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Particolare attenzione è stata posta nella progettazione dell’edificio agli aspetti riguardanti il risparmio energetico e la qualità degli ambienti

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Academic year: 2021

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semplici e sospese, con un sistema di facciata fantasioso e volutamente non razionale. L’edificio prevede al suo interno una varietà di spazi, pensati per un piccolo studente che deve passare gran parte della sua esistenza all’interno della struttura: oltre alle classiche dieci aula didattiche, posizionate al piano primo, sono presenti numerosi spazi interdisciplinari e di aggregazione, nonché spazi ludico ricreativi posizionati sia dentro che fuori la scuola. Particolare attenzione è stata posta nella progettazione dell’edificio agli aspetti riguardanti il risparmio energetico e la qualità degli ambienti. A sud e ad ovest della nuova costruzione è presente un’alberatura medio-alta che costituirà un frangisole naturale. Gli impianti sono stati realizzati sulla base dell’uso pubblico della struttura, in modo tale da garantire affidabilità e continuità dei servizi, facilità di manutenzione. Tutto il complesso sarà dotato di riscaldamento invernale di tipo centralizzato, in grado di assicurare condizioni di benessere adeguate, con produzione del fluido vettore caldo mediante caldaie a gas metano. Sono state previste due caldaie, una per il riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria a servizio dei locali spogliatoi: una per il riscaldamento a servizio degli spazi destinati a scuola.

Fig. 1.2.30: vista sull’ingresso

Fig. 1.2.31: particolare della scala esterna Fig. 1.2.32: vista complessiva

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Fig. 1.2.33: vista interna dell’auditorium Fig. 1.2.34: spazi per attività interciclo

Fig. 1.2.35: sezione sulla hall d’ingresso e prospetto Sud

1.3 Alcune realizzazioni recenti di scuole elementari nei paesi europei ed extraeuropei.

Scuola elementare a Rolle, Svizzera; progettata da P. Devanthéry e I. Lamunière nel 1999. In Svizzera, c’e da molto tempo una tradizione colta dell’architettura scolastica, che risale al periodo della ripresa economica, successiva all’inevitabile crisi causata dalle conseguenze del primo conflitto mondiale. La Petershule di Hannes Meyer, del 1926, mai realizzata, rappresenta un caposaldo della ricerca del Moderno in Architettura, non solo in quanto scuola, ma come edificio la cui immagine deriva dalla proiezione verso la poetica delle avanguardie europee dall’acquisizione del carattere sociale come qualità degli edifici moderni. Negli anni 70, poi, le scuole elementari a Saleggi e a Losone di L. Vacchini e la scuola media a Morbio Inferiore di M. Botta sono entrate a pieno titolo fra gli esempi di riferimento per la loro qualità

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paesaggistica e per il rapporto simbiotico con gli spazi aperti; con gli spazi interni caratterizzati dalla ricerca della massima trasparenza e luminosità che trasfigurano i volumi in lampade urbane con pareti di vetro a tutta altezza che riflettono il verde del suolo e proiettano all’esterno l’attività scolastica. Il concorso bandito nel 1999 dalla città di Rolle per l’ampliamento del collegio De Buttes, accoglie questi temi in un concept compositivo semplice e chiaro e diventa l’occasione per progettare anche il playground della scuola, frutto della combinazione positiva delle qualità naturali del sito e della composizione di luce e materia come metafora di natura e artificio. Per l’ampliamento era necessario realizzare sei classi, una mensa con cucina, un’aula per la musica, alcune aule di informatica e servizi annessi. Il nuovo volume, impostato sulla differenza di quota tra la strada e l’edificio degli anni 30, dal punto di vista tipologico è una scuola a padiglione. Isolata e indipendente dall’edificato circostante, si sviluppa prevalentemente su un piano, con una parte superiore di dimensioni contenute che definisce la testata della scuola sulla strada, alla quota maggiore, dove si trova l’ingresso.Il volume si posa nel verde a corpo triplo, con corridoio e servizi lungo la spina centrale e aule affacciate sul parco, ripetendo un modello codificato che si avvalora della progettazione delle superfici colorate e di una copertura praticabile arredata con connons lumières metallici che forniscono aria e luce alla palestra e agli spazi di circolazione. La scuola è stata realizzata utilizzando dei pannelli strutturali di cemento colorato e vetrate blu-verdi lucide e riflettenti poste a filo del muro in modo da esaltare l’entità volumetrica semplice. Le vetrate delle aule sono disposte a sud-ovest e contribuiscono al risparmio energetico del complesso, mente una grande superficie orizzontale aggettante al piano superiore contribuisce al raffrescamento del piano sottostante.

Fig. 1.3.1: vista sul lato Ovest

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Fig. 1.3.2: prospetti Nord e Sud

Fig. 1.3.3: prospetti Ovest ed Est

Fig. 1.3.4: vista dell’ampliamento dal vecchio edificio scolastico

Scuola elementare e materna di Fronteireira, a Belas; progettata dall’arch. David Marana nel 2001. Il tema funzionale da rispettare, assegnato all’edificio scolastico di Fronteireira, a Belas, non era dei più facili: tenere “sotto lo stesso tetto” in un’unica edificazione una scuola materna per una cinquantina di bambini e una scuola elementare per circa 200 scolari dai sei ai dieci anni. Inoltre, a rendere più difficili le cose, c’era da considerare la conformazione del terreno, definito troppo eufemisticamente “con una topografia accidentata”. In realtà, si tratta di un’area con un fortissimo dislivello (circa un piano), vicina ad una strada carrabile e con un

“contorno triste” di edificazioni di periferia. David Maranha, ha cercato di sfruttare gli handicap presenti nel bando trasformandoli in punti di forza del progetto. Le due scuole sono state assemblate insieme in un’unica unità e separate materialmente utilizzando in modo intelligente il dislivello naturale. In un complesso con una planimetria ad “U”convivono dunque, nella parte ovest, su un piano, la scuola

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materna e, nella parte opposta (est), la scuola elementare che sviluppa due piani in altezza. Il terzo braccio della “U” contiene, infine, su un solo livello, alcuni servizi facenti parte della scuola elementare. Esteriormente, l’edificio dichiara tutta la sua forza non accettando nessun tipo di compromesso con il suo intorno anonimo, quasi a volergli lanciare una sfida. I fronti sono rivestiti in laterizio faccia a vista con alcuni innesti “strategici” in intonaco bianco. Quello che traspare da una prima sommaria visione dei quattro prospetti principali è la volontà di mettersi dalla parte dei fruitori primari: i bambini. A questo proposito sono numerosi gli episodi “ludici” presenti sia in pianta che negli alzati: le rampe che sono anche un po’ un giocolabirinto; piccoli alberi destinati a crescere, piantati nei patii interni sapientemente illuminati; grandi lucernari di forma quadrata, inclinati per seguire l’andamento dei raggi solari, ecc.

Questi “effetti speciali” (progettati per rendere meno noiosa la permanenza dei piccoli frequentatori, certo non tutti inclini a una presenza troppo prolungata) hanno una loro giustificazione funzionale (collegamenti verticali, illuminazione, ecc.); ciò li rende ancora più accettabili e meno “effimeri”, tramutandoli definitivamente in dettagli architettonici. Come già accennato, nella parte ovest del complesso è situata la scuola materna con sale per le attività, blocco dei servizi, patii interni e uno spazio comune. Sul lato nord sono invece collocati una sala polivalente, la cucina e il

“giardino per l’infanzia”. Nella parte est dell’edificio, quella dedicata alla scuola elementare (l’unica che sviluppa due piani), sono ricavate quattro classi per piano con i relativi servizi; di fronte ad esse sono ubicate le scale e le rampe per la discesa e la risalita; a nord, nell’angolo, unica protagonista è la biblioteca. Quanto al corpo nord (il terzo braccio della “U”), esso ospita le stanze per i computer, per i professori, i familiari dei bambini, gli uffici, ecc. In qualche modo, la parte più importante ed emblematica del progetto è il fronte est, quello che si presenta con le otto classi che

“escono fuori” dalla muratura solida in laterizio, alloggiate dentro i quattro “box”

(contenenti ognuno due classi sovrapposte) rivestiti di candido intonaco. Le superfici frontali degli involucri bianchi sono integralmente vetrate, tranne la parte alta, schermata da un grigliato nero in alluminio. Alla regolarità di questa parte del fronte si contrappone l’angolo con la biblioteca, privo di inibizioni, libero di manifestare la sua gioiosa identità, un po’ come tutto l’edificio.

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Fig. 1.3.5: aule fronte Est

Fig. 1.3.6: dettaglio fronte Ovest e volume della biblioteca

Fig. 1.3.7: prospetti Est ed Ovest

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Fig. 1.3.8: prospetto Nord e sezione

Fig. 1.3.9: vista fronte Nord

Scuola elementare a Fairfield, Connecticut, USA; progettata da Owings & Merril nel 2002. Questa scuola elementare basa la propria ossatura compositiva, sospesa tra la perentorietà di un oggetto semplice e un oggetto instabile, cellulare il quale riproduce forme naturali in maniera letterale, dal confronto con l’ambiente circostante isolato, costituito da un’estesa compagine boschiva. L’impianto ribalta il tradizionale schema lineare della scuola a galleria: gli ambienti speciali quali mense, palestre, auditorium, con le loro dimensioni particolari e altezze interne vengono posizionati sulle testate dell’edificio in modo da eliminare ogni elemento di connessione. Lo spazio non individua direzioni, lascia liberi di sceglierne una preferenziale fra molte possibili e diviene interattivo nella misura in cui consente di riconoscere un mosaico

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di utilizzazioni degli spazi. Così, nel panorama del grande cavo baricentrico a doppia altezza, trovano posto spazi ibridi e flessibili come la biblioteca, illuminata da un patio scoperto e attrezzata con scaffalature mobili, aggregabili per formare sottomultipli spaziali, aule dentro l’aula. Ma tale elasticità d’uso si estende anche a spazi che conformano la rigida fascia perimetrale del fabbricato destinata a racchiudere il sistema dei vuoti “forestali”. Infatti è presente un “gymatorium” termine che indica un’ampia aula a doppia altezza utilizzabile contemporaneamente come palestra ed auditorium e separabile per usi extrascolastici da parte di utenti esterni.Dunque non si tratta soltanto di un edificio nella natura. Piuttosto è la natura ad entrare nell’edificio esplorandone diverse valenze: metaforicamente, attraverso una sorta di artificializzazione delle sue forme, e dal punto di vista delle relazioni fra le componenti funzionali mediante un sistema di percorsi del tutto integrato in questa idea di spazio fluido e indeterminato. Cos’ l’uso della curva è lo svolgimento del tema dello spostarsi sperimentando una continua scoperta che suggerisce le emozioni di una passeggiata nel bosco, con i sui sentieri sinuosi e le frequenti variazioni luminose. Il tema dell’integrazione tra natura ed architettura si estende all’uso dei materiali: viene infatti utilizzato il legno, la pietra locale e la maggior parte degli ambienti è illuminata mediate luce naturale.

Fig. 1.3.10: pianta del piano terra e del primo piano

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Fig. 1.3.11: particolare interno

Fig. 1.3.12: vista interna

Fig. 1.3.13: vista dall’alto

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Fig. 1.3.14: prospetti Nord, Sud, Ovest, Est

Scuola elementare a Castelldefels, Barcellona, Spagna; progettata dall’arch. Carme Pinòs nel 2004. Le caratteristiche urbane del lotto messo a disposizione dall’amministrazione comunale per la realizzazione della scuola elementare non hanno certo reso più semplice il percorso progettuale dell’architetto. Il terreno situato in una zona suburbana, senza alcuna qualità ambientale, si insinua in un cuneo risultante dalla confluenza di una intensa rete infrastrutturale ferroviaria e autostradale. Rende le condizioni del sito, ancora più sfavorevoli, la presenza molto ravvicinata di appezzamenti occupati da edifici residenziali direttamente affacciati sull’area. In queste condizioni la decisione quasi obbligata di voltare le spalle dell’edificio alla ferrovia ha indotto il progettista a preferire un impianto a elle disposto sul limite dell’area. La naturale conseguenza progettuale fu quella di impostare una scuola chiusa e compatta verso l’esterno, ma aperta e frastagliata nella parte affacciata verso l’interno del lotto. La differenza più evidente si manifesta nell’uso di un diverso rapporto di scala tra i prospetti interni ed esterni: i primi caratterizzati da elementi architettonici che determinano una combinazione di chiari e scuri; i secondi costituiti da un unico elemento, una parete inclinata di colore scuro ,ritagliata da aperture a tutta altezza. Porticati coperti da falde dai contorni irregolari, coperture lievemente inclinate, pilastri svasati e aperture di diverse dimensioni compongono un intricato insieme di elementi eterogeneo pensato per proteggere esclusivamente dal soleggiamento eccessivo gli ambienti esposti a sud. La copertura costituita da pannelli metallici viene a costituire un involucro articolato come una grande superficie

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spaccata in più punti da ampie vetrate che investono anche il piano del tetto mettendo in evidenza la natura bidimensionale del rivestimento. Le aperture ben calibrate compongono un’armoniosa alternanza di pieni e di vuoti sospesi lungo il taglio della vetrata che accompagna tutto il corridoio a piano terra. Il fronte est più corto e più basso non riesce ugualmente equilibrato a causa delle dimensioni troppo ridotte.

Fig. 1.3.15: fronte Est

Fig. 1.3.16: vista interna

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Fig. 1.3.17: pianta piano terra

Fig. 1.3.18: ingresso principale

Scuola elementare Prinsehaghe a L’Aia, Olanda; progettata dagli architetti Geurst &

Shulze nel 2003. Il progetto prevede una scuola con uno spazio dopo-scuola e una palestra attorno ad una corte chiusa in una zona centrale della città. L’edificio non risulta spettacolare o innovativo ma rappresenta un ottimo risultato grazie ad un concept molto ben definito e basato su un chiaro messaggio educativo, privilegiando la maggiore dimensione delle aule e degli spazi collettivi a discapito degli ambienti per gli insegnanti e per l’amministrazione.Per le ridotte dimensioni del sito l’edificio è organizzato su una pianta rettangolare che misura circa 37x22 metri, con un’altezza massima di 12 metri nel lato nord dove sono ospitati gli spazi dell’atrio, della sala studio e della palestra sovrapposti su tre livelli. Da questa scelta di compattezza del

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volume e dell’impianto deriva un sfruttamento di ogni spazio utile all’interno realizzando una superficie totale di circa 2800 mq. Lo spessore del corpo di fabbrica è costituito da tre fasce di 7 metri che ospitano le aule sul perimetro esterno e lo spazio di distribuzione e servizi nella fascia centrale. Dall’ingresso posto a nord si sviluppa una scala a rampa unica di collegamento al primo e secondo piano che rappresenta l’asse dell’edificio. Al piano terreno lo spazio si prolunga costituendo un’unica galleria con vani a tripla altezza, illuminati dall’alto da cinque lucernari circolari, sulla quale si affacciano tutti gli ambienti della scuola. Altri lucernari sono posti sulla copertura della palestra di 250 mq, in assenza di altri affacci, ed anche sugli spazi accessori di deposito e spogliatoi. A questo livello un secondo percorso anulare svincola l’ingresso degli spogliatoi alla palestra dalla distribuzione centrale.

Anche le aule e tutti gli ambienti principali sono dotati di ampie bucature rettangolari quasi tutte della medesima dimensione e disposte nei prospetti su tre livelli con un ritmo regolare e quasi a campire interamente le facciate. Ogni aula è così dotata di due grandi finestre che diventano delle possibili uscite sul giardino dalle sei classi disposte al piano terra. La disposizione delle tredici aule ai diversi piani è decrescente con l’aumentare del livello: 6 aule al piano terra, 5 al secondo e 2 al terzo. Le aule risultano separate da pareti mobili scorrevoli in modo da creare spazi di circa 100 mq per favorire un uso quanto più flessibile della didattica o di altri usi dell’edificio. Il rivestimento della facciata è in cortina di mattone scuro frequentemente usato nell’architettura olandese. Il prospetto della facciata principale, più alto e compatto, rappresenta maggiormente l’idea dell’edificio pubblico anche attraverso un rivestimento in lastre di pietra bianca della parte basamentale fino al primo livello e di una pensilina che si piega fino a diventare una lunga panca accanto alla porta centrale d’ingresso.

Fig. 1.3.19: sezione Fig. 1.3.20: pianta piano terra

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Fig. 1.3.21: vista sul blocco più alto, lato Est

Fig. 1.3.22: vista sul blocco più alto, lato Sud Est

Fig. 1.3.23: prospetti Nord, Est, Sud, Ovest Fig. 1.3.24: planimetria generale

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