• Non ci sono risultati.

VULTURE MELFESE & dintorni

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "VULTURE MELFESE & dintorni"

Copied!
65
0
0

Testo completo

(1)

www.basilicataturistica.it

Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata Basilicata Tourist Board

Potenza

Via del Gallitello, 89 Tel. +39 0971 507611 potenza@aptbasilicata.it Matera

Sede legale

Via De Viti De Marco, 9 Tel. +39 0835 331983 matera@aptbasilicata.it Basilicata OpenSpace

Piazza Vittorio Veneto - Palazzo dell’Annunziata infopoint@aptbasilicata.it

Tel. +39 0835 406464 Tel. +39 0835 408816

VULTURE MELFESE

& dintorni

VULTURE MELFESE & surroundings

Basilicata

stepby step

(2)

© Una pubblicazione APT Basilicata Published by APT Basilicata

Direttore Generale APT / APT General Manager Antonio Nicoletti

Responsabile Editoriale / Editorial Manager Maria Teresa Lotito

Impaginazione grafica / Graphic layout Luciano Colucci

Traduzioni / Translations

Dyn@mic - Blessano - Basiliano (UD)

Testi collana e revisioni finali / Series of texts and final revisions

M. Calocero, V. De Rosa, A. Donadio, A. N. Fittipaldi, M. Occhionero, M. Vizzo Foto / Photo

Archivio APT Basilicata / APT Basilicata archive Foto Wikimedia Commons

Pag. 10 - Semplicemente Rionero, foto di Rocco Riviello, CC BY-SA 4.0 Pag. 14 - Atella, foto di Michele Luongo, CC BY-SA 4.0

Pag. 14 - Atella, Duomo S.Maria ad Nives, foto di Andrea De Carlo CC BY-SA 4.0 Pag. 16 - Barile, Le Cantine, foto di Francesco Pace, CC BY-SA 4.0

Pag. 16 - Barile, fontana dello Steccato, foto di Vanguardiala, CC BY-SA 4.0

Pag. 18 - Genzano di Lucania, Fontana Cavallina, foto di Anna Nicoletta Menzella CC BY-SA 4.0 Pag. 21 - Rapone, foto di Gianvito Tozzi, CC BY-SA 4.0

Pag. 24 - San Fele, Vista dall'alto, foto di Aldo Montemarano, CC BY-SA 4.0

Stampa / Printed by

Come arrivare in Basilicata In aereo

Gli aeroporti internazionali più vicini sono:

Bari Palese, ideale per l’area della costa Jonica e la provincia di Matera.

Napoli Capodichino, preferito per la costa di Maratea e la provincia di Potenza.

Lamezia Terme per raggiungere il Parco Nazionale del Pollino.

In treno

Trenitalia e FAL collegano ogni giorno Potenza e Matera con Bari, Foggia, Napoli e Salerno raggiungendo la destinazione finale con un sistema integrato treno-autobus.

In autobus

Numerose compagnie di trasporto effettuano viaggi da e per la Basilicata dal Nord Italia e da diversi paesi esteri.

In auto

In auto, la Basilicata si raggiunge da Nord seguendo la costa adriatica, lungo la A14 Bologna-Taranto e dal versante tirrenico, percorrendo l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria.

Maggiori informazioni sul sito Autostrade per l'Italia.

In barca

Porto Turistico di Maratea (coordinate geografiche 39°59’,16 N 15°42’,59 E) Porto Turistico di Marina di Policoro (coordinate geografiche 40°12’,18 N 16°44’,06 E) Porto Turistico degli Argonauti (coordinate geografiche 40°20’00” N 16°49’,05 E) Distanze

Napoli - Potenza 158 km Bari - Matera 67 km Roma - Potenza 369 km Roma - Matera 425 km

How to reach Basilicata By plane

The nearest international airports are:

Bari Palese Airport reach the Ionian coast area and the Province of Matera Naples Capodichino Airport to reach the Tyrrhenian coast and the province of Potenza.

Lamezia Terme Airport to reach the Pollino National Park area.

By train

Trenitalia and FAL connect Potenza and Matera to Bari, Foggia, Naples and Salerno, every day, reaching the final destination with an integrated train-bus system.

By bus

There are several connections available from Northern Italy and European destinations to Basilicata.

By car

By car, Basilicata can be reached from the north following the Adriatic coast, along the A14 Bologna - Taranto motorway and from the Tyrrhenian side, along the A3 Salerno-Reggio Calabria motorway.

For further information, please visit Italian Highways website By boat

Maratea Marina (geographic coordinates 39°59’,16 N 15°42’,59 E) Policoro Marina (geographic coordinates 40°12’,18 N 16°44’,06 E) Argonauti Marina (geographic coordinates 40°20’,00 N 16°49’,05 E) How far

Naples - Potenza 158 km Bari - Matera 67 km Rome - Potenza 369 km

L’opuscolo, realizzato dall’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, è una guida sintetica ed essenziale dell’area Vulture-Melfese.

Nella pubblicazione in 5 lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco) sono indicati solo i principali punti di interesse delle località citate, lasciando al viaggiatore il piacere della scoperta e della conoscenza di una regione accogliente, fuori dalle rotte comuni.

The brochure created by the Basilicata Tourist Board is an essential guide with information on the Vulture-Melfese area.

The guide is in 5 languages (Italian, English, French, Spanish and German) and includes just the most important points of interest of the towns concerned, leaving travellers the pleasure to discover and to know a welcoming region, outside from the common routes.

La brochure, réalisée par l’Agence de Promotion Territoriale de la Basilicate, est un guide concis et essentiel de la zone Vulture-Melfese.

Le guide en 5 langues (italien, anglais, français, espagnol et allemand) présente seulement les points d’intérêt et les destinations touristiques principales, pour laisser au voyageur le plaisir et la liberté d’explorer une région accueillante et surprenante, toute à découvrir.

El folleto, creado por el Organismo regional de turismo de Basilicata, es una guía esencial para el area Vulture-Melfese.

La publicación en 5 idiomas (italiano, inglés, francés, español y alemán) incluye sólo los principales puntos de interés de los lugares de que se trate, dejando al viajero el placer del descubrimiento y del conocimiento de una región acogedora, fuera de las rutas comunes.

Diese Broschüre, die vom Fremdenverkehrsamt der Basilikata verfasst wurde, ist ein einfacher und praktischer Reiseführer des Vulture-Melfese Gebietes.

Dieser Reiseführer in fünf Sprachen (Italienisch, Englisch, Französisch, Spanisch und Deutsch) zeigt nur die wichtigsten touristischen und kulturellen Hauptattraktionen und ist eine Einladung, um eine gastfreundliche Region abseits der ausgetretenen Pfaden zu entdecken.

P. 1 P. 27 P. 51 P. 75 S. 99

BASILICATA STEP BY STEP

(3)

Al nord della Basilicata, a partire dalle pendici dell’antico vulcano Vul- ture, prende forma e si estende su tutta la vallata una realtà sorpren- dente, fatta di piccoli borghi che si stagliano tra i colori brillanti e sin- ceri di una natura genuina. La storia e le tradizioni locali ci raccontano l’identità di questi luoghi magici, i castelli ancora esistenti narrano delle gesta dello stupor mundi, la cultura arbëreshë ancora viva in al- cuni comuni ci ricorda l’importanza dei primi insediamenti albanesi del XV secolo, le sacre rappresentazioni della Passione del Cristo durante la Settimana Santa sottolineano il forte spirito religioso che anima le comunità. Senza dimenticare i sapori e le prelibatezze che incantano i palati e gli amanti della buona tavola.

Un viaggio alla scoperta di queste terre non può che essere un’espe- rienza che arricchisce l’animo e riempie lo sguardo.

VULTURE MELFESE

LA BASILICATA PER AREE Vulture Melfese

Mar Tirreno

Mar Jonio

• Lavello

• Montemilone

• Venosa

• Melfi

• Rapolla

• Barile • Ginestra

• Rionero in Vulture

• Atella

• Ruvo del Monte• Ripacandida• Maschito• Palazzo S.Gervasio

• Banzi

• Rapone

• San Fele • Filiano• Forenza • Genzano di Lucania

• Acerenza

Costa Jonica e dintorni Dintorni

di Potenza

Valle dell’Agri

Pollino Maratea

e dintorni

Dintorni di Matera Dolomiti Lucane

e dintorni

MATERA

POTENZA

(4)

È la quarta cittadina normanna in ordine di grandezza in Basilicata.

Terra di Roberto il Guiscardo, a cui si deve la costruzione del magnifico Castello che ancor oggi domina il borgo, e di Federico II di Svevia, che operò un notevole ampliamento dello stesso, è stata sede dell’ema- nazione delle federiciane “Constitutiones Augustales” nel 1231, il più grande contributo legislativo del medioevo con il quale venivano disci-

plinati i diritti feudali e riconosciuto alle donne il diritto di successione ereditaria. Il suo importante passato di capitale del ducato di Puglia è testimoniato dalle cinta murarie, in parte ancora presenti, dalla sug- gestiva Porta Venosina, uno dei 6 antichi ingressi alla città, e da tante altre suggestioni disseminate

nel borgo, quali l’arco ogivale, gli edifici patrizi, le torri che incorniciano i cortili del palaz- zo baronale Doria, la cappella gentilizia di quest’ultimo e an- cora il ricco patrimonio artisti- co-religioso.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta e le chiese

Svetta sul borgo normanno lo splendido campanile in sti- le romanico della Cattedrale dedicata all’Assunta. Diviso in

tre piani, si alza di 50 metri e rappresenta il simbolo dell’architettura normanna nel meridione, accanto alla facciata altrettanto maestosa della Cattedrale. Lo stile bizantino di quest’ultima risplende in tutta la sua sfarzosità nei soffitti a cassettoni in oro zecchino e nella ricchezza decorativa degli interni, caratterizzati da numerose tele seicentesche e da altari barocchi.

Di grande interesse le chiese sparse per le stradine del paese, quali la cinquecentesca Chiesa di Sant’Antonio, la Chiesa di San Lorenzo del 1100, la Chiesa della Madonna del Carmelo, un tempo parte del convento dei Carmelitani, e quella di Santa Maria La Nova, la cui mag- giore peculiarità è rinvenibile nel portale caratterizzato da un insolito arco a zig-zag.

Le chiese rupestri

Affascinanti le due chiese ru- pestri presenti a Melfi: Santa Margherita dotata di una stra- ordinaria cripta ricavata dal tufo vulcanico e affrescata con pitture in stile bizantino - tra cui, oltre all’affresco dedicato alla Santa, il famoso Monito dei Morti che ritrae con tutta pro- babilità l’imperatore Federico II di Svevia con la sua famiglia - e Santa Lucia, le cui pitture nar-

rano la vita della Santa. Entrambe sorgono fuori dal centro abitato e risalgono al XIII secolo.

Il Castello normanno e il Museo Archeologico Nazionale del Melfese

“Massimo Pallottino”

Emblema della dominazione normanno-sveva, il castello di Melfi si impone sulla vallata dalla cima di un colle in tutta la sua fierezza. Au- tentico, austero, pregnante di storia, ospita il Museo Archeologico Nazionale intitolato all’archeologo “Massimo Pallottino”. Qui è pos-

MELFI

(5)

sibile ripercorrere la storia dei luoghi tramite reperti risalenti all’era classica del IV-III seco- lo a.C., alla fase romana dal II sec. a.C., come il pregiatissi- mo Sarcofago di Rapolla, e a quella arcaica dal VII-VI secolo.

Suggestive le Sale Doria con-

tenenti gli arredi originali del XVIII secolo con tele del ‘600.

Il Museo diocesano

Racchiuso tra le mura del Pa- lazzo Vescovile, è scrigno di oggetti preziosi e manufatti appartenuti alla diocesi di Mel- fi. Di gran valore storico-arti- stico la Pietà del 1400. In pie-

tra colorata, fu realizzata da una artista meridionale.

Enogastronomia

Fiore all’occhiello della tradizione enogastronomica locale, l’Agliani- co del Vulture DOCG, celebrato più volte da Orazio nelle sue opere, e il marroncino di Melfi, una famosa castagna da cui si ricavano nu- merosi e fantasiosi piatti e alla quale è dedicata un’intera sagra nel mese di ottobre.

Costellata da monumenti di inestimabile valore storico-ar- tistico, tra cui il magnifico ca- stello aragonese di Pirro del Balzo, questo piccolo e grazio- so borgo lucano, fondato dai romani tra colline di vigneti e uliveti, è noto per essere stato la patria del poeta latino Quin- to Orazio Flacco e del virtuoso madrigalista del ´500 Carlo Ge- sualdo. Da visitare la Chiesa di San Domenico, resa unica dal trittico marmoreo che occupa la facciata, la Chiesa di San Bia- gio, in cui si può ammirare una Pietà in pietra del XV secolo, la Chiesa del Purgatorio, nota come Chiesa di San Filippo Neri, che spicca con la sua fac- ciata in stile barocco, e le rina- scimentali Chiesa di San Marti- no e Cattedrale di Sant’Andrea, affiancata quest’ultima da un notevole campanile di 42 me- tri, strutturato in due ordini. Di forte interesse il sito delle Ca- tacombe ebraiche, scavate nel tufo e ricche di graffiti, epigrafe, incisioni e affreschi.

Tra le suggestive strade di que- sto borgo, da più di 35 anni ogni venerdì Santo prende forma la Sacra Rappresentazione della

Passione, Morte e Resurrezione di Gesù, un evento che coinvolge circa 100 figuranti e che attira numerosi visitatori.

VENOSA

(6)

Castello Pirro del Balzo/Mu- seo Archeologico Nazionale Costruito per volere del duca Pirro del Balzo nel 1470, sor- ge nel centro venosino con una struttura stabile e possente:

la sua pianta quadrangolare è segnata agli angoli da svet- tanti e robuste torri cilindriche e l’ingresso è preceduto da un fantastico ponte levatoio (oggi fisso), sospeso su un fossa- to scavato secondo i dettami dell’epoca. Una struttura che rappresenta un vero e proprio tuffo nel passato anche grazie

agli innumerevoli reperti ap- partenenti al Museo Arche- ologico Nazionale ospitato all’interno: monete, ceramiche, corredi funebri, parti di deco- razioni architettoniche e tanto altro consentono di posare lo sguardo sulla vita che fu.

Il Parco Archeologico, l’In- compiuta e l’Abbazia della SS Trinità

Cominciarono nell’XI secolo, ma non furono mai completa- ti, i lavori di quella che sarebbe dovuta essere un’unica grande Abbazia della Trinità, aggiun- gendo una parte nuova alla chiesa già esistente. Ciò che ne

rimane è un’immagine surreale: muri e pilastri che tracciano il disegno perfetto di una pianta a croce sovrastata dal cielo come soffitto e pa- vimentata dal prato. Incompiuta ma spettacolare.

Il complesso della SS. Trinità rientra nel suggestivo contesto del Parco Archeologico, dove un silenzio emozionante e al tempo stesso rifles- sivo avvolge ambienti antichi quali le Terme, la Domus, l’anfiteatro e i complessi residenziali ed episcopali.

Sito Paleolitico di Notarchirico

È uno dei più importanti d’Europa e conserva i resti ossei di fauna prei- storica databili fra seicentomila e trecentomila anni fa e uno dei più antichi resti umani del Meridione: il femore di una donna appartenente alla specie Homo erectus.

(7)

Immerso tra bellezze naturali- stiche incontaminate, Rionero sorge su due colline alle pendici del Monte Vulture, antico vul- cano ormai spento. La Riserva Naturale Grotticelle, habitat della rara farfalla Acanthobra- maea europaea, e i meravigliosi Laghi di Monticchio, due spec- chi d’acqua di origine vulcanica che occupano antichi crateri sul

versante ovest del Vulture, ne fanno un luogo idilliaco seppur attra- versato da un’eco storica ancora molto forte, in cui risuona il nome del noto brigante Crocco e degli avvenimenti del periodo post-unitario.

Le chiese

Solida la tradizione religiosa del territorio, il cui spirito si avverte nelle tante e curate chiese di cui è disseminato il centro abitato: a partire dalla Chiesa Madre, con la sua facciata in stile barocco, alla Chiesa del SS. Sacramento, la più antica del posto, alle Chiese dell’Annunziata e di San Nicola, fino ad arrivare a quelle di Sant’Antonio Abate e della Madonna Caudata, è possibile ammirare il patrimonio architettonico settecentesco accompagnato da reperti da cui derivano racconti che

oscillano tra storia e leggenda. Imperdibile la bianca Abbazia bene- dettina di San Michele Arcangelo, oggi Museo di Storia Naturale del Vulture, il cui riflesso sulla superficie del lago più piccolo ne esalta il candore e la maestosità. Ma il forte senso di spiritualità si avverte an- che nelle tradizioni tra cui spicca il rito della Sacra Rappresentazione, che incanta gli astanti con meticolosità ed effetti suggestivi ogni Sa- bato Santo.

Il Museo del Brigantaggio Rionero in Vulture è una realtà storicamente segnata dal fe- nomeno del brigantaggio e da vari rinvenimenti storici. Ed è proprio nell’ex Grancia di Santa Maria degli Angeli, tra le mura del Museo del Brigantaggio, che è possibile ripercorrere le fasi di questa affascinante pa- rentesi storica.

Palazzo Fortunato

Prende il nome dallo statista, storico, politico ed educato- re Giustino Fortunato al quale viene riconosciuta la paternità della “Questione meridiona- le”. Gli arredi di alcuni ambienti sono rimasti invariati. L’edificio ospita dal 1975 la Biblioteca Civica “Giustino Fortunato”, dove sono consultabili gli studi storici ed economici di indirizzo meridionalistico.

RIONERO IN VULTURE

(8)

Nota come “città cattedrale” per il capolavoro architettonico che la ca- ratterizza, con tutta la sua antica bellezza, domina l’alta valle del Bra- dano, ostentando le tracce di un passato romano, normanno e rinasci- mentale. Un piccolo borgo impreziosito da edifici storici, che emerge su un’altura avvolta da vigneti e campi coltivati e racconta la propria storia attraverso palazzi del ´500, come l’ex Prefettura, del ´700, quali Palazzo Gala e la Curia Vecchia, con magnifici portali in pietra deco- rati con stemmi e sculture. Le numerose chiese e le altre peculiarità”, come le grotte scavate nella roccia e adibite a luoghi di conservazione dell’Aglianico o il Museo dei legni intagliati, dove un percorso etno- logico guida il visitatore alla scoperta delle tradizioni locali attraverso le pratiche di lavorazione del legno, rendono Acerenza uno dei “Borghi più Belli d’Italia”.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio

In stile romanico-gotico sorge al centro del borgo e custodisce nu- merosi tesori artistici, tra cui tele e affreschi del XVI secolo. Maestoso il sistema absidale che la caratterizza e che cattura l’attenzione. Al- quanto dinamica risulta essere la struttura interna: una serie di tor- rette e absidi si susseguono come a rincorrersi creando un movimento infinito sulla sagoma a croce latina. Rapisce lo sguardo la suggestiva cripta rinascimentale collocata sotto il presbiterio. Affreschi del

Todisco di Abriola ricoprono il soffitto che sovrasta un prege- vole sarcofago dei conti Ferrillo e un’antica acquasantiera.

Il Museo diocesano

Nasce nell’edificio un tempo sede del seminario di Acerenza e conserva non solo tesori pro- venienti dalla Cattedrale, ma reperti che si ergono a testimo- nianza della vita e della spiri- tualità vissuta tra quelle mura da monaci, benedettini, sacer- doti e vescovi. Di gran spicco il busto dell’imperatore Giuliano l’Apostata (331-363).

ACERENZA

(9)

Nota per le celebri acque che attraversando le rocce vulcani- che del Vulture si arricchiscono di una naturale effervescenza, accerchiata da verdi colline, vi- gneti, castagneti e uliveti, do- mina da una suggestiva altura la Valle di Vitalba. Uno scenario reso ancor più interessante dai richiami trecenteschi sparsi sul territorio, quali la Cattedrale di Santa Maria ad Nives dall’inso- lito portale di stampo islamico, custode di sculture del XIV e XV

secolo e di dipinti del 1300, la Chiesa di Santa Lucia del 1389, fino ad arrivare al Monastero-fortezza di Santa Maria degli Angeli del 1500.

Tra gli eventi è da segnalare la Via Crucis che si tiene il Giovedì Santo di ogni anno, in cui ogni angolo del paese si carica di significati re-

ligiosi consentendo al pubblico di immedesimarsi nelle scene riprodotte.

Nei pressi del cimitero di Atella, all’interno di un sito archeologi- co, è invece possibile ammirare un ritrovamento di 600.000 anni fa: la zanna di un elefante antico (Elephas antiquus).

Nasce al centro della Valle del Bradano ed è avvolto, come il resto del Vulture, dal fascino della storia. Sede della più anti- ca abbazia della Basilicata, quel- la di stampo benedettino dedi- cata a Santa Maria del IX secolo, di cui oggi sono visibili ancora i resti, si fregia di un cospicuo patrimonio archeologico. Fu ri- trovata proprio qui la famosa Tabula Bantina da cui il comune trasse il suo nome, una delle più

antiche lastre bronzee risalente al II secolo a.C. e contenente incisioni in lingua osca, oggi custodita nel Museo Archeologico di Napoli.

È un piccolo comune dell’Appen- nino nord-occidentale noto per il suo pecorino, prodotto che ha ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine pro- tetta (D.O.P.) nel 2007.

Oltre al versante enogastrono- mico, di gran spicco sono anche le pitture rupestri rinvenute

ATELLA BANZI

FILIANO

(10)

in località Tuppo dei Sassi, ove oggi sorge il sito preistorico “Ri- paro Ranaldi” che rappresenta la più antica documentazione culturale dell’uomo in Basilica- ta. Ritraenti affascinanti scene di caccia legate a riti propiziato- ri, risalgono al Paleomesolitico e sono caratterizzate da un cal- do color rosso steso con le dita.

Il filo del sacro che prende il via da quest’angolo del paese, tro- va poi un prosieguo nelle chie- sette di Santa Maria del Rosa- rio e in quella di San Giuseppe.

È uno dei paesi di origine ar- bëreshë della Basilicata, le cui origini si rispecchiano tutt’oggi nelle tradizioni e nell’architettura del centro storico, fatto di archi, portali, vicoli e palazzi riconduci- bili all’influenza albanese.

Notevole la Fontana dello Stec- cato, costruita su commissione di un nobile albanese e animata da figure apotropaiche e formu- le magiche atte ad allontanare eventuali energie negative. Cu- riose anche le Cantine dello Sce- scio - scelte da Pasolini come location per “Il Vangelo secondo Matteo”- grotte scavate nel tufo lavico delle colline circostanti il paesino e utilizzate in primis come rifugio dagli immigrati al-

banesi e in seguito adibite a cantine per conservare il vino. Anche il patrimonio religioso porta l’impronta arbëreshe. Il Santuario della Madonna di Costan- tinopoli, la Chiesa di Sant’Attanasio e San Rocco, quella di Santa Maria del Carmine e quella di San Nicola ne sono un esempio, per lo stile decorativo degli interni e per le opere contenute.

E tra gli appuntamenti culturali più attesi, la “Processione dei Misteri”. Ogni Venerdì Santo vengono ripercorse le tappe della vita del Cristo con una scenografica Via Crucis che trasforma il paese in una di- mensione in cui il passato e il presente si fondono in maniera suggestiva.

Il borgo sorge sul cosiddetto “Bal- cone delle Puglie”, un colle dal quale è possibile ammirare lo splendido panorama che si estende fino al Gargano. I resti delle mura angioine e le torri fanno di questo comune un piccolo scrigno da scoprire in cui il patrimonio sacro la fa da padrone, con altari e sculture lignee, tele cin- quecentesche e varie opere pittori- che: da non perdere la Chiesa me- dievale dell’Annunziata e la Chiesa

del Crocifisso (appartenenti al Convento dei Cappuccini), che ospi- tano una mostra sulla Forenza del XVII-XVIII secolo, la Chiesa di San Nicola, quella di San Pietro, il complesso conventuale di Santa Maria della Stella e la suggestiva Chiesa rupestre di San Biagio. In pieno centro storico, si trova poi la Casa Contadina, una

“casa-museo” che riproduce fedelmente gli spazi domestici tipici della cultura contadina. Un vero e proprio gioiello culturale della collezione etnografica lucana.

BARILE FORENZA

(11)

Come i tasselli di un puzzle, le abitazioni di Genzano di Luca- nia si incastrano perfettamente tra loro su uno sperone dell’al- ta Valle del Bradano, interrom- pendo quel continuum natu- ralistico incontaminato che gli fa da cornice. Tra le casupole di questo antico insediamento romano meritano uno sguardo attento la Chiesa dell’Annun- ziata, del XII secolo, la Chiesa Santa Maria della Platea, il Palazzo de Marinis, di origine angioina oggi sede di uffici co- munali, e la bellissima Fontana Cavallina, grande, maestosa, ospitante sulla propria sommi-

tà una scultura della dea Cerere del I secolo a.C. che la rende ancora più preziosa. A pochi chilometri dal centro abitato, invece, troviamo i resti del Castello di Monteserico, costruito intorno all’anno Mille ma utilizzato anche da Federico II.

È il terzo paese arbëreshë del Vulture, dopo Barile e Maschito. Un tuffo nel passato è ciò a cui somiglia una semplice passeggiata tra le viuzze del paese. Le strade indicate con la doppia denominazione, albanese

e italiana, i caratteristici edifici come Palazzo Allamprese, del XVI secolo, o elementi architet- tonici come l’Arco Forno creano un’atmosfera molto particola- re in cui si ha l’impressione di trovarsi in un’altra epoca. Sen-

sazione corroborata dai paesaggi mozzafiato che incorniciano il centro abitato. Da visitare la Chiesa Madre di San Nicola e la Chiesa della Ma- donna di Costantinopoli.

Anche Maschito, come Barile e Ginestra, ha origini arbëreshë le cui tracce sono molto evidenti nel parlato quotidiano, in famo- si proverbi e in uno degli eventi di punta del cartellone estivo del luogo: la Retnes, una rievo- cazione storica sugli scontri tra Greci Coronei e Albanesi-Scute- rini, i fondatori di Maschito.

È intitolata a Skanderberg, eroe

albanese che affrontò con nu- merose truppe gli angioini di Ferdinando d’Aragona, la fon- tana monumentale del paese.

In pietra bianca, si inserisce tra incantevoli palazzi del´700 -

´900, caratterizzati da portali classicheggianti e colonne dori- che, e tra chiese impreziosite, in stile albanese, da decorazioni in stucco e tele ad olio; tra queste

GENZANO DI LUCANIA

GINESTRA

MASCHITO

(12)

la Chiesa Madre di Sant’Elia, la Chiesa della Madonna del Ca- roseno, quella del Purgatorio e quella dedicata alla Madonna del Rosario.

Emozionante la Sacra Rappre- sentazione portata in scena il Venerdì Santo di ogni anno tra le strade del paese. Un modo per rivivere, con un coinvolgi- mento particolare, i momenti salienti della vita di Gesù Cristo.

Si trova a pochi chilometri dal confine con la Puglia e, seppur molto piccolo, ben coniuga lo splendido paesaggio in cui si staglia con l’eco storica che lo attraversa. Antichi portali e ca- ratteristiche abitazioni gli con- feriscono un fascino unico. Nu- merosi i punti di interesse, come il Santuario della Gloriosa, che testimonia il passaggio dei mo- naci basiliani, la Chiesa Madre dedicata a Santo Stefano, la Tor- re dell’Orologio, in pieno centro storico, e i resti dell’acquedotto romano che portava l’acqua nel- la città di Canosa. Piacevoli le vi- cine aree pic-nic, allietate da due particolari fontane: Chiancone e Schiaffone.

Definito “paese delle fiabe”, Rapone si distingue per la perfetta convivenza ar- chitettonica tra vecchio e nuovo. I resti di insediamenti risalenti al Paleolitico e le costruzioni del centro storico che ricalca- no i contorni del sistema feudale, arricchi- te da insoliti mascheroni decorativi, tro- vano una naturale continuità nel presente con edifici più moderni. Protagonisti del

patrimonio culturale sono i palazzi gentilizi, quali Palazzo Nicolais e Casa Patrissi, la Chiesa Madre di San Nicola Vescovo e le due chie- sette dedicate a Santa Maria ad Nives e Santa Maria dei Santi. Inte- ressante la tradizione enogastronomica locale dalla quale emergono due prodotti in particolare: la soppressata e il caciocavallo, a cui sono dedicate due sagre.

È un castello maniero, noto an- che come Palazzo Marchesa- le e utilizzato da Federico II per allevare cavalli, a segnalare la presenza di questo borgo in cima a un promontorio in cui lo sguar- do si perde nel panorama della Murgia pugliese. Tempestato di chiesette antiche, quali quella di

RAPONE

PALAZZO SAN GERVASIO

MONTEMILONE

(13)

San Rocco, del SS. Crocifisso, di San Sebastiano o, ancora, la Chiesa Madre di San Nicola, Palazzo San Gervasio mantiene vivo l’intreccio tra storia, cultura e arte, affermandosi quale una delle aree più ricche di reperti come oggetti in porcellana, tele, stampe e volumi antichi.

Il tutto conservato nella storica Pinacoteca di Palazzo d’Errico, che costituisce un vero e proprio scrigno di collezioni letterarie e artistiche, tra le più preziose nel sud Italia.

Nella silenziosa e lussureg- giante natura collinare dell’a- rea nord-est della Basilicata, spunta questo piccolo comune di origine sannita. Immerso nel verde si fa notare con la sua Torre angioina e i resti del ca- stello cui apparteneva. La sua storia è raccontata tra le mura del Museo della civiltà conta- dina, del Museo civico archeo- logico e, sul versante religioso, tra le opere e le architetture della maestosa Chiesa Madre di Santa Maria Assunta.

Arroccata su un colle, si affaccia su un panorama mozzafiato sfi- dando, con la sua bellezza antica, la forza naturalistica del Vulture.

Un binomio che rapisce, con- quista e incanta l’anima, quello che vede da un lato la storia che risuona attraverso oggetti cu- stoditi nella Galleria civica d’ar- te, affreschi e decorazioni della Chiesa di San Donato, di quella di Santa Maria del Sepolcro e della Chiesa di San Giuseppe, e dall’al- tro la lussureggiante presenza di una natura incontaminata. E per gli amanti del miele, da provare

quello prodotto a Ripacandida.

Dal gusto delicato o aromatiz- zato, ben si presta per essere gustato da solo o in ricette più particolari.

RUVO DEL MONTE

RIPACANDIDA

(14)

Meta perfetta per gli amanti della natura, San Fele è noto per le cascate che irrompono nel silenzio e nella rigogliosa vege- tazione del luogo, facendone un posto incantato. In questo pic- colo borgo l’eredità lasciata dal feudalesimo è rintracciabile nei resti di un castello e tra le pa- reti della Chiesa di Santa Maria della Quercia e del Santuario della Madonna di Pierno che rendono lo scenario ancora più affascinante.

Piccolo borgo ricco di storia, si pre- senta ai visitatori con il castello nor- manno svevo in cui morì Corrado IV, figlio di Federico II, edificio suggesti- vo oggi sede del municipio, accanto al quale sorge la Cattedrale di San Mauro risalente all’XI secolo. Delle cinta murarie, invece, simbolo dell’e- poca medievale, sono visibili solo due porte, la Porta del Forno e Porta Nuova. Numerose le opere d’arte cu-

stodite fra le mura della Chiesa di Sant’Anna e i ritrovamenti storici che testimoniano che Lavello fu abitata sin dai tempi del Neolitico. Altrettanto degno di importanza il Museo della ci- viltà contadina, allestito all’in- terno del Palazzo Ducale e ve- trina di oggetti e arredi che ben descrivono l’antica quotidianità contadina. Del Santuario della

Gavetta, edificato in onore di una divinità delle acque, sono visibili in- vece ancora pochi resti alle spalle del cimitero.

Durante il carnevale, alla fine di gennaio, Lavello prende colore, quan- do le strade si riempiono di maschere rosse reiterando i dettami della tradizione nota come “Domino”.

Sembrano aggrapparsi alla verde collina su cui poggiano le proprie fondamenta le case di questo piccolo comune del Vul- ture. Tra di loro è racchiuso un invitante stabilimento terma- le, mentre nel centro storico le protagoniste sono la Cattedra- le dell’Assunta, del XIII secolo, che accoglie i credenti con un bellissimo portale romanico e

un importante campanile, la Chiesa di Santa Lucia, ancora più antica, del X-XI secolo, e quella del Crocifisso eretta dai benedettini.

Anche Rapolla, come la maggior parte dei comuni del Vulture, nel pe- riodo pasquale, in particolare il Martedì Santo, si trasforma in un te- atro all’aperto con la messa in scena della Sacra Rappresentazione.

Interessante il patrimonio enogastronomico, a cui è possibile acce- dere in occasione dell’evento “Parco Urbano delle Cantine di Rapolla”

che, giunto alla sua 17esima edizione, coinvolge i palati più curiosi in un’esperienza sensoriale unica all’interno di una location magica.

SAN FELE

LAVELLO

RAPOLLA

(15)

In the north of Basilicata, starting from the slopes of the ancient Vulture volcano, a surprising region takes shape and extends over the entire valley, made up of small villages that stand out against the bright and sincere colours of a genuine nature. Local history and traditions tell us the identity of these magical places, the still existing castles narrate the deeds of the stupor mundi, the arbëreshë culture, still alive in some municipalities, reminds us of the importance of the first Albanian settlements in the fifteenth century, while the sacred representations of the Passion of Christ during the Holy Week underline the strong religious spirit that animates these communities. Without forgetting the flavours and delicacies that enchant the palates of lovers of good food.

A journey to discover these lands can only be an experience that enriches the soul and fills the eyes.

VULTURE MELFESE

LA BASILICATA PER AREE Vulture Melfese

Mar Tirreno

Mar Jonio

• Lavello

• Montemilone

• Venosa

• Melfi

• Rapolla

• Barile • Ginestra

• Rionero in Vulture

• Atella

• Ruvo del Monte• Ripacandida• Maschito• Palazzo S.Gervasio

• Banzi

• Rapone

• San Fele • Filiano• Forenza • Genzano di Lucania

• Acerenza

Costa Jonica e dintorni Dintorni

di Potenza

Valle dell’Agri

Pollino Maratea

e dintorni

Dintorni di Matera Dolomiti Lucane

e dintorni

MATERA

POTENZA

(16)

It is the fourth largest Norman town in Basilicata. Land of Roberto il Guiscardo, to whom we owe the construction of the magnificent Castle that still dominates the town today, and of Frederick II of Swabia, which carried out a significant expansion of the same. It was the seat of the enactment of the Frederickian “Constitutiones Augustales” in 1231, the largest legislative contribution of the Middle Ages with which feudal rights were regulated and the right of inheritance was recognised to women.

Its important past as the capital of the Duchy of Puglia is testified by its city walls, partly still present, by the evocative Venosina Gate, one of the 6 ancient entrances to the city, and many other testimonies scattered around the village, such as the pointed arch, the patrician buildings, the towers that frame the

courtyards of the baronial Palazzo Doria, the noble chapel of the latter and the overall rich artistic-religious heritage.

The Cathedral of Santa Maria Assunta and the churches The splendid Romanesque bell tower of the Cathedral dedicated to the Assumption overlooks the Norman village.

Divided into three floors, it rises for 50 meters and represents the symbol of Norman architecture in the south,

alongside the equally majestic facade of the Cathedral. The Byzantine style of the latter shines in all its magnificence in the coffered ceilings in pure gold and in the decorative richness of the interiors, characterised by numerous seventeenth-century paintings and Baroque altars.

Of great interest are the churches scattered through the streets of the town, such as the sixteenth century Church of Sant’Antonio, the Church of San Lorenzo from 1100, the Church of the Madonna del Carmelo, once part of the convent of the Carmelites, and that of Santa Maria La Nova, whose main peculiarity can be found in the portal characterised by an unusual zig-zag arch.

The rock churches

The two rock churches in Melfi are quite fascinating: Santa Margherita featuring an extraordinary crypt

obtained from volcanic tuff and frescoed with Byzantine style paintings - including, in addition to the fresco dedicated to the Saint, the famous Monito dei Morti, which probably portrays Emperor Frederick II of Swabia with his family - and Saint Lucia, whose paintings narrate the life of the Saint. Both arise outside the town and date back to the thirteenth century.

The Norman Castle and the National Archaeological Museum of

“Massimo Pallottino” from Melfi

Emblem of the Norman-Swabian domination, the castle of Melfi imposes itself on the valley from the top of a hill in all its pride.

Authentic, austere, full of history, it hosts the National archeologic museum named after archaeologist Massimo Pallottino. Here it is possible to retrace the history of the places through finds dating back to the classical era of the IV-III century BC, to the Roman phase from the II century BC, like the precious Sarcophagus of Rapolla, and

MELFI

(17)

the archaic era from the VII-VI century. Quite evocative are the Doria Halls, containing original 18th century furnishings and 17th century paintings.

The Diocesan Museum

Enclosed within the walls of the Bishop’s Palace, it is a treasure chest of precious objects and artefacts that belonged to the diocese of Melfi. The Pietà from 1400 is of great historical and artistic value. In coloured stone, it was made by a southern artist.

Food and wine

The pride of the local food and wine tradition, the Aglianico del Vulture DOCG, celebrated several times by Horace in his works, and the “marroncino” from Melfi, a famous chestnut on which numerous and imaginative dishes are based and to which an entire festival is dedicated in October.

Dotted with monuments of inestimable historical and artistic value, including the magnificent Aragonese castle of Pirro del Balzo, this small and charming Lucanian village, founded by the Romans among hills of vineyards and olive groves, is known for being the homeland of the Latin poet Quinto Orazio Flacco and the virtuoso madrigalist of the 16th century Carlo Gesualdo.

Worth a visit is the Church of San Domenico, made unique by the marble triptych that occupies the facade, the Church of San Biagio, where you can admire a stone Pietà from the 15th century, the Church of the Purgatorio, known as Church of San Filippo Neri, which stands out with its Baroque façade, and the Church of San Martino and the Cathedral of Sant’Andrea, both from the Renaissance, the latter featuring a remarkable 42-meter bell tower, structured in two levels. The site of the Jewish catacombs, dug into the tuff and rich in graffiti, epigraphs, engravings and frescoes is of great interest.

Among the evocative streets of this village, the Sacred Representation of the Passion, Death and Resurrection of Jesus has been taking shape every Good Friday for more than 35 years, an event that involves about 100 figures and attracts numerous visitors.

VENOSA

(18)

Pirro del Balzo Castle/National Archaeological Museum Built at the behest of Duke Pirro del Balzo in 1470, it stands in the centre of Venosa with a stable and powerful structure:

its quadrangular plan is marked at the corners by soaring and robust cylindrical towers and the entrance is preceded by a fantastic drawbridge (now fixed), suspended over a moat dug according to the dictates of the time. A structure that takes us straight to the past, also thanks to the countless finds belonging to the National

Archaeology Museum housed inside: coins, ceramics, funeral objects, parts of architectural decorations and much more allow you to lay your eyes on the life that was.

The Archaeological Park, the Incompiuta and the Abbey of the SS Trinità.

Works for what should have been a single large Trinity Abbey, adding a new part to the existing church, began in the 11th century, but were never completed. What remains of it is a surreal image: walls and pillars that trace the perfect design of a cross plan dominated by the

sky as a ceiling and paved by the lawn. Unfinished but spectacular.

The complex of the SS. Trinità is part of the evocative context of the Archaeological Park, where an exciting and at the same time reflective silence envelops ancient constructions such as the Baths, the Domus, the amphitheatre and the residential and episcopal complexes.

Paleolithic site of Notarchirico

It is one of the most important in Europe and preserves the bone remains of prehistoric fauna dating back between six hundred thousand and three hundred thousand years ago and one of the oldest human remains in the South: the femur of a woman belonging to the Homo erectus species.

(19)

Surrounded by unspoiled natural beauty, Rionero rises on two hills on the slopes of Monte Vulture, an ancient extinct volcano. The Grotticelle Nature Reserve, habitat of the rare butterfly Acanthobramaea europaea, and the wonderful Monticchio lakes, two stretches of water of volcanic origin that occupy ancient craters on the west side of the

Vulture, make it an idyllic place crossed by a still very strong historical echo, in which the name of the well-known brigand Crocco and post- unitary events still resonate.

The churches

The area has a solid religious tradition, the spirit of which is felt in the many well-kept churches scattered throughout the town: starting from the main church, with its Baroque facade, to the Church of the SS. Sacramento, the oldest in the place, the Churches of the Annunziata and of San Nicola, up to those of Sant’Antonio Abate and Madonna Caudata, it is possible to admire the eighteenth- century architectural heritage accompanied by finds with stories

that oscillate between history and legend. Do not miss the white Benedictine Abbey of San Michele Arcangelo, today the Vulture Natural History Museum, whose reflection on the surface of the smaller lake enhances its whiteness and majesty. However, a strong sense of spirituality is also felt in the traditions, among which the rite of the Sacred Representation stands out, which enchants onlookers with meticulousness and evocative effects every Holy Saturday.

The Museo del Brigantaggio (Brigandage Museum) Rionero in Vulture is a place

historically marked by the phenomenon of brigandage and various historical findings.

And it is precisely in the former Grancia of Santa Maria degli Angeli, between the walls of the Brigandage Museum, that it is possible to retrace the phases of this fascinating historical parenthesis.

Fortunato Palace

It takes its name from the statesman, historian, politician and educator Giustino Fortunato who is recognised as having the paternity of the “Southern Question”. The furnishings of some rooms have remained unchanged.

Since 1975, the building has housed the Civic Library

“Giustino Fortunato”, where historical and economic studies with a southern orientation can be consulted.

RIONERO IN VULTURE

(20)

Known as the “cathedral city” for the architectural masterpiece that characterises it, with all its ancient beauty dominates the upper Bradano valley, displaying the traces of a Roman, Norman and Renaissance past. A small village embellished with historic buildings, which emerges on a hill surrounded by vineyards and cultivated fields and tells its own story through16th century palaces, such as the former Prefecture, from the ‘700, Palazzo Gala and the Curia Vecchia, featuring magnificent stone portals decorated with coats of arms and sculptures. The numerous churches and other peculiarities, such as the caves carved into the rock and used as storage sites for Aglianico wine or the Museum of carved woods, where an ethnological route leads the visitor to discover local traditions through woodworking practices, make Acerenza one of the most beautiful villages in Italy.

The Cathedral of Santa Maria Assunta and San Canio

In Romanesque-Gothic style, it rises in the centre of the village and houses numerous artistic treasures, including paintings and frescoes from the 16th century. The apsidal system that characterises it and that captures the attention is truly majestic. The internal structure is quite dynamic: a series of turrets and apses follow one another, creating an infinite movement on the Latin cross shape. The evocative Renaissance crypt placed under the presbytery captivates the

visitor. Frescoes by Todisco di Abriola cover the ceiling, which overlooks a valuable sarcophagus of the Ferrillo counts and an ancient stoup.

The Diocesan Museum

It was born in the building that was once the seat of the Acerenza seminary and preserves not only treasures from the Cathedral, but artefacts that stand as evidence of the life and spirituality of monks, Benedictines, priests and bishops. The bust of the emperor Julian the Apostate (331-363) is quite remarkable.

ACERENZA

(21)

Known for its famous waters that, crossing the volcanic rocks of the Vulture, are enriched with a natural effervescence, surrounded by green hills, vineyards, chestnut and olive groves, overlooking the Vitalba Valley from a suggestive hill.

A scenario made even more interesting by the fourteenth- century references scattered throughout the territory, such as Cathedral of Santa Maria ad Nives with the unusual Islamic-

style portal and preserving of sculptures from the 14th and 15th centuries and paintings from the 1300s, the Church of Santa Lucia of 1389 and Fortress-monastery of Santa Maria degli Angeli of 1500.

Among the events it is worth mentioning is the Via Crucis held on Holy Thursday every year, when every corner of the village is enriched with religious references allowing the public to identify with the reproduced scenes.

Near the cemetery of Atella, inside an archaeological site, it is possible to admire a find from 600,000 years ago: the tusk of an ancient elephant (Elephas antiquus).

It was born in the centre of the Bradano Valley and is surrounded, like the rest of the Vulture, by the charm of history. Seat of the oldest abbey of Basilicata, Benedictine and dedicated to Saint Mary dating back to the 9th century, of which the remains are still visible today, boasts a conspicuous archaeological heritage. The famous Tabula Bantina was found right here and the municipality took its name. It

is one of the oldest bronze plates dating back to the 2nd century BC and containing engravings in the Oscan language, now preserved in the Archaeological Museum of Naples.

It is a small municipality in the north-western Apennines known for its pecorino cheese, a product that obtained the recognition of the protected designation of origin (PDO) in 2007.

In addition to the food and wine aspects, there are also very prominent cave paintings

ATELLA BANZI

FILIANO

(22)

found in Tuppo dei Sassi, where today stands the prehistoric site “Riparo Ranaldi”, which represents the oldest cultural testimony of human settlement in Basilicata. Portraying fascinating hunting scenes linked to propitiatory rites, the paintings date back to the Paleomesolithic age and are characterised by a warm red colour spread with the fingers. The sacred thread that starts from this corner of the village finds a continuation in the churches of Santa Maria del Rosario and San Giuseppe.

It is one of the towns of Arbëreshë origin in Basilicata, whose origins are still reflected today in the traditions and architecture of the historic centre, made up of arches, portals, alleys and buildings attributable to the Albanian influence.

A remarkable landmark is the Steccato Fountain, built on commission from an Albanian nobleman and animated by apotropaic figures and magical formulas designed to ward off any negative energies. Also curious are the Cantine dello Scescio - chosen by Pasolini as a location for “The Gospel according to Matthew”. These are caves dug into the lava tuff of the hills surrounding the village and used primarily as a refuge by Albanian immigrants

and later as cellars to store wine.

The religious heritage also bears the Arbëreshe imprint. The Sanctuary of the Madonna di Costantinopoli, the Church of Sant’Attanasio and San Rocco, the one of Santa Maria del Carmine and that of San Nicola are an example, for the decorative style of the interiors and the works they preserve.

Among the most anticipated cultural events is the “Processione dei Misteri”

(Procession of the Mysteries). Every Good Friday the stages of Christ’s life are recalled with a scenic Via Crucis that transforms the village into a dimension in which the past and the present blend in an evocative way.

The village stands on the so-called

“Balcony of Puglia”, a hill from which it is possible to admire the splendid panorama that extends up to the Gargano. The remains of the Angevin walls and the towers make this town a small treasure chest worth discovering, in which the sacred heritage is predominant, with altars and wooden sculptures, sixteenth- century paintings and various other works of art: do not miss the

Medieval Church of the Annunziata and the Church of the Crocifisso (belonging to the Convent of the Capuchins), which host an exhibition on the Forenza of the XVII-XVIII century, the churches of San Nicola and San Pietro, the convent complex of Santa Maria della Stella and the evocative Rock church of San Biagio. In the historic centre, there is the “Casa Contadina” (Rural House), a “house-museum” that faithfully reproduces the domestic spaces typical of rural culture. A real cultural jewel of the Lucanian ethnographic collection.

BARILE FORENZA

(23)

Like the pieces of a puzzle, the houses of Genzano di Lucania fit perfectly together on a spur in the upper Bradano Valley, interrupting the uncontaminated natural continuum that frames them.

Among the huts of this ancient Roman settlement it is worth exploring the Church of the Annunziata, from the XII century, the Church of Santa Maria della Platea, the Palazzo de Marinis, of Angevin origin and today seat of municipal offices, and the beautiful Cavallina Fountain, large, majestic and featuring on its top a sculpture of the goddess Ceres from the

1st century BC, which makes it even more precious. A few kilometres from the village, we find the remains of the Monteserico Castle, built around the year 1000 but also used by Frederick II.

It is the third arbëreshë town of Vulture, after Barile and Maschito. A journey into the past is what a simple walk through the narrow streets of the village looks like. The streets indicated with the double denomination, Albanian and Italian, the characteristic buildings such as Allamprese Palace, from the sixteenth century, or architectural elements such as the

Arco Forno create a very special atmosphere in which one has the impression of being in a different era. Sensation corroborated by the breathtaking landscapes that frame the village. The Chiesa Madre of San Nicola and the Church of Madonna di Costantinopoli are well worth a visit.

Maschito too, like Barile and Ginestra, has Arbëreshë origins whose traces are very evident in the everyday dialect, in famous proverbs and in one of the key events of the summer program of the place: the Retnes, a historical re-enactment of the clashes between Greeks Coronei and Albanian Scuterini, the founders of Maschito.

The monumental fountain of the village is named after Skanderberg, an Albanian hero who faced the Angevins of Ferdinand of Aragon with numerous troops. In white stone, it is inserted between enchanting palaces from the 1700s and 1900s, characterised by classical portals and Doric columns, and among churches embellished, in Albanian style,

GENZANO DI LUCANIA

GINESTRA

MASCHITO

(24)

with stucco decorations and oil paintings; among these, the Chiesa Madre of Sant’Elia, the Church of the Madonna del Caroseno, that of Purgatorio and the one dedicated to Madonna del Rosario.

Exciting is the Sacred Representation staged on Good Friday every year in the streets of the village. A way to relive, with a particular involvement, the salient moments of the life of Jesus Christ.

It is located a few kilometres from the border with Puglia and, although very small, it combines the splendid landscape in which it stands out with the historical echo that crosses it. Ancient portals and characteristic houses give it a unique charm.

Numerous points of interest, such as the Sanctuary of the Gloriosa, which testifies to the passage of the Basilian monks, the Mother Church dedicated to Santo Stefano, the Clock tower, in the historic centre, and the remains of the Roman aqueduct that brought water to the city of Canosa. The nearby picnic areas are pleasant, enlivened by two particular fountains: Chiancone and Schiaffone.

Defined as a “land of fairy tales”, Rapone stands out for the perfect architectural coexistence between old and new. The remains of settlements dating back to the Paleolithic and the buildings in the historic centre that trace the contours of the feudal system, enriched by unusual decorative masks, find a natural continuity in the present with more modern buildings.

Protagonists of the cultural heritage are the noble palaces, such as Nicolais Palace and Patrissi House, the Chiesa Madre of San Nicola Vescovo and the two churches dedicated to Santa Maria ad Nives and Santa Maria dei Santi. The interesting local food and wine tradition features two particular products: soppressata and caciocavallo, to which two festivals are dedicated.

It is a manor castle, also known as Marchesal Palace and it was used by Frederick II to breed horses, signalling the presence of this village on top of a promontory where the gaze is lost in the panorama of the Apulian Murgia. Studded with ancient churches, such as that of

RAPONE

PALAZZO SAN GERVASIO

MONTEMILONE

(25)

San Rocco, of the SS Crocifisso, of San Sebastiano or, again, the Chiesa Madre di San Nicola, Palazzo San Gervasio keeps alive the intertwining of history, culture and art, establishing itself as one of the richest areas in finds such as porcelain objects, canvases, prints and ancient volumes.

All preserved in the historical Picture Gallery of Palazzo d’Errico, which constitutes a veritable treasure trove of literary and artistic collections, among the most precious in southern Italy.

In the silent and luxuriant hilly nature of the north- eastern area of Basilicata, this small village of Samnite origin emerges. Surrounded by greenery it stands out with its Angevin Tower and the remains of the castle to which it belonged. Its story is narrated within the walls of the Museum of rural civilization, of the Civic Archaeological Museum and, on the religious side, among the works and architecture of the majestic Mother Church of Santa Maria Assunta.

Perched on a hill, it overlooks a breathtaking panorama challenging, with its ancient beauty, the naturalistic strength of the Vulture. A combination that enraptures, conquers and enchants the soul, which sees on the one hand the story that resonates through objects kept in the Civic art gallery, frescoes and decorations of the Church of San Donato, of Santa Maria del Sepolcro and of San Giuseppe, and on the other the luxuriant presence of an uncontaminated nature.

In addition, honey lovers should try the one produced in Ripacandida. With a delicate or flavoured taste, it is well suited to be enjoyed alone or in specific recipes.

RUVO DEL MONTE

RIPACANDIDA

(26)

A perfect destination for nature lovers, San Fele is known for waterfalls that burst into the silence and luxuriant vegetation of the place, making it an enchanted place. In this small village the legacy left by feudalism can be glimpsed in the remains of a castle and between the walls of the Church of Santa Maria della Quercia and the Sanctuary of Madonna di Pierno, which make the scenery even more fascinating.

A small village rich in history, it presents itself to visitors with the Norman- Swabian castle where Corrado IV, son of Frederick II, died, an evocative building now the town hall, next to which stands the Cathedral of San Mauro dating back to the 11th century.

Of the walls, a symbol of the medieval era, only two gates are visible, Porta del Forno and Porta Nuova.

Numerous works of art kept within the walls of the Church of Sant’Anna

and the historical findings are testimonies of the fact that Lavello was inhabited since the Neolithic times. Equally worthy of importance is the Museum of rural civilization, set up inside the Palazzo Ducale and showcasing objects and furnishings that well describe the ancient rural life. Of the Sanctuary of the Gavetta, built

in honour of a divinity of the waters, a few remains are still visible behind the cemetery.

During the carnival, at the end of January, Lavello takes on colour, when the streets are filled with red masks, reiterating the dictates of the tradition known as “Domino”.

The houses of this small village of the Vulture seem to cling to the green hill on which their foundations rest. Between them is enclosed an inviting thermal establishment, while in the historic centre the protagonists are the Cathedral of the Assunta, from the thirteenth century, which welcomes believers with a

beautiful Romanesque portal and a notable bell tower, the Church of Santa Lucia, even more ancient, from the X-XI century, and that of the Crocifisso erected by the Benedictines.

Rapolla too, like most of the municipalities of the Vulture, in the Easter period and in particular on Holy Tuesday, is transformed into an open- air theatre with the staging of the Sacred Representation.

The food and wine heritage is interesting, and can be sampled during the event “Urban Park of the Cantine di Rapolla” which, now in its 17th edition, involves the most curious palates in a unique sensory experience in a magical location.

SAN FELE

LAVELLO

RAPOLLA

(27)

Au nord de la Basilicate, depuis les versants de l’ancien volcan Vul- tur, un paysage étonnant prend forme et s’étend sur toute la vallée, avec de petits villages qui se distinguent parmi les couleurs vives et profondes d’une nature authentique. L’histoire et les traditions lo- cales nous parlent de l’identité de ces lieux magiques, les châteaux encore existants racontent les exploits du stupor mundi, la culture des Arberèches encore vivante dans certaines communes nous rappelle l’importance des premiers peuplements albanais du XVe siècle, et les représentations sacrées de la Passion du Christ pendant la Semaine Sainte soulignent le puissant esprit religieux qui anime les commu- nautés. Tout cela sans oublier les saveurs et les délices qui enchantent les papilles et les amateurs de bonne chère.

Un voyage à la découverte de ces terres ne peut être qu’une expé- rience qui enrichit l’âme et comble les visiteurs.

VULTURE MELFESE

LA BASILICATA PER AREE Vulture Melfese

Mar Tirreno

Mar Jonio

• Lavello

• Montemilone

• Venosa

• Melfi

• Rapolla

• Barile • Ginestra

• Rionero in Vulture

• Atella

• Ruvo del Monte• Ripacandida• Maschito• Palazzo S.Gervasio

• Banzi

• Rapone

• San Fele • Filiano• Forenza • Genzano di Lucania

• Acerenza

Costa Jonica e dintorni Dintorni

di Potenza

Valle dell’Agri

Pollino Maratea

e dintorni

Dintorni di Matera Dolomiti Lucane

e dintorni

MATERA

POTENZA

(28)

C’est la quatrième plus grande ville normande de la Basilicate. Terre de Robert Guiscard, qui a construit le magnifique Château dominant au- jourd’hui encore le village, et de Frédéric II de Souabe, qui l’a considéra- blement agrandi, elle a été le siège où a été promulgué le «Constitutiones Augustales» de Frédéric II en 1231, la plus grande contribution législa- tive du Moyen Âge permettant de réglementer les droits féodaux et de reconnaître le droit de succession des femmes. Son important passé

de capitale du duché des Pouilles est attesté par ses remparts, encore partiellement présents, par la charmante Porta Venosina, l’une des six anciennes entrées de la ville, et par de nombreux autres éléments dis- persés dans la commune, comme l’arc ogival, les bâtiments patriciens, les tours qui entourent les cours du palais seigneurial Doria, sa chapelle nobiliaire et aussi le riche pa-

trimoine artistico-religieux.

La Cathédrale de Santa Maria Assunta et les églises

Le splendide clocher roman de la Cathédrale dédiée à l’Assunta domine la ville nor- mande. Divisé en trois étages, il s’élève à 50 mètres et repré- sente le symbole de l’architec- ture normande au Sud, à côté de la façade tout aussi ma- jestueuse de la Cathédrale. Le style byzantin de cette dernière

brille par toute sa magnificence dans les plafonds à caissons en or pur et par la richesse décorative de l’intérieur, caractérisé par de nombreuses peintures du XVIIe siècle et des autels baroques.

Les églises disséminées dans les rues de la ville sont d’un grand intérêt, comme l’Église de Sant’Antonio du XVIe siècle, l’Église de San Lorenzo datant du XIIe siècle, l’Église de la Madonna del Carmelo, qui faisait au- trefois partie du couvent des Carmélites, et l’Église de Santa Maria La Nova, dont la principale particularité se trouve dans le portail caractérisé par un étrange arc en zigzag.

Les églises rupestres

Les deux églises rupestres de Melfi sont fascinantes: Santa Margherita, qui possède une extraordinaire crypte sculptée dans le tuf volcanique et ornée de fresques de style byzantin - dont, outre la fresque dédiée à la Sainte, le célèbre « Monito dei Morti » qui représente très pro- bablement l’empereur Frédéric II de Souabe avec sa famille - et Santa Lucia, dont les peintures racontent la vie de la Sainte.

Toutes deux se dressent à l’ex- térieur du centre habité et re- montent au XIIIe siècle.

Le Château normand et le Musée archéologique national «Massimo Pallottino» de Melfi

Emblème de la domination normande-souabe, le château de Mel- fi s’impose dans la vallée du haut d’une colline, dans toute sa fierté.

Authentique, austère et chargé d’histoire, il abrite le Musée archéolo- gique national qui porte le nom de l’archéologue «Massimo Pallottino».

On y retrace l’histoire de ces lieux à travers des vestiges remontant à l’époque classique des IVe-IIIe siècles avant J.-C., à l’époque romaine du

MELFI

Riferimenti

Documenti correlati

Soggetto bene finale/originale: Veduta del coro della chiesa di Brou a Borg-en-Bresse Autore bene finale/originale: Bisi, Luigi. Datazione bene

Ultima modifica scheda - data: 2020/02/04 Ultima modifica scheda - ora: 08.57 PUBBLICAZIONE SCHEDA. Pubblicazione scheda -

Chiedi al mio servo fedele – a tutti i sacerdoti - che in quel giorno parli al mondo intero di questa mia grande Misericordia: in quel giorno, chi si accosterà

Allo stesso tempo, le due lunette di San Nicola d’Anza e di Santa Maria di Picenze, con il comune tema della Madonna con Bambino, davanti a un telo dossale, tra due santi e con

Ente: Civico Archivio Fotografico - Milano Referente scientifico: Paoli, Silvia. Funzionario responsabile: Paoli, Silvia AGGIORNAMENTO-REVISIONE [2

Denominazione struttura conservativa - livello 1: Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco Denominazione struttura conservativa - livello 2: Raccolta delle

Specifiche ente schedatore: Civico Archivio Fotografico - Milano Nome: Casone, Laura. Referente scientifico: Paoli, Silvia Funzionario responsabile:

163 s.m.i., sempre e comunque conformemente alla normativa. Saranno esclusi dalla gara i concorrenti che, secondo motivata valutazione della stazione appaltante, hanno