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Richiama
il
diritto
alla
salute,
che,
essendo
un
diritto
sociale,
deve
essere
garantito
ai
cittadini
 attraverso
le
prestazioni
sanitarie.


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il
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che,
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cittadini
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sanitarie.
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(1)


 


Introduzione


L’art
 32
 della
 Costituzione:
 la
 Repubblica
 tutela
 la
 salute
 come
 fondamentale
 diritto
 dell’individuo
 e
 interesse
 della
 collettività
 e
 garantisce
 cure
 gratuite
 agi
 indigenti.
 Nessuno
 può
essere
obbligato
a
un
determinato
trattamento
sanitario
se
non
per
disposizione
di
legge.


La
legge
non
può
in
nessun
caso
violare
i
limiti
imposti
dal
rispetto
della
persona
umana.


Richiama
il
diritto
alla
salute,
che,
essendo
un
diritto
sociale,
deve
essere
garantito
ai
cittadini
 attraverso
le
prestazioni
sanitarie.


Il
 SSN
 Servizio
 Sanitario
 Nazionale
 è
 un
 servizio
 Pubblico,
 cioè
 un
 servizio
 fondamentale
 di
 pubblica
 utilità
 (interesse
 Pubblico)
 e
 meritevole
 di
 tutela,
 quindi
 è
 posto
 sotto
 la
 responsabilità
funzionale
della
Mano
Pubblica
(Il
titolare
è
lo
Stato)


1

.


E’
 lo
 Stato
 che
 si
 impegna
 a
 svolgere
 l’attività
 pubblica
 che
 garantisca
 l’egualianza,
 serve
 quindi
 Equità
 nella
 produzione
 e
 distribuzione
 dei
 servizi.
 L’accesso
 ai
 servizi
 è
 un
 Diritto
 fondamentale
 dei
 soggetti
 indipendentemente
 dalla
 loro
 capacità
 di
 reddito

2

.
 
 Il
 suo
 intervento
deve
avere
una
base
economico‐aziendale,
perché
è
solo
in
questo
modo
che
può
 essere
giustificato
ed
avere
una
garanzia
di
copertura
nel
tempo
(Giannessi).
Ciò
si
ottiene
con
 l’utilizzo
 dell’Azienda
 ospedale
 che,
 per
 essere
 definita
 tale,
 ha
 un
 unico
 fine,
 ovvero
 l’Equilibrio
 Economico
 a
 valere
 nel
 tempo:
 le
 risorse
 assorbite
 nel
 medio
 lungo
 periodo
 devono
cioè
essere
inferiori
a
quelle
generate,
per
riuscire
così
a
perdurare
nel
tempo,
ovvero
 a
essere
economico

3

.












1
Legge
833
del
1978:



Legge
fondamentale
che
istituisce
il
SSN
e
le
USL
(precedute
dal
servizio
delle
Mutue).
Si
stabilisce
che
il
bene
Salute
è
un
 bene
che
lo
Stato
deve
garantire.
Allo
stato,
attraverso
il
Ministero
della
Salute,
spetta
la
definizione
delle
grandi
linee
di
 indirizzo,
i
Livelli
di
assistenza
(prestazioni
erogate
dal
SSN),
la
Programmazione
sanitaria
(criteri
finanziari),
gli
interventi
 speciali,
oltre
al
generale
coordinamento
del
totale
territorio
Nazionale.
Alla
Regione
spetta
la
programmazione
e
l’indirizzo
 degli
Enti
Locali,
e
ai
Comuni
la
gestione
effettiva
dei
servizi
attraverso
le
UUSSLL
(unità
operative
nelle
quali
vi
erano
gli
 ospedali)



I
comuni
sono
tuttora
i
protagonisti
a
livello
locale
della
politica
sanitaria,
perché
rappresentano
le
strutture
operative
 territoriali
del
SSN
(sistema
a
cascata).


2
Vedi
l’atto
del
presidente
del
consiglio
che
indirizza
l’amministrazione
pubblica
DPCM
27/01/94,che
definisce
i
principi
 sull’erogazione
dei
servizi
pubblici
e
gli
impegni
presi
dal
governo.
Tratta
dei
Principi
Fondamentali
necessari
all’erogazione
 dei
servizi
pubblici,
individua
gli
strumenti
per
far
valere
i
principi
e
definisce
gli
aspetti
per
la
tutela
di
essi.
La
presente
 direttiva
dispone
i
principi
cui
deve
essere
uniformata
progressivamente,
in
generale,
l’erogazione
di
questi
servizi.
Ai
fini
 della
presente
direttiva
sono
considerati
servizi
pubblici,
anche
se
svolti
in
regime
di
concessione
o
mediante
convenzione,
 quelli
volti
a
garantire
il
godimento
dei
diritti
della
persona,
costituzionalmente
tutelati:
alla
salute
(art.
32),
all’assistenza
 (art.
38)
e
alla
previdenza
sociale,
all’istruzione,
alla
libertà
di
comunicazione,
alla
libertà
e
sicurezza
della
persona,
alla
 libertà
di
circolazione,
ai
sensi
dell’art.
1
Legge
12/06/90
n.
146,
e
quelli
dell’erogazione
di
energia
elettrica,
acqua,
gas.
Ai
 principi
della
direttiva
si
uniformano
le
Pubbliche
Amministrazioni
che
erogano
tali
servizi,
mentre
per
i
servizi
erogati
in
 regime
di
concessione
o
mediante
convenzione
e
comunque
svolti
da
soggetti
non
pubblici,
il
rispetto
dei
principi
della
 direttiva
è
assicurato
dalla
Amministrazione
Pubblica
nell’esercizio
dei
loro
poteri
di
direzione,
controllo,
vigilanza.
Le
 amministrazioni
concernenti
provvedono
a
inserire
i
contenuti
della
presente
direttiva
negli
atti
che
disciplinano
le
 concessioni.
Gli
Enti
erogatori
dei
Servizi
Pubblici,
ai
fini
della
direttiva,
sono
denominati
soggetti
erogatori.(…)


3
Giannessi:
definisce
i
3
criteri
che
devono
esistere
nell’organizzazione
per
essere
definita
azienda:



1) Composizione:
l’azienda
è
tale
quando
compone
forze
interne
e
esterne;
deve
avere
l’autonomia
di
comporre
i
due
 tipi
di
forze.
L’ambiente
interno
pone
dei
vincoli
all’azienda
come
i
dipendenti,
mentre
quello
esterno
pone
dei
 vincoli
come
le
leggi.
E’
quindi
l’autonomia
che
ha
l’azienda
di
coniugare
le
due
forze
che
porta
all’azienda;


2) Combinazione
dei
fattori
produttivi
in
modo
da
arrivare
all’equilibro
economico.
I
fattori
produttivi
sono
specifici
e
 generici,
come
il
denaro
che
da
fattore
generico
si
converte
in
fattori
specifici;


3) Ordine
Sistemico:
l’azienda
può
essere
scissa
in
sottosistemi
e
la
modifica
di
anche
uno
di
esse,
porta
alla
modifica
 del
totale
sistema.


(2)

La
 natura
 pubblica
 dell’attività,
 si
 riferisce
 al
 Mezzo,
 cioè
 alle
 modalità
 di
 realizzazione;
 i
 criteri
 di
 gestione
 si
 riferiscono
 al
 Fine
 il
 quale,
 per
 offrire
 adeguate
 garanzie,
 deve
 essere
 economico
e
aziendale.
L’ASL
Azienda
Sanitaria
Locale,
usa
criteri
di
gestione
economici
come
 fanno
le
Aziende
Private,
ma
è
di
Natura
Pubblica,
cioè
persegue
un
Fine
Pubblico,
e
la
base
 economica‐aziendale
è
necessaria
a
garanzia
di
copertura
nel
Lungo
periodo
dei
fini.
Ospedale
 quindi
come
Azienda:
il
suo
funzionamento
è
condizionato
dai
modi
organizzativi
delle
risorse
 economiche,
cioè
con
Valore
Economico
perché
scarse.
Essere
economici
come
mezzo
per
il
 fine
sanitario
e
di
salute.


La
 Salute
 è
 un
 bene
 Sociale
 meritevole
 di
 tutela,
 perciò
 necessita
 il
 ruolo
 attivo
 dello
 Stato
 nella
Pianificazione
e
Programmazione
dei
servizi
sanitari,
al
fine
di
garantirla
ai
cittadini

4

.
 Le
 aziende
 sanitarie

5


 gestiscono
 i
 servizi
 pubblici
 attraverso
 gli
 strumenti
 dell’economia
 aziendale,
perciò
necessitano
di
sistemi
di
pianificazione,
programmazione
e
controllo
per
lo
 svolgimento
 dell’attività
 di
 erogazione
 di
 servizi
 e
 prestazioni
 secondo
 criteri
 di
 efficacia
 (Soddisfazione
dei
bisogni,
cioè
riuscire
a
perseguire
il
livello
standard
di
qualità),
efficienza
 (Rapporto
 output/input,
 cioè
 ci
 riferiamo
 al
 modo
 d’uso
 delle
 risorse
 collega
 le
 risorse
 al
 prodotto)
ed
economicità
(Ciò
che
si
ottiene
dall’insieme
delle
due
precedenti
qualità).
In
tal
 modo
 si
 vuole
 organizzare,
 coordinare
 e
 combinare
 le
 risorse
 messe
 a
 disposizione
 dalla
 collettività
nel
migliore
dei
modi
possibili.
L’azienda
si
definisce
tale
perché
è
dotata
di
una
 propria
 sfera
 di
 autonomia
 decisionale,
 che
 è
 la
 condizione
 base
 per
 il
 suo
 corretto
 funzionamento
 e
 l’ottenimento
 dell’efficienza
 del
 sistema.
 Tuttavia
 la
 formulazione
 degli
 obiettivi
 aziendali
 e
 il
 loro
 raggiungimento
 con
 la
 gestione,
 non
 è
 un’operazione
 semplice
 a
 causa
della
presenza
di
diversi
Elementi
di
Complessità,
molti
dei
quali
sono
riconducibili
alla
 peculiarità
dell’attività
svolta,

e
deve
affrontarli
l’azienda
essendo
pubblica:


‐ la
 dimensione
 dell’azienda
 e
 la
 conseguente
 articolazione
 organizzativa
 e
 delle
 responsabilità,
l’autonomia
professionale
di
molti
operatori;


‐ la
forte
eterogeneità
e
la
numerosità
degli
output
prodotti;


‐ la
 difficoltà
 nella
 misurazione
 delle
 prestazioni
 sanitarie
 e
 il
 problema
 degli
 oneri
 imposti
 (prestazioni
 antieconomiche
 a
 causa
 del
 prezzo
 politico
 determinato,
 o
 dei
 costi
aggiuntivi)

6

,
che
l’azienda
deve
effettuare
proprio
perché
persegue
un
interesse
 pubblico;


‐ la
 necessità
 di
 garantire
 l’unitarietà
 dell’azione
 aziendale
 attraverso
 l’integrazione
 di
 settori
diversi
sia
per
natura
dei
processi
produttivi
gestiti,
che
per
l’ambito
specifico
 d’intervento;


‐ il
 rispetto
 dei
 vincoli
 posti
 ai
 singoli
 atti
 di
 gestione
 legati
 alle
 scelte
 compiute
 dallo
 stato‐regione
sui
compiti
e
gli
stanziamenti.










4
L’Organizzazione
mondiale
della
sanità
(OMS),
agenzia
speciale
dell’ONU
per
la
salute,
definisce
il
concetto
di
salute
come
 condizione
di
completo
benessere
fisico,
mentale
e
sociale,
e
non
soltanto
come
assenza
di
malattia
o
di
infermità.


S

Si
fa
qui
riferimento
a
Zagrandi
A.
(1199)
che
,
richiamando
Borgonovi
(1996),
Masini
(1980)
e
Zappa
(1962),
sostiene
che


“le
aziende
sanitarie
pubbliche,
che
sono,
secondo
dottrina
di
riferimento,
ordine
economico
di
istituto
il
cui
soggetto
 economico
è
pubblico.
Le
aziende
sanitarie
pubbliche
possono
essere
aziende
di
produzione,
di
consumo
e
aziende
composte.


Le
aziende
sanitarie
di
produzione
sono
quelle
per
cui
gli
scambi
tipici
sono
quelli
che
si
manifestano
attraverso
lo
scambio
 economico.
Lo
scambio
può
avvenire
in
regime
di
prezzi
liberi
o
in
regime
di
prezzi
amministrati,
ma
elemento
fondamentale
 è
la
diretta
correlazione
tra
i
ricavi
dei
processi
di
cessione
e
l’attività
svolta
e,
quindi,
anche
con
i
costi
di
produzione.



Le
aziende
sanitarie
di
consumo
sono
quelle
in
cui
i
servizi
sono
erogati
ai
beneficiari
in
assenza
di
un
processo
di
scambio
 economico
diretto.
In
questo
caso
le
entrate
non
sono
direttamente
espressione
delle
attività
svolte
e
quindi
la
correlazione
 tra
le
risorse
impiegate
e
le
risorse
disponibili
è
indiretta.


Le
aziende
composte
cono
quelle
in
cui
convivono
processi
di
consumo
e
di
produzione,
in
proporzioni
variabili
processi
di
 consumo
e
processi
di
produzione”.


6
Gli
oneri
impropri
sono
oneri
che
gravano
sull’amministrazione
per
il
fatto
di
essere
posseduta
dal
soggetto
pubblico
e
 avere
una
finalità
sociale,
sono
collegati
ad
attività
che
nel
mercato
l’azienda
non
farebbe
perché
non
economiche,
ma
 l’amministrazione
pubblica
deve
farle
perché
il
servizio
pubblico
deve
essere
garantito.


(3)

Gli
 strumenti
 di
 pianificazione,
 programmazione
 e
 controllo
 costituiscono
 quindi
 sistemi
 di
 autoregolazione
 per
 la
 consapevole
 conduzione
 delle
 aziende,
 sono
 un
 modello
 di
 comportamento
 gestionale.
 La
 definizione
 degli
 accadimenti
 interni/esterni
 futuri
 aziendali,
 degli
obiettivi
di
breve‐lungo
periodo
collegati
al
reperimento
e
all’assegnazione
delle
risorse
 adeguate,
 il
 confronto
 degli
 obiettivi
 al
 risultato,
 sono
 i
 principi
 su
 cui
 impostare
 l’azione
 manageriale
che
porti
al
coinvolgimento
dei
diversi
livelli
organizzativi.
Ciò
può
essere
posto
 in
essere,
in
quanto
all’ASL
e
agli
ospedali,
è
stato
riconosciuto
lo
status
di
azienda
dotata
di
 personalità
giuridica
contabile
e
tecnica,
ovvero
la
piena
autonomia
Imprenditoriale,
pur
nella
 consapevolezza
della
sua
natura
pubblica
(e
non
privata),
delle
sue
finalità
che
sono
sociali
e
 umanitarie,
 ottenute
 attraverso
 i
 servizi
 sanitarie,
 nonché
 dell’autonomia
 professionale
 che
 hanno
gli
operatori
sanitari
come
i
medici

7

.


La
pianificazione
strategica,
la
programmazione
e
il
controllo,
permettono
l’applicazione
dei
 suddetti
 principi

8

.
 L’analisi
 economico‐finanziaria
 fa
 una
 sintesi
 sugli
 andamenti
 gestionali,
 associa
 al
 controllo
 giuridico
 formale
 delle
 attività,
 un
 controllo
 manageriale
 (economico‐

aziendale
dei
singoli
servizi
e
del
complesso
aziendale),
e
dà
informazioni
per
supportare
le
 decisioni
(es.
mantenere
o
no
determinati
servizi).


I
sistemi
di
pianificazione,
programmazione,
controllo
di
gestione
si
possono
articolare
in
4
 fasi:
 pianificazione,
 formulazione
 del
 budget,
 svolgimento
 dell’attività,
 reporting
 e
 valutazione.


‐ L’attività
di
Pianificazione
è
quella
con
cui
si
formulano
i
piani
e
i
programmi
aziendali
 di
 lungo
 periodo,
 riferiti
 cioè
 a
 un
 arco
 temporale
 pluriennale
 che
 può
 variare
 a
 seconda
del
tipo
di
azienda
e
della
dinamicità
dell’ambiente
in
cui
opera

9

.
Questi
piani
 contengono
 gli
 obiettivi
 che
 coinvolgono
 l’intera
 azienda
 o
 parti
 di
 essa
 per
 grandi
 settori

10

.










7
D
lgs
502
1992
(successivamente
modificato
e
attuato
dal
D
lgs
517
1993)
da
cui
ha
inizio
il
processo
di
aziendalizzazione,
 perché
riordina
il
SSN
e
cambia
le
logiche
e
i
metodi
di
funzionamento
del
totale
sistema.
Fornisce
nuove
e
adeguate
modalità
 di
governo
consentendo:


migliore
equità
nell’erogazione
delle
prestazione
nelle
diverse
arre
geografiche
attraverso
la
definizione
dei
LUA
(livelli
 uniformi
di
assistenza);


maggiore
decentramento
dei
poteri
a
favore
delle
regioni;


maggiore
coinvolgimento
della
componente
medica
nella
gestione;


attribuzione
di
adeguati
livelli
di
autonomia
economica
alle
strutture
sanitarie;


finanziamenti
maggiormente
connessi
alla
remunerazione
delle
prestazioni
erogate.


La
definizione
dei
compiti
e
delle
responsabilità
dei
diversi
livelli
di
governo
preposti
alla
tutela
della
salute,
ha
comportato
 un
processo
di
regionalizzazione
del
sistema
sanitario.
Vengono
ridisegnate
le
modalità
di
concepire
la
gestione
delle
unità
 sanitarie,
introducendo
le
logiche,
i
principi
e
gli
strumenti
delle
realtà
private,
ovvero
il
processi
di
aziendalizzazione
 necessario
a
superare
le
vecchie
logiche
del
controllo
amministrativo
sugli
atti
(formale)
e
garantire
un
governo
più
coerente
 e
razionale
nel
rispetto
delle
strategie
impostate
e
dei
vincoli
di
spesa
inderogabili.(Anselmi)


8
Airoldi
G.,
Brunetti
G.,
Coda
V.,
Economia
aziendale,
il
Mulino,
Bologna,
1994,
pag.
431.


9
“Si
pensi
al
diverso
arco
temporale
di
riferimento
che
può
essere
preso
in
considerazione
da
un’azienda
che
opera
sul
 mercato
finanziario,
ambiente
estremamente
volatile
con
orizzonti
temporali
relativamente
brevi,
e
un’altra
che
gestisce
 grandi
infrastrutture,
come
potrebbe
essere
una
rete
stradale
o
ferroviaria,
che
ha
orizzonti
temporali
anche
ventennali.
Nel
 caso
della
sanità
pubblica,
indipendentemente
dagli
orizzonti
temporali
che
potrebbero
esser
considerati
naturali
in
ragione
 della
tipologia
di
azienda,
influiscono
pesantemente,
nella
definizione
dell’arco
temporale
di
riferimento
della


programmazione
strategica,
i
ritmi
istituzionali
politici
degli
organismi
di
governo
come
la
Giunta
Regionali:
In
generale,
 sempre
con
riferimento
alla
sanità
pubblica,
è
stato
adottato
il
periodo
pluriennale
in
coerenza
con
la
cadenza
con
la
quale
 sono
prodotti
sia
il
Piano
Sanitario
Nazionale
sia
i
conseguenti
Piani
Sanitari
Regionali
o
di
Provincia
Autonoma”.
G.
Casati,
 Programmazione
e
controllo
di
gestione
delle
aziende
sanitarie,
McGraw‐Hill,
Milano,
2000.


10
Molti
autori
riflettono
sulla
possibilità
di
applicazione
completa
del
concetto
di
strategia
alle
aziende
sanitarie
pubbliche,
in
 quanto,
essendo
aziende
pubbliche
si
ritiene
che
siano
soggette
a
forti
vincoli
istituzionali.
A
riguardo
Rebora
e
Meneguzzo,
 1990,
pag.
16,
affermano
che
:
“la
gestione
della
sanità
pubblica
è
tipicamente
un
fatto
interistituzionale
e
interaziendale
 dovendosi
considerare
Ministero,
Regioni,
Comuni
e
Unità
Sanitarie
come
istituti
ed
aziende
distinti,
ciascuno
in
grado
di
 elaborare
una
propria
impostazione
strategica…
Anche
qui
la
“traccia
istituzionale”
è
importante
nel
favorire
od
ostacolare
 l’integrazione,
ma
un
ruolo
altrettanto
significativo
spetta
agli
orientamenti
strategici
che
si
maturano
ai
vari
livelli
e
alla
 capacità
di
raccordarli
in
modo
conveniente”.


(4)

‐ La
 redazione
 del
 budget
 avviene
 con
 l’uso
 dei
 piani
 e
 programmi
 annuali
 tradotti
 in
 termini
 quantitativi
 e
 monetari
 secondo
 l’
 articolazione
 delle
 responsabilità
 interne
 aziendali,
 segmenta
 cioè
 i
 piani
 aziendali
 rispetto
 ai
 centri
 di
 responsabilità,
 in
 funzione
delle
specifiche
responsabilità
per
il
loro
perseguimento.
Ha
significatività
se
 le
risorse
sono
coerenti
con
gli
obiettivi
e
se
sono
adottate
regole
di
comportamento
 che
identifichino
precise
responsabilità
al
fine
di
ottenere
i
risultati.
La
responsabilità
 non
 può
 essere
 quindi
 disgiunta
 dal
 riconoscimento
 dell’autonomia
 decisionale,
 per
 creare
le
condizioni
necessarie
all’ottenimento
dei
risultati.


‐ Lo
 svolgimento
 dell’attività,
 permette
 la
 rilevazione
 dei
 risultati
 ottenuti
 per
 frazioni
 del
 periodo
 programmato.
 E
 la
 loro
 misurazione
 avviene
 usando
 gli
 stessi
 parametri
 individuati
per
la
formulazione
degli
obiettivi,
i
quali
possono
essere
rappresentati
dai
 costi
e
dai
ricavi,
oppure,
come
può
avvenire
per
le
organizzazioni
sanitarie
che
non
 operano
in
contesti
di
mercato,
per
rilevare
il
grado
di
funzionalità
dell’unità
operativa,
 si
 considerano
 anche
 altri
 parametri
 fisico‐tecnici
 rappresentativi
 dell’attività
 svolta
 (es.
 il
 nr.
 delle
 prestazioni),
 oppure
 il
 grado
 di
 soddisfacimento
 della
 domanda
 o
 dei
 bisogni
(es.
tempo
delle
liste
d’attesa
o
nella
produzione
dei
servizi)

11

.


‐ Con
 la
 funzione
 di
 reporting
 si
 effettua
 l’elaborazione
 dei
 dati,
 la
 produzione
 e
 presentazione
 delle
 informazioni
 e
 l’analisi
 delle
 cause
 degli
 scostamenti.
 Si
 pone
 in
 essere
cioè,
il
controllo
economico‐aziendale
col
quale
i
dati
prodotti
vengono
messi
a
 confronto
con
gli
obiettivi
fissati
nella
fase
di
programmazione
(budget),
verifica
dello
 stato
 di
 attuazione
 degli
 obiettivi
 programmati,
 per
 rilevare
 eventuali
 scostamenti
 e
 identificarne
 le
 cause,
 ovvero
 le
 ragioni
 che
 hanno
 determinato
 le
 differenze.
 Con
 l’analisi
delle
risorse
acquisite
e
la
comparazione
tra
i
costi,
la
qualità
e
la
quantità
dei
 servizi
 offerti,
 si
 documenta
 l’efficacia,
 l’efficienza,
 l’economicità
 nella
 realizzazione
 degli
obiettivi.



 



 







Indagine
prospettica:
guarda
i
punti
di
forza
e
debolezza
del








INFORMAZIONI
AMBIETE
INTERNO‐ESTERNO


ambiente
e
crea
un
prospetto
futuro
per
definire
la
strategia



 







STRATEGIA






BUDGETING






 GESTIONE
E
RILEVAZIONE


P.
strat:
cosa
fare‐obiettivo






P.
operativo:
come
fare‐azioni


 

















PROGRAMMAZIONE

B‐L
/P





 REPORTING
E
ANALISI
SCOSTAMENTI
 





 
 


Controllo
interno
















 
 
 
 
 
 
 



 


FIG.
1

Il
processo
di
Pianificazione,
Programmazione
e
Controllo
 



 










11

“Il
livello
competitivo
e
l’esigenza
del
miglioramento
continuo
impongono
che
questi
strumenti
siano
contestualmente
 misuratori
di
valori
economici
e
induttori
di
comportamenti
del
sistema
umano
aziendale,
(…)
soprattutto,
mediante
la
 capacità
di
interpretazione
dei
risultati
informativi
del
sistema
e
la
conseguente
conversione
delle
informazioni
di
costo
in
 risposte
comportamentali,
adeguate
rispetto
alla
soluzione
dei
problemi
relativi
ai
diversi
livelli
decisionali
del
business”.
P.


Miolo
Vitali,
Cambiamenti
delle
architetture
strategico
organizzative
e
analisi
dei
costi,
in
P.
Miolo
Vitali
(a
cura
di),
Strumenti
 per
l’analisi
dei
costi,
Giappichelli,
Torino,
2003,
pp.
45‐47.


(5)

Il
 sistema
 di
 rilevazione
 usato
 nelle
 organizzazioni
 sanitarie
 è
 quello
 della
 Contabilità
 Analitica

per
centro
di
costo,
che
consente
l'analisi
comparativa
dei
costi,
dei
rendimenti
e
dei
 risultati.

Il
sistema
di
contabilità
basato
solo
sulle
Entrate/Uscite
di
cassa
di
competenza,
in
 uso
 precedentemente,
 era
 insufficiente
 a
 controllare
 la
 quantità
 delle
 risorse
 impiegate
 e
 perciò
incapace
di
rilevare
sprechi
e
inefficienze

12

.
Questo
sistema
di
contabilità
dei
costi,
era
 denominato
così
in
ragione
dell'orientamento
specifico
alla
misurazione
del
solo
consumo
di
 risorse

13

.
Mentre
con
la
COAN
si
giunge
a
particolari
sintesi
di
costo,
come
costo
dei
servizi
 sanitari,
 costo
 delle
 diverse
 Unità
 Operative
 o
 divisioni
 specialistiche,
 Costo
 totale
 dell'ASL;


ciò
 permette
 di
 conoscere
 meglio
 la
 realtà
 e
 quindi
 di
 prendere
 meglio
 le
 decisioni
 e
 l'effettuazione
del
controllo.


E'
il
D.
Lgs
127
del
1991
che
riporta
l'uso
della
contabilità
alle
ordinarie
regole
sistemiche
e
 prevede
l'adozione
del
Bilancio
Pluriennale
e
di
Previsione,
del
Bilancio
di
Previsione
annuale,
 la
 destinazione
 dell'avanzo
 e
 le
 modalità
 di
 copertura
 dei
 disavanzi,
 oltre
 all'obbligo
 delle
 Unità
 Operative
 di
 rendere
 pubblici
 i
 risultati
 delle
 analisi
 dei
 costi,
 dei
 rendimenti,
 dei
 risultati
 per
 Centro
 di
 Costo,
 effettuati
 con
 l'uso
 della
 COAN,
 strumento
 necessario
 per
 la
 programmazione
 e
 il
 controllo
 di
 gestione,
 la
 copertura
 dei
 costi
 e
 la
 ricerca
 dell'equilibrio
 economico
per
ogni
presidio
ospedaliero.


Col
 D.
 lgs
 502
 del
 1992
 si
 passa
 da
 un
 sistema
 di
 contabilità
 finanziaria,
 dove
 si
 cerca
 l'equilibrio
finanziario,
ovvero
l'ugualianza
fra
le
Entrate
e
le
Spese,
al
sistema
di
Bilancio
che
 ricerca
 l'equilibrio
 economico
 della
 gestione
 e
 la
 valorizzazione
 del
 servizio
 prodotto.
 Dal
 rapporto
 tra
 i
 Costi
 e
 i
 Ricavi
 si
 definisce
 la
 condizione
 di
 equilibrio
 della
 gestione,
 ovvero
 quando
 i
 ricavi
 sono
 almeno
 pari
 ai
 costi
 sostenuti
 (mentre
 la
 produttività
 si
 definisce
 dal
 rapporto
Produttività
reale
e
quella
stimata)

14

.


E'
 la
 Regione,
 nel
 rispetto
 dei
 principi
 definiti
 dalla
 Legge
 Nazionale,
 che
 attua
 le
 funzioni
 legislative,
 amministrative
 di
 competenza
 sanitaria
 e
 ospedaliera:
 determina
 i
 principi
 organizzativi
del
Servizio
di
attività
e
tutela
della
salute
e
i
criteri
di
finanziamento
delle
ASL
e
 AO,
 l'attività
 di
 indirizzo
 tecnico,
 la
 promozione
 a
 supporto
 dell'ASL
 anche
 per
 il
 controllo
 gestionale
e
per
la
valutazione
di
qualità.



Il
metodo
della
programmazione,
la
contabilità
direzionale,
la
misurazione
della
produttività
 







12

“Il
primo
approccio
alla
tematica
è
evidenziabile
in
una
concezione
della
pianificazione
come
gestione
previsionale,
rivolta
 sostanzialmente
al
breve
andare,
con
la
quale
è
possibile
tradurre
in
cifra
gli
andamenti.
La
mentalità
che
informava
il
 processo
era
sostanzialmente
passiva,
basandosi
sul
concetto
di
previsione,
che
si
limitava
ad
intravvedere
possibili
condotte
 senza
assumere
comportamenti
attivi
nell’indirizzo
dell’attività.
Il
processo
pianificatoio
trovava
esplicitazione
in
documenti
 contabili
che
esprimevano
l’andamento
della
sola
variabile
finanziaria;
i
valori
futuri
venivano
elaborati
attraverso
la
 proiezione
degli
andamenti
di
periodi
precedenti,
ritenendo
impossibile
esplorare
le
evoluzioni
future
dell’ambiente.
Tale
 approccio
risultava
applicabile
in
condizioni
di
ambiente
stabile,
di
cambiamenti
non
particolarmente
rapidi
e
di
ambiti
di
 riferimento
piuttosto
limitati.
L’attività
manageriale
si
svolgeva
mediante
il
controllo
ex
post
delle
prestazioni,
basato
sul
 confronto
tra
bilancio
di
previsione
e
consuntivo,
il
cui
scopo
era
quello
di
verificare
e
valutare
il
comportamento
degli
 amministratori”.
P.
Miolo
Vitali
–
L.
Anselmi,
La
programmazione
nelle
pubbliche
amministrazioni,
Gioffré,
Milano,
1989.


13

All’epoca,
infatti,
le
risorse
finanziarie
per
il
funzionamento
delle
aziende
sanitarie
erano
acquisite
quasi
esclusivamente
 mediante
trasferimenti
dalla
Regione
e,
comunque,
svincolati
da
risultati
di
gestione
legati
all’attività
svolta.
In
tale
ottica,
 quindi,
la
rilevazione
dei
ricavi
era
considerata
ridondante
o
comunque
non
significativa
al
fine
di
avviare
processi
di
 responsabilizzazione
interna.


14

Nel
D.
lgs.
502/92
è
sancito,
all’art.
5,
comma
5,
lettera
d),
che
le
aziende
sanitarie
pubbliche
sono
obbligate
a
:
“la
tenuta
di
 una
contabilità
analitica
per
centri
di
costo,
che
consenta
analisi
comparative
di
costi,
dei
rendimenti
e
dei
risultati”.


L’impiego
del
budget
quale
strumento
di
riferimento
per
la
definizione
degli
obiettivi
all’interno
dell’organizzazione
+
 specificatamente
previsto
dal
contratto
collettivo
per
la
dirigenza
medica
che
è
stato
applicato
a
partire
dal
1
luglio
del
1997.



I
riferimenti
al
sistema
di
budget
rappresentano
sia
un
parametro
per
l’assegnazione
di
specifiche
posizioni
di
responsabilità
 (relativamente
alla
determinazione
della
retribuzione
di
posizione),
sia
uno
strumento
rispetto
al
quale
condurre
la
verifica
 del
raggiungimento
degli
obiettivi
di
équipe
per
la
determinazione
dei
premi
economici
(retribuzione
di
risultato).
Il
D.
lgs.


229/99,
inoltre,
all’art.
4,
lettera
b),
comma
2,
stabilisce
che
la
“disponibilità
di
un
sistema
di
contabilità
economico
 patrimoniale
e
di
una
contabilità
per
centri
di
costo”
rappresenta
parametro
fondamentale
per
ottenere
la
conferma
di
 qualifica
di
azienda
ospedaliera.
In
merito
all’obbligatorietà
dei
sistemi
di
programmazione
e
controllo
di
gestione
nelle
 aziende
ed
enti
pubblici,
inoltre,
si
veda
quanto
previsto
dal
D.
lgs.
268/99.


(6)

dei
servizi,
serve
a
dare
razionalità
alle
decisioni
autonomamente
assunte
e
valutare
l'efficacia
 e
l'efficienza.
La
realizzazione
della
COAN
e
del
processo
di
programmazione,
rappresenta
il
 punto
 di
 base
 per
 il
 sistema
 di
 controllo
 e
 di
 gestione,
 e
 con
 il
 coinvolgimento
 dei
 professionisti
e
la
copertura
del
loro
fabbisogno
informativo,
sarà
possibile
progettare
nuovi
 strumenti
di
controllo
di
maggiore
efficacia
per
le
aziende
sanitarie.


(7)

Capitolo
1


Pianificazione
Programmazione
Controllo
nell’Asl
 


La
Pianificazione
Strategica
 


La
 Pianificazione
 Strategica
 viene
 definita
 dall'Institute
 of
 Management
 accountants
 come:


processo
 formalizzato
 e
 sistematico
 finalizzato
 a
 indirizzare
 e
 controllare
 le
 attività
 future
 rispetto
agli
obiettivi
di
lungo
periodo,
sia
di
tipo
economico
e
competitivo,
sia
di
tipo
sociale
 come
la
responsabilità
verso
i
dipendenti,
la
comunità,
l'ambiente

15

.


L'attività
 di
 impresa
 è
 valutata
 non
 solo
 ai
 fini
 della
 produzione
 di
 ricchezza
 materiale,
 ma
 anche
 in
 termini
 sociali.
 La
 collettività
 è
 il
 soggetto
 economico
 originario
 da
 cui
 l'azienda
 pubblica
trae
la
legittimazione
alla
sua
esistenza.


In
ambito
pubblico
la
funzione
manageriale
è
la
stessa
di
quella
delle
aziende
private,
ma
gli
 obiettivi
 sono
 diversi,
 perché
 deve
 considerare
 la
 sfera
 politica
 che
 influisce
 sulla
 loro
 definizione.



Quando
 valuta
 l'ambiente
 generale
 Esterno
 in
 cui
 l'azienda
 si
 trova
 a
 operare,
 deve
 considerare
 le
 implicazioni
 di
 carattere
 economico,
 politico‐legislativo,
 fisico‐naturale,
 culturale,
tecnologico
e
sociale

16

.


L'ambiente
 economico
 influisce
 indirettamente
 sulla
 qualità
 delle
 risorse
 a
 disposizione
 dell'azienda
e
incide
sulla
situazione
economica
dei
cittadini.


Per
 l'aspetto
 politico,
 è
 la
 coalizione
 al
 potere
 che
 determina
 la
 cornice
 in
 cui
 queste
 organizzazioni
devono
muoversi
in
relazione
ai
provvedimenti
specifici
e
generali.


L'ambiente
fisico‐naturale
concorre
a
definire
le
aree
e
le
modalità
di
intervento
dell'azienda
 che
deve
considerare
per
le
esigenze
poste
dalle
sue
caratteristiche.


L'aspetto
 tecnologico
 influisce
 sulla
 predisposizione
 da
 parte
 dell'azienda
 di
 strutture,

 modalità
operative
e
servizi
pubblici
che
possono
sfruttare
le
innovazioni
tecnologiche.


L'ambiente
 socio‐culturale
 definisce
 le
 caratteristiche
 della
 collettività
 che
 usufruisce
 dei
 servizi
e
ciò
è
considerato,
assieme
alle
caratteristiche
del
mercato
di
riferimento
(stato
dei
 bisogni,
 caratteristiche
 sociali:
 età,
 istruzione,
 professione...),
 utile
 per
 definire
 i
 relativi
 bisogni.


Per
 quanto
 riguarda
 l'ambiente
 Interno,
 invece,
 un'analisi
 delle
 risorse
 (materiali,
 umane,
 organizzative,
 finanziarie)
 interne,
 sia
 attuale
 che
 potenziale,
 permette
 di
 comprendere
 le
 possibilità
e
i
limiti
che
la
struttura
pone
al
raggiungimento
dell'equilibrio
economico,
per
poi
 verificare
 l'esistenza
 di
 una
 coerenza
 tra
 le
 caratteristiche
 dell'ambiente
 esterno
 e
 le
 azioni
 dell'azienda
pubblica.










15

Per
le
aziende
pubbliche
sanitarie
è
possibile
identificare
alcuni
aspetti
peculiari
che
le
caratterizzano
anche
relativamente
 all’interpretazione
del
ruolo
e
della
funzione
della
programmazione
strategica.
Infatti
se
per
le
imprese
il
fine
essenziale
è
 espresso
in
termini
di
risultato
economico
e
il
giudizio
di
efficacia
non
investe
l’attitudine
a
soddisfare
i
bisogni,
esse
possono
 esprimere
i
priori
obiettivi
in
termini
di
output
e
di
risorse
correlate.
Le
aziende
sanitarie,
in
quanto
aziende
pubbliche,
 hanno
invece
come
missione
la
soddisfazione
della
domanda
che
proviene
dalla
popolazione
e
non
la
remunerazione
del
 capitale
investito.
In
tal
senso
si
vuole
esplicitare
come
i
ricavi
dell’azienda
sanitaria
non
riflettano
direttamente
né
la
qualità,
 né
l’appropriatezza,
né
tanto
meno
l’utilità
di
questi
servizi
per
i
pazienti.
In
particolar
modo
il
risultato
economico
non
 rappresenta
una
misura
soddisfacente
della
performance
complessiva
dell’azienda.
Di
conseguenza
gli
obiettivi
perseguiti
 dovrebbero
essere
i
bisogni
da
soddisfare
e
le
correlate
risorse.
Emanuele
Vendramini,
In
sistema
di
budget
per
le
aziende
 sanitarie
pubbliche,
McGraw
–
Hill,
2004.



16

Cfr.
L.
Brusa,
Strutture
organizzative
d’impresa,
Giuffré,
Milano,
1986,
II
ed.,
pp.
12‐18.
L’Autore
identifica
poi
gli
attributi
 che
l’ambiente
può
presentare:
dinamismo,
complessità,
differenziazione
ed
ostilità.


(8)

L’analisi
delle
caratteristiche
interne/esterne
è
la
base
su
cui
fondare
la
determinazione
degli
 obiettivi
 guida
 per
 l’organizzazione
 e
 la
 successiva
 verifica
 del
 raggiungimento
 dei
 risultati
 previsti.


Il
sistema
degli
obiettivi
deve
essere
coerente
con
i
fini
istituzionali
e
i
fini
tipici
aziendali
di
 mantenimento
e
di
miglioramento
dell’equilibrio
economico.


L’insieme
degli
obiettivi
è
sottoposto
a
una
continua
revisione
in
relazione
alle
informazioni
 derivanti
 dalle
 scelte
 alternative
 strategiche
 possibili,
 dalle
 modifiche
 dell’ambiente
 e
 delle
 condizioni
di
apprendimento
in
corso
d’azione.
Si
crea
un
insieme
di
alternative
di
obiettivi,
 dove
scegliere
quelli
più
consoni
alla
situazione
attuale
e
a
quella
che
si
vuole
raggiungere.


Obiettivo
come:
progettazione
e/o
erogazione
di
un
nuovo
servizio,
stimolo
della
domanda
di
 certi
 servizi
 pubblici,
 miglioramento
 della
 distribuzione
 dei
 servizi
 raggiungendo
 zone
 non
 servite,
aumento
della
percentuale
di
copertura
della
domanda,
aumento
della
soddisfazione
 del
cliente.


Il
confronto
sarà
effettuato
in
termini
di
costi/benefici,
ma
dipenderà
anche
dalle
motivazioni,
 dai
valori
attesi
e
dalle
aspirazioni,
dall’esperienza,
dall’intuizione
delle
persone
che
faranno
 tali
scelte.
Si
devono
poi
considerare
le
implicazioni
politiche
che
informano
e
gerarchizzano
 le
 scelte
 da
 effettuare,
 che
 consentono
 una
 visone
 più
 completa
 della
 situazione
 in
 cui
 gli
 obiettivi
si
inseriscono,
e
quindi
una
migliore
verifica
della
loro
realizzazione.


La
 strategia
 dell’azienda
 deve
 avere
 carattere
 organico
 e
 unitario,
 quindi
 le
 diverse
 scelte
 devono
essere
inserite
in
un
progetto
che
riguardi
l’azienda
per
intero,
al
fine
di
definire
gli
 obiettivi
e
le
linee
di
indirizzo

17



Tali
obiettivi
dovranno
essere
contestualizzati
con
l’ambiente
esterno,
ovvero
con
le
circolari
 e
le
leggi
(come
il
Piano
Sanitario
Regionale)
che
definiscono
il
sistema
di
finanziamento
e
il
 modello
organizzativo
dell’azienda
sanitaria,
e
tenere
presente
dei
fattori
produttivi
interni.



Il
 posizionamento
 dell’azienda
 sanitaria
 è
 il
 frutto,
 quindi,
 dei
 vincoli:
 interni
 (punti
 di
 forza/debolezza)
e
esterni
(opportunità/minacce).


Attraverso
 la
 Pianificazione
 Strategica
 viene
 definito
 l’adeguato
 svolgimento
 dell’attività
 necessaria
 per
 soddisfare
 le
 finalità
 Istituzionali.
 Questo
 è
 un
 momento
 necessario
 per
 l’esistenza
del
controllo
economico‐aziendale
(verso
il
miglioramento
continuo).


Alla
fase
di
pianificazione
strategica
suddetta

18


(che
definisce
le
principali
linee
di
indirizzo),
 segue
 la
 fase
 del
 controllo
 direzionale
 (programmazione
 e
 pianificazione
 operativa
 per
 attuare
le
strategie
in
modo
efficiente
ed
efficace)
e
la
fase
del
controllo
operativo
(controllo
 interno
 che
 verifica
 la
 concreta
 esecuzione
 dei
 compiti
 suddetti)

19

,
 infatti
 per
 definire
 una
 efficace
pianificazione,
necessita
il
controllo
del’effettivo
perseguimento
dei
risultati.


Terminata
la
fase
ideativa,
che
comprende
l’Indagine
prospettica
e
la
scelta
della
strategia,
si
 ha
 la
 sua
 realizzazione,
 che
 avviene
 attraverso
 la
 definizione
 delle
 Politiche
 di
 Gestione,
 ovvero
il
sistema
di
decisione
che
traduce
in
operazioni
quanto
pensato.


In
questa
fase
di
realizzazione
(definita
Programmazione
Operativa),
si
creano
le
condizioni
 affinché
quanto
ideato
possa
svolgersi
in
modo
coerente
e
senza
spreco
di
risorse.
Ciò
dipende
 dalla
capacità
che
la
Struttura
Organizzativa
Aziendale
ha
di
recepire
gli
indirizzi
strategici
e
 di
 dargli
 una
 opportuna
 attuazione,
 e
 dipende
 anche
 dalla
 capacità
 del
 livello
 politico
 di
 trasmettere
i
suddetti
indirizzi
strategici.










17
“Questa
prima
fase,
la
definizione
degli
obiettivi,
ha
lo
scopo
primario
di
identificare
le
alternative
strategiche
pertinenti,
di
 stabilire
la
direzione
strategica
verso
la
quale
l’impresa
dovrebbe
procedere:
sia
considerata
nel
suo
complesso,
sia
nel
 dettaglio
delle
sue
unità
organizzative”
.
P.
Lorange,
pianificazione
strategica,
McGraw‐Hill,
Milano,
1980.
P.
47.
Sul
tema
si
 veda
anche
V.
Coda,
L’orientamento
strategico,
op.
cit.


18
V.
Coda,
L’orientamento
strategico
dell’impresa,
Utet,
Torino,
1988,
pp.
61‐62.
Schematizza
il
processo
di
panificazione
 strategica,
articolandolo
in
5
fasi:
1)
analisi
dell’ambiente
(minacce/opportunità);
2)
diagnostica
dell’impresa
(punti
di
 forza/debolezza
e
capacità
competitiva);
3)
individuazione
e
valutazione
delle
possibilità
di
azione;
4)
esame
dei
vantaggi
e
 svantaggi
di
ciascuna
iniziativa;
5)
formulazione
della
strategia
(definizione
delle
attività,
obiettivi,
mezzi
e
metodi).


19
Un’accessibile
e
completa
introduzione
ai
principali
temi
di
strategia
di
impresa
si
trova
in
Parolini
(1994,
pp.
357‐377)



(9)

Ciò
che
è
stato
previsto
a
livello
strategico
trova
attuazione
attraverso
le
decisioni/azioni
di
 breve
 termine
 definite
 appunto
 Direzionali
 o
 Operative,
 con
 cui
 si
 perseguono
 gli
 obiettivi
 intermedi
 (il
 cui
 raggiungimento
 è
 necessario
 per
 ottenere
 quelli
 generali)
 e
 si
 effettua
 una
 revisione
possibile
di
quelli
strategici
in
base
all’evoluzione
che
si
verifica

20

.



Le
 decisioni
 direzionali
 sono
 prese
 dai
 dirigenti
 (Direttore
 Generale,
 Direttore
 Amministrativo,
 Direttore
 Sanitario),
 sulla
 base
 delle
 indicazioni
 strategiche,
 ma
 in
 modo
 autonomo
 riguardo
 il
 modo
 di
 realizzarle.
 Queste
 decisioni,
 diverse
 da
 quelle
 strategiche,
 riguardano:
 la
 determinazione,
 la
 predisposizione
 e
 la
 combinazione
 dei
 mezzi
 generali
 e
 specifici,
 di
 vario
 ordine
 e
 natura
 qualitativa,
 considerati
 nell’aspetto
 quantitativo,
 da
 impiegarsi
nella
gestione
interna/esterna
per
raggiungere
i
risultati
coerenti
con
gli
obiettivi
 prefissati

21

.


Svolgere
questa
attività
comporta
quindi
l’attribuzione
delle
responsabilità
agli
operatori
in
 rapporto
 agli
 effetti
 ottenuti
 dalle
 decisioni
 prese.
 Necessita
 cioè
 la
 definizione
 dell’area
 di
 influenza
dei
diversi
responsabili,
e
la
valutazione
delle
azioni
attuate
in
base
alle
decisioni
ad
 essi
riferibili.


La
 Programmazione
 Operativa
 quantifica
 gli
 obiettivi,
 e
 ciò
 permette
 la
 valutazione
 dell’attività
posta
in
essere
e
l’analisi
delle
congruenze
con
gli
obiettivi
strategici.


Infine
 all’analisi
 quantitativa
 si
 aggiunge
 quella
 qualitativa,
 che
 valuta
 il
 modo
 con
 cui
 gli
 obiettivi
siano
stati
raggiunti.


Strumento
utilizzato
per
la
programmazione
e
il
controllo
operativo
è
il
Budget,
attraverso
cui
 si
esplicano
gli
obiettivi
quantitativi,
per
poter
scegliere
tra
le
decisioni
alternative
(funzioni
 guida)
 e
 per
 poter
 valutare
 l’operato
 dei
 managers
 sul
 raggiungimento
 degli
 obiettivi

22


 prefissati,
responsabilizzandoli.



 


Il
Budget
 


Il
 budget
 è
 uno
 strumento
 operativo
 di
 programmazione
 e
 controllo
 per
 Centri
 di
 Responsabilità
(CdR),
a
cui
sono
assegnati
gli
obiettivi
qualitativi/quantitativi
e
sono
correlate
 le
 risorse
 sia
 correnti,
 sia
 di
 investimento

23

.
 E’
 un
 sistema
 operativo
 aziendale
 sia
 di
 







20

“La
programmazione
è
un
fondamentale
momento
di
verifica
e
ripensamento
delle
scelte
strategiche
che
può
condurre
a
 modifiche
di
piani,
non
soltanto,
per
la
constatazione
di
sopravvenute
difficoltà
alla
loro
attuazione,
ma
come
occasione
di
 rianalisi
dei
presupposti
e
di
trasmissione
di
stimoli
sula
base
dei
segnali
che
l’ambiente
manda
all’organizzazione.”
M.


Bergamin
Barbato,
Programmazione
e
controllo,
op.
cit.,
pag.
324.


21

R.
Ferraris
Franceschi,
Finalità
dell’azienda
e
condizioni
di
funzionamento,
S.E.U.,
Pisa,
1984,
pag.
174.


22

Il
budget
può
essere
visto
sotto
due
diversi
profili:
“come
budget
per
programmi,
cioè
come
definizione
e
quantificazione
 dei
programmi
principali
che
l’impresa
intende
realizzare,
analizzati
per
linee
di
prodotto,
per
progetti,
e
così
via.
Tale
budget
 (…)
è
della
massima
importanza
per
orientare
alcune
delle
principali
scelte
della
direzione;

come
budget
di
responsabilità,
 cioè
come
programma
suddiviso
per
centri
di
responsabilità,
con
il
quale
si
collegano
gli
obiettivi
di
gestione
alla


responsabilità
delle
persone
poste
a
capo
dei
centri
stessi”.
L.
Brusa,
F.
Dezzani,
Budget
e
controllo
di
gestione,
Giuffré,
 Milano,
1983,
pp.
104‐105.


23
Si
riportano
alcune
definizioni
di
budget
proposte
dalla
letteratura:


“Il
budget
è
un
programma
di
gestione,
riferito
all’esercizio
futuro,
che
si
conclude
con
la
formulazione
di
un
bilancio
 preventivo.
Esso
non
è
un
programma
qualsiasi,
ma
possiede
ben
precisi
connotati,
che
lo
differenziano
da
altri
modi
di
 concepire
il
controllo
di
gestione.
Per
l’esattezza
le
sue
caratteristiche
sono:


a) la
globalità;


b) l’articolazione
per
centri
di
responsabilità;


c) l’articolazione
per
intervalli
di
tempo
infrannuali;


d) la
traduzione
in
termini
economico‐finanziari,
cioè
in
unità
monetarie”
(Brusa
e
Dezzani,
1983).


“Il
budget
rappresenta
un
piano
completo
delle
operazioni
sviluppate
dalla
direzione
e
che
abbraccia
n
periodo
definito
di
 tempo
che
è
l’anno.
Esso
è
un’espressione
formale,
in
termini
quantitativi,
delle
politiche
e
degli
obiettivi
direzionali
per
un
 periodo
specifico,
suddiviso
in
dettaglio
con
riguardo
al
tempo,
ai
prodotti
e
alle
responsabilità”
(Welsch,
1985).


“Il
budget
è
uno
strumento
di
misurazione
economico‐finanziaria
e
di
diffusione
di
obiettivi
e
di
mezzi
(risorse
varie),
atto
a
 rendere
più
razionale
la
gestione
aziendale”
(Bastia,
1989).


(10)

programmazione
 (strumento
 formale
 con
 cui
 si
 quantificano
 i
 programmi
 d’azione,
 se
 ne
 verifica
la
fattibilità
reddituale,
tecnica,
finanziaria,
e
si
allocano
le
risorse
coerentemente
con
 gli
 obiettivi
 da
 perseguire

24

),
 sia
 di
 Controllo
 (strumento
 che
 permette
 la
 valutazione
 della
 performance
e
quindi
l’effettivo
raggiungimento
degli
obiettivi
concordati).


La
 correlazione
 tra
 la
 componente
 di
 programmazione
 e
 quella
 di
 controllo,
 permette
 l’efficacia
dell’intero
processo.


Nel
 sistema
 di
 Controllo
 a
 cui
 si
 riferisce,
 il
 budget
 ha
 ruolo
 di
 esplicazione
 degli
 obiettivi
 quantitativi
orientati
al
breve
periodo
e
facenti
riferimento
ai
processi
interni.
Col
budget
si
 stabilisce
ciò
che
deve
essere
fatto,
le
modalità
mediante
le
quali
questo
è
possibile
e
le
risorse
 disponibili
e/o
acquisibili,
il
timing
di
azione,
i
responsabili
delle
azioni.
Per
gli
operatori
è
un
 efficace
 strumento
 per
 focalizzare
 al
 meglio
 il
 rapporto
 tra
 le
 risorse
 e
 i
 risultati,
 e
 per
 la
 rilevazione
degli
scostamenti,
la
loro
analisi
e
l’attivazione
delle
azioni
correttive.


Il
 modello
 utilizzato
 è
 quello
 con
 cui
 si
 definiscono
 gli
 obiettivi
 sulla
 base
 dei
 CdR
 (team
 di
 professionisti
 volti
 al
 raggiungimento
 dei
 medesimi
 risultati)

25


 con
 successiva
 negoziazione
 degli
obiettivi
condivisi
all’interno
dell’organizzazione
strutturata
di
professionisti

26

.


I
 presupposti
 affinché
 il
 budget
 possa
 svolgere
 adeguatamente
 la
 sua
 funzione
 sono:
 una
 mentalità
strategica
diffusa
e
un
elevato
coinvolgimento
degli
operatori
nella
determinazione
 degli
 obiettivi,
 dal
 quale
 si
 traggono
 informazioni
 utilizzate
 nel
 processo.
 La
 procedura
 di
 budget
quindi
deve
essere
gestita
a
livello
diffuso
dell’azienda,
in
modo
che
il
budget
possa
 essere
strumento
di
collegamento
dei
piani
strategici
con
la
realizzazione
operativa
e
quindi
 che
influisca
a
sua
volta
sulla
pianificazione
strategica.




 
 
 
 
 
 
 
 



 
 
 



 










“Documento
contabile‐amministrativo
che
individua
il
programma
di
gestione
attraverso
la
determinazione
dei
risultati
 economico‐finanziari
che
l’azienda
intende
raggiungere
nel
successivo
esercizio,
e

che
si
sintetizza
nella
formulazione
di
un
 bilancio
preventivo”
(Bocchino,
1994).


“Il
budget
è
un
programma
d’azione,
espresso
in
termini
quantitativo
monetari,
relativo
a
un
definito
orizzonte
temporale,
 variamente
articolato
su
periodi
più
brevi”
(Teodori,
1995).


“Possiamo
intendere
il
budget
come
un
sistema
di
valori,
elaborato
e
approvato
con
riferimento
alla
gestione
dell’impresa
 estesa
ad
un
dato
orizzonte
futuro,
nel
quale
trovano
espressione
in
termini
monetari
gli
obiettivi
dei
programmi
di
breve
 periodo,
definiti
coerentemente
agli
obiettivi
e
alle
strategie
di
piano”
(Selleri,
1997).


24
Annessi
Pessina
E.
in
Casati
G.
(a
cura
di),
programmazione
e
controllo
di
gestione
nelle
aziende
sanitarie,
Mc
Graw‐Hill,
 Milano,
2000.


25
Per
Teodori,
1995
“il
budget
non
richiede
necessariamente
l’esistenza
di
una
struttura
organizzativa
articolata
per
centri
di
 responsabilità”,
ma
“la
mancanza
di
questi
ultimi
rende
l’intero
sistema
di
programmazione
e
controllo
carente
o,
comunque,
 limitato”.


26
Anthony
scrive
al
riguardo
“la
differenza
tra
fini
dell’organizzazione
e
fini
personali
suggerisce
uno
degli
scopi
 fondamentali
di
un
sistema
di
controllo
direzionale.
Laddove
possibile,
infatti,
esso
dovrebbe
creare
un
sistema
di
 conseguenze
all’azione
per
cui
diventi
interesse
del
singolo
assumere
comportamenti
che
soddisfino
anche
le
finalità
 dell’organizzazione”.
R.
N.
Anthony
–
D.
W.
Yougn.
Controllo
di
gestione,
per
gli
enti
pubblici
e
le
organizzazioni
no
profit,
 McGraw‐Hill,
Milano,
1992,
p.
239.


Sul
complesso
delle
responsabilità
che
gravano
sui
professionisti
sanitari
si
veda
poi
F.
Zavattaro,
Il
controllo
di
gestione
nelle
 organizzazioni
professionali
complesse:
il
caso
della
sanità,
in
M.
Meneguzzo
–
F.
Zavattaro
–
M.
Mazzoleni
–
E.
Borgonovi,
La
 programmazione
ed
il
controllo
nelle
strutture
sanitarie,
Mc‐Graw‐Hill,
Milano,
1988,
pp.
57‐58.


(11)


 
 
 



 
 
 
 
 



 



 
 
 
 
 



 
 



 
 
 



 



 
 
 
 
 



 
 
 
 
 AMBIENTE


ESTERNO


DEFINIZIONE
DELLE
 LINEE
STRATEGICHE


FIG.
1

La
procedura
di
budget
 Livello
tecnico


GESTIONE


COORDINAMENTO
SU:


‐Rispondenza
del
budget
ai
criteri
 di
prog.ne


‐Assenza
di
sovrapposizione
e
 duplicazioni


‐Correttezza
e
attendibilità
 risultati
attesi


‐Inadeguatezza
rispetto
a
 priorità
e
ob.vi
generali


‐Inadeguatezza
risultati
 attesi
rispetto
alle
risorse
 Livello
tecnico


NEGOZIAZIONE
 Politici/Dirigenti


Controller


Servizio
finanziario
 Organismo
di
 coordinamento
 dirigenti


BUDGET
PER
CENTRO


DI
RESPONSABILITA’


(12)

Il
budget
è
uno
strumento
necessario
per
dare
significato
alla
responsabilizzazione
dettata
dal
 D.
 lgs.
 29
 del
 1993
 e
 dalla
 legge
 127
 del
 1997
 (Bassanini
 2),
 perché
 mette
 in
 rapporto
 le
 risorse
 e
 i
 risultati
 per
 il
 funzionamento
 del
 sistema
 di
 controllo.
 Ponendo
 in
 relazione
 le
 risorse
e
gli
obiettivi,
accoglie
i
programmi
d’azienda
relativi
allo
svolgimento
dell’attività
di
 routine
 ed
 anche
 dei
 progetti
 di:
 riorganizzazione,
 aumento
 dell’attività,
 miglioramento
 dell’efficacia,
dell’efficienza
e
della
qualità.


A
 differenza
 delle
 aziende
 private,
 dove
 gli
 obiettivi
 sono
 prevalentemente
 finanziari,
 o
 comunque
legati
ai
volumi
ed
ai
prezzi,
nelle
aziende
pubbliche
sanitarie
il
fatturato
di
per
sé
 non
 comporta
 alcun
 giudizio
 positivo
 sull’operato
 di
 un’unità
 organizzativa.
 In
 questa
 situazione,
 bisogna
 prevedere
 quindi
 già
 in
 fase
 di
 definizione
 del
 budget
 ,
 che
 gli
 obiettivi
 siano
anche
qualitativi
e
per
questo
legati
all’efficacia
dell’assistenza
e
all’appropriatezza
della
 stessa,
che
è
di
particolare
importanza
in
quanto
deve
essere
coerente
con
i
fini
istituzionali
 dell’azienda
sanitaria

27

.


Per
 analizzare
 le
 caratteristiche
 del
 budget
 dobbiamo
 distinguere
 la
 dimensione
 Strutturale
 da
quella
di
Processo.



Nel
primo
caso
(strutturale)
rientrano
le
relazioni
esistenti
tra
i
modi
di
governo
determinate
 dagli
 assetti
 istituzionale
 e
 dalle
 caratteristiche
 della
 struttura
 organizzativa,
 con
 il
 sistema
 interno
 di
 responsabilizzazione
 (Relazione
 tra
 azienda
 sanitaria
 e
 livello
 regionale,
 ovvero
 ambiente
esterno).


Nel
 secondo
 caso
 (processo)
 ci
 si
 riferisce
 al
 modo
 di:
 definizione
 degli
 obiettivi
 e
 dell’allocazione
delle
risorse,
dove
possiamo
ulteriormente
distinguere
l’aspetto
organizzativo
 e
quello
decisionale/procedurale.


Quando
 consideriamo
 l’aspetto
 del
 processo
 decisionale
 dobbiamo
 prendere
 in
 considerazione
i
collegamenti
logici
e
funzionali
che
si
instaurano
tra
il
processo
di
budget,
il
 processo
di
pianificazione
strategica
e
le
modalità
operative
che
presiedono
alla
elaborazione
 integrata
 e
 coerente
 dei
 singoli
 documenti
 di
 budget,
 attraverso
 cui
 verificare
 la
 fattibilità
 economica,
tecnica,
finanziaria
di
breve
periodo.


Perciò
necessita
che
il
budget
sia:


‐ Globale:
 per
 ottenere
 l’unitarietà
 della
 gestione
 aziendale,
 lo
 strumento
 deve
 coinvolgere
 le
 totali
 componenti
 e
 le
 funzioni
 aziendali,
 cioè
 che
 sia
 a
 livello
 complessivo
 aziendale
 (non
 nel
 singolo
 CdR),
 dove
 si
 ha
 la
 responsabilità
 dell’equilibrio
economico‐finanziario
e
di
perseguimento
di
specifici
fini
di
istituto;


‐ Periodico:
 ovvero
 che
 il
 tempo
 che
 copre
 coincida
 con
 l’anno
 solare
 o
 col
 periodo
 di
 riferimento
dell’allocazione
delle
risorse
finanziarie
da
parte
della
regione;


‐ Articolato
 per
 CdR:
 in
 modo
 che
 gli
 obiettivi
 di
 attività
 e
 le
 correlate
 risorse
 siano
 definite
 con
 riferimento
 specifico
 all’unità
 organizzativa
 responsabile
 del
 loro
 raggiungimento.
 Ma
 la
 suddivisione
 dell’organizzazione
 pubblica
 in
 CdR
 potrebbe
 creare
 il
 rischio
 di
 una
 eccessiva
 settorializzazione
 e
 frammentazione
 della
 gestione,
 perciò
 si
 ha
 l’esigenza
 di
 coordinare
 il
 risultato
 finale
 voluto
 in
 una
 visione
 olistica
 dell’attività.
 All’aumentare
 della
 complessità
 organizzativa,
 aumenta
 anche
 il
 fabbisogno
di
coordinamento,
che
si
ottiene
definendo
puntualmente
i
totali
compiti
da
 







27

Alcuni
autori
fanno
esclusivamente
riferimento
agli
obiettivi
monetari.
Brusa

e
Dezzani
(1983),
analizzano
le
 caratteristiche
delle
“grandezze
o
parametri
più
idonei
per
esprimere
gli
obiettivi
di
una
certa
area
di
responsabilità”,
 sostengono
che
“date
le
caratteristiche
del
budget,
che
è
un
programma
espresso
in
valori,
tali
grandezze
sono
misurate
in
 unità
monetarie”.
Per
Arcari
(1191),
analogamente,
“quando
elaboriamo
un
budget
definiamo
alcuni
obiettivi
validi
per
il
 breve
periodo,
espressi
attraverso
il
metro
monetario”.
Altri
autori
ammettono
invece
la
possibilità
di
integrare
obiettivi
 monetari
con
obiettivi
non
monetari,
quantitativi
o
addirittura
qualitativi.
Per
Selleri
(1997)
per
esempio,
“le
argomentazioni
 svolte
ci
portano
a
riconoscere
che
la
valutazione
delle
prestazioni
dei
responsabili
di
centro
deve
essere
basata


congiuntamente
su
elementi
quantitativi
(grado
di
raggiungimento
degli
obiettivi
economici)
e
su
elementi
qualitativi.
Questi
 ultimi
rivolti,
da
un
lato,
ad
integrare
i
primi
e,
dall’altro,
a
ricollegare
le
prestazioni
dei
responsabili
di
centro
agli
obiettivi
 generali
dell’impresa”.


(13)

svolgere
e
il
modo
con
cui
svolgerli,
oppure
come
avviene
nelle
aziende
sanitarie
dove
 si
 ha
 la
 rivendicazione
 di
 autonomia
 professionale
 da
 parte
 dei
 dirigenti
 medici,
 individuando
i
risultati
e
gli
obiettivi
concordati
da
perseguire
da
parte
dei
vari
organi,
 senza
definire
i
modi
del
loro
raggiungimento,
che
sono
invece
lasciati
all’autonomia
 professionale
(definisco
le
responsabilità
per
ogni
livello
dell’organizzazione);


‐ Collegato
 alla
 pianificazione
 strategica:
 siano
 cioè
 dipendenti
 perché,
 se
 il
 momento
 strategico
non
è
convenientemente
strutturato,
verranno
a
crearsi
effetti
negativi
sulla
 pianificazione
operativa
e
quindi
sull’elaborazione
del
budget.
La
mancanza
di
questo
 collegamento
 comporterebbe
 una
 sopravvalutazione
 del
 breve
 periodo
 a
 discapito
 delle
 implicazioni
 strategiche

28

.
 Quindi
 il
 processo
 di
 budget
 deve
 legarsi
 alla
 pianificazione,
e
creare
un
ciclo
continuo,
in
cui
il
momento
strategico
e
operativo
si
 fondano,
 mantenendo
 però
 la
 necessaria
 distinzione
 di
 funzioni
 e
 di
 strumenti

29

.
 La
 necessità
di
un
budget
coerente
con
i
piani
strategici
approvati
e
con
le
manifestazioni
 dei
 bisogni,
 impone
 ai
 vari
 responsabili
 il
 compito
 di
 effettuare
 una
 contrattazione
 relativa
ai
traguardi
intermedi
e
alle
risorse,
in
modo
che
vi
sia
un
contributo
ordinato
 al
 raggiungimento
 degli
 obiettivi
 di
 lungo
 periodo.
 Ed
 evitare
 il
 verificarsi
 di
 forze
 disgregatrici
che
allontanino
le
unità
organizzative
dagli
obiettivi
comuni,
a
favore
di
 quelli
 singoli.
 Ciò
 comporta
 la
 necessità
 che
 si
 instauri
 un
 dialogo
 tra
 le
 parti
 interessate,
 superando
 le
 barriere
 delle
 aree
 di
 competenza.
 Il
 budget
 consente
 un
 coordinamento
orizzontale/verticale
delle
diverse
funzioni,
impostando
la
gestione
del
 sistema
con
l’identificazione
degli
obiettivi
legati
ad
un
fine
comune

30

.


Il
budget
definisce
le
quantità
di
breve
termine
delle
linee
strategiche
per
offrire
ai
diversi
 responsabili
i
dati
concreti
a
cui
riferire
la
gestione
e
la
programmazione,
rappresentando
 così
 un
 efficace
 strumento
 di
 comunicazione
 tra
 il
 vertice
 e
 la
 base
 aziendale,
 è
 uno
 strumento
con
valenza
strategica.
E’
fondamentale
per
la
programmazione
e
il
controllo
ed
 è
 anche
 un
 sistema
 di
 responsabilizzazione
 dell’organizzazione,
 a
 cui
 ogni
 singola
 unità
 appartiene
(raggiungimento
degli
obiettivi
con
l’uso
delle
sole
risorse
assegnate)
e
di
auto
 responsabilizzazione,
 in
 quanto
 le
 unità
 organizzative
 (e
 i
 singoli
 operatori
 che
 le
 compongono)
devono
essere
in
grado
di
valutare
il
rapporto
obiettivi‐risorse

31

.


Il
processo
di
budget
consente
di:


‐ esplicare
 chiaramente
 gli
 obiettivi,
 così
 da
 creare
 i
 punti
 di
 riferimento
 utili
 per
 orientare
l’attività
di
ogni
persona
verso
un
fine
comune.
In
una
realtà
complessa
come
 l’azienda
 pubblica,
 questa
 conoscenza
 è
 necessaria
 per
 poter
 fronteggiare
 i
 problemi
 sia
quando
si
presentano
che
per
anticiparli;


‐ responsabilizzare
e
motivare
gli
operatori,
perché
quando
gli
obiettivi
derivano
da
una
 compartecipazione
 alla
 loro
 determinazione,
 essi
 saranno
 condivisi
 ed
 ognuno
 si
 sentirà
obbligato
moralmente
verso
gli
altri
a
fare
il
possibile
per
raggiungerli;










28

Cfr.
G.
Brunetti,
Il
controllo
di
gestione,
op.
cit.
pag.
175.


29

Cfr.
U.
Bertini,
Il
sistema
d’azienda,
op.
cit.
pag.
129,
“Solo
in
questo
modo
il
budget
diventa
una
base
significativa
per
 valutare
il
grado
di
raggiungimento
della
strategia.
Si
realizza
così
un
osmosi
tra
i
due
strumenti
e
tra
i
due
processi,
 mantenendo
però
la
separazione
di
ruoli”.


30

In
merito
alla
necessità
che
il
budget
riesca
sempre
più
ad
integrare
i
diversi
“settori”
dell’azienda
il
Brusa
afferma:
“Negli
 ultimi
anni
tale
tipo
di
articolazione
del
budget
e
del
sistema
di
controllo
(di
tipo
settoriale)
è
stato
giudicato
insufficiente
e,
a
 volte,
controproducente,
in
quanto
può
favorire
un
orientamento
“settoriale”
e
poco
integrato,
più
rivolto
agli
obiettivi
 particolari
che
ai
traguardi
generali
dell’azienda.
Si
è
proposto
allora
di
integrare
il
controllo
dei
centri
con
quello
dei
 processi,
e
quindi
di
concepire
il
budget
come
sintesi
o
aggregazione
di
questi
ultimi”.
L.
Brusa,
L’amministrazione
e
il
 controllo,
Etas,
Kompass,
Milano,
1983,
pag.
130.


31

Per
ulteriori
approfondimenti
si
vedano:
A.
Bubbio,
Il
budget
nel
governo
dell’impresa,
Il
Sole
24
ore,
Milano,
1995;
M.


Saita,
Il
budget
economico,
finanziario
e
patrimoniale,
McGraw‐Hill,
Milano
1990;
L.
Brusa
–
F.
Dezzani,
Budget
e
controllo
di
 gestione,
Giuffré,
Milano,
1983.


(14)

‐ coordinare
le
attività,
perché
con
l’analisi
della
gestione
per
attività,
l’obiettivo
finale
 deriverà
dalla
integrazione
degli
obiettivi
delle
attività
intermedie;


‐ attuare
 una
 razionale
 allocazione
 delle
 risorse
 attraverso
 la
 focalizzazione
 all’intera
 organizzazione,
piuttosto
che
al
singolo
servizio,
o
centro,
riuscendo
così
a
percepire
la
 situazione
di
scarsità
delle
risorse.

32


 
 
 


PERCEZIONE


 
 
 
 
 
 
 
 LINEE
STRATEGICHE


AMBIENTALE
 
 
 
 
 
 
 
 E
OBIETTIVI



 


ANALISI
CRITICA
 
 
 
 CDR
 
 
 
 




ANALISI
DELLA


DELL’ATTIVITA’
 
 
 COERENZA

 








DAL
PUNTO
DI
 
 
 
 






RISPETTO


VISTA
TECNICO
 
 
 
 
 
 
 
 




AI
BISOGNI
INTERNI


E
ORG.VO
 
 
 
 
 
 
 
 E/O
ESTERNI








 



 



 
 
 
 
 
 
 
 ‐
Modifica
mod.
op.



 
 
 
 
 IPOTESI
DI
 
 
 




‐
Aumento/dim.
Atti.



 
 
 
 
 OBIETTIVI 
 ‐Miglioram.
Quali.


NEGOZIAZIONE
 
 
 
 

‐Cambiam.
Priorità



 
 
 
 
 
 

‐Miglior.
Efficienza



 
 
 






 
 
 
 



 
 
 
 DETERMINAZIONE
 
 



 
 
 
 FATTORI
PROD.VI



 
 
 
 
 



NECESSARI


VERIFICA:


FINANZIARIA
 DI
COMPATIBILITA’


DI
COERENZA


………
 
 
 
 



 
 





 DETERMINAZIONE



 
 
 
 

OBIETTIVI




 
 
 
 
 






E




RISORSE



 
 
 
 
 


FIG.
2
Il
budget
di
centro



 
 
 
 
 










32

Anselmi
L.
Il
controllo
di
gestione
nelle
amministrazioni
pubbliche,
Rimini,
Maggioli,
1997.


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