Giovanni LEGNINI, Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Grazie, buongiorno a tutti e per davvero benvenuti al Consiglio Superiore della Magistratura per questo nuovo appuntamento sul terrorismo jihadista, una materia così importante, delicata e attualissima; un evento che abbiamo voluto organizzare, come diceva Luca Palamara, che ringrazio, perché lui con la Sesta Commissione ha ideato, progettato, promosso, insieme alla Scuola Superiore della Magistratura, questo evento; ringrazio il Presidente Silvestri per la sua presenza. Credo che sia la prima uscita fuori dalle mura di
Castelpulci dopo la sua elezione a Presidente della Scuola Superiore della Magistratura il 13 gennaio, quindi pochi giorni fa, meno di una settimana fa. A lui e al nuovo Consiglio Direttivo vanno gli auguri di tutto il Consiglio
Superiore, credo di tutti presenti, per un lavoro che sono cert
o sarà ancora più importante e fruttuoso per queste attività cruciale per la magistratura italiana che è quella formativa; così come ringrazio il Presidente Onida per il lavoro preziosissimo e importante di avvio, di decollo, e poi di consolidamento dell'attività formativa affidata alla Scuola Superiore della magistratura.
Si tratta di una giornata, come dicevo, voluta dalla Sesta Commissione e dalla Scuola Superiore che si svolge in parallelo ad un'altra attività che
il Consiglio sta espletando in questa fase, affidata alla Settima Commissione e saluto il presidente Cananzi; poi arriverà anche il consigliere Ardituro che parteciperà alla tavola rotonda pomeridiana e che segue quell'altro
appuntamento che noi promuovemmo qui il 2 e il 3 marzo del 2015 con una formazione diversa, con una platea diversa di partecipanti, ma ugualmente molto qualificata come è molto qualificata la vostra presenza qui oggi.
Decidemmo allora, cogliendo l'opportunità della espressione del parere sul decreto-legge 7 del 2015, di riunire in questa stessa sala rappresentanti del Governo e saluto ancora una volta qui Marco Minniti per la sua pronta
adesione e collaborazione in quella circostanza come oggi, come poi è
accaduto in questi mesi per gli altri rappresentanti del Governo, Gianni Melillo che saluto e che rappresenta qui il Ministro della giustizia. Dicevo che
cogliemmo quella opportunità per mettere insieme il mondo dei
Servizi e saluto tutti i vertici dei Servizi, il rappresentante del Governo, del Parlamento, saluto qui anche il Presidente Casini, la Presidente Donatella Ferranti, che occupano la prima fila, diciamo così, insieme al Primo
Presidente che partecipa per la prima volta in questa qualità ad un evento di questo tipo, Gianni Canzio, insieme al Procuratore Generale Ciccolo che si è occupato già di questa materia e se ne occupa costantemente, il Procuratore Generale Salvi che appunto è titolare delle funzioni che sappiamo tutti.
Quella di allora fu una giornata molto importante, per la prima volta
mettemmo insieme mondi, avviando un dialogo che oggi vogliamo proseguire e dobbiamo farlo non soltanto promuovendo, come già il Ministro della
giustizia ha fatto convocando una riunione pochi giorni fa, pochi giorni prima
di Natale, un primo bilancio di attuazione delle previsioni del decreto-legge 7 del 2015, ma perché l'attualità che viviamo, la contingenza storica che
viviamo ci dice che il fenomeno, la minaccia terroristica non soltanto non accenna ad attenuarsi ma se possibile purtroppo in questo momento storico vive una fase di acutizzazione. Sono passati poco più di due mesi dai tragici e gravissimi fatti di Parigi, ma nell'ultima settimana noi abbiamo assistito ad una pluralità di eventi molto gravi a Istanbul, a Giakarta, nel Burkina Faso dove è morto un bambino italiano di nove anni e alla sua memoria va il nostro pensiero, in Somalia, a Kabul. Non è un caso che Papa Francesco proprio in questi giorni, l'altro ieri, abbia formulato un richiamo fortissimo, nel visitare la Sinagoga a qui a Roma, affermando testualmente che conflitti, guerre, violenze e ingiustizie aprono ferite profonde nell'umanità e ci
chiamano a rafforzare l'impegno per la pace e per la giustizia. L'affermazione non nuova ma molto netta che lui ha fatto in quella circostanza e che mi ha colpito è quella in base alla quale la violenza dell'uomo sull'uomo è in
contraddizione con ogni religione degna di questo nome, in particolare con le tre grandi religioni monoteistiche. Ed ancora proprio l'altro ieri il Presidente Mattarella, nel ricordare il piccolo Michel, ha sottolineato appunto che si è trattato di un esecrabile attentato che dimostra ancora una volta di più che l'obiettivo del terrorismo fondamentalista è distruggere ogni regola di civiltà e il senso stesso di umanità.
Si tratta quindi di un momento, quello che stiamo vivendo, molto grave. Io non so se, come ha scritto poco tempo fa uno dei più autorevoli studiosi di Islam, Olivier Roy, il terrorismo perderà perché non conosce la politica, nel senso che non assicura un'efficace, un'efficiente funzione statale, non prova a curarsi delle società civili locali e assicura solo una giustizia sommaria. Non so se questo accadrà, lo vedremo, tutti ci auguriamo che la minaccia
terroristica, il jihadismo verrà presto sconfitto.
Quel che è certo è che noi dobbiamo tenere la guardia molto alta e lo stiamo facendo come Paese, credo, nel modo migliore possibile, assicurando, come sappiamo fare nei momenti più gravi della nostra storia, un coordinamento efficace, un coordinamento internazionale e un coordinamento a livello nazionale.
A questa attività di coordinamento l'ordine giudiziario intende dare un
contributo primario, come è suo dovere fare, nell'esercizio della sua funzione, ma aprendosi appunto al confronto, all'ascolto, alla collaborazione, alla
cooperazione perché - e questo è il taglio che abbiamo voluto dare a questo incontro - non è solo importante analizzare il dato della
interpretazione e dell'attuazione delle norme importantissime, che hanno dato prova positiva di attuazione in questa prima fase, appunto contenute nel nostro ordinamento, ma il dato che a noi preme sottolineare ancor di più è la necessità per tutti, magistratura compresa, di conoscere questo fenomeno. Il dato della conoscenza di questo fenomeno è da sottolineare come obiettivo imprescindibile; se noi non coltiviamo questo obiettivo nel modo migliore
possibile - la prima parte di questa giornata è dedicata proprio con l'apertura anche ad altre esperienze e culture che animeranno la tavola rotonda - se non coltiviamo questo obiettivo, ripeto, non riusciremo a fare bene il lavoro che affidato a ciascuno di noi nell'esercizio delle funzioni proprie.
Su questo voglio evidenziare il fatto che molteplici sono stati e sono i momenti di confronto.
Richiamavo quello promosso dal Ministro della giustizia, so che anche in sede parlamentare sono stati promossi momenti di approfondimento, ma voglio anche sottolineare il lavoro molto prezioso che sta svolgendo la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e saluto per davvero
ringraziandolo Franco Roberti. Lui ha voluto promuovere nel dicembre scor so una importante riunione di coordinamento mettendo a fuoco i temi più rilevanti che si pongono sul fronte appunto dell'interpretazione delle nuove disposizioni legislative e soprattutto dell'organizzazione; ed anche a questo tende il lavoro a cui mi riferivo all'inizio che stiamo facendo come Consiglio Superiore, appunto la Settima Commissione innanzitutto insieme alla Sesta, che sta elaborando una circolare nuova sui molteplici temi messi a
fuoco proprio nella riunione di coordinamento promossa dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo di cui vi parlerà oggi pomeriggio Antonello Ardituro nella tavola rotonda pomeridiana. Io penso - e concludo questo breve intervento di saluto - che la magistratura italiana stia
dimostrando, forte di molteplici e consolidate esperienze, di saper assolvere con capacità ed adeguatezza le delicatissime funzioni che la legge affida ad essa, funzioni inquirenti e giudicanti. Sono da respingere le semplificazioni, gli attacchi circa una presunta inadeguatezza della magistratura italiana a far fronte alla minaccia terroristica che sono stati detti, scritti da più parti nelle settimane passate. Occorre tuttavia far fronte a queste delicatissime questioni appunto anche promuovendo incontri di studio e di approfondimento come quelle che oggi offriamo qui al Consiglio Superiore. Si tratta di temi che hanno rappresentato un filo conduttore costante sin dall'entrata in vigore del decreto legge e che sono stati prospettati nelle occasioni a cui mi sono riferito. Non si può non muovere dalla condivisione delle informazioni, dall'estensione del potere di accesso ai dati, perché questo è uno dei temi più importanti, riguardanti procedimenti penali non iscritti per i delitti tipicamente riconducibile al terrorismo. Credo che Franco Roberti
approfondirà questo aspetto molto rilevante; quelli, per intenderci, che concernono i cosiddetti reati spia, l'accesso libero ed illimitato ai dati dei fascicoli dei procedimenti per reati diversi dal terrorismo che attribuirebbe forse una funzione, un potere molto elevato alla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo; d'altra parte la delimitazione in senso restrittivo di tale
prerogativa di acquisizione e di utilizzo dei dati rischia di aprire ulteriori e diversi
problemi. Questo credo che sia uno degli aspetti cruciali del confronto di oggi e delle prossime settimane e sarà uno dei temi che noi affronteremo
con la circolare in via di predisposizione. Questo tema della gestione,
dell'acquisizione dei dati costituisce un nodo che è assimilabile a quello ancor più rilevante e di portata amplissima, il tema classico e ostico relativo alla necessità a volte di compri mere i diritti fondamentali a partire da quelli della riservatezza e della libera espressione del pensiero al fine di
garantire una più efficace azione di contrasto preventivo e repressivo contro il terrorismo islamico.
Ci aiuta in questo percorso - e chiudo per davvero - una recente risoluzione del Parlamento Europeo, che tutti voi conoscete, quella del 25 novembre, che tratta in modo diffuso, compiuto i temi della prevenzione, della
radicalizzazione e del reclutamento dei cittadini europei da parte delle organizzazioni terroristiche. L'Assemblea parlamentare europea ha sottolineato l'importanza di affrontare le condizioni che favoriscono la
diffusione del terrorismo fra i cittadini dell'Unione Europea, fermo restando, dice il Parlamento europeo, che i diritti umani devono essere al centro delle politiche dell'Unione in materia di antiterrorismo; occorre trovare un corretto bilanciamento tra la sicurezza dei cittadini e il rispetto dei diritti fondamentali degli individui, incluso appunto il diritto alla sicurezza, alla privacy, il diritto alla libertà di espressione, di religione e di associazione. A questi principi noi vogliamo attenerci e la giornata di oggi io mi auguro possa costituire una tappa utile a cercare risposte e a diffondere la conoscenza delle dimensioni e dei risvolti di un grandissimo problema del nostro tempo, quello che siamo chiamati tutti ad affrontare e che oggi qui vogliamo dibattere. Grazie e buon lavoro a tutti.