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2. Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp)

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Academic year: 2021

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2. Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp)

2.1 Il tema

La scelta di progettare un istituto comprensivo di scuola elementare e media nella città di Massa risponde all’ esigenza, messa in luce dall’amministrazione comunale, di collocare questo servizio nell’area compresa tra il centro cittadino e Marina di Massa e di costruire un edificio capace di dare un’adeguata risposta alle necessità dei bambini e delle famiglie, necessità diverse rispetto al passato.

Il ruolo educativo della scuola appare oggi sempre più difficile e importante. I bambini che frequentano le scuole dell’obbligo provengono da luoghi e da culture distanti tra loro, la famiglia si è trasformata e le esigenze del lavoro fanno si che i genitori abbiano meno tempo a disposizione e affidino sempre di più alla scuola l’educazione dei figli. L’edificio scolastico è il luogo dove i bambini fin dall’infanzia passano la maggior parte del loro tempo, oggi non solo la scuola materna ma anche l’ elementare e la media prevedono la possibilità del tempo pieno.

Tali trasformazioni sono colte e affrontate nella nuova riforma scolastica (legge n.53 del 28 Marzo 2003) e già precedentemente nel D.P.R 104 del 1985 relativo all’introduzione dei nuovi programmi ministeriali; in entrambe le norme si mette in evidenza l’importanza dello svolgimento, accanto alle materie classiche di insegnamento, anche di materie quali l’educazione fisica, l’informatica, la lingua e di diverse attività di carattere pratico che concorrono allo sviluppo completo ed equilibrato della personalità del bambino.

Tale innovazione nella didattica non trova però un’adeguata risposta nelle norme relative all’edilizia scolastica che attraversa attualmente una fase di transizione determinata dalla coesistenza di due disposti normativi:

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- il decreto ministeriale del 18 dicembre 1975 "Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica";

- la legge n. 23 dell’11 gennaio 1996, "Norme per l’edilizia scolastica", tuttora in attesa di un regolamento di definizione delle norme tecniche.

Allo stato attuale la progettazione degli edifici scolastici è quindi ancora regolamentata dal decreto del 1975, che pur essendo in molti aspetti attuale, per altri appare distante dalle nuove linee di sviluppo.

Una lettura approfondita delle ultime leggi in materia di organizzazione didattica porta infatti a concentrare l’attenzione verso strutture che tendono all’accorpamento, al fine di creare complessi nei quali sia possibile realizzare in comune le unità per lo sport, per la biblioteca, per la mensa, per l’auditorio magari utilizzabili anche dalla comunità extrascolastica, così da ottenere un abbattimento dei costi ma anche un’apertura della scuola all’ambiente circostante. Su questa linea si orienterà la progettazione in esame. Le numerose funzioni che vengono svolte nell’organismo scolastico e le risorse richieste sia per la realizzazione che per l’esercizio suggeriscono un approccio analitico nello studio delle funzioni e delle possibili soluzioni. Nel presente capitolo si partirà appunto dall’esplicitazione delle funzioni, sia quelle classiche che permangono nelle scuole, sia le nuove che oggi trovano posto nell’offerta formativa, per passare poi ad individuare le attività, le esigenze, ponendo costante attenzione al costo globale, somma di quello di produzione e di gestione nella vita utile del complesso edilizio. Il fine di tale attività è il raggiungimento della Qualità Totale, obbiettivo più volte richiamato nella legge 109 dell’11 febbraio 1994 sui lavori pubblici.

Il concetto di qualità coinvolge numerosi aspetti che possono essere raggruppati in:

- Aspetti ambientali relativi all’inserimento delle opere nell’ambiente naturale e

costruito, all’accessibilità per tutti, alla fruibilità, alla percezione. Il fatto che la struttura sia realizzata per i bambini implica lo sforzo di valutare le varie soluzioni analizzandole anche e soprattutto dal loro punto di vista.

- Aspetti distributivo-funzionali in relazione alla fruizione degli spazi, all’analisi dei

percorsi, al dimensionamento delle varie parti e al loro collegamento, alla flessibilità, alla versatilità richiesti ad una struttura dove si svolgono attività sempre diverse, ma anche agli aspetti impiantistici che devono garantire condizioni di benessere ma nello stesso tempo limitare i consumi e soprattutto gli sprechi.

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- Aspetti tecnici in termini di scelta dei materiali, di sicurezza, di durabilità, di

affidabilità, di costi di manutenzione a garanzia del mantenimento nel tempo di un elevato valore del bene.

- Aspetti socio-economici in relazione alla richiesta da parte della società di opere capaci

di soddisfare i propri bisogni in relazione alle risorse disponibili.

Perché un processo progettuale porti alla realizzazione di una struttura veramente capace di soddisfare le richieste dell’utente, occorre che fin dal principio queste siano al centro delle scelte progettuali. Nel caso in esame, l’utente principale è il bambino, con esigenze e modi di percepire lo spazio che risultano difficili da comprendere e interpretare da parte di un progettista, ovviamente adulto, al quale quindi è richiesto lo sforzo di svincolarsi dalle sue forme di percezione, dal suo modo di vedere e valutare per fissare gli obbiettivi e giudicare da una diversa prospettiva. Utenti della scuola sono anche gli insegnanti, chiamati a gestire ed ad utilizzare gli spazi, ma nel caso, come quello in esame, di una scuola aperta anche alla comunità extrascolastica la tipologia degli utenti si allarga e diventa quella che caratterizza tutti gli spazi di uso pubblico.

Nello svolgere il tema si è fatto costantemente riferimento alla normativa nazionale attualmente in vigore (D.M. del 18 Dicembre 1975), tuttavia le osservazioni sopra riportate hanno suggerito lo sviluppo di un contatto diretto e continuativo con l’ambiente scolastico. L’analisi è stata supportata da una fase informativa rivolta ai bambini e ai ragazzi tramite attività proposte dagli insegnanti per comprendere le loro richieste, le loro esigenze e le loro idee. Contemporaneamente sono state svolte interviste informali ai docenti grazie alle quali è stato possibile riflettere su aspetti che solo chi per anni vive direttamente a contatto coi bambini è capace di cogliere.

La possibilità offerta da un gruppo di insegnanti di seguire da vicino la programmazione e partecipare a momenti didattici ha reso possibile lo sviluppo della sensibilità necessaria per affrontare la progettazione in esame. (Il risultato delle attività svolte è riportato in allegato A)

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2.2 Il luogo

2.2.1 La collocazione nella città di Massa e il rapporto col contesto

L’area scelta per la progettazione dell’edificio scolastico si colloca in un quartiere residenziale nella fascia intermedia che collega la città di Massa con Marina di Massa. Nell’area in esame manca infatti la scuola media e una scuola elementare in grado di offrire il servizio del tempo pieno.

Questa zona negli ultimi anni ha conosciuto un intenso sviluppo edilizio, soprattutto residenziale e oggi, grazie al decentramento di numerosi servizi si delinea come nuovo polo di aggregazione urbana.

La scelta del tema e del luogo per la costruzione discende da un’analisi della situazione dell’edilizia scolastica nel territorio cittadino svolta insieme ai tecnici dell’amministrazione comunale nell’ambito del tirocinio formativo.

Le scuole elementari sono distribuite in modo capillare ed equilibrato nel territorio.

Come evidenziato in tabella 1 sono raggruppate in quattro circoli in base agli ambiti territoriali di competenza attraverso un’organizzazione amministrativa orizzontale; si hanno poi quattro istituti comprensivi che presentano quindi un’organizzazione verticale. Il primo circolo e i gli istituti comprensivi Battistini, Alteta e Castagnola servono l’area del centro storico. Si ha una sola scuola a tempo pieno, l’istituto Battistini, munita di cucina refettorio e palestra di nuova edificazione. Tutte le altre strutture possiedono aule adibite a palestra; gli istituti comprensivi, poiché comprendono sezioni di scuola materna presentano le caratteristiche per poter offrire il servizio del tempo pieno, la cucina e uno spazio utilizzabile come refettorio.

Il secondo circolo che ricopre l’area di Marina di Massa comprende quattro scuole. Allo stato attuale nessuna di queste prevede la possibilità del tempo pieno. Due strutture sono collegate con la scuola materna infantile e ciò potrebbe facilitarne l’introduzione, per la presenza di una cucina funzionante. Tuttavia si incontrerebbero delle difficoltà soprattutto per la mancanza di spazi adeguati per l’allestimento del refettorio. Inoltre, a mio avviso le scuole nelle quali si effettua il tempo pieno dovrebbero essere dotate di adeguati spazi per le attività sportive e integrative, a causa delle numerose ore passate dal bambino all’interno della struttura. Le scuole in esame non sono dotate di palestre regolamentari ma hanno destinato spazi aperti e/o coperti più o meno grandi a aree per le attività sportive.

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Le scuole appartenenti al terzo circolo, corrispondente all’area montana, presentano le caratteristiche migliori. Le strutture, infatti, costruite quando i paesi erano più densamente popolati risultano molto più ampie delle necessità relative all’esiguo numero degli alunni. Due scuole offrono il servizio del tempo pieno, e due quello del tempo prolungato(dalle 8 alle 15). Tuttavia la distanza dal centro e la mancanza di spazio verde in collegamento alla scuola non permette di ipotizzare un trasferimento di parte degli alunni verso queste strutture. Sono sicuramente le strutture scolastiche del 4 circolo, che serve l’area intermedia tra Massa e Marina di Massa ad essere inadeguate alla domanda e a non presentare i requisiti cui una scuola deve rispondere.

Solo la scuola elementare Ronchi offre il servizio del tempo pieno ed essendo la sola nell’area di Marina di Massa risulta sovraffollata, è l’unica scuola a presentare due sezioni di insegnamento. L’edificio inizialmente dimensionato per una sola sezione è stato oggetto di numerosi interventi per adattarlo alle crescenti domande. In luogo della palestra sono state allestite le aule, il refettorio, risulta piccolo e costringe a consumare i pasti in più turni, non si hanno spazi per lo svolgimento delle materie integrative, come informatica, lingua, educazione artistica, obbligatorie anche nella scuola elementare dopo l’approvazione dei nuovi programmi ministeriali e che hanno bisogno di particolari allestimenti e spazi più ampi della normale aula.

Solo una delle scuole del circolo presenta spazi per l’attività sportiva che nelle altre viene svolta presso strutture private convenzionate con il comune, ma non raggiungibili a piedi, fatto che crea non pochi problemi di organizzazione da parte degli insegnanti.

Nella tabella seguente sono riassunti i risultati dell’analisi delle strutture scolastiche che ospitano le scuole elementari. Si mette in evidenza la presenza o meno di ASO (Ambiti spaziali omogenei) spazio per l’attività sportiva distinguendo le scuole che presentano una palestra regolamentare da quelle che hanno allestito uno spazio più o meno grande per lo svolgimento di tale attività. Si inoltre indicano le scuole che presentano l’ASO spazio mensa, quelle cioè che offrono il servizio a tempo pieno e si evidenziano le strutture che per la presenza della cucina e di un locale utilizzabile come refettorio potrebbero offrire tale servizio. L’ identificazione delle ASO è in corrispondenza con la classificazione che verrà effettuata nei successivi paragrafi del presente capitolo.

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ASO 4

Spazio per lo sport ISTITUTO Circolo Palestra regolamentar e Aula adibita a palestra ASO 3 Spazio per la mensa Possibilità di ASO3 Spazio per la mensa S. elementare "R. Fucini" 1 S. elementare "S. D’acquisto" 1 S. elementare "G. Carducci" 1 S. elementare "D. Alighieri" 1 S. elementare "Marina di Massa" 2 S. elementare "Bondano" 2

S. elementare "Casone" 2

S. elementare "Via Fiume" 2 S. elementare "G.Mazzini" 3 S. elementare "M.Montessori" 3 S. elementare "M.Paolini" 3 S. elementare "M.Garosi" 3 S. elementare "Pariana" 3 S. elementare "G.Garibaldi" 3 S. elementare "G.Galilei" 3 S. elementare "E.de Amicis" 3 S. elementare "G.Bresciani" 4 S. elementare "Poveromo" 4 S. elementare "Ronchi" 4 S. elementare "Villette B" 4 S. elementare "C Collodi" 4 S. elementare "V.Giudice" 4 Istituto comprensivo "M.Battistini"

Istituto comprensivo "Parini" Istituto comprensivo

"Castagnola"

Istituto comprensivo "Alteta"

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Le cinque scuole medie presenti nel territorio mostrano invece una distribuzione inadeguata: tre sono collocate nel centro città e due nel centro di Marina di Massa, tale servizio è assente nella fascia intermedia. Accanto ad edifici di nuova costruzione dotati degli spazi e delle attrezzature necessarie per lo svolgimento di tutte le attività didattiche, palestra, auditorium, mensa e circondati da ampi spazi verdi ve ne sono altre che non presentano tali caratteristiche e non rispondono ai requisiti di sicurezza, fruibilità, e benessere. In particolare la scuola media "Malaspina", inserita in un edificio storico, presenta notevoli difficoltà nell’adattarsi alle richieste di spazi e attrezzature sempre più specializzate e nell’adeguarsi alle norme per garantire la sicurezza. La mancanza inoltre di spazio verde, di un filtro nei confronti del traffico, di spazi aperti e sicuri nel caso di sfollamento di emergenza, e la vicinanza eccessiva con la scuola media Bertagnini (poco più di 100 m ) suggeriscono un suo trasferimento.

Dunque nel progetto in esame si propone la ricollocazione della scuola media "Malaspina", composta da sei sezioni di insegnamento, e di una scuola elementare a tempo pieno, composta da due sezioni, che alleggerisca la pressione sulle strutture del quarto circolo e che presenti le caratteristiche adeguate ad una lunga permanenza dei bambini.

Una volta determinata la zona di intervento la localizzazione, così come indicato dal Decreto Ministeriale del 18 Dicembre 1975, discende da uno studio morfologico preliminare dell'ambiente e dalla valutazione delle conseguenze determinate dalla scuola nel contesto in cui viene inserita. La scelta di tale sito è stata effettuata in collaborazione coi funzionari del Comune di Massa durante lo svolgimento del tirocinio formativo. E’ stato analizzato l’attuale sviluppo urbano e confrontato con le previsioni del Piano Regolatore Generale attualmente in uso anche se in fase di sostituzione.

Come mostrato in figura 1 le strade previste dal Piano Regolatore (indicate in rosso) non sono state realizzate. L’area destinata alla costruzione della scuola media (indicata in arancio) risulta frazionata dalla viabilità esistente. Inoltre nell’area adiacente alla Villa Rinchiostra, destinata dal piano alla collocazione di un asilo nido,(indicata in verde) impianti sportivi (indicati in giallo) ed in parte alla scuola media sono stati realizzati unicamente impianti sportivi per il gioco del calcio.

Alla luce di tali considerazioni è stata formulata una proposta in grado di mantenere le strutture realizzate e consentire il completamento delle previsioni del piano.

Come indicato in figura 2 nell’area adiacente alla Villa Rinchiostra vengono mantenuti gli impianti per il gioco del calcio (indicati in azzurro), nell’area adiacente a via Quercioli si

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propone la realizzazione dell’asilo nido e nell’area situata tra via Romana, via Anacarsi Nardi e via Quercioli la costruzione della scuola media, i cui impianti sportivi saranno però aperti a tutta la collettività.

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La proposta mantiene inalterate le superfici destinate ai diversi interventi e consente l’accessibilità alle diverse aree e la fattibilità degli interventi sia con la viabilità attuale, sia con quella prevista

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Di particolare importanza risulta l’analisi del rapporto con le aree limitrofe.

A sud-est si sviluppa un quartiere popolare realizzato intorno agli anni ‘70 e caratterizzato da edilizia di scarsa qualità, degrado architettonico e sociale, mancanza di servizi e scarsa attenzione alle problematiche ambientali.

A nord-est si ha un quartiere eterogeneo, tradizionalmente agricolo dove permangono edifici rurali storici, piccoli spazi per le coltivazioni e allevamenti i ovini, bovini e pollame di ridotte dimensioni.

Negli ultimi anni tale area stata oggetto di un’intensa attività edilizia.

Fig.3: Condominio situato nel quartiere contiguo alla scuola

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Sono state realizzate numerose abitazioni, prevalentemente case a schiera, bi-tri-familiari, piccoli condomini, senza un adeguato sviluppo della viabilità interna al quartiere e senza dotare l’area di spazi verdi e servizi. Oggi si ha dunque un quartiere residenziale nel quale sembrano perdersi i legami col tradizionale mondo agricolo e che, a causa di una scarsa attenzione alle problematiche ambientali, risulta congestionato e inquinato.

La scuola si pone dunque come cerniera e punto di incontro tra due diverse realtà ambientali e sociali, si apre al territorio con la palestra, la biblioteca e l’auditorium, ma si protegge dal traffico e dal rumore circondandosi di verde; con una marcata attenzione all’ambiente e al risparmio delle risorse si pone in dissonanza con lo sviluppo edilizio circostante e si delinea come un esempio di architettura sostenibile.

Si ritiene che la presenza di una struttura scolastica e degli spazi sportivi e culturali ad essa collegati favoriranno lo scambio di relazioni sociali, assumendo, insieme con altre componenti della struttura urbana, il carattere di strumento correttivo e incentivo della pianificazione urbanistica.

Il sito scelto per la realizzazione dell’edificio scolastico è efficacemente collegato sia con il quartiere che con l’intera città attraverso strade di grande importanza (viale della Repubblica e viale Roma)

Il lotto si trova in posizione baricentrica rispetto all’area che s’intende servire; presenta facilità di accesso sia pedonale che carrabile essendo collegato su tre lati con strade di media importanza. Vengono quindi rispettate le indicazioni riportate in normativa che indicano come distanza massima percorribile a piedi per le scuole elementari 500 m e per le scuole medie 1000 m.

Il percorso casa-scuola risulta essere agevole ed effettuabile nelle condizioni di massima sicurezza senza attraversamenti di linee di traffico stradale e ferroviario non munite di semaforo per l’attraversamento pedonale. Inoltre nell’area in esame sono in corso studi di miglioramento della viabilità atti a superare i problemi relativi a intersezioni stradali con l’inserimento di rotatorie e a incentivare l’uso di mezzi alternativi con l’introduzione di piste ciclabili e percorsi pedonali.

Durante lo svolgimento del tirocinio formativo sono stati effettuati, insieme con i tecnici comunali preposti alla progettazione di tali opere, i rilievi necessari alle realizzazioni sopra indicate. Per gli alunni provenienti da ambiti territoriali diversi da quello del quartiere il sito risulta facilmente raggiungibile con mezzi pubblici o privati con tempi di percorrenza inferiori a 15-20 minuti, grazie alla vicinanza di viali di grande importanza.

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Le fermate del mezzo pubblico si trovano a distanze contenute, un massimo di 500 m e collegate alla scuola con percorsi agevoli e sicuri.

Per quanto riguarda le condizioni ambientali il luogo scelto rispecchia le caratteristiche richieste dalla norma si trova infatti lontana da depositi e da scoli di materie di rifiuto, da acque stagnanti, da strade di grande traffico, da industrie rumorose e dalle quali provengono esalazioni moleste e nocive, da cimiteri e da tutte quelle attrezzature urbane che possono comunque arrecare danno o disagio alle attività della scuola stessa.

Fig 5: Lotto dove è prevista la realizzazione dell’edificio scolastico

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La località è aperta, consente un ottimo soleggiamento, non è esposta a venti fastidiosi e non è situata sottovento a zone da cui possano provenire esalazioni o fumi nocivi. L’ampiezza del sito scelto offre la possibilità di circondare la scuola di spazio verde e caratterizzare l’area con alberi di diversa natura, creare orti, piccoli frutteti o comunque spazi verdi diversificati che siano anche di supporto a momenti educativi.

2.2.2 Il clima

Per una corretta progettazione occorre partire dall’analisi dei fenomeni meteorologici che concorrono alla formazione del clima. I fenomeni principali che si analizzano per la progettazione architettonica sono:

- la temperatura dell'aria; - le precipitazioni; - l'umidità relativa; - lo stato del cielo; - il regime dei venti; - la radiazione solare.

Per temperatura dell'aria s'intende lo stato termico dell'atmosfera esistente in un punto ed in un determinato momento temporale. L'aria non viene scaldata direttamente dai raggi solari, ma per reirraggiamento e convezione dalla superficie terrestre. La temperatura della superficie terrestre dipende dal bilancio tra l'energia solare assorbita dalla crosta terrestre e dalla reimmissione di quest'ultima sotto forma di energia infrarossa nell'atmosfera. I valori medi mensili delle temperature medie giornaliere dell’aria esterna possono essere ricavati dalla norma UNI 10349 e per la città di Massa risultano essere:

MESE

G

ennaio

Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

Te mperatura

°C 6,8 7,4 10,3 13,2 16,9 21,2 23,7 23,3 20,6 15,9 11,3 7,9

Relativamente alle precipitazioni, si misura il parametro quantità ed il parametro frequenza. La quantità si valuta calcolando lo spessore dello strato di acqua che si formerebbe su un terreno perfettamente piano, senza assorbimento ne evaporazione. Si

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riporta di seguito il diagramma termopluviometrico elaborato dal Servizio idrografico e mareografico nazionale.

Nella tabella seguente vengono invece riportati i valori delle precipitazioni medie annuali e nelle diverse stagioni dell’anno. Sono indicati anche i valori massimi e minimi delle precipitazioni relativi agli ultimi 50 anni.

Periodo Media (mm) Massimo(mm) Anno Minimo(mm) Anno

Anno 279,2 1729,3 1979 887,8 1991

Primavera 166,4 458,4 1975 105,6 1973

Estate 402,2 451,6 1992 42 1993

Autunno 348,5 713,6 1960 131,2 1983

inverno 1198,5 742,2 1979 91,2 1993

Per umidità relativa s'intende la quantità di vapore acqueo contenuto in un metro cubo d'aria secca in un dato istante ed in un dato punto dell'atmosfera.

L'umidità relativa riveste particolare importanza nel condizionamento estivo degli ambienti. Infatti, nel periodo estivo l'elevato contenuto di umidità dell'aria esterna, crea

Tabella 3: Valori delle precipitazioni medie annuali

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problemi di comfort. L'umidità relativa insieme con la temperatura dell'aria sono i due parametri più importanti che incidono sul benessere termoigrometrico delle persone.

Nella norma UNI contenente i dati climatici vengono riportati i valori medi mensili della pressione parziale del vapore d’acqua nell’aria esterna per la città di Massa

MESE

G

ennaio

Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

Pressione Pa 799 817 914 1098 1375 1779 1938 1942 1803 1392 1101 871

Lo stato del cielo è uno dei fattori meteorologici principali che modificano la temperatura dell'aria di un luogo.

Infatti uno stato del cielo sereno, produce l'effetto di forti escursioni termiche nel corso della giornata, in quanto, oltre a consentire il passaggio di una grande quantità di radiazione solare incidente, consente anche un facile reirraggiamento verso lo spazio di questa energia assorbita dalla crosta terreste. Nelle giornate con stato del cielo coperto, l'escursione della temperatura è minore per i motivi opposti.

Lo stato del cielo influisce sulle temperature nelle diverse stagioni. In estate con il cielo sereno, le giornate sono più calde, in quanto la quantità di energia solare ricevuta dalla superficie terrestre è maggiore rispetto alle giornate con il cielo coperto. In inverno, invece, una giornata con cielo coperto è più calda rispetto ad una con il cielo sereno e ciò dipende dal fatto che viene limitato il reirraggiamento notturno attraverso l'atmosfera.

Il vento è caratterizzato da tre parametri: la velocità, la direzione e la frequenza. I valori medi annuali delle velocità del vento medie giornaliere e la direzione prevalete per i capoluoghi di provincia italiani per ogni mese dell’anno sono riportati nella norma UNI 10349.

La città di Massa rientra nella zona di vento 2, la velocità media annuale è di 3,5 m/s e la direzione prevalente il Nord.

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A livello di microclima o clima locale, rivestono particolare importanza le brezze costiere e quelle montane presenti nella zona che, se ben sfruttate, possono consentire migliori livelli di confort estivo.

Per radiazione solare s'intende il flusso di energia emesso dal sole e assorbito dalla crosta terreste. La radiazione solare attraversando gli strati atmosferici subisce diversi effetti, una parte viene riflessa verso lo spazio, una parte viene diffusa in tutte le direzioni, una parte viene assorbita e infine una parte denominata radiazione solare diretta, raggiunge direttamente la superficie terreste.

Fig. 8:Zone di vento

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I valori dell’irradiazione media solare giornaliera variano in base alla posizione e all’esposizione della superficie sulla quale vengono misurati.

Di seguito vengono riportati i valori dell’irradiazione solare giornaliera media mensile diretta e diffusa su un piano orizzontale, e i valori dell’irradiazione solare globale su un piano verticale esposto a sud, sud-est, sud-ovest , su un piano verticale esposto a ovest e a est e su un piano verticale esposto a Nord, Nord-est, Nord-Ovest.

Mese

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

S.Orizz( MJ/m2) Radiazione diretta 2,6 3,6 5,1 6,7 7,8 8,1 7,1 6,6 5,4 4,0 2,8 2,3 S.Orizz (MJ/m2) Radiazione diffusa 2,7 4,7 7,5 10,2 12,4 15,1 18,3 14,4 10,4 6,4 3,0 2,4 S.verticale a Sud (MJ/m2) 9,3 11,3 12,1 10,9 9,8 9,8 10,9 11,8 13,2 13,2 9,5 8,5 S.vert. Sud-ovest Sud-est( MJ/m2) 2,0 3,3 5,6 8,4 10,7 12,6 13,4 10,5 7,2 4,2 2,3 1,8 S.vert. Ovest-est (MJ/m2) 4,3 6,4 9,2 11,6 13,2 14,9 16,6 14,3 11,4 8,0 4,6 3,8 S.verticale Nord (MJ/m2) 1,8 2,6 3,8 5,5 7,7 9,5 9,4 6,6 4,3 3,0 2,0 1,6 S.vert.Nord-est Nord-ovest ( MJ/m2) 2,0 3,3 5,6 8,4 10,7 12,6 13,4 10,5 7,2 4,2 2,3 1,8

Secondo valutazioni teoriche, ponendo uguale a 100 il valore della costante solare, la radiazione totale sulla terra, in condizioni di cielo sereno, è pari a 68. Tale percentuale in parte viene riflessa (albedo) ed in parte viene assorbita. La parte assorbita, si trasforma in calore e fa aumentare la temperatura dell'aria, del suolo, e degli oggetti circostanti. Ai fini della progettazione edilizia-urbanistica in generale ed in particolare di quella bioclimatica, i sistemi climatici di interesse specifico sono il microclima ed il clima locale. Infatti le caratteristiche del microclima e del clima locale debbono guidare le scelte progettuali finalizzate al comfort e al benessere ambientale. Il microclima e il clima locale, data la minima ampiezza territoriale a cui si riferiscono, sono fortemente condizionati dai materiali tipici del luogo. Si possono avere quindi a parità di fattori meteorologici, situazioni climatiche differenti anche a brevi distanze.

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Tali fattori geografici possono essere suddivisi in tipo di superficie (roccia, suolo, acqua, vegetazione, agricoltura, industria e città) e proprietà delle superfici (forma geometrica, energia, esposizione, rilievi topografici, albedo, capacità radiante.)

Il suolo riveste particolare importanza ai fini del microclima, in quanto la temperatura dell'aria di un luogo è determinata dallo scambio di calore con il terreno. I terreni aridi determinano temperature più elevate e minore umidità; al contrario i terreni umidi, determinano temperature più basse e umidità elevata.

Il microclima presente al di sopra di un terreno spoglio è caratterizzato da notevoli escursioni termiche giornaliere; mentre se il suolo è erboso, la superficie d'erba assorbe la radiazione solare ed i processi di evaporazione abbassano la temperatura dell'aria.

Per effetto albedo s'intende la quota della radiazione solare diretta e diffusa che viene riflessa dal terreno e dagli oggetti circostanti. Ogni tipo di suolo o vegetazione ha valori di albedo caratteristici. Nella tabella seguente sono riportati i valori percentuali medi per le superfici più comuni:

Superficie Albedo Superficie Albedo

Erba verde 26 Asfalto 10

Erba ,foglie secche 30 Cemento 22

Terra 14 M attoni,intonaci scuri 27

Prato con alberi 26 Intonaci chiari 6

Specchio d’acqua 7 pietra 20

Le piante esercitano un'azione fondamentale per la determinazione del microclima del luogo grazie al procedimento di fotosintesi. Le piante in presenza di acqua e di luce, consumano l'anidride carbonica presente nell'atmosfera e producono ossigeno, con il processo di fotosintesi quindi, oltre alla formazione di composti organici necessari per il loro l'accrescimento si ottiene la purificazione dell'aria. Inoltre la vegetazione riveste notevole importanza per l’ombreggiamento dei percorsi e degli edifici, per l’effetto frangivento e per il contributo al raffrescamento estivo. Da qui l’importanza di scegliere le specie arboree in relazione all’effetto che si vuole ottenere.

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2.2.3 Aspetti geologici

In prossimità dell’area di progetto sono state eseguite prove geotecniche in relazione alla costruzione di diverse residenze. Le relazioni geologiche esaminate concordano sui risultati.

Nell’area affiorano i depositi fluviali del Fiume Frigido, costituiti da frazioni granulometriche grossolane omogenee, ghiaie e ciottoli, con intercalazioni irregolari di sedimenti fini, sabbie. All'interno dell'area studiata non sono stati rilevati fenomeni di dissesto attivi e/o quiescenti. I depositi alluvionali, a causa della prevalente componente grossolana ciottoloso ghiaiosa, sono caratterizzati da un grado di permeabilità elevato. Sulla base dei risultati della prova penetrometrica dinamica, è stato elaborata la stratigrafia del terreno, riportata in figura 9. Si ha un primo stato che si estende fino alla profondità di circa un metro costituito da sabbia argillosa con ghiaia, gli altri strati sono costituiti da ghiaia in matrice sabbiosa e si differenziano semplicemente in base alla percentuale di sabbia presente.

Durante la prova penetrometrica dinamica non è stata rilevata la presenza di falde acquifere.

Nelle relazioni prese in esame relativamente alle opere da realizzare e al tipo di fondazioni ipotizzate sono stati calcolati i cedimenti attraverso metodi che utilizzano direttamente i risultati della prova penetrometrica. I cedimenti nei casi esaminati risultano esigui e il terreno di sottofondazione risulta omogeneo, pertanto non sono previsti cedimenti differenziali.

In relazione alle sollecitazioni sismiche il Comune di Massa, all'interno del quale ricade l'intervento proposto, è classificato in CLASSE 3 (Delibera Consiglio Regionale n.94/1985) con accelerazione massima inferiore a 0,20 g.

Per tale classe ai fini delle problematiche connesse a caratteristiche geologico-tecniche e morfologiche i tipi di effetti, indotti da un eventuale sisma, che devono essere presi in considerazione sono limitati ai cedimenti differenziali ed alle frane.

Tali effetti non sono stati rilevati per l'area oggetto dello studio.

Comunque si escludono fenomeni di liquefazione, in quanto la granulometria dei depositi alluvionali è eterogenea, con prevalenza delle frazioni granulometriche grossolane, ghiaie e ciottoli, ed inoltre il valore di resistenza dello strato intermedio nel quale con ogni probabilità si avrà il piano di posa delle fondazioni presenta una resistenza maggiore

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rispetto al valore per il quale tali fenomeni siano possibili per una accelerazione sismica in superficie di 0,20 g .

2.3 Obiettivi

Il Documento preliminare all’avvio della progettazione si pone come obbiettivo fondamentale il raggiungimento della qualità del progetto, condizione necessaria anche se non sufficiente per la qualità del prodotto edilizio. Il Dpp è il mezzo attraverso il quale si cerca di tradurre con efficacia nel progetto gli obiettivi individuati dal committente pubblico in fase di programmazione al fine di corrispondere in termini prestazionali a tutte le esigenze riscontrate. Per precisare tutti i dati di ingresso alla progettazione, il D.P.R 554/1999, Regolamento di attuazione della legge n. 109/1994, legge quadro in materia di lavori pubblici, prevede che il responsabile del procedimento, project manager, rediga il documento preliminare all’avvio della progettazione comprendete oltre agli obiettivi e alle prestazioni attese, l’elenco dei vincoli, delle norme e procedure tecniche da rispettare, le classi di esigenza da soddisfare, i requisiti tecnici, nonché i limiti economici per la produzione e gestione dell’opera che dovrà essere realizzata, per tutto il ciclo di vita ipotizzato.

0,00-1,00 Sabbia argillosa con ghiaia (terreno vegetale

1,00-5,20 Ghiaia e ciottoli in matrice sabbiosa

> 5,20 Ghiaia e ciottoli in scarsa matrice sabbiosa

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Il Dpp oltre a rappresentare una linea guida per la progettazione fino alla scala di dettaglio, della scelta dei materiali e dei componenti, è una lista di controllo per le verifiche della completezza del progetto e della rispondenza funzionale degli elementi in esso riportati, verifiche da compiersi sia in fase di progettazione sia al termine della stessa.

Nel corso dell’attività verrà sperimentato il metodo dell’Analisi del Valore come tecniche operativa per progettare e verificare qualunque entità, guidare cioè il processo decisionale. Il valore è un concetto legato all’utilità che viene attribuita alla funzione esaminata assunta tra quelle esplicate dall’entità presa in considerazione, in rapporto al costo globale del componente che la esplica, all’interno delle risorse disponibili per la produzione e la gestione nel corso di vita programmato. Il valore è quindi un concetto che si riferisce prima ancora che all’entità materiale presa in esame, al servizio da essa reso, riferendosi alle funzioni in termini dinamici, in quanto non si limita a considerare l’efficienza e l’efficacia al momento in cui si comincia ad utilizzare l’opera, bensì per tutto l’arco di tempo della sua vita utile. Il Dpp e il progetto prendono in esame il comportamento dell’opera nel tempo, verificandone quindi la validità in termini di valore.

2.3.1 Obiettivo generale e obiettivi particolari

Il progetto per la realizzazione di una scuola elementare e media a Massa risponde ad una necessità evidenziata dall’amministrazione comunale.

Nel territorio cittadino, come già sopra chiaramente evidenziato, si riscontra un’inadeguata distribuzione delle strutture scolastiche.

L’obiettivo generale è dunque la realizzazione di un complesso dotato di spazi e attrezzature che consentano lo svolgimento di attività sportive e ricreative. La scuola dovrà tendere a sviluppare al massimo il livello di relazioni sociali in modo da favorire le migliori condizioni ambientali ed educative per l’istruzione.

L’edificio dovrà aprirsi alla città, i servizi della biblioteca, della palestra, dell’auditorium dovranno essere sentiti e fruiti da tutti i cittadini, la scuola dovrà legare, mettere insieme, collegare energie e prospettive in un discorso agevole, comprensibile, equilibrato. Dunque il panorama si allarga dalla scuola al quartiere, dal quartiere alla città. Occorre partire dalla percezione complessiva e dalla volontà di creare un luogo di relazione e di incontro,un ambiente capace di accogliere gli uomini, di innescare un rapporto visivo, emotivo e in conclusione affettivo.

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Occorre inoltre progettare con particolare attenzione alla capacità di adattamento al variare delle situazioni che risulta indispensabile per far sopravvivere i luoghi oltre le richieste contingenti, pensare in termini di qualità spaziale al di là della rigida articolazione distributiva, ne aumenta tendenzialmente la durata e quindi, anche in termini economici, ne ipotizza un vantaggioso ammortamento. Dinnanzi a processi di veloce obsolescenza, oggi non più sostenibili, occorre porsi il problema della durata e della potenziale trasformabilità nel tempo, consentendo in maniera programmatica una elastica rispondenza dello spazio anche al mutare delle esigenze; questo atteggiamento consente di riscoprire e apprezzare la vivibilità di spazi progettati nel passato ma capaci ancor oggi di ospitare con disinvoltura nuove funzioni. L’adattabilità però non deve essere vista come la progettazione di uno spazio anonimo, privo di riferimenti e significati, anzi è la caratterizzazione, la ricchezza semantica, la disponibilità alla stratificazione delle forme a rendere lo spazio più disponibile alla sopravvivenza.

Nel progetto inoltre occorre porsi come obbiettivo primario la qualità ambientale.

Il concetto di qualità ambientale include il confort per l’uomo, l’uso sostenibile delle risorse e il controllo sulla produzione dei rifiuti. Questo approccio basa le scelte relative alla forma dell’edificio, al sito, all’orientamento e alla definizione spaziale sulla valutazione delle caratteristiche del luogo: clima, direzione principale dei venti, conformazione del suolo, esposizione solare e vista.

Dunque è evidente la complessità degli obiettivi e l’importanza di articolare le finalità secondo ordine gerarchico portandole tutte insieme in un adeguato equilibrio.

Gli obiettivi particolari della progettazione consistono dunque nel: - Dotare l’area di una scuola media e una elementare;

- Localizzare gli spazi di sevizio in modo da rispettare i legami funzionali previsti e collegare l’area con il tessuto urbano in modo da favorire l’uso da parte dei cittadini degli spazi ricreativi;

- Progettare l’intervento dal punto di vista paesaggistico attuando soluzioni capaci di mitigare l’impatto inquinante dovuto al traffico al fine di assicurare condizioni di benessere dei fruitori del complesso;

- L’amministrazione comunale ha inoltre posto come obiettivo la realizzazione di un edificio con una gestione meno onerosa negli impianti di riscaldamento e raffrescamento rispetto alla norma, aspetto reso importantissimo alla luce dell’analisi del costo di gestione delle scuole che risulta essere molto gravoso.

(23)

Tale obiettivo sembra ricoprire un importanza fondamentale anche in un panorama più ampio rispetto a quello della progettazione in esame.

Da qui l’idea di concentrare l’attenzione sull’integrazione degli aspetti tecnici e tecnologici con quelli funzionali con lo scopo principale di progettare un edificio scolastico che possa costituire anche un esempio nel campo dell’edilizia bioclimatica.

2.3.3 Strategie per raggiungere gli obiettivi

Nella ricerca svolta sono stati adottati i metodi e gli strumenti suggeriti nel progetto delle opere pubbliche in particolare il metodo dell’Analisi del Valore.

L'Analisi del Valore è un metodo, ed al contempo una tecnica operativa, che ha trovato applicazioni in Italia nel settore industriale già dalla metà degli anni '60.

Considerata inizialmente uno strumento per la riduzione dei costi a parità di prestazioni, AV è stata sviluppata negli anni ’80 e ’90 nel settore delle costruzioni civili e portata sul piano dell’analisi delle funzioni, per un miglioramento delle stesse, e dell’abbattimento dei costi, in rapporto alla qualità delle funzioni e alla disponibilità delle risorse economiche per produrre l’opera presa in considerazione e per gestirla nel ciclo di vita per essa ipotizzato. Si raggiungono così facendo gli obiettivi della qualità intesa come soddisfacimento delle esigenze espresse ed implicite del committente e dell’utilizzatore dell’opera. Nel settore dei lavori pubblici AV è suggerita dal nuovo ordinamento (DPR 554/99 art.15 comma 11) nella progettazione di interventi complessi nonché nella valutazione delle varianti migliorative dell’opera di cui al Capitolato Generale dei LL.PP.

L'AV consente di valutare e misurare l’utilità derivante dalla soddisfazione delle esigenze dell’utente/utilizzatore di una qualsiasi entità in rapporto ai costi globali, all’interno delle risorse che si possono e si intendono utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

L’analisi del valore è un metodo che comprende una rigorosa tecnica operativa che prevede fasi di attività interdisciplinari coordinate, si articola in 5 fasi :

Fase informativa: vengono ripresi e analizzati gli obiettivi del progetto , le condizioni al

contorno ,le esigenze degli utilizzatori e le funzioni che il soddisfacimento di queste comporta.

Fase creativa: mediante l’analisi funzionale si evidenzino le funzioni necessarie per

raggiungere gli obiettivi del progetto nonché quelle complementari da valutare nella loro utilità.

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Fase analitico selettiva: vengono selezionate le alternative e vagliate sulla base della loro

relativa rispondenza ai requisiti previsti per l’opera.

Fase di sviluppo:la soluzione progettuale che si è rivelata la migliore viene sviluppata nel

dettaglio.

Fase di presentazione: al termine delle reiterazioni e approfondimenti delle fasi precedenti

si passa alla presentazione dei risultati.

L'AV consente di governare la complessità ed è stata ormai sperimentata in molti casi di studio, a qualsiasi scala e per problemi di diversa natura.

Il parametro utilizzato per creare valore e per confrontare più soluzioni di uno stesso problema in termini di valore, è l’Indice di Valore (Iv). Esso si riferisce a una o più funzioni, ma anche all’insieme delle funzioni primarie esplicate da una qualsiasi entità.

Per definizione l’Indice di Valore è il rapporto fra l’utilità e il costo globale del componente che esplica una data funzione. L’utilità viene quantificata in termini di minimo prezzo che si è disposti a pagare, in dette circostanze ambientali e per il richiesto periodo di tempo, ai fini di poter esplicare le funzioni, avendone il previsto servizio, le previste prestazioni.

In particolare, di fronte ad una soluzione originaria, si esprimono nella fase creativa soluzioni alternative, ed in tal caso l’Indice di Valore consente di valutare tutte le proposte in ordine di priorità, rispetto al valore delle stesse.

L’Indice di Valore si può aumentare quindi - migliorando l’utilità a parità di costo - mantenendo l’utilità a un costo più basso - intervenendo sull’utilità e sul costo.

L’introduzione del costo globale riferito alla vita utile ipotizzata per l’entità presa in considerazione, consente di andare verso forme innovative di gestione degli interventi alla scala edilizio-ambientale e ad approfondimenti tematici sulla finanza di progetto.

L’Analisi del Valore insegna che qualsiasi entità può essere riguardata in termini funzionali, raccordando le soluzioni alle risorse di cui si dispone o che comunque si intende utilizzare allo scopo prefissato.

Il contributo del metodo AV è importante se rigorosamente applicato, tenendo conto che non si può prescindere dal rigore nello svolgimento delle attività suddivise in cinque fasi, più quella di implementazione, dal porre l’attenzione sulle funzioni che devono essere rigorosamente definite e classificate, dalla stima delle utilità delle funzioni primarie da

(25)

esplicare, dalla stima dei costi globali che conseguono, a poterle esplicare nel tempo considerato, dall’esprimere nella fase creativa soluzioni alternative rispetto a quella originariamente analizzata. Il lavoro si completerà con una adeguata presentazione delle soluzioni in ordine di priorità per il valore stimato, a supporto di coloro che dovranno compiere le scelte.

L’Analisi del Valore verrà utilizzata anche come metodo per rispettare le indicazioni relative al rendimento energetico degli edifici in linea con le richieste formulate dall’Unione Europea con la direttiva 2002/91/CE e recepite in Italia con il Decreto Legislativo n°192 del 19/08/05. Introducendo l’Indice di Valore come parametro finalizzato anche al rispetto delle condizioni per la ecosostenibilità, con l’attenzione rivolta all’efficienza energetica ma anche ai costi globali per raggiungere tale obiettivo, si fornisce un parametro che può aiutare a promuovere attività nella piena consapevolezza di tutti gli elementi che entrano in gioco per raggiungere l’obiettivo della tutela globale dell’ambiente, di confrontare, su basi certe, più soluzioni poste in alternativa a quella originariamente presa in esame.

Più specificamente, l’Indice di Valore per la certificazione energetica considera il concetto di rendimento energetico e il concetto di efficacia delle misure di miglioramento come specificato e definito nella Direttiva UE 2002/91/CE “…le misure per l'ulteriore miglioramento del rendimento energetico degli edifici dovrebbero tenere conto delle condizioni climatiche e locali, nonché dell'ambiente termico interno e dell'efficacia sotto il profilo dei costi. Esse non dovrebbero contravvenire ad altre prescrizioni essenziali sull'edilizia quali l'accessibilità, la prudenza e l'uso cui è destinato l'edificio.”

In Europa, l'energia impiegata nel settore edilizio rappresenta oltre il 35 % del consumo complessivo; incidere sui programmi ed i progetti che razionalizzino l’impiego e guardino a produzioni alternative da fonti rinnovabili costituisce quindi una significativa occasione per ridurre considerevolmente le emissioni di biossido di carbonio.

Per questo motivo risulta fondamentale mettere tutte le dovute attenzioni alla fase di programmazione degli interventi.

Altro spazio per ottenere ulteriori significativi risultati è quello che viene offerto ai progettisti nell’assicurare le condizioni per il benessere microclimatico (all’interno dei singoli ambienti in funzione delle attività svolte nei periodi in cui vengono impiegati e della percentuale di utilizzo degli stessi), ricorrendo agli impianti solo in termini complementari, riducendo cioè al massimo l’impiego di energie artificiali. Per questo

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motivo oltre che alle condizioni climatiche del luogo di intervento, occorre mettere la massima attenzione sulle scelte tipologiche, sull’orientamento delle facciate, sui rapporti pieni/vuoti, sui materiali ed i relativi spessori, ecc.

Occorre sottolineare il fatto che l’ architettura è sinonimo di risposta globale quindi necessariamente deve rispondere in maniera coerente alle richieste bioecologiche.

E’ necessario rispettare le più elementari norme del costruire, richiamando le attenzioni al valore dell’energia, sia nelle nuove edificazione, sia nel recupero degli edifici.

L’introduzione della certificazione energetica richiede da parte dei progettisti una ricerca capace di esprimere ed interpretare il ricorso a prodotti, materiali e componenti edilizi in forma integrata, riportando cioè tutti gli aspetti ad unità, in quanto gli interventi sul territorio non consentono sperimentazioni, se non in gran parte autoverificate. L’attenzione rivolta ai costi globali permette di evidenziare che il risparmio energetico è perseguibile con considerazioni sul comportamento delle opere nel tempo, a vantaggio dell’attuale, oltre che delle generazioni future.

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2.4. Vincoli

Vincoli di legge e norme tecniche

Come in precedenza specificato il Piano Regolatore della città di Massa è in fase di sostituzione e la localizzazione dell’intervento è stata effettuata in collaborazione coi tecnici del comune in base ad all’analisi delle esigenze e delle caratteristiche del luogo. Quindi non si hanno a disposizione strumenti urbanistici con valore comunale che regolino la costruzione soprattutto relativamente alle distanze dalle abitazioni e dalle strade.

Si fa dunque riferimento a fonti normative di carattere nazionale, il Codice Civile e il D.M n.1444 del 2 Aprile 1968.

Il codice civile all’articolo 873 riporta "Le costruzioni su fondi finitimi se non sono unite o aderenti devono essere tenute a distanza non minore di tre metri".

I successivi articoli riportano poi indicazioni per ciò che riguarda distanze relative a piantagioni, scavi, muri fossi interposti da fondi, che possono essere presi a riferimento nel caso in cui non vi siano regole specifiche dettate da strumenti urbanistici.

Il D.M n.1444 fissa invece i minimi standard urbanistici relativi ai limiti di densità edilizia, altezza, distanza dai fabbricati e dalle strade.

Secondo la classificazione riportata nel decreto l’area in esame rientra nella zona territoriale omogenea B che identifica le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dagli agglomerati urbani che rivestono carattere storico; si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq.

L'altezza massima dei nuovi edifici non potrà superare l'altezza degli edifici preesistenti a circostanti, la distanza minima assoluta tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti è pari a 10m.

Le distanze minime tra fabbricati, tra i quali siano interposte strade destinate al traffico dei veicoli (con esclusione della viabilità a fondo cieco al servizio di singoli edifici o di insediamenti) debbono corrispondere alla larghezza della sede stradale maggiorata di: - ml. 5,00 per lato, per strade di larghezza inferiore a ml 7;

- ml. 7,50 per lato, per strade di larghezza compresa tra ml 7 e ml 15; - ml. 10,000 per lato, per strade di larghezza superiore a ml 15.

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Qualora le distanze tra fabbricati, come sopra computate, risultino inferiori all'altezza del fabbricato più alto le distanze stesse sono maggiorate fino a raggiungere la misura corrispondente all'altezza stessa.

Vengono di seguito elencate le principali norme da rispettare nella progettazione relativamente ai vari aspetti dell’edificio:

Edilizia scolastica:

- Legge n. 412 del 5 Agosto 1975, "Norme sull'Edilizia scolastica e piano finanziario di intervento"

- D.M. del 18 Dicembre 1975, "Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica";

- Legge n. 23 dell’ 11 Gennaio 1996, "Norme per l’edilizia scolastica", tuttora in attesa di un regolamento di definizione delle norme tecniche.

Superamento delle barriere architettoniche:

- D.M. n. 236 del 14 Giugno 1989, "Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, 1'adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del Superamento e dell'eliminazione delle barrire architettoniche";

- D.P.R. n. 384 del 27 Aprile 1978, "Norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche";

- D.P.R. n. 503 del 24 Luglio1996, "Regolamento recante norme per 1'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici".

Sicurezza:

- Decreto Ministeriale del 26 Agosto1992, "Norme di prevenzione incendi per 1'edilizia scolastica";

- Decreto Legislativo n. 493 del 14 A gosto 1996, "Attuazione della direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica e/o la salute sul luogo di lavoro"; - Decreto Ministeriale del 10 Marzo1998, "Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell' emergenza nei luoghi di lavoro".

Impianti termici:

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Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia";

- D.P.R. n. 412 del26 Agosto1993 "Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, 1'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell' art. 4, comma 4, della Legge n. 10/91";

- Direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 Dicembre 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia.

- Decreto legislativo n.192 19 Agosto 2005, "Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia"

2.5 Analisi funzionale

L'analisi delle attivitàche gli utenti (bambini, personale docente e non docente, ecc.) compiono in una scuola elementare e media permette di individuare gli spazi necessari allo svolgimento delle stesse, la loro possibile aggregazione in gruppi omogenei e la loro organizzazione funzionale.

Le funzioni principali che dovranno essere svolte nell’organismo edilizio sono relative ai compiti educativi e relazionali che caratterizzano l’istituzione della scuola. Le funzioni principali, quelle cioè essenziali a definire lo scopo del progetto derivano dagli obbiettivi per esso prefissati e possono essere classificate nel modo seguente:

Garantire idoneo insegnamento ai bambini Consentire lo svolgimento delle attività sportive Fornire agli alunni il servizio mensa

Permettere la socializzazione tra i bambini e lo svolgimento del gioco libero Garantire la soddisfazione delle esigenze igieniche

Funzioni Primarie

Consentire il funzionamento amministrativo dell’organismo scolastico

Tali funzioni sono comuni alla scuola elementare e alla scuola media. Ciascuna di queste funzioni principali implica una serie di funzioni ancora primarie ma di ordine inferiore.

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Garantire idoneo insegnamento ai bambini

Consentire lo svolgimento delle materie di programma Consentire il lavoro di gruppo

Consentire lo svolgimento dell’insegnamento specializzato Consentire lo svolgimento delle attività sportive

Disporre di spazi adeguati e sicuri per lo svolgimento dell’attività sportiva Disporre di attrezzature adeguate lo svolgimento dell’attività sportiva Offrire la possibilità di effettuare docce dopo l’attività sportiva Garantire un servizio di pronto soccorso nel caso di infortunio Fornire agli alunni il servizio mensa

Consentire il consumo dei pasti in un ambiente idoneo

Consentire la preparazione dei pasti o l’arrivo da un centro cottura centralizzato Consentire il lavoro del personale addetto alla preparazione del cibo

Permettere la socializzazione tra i bambini e lo svolgimento del gioco libero

Predisporre spazi di idonee dimensioni e con arredi adeguati allo svolgimento del gioco libero Consentire il lavoro di gruppo

Prevedere spazi adeguati per lo svolgimento di attività integrative e parascolastiche Garantire la soddisfazione delle esigenze igieniche

Predisporre di servizi igienici in numero adeguato e conformi alle norme relativamente alle caratteristiche e alla distribuzione

Prevedere servizi per il personale docente e amministrativo

Prevedere servizi dimensionati e attrezzate per un possibile uso da parte di un portatore di handicap

Consentire il funzionamento amministrativo dell’organismo scolastico Consentire lo svolgimento di funzioni di direzione, segreteria, archivio

Consentire il rapporto con i genitori, rappresentanti dell’amministrazione locale ecc..

Consentire l’instaurarsi di un rapporto di comunicazione e collaborazione fra gli insegnati della scuola

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A sua volta l’analisi può essere spinta oltre fino ad individuare le funzioni tecniche specifiche che possono assicurare le funzioni analizzate.

- Consentire lo svolgimento delle materie di programma - Consentire il lavoro di gruppo

- Consentire lo svolgimento dell’insegnamento specializzato Consentire l’accesso degli alunni

Predisporre di spazi, arredi e attrezzature adeguati al lavoro dei bambini Predisporre di spazi e arredi adeguati per il lavoro della maestra

Garantire un adeguato confort termico Funzioni

tecniche

Garantire un’adeguata illuminazione

- Predisporre di servizi igienici in numero adeguato e conformi alle norme relativamente alle

caratteristiche e alla distribuzione

- Prevedere servizi per il personale docente e amministrativo - Offrire la possibilità di effettuare docce dopo l’attività sportiva

Consentire l’accesso degli alunni

Predisporre un numero di apparecchi sanitari in relazione al numero degli alunni, insegnanti, personale corpo non docente

Garantire un adeguata illuminazione Garantire un adeguato confort termico Funzioni

tecniche

Garantire un’adeguata privacy

- Consentire il consumo dei pasti in un ambiente idoneo

Consentire l’accesso degli alunni

Predisporre gli arredi necessari per lo svolgimento del pasto Garantire un adeguata illuminazione

Garantire un adeguato confort termico Funzioni

tecniche

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Come sopra indicato con i tre esempi è possibile raggruppare le attività a seconda delle loro esigenze: lo spazio non ulteriormente scomponibile riservato ad un dato insieme di attività viene definito unità ambientale.

L'insieme delle unità ambientali funzionalmente omogenee rappresenta un ambito funzionale omogeneo (AFO); 1'insieme dei diversi ambiti funzionali definisce la scuola nel suo complesso.

I modelli di strutturazione pedagogico-didattica e la conseguente organizzazione delle attività scolastiche più in uso in Italia nonché le indicazioni riportate nel D.M . del 18

Dicembre 1975 determinano negli organismi edilizi per le scuole elementari

l’individuazione di nove ambiti funzionali omogenei, che nella tabella seguente sono riorganizzati in due settori :

- Settore della attività formative (SAF) - Settore dei servizi complementari (SSC)

Nel primo sono compresi gli AFO strettamente connessi con l’attività formativa; nel secondo tutti quelli AFO complementari all’intervento, alcuni dei quali anche non necessariamente presenti all’interno dell’edificio scolastico. Gli ambiti relativi alla distribuzione e ai servizi igienici sono ovviamente comuni ai due settori precedentemente individuati.

L'unità ambientale è caratterizzata dall'insieme degli attributi che deve possedere lo spazio fisico per consentire il miglior svolgimento delle attività in essa previste; lo spazio relativo a ciascuna attività prevista nell'unità ambientale viene dimensionato in funzione dei parametri imposti dalla normativa tecnica per 1'edilizia scolastica. Nel passare al progetto tali unità ambientali verranno tradotte in unità spaziali.

L'insieme delle unità ambientali funzionalmente omogenee rappresenta un ambito funzionale omogeneo (AFO); 1'insieme dei diversi ambiti funzionali definisce la scuola nel suo complesso. Nel passare al progetto Unità ambientale Ambito funzionale omogeneo Unità spaziale Ambito spaziale omogeneo Scuola :involucro complessivo

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Settore Ambiti Funzionali

Omogenei AFO Attività

Attività normali Ambito relativo alle

attività didattiche AFO 1 Attività interciclo Settore attività

formative

(SAF) Ambito relativo alle

attività collettive AFO 2

Attività integrative e parascolastiche Consumazione pasto Ambito relativo alla

produzione e

consumazione del pasto

AFO 3

Preparazione pasto Attività sportiva Ambito relativo all’attività

sportiva AFO 4 Servizi per attività sportiva

Ambito relativo alle

attività amministrative AFO 5 Attività amministrative Ambito relativo

all’informazione degli insegnanti

AFO 6 Attività di lettura e consultazione di testi

Settore dei servizi complementari (SSC)

Ambito relativo alla

sorveglianza AFO 7 Attività di sorveglianza

Collegamenti orizzontali Ambito relativo alla

distribuzione AFO 8 Collegamenti verticali

Comuni

Ambito relativo ai servizi

igienico sanitari AFO9

Settore Ambiti Spaziali

Omogenei ASO Spazi

Aula Spazi relativi all’unità

pedagogica ASO 1 Interciclo

Settore attività formative

(SAF) Spazi per attività

collettive ASO 2 Auditorium

Mensa Spazi per la mensa e

relativi servizi ASO 3 Cucina, anticucina, ecc. Palestra

Spazi per l’educazione

fisica ASO 4 Servizi per palestra

Spazi per la direzione didattica

(amministrazione)

ASO 5

Biblioteca insegnanti ASO 6 Biblioteca Settore dei servizi

complementari (SSC)

Alloggio custode ASO 7

Percorsi orizzontali Spazi per la distribuzione ASO 8

Percorsi verticali Comuni

Spazi per i servizi igienico sanitari e per gli spogliatoi ASO9

(34)

Devono inoltre prevedersi spazi esterni preposti a completare e ottimizzare lo svolgimento delle diverse attività scolastiche.

ASO 1: Spazi relativi all’unità pedagogica, sono finalizzati allo svolgimento delle materie di programma, sia individualmente che per gruppi di allievi e devono potersi integrare con gli altri ambienti della scuola. Gli spazi relativi all’unità pedagogica risultano raggruppati in due cicli, il primo di due e il secondo di tre classi. Onde assicurare lo svolgimento ottimale delle attività didattiche gli spazi devono presentare caratteristiche di idoneità a possibili variazioni di arredi e attrezzature, essere in grado di consentire una relazione diretta fra unità dello stesso ciclo attraverso opportune soluzioni tecnologiche e attraverso l’ambiente destinato ad attività interciclo. La normativa stabilisce una netta differenziazione tra le aule normali, nelle quali si debbono svolgere principalmente attività legate all’insegnamento teorico, e attività interciclo che però non vengono specificate né indicate. Non essendo previste nella scuola elementare aule per l’insegnamento specializzato, si può supporre che tali attività possano svolgersi sia nell’aula normale che nello spazio interciclo. La maggior parte delle aule relative all’unità pedagogica, e comunque in quantità tale da comprendere almeno il primo ciclo, deve essere a diretto contatto con gli ambienti esterni nelle quali vengono svolte parte delle attività didattiche e ricreative. Gli spazi relativi all’unità pedagogica devono essere tra loro in organica relazione, sia nell’ambito dell’intero ciclo, sia con lo spazio comune destinato alle attività interciclo.

ASO 2: Spazi per la comunicazione, l’informazione, le attività parascolastiche e

integrative, constano essenzialmente di uno spazio per la attività collettive come

musica corale e attività ludiche predisposto quindi a notevoli flessibilità d’uso.

Gli spazi per la comunicazione e l’informazione devono essere integrati da alcuni locali nei quali possono avere luogo tutte quelle attività associative, ricreative e culturali che richiedono incontri o lavori di gruppo fra studenti, incontri scuola famiglia ecc..

Lo spazio per le attività collettive, condiviso con la scuola media e la comunità cittadina si configura come un vero e proprio auditorio e deve:

- Garantire le condizioni di sicurezza stabilite dalle normative vigenti per la protezione civile;

(35)

- Garantire la massima flessibilità d’uso in modo da consentire lo svolgimento della vita associativa nelle sue forme più varie;

Tale attrezzatura deve essere corredata di tutti gli ambienti di servizio necessari al suo funzionamento.

ASO 3: Spazio per la mensa, deve essere dimensionato in funzione del numero dei commensali calcolato tenendo presente che i pasti possono essere consumati in più turni all' intero della fascia oraria disponibile; non deve comunque avere dimensioni superiori a 375 m2, compresi i relativi servizi .Devono essere previsti:

- Locale per lo svolgimento del pranzo degli alunni - Spazio corredato da lavabi per la pulizia degli allievi - Locale cucina

- Dispensa per la conservazione delle derrate anche in frigorifero preferibilmente con accesso proprio dall'interno

- Locale per il lavaggio delle stoviglie

- Spogliatoio doccia e servizi igienici per il personale addetto, separato con disimpegni dai locali precedenti

ASO 4: Spazi per l’educazione fisica e sportiva e per il servizio sanitario,distinti in palestre e aree di gioco all’aperto. Si individuano di seguito gli ambienti che dovranno essere opportunamente aggregati per consentire lo svolgimento delle attività in essi previste, in condizioni di confort, igiene e sicurezza per tutti gli utenti:

- Spazio per le seguenti attività sportive:ginnastica, lotta, pesi, judo, pallavolo e pallacanestro. Lo spazio dovrà risultare divisibile trasversalmente per l’uso parzializzato e per consentire l’uso contemporaneo da parte di più classi;

- Atrio utenti che dovrà essere in comunicazione con l’esterno e tramite corridoi di disimpegno con le unità di pronto soccorso, con gli spogliatoi per utenti, per istruttori e il personale e con i locali di direzione-amministrazione;

- Corridoi e disimpegni;

- Spogliatoio utenti provvisto anche di locale doccia e servizio igienico. L’unità dovrà comunicare con lo spazio di attività tramite apposito corridoio o disimpegno;

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- Direzione e amministrazione;

- Zona destinata a depositi per attrezzi e materiali vari necessari per la pratica addestrativa e per la manutenzione;

- Zona spettatori, dovrà essere esterna alla zona destinata alle attività sportive e comprendere un atrio e servizi separati rispetto a quello degli utenti;

- Zona per il servizio sanitario e per la visita medica, ubicata in modo da poter usufruire degli spogliatoi e degli altri locali disponibili;

- Aree di gioco all’aperto comprendenti piste per l’atletica leggera, impianti per il salto in alto e il salto in lungo, pedane per l’atletica leggera, campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo, pallamano) e spazi verdi con percorsi attrezzati.

ASO 5: Spazi per l’amministrazione, nel caso in esame risulta unificata in quanto i due organismi scolastici costituiscono un circolo. Dovranno comprendere:

- Sala insegnanti, atta a contenere anche gli scaffali dei docenti, ed a consentire le riunioni del consiglio d'istituto;

- L'ufficio del preside (o del direttore), con annessa sala di aspetto, ubicato in posizione possibilmente baricentrica;

- Uno o più locali per la segreteria che dovrà permettere un contatto con il pubblico attraverso banconi od altro;

- Archivio

- Servizi igienici

ASO 6: Spazi per la biblioteca, Secondo la normativa nella scuola elementare la biblioteca dovrebbe essere riservata agli insegnanti, ma nel progetto assume connotazioni diverse sia perché sarà condivisa con la scuola media, sia per la volontà di creare rapporti con la comunità extrascoalstica. La biblioteca inserita nel polo scolastico in esame potrebbe diventare la sede della sezione per bambini e ragazzi della biblioteca cittadina risolvendo in questo modo la carenza di spazi che caratterizza tale istituzione. Nella biblioteca devono potersi svolgere tutte quelle attività, individuali e di gruppo, relative all’informazione, alla ricerca, allo scambio di dati. La biblioteca deve pertanto essere costituita da:

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- Un ambiente per il personale addetto allo svolgimento di attività di ausilio didattico, conservazione, manutenzione e reperimento materiali e di altre attività particolari. Questo ambiente dovrà essere idoneo all’espletamento di attività connesse ai rapporti fra corpo insegnanti e addetti alla biblioteca;

- Un ambiente variamente articolato per la lettura e la consultazione dei testi ma destinato anche ad attività individuali e di gruppo,all’ascolto di musica,alle discussioni ecc..

ASO 8 : Spazi per la distribuzione, dovranno collegare gli spazi e i locali dell’edificio che per la loro attività non possono essere indipendenti nei riguardi dell’accesso e dovranno inoltre assumere la funzione di tessuto connettivo e interattivo, visivo e spaziale di tutto l’organismo architettonico; essi debbono consentire, nelle varie articolazioni, rapporti di scambio non formalizzati tra tutti i fruitori della scuola e permettere la collocazione di arredi e attrezzature particolari, quali vetrine, arredi per collezioni, arredi mobili, posti di lavoro individuali.

La distribuzione verticale in edifici a più piani dovrà essere assicurata da almeno una scala normale e da una scala di sicurezza, posta all'esterno dell'edificio.

Ai fini del flusso degli alunni, le scale devono:

- essere in numero tale da consentire che ciascuna scala, esclusa quella di sicurezza, serva di regola a non più di 10 aule per ogni piano al di sopra del piano terreno;

- avere la larghezza della rampa pari a 0,5 cm per ogni allievo che ne usufruisce e comunque non inferiore a 1,20 m e non superiore a 2 m;

- avere i pianerottoli di larghezza pari a circa una volta e un quarto delle rampe medesime;

- avere i gradini di forma rettangolare di altezza non superiore a 16 cm e di pedata non inferiore a 30 cm;

- essere previste con ogni possibile accorgimento al fine di evitare incidenti. - Allo scopo di assicurare anche ai minorati fisici l'uso indiscriminato dei locali

scolastici le scuole con più di un piano dovranno essere munite di ascensore tale da poter contenere una sedia a ruote ed un accompagnatore, nel rispetto delle norme E.N.P.I.

Figura

Tabella 1: Analisi delle strutture scolastiche per scuole elementari presenti nel territorio
Fig 6: Lotto dove è prevista la realizzazione dell’edificio scolastico
Tabella 2: Temperature medie giornaliere  dell’aria esterna per la città di Massa
Fig 7: Diagramma termopluviometrico
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Riferimenti

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