Alcune considerazioni sul concetto di cittadinanza e sul
contrattualismo kantiano
da C. Sabbatini, Una cittadinanza
razionale, Giappichelli, Torino
2007, pp. 101-31 e pp. 169-239.
Kant e lo Stato di diritto
Lo Stato di diritto è un concetto che si afferma in Germania nel XIX secolo;
come nota Zolo, esso punta su due elementi fondamentali: 1. la garanzia delle spettanze dell’individuo tipica del liberalismo; 2. La preminenza del potere statale tipica dei regimi conservatori. Tali elementi convergono in una soluzione di compromesso, per la quale da un lato si cerca di limitare il potere dello Stato attraverso il diritto, dunque contrastando i modelli teorici dello Stato assoluto e dello Stato di polizia; dall’altro si mantiene la preminenza del potere costituito, il quale finisce per limitare se stesso attraverso le leggi e garantire così i cittadini. Quindi se questi vedono riconosciuti dei diritti, questi stessi valgono in quanto sono posti e tutelati dall’autorità politica, non in quanto riconosciuti come diritti dell’uomo. Tali diritti sono perciò definiti
“diritti pubblici soggettivi”. In questo modello di Stato (e nella pratica del potere politico che in esso si è riconosciuto) non esiste perciò una Costituzione rigida, nella quale tali diritti siano riconosciuti e resi indisponibili; in assenza di una carta costituzionale, le spettanze dei cittadini sono tutelate attraverso i codici e dunque sono soggetti alla decisione del potere legislativo.
D. Zolo, “ Teoria e critica dello Stato di diritto”, in P. Costa/D. Zolo, Lo Stato di diritto. Storia, teoria, critica, Milano, Feltrinelli 2003, p. 22.