316 Capitolo 9 g ′ (p) = x(p). Da qui si calcola
g ′′ (p) = x ′ (p) = 1 p ′ (x)
x=x(p) = 1 f ′′ (x)
x=x(p) > 0 ,
in virt` u della formula per la derivazione della funzione inversa. Stabilito dunque che g(p) `e funzione convessa possiamo procedere alla costruzione della sua trasformata di Legendre definendo x(p) = g ′ (p), la cui inversa `e proprio p(x) = f ′ (x), e la trasformata
`e f (x) = xp − g(p)
p=p(x) .
Esempio 9.1: La diseguaglianza di Young. Due funzioni che siano la trasformata di Legendre una dell’altra vengono dette duali nel senso di Young. La definizione stessa di trasformata di Legendre implica la diseguaglianza di Young: px ≤ f(x) + g(p), per ogni valore di p, x per cui le funzioni siano definite. Ad esempio, sia f (x) = x α
αcon α > 1. Allora la sua trasformata `e g(p) = p β
β, dove α 1 + β 1 = 1. La diseguaglianza di Young in questo caso si scrive px ≤ x α
α+ p β
βper x, p > 0, α, β > 1 e α 1 + 1 β = 1. La diseguaglianza di Young svolge un ruolo significativo nella costruzione degli spazi L p in Analisi Funzionale.
9.1.2 La trasformata di Legendre in pi` u variabili
L’aspetto che ci interessa particolarmente nella trasformata di Legendre `e la connes- sione tra una trasformazione di variabili e la sua inversa. Formuliamo questa propriet`a nella forma in cui ci sar`a utile in seguito
Proposizione 9.1: Sia f (x 1 , . . . , x n , α 1 , . . . , α m ) una funzione delle n variabili (x 1 , . . . , x n ) ∈ U ⊂ R n e di altre variabili α 1 , . . . , α m che hanno ruolo di parametri, e supponiamo che per tutti i valori di α che ci interessano sia soddisfatta la condizione di non degenerazione
det
∂ 2 f
∂x j ∂x k
6= 0.
Sia y = y(x,
a) una trasformazione di variabili generata da f tramite le equazioni
(9.2) y j = ∂f
∂x j , j = 1, . . . , n .
Allora la trasformazione inversa x = x(y,
a) `e generata dalla trasformata di Legendre g(y 1 , . . . , y n ) definita come
g(y 1 , . . . , y n , α 1 , . . . , α m ) =
n
X
j=1
x j y j − f(x 1 , . . . , x n , α 1 , . . . , α n )
x=x(y,α)
,
questa propriet` a non si estende ai differenziali di ordine superiore al primo: in quel caso
il risultato dipende dall’ordine in cui vengono eseguite le operazioni.
Il formalismo Hamiltoniano 317 e si ha
(9.3)
x j = ∂g
∂y j
, j = 1, . . . , m ,
∂g
∂α k = − ∂f
∂α k , k = 1, . . . , m .
Corollario 9.2: La trasformata di Legendre `e involutiva: se g(y,
a) `e la trasformata di f (x,
a) allora f (x,
a) `e la trasformata di g(y,
a).
Dimostrazione della proposizione 9.1. L’argomento non `e dissimile da quello svolto nel caso di una sola variabile. L’inversa della funzione y(x,
a) esiste in virt` u della condizione di non degenerazione, quindi la trasformata di Legendre g(y, α) `e ben definita. Si procede a differenziare g prima della sostituzione, e si trova
dg =
n
X
j=1
x j dy j + y j dx j − ∂f
∂x j dx j
−
m
X
k=1
∂f
∂α k dx k .
Effettuando la sostituzione si cancellano il secondo ed il terzo termine tra parentesi, e si ha
dg =
n
X
j=1
x j dy j −
m
X
k=1
∂f
∂α k dx k .
Questa espressione deve essere confrontata col differenziale di g calcolato pensando di aver gi`a eseguito la sostituzione, ossia
dg =
n
X
j=1
∂g
∂y j dy j +
m
X
k=1
∂g
∂α k dα k .
Per confronto si ricavano le espressioni (9.3). Q.E.D.
La dimostrazione del corollario 9.2 `e lasciata al lettore.
9.2 Lo spazio delle fasi e le equazioni di Hamilton
Le equazioni di Hamilton costituiscono la forma pi` u evoluta ed interessante delle equa- zioni della dinamica. La deduzione delle equazioni consiste essenzialmente nel costruire la trasfomata di Legendre della Lagrangiana, usando le velocit`a generalizzate come va- riabili. In tal modo si introduce lo spazio delle fasi, e si descrive la dinamica generata da una funzione Hamiltoniana.
9.2.1 Lo spazio delle fasi
Come abbiamo discusso nel paragrafo 6.6, il formalismo lagrangiano descrive la di- namica nello spazio degli stati descritto dalle coordinate e velocit`a generalizzate q 1 , . . . , q n , ˙q 1 , . . . , ˙q n , e le equazioni del moto sono quelle di Lagrange, che riscriviamo
d dt
∂L
∂ ˙q j − ∂L
∂q j = 0 , j = 1, . . . , n ,
Il formalismo Hamiltoniano 361
9.9 Il teorema di Liouville
Il teorema di Liouville stabilisce una connessione tra l’esistenza di un numero suffi- ciente di integrali primi e l’integrabilit` a per quadrature di un sistema Hamiltoniano.
Gli integrali primi per`o oltre alle abituali condizioni di indipendenza devono soddisfare l’ulteriore propriet`a di essere in involuzione, ossia che tutte le parentesi di Poisson tra di essi siano nulle.
Proposizione 9.27: Sia dato un sistema Hamiltoniano autonomo con n gradi di libert`a ed Hamiltoniana H(q, p), e siano Φ 1 (q, p), . . . , Φ n (q, p) integrali primi indipen- denti che formano un sistema completo in involuzione. Sia inoltre 27
(9.73) det ∂(Φ 1 , . . . , Φ n )
∂(p 1 , . . . , p n )
6= 0 . Allora il sistema `e integrabile per quadrature.
9.9.1 Sistemi in involuzione
Si dice che le r funzioni {Φ 1 (q, p), . . . , Φ r (q, p)} formano un sistema in involuzione se le funzioni sono indipendenti, ossia
rank
∂(Φ 1 , . . . , Φ r )
∂(q 1 , . . . , q n , p 1 , . . . , p n )
= r ,
ed inoltre le parentesi di Poisson tra ogni coppia di funzioni si annulla, ovvero {Φ j , Φ k } = 0 for j, k = 1, . . . , r.
Esempio 9.27: Coordinate canoniche. Le coordinate canoniche stesse forniscono una classe di esempi di sistemi in involuzione. Le n funzioni p 1 , . . . , p n sono un sistema in involuzione, cos`ı come lo `e un qualunque sottinsieme non vuoto di esse. Lo stesso vale per le n funzioni q 1 , . . . , q n . Pi` u in generale, considerando una qualunque partizione degli indici {1, . . . , n} in due classi J, K disgiunte si ha che l’insieme delle n funzioni {q j , p k } j∈J,k∈K forma un sistema in involuzione. Il lettore noter`a che questi insiemi sono costruiti con lo stesso procedimento usato nell’esempio 9.20 per costruire dei sottospazi isotropi o lagrangiani di uno spazio simplettico.
Esempio 9.28: Le componenti del momento angolare. Nello spazio delle fasi R 6 le tre componenti del momento angolare M x = yp z − zp y , M y = zp x − xp z , M z = xp y − yp x sono indipendenti, ma non formano un sistema in involuzione: la tabella (9.24) lo mostra in modo evidente. Si pu`o per`o costruire un sistema di due funzioni in in- voluzione considerando, ad esempio, il quadrato del modulo del momento angolare Γ 2 = M x 2 + M y 2 + M z 2 e la sua componente M z lungo l’asse z. A queste due funzioni se
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