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ALLEGATO ALLA DELIBERA N DEL 11 GIUGNO 2009

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ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 1328 DEL 11 GIUGNO 2009

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore

metalmeccanico in Provincia di Pordenone redatto ai sensi dell’articolo 47 della legge

regionale 18/2005

Aprile 2009

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INDICE

1. Premessa ... 3

2. Obiettivi del Piano ... 4

3. Il settore metalmeccanico a livello nazionale ... 5

4. Il settore metalmeccanico in provincia di Pordenone ... 10

4.1 Gli indicatori di crisi ... 17

5. Strumenti per l’orientamento, la riqualificazione e la ricollocazione dei lavoratori, attraverso apposite misure di accompagnamento, con il concorso preminente dei Centri per l’impiego (legge 18/2005 articolo 47 lettera b) ... 24

5.1 Interventi a favore dei lavoratori espulsi dalla crisi del settore metalmeccanico... 24

5.2 Ricerca delle nuove opportunità di lavoro e agevolazioni per le imprese che assumono... 34

6. I soggetti che partecipano alla realizzazione del piano ... 40

7. Il coordinamento e monitoraggio del piano ... 43

8. Durata del piano ... 43

APPENDICE 1: CLASSIFICAZIONE ATECO 2002 ... 44

APPENDICE 2: ELENCO DEI CODICI ISTAT ESCLUSI

DALL’INTERVENTO ... 49

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1. Premessa

Il piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore metalmeccanico della provincia di Pordenone si propone di illustrare le trasformazioni che sono avvenute nel corso degli ultimi anni nel settore nonché l’andamento degli indicatori di crisi e le difficoltà che sono intervenute nella domanda interna ed estera. Il piano illustra inoltre i progetti finalizzati all’orientamento, alla riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori; data la complessità e la delicatezza della situazione, gli interventi sono stati pianificati ed organizzati affinché il lavoratore possa ricevere tutte le informazioni, le agevolazioni ed i servizi necessari alla ricollocazione, secondo una logica di integrazione ed ottimizzazione delle risorse (umane, strumentali, metodologiche) e dei progetti già in essere, di cui il presente “Piano di gestione delle situazioni di grave difficoltà occupazionale” è espressione. La metodologia proposta intende associare le tecniche di ricollocazione comunemente impiegate alle modalità operative già adottate in precedenti progetti sperimentali, opportunamente migliorate ed adattate al contesto territoriale e alle risorse disponibili.

Dal punto di vista procedurale, il Piano segue quanto previsto dagli articoli 46, 47, 48 della L.R.

18/2005 - e dagli ''Indirizzi per la previsione e gestione delle situazioni di grave difficoltà occupazionale'' approvati dalla Giunta regionale con Delibera 2933/2005. Nella fattispecie, la Provincia di Pordenone ha provveduto ad effettuare per tempo una prima segnalazione della crisi del settore metalmeccanico. L’Assessore regionale competente ha sancito la crisi del settore metalmeccanico provinciale e ha affidato alla provincia di Pordenone la redazione nonché la realizzazione del Piano di gestione, anche avvalendosi dell’Agenzia Regionale del Lavoro.

Una volta approvato il Piano dalla Giunta provinciale e dalla Giunta regionale, l’attuazione dello stesso sarà coordinata dalla Provincia di Pordenone e realizzata dai Centri per l’impiego coinvolti, grazie sia alla collaborazione attiva delle parti sociali rappresentate nella Commissione provinciale per il Lavoro, sia all’ausilio dell’Agenzia Regionale del Lavoro e di esperti in materia, secondo la metodologia e le modalità di seguito riportate.

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2. Obiettivi del Piano

Il piano, in linea con la Legge Regionale 18/2005, si propone i seguenti obiettivi:

1 realizzare il monitoraggio del settore metalmeccanico provinciale e delle imprese che lo compongono al fine di valutare l’estensione e l’incidenza dei fenomeni di crisi e la loro evoluzione nel corso del tempo;

2 progettare interventi e soluzioni utili a fronteggiare i fenomeni di crisi presenti nel settore metalmeccanico salvaguardando le risorse umane e professionali che vi operano attraverso un processo di aggiornamento/riqualificazione professionale/ricollocazione produttiva ed occupazionale;

3 coinvolgere gli attori della concertazione nella progettazione degli interventi e delle azioni di formazione e ricollocazione professionale dei lavoratori in esubero, nella gestione delle imprese in crisi e nel monitoraggio degli interventi;

4 promuovere una rete di gestione del progetto tra Amministrazione provinciale di Pordenone, Centri per l’impiego ed operatori privati in grado di generare delle buone prassi particolarmente importanti per la qualificazione del mercato del lavoro provinciale e più in generale di quello del Friuli Venezia Giulia;

5 progettare e sperimentare strumenti utili per la gestione dei fenomeni di crisi quali la ricerca delle vacancies, la gestione del matching, le attività di formazione ed aggiornamento, quelle di accompagnamento nel nuovo posto di lavoro;

6 promuovere una cultura ed una sensibilità diffusa nella gestione dei processi di crisi coinvolgendo le Amministrazioni comunali, promuovendo un ruolo attivo ed un forte protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori, e delle imprese coinvolte;

7 sviluppare comportamenti innovativi tra gli operatori dei Centri per l’impiego e quelli dei soggetti privati che intervengono nell’attuazione del Piano;

8 sperimentare modelli organizzativi innovativi in grado di facilitare l’integrazione operativa tra i vari soggetti coinvolti dalle attività previste dal Piano.

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3. Il settore metalmeccanico a livello nazionale

Il comparto metalmeccanico nelle sue diverse articolazioni produttive rappresenta senza dubbio un pilastro del sistema economico italiano, data la sua rilevanza in termini occupazionali, di valore aggiunto e soprattutto come fattore di traino dell’export nazionale. Proprio quest’ultima caratteristica di forte esposizione verso i mercati esteri, però, è una delle cause che nell’ultimo anno hanno fatto della metalmeccanica uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica in atto. È sufficiente esaminare i principali indicatori economici per comprendere le difficoltà che le imprese stanno attraversando.

Prima di procedere occorre premettere che nel corso della presente analisi verrà considerato il settore metalmeccanico in un’accezione più ristretta rispetto alle trattazioni convenzionali, in quanto non verrà considerato l’ambito dell’elettronica e verranno anche esclusi alcuni comparti che non rientrano nell’ambito di intervento del presente piano, quali la siderurgia, la produzione di autoveicoli e la cantieristica (si veda l’APPENDICE 1: CLASSIFICAZIONE ATECO 2002 e l’APPENDICE 2: ELENCO DEI CODICI ISTAT ESCLUSI DALL’INTERVENTO).

Figura 1 - Indici destagionalizzati della produzione industriale (base 2000=100), dicembre 2006-dicembre 20081

Fonte: ISTAT

Innanzitutto nella Figura 1 si può osservare la forte diminuzione dell’indice generale destagionalizzato della produzione industriale (con base 2000=100), passato da un valore pari a

1 I dati di dicembre 2008 sono provvisori.

80,0 85,0 90,0 95,0 100,0 105,0 110,0 115,0 120,0

dic 06 gen 07 feb 07 mar 07 apr 07 mag 07 giu 07 lug 07 ago 07 set 07 ott 07 nov 07 dic 07 gen 08 feb 08 mar 08 apr 08 mag 08 giu 08 lug 08 ago 08 set 08 ott 08 nov 08 dic 08

macchine e apparecchi meccanici

metallo e prodotti in metallo

indice generale

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98,3 nell’aprile 2008 a 84,9 nel dicembre dello stesso anno, con una variazione negativa pari al 13,6% in soli otto mesi. Per quanto riguarda il settore della metalmeccanica, che partiva da livelli più elevati, nello stesso lasso temporale si registra una diminuzione del 17% per la produzione di macchine e apparecchi meccanici e del 19,9% per i prodotti in metallo2. Anche il 2007 aveva segnato una flessione dell’indice della produzione industriale (più evidente per la fabbricazione di metallo e prodotti in metallo) seppure di entità decisamente minore, seguita però da un recupero nei primi mesi del 2008.

Figura 2 - Grado di utilizzazione degli impianti del settore metalmeccanico (espresso in % dell’utilizzo massimo), I trimestre 2006-IV trimestre 2008

Fonte: ISAE e Federmeccanica

Il livello di utilizzazione degli impianti rispecchia l’andamento dell’indice della produzione industriale, con una netta flessione a partire dal secondo trimestre del 2008 (Figura 2). Anche in questo caso la diminuzione maggiore riguarda la fabbricazione di prodotti in metallo (-14,9% tra il secondo e il quarto trimestre del 2008), assieme alla metallurgia e alla produzione di altri mezzi di trasporto. Il comparto delle macchine e degli apparecchi meccanici è quello che presenta invece il calo minore (-5,4%), passando da un grado di utilizzazione pari al 78,1% nel secondo trimestre 2008 fino ad arrivare alla fine del medesimo anno al 73,9% della capacità massima disponibile, che comunque risulta il dato più elevato registrato nell’ambito del settore metalmeccanico nel suo complesso.

Le dinamiche fin qui osservate sono naturalmente una conseguenza dell’andamento degli ordinativi, del fatturato, dell’interscambio con l’estero.

2 Si tratta dei due comparti più rappresentativi del settore metalmeccanico nell’accezione adottata dal presente Piano.

60,0 65,0 70,0 75,0 80,0 85,0

I 06 II 06 III 06 IV 06 I 07 II 07 III 07 IV 07 I 08 II 08 III 08 IV 08

metallurgia prodotti in metallo

macchine e apparecchi meccanici altri mezzi di trasporto

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Per quanto concerne gli indici del fatturato, gli ultimi mesi del 2008 presentano variazioni tendenziali decisamente negative rispetto ai corrispondenti periodi dell’anno precedente (Tabella 1), con un netto peggioramento nell’ultima parte dell’anno, più accentuato per i comparti dei prodotti in metallo e delle macchine e apparecchi meccanici rispetto all’indice generale. L’indice relativo agli ordinativi presenta invece una situazione più problematica per le macchine e gli apparecchi meccanici, che presentano variazioni tendenziali negative a partire dal mese di maggio del 2008, mentre per la fabbricazione e lavorazione di metallo e prodotti in metallo i segnali negativi vengono solamente dagli ultimi tre mesi dell’anno. Il punto più basso è stato comunque raggiunto in entrambi i casi (e anche a livello generale) nel mese di novembre del 2008, quando si è registrata una contrazione degli ordinativi di oltre il 25% rispetto al corrispondente mese del 2007.

Tabella 1 - Indici del fatturato e degli ordinativi, variazioni tendenziali % rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dicembre 2007-dicembre 2008

FATTURATO ORDINATIVI Metallo e

prodotti in metallo

Macchine e apparecchi meccanici

Indice generale

Metallo e prodotti in

metallo

Macchine e apparecchi meccanici

Indice generale

dic 07 -3,0 -4,1 0,0 dic 07 -1,6 -3,2 0,5

gen 08 4,7 9,8 6,1 gen 08 2,5 18,0 6,9

feb 08 7,3 7,9 9,0 feb 08 5,0 5,7 14,3

mar 08 -5,2 -2,7 -4,3 mar 08 -0,3 -6,2 -3,7

apr 08 22,6 12,8 13,9 apr 08 15,3 8,5 12,8

mag 08 4,0 -3,4 -2,7 mag 08 5,0 -5,3 -5,3

giu 08 5,1 6,8 3,8 giu 08 1,5 -10,2 -7,8

lug 08 9,9 -3,8 4,7 lug 08 7,5 -20,6 5,5

ago 08 -6,7 -23,5 -11,0 ago 08 -1,2 -12,8 -5,2 set 08 12,3 -4,2 5,4 set 08 10,1 -19,3 1,2 ott 08 -3,8 -10,2 -5,9 ott 08 -3,5 -18,9 -12,2 nov 08 -15,8 -19,0 -13,9 nov 08 -25,1 -25,6 -26,2 dic 08 -17,0 -11,0 -10,3 dic 08 -21,4 -14,5 -15,4 Fonte: ns elaborazioni su dati ISTAT

I dati relativi al commercio con l’estero confermano il forte rallentamento nel 2008, che arriva dopo un periodo di crescita sostenuta delle esportazioni che durava dal 2003 (Figura 3), aumento in proporzione più marcato per i prodotti in metallo. Infatti dal 2003 al 2008 il valore dell’export italiano relativo ai prodotti in metallo è cresciuto (in termini nominali) del 54,7% (da 10,9 a 16,8 miliardi di euro), quello delle macchine e degli apparecchi meccanici del 44% (da 53,3 a 76,8 miliardi di euro). Si osservi infine che dal 2000 al 2003 il livello delle esportazioni di prodotti della metalmeccanica si era mantenuto piuttosto stabile.

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Figura 3 - Andamento delle esportazioni dei due principali comparti del settore metalmeccanico3, 2000- 20084 (valori in milioni di euro correnti)

Fonte: ns elaborazioni su dati ISTAT

L’indagine congiunturale condotta da Federmeccanica5 relativamente al consuntivo del quarto trimestre del 2008 e alle previsioni per il primo trimestre del 2009 presso un campione di imprese associate conferma la forte diminuzione dei livelli di produzione anche per effetto del ridimensionamento delle quote di export. Le scorte di prodotti finiti, inoltre, a causa del basso livello della domanda sono state valutate in eccesso in oltre il 25% delle imprese intervistate, e si è registrata una netta contrazione del portafoglio ordini. Infine, come ulteriore nota negativa, le imprese intervistate prevedono per il primo trimestre del 2009 un nuovo calo dei volumi produttivi, sia nel loro complesso sia per la quota diretta all’esportazione.

Tabella 2 - Ore di Cassa Integrazione autorizzate nel settore metalmeccanico, 2005-2008

2005 2006 2007 2008 Var. % 2007-08

CIGO 47.092.378 21.993.046 15.712.845 37.280.193 137,3

CIGS 46.285.530 60.459.771 42.653.432 39.347.023 -7,8

TOTALE 93.377.908 82.452.817 58.366.277 76.627.216 31,3 Fonte: INPS

Le ore di Cassa Integrazione autorizzate nel settore costituiscono infine un significativo

3 Si tratta dei due principali comparti in quanto sono esclusi dall’ambito dell’analisi settori altrettanto importanti quali l’industria automobilistica, la cantieristica e la siderurgia.

4 I dati relativi al 2008 sono ancora provvisori.

5 Si veda la 109^ Indagine Congiunturale Federmeccanica.

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

DJ 28 Prodotti in metallo DK 29 Macchine ed apparecchi meccanici

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termometro della crisi. Come si può vedere nella Tabella 2, l’incremento registrato nella metalmeccanica tra il 2007 e il 2008, pari a +31,3%, ha riguardato esclusivamente gli interventi Ordinari, e quindi le situazioni di difficoltà considerate transitorie. Il ricorso alla Cassa Integrazione Straordinaria, invece, è addirittura diminuito del 7,8% nell’ultimo anno, unico dato confortante in uno scenario decisamente negativo. Si noti che il monte ore complessivo di CIG raggiunto nel 2008, pari a oltre 76 milioni, è inferiore sia al dato del 2006 che a quello del 2005.

Nei soli primi tre mesi del 2009, in ogni caso, a livello nazionale sono state già autorizzate poco meno di 43,6 milioni di ore di CIGO (più dell’intero anno 2008) e 11,8 milioni di ore di CIGS.

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4. Il settore metalmeccanico in provincia di Pordenone

Dopo aver esaminato la fase critica che le imprese della metalmeccanica stanno attraversando a livello nazionale, verranno ora esaminate le specificità del territorio della provincia di Pordenone.

Tabella 3 - Numero di unità locali e addetti del settore metalmeccanico6 in provincia di Pordenone, 1991- 2001

Codice Ateco 2002

Unità Locali

1991

Unità Locali 2001

Var. % UL 1991-01

Addetti 1991

Addetti 2001

Var. % addetti 1991-01 Totale DJ27 Metallurgia 24 18 -25,0 1.042 1.387 33,1 28.1 Fabbricazione di elementi da costruzione in metallo 218 238 9,2 1.639 1.855 13,2 28.2 Fabbricazione di cisterne, serbatoi e contenitori in metallo;

fabbricazione di radiatori e caldaie per il riscaldamento centrale 5 6 20,0 49 171 249,0 28.4 Fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli;

metallurgia delle polveri 34 38 11,8 554 819 47,8

28.5 Trattamento e rivestimento dei metalli; lavorazioni di

meccanica generale 199 302 51,8 1.827 2.640 44,5

28.6 Fabbricazione di articoli di coltelleria, utensili e oggetti

diversi in metallo 250 195 -22,0 1.690 1.197 -29,2

28.7 Fabbricazione di altri prodotti metallici 110 127 15,5 894 1.532 71,4 Totale DJ28 Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in

metallo, esclusi macchine e impianti 816 906 11,0 6.653 8.214 23,5 29.1 Fabbricazione di macchine ed apparecchi per la

produzione e l’utilizzazione dell’energia meccanica 19 23 21,1 575 620 7,8 29.2 Fabbricazione di altre macchine di impiego generale 85 164 92,9 857 1.640 91,4 29.3 Fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura 37 28 -24,3 689 410 -40,5 29.4 Fabbricazione di macchine utensili 26 42 61,5 417 753 80,6 29.5 Fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali 69 97 40,6 2.700 2.584 -4,3 29.7 Fabbricazione di apparecchi per uso domestico 17 29 70,6 4.039 3.854 -4,6

Totale DK29 Fabbricazione di macchine ed apparecchi

meccanici 253 383 51,4 9.277 9.861 6,3 Totale DM35 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 11 13 18,2 65 33 -49,2

TOTALE METALMECCANICA 1.104 1.320 19,6 17.037 19.495 14,4 Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Censimenti Industria e Servizi

Il settore metalmeccanico della provincia di Pordenone, alla data dell’ultimo Censimento delle attività produttive (2001) contava circa 19.500 addetti, pari a poco meno del 40% dell’intero settore manifatturiero provinciale. Rispetto a dieci anni prima il numero degli occupati risultava aumentato del 14,4%, il numero delle unità locali del 19,6% (Tabella 3). Tale fase di sviluppo ha riguardato soprattutto i due comparti di maggiori dimensioni, quello della fabbricazione e

6 Esclusa la siderurgia, la fabbricazione di tubi di acciaio, la cantieristica navale. Si vedano le appendici.

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lavorazione dei prodotti in metallo e della fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, che assieme comprendono oltre il 90% delle unità locali e degli addetti.

La metallurgia negli anni Novanta ha vissuto un processo di concentrazione che ha portato ad una diminuzione delle sedi produttive (-25%) e ad un aumento del 33,1% degli occupati; in questo modo la dimensione media è quasi raddoppiata, passando da 43 a 77 addetti per unità locale. Risulta infine marginale il comparto relativo alla fabbricazione degli altri mezzi di trasporto, che comunque nel periodo in esame presenta un dimezzamento del numero degli occupati.

Tabella 4 - Le principali categorie economiche del settore metalmeccanico in provincia di Pordenone, 1991-2001

Categorie economiche

Unità Locali

1991

Unità Locali

2001

Var. % 1991-01

Addetti 1991

Addetti 2001

Var. % 1991-01 29.71.0 - Fabbricazione di elettrodomestici (esclusa

riparazione) 13 23 76,9 4.017 3.831 -4,6

28.52.0 - Lavori di meccanica generale per conto terzi 159 247 55,3 1.248 1.852 48,4 28.11.0 - Fabbricazione di strutture metalliche e di parti di

strutture 138 140 1,4 1.193 1.241 4,0

28.75.3 - Costruzione di altri articoli metallici e minuteria

metallica 30 59 96,7 443 1.123 153,5

29.53.0 - Fabbricazione macchine per la lavorazione di

prodotti alimentari, bevande e tabacco 7 13 85,7 498 886 77,9

29.24.3 - Fabbricazione macchine di impiego generale ed

altro materiale meccanico n.c.a. 22 52 136,4 287 849 195,8

28.51.0 - Trattamento e rivestimento dei metalli 40 55 37,5 579 788 36,1 29.40.0 - Fabbricazione macchine utensili e parti;

installazione, manutenzione e riparazione 26 42 61,5 417 753 80,6

29.54.1 - Costruzione e installazione macchine tessili, per

cucire e loro parti 16 15 -6,3 1.399 696 -50,3

27.51.0 - Fusione di ghisa 3 2 -33,3 541 692 27,9

28.61.0 - Fabbricazione di articoli di coltelleria e posateria 185 146 -21,1 784 672 -14,3 Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Censimenti Industria e Servizi

All’interno del settore metalmeccanico la categoria economica in assoluto più importante in termini occupazionali è quella della fabbricazione di elettrodomestici, che costituisce una delle specializzazioni principali del distretto provinciale della “Componentistica e della meccanica”.

Nel 1991, infatti, in provincia di Pordenone impiegava oltre 4.000 addetti concentrati in un numero limitato di sedi produttive di grandi dimensioni; dopo una diminuzione pari al 4,6% tale grandezza nel 2001 superava di poco le 3.800 unità (Tabella 4). Si tratta peraltro di uno dei comparti più colpiti dall’attuale crisi, in quanto la situazione di difficoltà ha riguardato a livello internazionale il gruppo Electrolux, con ripercussioni nel territorio pordenonese sugli stabilimenti di Porcia (dove si producono lavatrici) e di Vallenoncello per il settore Professional. Inoltre le conseguenze della crisi si estendono all’indotto, in particolare si segnala la delicata situazione dell’Acc (Appliances Components Companies, stabilimento di Comina), e ad esempio delle

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cooperative di servizi che lavorano in appalto per le imprese del settore7. Gli stop produttivi delle grandi imprese dell’elettrodomestico hanno provocato un effetto a cascata in molte aziende che operano nella subfornitura (in particolare nella componentistica) e che, vedendo assottigliarsi le commesse, sono dovute ricorrere a ferie anticipate, poi al taglio dei lavoratori interinali e dei contratti a termine e infine alla Cassa Integrazione. Occorre peraltro ricordare che il settore degli elettrodomestici è la seconda realtà industriale italiana dopo quella automobilistica; anche a livello nazionale, però, da qualche anno ha subito una graduale contrazione dei livelli produttivi e della redditività. Il settore subisce infatti la concorrenza di Paesi che producono con costi del lavoro nettamente più bassi, senza contare il fatto che il costo delle materie prime negli ultimi anni è aumentato. Pertanto si verificano sempre più spesso casi di delocalizzazione in Paesi a basso costo del lavoro, anche se permangono in Italia le attività che richiedono competenze distintive, quali le produzioni di gamma più alta e la ricerca e sviluppo.

Altri segmenti produttivi di particolare rilevanza nell’ambito della metalmeccanica pordenonese risultano quello dei lavori di meccanica generale per conto terzi, la fabbricazione di strutture metalliche e la costruzione di articoli metallici e minuteria metallica, che ha registrato una netta crescita tra il 1991 e il 2001. Si noti inoltre il forte ridimensionamento subito negli anni Novanta dal settore della produzione e installazione di macchine tessili, che ha dimezzato il numero degli occupati nel periodo in esame. Tale dinamica risulta evidentemente legata alla crisi di lungo periodo attraversata dal settore tessile; in proposito si può citare l’attuale situazione di difficoltà che sta attraversando un’importante azienda come la Savio Macchine Tessili di Pordenone.

Si può infine osservare l’andamento negativo del comparto della fabbricazione di articoli di coltelleria e posateria; il distretto industriale delle coltellerie del Maniaghese, in effetti, sotto la spinta della concorrenza straniera nell’ultimo decennio ha attraversato una fase di ristrutturazione interna.

Tabella 5 - Andamento del numero di imprese attive del settore metalmeccanico, provincia di Pordenone 2002-2008

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 var. % 2002-08 DJ27 Produzione di metalli e loro leghe 20 21 18 14 15 14 19 -5,0 DJ28 Fabbricazione e lavorazione di prodotti in

metallo, escluse macchine 909 913 889 890 867 837 833 -8,4

DK29 Fabbricaz. macchine ed appar. mecc., install. 367 360 353 345 373 376 376 2,5 DM35 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 10 13 17 18 19 17 18 80,0 Totale metalmeccanica 1.306 1.307 1.277 1.267 1.274 1.244 1.246 -4,6 Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Censimenti Industria e Servizi

Venendo agli anni più recenti, è possibile analizzare l’andamento del settore utilizzando i dati forniti dal sistema informativo delle Camere di Commercio (è bene precisare che si tratta di una

7 Si vedano i Rapporti di monitoraggio sul settore degli elettrodomestici presenti sul sito dell’Agenzia Regionale del Lavoro del Friuli Venezia Giulia.

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fonte non omogenea rispetto ai Censimenti dell’ISTAT, date le diverse modalità e finalità di rilevazione).

Nel complesso il settore metalmeccanico ha visto una diminuzione del numero di imprese pari a -4,6% tra il 2002 e il 2008; in questo caso, prendendo in esame i due comparti più importanti, quello della fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo ha visto una diminuzione pari a - 8,4%, quello delle macchine e degli apparecchi meccanici una lieve crescita pari al 2,5%

(Tabella 5).

Nella Figura 4 si può invece notare come nel settore della metalmeccanica negli ultimi anni vi sia stata una crescita delle società di capitali (+25% in 6 anni), a scapito delle forme giuridiche meno strutturate, ossia le società di persone (-15%) e le ditte individuali (-17%). Tale fenomeno assume dimensioni maggiori nell’ambito della produzione di metalli, come già sottolineato analizzando i dati dei Censimenti, ma è chiaramente visibile anche negli altri comparti. Oltre ad accompagnare un processo di concentrazione dell’offerta produttiva, tale fenomeno può essere spiegato anche con la maggiore resistenza che le imprese con una forma societaria più articolata riescono a opporre ai fenomeni di crisi economica.

Figura 4 - Variazione % delle imprese attive del settore metalmeccanico per forma giuridica, provincia di Pordenone 2002-20088

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Volendo analizzare anche l’andamento di tutte le sedi produttive attive nel pordenonese negli ultimi sei anni (Figura 5), si può osservare come nell’ambito dei prodotti in metallo la diminuzione delle unità locali risulta inferiore rispetto a quella delle imprese, e nella produzione

8 Non è stata considerata la categoria residuale Altre forme e il settore altri mezzi di trasporto in quanto presentano una bassa numerosità di imprese.

-100,0 -80,0 -60,0 -40,0 -20,0 0,0 20,0 40,0 60,0

DJ27 DJ28 DK29 METALMECCANICA

Società di capitali Società di persone Imprese individuali Totale

(14)

di macchine e apparecchi meccanici l’incremento delle unità locali è molto più marcato rispetto alle imprese. In questo modo si ottiene come risultato generale per il settore un numero stabile di unità locali (1.541 in entrambi gli anni) a fronte di una diminuzione del 4,6% delle imprese.

Questo aumento del rapporto tra sedi produttive e sedi di impresa sembra testimoniare del medesimo processo di concentrazione e di maggiore articolazione delle imprese della metalmeccanica pordenonese, mentre le aziende di più piccole dimensioni appaiono le più colpite nell’attuale fase di difficoltà.

Figura 5 - Variazione % 2002-2008 del numero di imprese e di unità locali attive del settore metalmeccanico in provincia di Pordenone

-8,4

2,5

-5,2 -4,6

10,1

0,0

-12,0 -8,0 -4,0 0,0 4,0 8,0 12,0

DJ28 Prodotti in m e tallo DK29 Macchine e apparecchi m eccanici

Totale m etalm e ccanica IMPRESE

UNITÀ LOCALI

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Come già osservato a livello nazionale, anche in provincia di Pordenone le esportazioni del settore metalmeccanico, dopo diversi anni di crescita sostenuta, particolarmente evidente per quello che concerne la fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, nel 2008 hanno subito un arresto. Tra il 2003 e il 2007 si è infatti registrato un incremento del 44,5%, seguito nel 2008 da una diminuzione dell’export pari a -1,8%. Anche in questo caso si rileva come il comparto della produzione di elettrodomestici sia quello maggiormente penalizzato, con una flessione delle esportazioni del 16% rispetto all’anno precedente, pari a oltre 80 milioni di euro in meno. Data la sua importanza, perciò, il settore degli apparecchi per uso domestico condiziona pesantemente il risultato fatto segnare dall’intero settore metalmeccanico.

(15)

Figura 6 - Andamento delle esportazioni del settore metalmeccanico in provincia di Pordenone (valori in milioni di euro correnti), 2000-20089

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Figura 7 - Andamento delle esportazioni del settore metalmeccanico regionale e della provincia di Pordenone, 2000-200810 (n.i. 2000=100, calcolati su valori correnti)

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

9 I dati relativi al 2008 sono ancora provvisori.

10 Il dato regionale è stato depurato della cantieristica navale, dal momento che il settore risulta irrilevante per la provincia di Pordenone. Anche in questo caso i dati relativi al 2008 sono ancora provvisori.

0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600 1.800 2.000 2.200

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Metalmeccanica DJ27

DJ28 DK29

DM35

80,0 100,0 120,0 140,0 160,0 180,0 200,0 220,0 240,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 EXPORT FVG

EXPORT PN

(16)

Se si confronta l’andamento delle esportazioni della provincia di Pordenone rispetto al dato del Friuli Venezia Giulia (Figura 7), si può osservare come l’incremento registrato tra il 2003 e il 2007 è stato molto più marcato a livello regionale. Inoltre nel 2008 le esportazioni dell’intera regione continuano a crescere del 5,2%, al contrario di quanto accade a livello provinciale (- 1,8%). Per quanto riguarda i saldi tra esportazioni e importazioni di prodotti della metalmeccanica, ampiamente positivi e in crescita fino al 2007, il 2008 segna un peggioramento sia a livello regionale che provinciale.

Figura 8 - Principali paesi di destinazione delle esportazioni di macchine e apparecchi meccanici (DK29) della provincia di Pordenone, andamento dell’export 2000-2008 (valori in milioni di euro correnti)11

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Trovandoci di fronte ad una crisi economica globale, non sorprende che un po’ tutti i maggiori paesi di sbocco delle esportazioni dei prodotti della metalmeccanica della provincia di Pordenone presentino una diminuzione della domanda. In particolare, per quanto riguarda le macchine e gli apparecchi meccanici, a parte la Germania tutti gli altri paesi principali importatori (Francia, Regno Unito, Cina e Spagna) presentano una flessione in corrispondenza del 2008 (Figura 8).

Infine una importante variabile proxy del livello di attività produttiva del settore sono i consumi di energia elettrica, forniti dall’ente gestore, ossia Terna-Rete Elettrica Nazionale SpA che è la società responsabile in Italia della trasmissione e del dispacciamento dell'energia elettrica su tutto il territorio nazionale. Come si può notare (Figura 9) il periodo di crescita del settore metalmeccanico della provincia di Pordenone tra il 2002 e il 2007 è confermato anche dai

11 I dati relativi al 2008 sono ancora provvisori.

0 50 100 150 200 250

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Germania Francia Regno Unito Cina Spagna

(17)

consumi di energia elettrica. Non è ancora invece al momento disponibile il dato relativo al 2008, che costituisce l’anno in cui questa tendenza si inverte.

Figura 9 - Consumi di energia elettrica del settore metalmeccanico (milioni di KWh), provincia di Pordenone 2000-2007

Fonte: Terna Spa

4.1 Gli indicatori di crisi

Nella presente sezione verranno presi in esame gli indicatori relativi al mercato del lavoro che permettono di evidenziare il momento di particolare difficoltà che sta attraversando il settore della metalmeccanica in provincia di Pordenone.

L’andamento dei movimenti di assunzione nel settore metalmeccanico della provincia di Pordenone segue il trend più generale dell’economia regionale, che ha vissuto una fase di ripresa dal 2005 al 2007, con un brusco peggioramento nel corso del 2008. Nella Figura 10, infatti, si può vedere come tra il 2005 e il 2007 il numero dei movimenti di assunzione è cresciuto nel complesso del 54,4%; la crescita ha riguardato sia gli uomini (+50,9%) sia le donne (+66,5%), che comunque pesano meno di un quarto sul totale delle assunzioni. Il settore metalmeccanico, infatti, data la tipologia dei processi produttivi e delle lavorazioni fa ricorso prevalentemente a manodopera di genere maschile, con poche eccezioni tra cui la meccanica leggera e di precisione.

334,3

380,1

329,5

337,3

358,3 361,1

382,9

391,2

290 300 310 320 330 340 350 360 370 380 390 400

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

(18)

Figura 10 - Andamento dei movimenti di assunzione nel settore metalmeccanico della provincia di Pordenone per genere, 2004-200812

1.063

710

1.089 1.182

741 2.893

2.419

3.120

3.650

2.653 3.956

3.129

4.209

4.832

3.394

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500 5.000

2004 2005 2006 2007 2008

F M Totale

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

Figura 11 - Incidenza % delle assunzioni del settore metalmeccanico sul totale delle assunzioni della provincia di Pordenone per genere, 2004-2008

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

12 I dati sulle assunzioni sono aggiornati a gennaio del 2009.

6,0

4,0

4,8

3,9

2,9 13,6

11,6

12,6 12,3

11,5 10,2

8,1

8,8

8,1

7,0

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0

2004 2005 2006 2007 2008

F M Totale

(19)

Il 2008 si conferma come un anno di grave difficoltà segnato da un calo dei movimenti di assunzione pari a circa il 30% (da 4.832 a 3.394), che ha riguardato in misura proporzionalmente maggiore la componente femminile (-37,3%) rispetto a quella maschile (- 27,3%).

Negli ultimi anni si assiste anche ad un progressivo calo dell’incidenza delle assunzioni del settore metalmeccanico rispetto al totale delle assunzioni che sono state effettuate nella provincia di Pordenone (Figura 11). Nel 2004, infatti, il settore metalmeccanico assorbiva il 10%

dei movimenti di assunzione della provincia (13,6% per quanto riguarda gli uomini); quattro anni dopo tale incidenza si è ridotta al 7% (11,5% per la sola componente maschile).

Figura 12 - Andamento delle cessazioni nel settore metalmeccanico della provincia di Pordenone per genere, 2004-200813

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

Le cessazioni dei rapporti di lavoro del settore metalmeccanico sono al contrario aumentate negli ultimi cinque anni, superando quota 4.500 nel 200814 (Figura 12). Un dato negativo per la metalmeccanica è inoltre costituito dall’aumento, tra il 2007 e il 2008, dell’incidenza delle cessazioni del settore rispetto al totale delle cessazioni della provincia, come si può constatare nella Figura 13; tale valore era peraltro in continua diminuzione dal 2004.

I dati relativi al turnover dei rapporti a tempo indeterminato, ossia i saldi tra assunzioni e cessazioni, confermano le gravi difficoltà vissute nel 2008 (Figura 14).

13 I dati sulle cessazioni sono aggiornati a febbraio del 2009.

14 Non bisogna comunque dimenticare che le cessazioni risultano di solito sottostimate rispetto agli avviamenti, data la non obbligatorietà di comunicazione ai Centri per l’Impiego; per questo motivo i saldi tra assunzioni e cessazioni verranno calcolati solo per i rapporti a tempo indeterminato (per i quali vige invece l’obbligo di comunicazione).

1.202

890 975

1.224 1.204

2.792

2.426

2.627

3.199 3.324

3.994

3.316

3.602

4.423 4.528

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500 5.000

2004 2005 2006 2007 2008

F M Totale

(20)

Figura 13 - Incidenza % delle cessazioni del settore metalmeccanico sul totale delle cessazioni della provincia di Pordenone per genere, 2004-2008

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

Figura 14 - Saldi tra assunzioni e cessazioni a tempo indeterminato nel settore metalmeccanico della provincia di Pordenone per genere del lavoratore, 2004-200815

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

15 I dati sulle assunzioni e sulle cessazioni a tempo indeterminato sono aggiornati a gennaio del 2009.

32

-57 -41

18

-107 125

68

114

231

-160 157

11

73

249

-300 -267 -200 -100 0 100 200 300

2004 2005 2006 2007 2008

Femmine Maschi Totale 7,2

5,2 4,9

4,5 4,7

13,9

12,0

11,4 11,9

13,9

10,8

8,9

8,4 8,2

9,1

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0

2004 2005 2006 2007 2008

F M Totale

(21)

Infatti, nei quattro anni precedenti, con un netto recupero tra il 2005 e il 2007, i saldi si erano sempre mantenuti positivi; nel 2007, inoltre, anche il saldo relativo alle lavoratrici donne risultava positivo al contrario dei due anni precedenti, e il saldo complessivo era pari a 249 unità. Il bilancio del 2008 è invece decisamente negativo, con un valore pari a -107 per quanto riguarda le donne e a -160 per gli uomini; la differenza totale tra assunzioni e cessazioni a tempo indeterminato risulta dunque pari a -267.

Il crescente ricorso agli ammortizzatori sociali costituisce un ulteriore indicatore della situazione di grave difficoltà occupazionale attraversata dal settore.

Figura 15 - Andamento delle ore di Cassa Integrazione autorizzate nel settore della metalmeccanica in provincia di Pordenone, 2000-2008

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

Come si può osservare nella Figura 15 tra il 2007 e il 2008 le ore complessive di Cassa Integrazione autorizzate sono raddoppiate (da 600.000 a 1.200.000); risultato che deriva da una crescita degli interventi Ordinari del 252% e di quelli Straordinari del 73,3%. Si noti inoltre che nei primi tre mesi del 2009 sono state già autorizzate oltre 576.000 ore (livello prossimo a quello raggiunto nell’intero anno 2007), di cui circa 425.000 di CIGO e 151.000 di CIGS.

Rispetto al quadro provinciale il settore della metalmeccanica pesa per oltre il 50% delle ore di Cassa Integrazione erogate (Figura 16); negli ultimi anni è la CIGS che ha l’incidenza più elevata, superando il 70%. Nel 2008 in provincia di Pordenone solo il settore alimentare ha totalizzato un numero di ore rilevante di CIGS (quasi 320.000).

Infine anche l’incidenza delle ore di Cassa Integrazione Ordinaria è cresciuta negli ultimi anni sul totale provinciale; in questo caso gli altri settori che hanno fatto ricorso diffuso a tale ammortizzatore sociale sono stati oltre all’alimentare e al tessile anche il legno e la chimica.

0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Totale

CIGO CIGS

(22)

Figura 16 - Andamento dell’incidenza delle ore di CIG erogate nel settore della metalmeccanica sul totale della provincia di Pordenone 2000-2008

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

Figura 17 - Andamento dello stock di lavoratori in mobilità nel settore metalmeccanico della provincia di Pordenone per tipologia di lista, 2004-2008

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

87 98 107

49

118

44

65

51 54

126 131

163 158

103

244

0 50 100 150 200 250 300

2004 2005 2006 2007 2008

L.223/91 L.236/93 Totale

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

CIGO CIGS Totale

(23)

I dati relativi alla mobilità forniscono l’ulteriore riprova della fase positiva fino al 2007, quando il numero di lavoratori in mobilità è diminuito, e il peggioramento relativo al 2008. Per quanto riguarda i dati di stock del 2008, infatti, il numero totale di lavoratori in mobilità è cresciuto del 137%, in egual misura sia per quanto riguarda la L. 223/91 che la L. 236/93. Tra il 2007 e il 2008, inoltre, i flussi di ingresso nelle liste di mobilità sono raddoppiati (da 96 a 191 unità, Tabella 6); in questo caso la variazione maggiore ha riguardato la lista che fa riferimento alla L.

223/91, ossia i lavoratori provenienti dalle aziende di dimensioni maggiori.

Tabella 6 - Flussi di ingresso in mobilità del settore metalmeccanico della provincia di Pordenone per tipologia di lista, 2007-2008

2007 2008 var. % 2007-08

L. 223/91 32 97 203,1

L. 236/93 64 94 46,9

Totale 96 191 99,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

Infine l’incidenza degli ingressi in mobilità del settore sul totale provinciale è passata dal 12,7%

del 2007 al 16,2% del 2008; tale valore è il risultato della netta crescita dell’incidenza dei lavoratori posti in mobilità in base alla L. 223/91 e della leggera contrazione del peso dei lavoratori posti in mobilità in base alla L. 236/93.

Figura 18 - Incidenza % degli ingressi in mobilità del settore metalmeccanico sul totale della provincia di Pordenone per tipologia di lista, 2007-2008

8,0

18,1

12,7 16,6

15,9 16,2

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 20,0

L.223/91 L.236/93 Totale

2007 2008

Fonte: ns. elaborazioni su dati Ergon@t

(24)

5. Strumenti per l’orientamento, la riqualificazione e la ricollocazione dei lavoratori, attraverso apposite misure di accompagnamento, con il concorso preminente dei Centri per l’impiego (legge 18/2005 articolo 47 lettera b)

In questa parte del piano ci si propone di illustrare gli interventi posti in essere per il concreto fronteggiamento della crisi del settore metalmeccanico della provincia di Pordenone. I progetti che l’Amministrazione provinciale si propone di utilizzare a questo scopo intervengono sia nei confronti delle imprese che dei lavoratori al fine di minimizzare i danni economici e sociali, salvaguardando e valorizzando le risorse professionali coinvolte attraverso percorsi di ricollocazione occupazionale.

La strategia di fronteggiamento e reinserimento si articola su due piani:

1. Il primo è relativo agli interventi nei confronti dei lavoratori coinvolti nei processi di crisi al fine di favorire la ricollocazione utilizzando la permanenza all’interno della cassa integrazione e delle liste di mobilità per costruire il reinserimento lavorativo. Si tratta di un percorso che, di volta in volta, può prevedere: attività di informazione, consulenza orientativa, attività di formazione al fine di aggiornare la professionalità e renderla adeguata alle nuove opportunità che si manifestano sul mercato del lavoro, attività di accompagnamento per l’inserimento lavorativo al fine di favorire il reingresso in un nuovo contesto aziendale.

2. Il secondo è relativo alla ricerca di nuove opportunità di lavoro, da finalizzare al reingresso dei lavoratori di cui al punto precedente, attraverso il coinvolgimento delle imprese che assumono nell’ambito del normale turn-over ovvero in conseguenza di ampliamenti produttivi o di nuove aziende.

5.1 Interventi a favore dei lavoratori espulsi dalla crisi del settore metalmeccanico Questa parte del piano di fronteggiamento della crisi del settore metalmeccanico comprende, come affermato in precedenza, interventi di informazione, di formazione, di accompagnamento al nuovo lavoro nei confronti dei lavoratori collocati in CIGS, in mobilità o licenziati individualmente o collettivamente dalle imprese del settore che operano nel territorio della provincia di Pordenone.

(25)

PROGRAMMA PARI

Il programma PARI, acronimo di Programma di Azioni per il Re-Impiego ha preso l’avvio nella primavera del 2005 con il Decreto Direttoriale n.668 del Ministero del Lavoro-Direzione degli Ammortizzatori sociali, che ne ha affidato l’esecuzione a Italia-Lavoro.

Il programma è finalizzato all’inserimento lavorativo di lavoratori percettori di ammortizzatori sociali e altri sostegni al reddito e di particolari categorie di lavoratori svantaggiati attraverso azioni di sostegno, incentivazione e formazione.

Nell’ambito di PARI in provincia di Pordenone sono stati individuati le seguenti categorie di destinatari degli interventi:

1) disoccupati over 50;

2) donne disoccupate;

3) lavoratori in mobilità non indennizzata;

4) lavoratori licenziati a seguito di crisi aziendali provenienti da imprese rientranti o non rientranti nelle situazioni di grave difficoltà occupazionale ex art. 48 LR 18/2005 e disoccupati (ai sensi del decreto del Presidente della Regione 25 luglio 2006, n.

0227/Pres. e successive modifiche ed integrazioni) o soggetti a rischio di disoccupazione (ai sensi del D.P.Reg. N. 0342/Pres. del 17 dicembre 2008);

5) giovani disoccupati tra i 18 e 29 anni privi di diploma di scuola media superiore o di qualifica professionale.

Le azioni di reimpiego sono fondate da un lato sull’attivazione di sportelli per la ricollocazione rivolti ai lavoratori destinatari e dall’altro sull’erogazione di servizi nei confronti dei lavoratori e del sistema imprenditoriale.

Nell’ambito degli Sportelli per la Ricollocazione, governati dall’amministrazione provinciale, agiscono gli operatori del Centro per l’Impiego di competenza e di Italia Lavoro.

L’impianto metodologico al quale fanno riferimento i servizi di ricollocazione ruota intorno ai seguenti punti cardine:

1 riconoscimento del diritto al sussidio e ai servizi a fronte della disponibilità ad attivarsi nella ricerca di un nuovo lavoro: l’inserimento nei percorsi di reimpiego avviene a seguito della firma del Patto di servizio fra lavoratore e Centro per l’Impiego, accordo che esplicita i reciproci impegni. La mancata sottoscrizione del Patto di servizio da parte del lavoratore comporta l’applicazione del regime sanzionatorio e il venir meno dei benefici legati al sostegno al reddito e ai servizi di reimpiego.

2 centralità della persona e la sua attivazione: i servizi sono erogati in funzione delle caratteristiche specifiche, oggettive e soggettive, del lavoratore ed in considerazione del suo status nel mercato del lavoro. Il servizio non si sostituisce al lavoratore, ma potenzia e sostiene la ricerca attiva di una nuova occupazione.

3 sistema di incentivi modulato sulle caratteristiche e le necessità/criticità del target di appartenenza e volto ad aumentarne l’appetibilità per il sistema della domanda,

(26)

stimolando al contempo la responsabilità sociale dell’impresa.

Il sistema di incentivi previsto si suddivide in contributi all’inserimento lavorativo ed in voucher formativi.

Le risorse destinate ai contributi all’inserimento vengono erogate prevalentemente sotto forma di bonus assunzionale alle imprese. In particolari situazioni potranno essere erogate al lavoratore sotto forma di sostegno al reddito o per l’avvio di impresa. Per coloro che non usufruiscono di alcun sostegno al reddito, infatti, il programma prevede la corresponsione di € 450 lordi per dieci mensilità, con la possibilità di trasferire all’azienda la quota residua di quanto percepito nel caso di assunzione a tempo indeterminato o determinato superiore a dodici mesi.

Le risorse destinate alla formazione, basate sul meccanismo di una dote per ciascun lavoratore, possono essere destinate ai lavoratori sotto forma di:

• voucher formativi da spendere presso Enti di Formazione riconosciuti e/o accreditati dalla Regione Friuli Venezia Giulia fino a 5.000€;

• doti formative, come contributo riconosciuto alle aziende per azioni di adattamento al lavoro a seguito dell’assunzione o a seguito del reintegro di lavoratori sospesi. In questo caso la dote formativa (massimo 5.000€ lordi per assunzione a tempo indeterminato) è finalizzata all’adattamento delle competenze sul luogo di lavoro, assegnata all’impresa per ciascuna assunzione di lavoratori in possesso dei requisiti previsti e aderenti al programma PARI (nel caso di assunzione a termine per almeno 12 mesi la dote è di 2.000€ lordi);

• voucher integrativi fino a 2.500€, come contributo per sostenere spese accessorie (rimborso spese per viaggi, pranzi, etc..) inerenti la partecipazione a percorsi formativi e/o tirocini, finanziati a valere su altri progetti regionali o provinciali;

• indennità di tirocinio finalizzato all’assunzione (fino ad un massimo di 450€ non cumulabili con il sostegno al reddito), come contributo al lavoratore a fronte della sua partecipazione ad un tirocinio formativo e di orientamento in azienda o all’azienda, quale rimborso in ragione delle spese sostenute per oneri sociali e tutoraggio.

Il servizio di ricollocazione agisce sia sul fronte dell’offerta che su quello della domanda di lavoro.

Nel primo caso l’azione si incentra sul percorso standard per il singolo destinatario (poi modulabile in base alle caratteristiche soggettive del lavoratore e dai suoi bisogni):

• accoglienza e firma del Patto di servizio

• pre-orientamento e valutazione dell’occupabilità

• pianificazione delle azioni (redazione del Piano d’Azione individuale)

• percorso di reinserimento lavorativo (livello di occupabilità medio-alto)

• intervento specialistico (livello di occupabilità medio-basso)

Dal lato della domanda di lavoro il programma si propone inoltre di coinvolgere direttamente il sistema delle imprese, attivando una serie di misure e di incentivi finalizzati all’assunzione di lavoratori percettori e/o non percettori di altra indennità o sussidio legato allo stato di

(27)

disoccupazione o inoccupazione. L’intervento mira infatti a rendere esplicita la domanda di lavoro presente sul territorio, promuovendo e coordinando tutte le iniziative che possono facilitare l’incontro tra domanda e offerta, anche attraverso l’implementazione delle metodologie e degli strumenti della BCNL.

Il Programma prevede a cura dei Centri per l’Impiego individuati (CPI), anche una serie di servizi alle imprese consistenti in:

• ricerca e preselezione del personale;

• consulenza normativa;

• consulenza sul sistema di convenienze.

A seguito del decreto di proroga del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali n.

2986 del 27 novembre 2008, registrato dalla Corte dei Conti in data 21 gennaio 2009, la Provincia di Pordenone ha varato la prosecuzione del Programma PARI “Programma d’Azione per il Re-Impiego di Lavoratori Svantaggiati” fino al 30 giugno 2009 (che diventa la data ultima per le assunzioni l’avvio dei tirocini).

Le caratteristiche del progetto PARI sopra delineate potranno modificarsi nel corso del 2009, in base alla definizione del nuovo programma per il triennio 2009-2011.

COMIDIS – Inserimento professionale disabili

Si tratta di un nuovo servizio per l’attivazione di percorsi di reinserimento lavorativo a favore di lavoratori iscritti nelle liste speciali previste dalla Legge 69/99. Tali percorsi trovano realizzazione all’interno della collaborazione fra la Provincia di Pordenone e l’Azienda per i Servizi Sanitari n.6.

(28)

INTESA ISTITUZIONALE TERRITORIALE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 2, COMMA 36, DELLA LEGGE 203/2008 (LEGGE FINANZIARIA 2009) E 19, COMMA 9, DEL DECRETO LEGGE 185/2008, CONVERTITO CON LEGGE 2/2009, COME MODIFICATO CON INTESA DEL 27 MARZO 2009, TRA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA E PARTI SOCIALI

L’intesa in oggetto, firmata il 6 marzo 2009 e integrata in data 27 marzo 2009, riguarda le modalità di erogazione nell’anno 2009 degli ammortizzatori sociali in deroga, finanziati da risorse assegnate alle Regioni dalla legge finanziaria del 2009 e dal decreto legge 185/2008 convertito con la legge 2/2009. La legge finanziaria n. 203 del 2008 prevede infatti la possibilità di concedere, in deroga alla normativa vigente, trattamenti di cassa integrazione guadagni (CIG in deroga) e di mobilità a lavoratori dipendenti da imprese escluse dalla normativa generale sugli ammortizzatori sociali (legge 223/1991 e successive modificazioni).

Con intesa di data 12 febbraio 2009 il Governo, le Regioni e le Province Autonome hanno infatti concordato una partecipazione delle Regioni alla spesa per gli ammortizzatori in deroga a valere sui programmi regionali FSE, prevedendo in particolare che il contributo nazionale venga impiegato per il pagamento dei contributi figurativi e per la parte maggioritaria del sostegno al reddito, e che il contributo regionale venga impiegato per azioni combinate di politica attiva e di completamento del sostegno al reddito. Con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali 19 febbraio 2009 n. 45080 è stata inoltre assegnata alla Regione Friuli Venezia Giulia una quota parte, pari a 4.000.000,00 di euro, delle risorse finanziarie destinate alla concessione nel 2009 degli ammortizzatori sociali in deroga. In attuazione della sopraccitata intesa, l'Amministrazione regionale, una volta definite puntualmente ai livelli nazionale e comunitario le modalità di attuazione del contributo regionale, si è impegnata ad attivare azioni combinate di politica attiva e di completamento del sostegno al reddito a favore dei beneficiari dei trattamenti di ammortizzatori sociali in deroga, con modalità condivise nell'ambito del Tavolo regionale di concertazione e individuate con apposita intesa. In attesa della puntuale definizione delle modalità attuative del contributo regionale, è tuttavia possibile attivare l'erogazione e la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga nel 2009 a valere sulle risorse assegnate dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ossia i 4.000.000,00 di euro di cui sopra.

BENEFICIARI E DURATA DELL’EROGAZIONE:

1. Possono beneficiare del trattamento di mobilità in deroga i lavoratori che, nel periodo dall'1.1.2009 al 31.12.2009, abbiano subito un licenziamento collettivo, plurimo ovvero individuale per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro, ovvero si siano dimessi per giusta causa, a condizione che:

a) siano esclusi dal diritto alla percezione dell'indennità di mobilità, dell'indennità di disoccupazione o di altra tipologia di trattamento di disoccupazione;

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