• Non ci sono risultati.

50 Equazione generale delle coniche

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "50 Equazione generale delle coniche"

Copied!
6
0
0

Testo completo

(1)

50 Equazione generale delle coniche

Le curve piane studiate nel paragrafo precedente (la circonferenza, l’ellisse, l’iper- bole, la parabola) hanno in comune la propriet`a di essere rappresentate da equazioni algebriche di secondo grado. Le loro equazioni sono casi particolari della pi`u generale equazione di secondo grado in e :

 

 







  

  



(50.1) Le curve piane, rappresentabili da equazioni di secondo grado in , del tipo di (50.1), sono dette coniche.

Alla conica (50.1) `e associata la matrice quadrata (simmetrica)

   



   



   



  





 

!" 

(50.2)

La conica `e detta singolare se il determinante della matrice `e nullo; altrimenti la conica `e detta non singolare.

E possibile eseguire la classificazione metrica delle coniche utilizzando anche la` matrice



 (ottenuta dalla matrice



cancellando la terza riga e la terza colonna, in accordo con le notazioni del paragrafo 29):





$#

    

   

&%

 (50.3)

Si dimostra che vale il seguente schema di classificazione delle coniche in ellissi, iperboli o parabole, nel senso che `e possibile determinare un sistema cartesiano ortogo- nale rispetto al quale la curva (50.1) assuma una forma canonica (come quelle indicate nel paragrafo 49) del tipo di:

Ia. un’ellisse, se'(*)



,+-

e./ 0 21 '3()

54

 . Ib. un singolo punto, se'(*)



,+-

e.6  71 '3()



 .

Ic. l’insieme vuoto, se'3(*)



 +8

e.  9  1 '3()



+8 .

IIa. un’iperbole, se'3()   4  e'(*) : .

IIb. due rette non parallelle, se'(*)   4  e'(*)  ; . IIIa. una parabola, se'3()  ; e'3() : .

IIIb. una singola retta, se'3()  < '3(*)  = e la caratteristica della matrice `e uguale a> .

IIIcd. due rette parallelle oppure l’insieme vuoto, se'3()



<

'(*)



? e la carat- teristica della matrice



`e uguale a . La distinzione tra questi due casi richiede un’ulteriore analisi [vedi la (50.27) e la (50.28)].

(2)

I casi (Ia), (IIa) e (IIIa) corrispondono alle cosiddette coniche non degeneri, cio`e coniche che non si riducono ad una retta, due rette, un singolo punto o l’insieme vuoto.

Ci`o ultimo accade ad esempio per l’equazione di secondo grado





@

>

?A

(50.4) che, essendo    > +B , non `e soddisfatta da alcuna coppia .CA  1ED F  ; cio`e corrisponde all’insieme vuoto. Questo `e un caso in cui vale la (Ic). Infatti,

GHHHHHH

IHHHHHHJ '3()



 

'(*),K

> 



>ML

 >

+8A

.  

 1 '3(*)



=

'3()

N >

O

 > 

O

>

!P

"

= E+-

(50.5)

Dimostriamo ora la suddetta classificazione delle coniche interamente. L’idea prin- cipale `e di ricondurre l’equazione generale (50.1) ad una forma canonica indicata nel paragrafo 49 tramite un’opportuna rotazione seguita da un’opportuna traslazione.

Cominciamo a trasformare l’equazione (50.1) con una rotazione del tipo

Q

RSTUWVX&Y

 S

senX



;ZSsenXR  S2T*UVX

(50.6)

Il primo membro di (50.1) diviene

[  

 





  \ 

  

9 <

B]^T*UV_`Xa 3

 senX\T*UWVXR 

 sen2X`bc S

0 ]3

 . T*UV`X&Y

sen2X 1 .



Yd3

1senX\TUWVXebc

S S

?] 

sen X&Yd   senXT*UVXR 



T*UWV  Xeb

 S

0 ]3_`TUWVXa 9

 

senXebf S 0 ]gYh3_

senXa 9 

`T*UVX`b

 S   

(50.7) L’equazione nelle variabiliZS, S diviene di tipo

i  S i   S

j 

S

0 j    S

  ;A

(50.8) dove

#

j _

j

  %

$#

T*UVX

senX

Y senX TUWVX % #  _

   % A

(50.9)

purch`e il coefficiente del coefficienteS S sia nullo, cio`e purch`e

   . TUWV`XkY

senX 1 .  Yl  1senX\T*UVXl?

(50.10)

(3)

Dividendo perTUWV  X abbiamo l’equazione di secondo grado in tgX :

  .



Yd 

1tgXmYl   tg Xdn (50.11)

`e possibile impostare la risoluzione di tale equazione rispetto a tgX (per poi ricavare

X ) soltanto se il discriminante dell’equazione `e non negativo:

o  .



Yd 

1 9pW 

,q

 (50.12)

Ovviamente la condizione (50.12) `e sempre soddisfatta, perch´e ilo risulta somma di due quadrati. Perci`o `e sempre possibile ricavare tgX in modo che valga la (50.11) e, in definitiva, in modo da trasformare l’equazione nella forma (50.8).

Osserviamo ora che risultao ? in (50.12) se e solo se

r?



A 



A

(50.13) che corrisponde al caso della circonferenza (si confronti con le (49.3); naturalmente deve essere soddisfatta la condizione (49.6)). In tal caso il coefficiente del termine

ZS

 S

, indicato nella (50.10), `e nullo qualunque sia il valore dell’angolo di rotazioneX , concordemente con l’evidente fatto geometrico che, nel caso di una circonferenza con centro nell’origine degli assi, l’equazione resta canonica (il luogo geometrico rimane invariato rispetto agli assi) qualunque sia la rotazione.

Per ridurre la (50.8) ad una forma canonica senza termini proporzionali aZS, S bisogna richiedere che

i 

e

i  siano ambedue diversi da zero. Completando i quadrati otteniamo

i  # S

j

i  %  i  #  S

j

 

i  %  

j

_

i  j  

i 

Yl s

(50.14)

Abbiamo i sequenti casi:

a.

i 

,

i  hanno segni diversi e la parte a destra nella (50.14) non si annulla. In tal caso risulta un’iperbole. Se

i  tY

i  , questa iperbole `e rettangolare.

b. i  ,i  hanno segni diversi e la parte a destra nella (50.14) si annulla. In tal caso risultano due rette non parallelle. Queste rette sono gli asintoti dell’iperbole descritta nella parte (a).

c. i  ,i  hanno lo stesso segno, la parte a destra nella (50.14) non si annulla e ha lo stesso segno. In tal caso risulta un’ellisse con l’intersezione degli assi nel punto di coordinateuvwY&x

yz|{

} z , u<wY&x y[~{

} ~ 1. Peri   i  risulta una circumferenza.

d. i  ,i  hanno lo stesso segno e la parte a destra nella (50.14) si annulla. In tal caso risulta il singolo punto di coordinate u tY x

y2z€{

} z , u wY x

y[~{

} ~ 1. e.

i 

,

i  hanno lo stesso segno, la parte a destra nella (50.14) non si annulla e ha il segno opposto. In tal caso risulta l’insieme vuoto, siccome la (50.14) non pu `o essere soddisfatta.

(4)

Nei casi (a)-(e) lo spostamento dell’origine al suddetto punto . u A  u 1, cio`e la traslazione delle coordinate

j

R

S j

_

i  A j

   S j  

i  A

(50.15) conduce alla forma canonica

i  j  i  j

   i  A

(50.16) dovei sA i  non si annullano.

Quando una delle costantii  ,i  si annulla,1risulta una parabola, un caso degenere della parabola o l’insieme vuoto. Peri 

? ei  ?: risulta l’equazione

j

Z

j

 

i   S  j



Y i

[ 

i  

(50.17)

In tal caso abbiamo una parabola sej   :

‚ , due rette paralelle se j 

ƒ‚

e j  +

i   

, una singola retta se j   „

e j _  i    , e l’insieme vuoto se j   „

e

j



4 i   

. D’altra parte, sei   ei  :

 e quindi risulta l’equazione

j

 

j _

i  S 

j   Y i   

i 

 A

(50.18)

abbiamo una parabola se_j …: , due rette paralelle se_\…j ej 

  + i 

 

, una singola retta sej; ej 

   i 

 

, e l’insieme vuoto se_;j ej 

  4 i 

 

. Infine, osserviamo che

      

9





‡†

?ˆ



 #  % A

(50.19) dove



 `e la matrice (50.3). Scrivendo la trasformazione (50.6) in forma matriciale

#  %

?‰

.X 1 # ZS

 S % A ‰ .X 1  #

T*UWVX Y

senX

senX T*UWVX % A

(50.20)

otteniamo

   0 s  





   i  S i   S A

(50.21) dove

# i  

 i  %

;‰

.

YhX

1 

 ‰ .X 1 

(50.22)

Siccome i determinanti delle matrici di rotazione‰ .YhX 1 e‰ .X 1 sono uguali ad > , risulta dalla (50.22)

i  i  

'3()



s

(50.23)

1Non si annullano tutti e due, poich`e avremmo per la (50.1) l’equazione lineareŠ[‹sŒ|[Ž^<Š[‹2‘*’Z‹2“6”

•

.

(5)

In altre parole, il determinante della  `e uguale al prodotto   delle costanti ,

i  . Inoltre, si vede facilmente che

i



i 

;6 



 (50.24)

Dalla (50.9) e dalla (50.22) si ottiene facilmente l’uguaglianza



T*UVX

senX 

Y senX TUWVX 

  > !"  

T*UVX Y

senX 

senX T*UVX 

  > !"   i   j _

 i 

j

 

j _ j    

!" A

(50.25) dove  `e la matrice (50.2). Siccome i determinanti delle due matrici di rotazione (intorno all’asse– ) sono uguali ad> , risulta

'3()

  i  i 

 hY i  j 

_

Y i

j

  A

(50.26) che `e il determinante della matrice della parte a destra della (50.25).

Ritorniamo alla classificazione nel casoi  i  :

? dopo la (50.14). Prima vediamo che la parte a destra della (50.14) vale Y '3(*) ;— .i  i  1. Con l’aiuto delle (50.23) e (50.24) dimostriamo i casi (Ia)-(Ic) e (IIa)-(IIb) della classificazione delle coniche.

Se

i  :

˜ e

i 

˜ , allora '3(*)  ™Y

i  j

 

[vedi la (50.26)]. In tal caso la matrice nella parte a destra della (50.25) si riduce ad una matrice di ordineš con la seconda riga e la seconda colonna nulle; cancellando questa riga e questa colonna si ottiene la matrice ›m

# i  j

j _  

% 

(50.27)

Dall’altra parte, se

i  t

e

i  :

B , allora'3(*)



œY i  j

_ [vedi la (50.26)]. In tal caso la matrice nella parte a destra della (50.25) si riduce ad una matrice di ordineš con la prima riga e la prima colonna nulle; cancellando questa riga e questa colonna si ottiene la matrice ›m

# i 

j

 

j



 

% 

(50.28)

Ora si vede facilmente che la conica consiste in due rette parallelle se il determinante della (50.27) o della (50.28) `e negativo, in una singola retta se questo determinante si annulla, e nell’insieme vuoto se questo determinante `e positivo. Quindi abbiamo ottenuto i casi (IIIa)-(IIId) della classificazione delle coniche.

(6)

Esempi. Classifichiamo le seguenti coniche:

1.  9p   YMpW 0 p  š> ? [ellisse, caso Ia];.žYŸ 1

Ÿp

.€

š 1 

  .

2.  žp   Y\pW ¡ sp  žpW,; [singolo punto, caso Ib];.rY¢ 1  ¢p .€ š 1 ; .

3.  £p   Y¢p  a sp  £pW v [l’insieme vuoto, caso Ic];.<Y¡ 1  £p .| š 1  

Yh  .

4.    YRp   Ym¤p ¥Ya¦  l§¨¥? [iperbole, caso IIa];  .¥Y š 1  Y£p .€ > 1   > .

5.    Ylp   YŸ¤sp žYŸ¦  -§ §E© [2 rette non parallelle, caso IIb];  .žY š 1  Y

p

.€

> 1 ?

.

6.  Y > s¢Y  ŸpWpª; [parabola, caso IIIa];.žYd¤ 1   š .

7.  &p  &p   l v &p

 >

; [singola retta, caso IIIb];.v l  > 1 ;

.

8.  vp  ,p   ¥ ` vp  Y š  [due rette parallelle, caso IIIc];.` ¥  > 1

p .

9.  ,pW  ¥p   E e ,p  ª¤,? [l’insieme vuoto, caso IIId];.e ª  > 1

«Yrp

.

La seguente tabella contiene i valori di'3(*)



 , di'3(*)



e della caratteristica di



per i nove esempi.

Esempio 1 2 3 4 5 6 7 8 9

'3(*)



 p p p Y š ¨ Y š ¨    

'3(*)

 Y š ¨  š ¨ Y >

p p  Y > — p   

car š š š š >

Riferimenti

Documenti correlati

Per la prima domanda, osserviamo che il rango di una matrice non cambia se moltiplichiamo una riga o una colonna della matrice stessa per uno scalare non nullo.. Ad esempio, nel

SCRIVI I SEGUENTI NUMERI IN CIFRA (evidenzia la parola che ti aiuta a capire il periodo (5 punti). settantatremiliardiquindicimilionitrecentomilaseicentodue

In ciascuna definizione si usa il fatto che ad ogni elemento della matrice si pu` o associare un determinante 2 × 2, quello della matrice ottenuta cancellando la riga e la

premoltiplicare una matrice A per una matrice diagonale D equivale a molti- plicare ciscuna riga di A per il corrispondente elemento diagonale di D;. postmoltiplicare una matrice A

Quando occorra pensare un vettore come matrice, esso sara’ pensato come

Per certe matrici pero’ questo calcolo risulta particolarmente semplice, e in certi casi ci si puo’ ricondurre a

Calcolare il numero delle matrici in X che non soddisfano nessuna delle seguenti condizioni:. a) la terza colonna ha tutti gli elementi nulli; b) la prima riga ha tutti gli

Dati un insieme A che contiene n elementi, un insieme B che contiene m elementi, ed una relazione R da A a B, la relazione R si può rappresentare con una matrice booleana nxm