferibile è fianco a fianco, si può realizzare a un tavolo o

servendosi di due poltroncine.p Due motivi:

Rid li ff i di i i

– Ridurre gli effetti di suggerimenti involontari e non richiesti.

– Permettere una migliore visuale.

(28)

Presentazione del test Presentazione del test

• Nel corso dell'illustrazione generale,

per introdurre il Rorschach si potrebbe dire al soggetto: “Uno dei test che gg

faremo è il test delle macchie di

inchiostro il Rorschach Ne ha sentito inchiostro, il Rorschach. Ne ha sentito parlare, o l'ha già fatto?":

(29)

INTRODUZIONE AL TEST INTRODUZIONE AL TEST

Se il soggetto chiede il motivo per cui si fa il test, si può dire che: “è una prova che ci il test, si può dire che: è una prova che ci aiuta a conoscerlo meglio in modo da…

i il bl t l - capire il suo problema e poterlo

aiutare di più.

- cercare di pensare al miglior trattamento per lui

trattamento per lui

- avere delle idee su come sta andando il suo trattamento”.

(30)

ISTRUZIONI ISTRUZIONI

• Il soggetto dovrebbe tenere in mano la tavola

tavola.

– Se si avverte qualche riluttanza, il clinico dovrebbe dire “Ecco, la prenda”.

– Se il soggetto preferisce collocare la tavola Se il soggetto preferisce collocare la tavola sul piano del tavolo, l’esaminatore non

dovrebbe interferire ma inizialmente dovrebbe interferire, ma inizialmente dovrebbe indurre il soggetto a tenere la

l

tavola in mano.

(31)

LA SOMMINITRAZIONE E LA SOMMINITRAZIONE E LA SOMMINITRAZIONE E LA SOMMINITRAZIONE E

L’INCHIESTA L’INCHIESTA

• la fase di somministrazione che comprende

l’i t d i l t t l ll i i

l’introduzione al test, la collocazione reciproca di paziente e psicologo, la modalità e l’ordine

di t i d ll t l l l

di presentazione delle tavole, la consegna, la registrazione delle risposte.

• La fase dell’inchiesta che segue la prima termini con la finalità di comprendere con il paziente come e perché ha dato un certo tipo di risposta. L'inchiesta è indispensabile per una corretta siglatura del protocollo.

(32)

CONSEGNA:

CONSEGNA:

CONSEGNA:

CONSEGNA:

“Cosa può essere?”

“Cosa può essere?” p p

Regole:

1) Due risposte alla prima tavola

L’obiettivo è di avere un numero – L obiettivo è di avere un numero

sufficiente di informazioni che

’i i lid

consenta un’interpretazione valida.

– L’incoraggiamento: “Se prende gg p

tempo sono sicuro che ne troverà più di una”

di una

(33)

CONSEGNA:

CONSEGNA:

“Cosa può essere?” p

2) Non si accettano i rifiuti

– I tentativi più comuni di rifiuto si verificano alle tavole finali del test

soprattutto alla tavola IX. Ovviamente il rifiuto dovrebbe essere letto come un

disagio da parte del soggetto, che può

aumentare nel corso della prova. Ciò non p significa che il soggetto non possa

rispondere. p

(34)

CONSEGNA:

CONSEGNA:

“Cosa può essere?” p

2) Non si accettano i rifiuti

– Al contrario, sta a indicare che il soggetto sta sperimentando delle DIFFICOLTÀ NELLE OPERAZIONI DI SCARTO E NELLE OPERAZIONI DI SCARTO E SELEZIONE.

I t ò i

– In questo caso può essere necessaria

qualche rassicurazione del tipo “Prenda

tempo non abbiamo fretta” “Ognuno può tempo, non abbiamo fretta . Ognuno può trovare qualcosa, abbiamo tutto il giorno se necessario”.ecessa o .

(35)

CONSEGNA INCHIESTA CONSEGNA INCHIESTA

“O i d l l N i

• “Ora torneremo a rivedere le tavole. Non ci vorrà molto. Desidero vedere le cose che lei ha detto di vedere ed essere sicuro di vederle nel suo stesso modo. Le vedremo una per volta. Le suo stesso modo. Le vedremo una per volta. Le leggerò quello che lei mi ha detto e desidero quindi che mi mostri dove si trova nella quindi che mi mostri dove si trova nella macchia, dicendomi anche che cosa vi è che

li l h f tt b ì i d d t l

glielo ha fatto sembrare così, in modo da poterlo vedere anche io esattamente come lei lo ha visto.

Le è chiaro?” .

(36)

INCHIESTA INCHIESTA INCHIESTA INCHIESTA

• La finalità prima dell’inchiesta è quella di

• La finalità prima dell inchiesta è quella di capire nel modo più accurato possibile come siglare le risposte che il soggetto ha fornito

siglare le risposte che il soggetto ha fornito.

• Le componenti di base per siglare una i

risposta sono tre:

– 1 la Localizzazione, il clinico dovrà capire dove è stato visto l’oggetto,

– 2 la Determinante, il clinico dovrà, capire che cosa lo fa sembrare così,

– 33 il Contenuto, il clinico dovrà capireil Contenuto, il clinico dovrà capire che cos’è l’oggetto.

(37)

INCHIESTA INCHIESTA

• Si indagano sempre le PAROLE CHIAVE cioè qualsiasi aggettivo o espressione che abbellisce o specifica o personalizza lap p risposta.

• Se le PAROLE CHIAVE compaiono in

• Se le PAROLE CHIAVE compaiono in risposta e queste devono essere sempre

d d d i

indagate, diverso è quando esse si presentano in inchiesta in seguito

p g

all’intervento dell’esaminatore.

(38)

INCHIESTA INCHIESTA

Se l’esaminatore non ha capito come siglare o comunque che cosa a determinato quella comunque che cosa a determinato quella risposta potrà utilizzare alcune di queste formule:

formule:

– “Non sono sicuro di vederlo come lei.

Mi dia una mano”

Mi dia una mano

– “Mi dovrà aiutare perché penso di non vederlo ancora”

vederlo ancora

– “Non sono sicuro di cosa vi sia che lo

f b l ”

faccia sembrare tale”

(39)

INCHIESTA INCHIESTA INCHIESTA INCHIESTA

• Alcuni soggetti possono mostrare una certa resistenza e dichiarare di non aver detto ciò che leggete o di non vedere più le stesse

cose ecco una frase standard:

cose, ecco una frase standard:

– “Su, forza, prenda tempo per poterla ritrovare” oppure “A volte le cose, rivedendole, possono sembrare diverse,p ma se fa attenzione vedrà che lo ritrova. ”

(40)

INCHIESTA INCHIESTA

• Se il soggetto aggiunge altre risposte, che non sono collegate alla risposta che non sono collegate alla risposta data durante la presentazione delle tavole esse non andranno a fare parte tavole, esse non andranno a fare parte del conteggio degli indici del Sommario Strutturale.

(41)

PROTOCOLLI BREVI PROTOCOLLI BREVI

Non andrebbero accetti e analizzati, per il fatto che l’interpretazione non è valida.

– Alcune eccezioni sono rappresentate daAlcune eccezioni sono rappresentate da quei protocolli che contengono degli i di i d ll M di i Id i h indici delle Mediazione e Ideazione che evidenziano un chiaro disturbo del

pensiero (X+% e X-%, XA% o Siglature Speciali particolarmente elevate e gravi)p p g )

(42)

PROTOCOLLI BREVI PROTOCOLLI BREVI

• Sfortunatamente però capitano, più di quanto ci si aspetterebbe il clinico può quanto ci si aspetterebbe, il clinico può decidere in due modi:

– non considerare il test

modificare la procedura di – modificare la procedura di

somministrazione, per cui una volta lt l d d i ll raccolte le domande, non si passa alla fase di inchiesta, ma si dice al

soggetto:

(43)

PROTOCOLLI BREVI PROTOCOLLI BREVI

“Adesso lei sa come funziona questa prova.

Abbiamo però un problema. Lei non mi ha dato un numero sufficiente di risposte per ff p p

ricavare delle informazioni utili da test. Perciò torneremo a rivedere il test e vorrei che lei mi torneremo a rivedere il test e vorrei che lei mi desse più risposte questa volta. Può includere quelle che mi ha già fornito ma deve essere quelle che mi ha già fornito, ma deve essere sicuro di darmene alcune nuove.”

(44)

PROTOCOLLI LUNGHI PROTOCOLLI LUNGHI

• Ci sono prove empiriche che

dimostrano che è ragionevole limitare il numero di risposte in alcune p

circostanze.

– (Studio di Exner, con protocolli da 45 a p 85 risposte, siglati due volte)

(45)

PROTOCOLLI LUNGHI PROTOCOLLI LUNGHI

• Il clinico dovrebbe intervenire “ritirando” la tavola solo se:

tavola solo se:

– il soggetto fornisce sei risposte alla prima l

tavola. S

– se lo stesso soggetto offre cinque risposte gg q p alla seconda tavola si interviene e così

avanti.

avanti.

• Non si interviene se il soggetto fornisce più di cinque risposte ma nel corso del test

cinque risposte ma nel corso del test.

(46)

VALIDITA’

VALIDITA’

• Capacità di misurare quello che si intende misurare

intende misurare.

– Per esempio se lo strumento vuole

l il i d à

valutare il ragionamento concreto, dovrà essere in grado di rilevare quel particolare g q p aspetto.

(47)

FEDELTA’

FEDELTA’

• Questo concetto si riferisce alla

consistenza delle misure (Kazdin, 1992).

• Si intende la possibilità per la quale

i d l i i ll

ripetendo la stessa misurazione sullo stesso individuo, ma in occasioni

differenti, si ottenga lo stesso risultato.

(48)

FEDELTA’

FEDELTA’

• INTERPSICOLOGI: il grado in cui psicologi diversi concordano nel somministrare e valutare

• INTRAPSICOLOGI : il grado in cui lo psicologo mantiene costanti le modalità psicologo mantiene costanti le modalità di applicazione valutazione e

l f

classificazione

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