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CHECK UP CON I 10 COMANDAMENTI

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Academic year: 2022

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CHECK UP CON I 10 COMANDAMENTI

1. Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio all’infuori di me.

2. Non nominare il nome di Dio invano.

3. Ricordati di santificare le feste.

4. Onora il padre e la madre.

5. Non uccidere.

6. Non commettere atti impuri.

7. Non rubare

8. Non dire falsa testimonianza.

9. Non desiderare la donna d'altri 10. Non desiderare la roba d’altri

E’ sempre il momento giusto, per fare un "check up" su noi stessi, cercando di vedere e capire la verità, e non la "verità cammuffata".

Per realizzarlo, mi è venuto in mente di "utilizzare" i 10 Comandamenti che Dio ci ha donato, e che sono nella nostra coscienza.

"Scoprite la verità e la verità vi renderà liberi" ha detto Nostro Signore.

Questo dovrebbe essere un obiettivo da raggiungere un poco per volta senza mai rinunciare a volerlo, con tutte le nostre forze. Vedere con chiarezza nella nostra coscienza ci fa sentire un grande senso di libertà, pace e gioia interiore. Questa sensazione di piena e intima soddisfazione, è la risposta più evidente alla nostra domanda iniziale di verità, che sarà da tutelare, una volta raggiunta, dalle tante pulsioni interne ed esterne, che rendono la vita sinonimo di "lotta", a volte anche molto dura e assai dolorosa.

Propongo quindi, soprattutto a me stesso, di meditarli uno per uno, e di cercare di capire almeno una piccola goccia del mare di verità che ne promana. Le riflessioni sono da integrare secondo la propria esperienza in divenire, e da rivedere periodicamente, proprio come si fa quando ci si sottopone a un periodico check up medico !

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1. Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio all'infuori di me Non è difficile per me credere in Dio, grazie alle esperienze fatte, a partire dal miracolo per il quale sono ancora vivo, avuto a ventanni, e che ho anche raccontato in TV qualche anno fa.

Padre Pio disse a mia madre di non mandarmi in macchina con un assistente di mio padre, come avevo fissato. Non andai. Lo videro uscire di strada a una curva e fare un volo di molte centinaia di metri sfracellandosi e riducendo l'auto in mille frammenti.

Il Padre mi ricevette, e in confessione precisò che io potevo essere salvato, mentre per il Professore era arrivata la sua ora, e che era in Paradiso. Ho poi visto da Padre Pio alcuni miracoli che sono documentati nei dettagli come fatti inspiegabili scientificamente, e soprattutto tante conversioni. Credo fermamente che Dio esiste e che, come disse mio padre, matematico e statistico, a un convegno internazionale…

"è più facile che un gatto sulla tastiera di un pianoforte suoni la quinta di Beethoven, piuttosto che l'universo e l'essere umano si siano fatti da soli per puro caso e dal nulla. Noi scienziati possiamo soltanto scoprire quello che è stato creato, e che ubbidisce a leggi superiori".

Si era convertito attraverso la matematica e la scienza che è una via per arrivare alla Fede. Nel suo testamento scrisse a nostra madre e a noi figli

“non piangete, perché un giorno ci rivedremo”.

Il non credere quasi sempre porta al pessimismo, ad atti di orgoglio e di presunzione, alla sfiducia nel prossimo e in noi stessi, mentre la Fede in Dio produce nel nostro animo una grande gioia e una grande serenità che si esprimono nell’Amore incondizionato per tutti . E’ la stessa nostra anima che ci parla nella nostra coscienza se l’ascoltiamo con attenzione nel silenzio, dicendoci che…..“è tutto vero”.

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Penso che chi afferma di non credere in Dio, abbia una ...grandissima Fede, anche se non indirizzata a Lui, dato che è molto più facile credere, osservando la creazione in ogni suo aspetto.

Spesso poi vedo che chi dice di non credere, lo fa per quello che si chiama

"relativismo", costruendosi una legge su misura per le proprie comodità e per il proprio egoismo, che si evidenzia in molti modi diversi, ma sempre con l'Ego e l'Io al posto di Dio. L'orgoglio e la presunzione, causa del

"non serviam" del Demonio, pare proprio rendano ciechi e non in grado di percepire la verità nella propria coscienza. Sempre Padre Pio diceva che chi non crede in Dio non crede neppure al Demonio, che ottiene così il suo più grande risultato, che è proprio quello di far credere che lui non esista. Con questo link trovate alcune riflessioni:

http://www.padrepio.catholicwebservices.com/il_maligno.htm

Al primo comandamento si collega poi direttamente l'invito di Gesu' Cristo: "ama il prossimo tuo come te stesso"-

Credere in Dio vuol dire anche credere nell'Amore che si incarna nel nostro prossimo povero e sofferente. Amare il prossimo, anche quando ci costa molto perdonarlo per i torti ricevuti, vuol dire riconoscere che anche noi dobbiamo e possiamo essere perdonati per tante mancanze piccole e gravi. E il perdono, se il nostro cuore è sincero, ci dà la possibilità di essere a nostra volta perdonati. Questo mi fa riflettere su come tante volte non abbia capito e neppure voluto amare quando invece era possibile, amando invece me stesso e le soddisfazioni umane e materiali che potevo ottenere, non capendo che "tutto è vanità" e che tutto passa, restando alla fine della nostra vita soltanto l'amore, anzi…l’Amore, quello vero, che saremo riusciti a trasmettere.

Nessuno può giudicare chi dice di non credere in Dio. Sarà solo Lui a giudicare, come sa bene chi crede. Molte volte sono più coerenti coloro che si comportano concretamente secondo la legge morale che è nella nostra coscienza, piuttosto che coloro che dicono di credere, e poi in

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pratica si comportano non coerentemente con la legge morale.

E' quindi sul piano del comportamento concreto, della coerenza, e dell'amore per il prossimo, che posso tentare di vedere e di capire, con

l'aiuto di Dio, come migliorare la mia vita.

In questo checkup, mi pare evidente che il non giudicare, l'amore per il prossimo, e la coerenza del comportamento, siano argomenti su cui riflettere quotidianamente per migliorarmi.

2. Non nominare il nome di Dio invano.

Quando sento bestemmiare, molto spesso mi capita in diretta di far considerare come questo sia un atto di grande inciviltà, che rivela la cattiveria che proviene dal "nemico di Dio" e che nella bestemmia trova una propria misera soddisfazione. Ebbene, ho notato come la stessa persona che ha bestemmiato, resta molto spesso come sorpresa dal mio intervento, anche se qualche volta invece continua nella sua ribellione contestandomi. La mia sensazione è che il riprendere con cortesia ma anche con fermezza chi bestemmia, sia in fondo un atto di carità e di liberazione da una forma di condizionamento e di "prigionia" in cui la persona si è venuta a trovare. Vorrei poter avere più coraggio e determinazione nel convincere le persone che bestemmiano con parole e anche con fatti, chiaramente contrari alla coscienza, a ritrovare la loro dignità di figli di Dio, considerando inoltre che le bestemmie sono per chi crede, espressioni di grave offesa al proprio Padre e quindi a sé stesso.

Spero quindi di trovare in queste occasioni il coraggio e le parole giuste per convincere a riflettere sulla bellezza della persona umana, sul suo essere creatura di Dio, sulla stessa libertà di espressione come Suo dono, nella Sua massima fiducia nella nostra libertà, e sulla possibilità quindi che abbiamo, di orientare le nostre azioni o verso il bene o verso il male, cogliendone le loro conseguenze positive o negative.

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3. Ricordati di santificare le feste.

Se i genitori dicono ai loro figli ancora piccoli, che andare a Messa almeno alla Domenica è una cosa importante, dovrebbero dire anche il perché è importante, evitando il rifiuto che è naturale, quando da piccoli ma anche da grandi si deve fare una cosa che ci viene imposta, senza saperne il motivo. Ad esempio il dire a un bambino che si va a Messa per ringraziare Dio di averci creato e di aver creato il mondo e anche i suoi giocattoli., i cioccolatini, gli amici e tutto quanto lui vede, trova normalmente terreno fertile e una immediata accettazione. Infatti il bambino è molto vicino a Dio, dato che non ha ancora sperimentato i peccati che creano uno schermo più o meno resistente nella coscienza.

Quindi il bambino e la bambina sentono intimamente che è vero che Dio esiste, e che se andiamo a Messa per ringraziarlo di tutto, questo è una cosa giusta e bella, magari insieme ad amici, condividendo con loro la serenità e la gioia della vita che Lui ci ha donata.

In questo check up mi rendo conto che spesso sono andato a Messa un po’ controvoglia e distratto. Non è giusto, e soprattutto non è rispettoso per Colui che ci ha creato, e che almeno una volta alla settimana ci chiede di riflettere sul cammino che stiamo facendo, perché sia sempre orientato al bene nostro e di tutti. E’ curioso notare come tanti cristiani siano ben disposti a sposarsi in Chiesa e a battezzare i loro figli, mentre non sono disposti a onorare Dio almeno una volta alla settimana e neppure pregandolo ogni giorno. Non sono da giudicare, come sempre insegna Gesù, dato che le abitudini derivano quasi sempre dagli esempi e dai condizionamenti familiari, e pertanto sarà importante comunicare loro la gioia che si ottiene frequentando la Santa Messa e i Sacramenti, vincendo il proprio naturale egoismo e la pigrizia che tutti proviamo e proveremo sempre come lotta interiore che proviamo noi come hanno provato i Santi. Spero di poter trovare il modo e le parole giuste per convincere a onorare Dio nostro Padre, anche santificando le feste come Lui stesso ci chiede in questo Comandamento.

E se ce lo chiede, perché non risponderGli di sì ?

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4. Onora il padre e la madre.

Sembra un Comandamento facile da seguire, ma la realtà di molte situazioni ci fa capire come, per certi figli, il Comandamento venga spesso trasformato in “onora il padre e la madre…se mi danno quello che mi serve per divertirmi e mantenermi”.

E’ talvolta da vedere come siano gli stessi genitori, per loro stessa educazione, a creare situazioni in cui si condizionano i figli evitando loro di diventare maturi e responsabili nei tempi giusti, offrendo denaro e comodità, ottenendo così di tenerli lontani dalle responsabilità e dai doveri, a volte quasi per tenerseli stretti per egoismo sotto la propria tutela e per averli vicini ad ogni costo.

In questo check up, non avendo io più i genitori da molto tempo, posso dire di averli onorati entrambi ma anche di essere stato io stesso spesso a generare a mio favore situazioni di comodità e di opportunismo.

E’ quindi questo per me un check up…retroattivo, che mi può dare spunti di riflessione per onorare da ora in poi la loro memoria con un comportamento responsabile e coerente ai principi che sono nella coscienza, e che loro con un’educazione basata sull’onestà e sul rispetto, mi hanno chiaramente dimostrata nei fatti e nell’educazione oltre che lasciando grande stima e considerazione.

Onorare il padre e la madre credo dunque voglia significare anche ricordare i loro buoni insegnamenti e non giudicarli mai, se per caso in buona fede possano aver compiuto errori .

Ogni essere umano li compie: si chiamano “esperienze” e anche con

questa semplice considerazione, desidero onorare la loro memoria.

E’ davvero orribile sentire alcune persone parlar male dei loro genitori, in vita o anche se defunti.

Questo vuol dire giudicare, e non è edificante imputare errori ai genitori o ricordarli soltanto per questi, ammesso che lo siano.

E anche se gli errori dei genitori fossero gravi ed evidenti, in questo check up vorrei considerare come io stesso, come tutti, non si debba mai lasciarci andare a giudizi nei loro confronti, rimettendo il giudizio

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definitivo soltanto a Dio, vero e unico Giudice, che saprà valutarli in tutto il loro percorso umano e spirituale, con giustizia e con misericordia.

Chiedo infine a me stesso di fare sempre in modo che i figli possano ricordarsi di me per fatti positivi meritando, se possibile, il loro “onorare il padre e la madre”.

5. Non uccidere.

Il check up su questo comandamento mi porta subito a considerare come siano nel mondo stati uccisi centinaia di milioni di bambini, impedendo a loro di nascere, e non tutelando il primo e fondamentale diritto: il diritto di un essere umano alla vita e a vivere la propria vita. Credo che l’aborto sia in realtà uccidere, dato che dal momento del concepimento l’essere umano con il suo dna è già nato nella sua completezza, ed inizia il suo percorso per venire alla luce. La vera nascita è dunque al momento del concepimento, e in questo la vita ha inizio.

Quando una volta dissi a una convinta abortista “se tua madre ti avesse abortito tu non saresti nata” la vidi perplessa e non mi disse più niente.

Era come se non avesse mai pensato a questa semplice verità.

Ma in questo check up vorrei considerare anche come spesso io stesso non abbia avuto il coraggio di dichiarare che l’essere umano è già nato al momento del concepimento in quanto la sua vita da quel momento è iniziata con i caratteri che lo renderanno essere unico e irripetibile.

Non opponendosi all’uccisione dei bambini concepiti e non ancora venuti alla luce, credo proprio voglia dire partecipare a questi delitti contro l’umanità e contro la vita, compiuti in nome della libertà di una donna di decidere se sopprimere la vita, senza considerare il diritto fondamentale ad esistere, dell’essere che porta in grembo. E’ comunque davvero impressionante come tanti bambini concepiti e quindi in pratica già nati alla vita dal primo momento, vengano considerati esseri a volte inutili e dannosi da molte persone che hanno perso il senso della verità e della coscienza, offuscata dal Maligno. Avete infatti mai visto un abortista credere in Dio e accostarsi ai Sacramenti ? E avete mai visto un

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abortista generare veri atti d’amore per il prossimo ? Sembra proprio che “ama il prossimo tuo come te stesso” si sia trasformato in libertà di sopprimere la vita, come possiamo considerare nella storia, quando si scatenano le guerre e le violenze sia nei confronti di intere popolazioni sia di singole persone. Ritengo che l’unico vero antidoto sia da vedere nella Legge dell’Amore e nel credere in Dio, che ci ha creato come suoi figli e quindi come fratelli in Lui.

6. Non commettere atti impuri.

Pensieri, parole ed opere, sono le fasi in cui gli atti impuri prima si rivelano e poi si consolidano nella mente, per diventare progetti concreti nella loro attuazione, fino al momento in cui pur offuscandosi la coscienza, è essa stessa che si ribella, e chiede la gioia e la felicità che sono il frutto della purezza del cuore e dell’anima.

Passando in rassegna situazioni in cui talvolta mi sono lasciato prendere da pensieri impuri, é una grande opportunità il poter esaminare anche piccole mancanze, per mettere in atto quella che anche nella più moderna cura della salute si chiama “prevenzione”.

7. Non rubare

Rubare é l’atto materiale che sempre più è diffuso e perpetrato anche con le più sofisticate tecnologie informatiche. Pare che molti giovani in Italia e in molti paesi, si dedichino a questo “lavoro” con grande dedizione e sempre maggiore competenza. In certi paesi del terzo mondo per alcuni giovani senza lavoro appare l’unica soluzione per mangiare e per vivere.

La stessa cosa nelle regioni in cui la mafia e le organizzazioni malavitose sono gli unici “datori di lavoro”.

Victor Hugo ne I Miserabili dice che per giudicare un furfante bisogna conoscere dall’origine tutto il processo che arriva fino alla colpa.

Credo dunque che tutti noi siamo responsabili dei furti e degli atti delinquenziali nel mondo, soprattutto compiuti da persone ridotte alla fame e alla miseria più assoluta. Dobbiamo prenderne con urgenza

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sempre più coscienza per contribuire a generare opportunità quali situazioni di lavoro per i nostri fratelli piccoli e grandi che anche in questo preciso momento stanno morendo di fame. Quando vedo pance ben rotonde, compresa la mia, mi chiedo come starebbero bene molte persone senza cibo se soltanto avessero avuto una piccola parte del cibo che abbiamo la fortuna di avere tutti i giorni anche più volte, mentre loro è tanto se riescono a mangiare qualcosa una volta ogni due-tre giorni se va bene. Con questo non si può giustificare mai e poi mai l’atto del rubare, mentre di caso in caso è possibile analizzare le sue cause per agire in profondità alla radice anche in via preventiva. La prevenzione è sempre la migliore medicina, anche dunque per quanto riguarda il rubare.

8. Non dire falsa testimonianza.

Ahimé, la menzogna oggi sembra essere una consuetudine non solo diffusa, ma a volte anche giustificata se non promossa e considerata in molti casi come una necessità. Una volta Padre Pio disse a mia madre in confessione “le bugie sono sempre bugie !...” quando lei disse che aveva nascosto a mia nonna la verità sulla sua malattia. Ovviamente non penso si debba essere rigorosissimi in caso di eccezioni ritenute in buona fede positive e a fin di bene, anche se il relativismo condannato dai Santi e recentemente in modo ben chiaro da Papa Benedetto XVI è sempre in agguato per farci abbassare l’asticella della verità per scopi egoistici e ben lontani dal territorio della chiarezza. Diceva l’attore Giorgio Albertazzi “ogni essere umano ha una maschera e quando se la toglie, sotto ha…un’altra maschera”. Cerchiamo dunque, io per primo, di toglierci dal cuore e dalla mente tutte le maschere nei confronti del nostro prossimo e, cosa a volte assai difficile, anche nei confronti di noi stessi, evitando di farci sconti su sconti navigando nel mare del relativismo che ha come suo porto naturale il pessimismo, l’egoismo e l’infelicità.

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9. Non desiderare la donna d'altri

Bisogna stare molto attenti a non lanciare “segnali” di simpatia e disponibilità alle signore sposate, a maggior ragione se noi stessi fossimo sposati, dato che a volte questi potrebbero trovare terreno fertile, soprattutto nei casi in cui una donna si trovi in una forte situazione di crisi e di carenza affettiva. Credo che il comandamento possa essere letto anche in modo speculare “non desiderare l’uomo d’altre” e quindi si possa considerare la sua validità anche per le donne.

Il comandamento ha la sua validità anche e forse soprattutto come

“prevenzione”. Il peccato è, come dice il Vangelo, in pensieri, parole ed opere, ed è negli angoli più nascosti del pensiero che si generano i progetti negativi e perversi. Attenzione dunque. Lo dico a me stesso e a chi mi legge: il peccato è da impedire alla sua origine, con immediata determinazione, senza peraltro trascurare i rapporti di amicizia onesti e sinceri di collaborazione con l’altro sesso, che rendono le idee e i progetti di lavoro e non solo, completi e utili al massimo grado in una collaborazione che sappia unire in modo armonico e sinergico i talenti maschili e femminili, e le visioni reciproche e complementari.

10. Non desiderare la roba d'altri

Mi pare che se al posto di “donna” mettiamo “roba”, si possano per questo comandamento effettuare considerazioni simili a quelle realizzate per il comandamento precedente. La concupiscenza della carne lascia qui il posto alla concupiscenza del potere e delle cose visibili, che trova nell’egoismo e nell’IO smisurato, oltre che nel desiderio di possesso e di potere sul prossimo, e nella vanità, i “motori” da distruggere, causa di comportamenti disumani e che portano alla malattia della cecità assoluta non vedendo, chi ne è colpito, come si stia tutti percorrendo un tempo limitato, che a ben guardare è come una piccola goccia nel mare dell’eternità, vero obiettivo assoluto al quale tendere, con l’aiuto di Dio e con il contributo essenziale del nostro libero arbitrio.

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Cristiano = apostolo

Dopo il check up e quasi …come naturale conseguenza, ecco una considerazione che mi arriva spontanea, per vivere la vita cristiana in modo attivo nella realtà e nella missione che ognuno di noi ha da Dio, e completamente orientata a Lui.

Credo possa essere quella di sentirsi profondamente responsabilizzati nell’essere “pescatori di uomini”.

Gesù lo ha detto agli apostoli e lo dice costantemente a chi crede in Lui e nella volontà del Padre. Il fatto è che spesso non ho saputo ascoltare questa Sua chiamata, e quando l’ho sentita pronunciare, l’ho come lasciata scorrere senza invece farla penetrare nel mio intimo, e senza farla diventare “motore” di comportamento costantemente rivolto al prossimo in ogni circostanza e possibilità di colloquio e relazione.

Non si tratta beninteso, di essere noiosamente proiettati a una forma di

“promozione” del cristianesimo, ma piuttosto ad un costante e attentissimo “ascolto” di coloro con cui sia possibile entrare in un rapporto di fiducia e di amicizia, per arrivare in modo naturale, rispettoso e privo di giudizi, anche ad affrontare temi fondamentali come il senso della vita e il rapporto con Dio.

Questo avendo ben presente il bene che può scaturire per ogni anima accostandosi in particolare anche dopo tanto tempo al Sacramento della penitenza, in cui la Misericordia di Dio è dono sempre disponibile del Suo eterno Amore, ed al Sacramento della Santa Eucarestia che, oltre ad essere una invalicabile difesa dagli assalti del maligno, ci rigenera nella nostra condizione di figlio di Dio e di fratelli di ogni persona, senza alcuna esclusione e prevenzione.

Quindi se sono cristiano, devo anche essere apostolo. Da meditare.

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