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PROGETTO DEFINITIVO: IMPIANTO FV-FEGOTTO

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Academic year: 2022

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Collaboratori:

Ing. Bazan Flavia Ing. Lo Re Monica Ing. Mazzeo Melania Ing. Pintaldi Giulia Ing. Torrisi Roberta Ing. Ventura Federica

IL COMMITTENTE IL PROGETTISTA

Ing. Giuseppe Santaromita Villa

TAVOLA: ELABORATO: SCALA:

RELAZIONE PAESAGGISTICA - A3

Libero Consorzio Comunale di Enna Comune di Piazza Armerina

IL COMMITTENTE EDERA SOL S.R.L.

VIA MERCATO N.3 - MILANO (MI) P.IVA 10416020963

PROGETTO DEFINITIVO: IMPIANTO FV-FEGOTTO

OGGETTO:

PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO DELLA POTENZA DI 3 MW E DI TUTTE LE OPERE CONNESSE ED

INFRASTRUTTURE

timbro e firma

timbro e firma

TIMBRO ENTE AUTORIZZANTE

REVISIONE: CODICE IMPIANTO: DATA:

30/11/2018

rev 01 EN03a 175900567

CODICE DI RINTRACCIABILITÀ:

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Sommario

1. Introduzione ... 1

2. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ... 2

3. La relazione paesaggistica ... 3

3.1 Contenuti della relazione paesaggistica ... 3

4. Descrizione del progetto ... 6

4.1 Motivazioni favorevoli per la realizzazione del progetto ... 7

4.2 Descrizione delle alternative possibili ... 9

5. Analisi dello stato attuale ... 10

5.1 Il Piano Territoriale Paesistico Regionale Siciliano ... 10

5.2 Piano Territoriale Provinciale ... 19

5.3 Inquadramento geografico e geomorfologico ... 23

5.4 Elementi di valore paesaggistico ... 27

6. Impatti e misure di mitigazione ... 33

6.1 Impatti derivanti dall’installazione prevista ... 33

6.2 Misure di mitigazione degli impatti ... 35

7. Elaborati grafici per la valutazione di compatibilità paesaggistica ... 39

8. Conclusioni ... 40

9. Glossario ... 41

10. Riferimenti normativi ... 42

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1. Introduzione

Con il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, il Parlamento Italiano ha proceduto all’attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato dell'elettricità.

Sono state successivamente emanate, col Decreto del 10 settembre 2010, le “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” (per il procedimento di cui all’articolo 12 del D. Lgs. Del 29 dicembre 2003, n. 387 per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi).

Tra le altre, il Decreto 387/2003 si propone come finalità (vedi art. 1):

- la promozione di un maggior contributo delle fonti energetiche rinnovabili per la produzione di energia elettrica;

- la promozione delle misure per il perseguimento degli obiettivi indicativi nazionali (art. 3).

In tale settore si pone il presente progetto dell’impianto fotovoltaico della potenza complessiva di 3.000 kW sito nel comune di Piazza Armerina, qui sottoposto a relazione paesaggistica.

La presente relazione ha in particolare lo scopo di analizzare lo stato dei luoghi oggetto dell’installazione di ogni singolo impianto, prima che questa avvenga, identificare tutti i possibili impatti (paesaggistico – visivi) derivanti dall’installazione dell’impianto in oggetto, valutare infine come l’impianto previsto si integri con l’ambiente nella situazione ad esso preesistente.

La relazione paesaggistica di seguito riportata contiene i contenuti previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 (“Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell'articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”).

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2. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

Le energie rinnovabili sono quelle fonti di energia il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali.

Per loro caratteristica, le energie rinnovabili si rigenerano e sono da considerarsi inesauribili.Quelle tradizionali sono invece provenienti da fonti esauribili e in quanto tali disponibili in quantità definita, come i combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale) e l’energia nucleare (uranio, plutonio).

L’energia rinnovabile può essere ottenuta da diverse fonti a nostra disposizione, ovvero dal sole (fotovoltaica), dal vento (eolica), dal moto ondoso (marina), dalle masse di scarto (biomassa), dalle acque calde delle viscere della terra (geotermia). Queste fonti energetiche, oltre ad essere inesauribili, sono ad impatto ambientale nullo, in quanto non producono né gas serra né scorie inquinanti da smaltire, a differenza di quelle convenzionali.

Negli ultimi anni la quota mondiale percentuale di energia prodotta tramite queste fonti è stata in costante crescita ed è stato inoltre stimato che questi saranno gli unici settori energetici ad avere una forte crescita in termini di fatturato, numero di occupati ed energia prodotta negli prossimi anni.

Dunque questa tipologia di produzione energetica si configura come la vera innovazione del prossimo futuro nel panorama dell’energia mondiale.

In Italia (ed in particolar modo nella ragione in Sicilia) puntare sulle fonti energetiche rinnovabili, ed in particolare su quella solare, eolica e geotermica, può rappresentare una straordinaria occasione per creare nuova occupazione e ridurre la dipendenza dalle importazioni di greggio, oltre a stimolare la ricerca e l’innovazione tecnologica.

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3. La relazione paesaggistica

La relazione paesaggistica, prevista ai sensi dell'art.146, comma 3, del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n°42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, correda (unitamente al progetto dell'intervento che si propone di realizzare) l'istanza di autorizzazione paesaggistica di cui agli art.159 comma 1 e 146 comma 2 del Codice (art.1 del decreto).

I contenuti della relazione paesaggistica costituiscono, per l'Amministrazione competente, la base essenziale su cui fondare la verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi (la cui documentazione necessaria è identificata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 - GU n. 25 del 31-1-2006).

La relazione paesaggistica dovrà tenere conto dello stato dei luoghi (contesto paesaggistico dell’area di intervento) prima della realizzazione delle opere previste, nonché delle caratteristiche progettuali dell'intervento, e rappresentare lo stato dei luoghi dopo l'intervento.

Per le opere di carattere areale (quale quella in esame, rientrando nella categoria “Impianto per la produzione energetica, di termovalorizzazione, di stoccaggio”) che caratterizzano e modificano vaste parti del territorio dovranno essere curate, in particolare, le analisi relative al contesto paesaggistico in cui l'opera e/o l'intervento si colloca e mettendo in evidenza la coerenza rispetto ad esso.

La documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione paesaggistica deve indicare:

- lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;

- gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonché le eventuali presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del Codice ivi compresi i siti di interesse geologico;

- gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;

- gli elementi di mitigazione e compensazione necessari.

3.1 Contenuti della relazione paesaggistica

La relazione paesaggistica prevede, secondo l’Allegato del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005, “Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell'articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”, l’elaborazione di due tipi di documentazioni:

- la documentazione tecnica generale;

- la documentazione tecnica di valutazione.

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Rientrano nella documentazione tecnica generale gli elaborati di analisi dello stato attuale e gli elaborati di progetto.

Gli elaborati di analisi dello stato attuale comprendono:

- descrizione dei caratteri e del contesto paesaggistico dell'area di intervento (configurazioni e caratteri geomorfologici, appartenenza a sistemi territoriali di forte connotazione geologica ed idrogeologica, appartenenza a sistemi naturalistici, sistemi insediativi storici, paesaggi agrari, tessiture territoriali storiche, appartenenza a sistemi tipologici di forte caratterizzazione locale e sovra-locale, appartenenza a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti o percorsi panoramici, appartenenza ad ambiti a forte valenza simbolica);

- indicazione e analisi dei livelli di tutela operanti nel contesto paesaggistico e nell'area di intervento considerata, rilevabili dagli strumenti di pianificazione paesaggistica, urbanistica e territoriale e da ogni fonte normativa;

- indicazione della presenza di beni culturali tutelati ai sensi della Parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio;

- rappresentazione dello stato attuale dell'area d'intervento e del contesto paesaggistico, effettuata attraverso ritrazioni fotografiche e schizzi prospettici “a volo d’uccello”, ripresi da luoghi di normale accessibilità e da punti e percorsi panoramici, dai quali sia possibile cogliere con completezza le fisionomie fondamentali del territorio.

Gli elaborati di progetto sono necessari per rendere comprensibile l'adeguatezza dell'inserimento delle nuove opere nel contesto paesaggistico e comprendono:

- inquadramento dell'area e dell'intervento/i: planimetria generale quotata su base topografica, con individuazione dell'area dell'intervento e descrizione delle opere da eseguire;

- area di intervento: planimetria dell'intera area con l'individuazione delle opere di progetto in sovrapposizione allo stato di fatto; sezioni dell'intera area, estesa anche all'intorno, con rappresentazione delle strutture edilizie esistenti, delle opere previste e degli assetti vegetazionali e morfologici;

- opere in progetto: piante e sezioni quotate degli interventi di progetto, rappresentati anche per sovrapposizione dello stato di fatto e di progetto; prospetti dell'opera prevista, estesa anche al contesto, rappresentati anche per sovrapposizione dello stato di fatto e di progetto, con indicazione di materiali, colori, tecniche costruttive con eventuali particolari architettonici; testo di accompagnamento con la motivazione delle scelte progettuali in coerenza con gli obiettivi di conservazione e/o valorizzazione e/o riqualificazione paesaggistica, in riferimento alle caratteristiche del paesaggio nel quale si inseriranno le

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opere previste, alle misure di tutela ed alle indicazioni della pianificazione paesaggistica ai diversi livelli.

Per quanto riguarda la documentazione tecnica di valutazione, essa comprende:

- simulazione dettagliata dello stato dei luoghi per effetto della realizzazione del progetto, resa mediante foto modellazione realistica, comprendente un adeguato intorno dell'area d’intervento, al fine di consentire la valutazione di compatibilità e di adeguatezza, delle soluzioni adottate nei riguardi del contesto paesaggistico;

- valutazione delle pressioni, dei rischi e degli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, ove significative, dirette e indotte, reversibili e irreversibili, a breve e medio termine, nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico, sia in fase di cantiere che a regime;

- indicazione delle opere di mitigazione, sia visive che ambientali previste, nonchè degli effetti negativi che non possano essere evitati o mitigati e delle eventuali misure di compensazione.

Nel caso di interventi di carattere areale (quale quello in oggetto), la proposta progettuale dovrà motivare inoltre le scelte localizzative e dimensionali in relazione alle alternative praticabili.

Gli elaborati, rappresentativi della proposta progettuale, dovranno evidenziare che l'intervento proposto, pur nelle trasformazioni, è adatto ai caratteri dei luoghi, non produce danni al funzionamento territoriale e non abbassa la qualità paesaggistica, per esempio di fronte a sistemi storici di paesaggio, quali quelli agricoli.

Gli elaborati dovranno illustrare il rapporto di compatibilità con la logica storica che li ha prodotti per ciò che riguarda:

- la localizzazione;

- le modifiche morfologiche del terreno;

- il mantenimento dei rapporti di gerarchia simbolica e funzionale tra gli elementi costitutivi;

- i colori e i materiali.

Inoltre, il progetto dovrà mostrare in dettaglio le soluzioni di mitigazione degli impatti percettivi e ambientali inevitabili e le eventuali compensazioni proposte.

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4. Descrizione del progetto

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico denominato “FV-Fegotto” da realizzare nel comune di Piazza Armerina (Enna), in contrada Camemi.

L’impianto sarà del tipo grid-connected (connesso cioè alla rete elettrica) con modalità di connessione in “trifase in media tensione”. Tale impianto è classificato come “impianto non integrato”, i moduli fotovoltaici non saranno cioè impiegati come componenti costruttivi.

L’impianto fotovoltaico è composto da un totale di 9.268 pannelli per una potenza totale prevista di 3.000 kMW di picco in corrente alternata, 3.521,840 kW di picco in corrente continua ed una produzione di 6.603.450 kWh/anno. L’intero campo è suddiviso in 1 sottocampo, ciascuno della potenza di 1.000 kW, occupando complessivamente una superficie di 8.22 ha. I pannelli utilizzati saranno in silicio monocristallino con potenza di picco di 380 Wp per modulo.

Figura 4.1 – Posizionamento dell’impianto fotovoltaico nella zona oggetto di studio (non in scala)

I moduli fotovoltaici saranno fissati sul terreno per mezzo di apposite strutture, in alluminio o in acciaio zincato, composte da diversi moduli in grado di consentire il montaggio e lo smontaggio per ciascuna struttura in modo rapido e indipendentemente dalla presenza o meno di strutture contigue.

Il sistema di fissaggio scelto è con con pali battuti per minimizzare i movimenti terra.

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La struttura di tipo “ad inseguitori monoassiali” sarà ancorata al terreno tramite infissione di pali, su ognuna di tali strutture verranno fissate tringhe da 28 moduli fotovoltaici disposti in configurazione singola sull’asse.

Il piano dei moduli sarà inclinato rispetto all’orizzontale da 0° a ±60°, con orientamento azimutale di 90° rispetto al Sud e distanza tra le file di pannelli 5 m (interasse), con lo scopo di evitare l’ombreggiamento mutuo dei pannelli.

Il fattore di riduzione delle ombre scelto risulta essere 0,99 in modo da garantire che le perdite di energia derivanti da fenomeni di ombreggiamento non siano superiori all’ 1% su base annua.

La parte esterna del sito confinante con le particelle di altre ditte verrà totalmente ricoperta da una barriera alberata e da vegetazione autoctona presente nel sito, per una fascia di 10 metri, così come previsto dal PEARS (punto 20 della Delibera – Impianti su terreni agricoli).

Altri spazi interni saranno destinati all’alloggiamento degli inverter e dei trasformatori, mentre nella parte esterna del sito vicino al cancello di ingresso sarà posizionata la cabina Enel ispezionabile dall’esterno.

La connessione delle stringhe ad ogni inverter (di potenza nominale pari a 175 kW) avverrà direttamente; ogni inverter sarà destinato al collegamento di 15/24 stringhe, per un totale di 331 stringhe, ognuna con 28 moduli, quindi:

331 x 28 = 9.268 moduli

Il gruppo di conversione di corrente CC/CA sarà composto da 17 inverter.

Tre trasformatori, con dati di targa pari a 1000 kVA saranno posizionati in una cabina centrale rispetto all’impianto e innalzeranno la tensione da 800 V a 20 kV.

Dall’impianto “FV-Fegotto” l’energia prodotta verrà convogliata ad un quadro di media tensione posizionato nel locale utente accanto alla cabina di consegna dalla quale partirà un cavidotto interrato a 20 kV, che porterà l’energia sulla linea MT esistente CASALE, uscente dalla cabina primaria AT/MT San CONO.

La cabina utente e i locali tecnici (quest’ultimi accessibili dall’esterno) saranno costruiti con un’apposita struttura prefabbricata, tale struttura (precaria) non ha dunque bisogna di nessuna autorizzazione urbanistica accessoria.

4.1 Motivazioni favorevoli per la realizzazione del progetto

Con la realizzazione dell’impianto si intende conseguire un significativo risparmio energetico, mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal sole.

Il ricorso a tale tecnologia nasce dall’esigenza di coniugare:

- la compatibilità con le norme paesaggistiche e di tutela ambientale;

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- la necessità di non generale il minimo se non nullo impatto con l’ambiente;

- il risparmio di fonti non rinnovabili (quali i combustibili fossili);

- la produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti e gas serra (tipica delle fonti convenzionali).

Il progetto mira a contribuire al soddisfacimento delle esigenze di “Energia Verde” e allo

“Sviluppo Sostenibile” tramite la riduzione delle emissioni di gas inquinanti e gas serra, invocate dal Protocollo di Kyoto (adottato l’11 Dicembre 1997, entra in vigore nel 2005) e dalla Conferenza sul clima e l’ambiente di Copenaghen (2009).

Il primo è un documento internazionale che affronta il problema dei cambiamenti climatici, il cui scopo primario è la riduzione complessiva di emissione di gas inquinanti e gas serra in atmosfera dell’8% tra il 2008 e il 2012 per gli stati membri dell’Unione Europea.

La seconda, quindicesima Conferenza ONU sul clima, definita come l’accordo “post – Kyoto”, stabilisce la soglia dei 2 gradi come aumento massimo delle temperature e i fondi che verranno stanziati per incrementare le tecnologie "verdi" nei Paesi in via di Sviluppo. I tagli alle emissioni, dunque, dovranno essere conseguenti al primo dei due obiettivi.

Il progetto contribuisce ai suddetti obiettivi dato che (considerando l'energia stimata dai dati di letteratura) la produzione del primo anno per la presente installazione è pari a 6.603.450 kWh, e ponendo la perdita di efficienza annuale pari allo 0,9 % e la vita media dell’impianto pari a circa 25 anni, si può ottenere una produzione di energia totale a partire da fonte rinnovabile di 148.577.625 kWh.

Oltre a contribuire alla produzione di energia elettrica a partire da una fonte rinnovabile quale quella solare, l’installazione in esame porterebbe impatti positivi quali una considerevole riduzione della quantità di combustibile convenzionale (altrimenti utilizzato) e delle emissioni di sostanze clima – alteranti (altrimenti immesse in atmosfera).

In particolare, sarebbe possibile risparmiare sull’uso di combustibili convenzionali in seguito alla produzione di energia da fonte rinnovabile quale quella solare. Questo risparmio è quantificabile attraverso l’indice TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio necessarie per la realizzazione di 1MWh di energia), che nel caso in esame (considerando un fattore di conversione dell’energia elettrica in energia primaria di 0,22) fa prevedere un risparmio annuo causato dall’installazione in esame di 1.452.759 TEP, corrispondenti a circa 36.318.975 TEP nei 25 anni di vita prevista dell’impianto.

Inoltre, l’impianto fotovoltaico consente (come precedentemente detto) la riduzione di emissioni in atmosfera delle sostanze che hanno effetto inquinante e di quelle che contribuiscono all’effetto serra, quali CO2, SO2, NOX e polveri, dovute alla mancata combustione dei combustibili tradizionalmente usati nelle centrali termoelettriche. Tali mancate emissioni ammontano a oltre tre

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milioni di kg/anno per CO2 e NOX, oltre sei milioni di kg/anno per l’SO2, e più di centocinquantamila kg/anno di polveri.

4.2 Descrizione delle alternative possibili

Come richiesto nel caso di interventi di carattere areale (quale quello in oggetto), la proposta progettuale dovrà motivare inoltre le scelte localizzative e dimensionali in relazione alle alternative praticabili (secondo l’Allegato del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005, “Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell'articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”), è necessario analizzare le soluzioni alternative possibili, indicando le motivazioni della scelta di progetto compiuta, tenendo conto dell’impatto sul paesaggio circostante.

La scelta dell’area destinata alla localizzazione dell’impianto è stata effettuata tenendo conto dell’assoluta mancanza di vincoli ambientali di inedificabilità e di numerosi altri fattori quali l’esposizione a sud del sito, l’orografia, l’accessibilità al sito, il rispetto delle distanze da insediamenti abitativi, nonché la disponibilità delle amministrazioni locali, considerando anche le condizioni che consentano il massimo rendimento possibile dei pannelli fotovoltaici.

Inoltre, come già accennato, la produzione di energia elettrica ottenuta dallo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili quali quella fotovoltaica, si inquadra perfettamente nelle linee guida per la riduzione dei gas climalteranti, permettendo una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica.

E’ chiaro che la non realizzazione dell’intervento, porterebbe allo sfruttamento di fonti energetiche convenzionali, con inevitabile continuo incremento dei gas climalteranti emessi in atmosfera, anche in considerazione del probabile aumento futuro di domanda di energia elettrica prevista a livello mondiale.

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5. Analisi dello stato attuale

5.1 Il Piano Territoriale Paesistico Regionale Siciliano

Le “Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”, approvate, ai sensi dell’art. 1 bis della legge n.431/85 e dell’art. 3 della legge regionale n.80/77, con Decreto dell’Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali n.6080 del 21 maggio 1999, su parere favorevole del Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.), sono state elaborate al fine di indirizzare e coordinare la tutela del paesaggio e dei beni ambientali.

L’importanza del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) discende dai valori paesistici e ambientali da proteggere i quali, soprattutto in Sicilia, mettono in evidenza l’intima fusione tra patrimonio naturale e patrimonio culturale e l’interazione storica delle azioni antropiche e dei processi naturali nell’evoluzione continua del paesaggio.

Attraverso il Piano Paesistico vengono quindi perseguiti i seguenti obiettivi:

- stabilizzazione ecologica del contesto ambientale regionale, in difesa del suolo e della biodiversità, con particolare attenzione alle situazioni di rischio e criticità;

- valorizzazione delle identità e della peculiarità del paesaggio regionale, sia nel suo insieme unitario che nelle sue specifiche configurazioni;

- miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale.

Il territorio regionale viene suddiviso in 18 ambiti, individuati sulla base delle caratteristiche geomorfologiche e culturali del paesaggio.

L’efficacia del Piano Paesistico si sviluppa su due livelli:

- nei territori di interesse pubblico (art. 139 D.L. 490/99, ex art. 1, L. 1497/39, art. 1 L.

431/85) e nelle aree sottoposte alle misure di salvaguardia (art. 5, L.R. 15/91), le indicazioni del Piano dovranno essere recepite e poste in essere dai piani urbanistici delle Province e dei Comuni, dai Piani territoriali dei parchi regionali (art. 18, L.R. 98/81) e dai Regolamenti delle riserve naturali (art. 6, L.R. 98/81);

- nei territori non soggetti a tutela, il Piano Paesistico individua le caratteristiche strutturali del paesaggio, definendo gli indirizzi da seguire come riferimento per la definizione delle politiche di sviluppo, costituendo strumento di orientamento per la pianificazione territoriale provinciale e per la pianificazione urbanistica comunale.

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Le Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale, approvate con D.A. n.6080 del 21.05.1999, e l'Atto di Indirizzo dell’Assessorato Regionale per i Beni Culturali ed Ambientali e per la Pubblica Istruzione, adottato con D.A. n.5820 dell’08/05/2002, hanno articolato il territorio della Regione in ambiti territoriali individuati dalle stesse Linee Guida. Per ciascun ambito, le Linee Guida definiscono i seguenti obiettivi generali, da attuare con il concorso di tutti i soggetti ed Enti, a qualunque titolo competenti:

- Stabilizzazione ecologica del contesto ambientale, difesa del suolo e della biodiversità, con particolare attenzione per le situazioni di rischio e di criticità;

- Valorizzazione dell’identità e della peculiarità del paesaggio, sia nel suo insieme unitario che nelle sue diverse specifiche configurazioni;

- Miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale, sia per le attuali che per le future generazioni.

Tali obiettivi generali rappresentano la cornice di riferimento entro cui, in attuazione dell’art. 135 del Codice, il Piano Paesaggistico definisce per ciascun ambito locale, successivamente denominato Paesaggio Locale, e nell'ambito della propria competenza di tutela paesaggistica, specifiche prescrizioni e previsioni coerenti con gli obiettivi di cui alle LL.GG., orientate:

- al mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni sottoposti a tutela, tenuto conto anche delle tipologie architettoniche, nonché delle tecniche e dei materiali costruttivi;

- all' individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti e con il principio del minor consumo del territorio, e comunque tali da non diminuire il pregio paesaggistico di ciascun ambito, con particolare attenzione alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO e delle aree agricole;

- al recupero e alla riqualificazione degli immobili e delle aree compromessi o degradati, al fine di reintegrare i valori preesistenti, nonchè alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati e all'individuazione delle misure necessarie ad assicurare uniformità nelle previsioni di pianificazione e di attuazione dettate dal piano regionale in relazione ai diversi ambiti che lo compongono;

- all' individuazione di altri interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione ai principi dello sviluppo sostenibile.

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L’area in esame, facente parte del territorio del Comune di Piazza Armerina, rientra all’interno dell’Ambito 11 -“ Area delle colline di Mazzarino e Piazza Armerina” (Figura 2.4), definito dalle linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale (approvato con D.A. n.6080 del 21 maggio 1999), il quale insieme agli Ambiti 8, 12 e 14 costituisce il Piano Paesaggistico Regionale della provincia di Enna.

Figura 5.1 – Ambito 11 – “Area delle colline di Mazzarino e Piazza Armerina”

Si tratta di un vasto territorio, esteso 1.332.74 km2, caratterizzato dalle colline argillose mioceniche, comprese fra il Salso e il Maroglio, e che giungono fino al mare separando la piana di Gela da quella di Licata.

Un ampio mantello di sabbie plioceniche tipiche dei territori di Piazza Armerina, Mazzarino, Butera e Niscemi ricopre gli strati miocenici. Dove il pliocene è costituito nella parte più alta da tufi calcarei e da conglomerati il paesaggio assume caratteri più aspri con una morfologia a rilievi tabulari a “mesas” o una morfologia a gradini di tipo “cuestas”. Su questi ripiani sommitali sorgono alcuni centri urbani (Mazzarino, Butera, Niscemi). Determinante nel modellamento del paesaggio è stata l’azione dei fiumi Salso, Disueri e Maroglio che ha frequenti e talora violente piene ed esondazioni.

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Il paesaggio agrario aperto e ondulato prevalente è quello del seminativo. Solo alcune zone sono caratterizzate dall’oliveto e dai frutteti che conferiscono un aspetto particolare. Lo sfruttamento agrario e il pascolo hanno innescato fenomeni di degrado quali l’erosione, il dissesto idrogeologico e l’impoverimento del suolo. Il paesaggio vegetale naturale ridotto a poche aree è stato profondamente alterato dai rimboschimenti che hanno introdotto essenze non autoctone.

Il territorio è stato abitato fin da tempi remoti, come testimoniano i numerosi insediamenti (necropoli del Disueri, insediamenti di M. Saraceno, di M. Bubbonia) soprattutto a partire dal periodo greco ha subito un graduale processo d’ellenizzazione ad opera delle colonie della costa. Le nuove fondazioni (Niscemi, Riesi, Barrafranca, Pietraperzia, Mirabella, S. Cono e S. Michele di Ganzaria) si aggiungono alle roccaforti di Butera e Mazzarino e alla città medievale di Piazza Armerina definendo la struttura insediativa attuale costituita da grossi borghi rurali isolati.

Nelle tabella di seguito riportate vengono indicate le specificità dell’Ambito 11 per quanto riguarda il sistema naturale e quello antropico.

 Sistema naturale: sottosistema abiotico

Tabella 5.1 – Complessi litologici dell’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

Tabella 5.2 – Aree geomorfologiche dell’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

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Tabella 5.3 – Elementi morfologici dell’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

Tabella 5.4 – Idrologia relativa all’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

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 Sistema naturale: sottosistema biotico

Le componenti del paesaggio vegetale della Sicilia concorrono in maniera altamente significativa alla definizione dei caratteri paesaggistici, ambientali, culturali della Regione, e, come tali, devono essere rispettate e valorizzate sia per quanto concerne i valori più propriamente naturalistici, che per quelli che si esprimono attraverso gli aspetti del verde agricolo tradizionale e ornamentale, che caratterizzano il paesaggio in rilevanti porzioni del territorio regionale. Tenuto conto degli aspetti dinamici ed evolutivi della copertura vegetale, interpretata quindi non soltanto nella sua staticità, ma nella sua potenzialità di evoluzione e sviluppo, e nelle serie di degradazione della vegetazione legate all’intervento diretto e indiretto dell’uomo, la pianificazione paesistica promuove la tutela attiva e la valorizzazione della copertura vegetale della Sicilia, sia nei suoi aspetti naturali che antropogeni.

Tabella 5.3 – Vegetazione con percentuale di presenza più elevata relativa all’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

Tabella 5.4 – Vegetazione potenziale relativa all’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

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 Sistema antropico: sottosistema agricolo

Il paesaggio agrario nasce dall’incontro fra le colture e le strutture di abitazione e di esercizio ad esse relative. Queste ultime (case, magazzini, stalle, strade, manufatti di servizio pubblici e privati, rete irrigua, vasche di raccolta, ecc.) concorrono a definire l’identità del paesaggio non meno delle colture stesse e ne caratterizzano i processi dinamici ed economici che le sostengono, promuovono o deprimono e che possono trasformare radicalmente l’espressione percettiva del paesaggio.

ASSOCIAZIONI DI SUOLI

classificazione (sup.%) potenzialità agr. uso prevalente Roccia affiorante - Litosuoli 4% nulla o quasi nulla sterile – bosco e

pascolo

Suoli bruni e/o suoli bruni vertici 8% bassa seminativo

Regosuoli - Suoli bruni e/o suoli

bruni vertici – Suoli alluv. vertisuoli 3% da mediocre a

buona seminativo

Regosuoli - Suoli bruni e/o suoli

bruni vertici 12% da discreta a

buona seminativo

Regosuoli – Suoli alluvionali e/o

vertisuoli 6% da discreta a

buona seminativo

Regosuoli - Suoli bruni

Suoli bruni leggermente lisciviati 15% discreta sem. arbor. agrum.

vign. bos. pa.

Suoli alluvionali 4% buona o ottima agru. arbor. vign.

sem. or.

Suoli bruni - Suoli bruni lisciviati

Regosuoli e/o litosuoli 6% da buona a ottima vign. agru. semin.

orto

Vertisuoli 7% buona o ottima vign. semin. ortive di p.c.

Suoli bruni – Suoli bruni calcarei –

Litosuoli 4% medio-bassa semin. pasco.

arbor.

Suoli bruni - Suoli bruni vertici –

Vertisuoli 8% buona vign. arbor. semin.

Suoli bruni – Suoli bruni calcarei –

Rendzina 4% discreta bosco e pascolo.

arbor.

Suoli bruni - Suoli bruni lisciviati

Regosuoli e/o litosuoli 18% buona vign. arbor. agrum.

sem. bos.

Suoli bruni lisciviati – Terra rossa 1% ottima ving. arbor. serre

Tabella 5.5 – Associazione di suoli con percentuale di presenza più elevata per l’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale” )

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Tabella 5.6 – Paesaggio agrario per l’Ambito 11 - (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

Per una maggiore completezza si ritiene utile riportare di seguito alcuni stralci delle carte tematiche relative al sistema antropico del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale Siciliano relativo all’Ambito 11 – “Area delle colline di Mazzarino e Piazza Armerina”.

Dalla carta dei percorsi panoramici, riportata di seguito come stralcio, è facile rilevare che all’interno della zona scelta per l’istallazione dell’impianto non sono presenti percorsi panoramici.

Figura 5.2 – Ambito11 - Analisi Tematiche - Sistema Antropico - Stralcio della carta dei percorsi panoramici (non in scala)

Zona istallazione impianto

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La carta della crescita urbana, riportata di seguito come stralcio, mostra l’evoluzione degli insediamenti abitativi a partire dal 1860 fino agli insediamenti più recenti relativi al 1994.

Osservando nello specifico la zona di istallazione dell’impianto è immediato desume che tale area, allo stato dell’ultimo censimento quasi totalmente non urbanizzata, può essere esclusa dalle zone che potenzialmente potrebbero vedere una crescita urbana nel prossimi anni.

Figura 5.3 – Ambito 11 - Analisi Tematiche - Sistema Antropico - Stralcio della carta della crescita urbana dal 1800 ad oggi (non in scala)

Zona istallazione impianto

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5.2 Piano Territoriale Provinciale

Il territorio comunale di Piazza Armerina, come tutta la provincia di Enna, dispone di un Piano Territoriale Provinciale (PTP) la cui redazione è prevista dell’art. 12 della L.R. n.9/86, istitutiva, in Sicilia, della Provincia Regionale.

Il PTP viene considerato quale quadro di riferimento per la politica territoriale della Provincia e per quella dei Comuni e costituisce uno strumento strategico ed operativo che può guidare lo sviluppo delle aree interessate dal piano.

Tale strumento di pianificazione territoriale ha la funzione di:

- individuare gli indirizzi generali di assetto del territorio attraverso le principali vie di comunicazione;

- risolvere i problemi di localizzazione delle attrezzature di rilevanza comunale;

- recepire le direttive o le prescrizioni dei piani settoriali regionali;

- coordinare le azioni prefigurate dai nuovi programmi di politica economica, dai piani settoriali provinciali e dai piani urbanistici di livello inferiore, attraverso un’adeguata e rigorosa interrelazione trasversale;

- indicare i sistemi dei servizi, le infrastrutture, i parchi, le riserve naturali e le altre opere pubbliche sovra comunali;

- determinare le prescrizioni e i vincoli prevalenti nei confronti degli altri piani del territorio provinciale e dei piani di livello inferiore.

In particolare, l’area oggetto d’intervento ricade all’interno dell’unità territoriale provinciale n.5 del suddetto piano.

Il territorio della provincia ennese individua la sua peculiarità nell'essere "centrale" rispetto al sistema insulare e dunque "interno" all'isola. Tuttavia le vicende storiche della Sicilia nell'ultimo secolo, che hanno inciso nel rapporto tra il substrato fisico e il suo modello insediativo, hanno di fatto caratterizzato questo fattore di "centralità" geografica in elemento di "marginalità".

Questa peculiarità, di un’area fisicamente centrale, ma funzionalmente marginale, è un elemento prioritariamente rilevabile in ogni tipo d'approccio descrittivo ed interpretativo di quella che attualmente è l'unica provincia siciliana priva di territorio costiero. Un condizione geografica che però, nella storia e nell’attualità, non ha impedito ad alcune di tali comunità di aprire relazioni commerciali e culturali con i centri urbani del messinese attestati lungo quella che la storica Via Halesa, più nota come Via del grano.

L'assenza di un ruolo di centralità funzionale della provincia ennese segue di pari passo il destino storico della Sicilia che vede anch'essa smarrire, con il protrarsi dell'era post-medioevale, quel ruolo

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strategico nelle relazioni umane politiche e culturali del Mediterraneo. Quando il grande mare rappresentava una fondamentale via di comunicazione tra i popoli europei e nordafricani, alla SICILIA era assegnato, infatti, un ruolo strategico nelle comunicazioni. Dall'epoca classica agli ultimi decenni che hanno preceduto la scoperta del nuovo continente e, quindi, di nuove relazioni commerciali, la terra di Trinacria aveva rappresentato un punto di riferimento da cui coordinare le attività commerciali. Ed anche le aree interne avevano potuto rappresentare un luogo d'eccezionale interesse, soprattutto in ragione della necessità di poterlo opportunamente attraversare per comunicare da un versante all’altro dell'Isola. Ne sono prova tangibile: le stratificazioni dei percorsi dell'era medioevale, i quali tutt'ora costituiscono in buona parte la trama viaria del territorio Ereo; la ricchezza delle risorse archeologiche che testimoniano la vocazione del territorio a generare processi di stanzialità umana nell'età classica.

Il sistema ennese è un patrimonio di risorse assolutamente ricche di storia e natura, perchè comprende la sintesi dei caratteri della storia e della natura geografica di tutta l’Isola siciliana e si manifesta nella sua unicità di territorio esclusivamente interno. Una identità che è, da se, un Brand territoriale.

Ed è all’interno di questo bacino di terre che si configurano elementi e permanenze di storia, dell’antichità, e rimangono adagiati i segni delle vicende più importanti della Sicilia, segni e tracce che delineano un territorio ricco di vicende di antropizzazione, umane e politiche, di azioni e trasformazioni, protrattesi sino agli ultimi decenni del secolo scorso e che, come già detto in precedenza, hanno costruito, sedimentandosi in una formidabile sintesi, il SISTEMA EREO.

Dal momento che attualmente la provincia di Enna non dispone di un Piano Paesaggistico Provinciale, il Piano Territoriale Provinciale può essere preso in considerazione per la valutazione dell’eventuale presenza di vincoli paesaggistici nell’are scelta per la realizzazione dell’impianto.

Questo è possibile grazie al fatto che il PTP recepisce comunque alcune indicazioni direttamente dal Piano Territoriale Paesistico Regionale, il quale individua la forma urbana come l’elemento identificativo dei luoghi, sul quale deve esercitare azioni di tutela e di indirizzo.

Soprattutto nella localizzazione e nel dimensionamento dello sviluppo insediativo è sempre necessario tenere conto del livello della compatibilità pesistico-ambientale.

Come già evidenziato precedentemente, nell’ambito del Pianto Paesistico Territoriale Regionale, le componenti del paesaggio vegetale della Sicilia concorrono in maniera altamente significativa alla definizione dei caratteri paesaggistici, ambientali, culturali della Regione, e, come tali, devono essere rispettate e valorizzate sia per quanto concerne i valori più propriamente naturalistici, che per quelli che si esprimono attraverso gli aspetti del verde agricolo tradizionale e ornamentale, che caratterizzano il paesaggio in rilevanti porzioni del territorio regionale.

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In questo contesto il Pianto Territoriale Provinciale non si sottrae allo studio delle componenti biotiche e della vegetazione che caratterizza il territorio oggetto del piano.

Come mostra lo stralcio della Carta del Piano Territoriale Provinciale “Componenti biotici – vegetazione”, l’area scelta per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico e le aree localizzate nelle immediate vicinanze ricadono in aree di tipo “seminative non irrigue”, “vigneti” e “boschi di latifoglie”. Tale carta utilizza come fonte dei dati il progetto Corine Land Cover (CLC), sviluppato a livello Europeo specificamente per il rilevamento e il monitoraggio delle caratteristiche di copertura e uso del territorio, con particolare attenzione alle esigenze di tutela ambientale.

Seminativi in aree non irrigue; Vigneti; Boschi di latifoglie

Figura 5.4 – Stralcio della Carta del Piano Territoriale Provinciale “Componenti biotici – vegetazione, uso del suolo” (non in scala) e relativa legenda dell’area oggetto d’intervento

Zona istallazione impianto

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Un altro elaborato cartografico presente nel Piano Territoriale Provinciale di Enna è costituito dalla carta della vegetazione reale. In questo scenario l’area scelta per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico e le aree localizzate nelle immediate vicinanze si collocano all’interno di quella che può considerarsi la tipologia di vegetazione maggiormente presente nel territorio provinciale ovvero

“coltivi con aspetti di vegetazione infestante”.

Figura 5.5 - Stralcio della Carta del Piano Territoriale Provinciale “Componenti biotici – vegetazione – vegetazione reale” (non in scala) e relativa legenda dell’area oggetto d’intervento

Zona istallazione impianto

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5.3 Inquadramento geografico e geomorfologico

La zona oggetto della realizzazione dell’impianto fotovoltaico, di coordinate geografiche latitudine 37°19'27.75" N e longitudine 14°21'50.44" E, è individuata nella sezione n°639050 della Carta Tecnica Regionale Siciliana e nella cartografia I.G.M.I. tavoletta 639 IV NO “Piazza Armerina”, più precisamente identificata catastalmente nel Foglio di Mappa n°216 particelle n°28 e 30 del Comune di Piazza Armerina (EN).

Figura 5.6 – Localizzazione del sito di installazione (fonte Google Earth)

Il sito d’interesse, con un’altitudine media di circa 550 metri s.l.m. si trova a circa 6.5 km a sud dal Comune di Piazza Armerina (EN), precisamente in contrada Camemi, per un’estensione complessiva di circa 8.22 ha.

Il terreno è caratterizzato da una conformazione ottimale per l’installazione in oggetto (vedi Figura 5.7), in quanto si presenta:

- Sub-pianeggiante con una leggera pendenza verso ovest, disposto longitudinalmente in maniera uniforme da Ovest a Est, condizione, quest’ultima, che garantisce la massima esposizione solare durante tutto l’arco della giornata;

- accessibile dal punto di vista viario tramite strade comunali (a nord-est del sito) che ne consentono il raggiungimento per mezzo della Strada Statale SS117bis;

- privo di vincoli ed ostacoli che possano compromettere l’insolazione del campo fotovoltaico.

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Figura 5.7 – Inquadramento della zona

La zona scelta per la realizzazione dell’impianto ricade all’interno del “bacino idrografico del fiume Gela, area territoriale tra il Bacino Idrografico del fiume Gela ed il Bacino Idrografico del fiume Acate”.

Il bacino del Fiume Gela e l’area territoriale tra il bacino del F. Gela e il bacino del F. Acate sono caratterizzati da affioramenti litologici ad assetto strutturale variabile; conseguentemente anche il paesaggio risulta variabile.

In linea generale, la morfologia risulta prevalentemente di tipo collinare, con rilievi caratterizzati da versanti a debole pendenza e forme arrotondate, in corrispondenza dei terreni argillosi. Tali rilievi, che per le loro caratteristiche litologiche risultano intensamente interessati da fenomeni di erosione dovuta alle acque superficiali, si raccordano con le aree sub-pianeggianti nelle zone di fondovalle e verso la foce del Fiume Gela che si sviluppa nella omonima piana. Rilievi con versanti più acclivi caratterizzano zone in cui affiorano litotipi più competenti, gessosi o arenacei. Essi presentano spesso una sommità tabulare, dovuta ad una stratificazione sub-orizzontale o a strutture monoclinali che leggermente inclinate verso Sud, determinano la presenza di versanti settentrionali più acclivi, in corrispondenza delle testate degli strati più competenti, e versanti meridionali a debole pendenza.

Il contesto geomorfologico della zona oggetto di istallazione dell’impianto fotovoltaico è in condizioni generali di stabilità, non essendosi mai riscontrati fenomeni di dissesto attivi o quiescenti. L’area prevista per l’opera in progetto, infatti, non ricade in aree dichiarate a rischio e/o

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pericolosità, così come perimetrato nelle carte dei dissesti e della pericolosità e del rischio geomorfologico, allegate al Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (Art.1 D.L. 180/98 convertito con modifiche con la L.267/98 e ss.mm.ii.) e di seguito riportate.

Figura 5.8 – Carta dei dissesti del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico Zona istallazione

impianto

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Figura 5.9 – Carta della pericolosità e del rischio geomo rfologico del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico

Anche dal punto di vista idraulico la zona scelta per l’istallazione dell’impianto fotovoltaico non ricade in aree dichiarate a rischio e/o pericolosità idraulica, come mostrano le relative carte allegate al Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (Art.1 D.L. 180/98 convertito con modifiche con la L.267/98 e ss.mm.ii.).

Zona istallazione impianto

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5.4 Elementi di valore paesaggistico

Al fine di rendere più completo il quadro relativo allo stato di fatto preesistente del paesaggio all’interno del quale si va a collocare il presente progetto, vengono in questo paragrafo considerati gli elementi di valore paesaggistico definiti nel Piano Territoriale Paesistico Regionale, nello specifico nell’Ambito 11 -“ Area delle colline di Mazzarino e Piazza Armerina”. Si riportano quindi di seguito le tabelle riassumenti tali elementi (desunti dalle Linee guida del Piano territoriale paesistico regionale) e le carte tematiche del Piano Paesaggistico relativo all’Ambito 11 della provincia di Piazza Armerina.

 Sistema insediativo

Elementi connotanti il paesaggio siciliano sono i così detti “beni isolati” nel territorio, costituiti da una molteplicità di edifici e di manufatti di tipo civile, religioso, difensivo, produttivo, estremamente diversificati per origine storica e per caratteristiche architettoniche e costruttive.

Tabella 5.7 – Beni isolati (Linee guida del Piano Territoriale Paesistico regionale)

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I beni isolati riportati in Tabella 5.7, vengono di seguito riportati nella carta dei beni isolati del Piano Territoriale Paesistico Regionale.

Figura 5.10 - Ambito 11 - Analisi Tematiche - Sistema Antropico - Stralcio della carta dei Beni isolati del Piano Territoriale Paesistico Regionale (non in scala)

Dallo stralcio di mappa sopra riportato si evidenzia chiaramente il fatto che l’area oggetto dell’impianto fotovoltaico non è interessata da alcun tipo di bene isolato.

Zona istallazione

impianto

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La pianificazione paesistica, oltre alla tutela delle aree accertate e vincolate ai sensi delle leggi nazionali, promuove la tutela attiva delle aree archeologiche individuate e da individuare in un contesto tale da consentire la giusta valorizzazione e la conservazione delle potenzialità’ didattiche, scientifiche e/o turistiche delle stesse.

Per questo motivo per i progetti che comportano anche in minima parte una modifica del territorio è importante verificare che non ricadano in aree di interesse archeologico (aree di frammenti, frequentazioni, presenze, testimonianze e segnalazioni).

In questi contesti infatti tutti progetti di interventi trasformativi dovranno essere sottoposti al preventivo controllo delle sezioni Beni Paesaggistici, Architettonici ed Urbanistici e Beni Archeologici della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali, per la verifica delle condizioni atte ad evitare la perdita dei beni presenti.

Il territorio che ricade all’interno dell’Ambito 11 del Piano Territoriale Paesistico Regionale è particolarmente ricco di elementi classificati come beni archeologici, riportati di seguito in Tabella 5.8.

Tabella 5.8 – Beni archeologici dell’Ambito 11 (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

Dallo stralcio di mappa relativo ai beni archeologici dell’Ambito 11 del Piano Territoriale Paesistico Regionale, di seguito riportato, si evidenzia chiaramente il fatto che l’area oggetto dell’impianto fotovoltaico non è interessata da alcun tipo di bene archeologico.

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Figura 5.11 - Ambito 11 - Analisi Tematiche - Sistema Antropico - Stralcio della carta dei Beni archeologici del Piano Territoriale Paesistico Regionale (non in scala)

Per il perseguimento degli obiettivi assunti, la Regione promuove azioni coordinate di tutela e valorizzazione, estese all’intero territorio regionale e interessanti diversi settori di competenza amministrativa, volti ad attivare forme di sviluppo sostenibile specificamente riferite alle realtà regionali. In quest’ottica si inquadra la conservazione e il restauro del patrimonio storico,

Zona istallazione impianto

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archeologico, artistico, culturale e testimoniale, con interventi di recupero mirati sui centri storici, i percorsi storici, i circuiti culturali, la valorizzazione dei beni meno conosciuti, la promozione di forme appropriate di fruizione.

Il territorio che ricade all’interno dell’Ambito 11 del Piano Territoriale Paesistico Regionale è caratterizzato da non pochi centri e nuclei storici, riportati di seguito in Tabella 5.9.

Tabella 5.9 – Centri storici dell’Ambito 11 (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

Tabella 5.10 – Nuclei storici dell’Ambito 11 (“Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”)

Dallo stralcio di mappa relativo ai nuclei ed ai centri storici dell’Ambito 11 del Piano Territoriale Paesistico Regionale, di seguito riportato, si evidenzia chiaramente il fatto che l’area oggetto

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dell’impianto fotovoltaico non è interessata da alcun tipo di centro o nucleo storico, neanche nelle immediate vicinanze dal momento che il sito più vicino San Coni classificato come di “nuova fondazione” dista 3 km e Piazza Armerina classificato come “medievale” dista 6.7 km.

Figura 5.12 - Ambito 11 - Analisi Tematiche - Sistema Antropico - Stralcio della carta dei centri e nuclei storici del Piano Territoriale Paesistico Regionale (non in scala)

Inoltre, sono da considerare i vincoli esistenti nell’Ambito 3, che sono per il 9% vincoli idrogeologici, per l’ 8% costituiti da siti archeologici (L. 1089/39), 7% dovuti a fiumi, torrenti e corsi d’acqua (L. 431/85), per l’ 1% a foreste e boschi (L. 431/85).

Zona istallazione impianto

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6. Impatti e misure di mitigazione

6.1 Impatti derivanti dall’installazione prevista

L'introduzione dei pannelli fotovoltaici in situ creerà delle modificazioni modeste al suolo, al territorio e al paesaggio e non introdurrà interazioni con la flora e la fauna suscettibili di svolgere potenzialmente un'azione alterante equilibri.

In particolare:

 l’impatto sull’atmosfera e sul clima sarà assolutamente trascurabile. E’ inoltre da considerare che l’opera determinerà un impatto positivo sulla componente ambientale aria e clima, in quanto la produzione elettrica avverrà senza alcuna emissione in atmosfera, diversamente da altre fonti tradizionali (petrolio, gas, carbone) e rinnovabili (biomasse, biogas).

 l’esame geologico del sito per la valutazione delle interferenze sulle componenti abiotiche ha attestato che il contesto geomorfologico della zona è in condizioni generali di stabilità, non essendosi mai riscontrati fenomeni di dissesto attivi o quiescenti.

 l’installazione in esame non apporterà nuovi rischi per la stabilità del suolo, dato che gli impianti fotovoltaici sono realizzati assemblando componenti prefabbricati. Non necessitano inoltre di opere di fondazione, per cui non vengono realizzati scavi.

 le acque meteoriche continueranno ad essere assorbite naturalmente dal terreno defluendo al suo interno senza alcuna incidenza su eventuali falde idriche del sottosuolo.

la componente biotica, come dimostrano i numerosi impianti presenti nel mondo, non subisce alcuna interferenza. Non si sono registrate modifiche o disturbi all’habitat, decessi di animali o variazione nella densità della popolazione nei pressi di un sito che ospita un impianto. Dal momento che i pannelli sono sollevati da terra, non c’è la possibilità che animali possano accidentalmente urtare contro gli stessi; inoltre non sviluppandosi in altezza non interferiscono neanche con la presenza di uccelli o rettili.

Riassumendo, si può sicuramente affermare che i principali tipi di impatto degli impianti fotovoltaici a terra sono connessi all’utilizzo del suolo, come ogni altra attività antropica che comporta un utilizzo di una porzione di territorio la cui realizzazione determina la sottrazione di aree dagli utilizzi determinati. È importante comunque sottolineare che la posa in opera di un sistema fotovoltaico non determina cambiamenti irreversibili del territorio.

Per quanto riguarda i possibili impatti dell’impianto sul territorio circostante si più sicuramente affermare che essi sono limitati ad un impatto di tipo visivo sull’ambiente per cui, verificato con

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opportuni sopralluoghi che nella zona non sono presenti unità abitative destinate ad uso residenziale, si può evidentemente stimare che l’impatto visivo resterebbe limitato al passante che si trova nella zona. In ogni caso si tratta comunque di una leggera variazione dello scenario naturale del versante interessato dalla realizzazione del progetto, dato che le strutture da installare, come già precedentemente dichiarato, non si sviluppano essenzialmente in altezza.

Due fenomeni da considerare per l’impatto a scapito dell’abitato e della viabilità nelle immediate vicinanze del sito oggetto dell’installazione sono:

- l’inquinamento luminoso;

- l’abbagliamento.

Per inquinamento luminoso si intende qualunque alterazione della quantità naturale di luce presente di notte nell'ambiente esterno e dovuta ad immissione di luce di cui l'uomo abbia responsabilità.

Nella letteratura scientifica è possibile individuare numerosi effetti di tipo ambientale, riguardanti soprattutto il regno animale e quello vegetale, legati all’inquinamento luminoso, in quanto possibile fonte di alterazione dell’equilibrio tra giorno e notte.

Nel caso del progetto in esame, gli impatti con l’ambiente circostante, sia pur di modesta entità, potrebbero essere determinati dagli impianti di illuminazione del campo, cioè dalle lampade, che posizionate lungo il perimetro consentono la vigilanza notturna del campo durante la fase di esercizio.

Il fenomeno dell’abbagliamento consiste nella compromissione temporanea della capacità visiva dell’osservatore a seguito dell’improvvisa esposizione diretta ad una intensa sorgente luminosa. Nel caso in esame esso può essere causato dalle perdite per riflessione dai moduli fotovoltaici durante le ore diurne.

Oggi la tecnologia fotovoltaica ha individuato soluzioni in grado di minimizzare tale fenomeno, attraverso la protezione (nei moduli di ultima generazione) delle celle con un vetro temprato anti- riflettente ad alta trasmittanza.

Inoltre, le singole celle in silicio cristallino sono coperte esteriormente da un rivestimento trasparente antiriflesso grazie al quale penetra più luce nella cella e di conseguenza è minore quella riflessa.

Alla luce dell’esperienza maturata fino ad oggi nel settore si può concludere che il fenomeno dell'abbagliamento visivo dovuto a moduli fotovoltaici nelle ore diurne a scapito dell’abitato e della viabilità prossimali non costituisce fonte di eccessivo disturbo, grazie soprattutto alle dovute precauzioni e mitigazioni sopra esposte. Pertanto è da ritenersi ininfluente nel computo degli impatti

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conseguenti l’installazione in oggetto, considerando inoltre che l’area di impianto ricade in zone non abitate.

Conseguenze dirette dell’eventuale impatto derivante dai fenomeni di riflessione, si ripercuotono in generale sulla viabilità e quindi sull’eventuale traffico veicolare che caratterizza le aree attorno all’impianto. In questo caso, data l’irrilevanza dei fenomeni sopra descritti, anche l’incidenza sulla viabilità dovuta all’esercizio dell’impianto sarà nulla, dunque non saranno previste alcune misure compensative.

6.2 Misure di mitigazione degli impatti

Per migliorare l’inserimento ambientale dei pannelli solari, verrà posta particolare attenzione alla scelta del colore delle componenti principali dell’impianto, introducendo accorgimenti per evitare effetti di riflessione della luce da parte delle superfici metalliche.

Pertanto si provvederà a creare, nella parte perimetrale dell’impianto e comunque nell’area recintata interessata dall’impianto ma non coperta dai pannelli o dalla viabilità interna, una barriera alberata costituita da vegetazione autoctona o storicizzata che mimetizzi l’impianto col verde circostante con funzione di “fascia cuscinetto”.

Le suddette misure di mitigazione verranno messe in atto nell’area prima della messa in opera di pannelli fotovoltaici. Esse saranno inoltre mantenute in stato ottimale per tutto il periodo di vita dell’impianto.

Per ridurre al minimo le possibili interferenze con la fauna eventualmente presente nel sito oggetto di installazione, sarà opportuno predisporre delle vie di attraversamento dell’area, prevedendo dei passaggi naturali lungo la recinzione con apposite aperture ogni 4 m circa.

La tipologia di recinzione utilizzata viene di seguito riportata (Figura 6.1)

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Figura 6.1 – Esempi di recinzioni per impianti fotovoltaici a terra

Per quanto riguarda la flora, in primo luogo dovranno essere salvaguardate le specie tutelate dalle direttive europee eventualmente riscontrate in corso d’opera, oltre a tutte le essenze arboree e/o arbustive afferenti alla vegetazione autoctona già presenti nell’area. Per minimizzare inoltre l’impatto visivo dato dalla presenza dell’impianto in oggetto sono previsti diversi interventi di natura agronomica a supporto della rinaturazione dell’area.

Il progetto del verde indicherà una sistemazione di specie vegetali arbustive e/o arboree in larga parte autoctone e/o storicizzate, per cui si prevede la realizzazione di una fascia di mitigazione larga 10 metri, non solo lungo tutto il perimetro, dove verranno messe a dimora un doppio filare alberi a basso fusto, ma anche tra le stringhe dei pannelli dove verranno impiantate alcune specie di piante tipiche della macchia mediterranea.

La necessità di impiantare vegetazione autoctona e/o storicizzata è dettata dalla volontà di non alterare in nessun modo l’equilibrio ambientale preesistente nell’area di intervento e di facilitare lo sviluppo dell’agro-ecosistema, innescando automaticamente un processo di rinaturazione della vegetazione.

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Gli interventi previsti possono essere quindi riassunti come segue:

- perimetrazione arborea dell’impianto;

- creazione di corridoi verdi o “zone cuscinetto”;

- piantumazione di piante idrofile in prossimità dei laghetti (qualora fossero presenti).

Il primo dei tre interventi verrà realizzato in riferimento all’art.20 del PEARS riguardante la valorizzazione della produzione agroalimentare locale e la tutela della biodiversità, attraverso il confinamento dell’impianto di energia da fonte rinnovabile solare con un mascheramento arboreo di protezione e separazione, compatibile con la piena funzionalità degli impianti.

Esso sarà utile a contenere l’impatto dato dalla visibilità e dalla differenza di colore tra l’impianto ed il suo intorno. Esso verrà realizzato con piantumazioni di olivi disposti a perimetro dell’impianto installato (vedi Figura 6.2), poiché esso risulta essere tra le specie più rappresentative del territorio siciliano, e da quelli impiantati nell’area oggetto di installazione verrà prodotto un olio d'oliva extravergine, apportando un impatto positivo al sistema e contribuendo così alla minimizzazione degli impatti in un ipotetico bilancio.

Figura 6.2 – Esempio di perimetrazione arborea degli impianti fotovoltaici mediante ulivi

Tra le stringhe dei pannelli verranno create (come secondo tipo di intervento di mitigazione previsto) delle aree verdi che avranno la funzione di andare ad interrompere la monotonia dei pannelli. Tali “corridoi verdi” incideranno positivamente sull’impatto complessivo, rompendo lo schema complessivo dato dalla totalità dell’impianto oggetto di installazione. Questo comporterà la percezione di un impatto ridotto distribuito sull’intera area, generando nel complesso un minor

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impatto visivo. Inoltre si provvederà a mantenere l’intero “sopra – suolo” costantemente coperto da vegetazione, anche attraverso l’uso di tecniche di inerbimento.

Il nuovo assetto agro-ambientale qui previsto (vedi Figura 6.3) migliora sensibilmente l’inserimento ambientale dell’installazione oggetto di studio.

Figura 6.3 – Misure previste per mitigare l’impatto visivo dato dall’impianto fotovoltaico “FV - Fegotto” (non in scala)

Si ribadisce che tutte le sopra esposte misure di mitigazione verranno messe in atto nell’area prima della messa in opera dei pannelli fotovoltaici, considerando un’opportuna distanza da antenne e ripetitori al fine di ridurre al minimo il rischio di interferenza, e verranno mantenute in stato ottimale per tutto il periodo di vita dell’impianto.

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7. Elaborati grafici per la valutazione di compatibilità paesaggistica

Gli elaborati grafici realizzati per la valutazione della compatibilità paesaggistica dell’installazione prevista (ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 - GU n. 25 del 31-1-2006) sono i seguenti:

 planimetria generale quotata;

 cartografia con vincoli;

 layout di progetto;

 simulazione attualizzata;

 simulazione fotorealistica dello stato attuale;

 simulazione fotorealistica dello stato di progetto.

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8. Conclusioni

Le analisi qui effettuate consentono di evidenziare gli elementi più rilevanti in ordine alla valutazione della congruità e coerenza progettuale rispetto agli obiettivi di qualità paesaggistica ed ambientale ed ai vincoli presenti nella zona considerata:

 l’intervento prevede un uso consapevole delle risorse disponibili, con attenzione a non pregiudicarne l’esistenza e gli utilizzi futuri e tale da non diminuire il pregio paesistico del territorio. Il terreno utilizzato, infatti, potrà ritornare alla sua attuale funzione alla fine del ciclo di vista dell’impianto (circa 25-30 anni) in seguito a ripristino ambientale del sito;

 l’intervento è compatibile sotto l’aspetto ecologico ed ambientale (comparto biotico ed abiotico) che non risulta compromesso nella fase di esercizio dell’impianto;

 l’intervento prevede un’idonea localizzazione, compatibile con le esigenze di tutela e salvaguardia dei luoghi.;

 l’intervento ha una bassa incidenza visiva (trovandosi a più di 6 km di distanza dal centro abitato più vicino) e prevede comunque mirate opere di mitigazione per minimizzare l’impatto visivo (limitato comunque al passante occasionale);

 l’intervento è coerente con le linee di sviluppo nonché compatibile con i diversi valori riconosciuti dagli strumenti di pianificazione del territorio in esame;

 la produzione di energia da fonte rinnovabile porta impatti positivi che incidono, su larga scala, sia sulla qualità complessiva del paesaggio che dell’ambiente (minori emissioni inquinanti).

Sulla base dell’analisi paesaggistica effettuata si può quindi concludere che non vi sono impatti rilevanti da associare alla realizzazione dell’impianto in oggetto, atto alla produzione di energia mediante tecnologia fotovoltaica. Questa è una tipologia di impianto a basso impatto ambientale, e nel caso particolare l’opera in progetto incide sul sistema ambientale in misura limitata e tale da non arrecare alcuna sensibile alterazione delle preesistenti condizioni ambientali e paesaggistiche del sito considerato.

L’impianto fotovoltaico da installarsi produrrà invece impatti positivi sulle componenti aria e suolo ed inoltre che i pochi impatti negativi precedentemente evidenziati, derivanti dalla temporanea occupazione del suolo, sono certamente compensati dagli impatti positivi diretti ed indiretti determinati dalla produzione di energia da fonti rinnovabili. L’intervento proposto si inserisce coerentemente nella programmazione energetica ambientale comunitaria (Direttiva 2001/77/CE), nazionale (Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387), regionale (Piano Energetico Ambientale Regionale Siciliano, Deliberazione n°1/2009) e provinciale, integrandosi pienamente nella strategia generale dello sviluppo sostenibile.

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