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MEMORIA 1TAPOLI DALLA TIPOGRAFIA DI GIUSEPPE BAIONE GIUSEPPE DE MAJO MEDICO PRATICO SCIENTIFICI DEL TEPE, E SUO OLIO ESSENZIALE

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(1)

MEMORIA

MEDICO PRATICO SCIENTIFICI

bull'utilità’

DELTEPE,E SUO OLIOESSENZIALE

AVVERSO LE MALATTIE INTERMITTENTI

DAL DOTTOR

GIUSEPPE DE MAJO

1TAPOLI

DALLATIPOGRAFIADIGIUSEPPE BAIONE

18W.

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(2)
(3)

AL SIGNORE

2>

%

32&RE23IÌ©

2)2 BI&tfG

t

DOTTORTISICO,CHIRURGO.ISPETTORERIPUBBLICHE ISTRUZIONI DI OllTA INCAPITANATAEC.EC.

$*cu) te

Sco«odceute» èb instato tuttiajijjef^ato date!,ienet pu£-

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amoie

>e avetvibaciato fa Scatta

mi

de<jwo«

«i

VOST. AFF.CD.FDCM. FIGLIO Lecopienon munite della

presente lirnmsitenga- nopersopraffatte.

(5)

PREFAZIONE

Non

ambizione,non vanagloria

mi

spinge;

ma

dovere sacroan- coraalla Patria,

non

solamen- tealla scienza, che divotocolti-

vo mi

avverta,perché

emanar

fuo- riio debba

un

parto dimiofati- che, dimieisudori, che a prò ridontarpossa

deW

umanità lan- guente,e dellagente sempremai travagliata

da

morbiperiodici

,

da

malattieintermittenti vaiquanto dire.

Le

più, epiù fatetale sco-

po

proposimiinfervorato dallate- stimonianza di valentiuominia

(6)

(*1 )

tal'uopo;testimonianze,che pro-

cacciommi

la reiterata lettura di Autori, che talmateriatrattava- no.

Era

imbevutodisoleteoriche;

ma

non

mai

accertatoperproprii esperimenti delleffetto

farmaceu-

tico del pepe, esuoolioessenzia- le,di cui sarà

mia

laprovincia parlarne.

A

questegiungeriovol- li, econtrasporlo.Cimentaiper leprimevolletal

farmaco

a

mano

incerta,

ed

ascarsedosi, edin- fruttuoso

non mi

fu.

Mi

diè

senza dubbio alcunolasperanza

,

perche adoperatodinuovoloaves- si, itisimilicircostanze,

ed

adosi proporzionate. Allora fu, che sia il

primo

infra gli anteperiodici

mi

accertai,

ed

ilvuoto inesprimibile del dubbio, edell'incertezza nel

mio

cuore

fu

riempilo dalla cer- tezzaper esperimento. Piu diffi- coltà

non

v'e,cessa ogni dubbio.

Dirò

cheilpepe,esuoolioessenzia-

(7)

(v»)

leèVanteperìodicovero,ecostante

,

ilsolo

da

preferirsiagli altri, il solo che

da

onore,

da

cuivien somministrato

,

//so/o,dicea dian- teporsi

anche a

preparatiperuviani tuttiquanti essisieno

;

no»

perchè

maggior

vigore essoabbiadique- stiultimi;

ma

perle conseguen- ze, chesievitano

, ec/je scan- sar

non

puonsi, se

ad

esso ifar-

maci

peruviani preferitifossero.

Mi

studieròalla meglio, eper quanto posso dimostrare la sua estrazione,

V

indicazione,uso,

ed

amministrazionenelle circostanze, e

farò

di tutto,perchè esso qua- lunquesiasimiotravaglioa chiun- que spiacér

non

possa.

Va

inba- lia dellafortuna,olibercolo,tu onoralo verrai

da

uominiistruiti, che

un guardo

tiaccordano, fortu- natissimo sarai,

ed

iltuoautore

a

talvistadi gioiatripudierà',tra

-

pazzatoormainelle

mani

di talu-

(8)

(**«)

nialtri, disgraziatissimo,ti

com-

piango.

Con

occhiobenignoguardi l'amico, ed

a

luilafronte inchi- ni.

Ad ognuno

dir dei, che

non

per ambizione;

ma

perfilandropia

a

lucouscisti.

' - j ’^Viì*ì . *

li * .» V\

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*

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ulù'-iAiiìiS

slfckt 4>>«r>o

(9)

CHsaSpNFBA gh

ameni,emontuosi luoghi delnostro

Regno un

topico alcertov’è,chea guisa dibacino tutteessequantosieno ledelizie,e

commodi

di vitarauna.

A

questo il

nome

diPuglia sidiè.

E

per lafertilitàdelle

campagne

, eper 1’ubertosità dellecose naturali, e perladiversitàdelle frutta, eper lapastorizia, e per1’amenità in fine delle verzure,che nel cuor de' naturalidiqueiluoghiridesta, alcerto essa a tuttele altreterre preferita esser dee. Ivi l'uomofe- licedirsipotrebbe,sepuril filo

(10)

( 1°)

de’ suoi divertimenti, disue gioje non venisseintanto, intanto rot- toda malore, che endemico per que’ luoghi dir sidee. Suolcras- sare inquellecontrade ancora,non solamente in tuttiiluoghi bassi, e piani del nostro

Regno

quella malattia, cheil

nome

diperiodi- ca, o inaltritermini intermitten- te hapresso tutt’iPratici.

Uopo non

v’ è,che dital

morbo

lade- finizione facessi,

non

essendoque- sto lo scopo, che

mi

proposi;nè

tampoco

laclassificazione diesso in quotidiana, terzana semplice,i-

dem

doppia, duplicata, inquar- tana, quintana, sestana ecc.Ilpar- lardiciòsarebbe l

1

istesso, che metter lafalce nella messe altrui;

solamente atorturailcriteriomet- tervo’soli’originedi talprocesso morboso,

non

checura,

come

pre- venirlo però, efarglifronte per quanto Parte, ele forze ci pcr-

(11)

( «*)

mettono. Ciò vuolelanostra scien- za,ce lo impone

Umanità

,l’esige filandropia.

Allo svolger di molti, e svaria- tisecoli; molte, esvariatefurono leopinioni de’Pratici sulla causa occasionaledelle febbri periodiche.

Uopo non

v’è, cheiola colle- zionedi tuttequante furonoleidee intorno aciò facessi

; giacchéfa

mio

scopo1’esserbreve, e chia- ro. Sole quelle sentenze intorno allo sviluppodella malattia in esa-

me

le piùrimarchevoli ioquino- terò,restandolealtreinetteperal- tro nell’immaginazionedi quelli, che furonogliautori.Partendodal fatto sull’esamedellacausa predi- disponentealperiodico

morbo

os- serviamo,cheesso suol crassare ne’

luoghipaludosi,doveleacqueca- dute

non

scorrevolisi rendono;

ma

ivi illoro domicilioformano.

Ciòin dubbio metter

non

puossi,

(12)

C )

etuttisanno,che leacque cadute per pioggia, o portateper innon- dazioneinqualche luogoivi sta- gnale restando,sonoqueste causa, perchèesso

morbo

intermittentesi sviluppi.

Ma

inqual

modo

taliacqueagi- sconoper produrre esse febbri pe- riodiche? Qui viene ladifficoltà,

quilavarietàdelle opinioni. Al- cuni, che dalle acquestagnanti sviluppandosi dicevano molto gas idrogeno, ecombinandosiall’azo- to,etogliendo così nell'ariaquel- laproporzionede’principii costi- tuitivi,questadacausa occasionale agiva per losviluppodi tali

ma-

lattie.

Non

differente pensava

Da-

vy, BeschreibungvonCeylon, che attribuiva ciò alla combinazione del gas idrogeno carbonico,

Bau- me

all

1

azoto,ed ammoniaco,Zul- lattiall’idrogeno carbonato.

Mi

teli ili all’acido nitroso, Odicrfìnalinen-

(13)

( .-3;

teallazoto ossigenato.

Ma

tutti disgraziatamente errarono, elelo- ro opinionisonodeltuttoerrònee, giacchélimmortale Alessandro Vol- ta cisomministròl’eudiometro,con cui analizzata l'aria atmosferica ne’luoghipaludosi, sitrovò

com-

postadiugualiporzioni de’ prin- cipi suoi costituitivi. Ciò posto

bandiamo

da nostra mente tale opinione. L’umidità,dicevanoal-

tri, che all

1

atmosfera cedono le acque stagnantisia la causa dies- so malore;

ma

ciòneppurein cal- colomettersidee; giacchein al- cuniluoghi,ove Tatmosferasola- mente

umida

è,unquemaimalattie periodiche crassano;infatti ina- turalidelle isole

, quelli,che con- dannati a vivereper loro mestiere, 0 per genio altri appoifiumi,ed

1rivoliillorodomicilio costituisco- no,dovrebberosempremaiesser tra- vagliati datal malore, perlacon-

(14)

.( «4)

tinua evaporizzazione, chesi fa daquelle acque,sebbenescorrevoli.

Ma

il fatto tuttoaltro ci appale- sa, benchél’umiditàdell’ariasia

una

concausa;

dunque

una a que- sta,altro esser deel'agenteperta- li febbri.Altri isolatamenteancora, causa perlosviluppo dellamalat- tia inesameimiasmiputridi,l’at- mosfera pregnadiparticellecorrot- teconsiderarono;

ma

anchequesti errarono, giacchetaliagenti a pro- durremalattie tifoidee, morbi pu- tridi,emalannisetticison propen-

si.InfattidelleEpidemie,chele istorienoicosciicifanno,

quando

cadaverid’infelicicolpiti eranodi morte,iviin

mezzo

allepubbliche piazze restavano,nellecase,Palagi*

tugurii, equindicolla putrefazio- nedi questi, l'atmosfera zeppadi cffluviimiasmatici, putridi rendea-

si,maisi videcrassare

un morbo

(15)

( i5)

terzanario,quartanario,odaltro di tal fattezza.

Che

altra sialacausa,elasor- gente dital

morbo

dir

dobbiamo

Approfondandopiù1analesi,epar- tendo dalfattocerchiamodiveni- re agiorno diciò.

È

indubita- to, cheleacquestagnantisienola, causa di tal morbo,giusta leopi- nionisopra a taluoporapportate.,

Dovendo

dare, ed assegnare la causa occasionaleatalmorbo, per quantoci sarkpossibile la ricave-

remo

dal fatto,edall1esperimento.

L’ossidod’idrogenocadutoper pioggia, cstagnato in alcun luo- go,

od

ivi portatoda innondazio- ne, ed appantanato restando

non

tostomorbiperiodiciproduce;

ma

elassaqualchepezza ditempo, e ciòda esperienza costa.In questo mentreil Sole, coll’azion sua in evaporizzazione una porzione di acquamette, su dellaresta,l’erba

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(16)

(«6)

equatica cresce, materie vegetalifor- tuitamente

piombano

, precipitano delpari in esso rivolo stagnato a- nimali, oper loronatura, oca- sualmente.Questematerie,ed ani- mali, evegetali, cheindispensa- bilmente, e nascer, e precipitare, ecrescer

debbono

in esseacque, per la lungaloro stazione, enelle

campagne,

e ne’giardini

,epaesi, od altrove ecc:perla forza repul- sivadelcalorico, chedal Solesi

emana,forza,chedistrugge lacoe- sione delleparticelle organiche,ed inorganiche, cper quell’altraforza ancora di dissoluzione, che nei corpi mortiorganizzati nasceras- solutamente dee, quel fluido, che primalimpido, ecristallinoera, di- venuto verdognolo,nericcio,edal- quantoputente adesser comincia.

Essendolacoesionein ragion in- -

versa dellamassa, è perciò che de- cresciutalaquantità del liquido per

(17)

('7)

la continua evaporizzazionc

ammes-

sa, leparticelle organiche, ani- mali, e vegetali da putrefazione colpitegià,edadissoluzione prese, per la parca quantitàdel liquido, incui sinuotavano, venendo in contatto conquelle altremolecole, che

non

ancora da sfacelo,eda putredinefuronprese,una massa fetente,pudrida, corrotta addiviene^

Su

di essa

T

influenza del 6olenn-

quemai

cessa;quidi quelle particel- lepiù specificamentepesanti delle altrepreventivamentesviluppate, in evaporizzazione a mettersi costrette vengono.

Ed

allora è, che l’atmo- sferadi quel topico,

1’aria, che

aldird'ippocrate,est

pabulum

vi- tac,pesante,

umida

, edalquanto disgradevoleall

1

olfatto,pregna del pari, eperqualchetempodi quelle particelle,acqueeanimali, vegetali, pudridi,diquell’effluviopalustre,al dir de1Pratici, rendesi. Gli efflu-

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(18)

( *8 )

vii così sparsinell’atmosferatutta diqueluoghiagendo contiuuamen- tesu'inaturali ividomiciliati,ed irritando,oesternamente,o intro- dottol

1

effluvio palustrene’mandi- cidella vitaper quella indispensa- bilefunzione,cheessieseguono,per la respirazione, equindi facendo anche esso parte della funzione

,

che Ematosi dafisiologiappellarsi suole, intutto quanto essosia il sistemavenoso, arterioso,cardiaco vascolare sispande,o cheessoper

mezzo

de’vasellini cutanei, stradasi fa,perchènelsistema irrigatoresi spandesse, o

comunque

, è certo cheintrodotto nella macchina, ed agendo da stimolo inconsueto,ap- portalareazione, lo sconcerto

mac-

chinale,la febbre di accesso,in- termittente, periodica cosìappel- latada tuttiiPratici, dietro

un

intervallo più o

meno

lungodi freddo, di orrore,

come

tuttisanno

(19)

quelli, clicrarte salutarepròfes*

sano.

Tale opinione adotteremobuche 110’ altra migliore non la venga a rimpiazzare.

Sviluppatosiil

morbo

periodico uopoè,chesidia,esi restituisca all’infeliceammalato lapristina sa- lute:quindi ricorrendo ora all'e- metico,ora alcatarticoaseconda che in complicazione,ocoll

1

imba- razzo dello stomaco, o del pac- chettointestinaleilperiodico

mor-

bo sivede, oradel pariricorrendo al salasso, setroppoirritamentonel- 1apparatocircolatorio vi sta

, ed

oraal bagno,seimpegnatoilsiste-

ma

nervososi trova,si ricorrefi-

nalmente alla corteccia peruviana rossa,ed a

1

suoi varii preparati.

L

1ideadiscovertadi tal farmaco èper noisempremaioggettodigio- ja

,e di piacereinesprimibile. In falliquante\ite guadagnano quei

(20)

.(10)

Dottori Fisici,dieper lacura dei naturali de'luoghi umidi,e palu- dosi son destinati: vittime che la corteccia peruviana rossa,salva,

e toglie da bocca di morte,or quell' infelice daterzana,or quel-

1’altroda quartana, quindanacol- pito;e quel chepiù miracoloso, per dircosi, chiudel

1urna achi

già già perprecipitarvi stava per periodica perniciosa, sottolacuipo- tenzanociva, la vita dell'indivi-

duo

stadaora,adora per ispegner- si. Per letante,e tante vite, e perTonore, chetalfarmacociproc- cura,memori sempremaidegliSpa- gnuoli esserdobbiamo, che ne fu- rono gli Scopritori sibenper caso secondoilnostroMurray;

ma

mol- to piùa signoriPallettiere, eCa- venton,che occupatia ricavarda essai variisali ciriuscirono con felicesuccesso, especialmente per

1estrazione del SolfatodiChiui-

(21)

(ai )

na, ilquale, eperchètoglieallum- inala lo l’incomododidoversorbi- re tre, equattro decottidi Chi- na nelcorso del giorno

,

per esen- tarsi da febbre intermittente, e per la celerità, del suoeffetto,e per

F

efficacia, eper tult’altro certa- mente merita d'andarinvoga,tan- to che in brevissimo tempo ha raunati isuffragiidi tutt’iMedici, che

memori

saranno pertutt’ise- colide’ suoi Scopritori.

Ma

sven- turatamentevisonoicasi, incuii

preparati diChinarossanonpuonsi amministrare, gliostacolisioffro-

no

a noi,le controindicazioni si presentano.Infatti,seriscaldamen- to de1visceri addominali vi sta

una

col

morbo

periodico, il dal- losolfato, oaltripreparati peru- vianisarebbe l’istesso, cheimitar qualcheMedico pocoesperto,che chiamato a medicare unavita, o meglio ad ucciderla, bersagliatada

(22)

(*•*)

intermittente

morbo

,senza badare

all’ostruzione calda epatica, spleni- ca, pancreatica

,glandolomesente- rica, ostruzione, chesarebbesta- to necessariodi avvertire pel vo-

lume immenso

delladdomine, som- ministrò niente di

meno

inore 12 ac. di Solfato diChinina,qua- si se fosse andato nella casadi quella infelice colfanimo deciso diucciderla.

E

ciòsuccedea im- mantinenti, se altro saggio Pro- fessorenon gliteneva dietro

,che

con mezzi adattati guadagnòquel- lavita.'

Era

questa una controindica- zione perramminislrazione depre- parali Peruviani, controindicati an- cora sarebbero talisostanze,qua- loral'ammalato periodico una in- fiammazione in alcundegli arti, oin altrapartedel corpo avesse, se impegnate

da

ulceri, Blenorra- gia, da bubboni ancor nellostalo

(23)

( *3)

flogisticole partigenitaliavesse, se alcun principiod'Esofagite,di Gastrite, di Gastroenterite, di Epatite,Splenite, Orchite, Minia- gite, Polmonite, Cardite

, Pleu- rite,Encefalite, ecc: se principiodi flemmone, d’irritamento in fiue di qualunque

membro

, organo,

apparecchio si scorga nell

1

infer-

mo

, per Tamministrazione di tal farmaco inorridir

dobbiamo

, del pari oculati esser

dobbiamo

pec tale amministrazione nelle gravi- de,nellepuerpere, negl’individui nel sistema nervoso lesi. Queste

,

emoltealtre, che

non

«fuggiran-

no

dalcriterio delbuonProfesso- resono le circostanze, incui il solfalo non chetuttigli altripre- parati Peruviani amministrar

non

puònsi.

Non

proni ad amministrartali sostanze esserdobbiamo,

come

pre- servative alperiodicomorbo,e ciò

(24)

(*4)

per priDcipii Fisiologici.

Ed

ia primo 1’esercizio fa contrarre l'a- bitudine. Ciòpostosomministran- doiperuviani rimedii

come

ante- periodici,avremo, chelafibra

mac-

chinalesi avvezza a quello stimo- molo,e nelle circostanzeilrimedio ci vien

meno

,

non

produce 1’ef- fettodesiderato, eciò per faltro principio Fisiologico, chef abitu- dine ottundila sensibilità. Perdi- mostrareciò

non

viè uopo, che ioadducessi per esempio quella principessa,che

impunemente

pren- deva ognigiorno, e tracannavaun onciadiestrattodi bella donna, ediciò volendoseneprivarescon- certigrandissimi le teneaudietro.

Intendo parlare a quelle perso- ne non discienze mediche di- giuni.Ciòposto

dobbiamo

a tut- toCielo allontanarenel nostroe- sercizioClinicol’usode’Puriviani nècasi tuttisopraesposti,c

come

(25)

(=5)

preservativoancora, sevogliamo,

chequestosiegregio rimedio, perla cattiva amministrazione, glorioso dei suoi Scopritori, e

pomposo

dise stessosinoratenutoappotutti,non

crollanel precipiziodel discredi- to, e del

non

valore.

Dovendo

adunqueprescegliere dalla Cateoria terapeutica,medicinale altro farma- co, cheilperuviano rimediorim- piazza, esostituiscanecasiindicati, del pepe, esuoolioessenziale par- laremo

come

febbrifugo, edante- periodico.

Dovendo

ormaiparlare delpepe, e suoolioessenziale uopoè, che della famiglia pepeoccupati tener ci

dobbiamo

, delle suespecie, e proprietà. Molti sono ipepi nel

Regno

vegetale,edin veroilne- roabbiamo che

Molunga

nelMala- bur, Miriin Canaria, Fililiin

A-

rabia, ed in linguaMalacitana Lo-

(26)

(

^

)

da chiamatoviene. Esso da quella piantasarmemosanascer suole,che a foggiadell'Edera crescendo agli albori circonvicini avviticchiar si suole.

Da

chiascun suo sarmen- taceo nodo una fronda,cheaso- miglianza di quelladell1edera

,e

nella punta accuminatafuorsitie- ne, ed a questa un grappolo di Pepe prendersuolequaleanco- ra verde essendo i Maturali di que’luoghi colsale,edacetocon- dito a guisade’nostriCappariAcar chiamarsogliono. Seccato annerir sisuoleesternamenteconservando nell’interno

un

colorcinereo. Si coltivain quasitutte leRegionio- rientali,haunsapore forte,ed un odorearomatico.

Quell’altrasorte di pepe, che in (Juzarate, Decauin,Maliche, Morois, in Bengala vegetar suole, ecolà chiamato Pimpinil,è

Pim-

pinili èquello propriamente,chenoi

(27)

, (2 7)

pepe lungo appellarsogliamo.

La

pianta,che tal pepe produceèal- ta, lunga,grossaquanto unacor- da di

Torno

secondo1’esposizione di Niccolò

Monardes

,è indigena nellaBengala, eJoaha dove mol- toèstimato permaggior acrimo- nia,ed

aroma

,chein sepossiede, perciòPolentius estpiperenigro

:

igituradhibeturubi in compositio-

mbus

pperis mentiosit.Viniin- cidenle

m

,attenuantem,resohen- tem,digestionemque

pvomovenlem

possdet:confectioni Theriacae, Mithridcilici,elDioscordiiquoque inler/niscerisulet

.

Frescoè verde;

ma

seccandoannerito viene dal so- lepereffettodi maturità.

Il pepe biancosuolvegetareove

ilnerocresce,e tra lepiante,che

liproducec’ètanta diversitàquan- tatra duevitiesserv’enpuò, una creatrice1’uvabianca,laneral’al- tra,sibenealcuni vogliono,cheen-

(28)

. (*B )

trambiquestipepida unasolapian- ta,nasconoQuesto pepe èrarissi-

mo

tanto,che nelluogonativonon rinviensi, chenellameusade’

Ma-

gnati. Eccettoil saporehalealtre proprietà

comuni

coipepe nero Vi- rescumpipere nigrocomuneshabtt;

sed

tamen non

(ideo agre est JVill. depipe. albo. Oltreilpepe nero, lungo, ebiancov*eanche

il pepeSpagnuolo, il quale nel- lesilique nascersuole. Sorge

un

fioremonopetalo dallapianta dital pepe, dalcuicalice

un

pistillofuor sitiene, qualedaprincipioal frut- to,orosso,oluteo nel mesedi

A-

gostonelle silique racchiuso. Tal pepeha

un

sapore fortissimo,

un

odore aromatico. Piper hoc Hispa-

nieum

ferventissimi saporisest,

et

usum medicum vixunquamac-

cedit.Vinipiperisincide

ntem

, et

xxlenuanlem

possidet. Indiet e- iiam,

non

nulli Europei siliquas

(29)

, . (39)

ììo/iaumpefecle maturaicutn sac- charo, etaceto coquant,iisdem postea condimenti loco utunlur.

slcetumsisiliquistris

non

condias citius acescit diutius durat, et conira

vappam

preservatur, Tinc- tores quoque hiscolorem

nigrum

prò linteis tingendis condiuntat- que conservant. TVill. mat.

me-

dica.

Oltre tantipepisinoradescritti

,

altri ve nesono, edin vero aver detto Serapionc Piper

Nigrorum

il pepe diIùhiopia, intendersidee quello propriamente, chenelle si- liquein raceminascer suolelunghe quattrodita,

come

diPiselli,eFa- giolile silique,

ma

nere,eroton- dette.Questo èquelpepe,che per

i dolori di denti usano gliEtio- pi.

Ed

ilqui chiamato peparoloT piantatanta vulgare non èancha una sorta diPepe? pepe, ed è propriamentequello,che pepe In-

(30)

(3o)

daco, Siliquastro,Capsico chiamalo viene.Descrizione di talpiantauo- po tion v’è, chefacessi, essendo indigena di tuttoilnostroRegno.

Pepeèanchequello,che pepe giam- maicopressotuttiil

nome

ha, e perchèsivide ancora,chelaper- sicata erba aquatica ilsapore del pepe avevaidropepe, Pepeaquati- ticochiamar si volle.

Ciò

pererudizione ancorasulla famiglia Pepe, non solamenteper poter distinguere ilnero da tulli gli altri, dicui servircidobbia-

mo

perla provincia,che

ho

spo- sato.

Ilpepe nero di cui,

come

il miglior fra tutti, usar dobbiamo

come

farmaco, e per estrazione del suo olio essenziale pende all’al- bero verde sinoal mese di

Gen-

naro. Colto, edassicchito alSole cipresenta le seguenti proprietà.

È

nero estremamente da qual ca-

(31)

nereo,

un

odore acutissimo,aro- matico,ed un saporeasproforte.

In secontiene dell’olio,della pipe- rina, emateria vegetale.' .r

Il pepe nero posto in uso in Medicina, edintiero,e nelle parti sue costituitivedivennebentostola panacea per tuttele malattie

pel

suo effetto quasi indicibile, ed in veroquesto è quel rimedio,che curavatutt1i malanni,e conispe- zialiià le malattie intermittenti.

Non

potreial certo a tutto Cie- locomentare tal rimedio,quanto leggendosila

memoria

del Dottor

Domenico

Meli, notizia inseritane- gli Annali

Omodei

voi.

XIX.

Io qui riferiròfedelmente lesuepa- roleper poter

ognuno

argomenta- re, diquanto scopo; ediquan- topotere è dotato talegregio ri- medio

DigitizedbyGoogle

(32)

(33)

» Volgono già moltisecoli,di-

» ceil prefittoautore, da cheil

» pepediqualunque speciefuu-

» sato in Medicina.

Dopo

esser

» statopreconizzatodaGalenosic-

»

come

validoantelmintico,e da

» Dioscoride

,qual attivissimo a-

» frodisiaco, Gelso l’adoperò in

» decozione colf aglioper tronca-

» reil parosismodel freddo del-

» lefebbre intermittenti: la qual

» cosasembra,chesia statacon-

» tinuàta da’suoiSuccessori;

men-

» tre1’Etmullero hanotato, che

» sequestorimedio èamministra-

» to troppo prossimamenteall 1

ac-

» cesso,l’intensitàdellafebbre vie-

» ne furimodo maggiore.

Fu

pure

» propostoilpepenerocontrocerti

» veleni animali, quali sarebbero

»quellidella vipera, edellarab-

» bia;

ma

lasuainefficacia lo feb n

» presto escludere dallacuraditali

» morbi:siccomeegualmenteveti-

(33)

(33)

» ne proscritto nelle vertigini

,

» ecatarricronici: massimamen-

» te

dopo

il funestoesempio del

» suousonellemalattieinfiamma-

» torieriportatedaMurray. Posto

» inopera da parecchimedici an-

» tichi esternamente isuoi van>

» taggi

non

potettero essere, ne

» comprovati, ne impugnati;per-

» ciochè sotto tal forma eranosi

» lieviisuoi effetti,talcheisfug-

i> givanoa qualsi voglia accu-

» rataattenzione. Vi hanno talu-

» ni tra ilvolgo,iquali,asomi-

» glianza degliIndiani, credono

» esser ilpepedi facoltà rinfre-

» scante, e dietrocosi fatte cre-

» denze nesopraccaricano quoti-

» dianamente le vivande. Io

mi

» guardarci bene di combattere

» tale opinione,quantunque sem-

» briportata dal soloVolgo,in

un

»

momento,

incuitantiagenti di

» materia medica, ne voltarono, o 3

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(34)

( 34)

» nestanno voltando faccia,eco-

»

me

altrove potrei farlo,

quando

» ancormi

rammento

, checerto

» petagogo in

Roma

curava sem-

» pre noi giovinetti di ciuanche

» prontamente, efelicemente col

» pepe pesto. Così stavanole co-

» seintorno all’uso medico,ed

» azionedel pepe: lorchè il sig.

» Dottor Luigi FrankArchiatro di

» Sua Maestà laSovranadiPalma,

» Piacenza ecc: casualmente sco-

» perselavirtù del pepe neroda-

» to internamente, per debellarele

» variespecie di febbri interniit-

» tenti.

E non

sitosto sifeceac-

» corto dicotesta virtù,che iu-

» drizzossìalsignorDotltoreGhig-

» ginìMedicodiCorte dellastes-

» saSovrana, e nostro anticoCol-

» lega per impegnarlo ad usareil

* pepe neronelle febbri di acces-

» so: nelozelo del DottorGliig-

» girli meglio potevacorrisponde-

(35)

(35)

» re allesollecitudini del prefato

» Consigliar Frank: imperocché

» non andòguarì,chequegli tro-

» vossiin casod’informarequesti

» avereconildetto rimediouni-

» camente guarito io persone di

» terzanasemplice. Versoil finir

» diApriledell’anno

1819

pre-

» sentossi opportuna occasione a-

» signorDottorFrank di molti-

» plicaregliesperimentisull’atti-

» viti» dicotal rimedio. Risulta

» dal suo giornale1

Marzo

al3

o

» Aprile,cheegli curò 70inalati

» de’quali5a avevano la febbre

» terzana, io la quotidiana, ed

» otto la quartana.

La

più gran

» partedi questi malatiguarirono

» dandolorodalli 6 alli 10gra-

» nidipepe tre, equattro volte

• algiorno,dopo ilsecondoo 3

» accesso, esoloper iquartana-

» rii ve ne vollerotrein^00gra-

» ni. Oltre imalatisuddetti esso

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(36)

(3G)

.

» ne curò, eguari altri sessanta

» nel mese di Luglio,Agosto,e

» Settembre,alla qual’epoca in-

» circa ricevetteun rapportodal

» prelodato nostro Collega,in cui

» sidiceva,chelatotalitàde

ma-

» latida esso luicurati, e gua-

> riticol ripetutorimedio monta-

» vano a

4

o. Pareva in seguito a

» sifelici,enumerosirisultamen-

» ti rattività del pepe nero per

» debellare le febbri intermitti

* non dovrebbeesser piùrivoca-

» tain dubbio.

Di

fatti non ap-

» pena furonogiunti a

mia

cogni-

* zionesimil risultati, che io in-

* cominciai acurare le febbri di

* accesso conil

medesimo

rime-

» dio.Sorseroconi’èconsuetonel-

» lascorsa primaverainCastellet-

* to sopraTicino,luogo oveinal-

* lora io

mi

stavaunaquantità di

» febbri intermittenti,tra lequali

» ve ne avevano pur diquelle,

(37)

» chegià si portavano nell*antc-

» cedente

Autunno

al tipo quar-

» tanario.Tulle indistintamentele

» trattai col pepenero,modifican-

» done soltanto la dosea seconda

» dell’individuali circostanze di

» temperamento,sesso edetàec.

,

» ed avvengnachèil precitato sig.

» Dottor Frankne avesse avver-

» lito, chenon siaddicevadare

» tale rimedio nelle febbri inter-

» mittenti di primavera,perehèrc-

» putansida

ognuno

d‘indole ste-

» nica: luttavolta avendoio altre

» idee rispettoalla diatesidiesse

» febbri lo adoperai francamen-

», ecolmigliorrisultato.

Non

» riferirò ioqnitutto il

numero

» di malatida

me

curatineglior

» orascorsimesi diAprile,

Mag-

» gio, e

Giugno

, giacche molti

» massimo trai villici ne perdei

» di vista;diròbelisi, che quelli

» cuimi fudato diporter tenere

(38)

(38)

» dietrocon vigile cura furono

» 21, cioè i

4

attaccatidaterzana,

* 5 daterzana doppia, e 2 da

» quartana, qualituttiguarirono

» completamente, inbrevetempo,

» esenza recidiva;adeccezione

» di

uno

StudentediMedicinail

» Signor Giuseppe Mazza, che gua-

» ritoappena daunaterzanasem-

» plicetornossene a Pavia,ove fu

» nuovamente presodafebbre.Se

»

non

eguali nel

numero

furonlo

» certo nell’esitoicasidifebbri

» intermettenti curatecontalrime-

» dioda’signori Dottori Defilip-

» pi aMilano, eToscania So-

»

ma. E

che più deve mancare

»

adunque

perchètutt’i Medicilo

» impieghino?

» Ellaè purdolentissima cosa

» il vedere,che

un

rimedio dital

» fatta iscoperto sid’appressoa

» noi,confirmatodatanta esperien-

» za;

un

rimedio contantoprezio-

(39)

/(

39)

» sosono l'aspettoeconomico,

nn

» rimedio cosifacile adesserein-

» ghiottitosenza destare quelleri-

» pugnanze, cheeccitano tantial-

» tri nauseabondi febbrifugi, ri-

»

mancr

se’ndebba limitato nelle

» mani di pochi medici, e quel

» che più torna singolare tra le

» manidi quasi tutti coloro, che

» da pochi annimediciurbanidi

» vennero; mentrechèaddettiessi perloinnanziall

1

eserciziodella

» Milizia non avevanopelmestie-

» reloro tutto quell'agiod'istruir-

» si

come

gli altri Medicidelle

» scoverte,che a prò dell

1

uma-

» ni làsi andavanofacendo.Scon-

» giuriamo imperiamoinostri o-

» norevoli Collegllianon restare

» dall1avalersene. Setra di loro

» viavranno di quellia’qualiri-

»

mane

ancora qualche dubbiez-

» za sulla sua cfiicacia, avranno

» bentosto

campo

di farsisicuri.

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(40)

(4°)

» Sealtri ve neavranno troppo n avversia sviareda’loro meto-

» dicurativi, vincan essi per

un

» istante lalororitrosia, e saran-

»

no

immantinentemente conguisi

» dalleirresistibiliespressioni dei

» fatti (i).

(i)Avendoavuto1'onore d* inter- tenermi coll’eruditissimoSignor Conle Bossi, acui nullaèstraniero sullapro- prietà delpepenellefebbri intermittenti, mi raccontòunaneddoto curiosissimo,

chequiriportiamosicuri,diepotreiin- teressareinostri leggitori.

Un

Prevosto di Sorisolo terra situata nellaBergamasca vennenel*770 tenutoin quei dintorni siccomefacitoredimiracoli, ed ono- noratoqual predilettissimo del Cielo, per lecontinueguarigionidiassai malati, cheEglioperava. Rattopropalossi nelle vicine,ed anchenellelontane provin- olelafamade’prodigii diessoPrevosto, equindidaogniparteafollaaccorre- vanogl'infermianimatidasicurafede ditanteguarigioni. 11buonPiovanodi fattigenerosamentedistribuivaad ognu*

(41)

(40

Più,epiùinveritàsonogliAutori

non

indifferenti nelleopinioniloro, chetrattaronoilrimediodi cui parla- si,enemegliopetevacorrispondereal leloro ideecliniche.I felici risulta- mentilofeceroconsiderareallistesso

nodi essi unacartuccia,laqualecon- tenevauna dosedipepepesto,ingiun- gendo adessidi tranguggiarlo, esiccome correvanoin alloramesediGiugno,Lu- glio,edAgosto tempoincuilefeb- briintermittenti,piùcbemniinferiscono, cosila maggiorparte di que’concorrenti essendo presidaessa febbreprontamente ottenevano la guarigione. Quelsanto Preteperònulla sepevadi Medicina, per lo cheilfarmaco suoindistanta- menle porgevaatutti gliammalati,tra

iquali moltiessendo datisiinfetti,e da diversoaltromorbo, Irovavan per laforza momentaneacorroborativadel pepe alcunristorodeloromalori;

ma

ne provavanodipoilepiùtristi conse- guenze.Versolafine delmesediSettem- breilSenatodiVenezia troncòilcorsoai miracolidel Prevostro,giacchégliproi-

(42)

(4 = )

modo daWillelmo

nellasua materia Medica;perciò:Sunt qui

grana

inte- grapepiris deglutita

,pulveriprae- ferunt, et

ad febrem quartanam maxime commendant.

Firncale

-

f adentem,

incidentem,etresolven-

te

m

exercet.Suibusvalde infesili

m

est,et

pene

Ihetale.

E

forsi,prima cheipreparati peruviani, ela stes- sa Corteccia rossaperuvianasrover- tafosse,nonvenivaadoprato ilpe- pe neronellemalattieperiodiche?

E

quanto ditemposisegnadache,il

suoolio essenziale,lapeperina tanto comentata avverso tal

morbo

èsta- tacancellata dalClinico esercizio di Professore di vagliaancora?Volesse

ilCielo, che tutti glialtrifarma- bì dinonfaremai più per1’avvenire usodelsuo farmacovalevolissimo.Quel che più tornasingolareperò,che non mancaronoscrittori;iquali collestam- pe pubblicaronoleopere,edimiracoli del PrevostoSorisolano.

(43)

,

(43)

ci alloscopo,checiproponchiamo riuscisserovantaggiosi tantoquan- toil pepe nero, non chele sue particostituitive.

Lo

adopro ora con tantafiducia

come

anteperio- dico,quasi

come

lo Zolfo avverso la Scabbia, il mercuriodella Si- fillide conira, cosidegli altri spe- cifici. Esso intiero, e pesto, la peperina, eFoliohopostoinespe- rimento,e

mi

diede senza dubbio alcunoilpiù favorevole risultamen- to,talché il non prescriverloagli ammalati,sarebbe per

me un

ri-

morso

eterno,che continuamente roderebbedella coscienza lasinte- resi, ed al contrario lagiusta, e dovutaprescrizionedal debito

mi

toglie, che conquelleviteda

me

curata contragga. Ilriferirequanti essi furonoimalati da

me

curati, e preservatidàfebbre periodica,se leindividuali circostanze, eseque- steanchedi tempo, e diluogo

(44)

(44)

riferissi,stancareialcertolapazien- za del

buon

lettore; solo dirò, cheè tanta, tale, e si vantag- giosala ideadi cotal rimedio,tal- ché il cancellarlonell’animo

mio

sarebbe dell’impossibile.

E come

potreifarlo?Rinunciare! atuttapos- sa al

buon

senso, edarisulta- menti de’mieiproprii esperimenti.

Per minor incomododell’

amma-

lato, se uguale nel risultato, face- ceva uso dell’olio essenziale, del qualele tre,quattroo cinque,stil- leposte incucciajodacatfè,pieno disciroppo di rabbarbaro, scialup- pa,od altroa secondadella

com-

plicazione del

morbo

periodico,si

prendevano in ogni mattina dal-

1"infermo;nè tal olionon venne

confirmaloda’sperimentidegli an- tichi;giacche

Giov

:

Artmanuo

co-

dice.

Oleum

Piperis nigriper vessicam distillatuni cordiale exi- miuni,et refrigerans est, dtilce

(45)

( 45)

cum

grata

humuhlate

,cujusgut-, teetres,velquinqueinacqua

Tuba-

ci,oelcentauriminoris horis aliquot ante paroxisniumdataifebretntol- lunt,e sintendeterzana,quartana ccc.onde Giov. Erneslo soggiunge Experientiaipscmet

sum

edoctus, ha/ usoleigultulas tres

cum

scru

-

pulo

uno My

rihairubrcc eiedai

mi

-

xtas,nebulaobvolutas,duasqueho- rasante

paroxymum

febris lertianae intermillentissumptas,eamfelicis- sime curare;prcecavet

enim

horro-

rem

,itautneccalorullus seqnatur.

E

perchè adunque

un

rimedio cotanto vantaggiosoaH’umanitkcosì trattatodamolli valenti autori, tan- to in finepronto, efedele nerisul- tamenti

,accantonato nelle

Farma-

cie starsenè debba?Speriamo che dietrotale spinta tuttiloadoperi- noquellichel’artesalutare esercita- no, econispezialitainque’paesi,ove malattie periodicheendemichedal

(46)

.(46)

capo sinoalpiè dell'anno crassano.

NeU’nsarecotalirimedii,anziché delpepe,dell’olio essenzialeciser- viremo,giaccheilprimo,eper quel- l’acrimonia,checontiene, cosa tan- tocontraria agliEmorroidarii, e per quella materia legnosa,chepos- siede,e perl'incomodo, chepro- duce all’ammalato incojando 12, 13grani dipepenelcorso del gior- no,eperaltro alcertomerita di es- serall'ultimo posposto, diqualele cinque, osei gocce, onelcaffè la mattina,onell'acqua,oinun cuc- chiaiodi sciroppo,siadirabarba- ro, dicicorie, odi viole, o pur semplice,cheessosiaproduce pron- tamente ilsuoeffetto più veloce- mente,e prestamentedelsolfato,o qualunque altrodi peruvianrime- dio,perquel potere espansivo,per quella virtù diffusiva,chepossiede.

Il

modo

con cuiottiensièilse- guente. Inuna granstorta,olirn-

(47)

(47)

bieco si mette unaquantità di pe- penero

, edel

buono

grossolana- mente pesto, quindi di acqua, sempliceun tantoproporzionatoal pepeposto. Si fa stare iltuttoin- sieme per tre,o quattro, giorni, e- lassi i quali al fuocolento,esem- preproporzionatoillimbicco con tutto l

1

apparecchio corrispondente si esponga. Nel recipienteovel’ac- quadi pepea gocce cola,sirin- verrà anche1’olio

medesimo

alla superficiedell'acqua galleggiante, quale raccolto con

un

pò di

bam-

bagia, o spugnasi conserva do- poesserne statospremuto in

un

recipienteper 1’usoindicato.

La

dose è quello delle 5,alle

6

goccetre,o quattro volte nel corso del giornoinqualunquevei- colodato, edilsuo usoesternoè ancheindicatoper istrofmazionecon pannodilanainsiila vertebral co- ronila,accrescendonela dose.

(48)

(48)

Ed

eccoalla fin finepresentato a voi,oSignoriDottorileColleglliil trattatopepe,esuoolio,chetanto

premeva

adisdebitarmi di unbe- ne,che abeneficenzadell’umanità ridonta,edanoi onorciappor- ta.

Non

farò,cheumilmentescon- giurarviperchè 1adoperiate spop-

pando

da vostramente ogni idea dipartito,eddi Empirismo, ed inalloradeh!credetemi diminui- reteil

numero

degl infermi perio- dici,

non

che la proclività,edia- tesi a tal

morbo

, vi arrechere- tead onore il salvar levile ber- sagliateda malanni di accesso, e troncare alle altrelasuscettivitàa tal

morbo

,usandolo

come

preser- vativo,ed infinedareteunaria d’importanza,edi beneficio aciò, che hodatofine.

Quud

poluifccijaciunt

melo

- ra potentes. val.

mar

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