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Guida alla nuova edizione di. a cura di Raffaela Paggi, Daniele Ferrari, Gabriele Grava, Anna Iuliano, Dorotea Moscato, Lucia Negri.

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Unità 8

L’AVVERBIO: FORME E FUNZIONI

Contenuti

Perché l’avverbio, a differenza delle altri parti del discorso, viene presentato in un’unità a sé?

L’avverbio è una parte del discorso molto particolare, che condivide alcune caratteristiche con altre parti del discorso: come l’aggettivo ha il potere di modificare il significato delle parole con cui si compone (si pensi alla formazione dei superlativi, in cui l’avverbio modifica il grado dell’aggettivo, molto bello=bellissimo), come il nome e il verbo ha una semantica categoriale piena a differenza di preposizioni e congiunzioni (nella frase A casa tua mi sono trovato bene, bene esprime da solo un modo di essere, indica da solo, come il nome casa e il verbo trovarsi, un concetto distinto nella mente del parlante), come preposizioni e congiunzioni è invariabile, non prevede modificazioni morfologiche e non concorda con alcuna altra parte del discorso.

Anche dal punto di vista sintattico è difficile collocarlo perché in alcuni casi costituisce da solo un’unità sintattica (è il caso dei complementi avverbiali: nella frase Vieni qui, qui è sostituibile con in questo luogo e svolge la funzione di complemento di luogo), in altri invece fa parte di un sintagma (Mel è un cane molto pericoloso: molto fa parte del sintagma verbale è molto pericoloso) e in altri ancora è un elemento di rango superiore alla struttura sintagmatica della frase (Evidentemente non mi sono spiegato significa è evidente che non mi sono spiegato:

evidentemente è sostituibile con una frase che regge un’altra frase).

Guida alla nuova edizione di

R. Paggi, L. Albini, D. Ferrari,

Nel suono il senso.

Grammatica della lingua italiana ad uso scolastico. Itaca 2016

a cura di

Raffaela Paggi, Daniele Ferrari, Gabriele Grava, Anna Iuliano, Dorotea Moscato, Lucia Negri

(2)

Si è pertanto deciso di trattarlo in un’unità a sé stante, approfondendo le sue forme, le sue funzioni, la sua tipologia in rapporto alle funzioni sintattiche e semantiche in modo disteso. Riveste infatti nell’attività di lettura e scrittura un ruolo importante, che non va sottovalutato nella didattica, perché spesso nei testi ha un compito decisivo rispetto al significato che gli studenti spesso non colgono. Per questo si è scelto di aprire l’unità con una frase di Gorgia sulla potenza della singola parola e con una fotografia che rappresenta due bambini che camminano sulle mani, a evocare la capacità dell’avverbio di ribaltare in alcuni casi il senso del discorso (si pensi all’avverbio di negazione non: una piccola parola che ribalta il significato della frase).

Perché l’avverbio viene presentato proprio a questo punto del percorso?

Per comprendere appieno l’avverbio occorre avere ben chiare le caratteristiche morfosintattiche delle altri parti del discorso, il concetto di sintagma, di concordanza e reggenza, di predicato e di complemento. È inoltre importante essersi già esercitati nelle azioni dell’esplicitazione e della sostituzione, altrimenti si rischia di non vedere ciò che per lo più è implicito nel funzionamento dell’avverbio che appunto non dichiara nel morfo i suoi legami e ha una posizione estremamente libera nella frase.

Studiarlo alla fine della seconda media o in terza media può peraltro essere utile per ripassare e approfondire le conoscenze e per affinare le competenze fino a quel punto raggiunte.

Non è contradditorio con il percorso sin qui seguito considerare l’avverbio

modificatore di verbo come complemento visto che prima lo si considerava facente parte del sintagma verbale?

Non è una contraddizione, ma un passo di affinamento dell’analisi. Fino a un certo punto del percorso è infatti improbabile che gli studenti abbiano i requisiti per distinguere la complessa casistica sintattica dell’avverbio, mentre, dopo aver studiato approfonditamente le strutture e le funzioni dei diversi sintagmi possono farlo. Se prima si considerava un sintagma complesso [ho mangiato bene] ora si considerano le unità sintattiche semplici di tale sintagma [ [ho mangiato]

[bene] ]. È nella logica della composizionalità la possibilità di considerare sintagmi complessi o minimi, senza contraddirsi. Si pensi anche solo a ciò che accade spesso nella scuola primaria in cui si distingue il gruppo del soggetto e il gruppo del predicato:

[la sorella di Luca] [è caduta da cavallo]

che non contraddice l’ulteriore passo che si fa nel distinguere in tali sintagmi le unità sintattiche semplici:

[ [la sorella] [di Luca] ] [ [è caduta] [da cavallo] ]

Per aiutare questo passo nell’analisi, il paragrafo 4 propone una tabella che suggerisce come perfezionare l’analisi sintattica e logica dei vari tipi di avverbio. In prima battuta viene presentato l’avverbio modificatore di verbo come sostituibile con un sintagma preposizionale, così da evidenziare perché può essere considerato complemento anche da un punto di vista strutturale, non solo semantico.

Quali sono i contenuti e le finalità delle Questioni di lessico?

(3)

Partendo dalla funzione dell’avverbio di modificare il grado di intensità di un aggettivo ci si interroga nel box Esageriamo! sulle strutture a disposizione nella nostra lingua per amplificare i concetti, comunicarli al loro massimo grado. Si scopriranno, analizzandole, alcune figure tipiche del linguaggio poetico, approfondendo così la scheda ad esso dedicato alla fine della prima unità e fornendo gli studenti ulteriori elementi per utilizzare consapevolmente strategie comunicative utili a rendere più ricchi ed efficaci i propri discorsi.

(4)

Obiettivi essenziali di apprendimento

Lo studio del testo dell’ottava unità e lo svolgimento degli esercizi proposti contribuiscono al raggiungimento, in particolare, dei seguenti obiettivi di apprendimento (IN 2012):

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice.

⎯ Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali.

Lo studio delle schede lessicali dell’ottava unità e lo svolgimento degli esercizi proposti contribuiscono al raggiungimento, in particolare, dei seguenti obiettivi di apprendimento (IN 2012):

Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

⎯ Ampliare, sulla base delle esperienze scolastiche ed extrascolastiche, delle letture e di attività specifiche, il proprio patrimonio lessicale, così da comprendere e usare le parole dell’intero vocabolario di base, anche in accezioni diverse.

⎯ Realizzare scelte lessicali adeguate in base alla situazione comunicativa, agli interlocutori e al tipo di testo.

⎯ Comprendere e usare parole in senso figurato.

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Suggerimenti didattici

Sulla distinzione tra avverbio, preposizione, congiunzione, aggettivo

Può essere molto utile per insegnare a classificare correttamente parole polifunzionali come prima, dopo, lontano, perché… il confronto tra frasi in cui compaiono con funzioni diverse tali da classificarle ora come avverbi, ora come preposizioni o congiunzioni. Nel box I trucchi del mestiere.

Per non confondersi: avverbio o…? (Eserciziario, p. 277) viene suggerito un procedimento di analisi che ha come tappe la pratica della sostituzione, la riflessione sulla funzione che la parola svolge nel discorso, l’analisi delle sue caratteristiche morfosintattiche e la verifica delle definizioni apprese nel caso specifico. Un esempio:

Ti ho detto di tornare prima.

In questa frase prima è una parola invariabile; con un contenuto specifico sostituibile con “in un tempo precedente”, sintagma preposizionale con valore di complemento di tempo; da sola è in grado di significare, di arricchire la frase con un’informazione di tempo. Tutte queste osservazioni portano a classificarla come avverbio secondo la definizione data nel volume di teoria a p. 188: “l’avverbio è una parte invariabile del discorso, dotata di un significato specifico, che modifica il messaggio arricchendolo di informazioni”.

Sono tornato prima del tramonto.

In questa frase la parola invariabile prima non funziona in modo autonomo, ma è legata a del, con cui forma una locuzione che introduce il nome tramonto nel discorso e lo pone in rapporto al ritornare del soggetto;

prima del può essere sostituita con una preposizione sul tramonto; introduce un complemento di tempo, ma significa, a differenza dell’avverbio, in rapporto al nome che regge e al verbo da cui è retto, giacché non ha significato autonomo. È dunque una parola che acquista pieno significato solo in rapporto ad altre parole. Si tratta di una preposizione secondo la definizione data nel volume a p. 164: “La preposizione ha la funzione di rivelare i nessi fra gli elementi del discorso”.

La prima parte del libro non mi ha entusiasmato.

In questa frase la parola prima è variabile, concorda con l’articolo e con il nome, se infatti si porta il nome al plurale anche prima diventa plurale: le prime parti, dunque fa parte del sintagma nominale la prima parte;

ha un suo significato che si potrebbe tradurre con anteriore; la sua funzione nel discorso è quella di attribuire una caratteristica al nome parte per distinguerla da altre parti del libro. Si tratta di un aggettivo secondo la definizione data a p. 82 del volume di teoria: “l’aggettivo si aggiunge al nome … può essere usato per descrivere l’essere denominato o per distinguerlo da altri esseri”.

Prima che tu arrivassi, non avevo alcuna intenzione di studiare.

In questa frase la parola prima è invariabile; per svolgere la sua funzione va unita a che perché insieme introducono una frase e la legano a un’altra frase; prima che non ha significato del tutto autonomo, ma lo assume mettendo in relazione le due frasi: in un primo momento non avevo alcuna intenzione di studiare, poi sei arrivato tu. Prima che è una congiunzione secondo la definizione data a pag. 282: “la congiunzione connette due o più parole oppure più frasi”.

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Per disambiguare la tipologia della parole polifunzionali è possibile anche servirsi di un buon dizionario e a tale scopo occorre suggerirne qualcuno, anche online, agli studenti e insegnare loro a consultarlo per cercare risposte e suggerimenti. Si legga ad es. la voce prima nel dizionario Treccani online (www.treccani.it/vocabolario/prima1):

prima1 avv. [lat. tardo prīma, dall’agg. (lat. class.) prīmus «primo»].

1. a. Come vero e proprio avv., con valore temporale, indica anteriorità nel tempo rispetto a un fatto o a un momento determinato, chiaramente o implicitamente espresso, oppure rispetto al momento nel quale o del quale si parla; l’anteriorità può essere indicata in modo indeterminato o precisando la distanza nel tempo: potevi arrivare p.; dovevamo pensarci p.; per poter entrare, bisogna p. ottenere l’autorizzazione; molto, poco tempo p.; due ore, tre giorni p.; un anno p.; se arrivavi un momento p., lo trovavi in casa; immediatamente prima; l’aspettavamo per le sei, ma è venuto un po’ prima; […]

b. Seguito dalla prep.di, acquista funzione di locuz. prepositiva e introduce complementi di tempo: p. del pranzo prenderemo un aperitivo; verrò a salutarti p. della tua partenza; non lo sapevo p. d’ora; p. d’oggi nessuno se n’era accorto; è merce di p. della guerra; e ellitticamente: è invecchiato p. del tempo, prima del tempo giusto, normale.

c. Seguito dalla cong.cheo dalla prep. di più un infinito, ha valore di cong. temporale: p. di parlare pensa bene a quello che devi dire; p. che la cosa giungesse a questo punto, potevi almeno informarmi; pulisciti le scarpe, p. di entrare; p. che me lo ordini lui, me ne andrò da me. […]

d. Locuzioni con valore avverbiale: prima o poi, per significare che una volta o l’altra, in un tempo o in un altro un fatto, un’azione dovrà comunque accadere (prima o poi dovrai deciderti; prima o poi cambierai idea); quanto prima, prima possibile, al più presto. Per da prima, v. dapprima, che è la forma in grafia unita, più usata.[…]

Sulla differenza tra aggettivo predicativo e avverbio

In una frase del tipo

L’albero cresce forte

è evidente che forte è aggettivo con funzione predicativa. Infatti se volgiamo il sintagma nominale soggetto al plurale, la frase diventa

Gli alberi crescono forti.

L’aggettivo esprime una caratteristica del soggetto che si manifesta nel compiere una certa azione.

Nella frase Pietro grida forte

invece forte è avverbio. Infatti indica una modalità di compiersi dell’azione ed è sostituibile con un sintagma preposizionale del tipo “con forza”. Volto il soggetto al plurale, si avrà

Pietro e Giovanni gridano forte.

Si noti la differenza con

Pietro e Giovanni gridano forti di aver ragione.

In questo caso forti è aggettivo con funzione predicativa.

Un caso un po’ particolare, che può essere oggetto di discussione nell’analisi, è la distinzione tra aggettivo predicativo e avverbio in frasi del tipo:

Luca corre veloce.

Si sarebbe portati a considerare veloce come avverbio, ed effettivamente si dà il caso, sostituendo con un soggetto plurale di una doppia possibilità:

Luca e Mario corrono veloci.

Luca e Mario corrono veloce.

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Veloce infatti può significare sia “che impiega poco tempo per compiere un’azione” e in questo caso è aggettivo, sia “con gran velocità, in fretta” e in questo caso è avverbio, sostituibile con velocemente: nella frase Luca corre velocemente.

La differenza è molto sottile e per disambiguare la parola veloce in una frase come Luca corre veloce occorre conoscere esattamente l’intenzione del parlante (non sempre facilmente ricostruibile quando si analizzano frasi decontestualizzate): chi parla vuole predicare una caratteristica del soggetto o una modalità dell’attuarsi dell’azione espressa dal predicato? Vuol dire che Luca è veloce nel correre o che Luca corre in fretta? Sarebbe più facile capire se si tratta di aggettivo predicativo o avverbio inserendo la frase in un contesto del tipo:

Luca, corri veloce che i furfanti ti stanno per acchiappare!

veloce = in fretta, dunque avverbio;

Luca corre veloce… è stato selezionato come rappresentante della sua classe per le gare d’atletica della sua scuola.

= Luca è veloce nel correre, dunque aggettivo con valore predicativo.

Se dunque non è possibile ricostruire con precisione il contesto della frase assegnata per l’analisi, si ammetteranno come corrette entrambe le ipotesi classificatorie.

Esercizi

Gli esercizi dell’ottava unità intendono introdurre gli argomenti attraverso

⎯ riconoscimento in frasi e testi dati delle strutture e delle funzioni indagate;

⎯ attività di completamento, riscrittura e produzione a consegna vincolata, in cui gli studenti possano sorprendere all’opera i fenomeni linguistici indagati accorgendosi di saperli già usare ma di doverne prendere coscienza;

⎯ esplicitazione di elementi impliciti e sostituzione con strutture sinonimiche per riconoscere compiutamente la struttura della frase e comprenderne appieno il senso;

⎯ analisi morfosintattica e logica;

⎯ richiesta di spiegare le proprie scelte classificatorie o le correzioni delle frasi errate per favorire una classificazione motivata dalla consapevolezza della funzione delle strutture indagate;

⎯ paragone tra coppie di frasi contenenti un elemento strutturale differente con richiesta di spiegare la variazione di senso corrispondente;

⎯ richiesta di spiegare il contributo alla costruzione del senso della frase di singoli elementi;

Un esempio: es. 2 a pag. 274

Prova a spiegare in che senso gli avverbi sottolineati arricchiscono di significato la frase.

a. Al mattino presto si vede la Corsica: sembra una nave carica di montagne sospesa laggiù sull’orizzonte.

Presto arricchisce la frase precisando in quale momento del mattino si vede la Corsica;

laggiù indicando la lontananza dell’orizzonte, indirizzando lo sguardo del lettore verso un punto.

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b. Io sto via da casa mesi e mesi, talvolta anni. Torno ogni tanto e la mia casa è sempre in cima alla collina, rossiccia per un vecchio intonaco che la fa intravedere da lontano tra gli olivi fitti come fumo.

Talvolta serve a potenziare l’idea della durata della lontananza da casa del narratore, che a volte sta via da casa per anni; ogni tanto fa capire la scarsità delle volte in cui il narratore torna a casa sua, con cui fa contrasto sempre, avverbio che indica con forza la stabilità della casa, che rimane in cima alla collina, non si sposta mai: il narratore è poco presente, la sua casa invece è fissa. Da lontano fa capire che la casa è visibile, grazie al suo colore rossiccio e nonostante sia seminascosta dagli olivi, anche da chi non è lì vicino. Ci si immagina il narratore che tornando da uno dei suoi viaggi la scorge ancor prima di avvicinarsi.

c. Non gela da noi di solito: soltanto alla mattina i cespi di insalata si svegliano intirizziti, un po’ lividi, e la terra fa una crosta grigia, quasi lunare, che risponde sorda alla zappa.

Di solito attenua il concetto espresso prima “non gela da noi”: il più delle volte non gela.

Soltanto indica che il freddo viene esclusivamente alla mattina, poi se ne va. Quasi modifica l’aggettivo lunare che serve a istituire un paragone tra il grigiore della terra al mattino e il suolo della luna: assomiglia alla luna, ma non è proprio come la luna.

d. Nostro padre quando s’alza fa molto rumore, forse apposta, e fa in modo di far le scale con le scarpe chiodate su e giù venti volte, tutte inutili.

Forse mette un po’ in dubbio l’altro avverbio apposta, che se non fosse preceduto da forse dichiarerebbe spudoratamente che il padre del narratore ha proprio intenzione di far rumore quando si alza. Su è giù sembrerebbe inutile nel testo, perché è già espresso che il padre fa le scale, ma serve per sottolineare il rumore che provocano le sue scarpe chiodate e rafforza il messaggio.

e. Ormai non si stupiva più di vedere animali domestici sparsi per il bosco e avanzò la mano per accarezzare il gatto. Lo prese per la collottola e sperava di consolarsi a sentirlo far le fusa.

Se si togliessero ormai e più dal testo si perderebbe l’idea che il fatto che il soggetto non si stupisca di vedere animali domestici nel bosco dipende dal fatto che ne ha già visti tanti, mentre le prime volte che li vedeva rimaneva stupito. Tali avverbi esprimono dunque l’essersi abituato alla situazione del soggetto.

(Frasi tratte da I. Calvino, Ultimo viene il corvo)

⎯ scrittura creativa con consegne vincolate per fare esperienza del potere costruttivo di mondi della parola;

Gli esercizi di ricapitolazione possono essere usati per il ripasso, per la verifica, per il recupero e per il consolidamento degli apprendimenti. Essi sono suddivisi in base alla competenza che intendono sviluppare.

Per il ripasso

Questionario: domande finalizzate a sistematizzare lo studio degli argomenti, favorendo la consapevolezza che ogni concetto espresso risponde a una precisa domanda. Tali domande possono guidare il ripasso prima di un test o di una interrogazione.

Analisi: vengono proposti 3 brani, composti in tutto da circa 40 frasi, su cui esercitarsi per verificare la propria capacità di operare l’analisi morfosintattica e logica.

Per le competenze

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Argomentazione: le consegne sono volte a stimolare la capacità di rendere ragione delle proprie scelte nella classificazione dei casi dubbi e nella comprensione del variare del senso al variare delle strutture; di esplicitare i significati testuali impliciti.

Scrittura: si tratta per lo più di esercizi di produzione con consegna vincolata, volti sia a potenziare le capacità di scrittura di testi narrativi, espositivi e descrittivi corretti e articolati, sia a verificare la propria comprensione delle proprietà delle parti del discorso studiate, mettendole subito alla prova in atti comunicativi.

Verifica

La verifica e la valutazione può avvenire attraverso osservazioni durante le lezioni e/o interrogazioni orali, oppure attraverso verifiche strutturate, di cui proponiamo due esempi volti a valutare il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice.

⎯ Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali.

ESEMPI DI VERIFICA

A

1. Segna la risposta più corretta.

L’avverbio

€ non è dotato di un significato autonomo

€ si lega sempre ad un verbo

€ modifica il messaggio arricchendolo di informazioni

€ è sempre autonomo

Non può essere un avverbio

€ abbastanza

€ prima

€ mentre

€ come

In quale di queste frasi è presente una locuzione avverbiale (sottolineala):

€ Sono venuto a scuola di corsa.

€ Non riesco a mangiare popcorn durante i film.

€ Erano all’incirca le quattro quando Marco tornò finalmente a casa.

(10)

€ Tutto ciò non è giusto.

2. Sottolinea tutti gli avverbi modificatori di verbo e indica se danno informazioni di luogo (L), tempo (T), causa (C), modo (M) o quantità (Q).

Es. Lucia parla cortesemente quando si rivolge ai suoi professori M Maria, vieni qui.

Lucia ha cucinato tutto il giorno e io ho mangiato molto.

Oggi andrò da Luca e faremo i compiti di matematica.

Perché piangi?

Domani andrò a studiare da Marco perché mi deve spiegare il lavoro di scienze.

Quando sono uscito da scuola ho visto Marco e Lucia che si salutavano amichevolmente.

Tuo zio è partito alle tre. Quando tornerà?

Giuditta ha sofferto parecchio per le tue parole. Potevi essere più gentile.

Gli alunni ascoltavano Pietro attentamente.

3. Riconosci se la parola sottolineata è avverbio o congiunzione. Rendi ragione della tua scelta.

- Perché piangi? / Piango perché la mamma mi ha sgridato.

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________

- Ho visto Luisa ma non mi ricordo quando. / Quando verrai a casa mia giocheremo a calcio.

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________

4. Riconosci se la parola sottolineata è avverbio o aggettivo. Rendi ragione della tua scelta.

- Questa è la mia prima macchina. / Non ho intenzione di arrivare prima.

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________- - Oggi sono molto stanco e non riuscirò a venire a casa tua. / Oggi devo studiare molto.

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________

5. Scrivi una frase in cui sia presente un avverbio modificatore di verbo.

(11)

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Scrivi una frase in cui sia presente un avverbio modificatore di enunciato.

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Scrivi una frase in cui sia presente un avverbio modificatore di aspettativa.

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

6. Dopo aver diviso in sintagmi la frase, riporta nella tabella gli avverbi in essa presenti indicando l’elemento che modificano.

Probabilmente, persino Giovanni potrebbe svolgere questo compito più diligentemente di te.

Avverbio Elemento che modifica

(12)

B

1. Scrivi la definizione di avverbio.

2. Sostituisci gli avverbi modificatori di verbo sottolineati con sintagmi preposizionali e poi classifica i complementi.

Es. Stai qui! In questo luogo Complemento di stato in luogo

Non muoverti di lì!

Parla lentamente, per favore.

Oggi non sono in forma.

Non sono mai soddisfatto.

3. Sottolinea gli avverbi presenti nelle seguenti frasi e indica l’elemento che modificano.

Il gatto si muoveva lentamente in cucina.

La sua coda era molto agitata.

Forse desiderava mangiare.

Persino il suo padrone non riusciva a capire cosa volesse.

Finalmente il padrone capì: un topo era entrato nella dispensa assai silenziosamente.

Avverbio Elemento che modifica

4. Sottolinea gli avverbi modificatori di enunciato e trasformali in frasi reggenti.

Es. Forse Andrea tornerà a casa. È possibile che Andrea torni a casa.

Probabilmente Andrea tornerà a casa.

(13)

Evidentemente Andrea è tornato a casa.

Magari Andrea tornasse a casa!

5. Prova a scrivere il presupposto delle seguenti frasi.

-Anche Watson sta svolgendo l’indagine sul caso “Charles Baskerville”

-Persino Watson è riuscito a trovare interessanti indizi.

6. Riconosci a quale parte del discorso appartiene la parola sottolineata.

avverbio preposizione congiunzione

Perché non hai studiato?

Parla quando te lo dico io.

Entro dopo di te.

Teresa dorme perché è stanca.

Ho sbattuto contro il muro.

Dove vai?

7. Fai l’analisi morfosintattica del seguente enunciato (divisione e classificazione frasi, analisi logica, analisi morfologica di verbi e pronomi. Schema grafico dell’enunciato).

A CASA MIA NON SI SA ANCORA CHE HO PRESO UN BEL VOTO IN STORIA, MA LO

DIRÒ A MIA MADRE QUANDO TORNERÀ DALL’UFFICIO.

(14)

VERIFICHE SVOLTE

A

1. Segna la risposta più corretta.

L’avverbio

€ non è dotato di un significato autonomo

€ si lega sempre ad un verbo

X modifica il messaggio arricchendolo di informazioni

€ è sempre autonomo

Non può essere un avverbio

€ abbastanza

€ prima X mentre

€ come

In quale di queste frasi è presente una locuzione avverbiale (sottolineala):

€ Sono venuto a scuola di corsa.

€ Non riesco a mangiare popcorn durante i film.

X Erano all’incirca le quattro quando Marco tornò finalmente a casa.

€ Tutto ciò non è giusto.

2. Sottolinea tutti gli avverbi modificatori di verbo e indica se danno informazioni di luogo (L), tempo (T), causa (C), modo (M) o quantità (Q).

Es. Lucia parla cortesemente quando si rivolge ai suoi professori M

Maria, vieni qui. L

Lucia ha cucinato tutto il giorno e io ho mangiato molto. Q

Oggi andrò da Luca e faremo i compiti di matematica. T

Perché piangi? C

Domani andrò a studiare da Marco perché mi deve spiegare il lavoro di scienze. T Quando sono uscito da scuola ho visto Marco e Lucia che si salutavano amichevolmente. M

Tuo zio è partito alle tre. Quando tornerà? T

Giuditta ha sofferto parecchio per le tue parole. Potevi essere più gentile. Q

Gli alunni ascoltavano Pietro attentamente. M

(15)

3. Riconosci se la parola sottolineata è avverbio o congiunzione. Rendi ragione della tua scelta.

- Perché piangi? / Piango perché la mamma mi ha sgridato.

Il primo perché è avverbio, infatti modifica il verbo e può essere sostituito con il sintagma preposizionale “per quale motivo”.

Il secondo perché è congiunzione, infatti congiunge due frasi: piango + la mamma mi ha sgridato.

- Ho visto Luisa ma non mi ricordo quando. / Quando verrai a casa mia giocheremo a calcio.

Il primo quando è avverbio, infatti modifica il verbo e può essere sostituito con il sintagma preposizionale “in quale momento”.

Il secondo quando è congiunzione, infatti congiunge due frasi: verrai a casa mia + giocheremo a calcio.

4. Riconosci se la parola sottolineata è avverbio o aggettivo. Rendi ragione della tua scelta.

- Questa è la mia prima macchina. / Non ho intenzione di arrivare prima.

Nella prima frase prima è aggettivo, infatti è variabile (al plurale diventerebbe “le mie prime macchine”) e attribuisce una caratteristica al nome macchina; nella seconda è avverbio, infatti modifica il verbo arrivare e può essere sostituito con il sintagma preposizionale “in un momento antecedente”.

- Oggi sono molto stanco e non riuscirò a venire a casa tua. / Oggi devo studiare molto.

Entrambe le parole sottolineate sono avverbi: il primo molto modifica l’aggettivo stanco,

aumentandone il grado (=moltissimo), il secondo molto modifica il sintagma verbale devo studiare ed è sostituibile con un sintagma preposizionale (=in grande quantità).

5. Scrivi una frase in cui sia presente un avverbio modificatore di verbo.

Sono sceso dall’autobus velocemente e sono inciampato.

Scrivi una frase in cui sia presente un avverbio modificatore di enunciato.

Probabilmente non riuscirò ad arrivare puntuale al nostro appuntamento.

Scrivi una frase in cui sia presente un avverbio modificatore di aspettativa.

Persino Luca è riuscito ad arrivare puntale stamattina a scuola.

6. Dopo aver diviso in sintagmi la frase, riporta nella tabella gli avverbi in essa presenti indicando l’elemento che modificano.

Probabilmente, persino Giovanni / potrebbe svolgere /questo compito / più diligentemente /di te.

Avverbio Elemento che modifica

probabilmente l’intero enunciato

(16)

persino l’aspettativa

più l’avverbio diligentemente

diligentemente il sintagma verbale potrebbe svolgere

B

1. Scrivi la definizione di avverbio.

L’avverbio è una parte invariabile del discorso, dotata di un significato specifico, che modifica il messaggio arricchendolo di informazioni.

2. Sostituisci gli avverbi modificatori di verbo sottolineati con sintagmi preposizionali e poi classifica i complementi.

Es. Stai qui! In questo luogo Complemento di stato in luogo

Non muoverti di lì! da quel luogo compl. di moto da luogo

Parla lentamente, per favore. in modo lento compl. di modo Oggi non sono in forma. in questo giorno compl. di tempo det.

Non sono mai soddisfatto. in nessun momento compl. di tempo det.

3. Sottolinea gli avverbi presenti nelle seguenti frasi e indica l’elemento che modificano.

Il gatto si muoveva lentamente in cucina.

La sua coda era molto agitata.

Forse desiderava mangiare.

Persino il suo padrone non riusciva a capire cosa volesse.

Finalmente il padrone capì: un topo era entrato nella dispensa assai silenziosamente.

Avverbio Elemento che modifica

lentamente verbo ‘si muoveva’

molto aggettivo ‘agitata’

forse intero enunciato

persino aspettativa

non intero enunciato

finalmente verbo ‘capì’

assai avverbio ‘silenziosamente’

silenziosamente verbo ‘era entrato’

(17)

4. Sottolinea gli avverbi modificatori di enunciato e trasformali in frasi reggenti.

Es. Forse Andrea tornerà a casa. È possibile che Andrea torni a casa.

Probabilmente Andrea tornerà a casa. È probabile che Andrea torni a casa.

Evidentemente Andrea è tornato a casa. È evidente che Andrea è tornato a casa.

Magari Andrea tornasse a casa! Sarebbe bello se Andrea tornasse a casa.

5. Prova a scrivere il presupposto delle seguenti frasi.

-Anche Watson sta svolgendo l’indagine sul caso “Charles Baskerville”

Si presuppone che qualcun altro stia già svolgendo l’indagine e non ci si aspettava che lo facesse anche Watson.

-Persino Watson è riuscito a trovare interessanti indizi.

Si presuppone che Watson non sia abile nel trovare indizi, e non ci aspettava perciò che riuscisse a trovarli.

6. Riconosci a quale parte del discorso appartiene la parola sottolineata.

avverbio preposizione congiunzione

Perché non hai studiato? X

Parla quando te lo dico io. X

Entro dopo di te. X

Teresa dorme perché è stanca. X

Ho sbattuto contro il muro. X

Dove vai? X

7. Fai l’analisi morfosintattica e logica delle frasi che compongono il periodo, dopo averle delimitate con due barrette.

A CASA MIA / NON SI SA / ANCORA // CHE HO PRESO / UN BEL VOTO / IN STORIA, // MA LO /

DIRÒ / A MIA MADRE // QUANDO TORNERÀ / DALL’UFFICIO.

Non si sa

=non è ancora saputo

SV PV passivo avverbio + si passivante + verbo sapere

modo indicativo tempo presente III p. sing.

a casa mia SP c. stato in luogo preposizione + nome + aggettivo

f.s.

ancora

= fino a questo

Avv. = SP c. di tempo avverbio

(18)

momento

che = congiunzione

io SN Soggetto implicito pronome personale I p. sing.

ho preso SV PV attivo verbo prendere modo indicativo

tempo pass. pross.

I p. sing un bel voto SN c. oggetto articolo + aggettivo +

nome

m.s.

in storia SP c. limitazione preposizione + nome f.s.

ma = congiunzione

io SN Soggetto implicito pronome personale I p. sing.

dirò SV PV attivo verbo dire modo indicativo

tempo futuro sempl.

I p. sing

lo SN c. oggetto pronome m.s.

a mia madre SP c. termine preposizione +aggettivo + nome

f.s.

quando = congiunzione

lei SN Soggetto implicito pronome personale III p. sing.

tornerà SV PV attivo verbo tornare modo indicativo

tempo futuro sempl.

III p. sing dall’ufficio SP c. moto da luogo preposizione +articolo

+ nome

m.s.

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