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D Ilgovernolancialetasse2.0

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Academic year: 2021

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SABATO 21 GIUGNO DOMENICA 22 GIUGNO 2014

2

conquiste

del

lavoro

attualità

D

ue decreti legi-slativi (in attua-zione della dele-ga fiscale) per semplificare le tasse ispi-randosi ai modelli euro-pei. Un processo di sem-plificazione, quello vara-to dal Cdm, che ha come fiore all’occhiello, alme-no dal punto di vista del governo, il 730 precom-pilato di cui il premier parla da mesi. Il model-lo per la dichiarazione dei redditi sarà prepara-to dall’Agenzia delle en-trate e spedito a 30 mi-lioni di contribuenti già dal 2015. La dichiarazio-ne, ha spiegato il mini-stro della Funzione Pub-blica, Marianna Madia, “potrà essere rinviata se non è corretta, ma se lo è, allora non ci sarà più la possibilità di con-testazione in un secon-do momento e quindi si potranno dormire sonni tranquilli”. Il nuovo 730 conterrà anche i dati sul-le detrazioni già in pos-sesso delle amministra-zioni (come quelle per i familiari a carico, i mu-tui, i dati sugli immobi-li). Al momento, ha spe-cificato il ministro delle

Riforme, Maria Elena Bo-schi, “sono necessari eventuali interventi ag-giuntivi del contribuen-te” sulle informazioni “non a conoscenza delle amministrazioni”, ma dal 2016 “ci sarà una ul-teriore semplificazio-ne”: attraverso il tesseri-no sanitario

confluiran-no nel modulo predispo-sto anche le spese sani-tarie. Dal 2015, dunque, l’Agenzia delle entrate renderà disponibile per via telematica “entro il 15 aprile di ciascun an-no” ai titolari di redditi da lavoro dipendente e assimilati “la dichiarazio-ne precompilata

relati-va ai redditi dell'anno precedente”. Per i 730 precompilati il 2015 sa-rà ancora un anno speri-mentale, sarà dunque ancora possibile fare la dichiarazione con le vec-chie modalità.

Oltre al 730 i decreti va-rati in Cdm contengono altre novità di rilievo.

Agevolazioni per le so-cietà tra professionisti.

Tali società sono equipa-rate, a fini Irap, alle asso-ciazioni senza personali-tà giuridica costituite tra persone fisiche per l'esercizio in forma asso-ciata di arti e professio-ni. Novità anche per le spese di vitto e alloggio

dei professionisti che “non costituiscono com-pensi in natura” per il professionista stesso.

Eredità. Nessun obbligo

di dichiarazione per l'eredità, se devoluta al coniuge e ai parenti in li-nea retta del defunto, nel caso in cui il valore dell’attivo ereditario non superi i 100mila eu-ro.

Credito d’imposta. Il

rimborso del credito di imposta sarà effettuata entro 2 mesi dalla richie-sta del contribuente. Contestualmente saran-no erogati gli interessi.

Debiti Pa. Salta obbligo

per le società di indicare nella dichiarazione i de-biti della Pubblica Ammi-nistrazione.

Rimborsi Iva. Sale da 5 a

15mila euro l’ammonta-re dei rimborsi Iva ese-guibili senza alcun adempimento. Per i rim-borsi oltre i 15mila euro non è più necessaria la prestazione della garan-zia dello Stato. Non so-no previsti limiti all'am-montare dei rimborsi ot-tenibili dai contribuenti non a rischio.

Ilaria Storti

L

a Terza Missione dell’uni-versità nasce da lontano. Quando sorse il primo ate-neo in Europa, a Bologna, nel 1088, erano gli stessi studenti che selezionavano i docenti, si auto-tassavano e sceglievano tra uno di loro il Magnifico Rettore. Il loro obiettivo aveva per l’epoca una straordinaria capacità innovativa: studiare e condividere la conoscenza, cercando di ampliarne gli oriz-zonti e fare del merito il fattore di mobilità sociale in un mon-do chiuso nel censo e nello sta-tus quo. Quei giovani avevano gettato il seme per quelle che oggi sono note come la prima e la seconda missione dell’uni-versità: la didattica e la ricer-ca. Grazie anche a quegli stu-denti, ai loro professori e alle comunità accademiche che via via si sono diffuse in tutta Europa e nel mondo, la società ha fatto passi da gigante nella strada verso il progresso, pur con tanti inciampi, fino ad arri-vare a quella che oggi è nota co-me “economia della conoscen-za”. Tuttavia, in questa nuova fase della storia umana, l’uni-versità ha perso l’antico ruolo di “monopolista del sapere” grazie alla sempre maggiore capacità innovativa del mon-do dell’industria e del lavoro. Il know-how di imprese e

lavo-ratori è infatti diventato un fat-tore essenziale di sviluppo so-ciale, tecnologico ed economi-co. E a questo know-how le università non possono restare indifferenti. Lo comprese in anticipo il Cardinal John New-man, nel 1852, quando scrisse in “The idea of a University” che l’università per evolversi doveva riconoscere la sua re-sponsabilità di servire la socie-tà anche guardando ai suoi aspetti industriali e lavorativi. Poco più di un secolo dopo Clark Kerr, eclettico Rettore dell’Università della Califor-nia, riassunse l’idea di

New-man parlando di

“Multiversità” e non più di “Università”: non più una co-munità impenetrabile e incapa-ce di accogliere gli elementi più innovativi di un mondo in continuo cambiamento. Ma un luogo aperto, una piazza, in cui il sapere si nutre del sapore

di differenti punti di vista: dal-la capacità applicativa di dal- lavo-ratori ad altissima competenza in grado di sperimentare la teo-ria, fino alla capacità creativa di imprese in grado di sviluppa-re quanto in aula era soltanto studiato e pensato. È questa la Terza Missione dell’universi-tà: aprirsi alla realtà e contribu-ire a guidarla verso il progres-so. Ma allo stesso tempo rico-noscere il ruolo innovativo di lavoro e impresa. Negli Usa la Terza Missione ha dato i suoi frutti grazie al lavoro di studen-ti che sono riuscistuden-ti a “sporcarsi le mani” e a mettere in pratica quanto avevano appreso ad Harvard, Yale, Stanford. Per-ché la Terza Missione dell’uni-versità in concreto significa: ri-cerca industriale, brevetti, star-tup e spin-off, laboratori, pro-getti di dottorato industriale ma anche apprendistato. Os-sia, tutti gli strumenti

formati-vi che permettono allo studen-te di parstuden-tecipare, già duranstuden-te il percorso accademico, alla vita produttiva di territori e impre-se. In Europa questo concetto è stato istituzionalizzato solo nel 2000 con una Comunica-zione intitolata, non a caso, “L’innovazione in un’econo-mia fondata sulla conoscen-za”. E in Italia? In un Paese in cui la cultura del lavoro è spes-so tenuta fuori dalle istituzioni formative è stato più difficile riconoscere il concetto di Ter-za Missione. Tuttavia, negli ul-timi anni le università italiane, di loro iniziativa, si sono attiva-te per valorizzare il ruolo della didattica e della ricerca grazie alla collaborazione attiva con il mondo produttivo. Ne è risul-tata una serie di progetti, colla-borazioni e partnership che l’Anvur ha calcolato siano sta-te più di 12mila tra il 2004 e il 2010. Con 71 università

coin-volte. Questo grande fermen-to, se ha avuto il pregio di im-porre alle comunità universita-rie la questione Terza Missio-ne, non è tuttavia riuscito a strutturarsi in maniera sistema-tica al punto da diventare, co-me in Usa e Germania, un po-tente strumento di progresso economico e industriale. Le cause sono le “solite”: rigidi si-stemi di governance e poca au-tonomia per le università, mo-delli decisionali poco armoniz-zati, prassi burocratiche lun-ghe e onerose per le imprese. Se a Bologna, mille anni fa, l’Italia riuscì a fare un passo fondamentale per l’evoluzio-ne culturale ed economica del mondo, oggi l’impressione è che siamo ancora lontani da una leadership nell’economia della conoscenza. Resta però un dato incoraggiante: ancora una volta i territori, in questo caso le realtà universitarie, si sono mostrati più attivi e lungi-miranti rispetto alle lente e far-raginose politiche nazionali. Su questa speranza, dal basso, si può dire già adesso che la Terza Missione delle universi-tà italiane è una missione me-no impossibile di quello che sembra. Perché la realtà non è un film. Nemmeno all’univer-sità.

Alfonso Balsamo

Ilgovernolancialetasse2.0

Settegiorni

di Rebecca Argento

Filo diretto con il Centro

Marco Biagi / 288

N

azionale. Dopo aver varato una piattaforma

con-divisa con Cgil e Uil che individua i punti chiave per riformare fisco e previdenza, la Cisl continua a sol-lecitare il premier Renzi a dare una svolta concreta all'economia. Raffaele Bonanni chiede che la politica “decida quale ruolo vuole avere nel guidare lo svilup-po economico del Paese” e invita il premier a riaprire il dialogo ormai interrotto con le parti sociali.

Contrattazione. Un importante accordo per il

compar-to del turismo è stacompar-to raggiuncompar-to tra Confcommercio e Filcams, Fisascat e Uiltucs. Le parti hanno recepito le innovazioni introdotte dal Jobs act su apprendistato e contratti a termine, adeguando la disciplina

contrat-tuale. Resta ancora senza firma il nuovo contratto di lavoro degli edili; le parti non sono riuscite a chiudere la trattativa, rinviata a data da destinarsi. La Filca Cisl ha spiegato che non c’erano i presupposti per la firma a causa delle difficoltà, da parte dell'Ance, nel valuta-re le ulteriori modifiche apportate ai testi. I sindacati sperano di arrivare ad un testo positivo e condiviso da tutti i soggetti che possa dare nuovo slancio al setto-re. Resta bloccata anche la trattativa di rinnovo dei tessili vari: per questo le assemblee nazionali e le se-greterie di Femca, Filctem e Uiltec hanno proclamato uno sciopero nazionale di 8 ore per il 30 giugno.

Vertenze. Alitalia: azienda e sindacati si sono

incontra-ti per un primo confronto sugli esuberi e mentre l'azienda spera di chiudere la trattativa entro metà

lu-glio, la Fit Cisl vuole individuare soluzioni che possano salvaguardare l'occupazione, partendo da una analisi del piano industriale. Dopo la protesta dei lavoratori Alcoa davanti al Mise per ribadire alle istituzioni la gra-vità della situazione, si avvicina il prossimo incontro, fissato per martedì 24 giugno. Al momento il ministe-ro ha reso noto che l'attività di manutenzione dello stabilimento non verrà interrotta a fine mese. Dopo la battuta d'arresto per il rinnovo del contratto Fiat, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri hanno deciso per il blocco degli straordinari negli stabilimen-ti del gruppo a sostegno della vertenza per il rinnovo. L’ad Marchionne ha risposto con una lettera diretta ai lavoratori, invitandoli a “non sottovalutate l'effetto che le loro azioni possono provocare”.

La Terza Missione (impossibile?) dell’università

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